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Project work Realizzazione di un “sogno� per RAA Il middle management nei servizi alla persona Anno 2012 Di Marenghi Marcella referente assistenziale


Sommario  Descrizione del “sogno”  Le problematiche che ostacolano il “sogno”  Indicatore e risultato  Creazione di un micro-progetto per la realizzazione del “sogno”  L’integrazione  Strategie da adottare  I risultati  Verifica  Le conclusioni  Ringraziamenti


Descrizione del sogno  POTER DEDICARE (in tranquillità, non con la solita fretta) MEZZ’ORA DEL PROPRIO TEMPO ALLA RELAZIONE CON L’ ANZIANO RESIDENTE  LA RELAZIONE OLTRE CHE ESSERE PIACEVOLE PERMETTE D’ INSTAURARE UN RAPPORTO DI FIDUCIA E DIVENTARE PER L’ANZIANO UNA FIGURA DI RIFERIMENTO COSTANTE, inoltre è possibile LA RACCOLTA D’ INFORMAZIONI IMPORTANTI AL FINE DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI PREFISSATI NEL PAI.


Le problematiche che ostacolano il “sogno” COSA IMPEDISCE QUESTA ATTIVITA’ SE PUR BREVE PER ESSERE ADDIRITTURA CHIAMATA SOGNO?  Lavorare nella complessità, che di fatto può significare molte cose insieme e spesso non le cose che erano previste per la giornata;  Il tutto entro l’orario di lavoro, naturalmente!  A volte la percezione è quella di essere assaliti dagli eventi e di doversi occupare di attività diverse da quelle che si intendeva portare a temine;  Il pericolo maggiore è lasciare che le urgenze facciano mettere da parte le cose importanti per mancanza di tempo; Il tempo è una risorsa particolare per chi deve organizzare il tempo degli altri e il proprio.



Indicatore e risultato Per capire meglio il susseguirsi delle attività ed i tempi della RAA è stato utilizzato “ un INDICATORE della giornata lavorativa” una specie di consegna , utilizzato per una settimana; RISULTATO:  L’indicatore evidenzia, che spesso le attività reattive (impreviste) sono numerose e diventano l’ordinario, susseguendosi con un ritmo incalzante, lasciando pochissimo tempo ad altre attività NON PRIORITARIE ma importanti; non c’è mai il tempo per soffermarsi con l’anziano che desidera relazionarsi, ci si ferma di fretta rispondendo, se non è urgente torno dopo, ricordami ecc. ecc. e si affretta il passo e il pensiero è già altrove.


La creazione di un micro-progetto per la realizzazione del “sogno” 

OBIETTIVO: dar modo alla figura della RAA, di dedicare un “MOMENTO” (il tempo necessario) all’OSSERVAZIONE E ALL’ASCOLTO dell’anziano nel suo contesto, (soggiorno/camera da letto) residente in casa protetta. 

Riuscire a fare questo non è facile, anche se potrebbe sembrare per chi legge un capriccio, un momento di relax per la Raa; non è così. 

Personalmente ho capito che alcuni anziani, ancora cognitivamente lucidi, hanno bisogno di parlare con una figura/persona che, ai loro occhi, è presente sei giorni su sette e a cui sanno di poter affidare ogni tipo di problematica; o solamente ricordare i vecchi tempi.

Da qui nasce la voglia di mettersi in gioco e di trovare il “ tempo” per questo micro-progetto.


L’INTEGRAZIONE DELLE FIGURE PROFESSIONALI E’ L’ ELEMENTO INDISPENSABILE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI QUALSIASI OBIETTIVO

Per la realizzazione di questo apparentemente piccolo, ma importante obiettivo, è assolutamente necessaria la collaborazione di altre figure professionali, le quali condividano l’importanza di quanto sopra descritto. 

LA RAA COSA CHIEDE AI SUOI COLLABORATORI? Elasticità nella programmazione della giornata lavorativa, sostituzione nei controlli, capire l’importanza dei piccoli gesti e non giudicare: per es. per il fatto di essere rilassata e seduta con il caffè.


 STRATEGIE DA ADOTTARE

I giorni prescelti sono: MARTEDI’ – GIOVEDI’ – SABATO gli altri tre giorni sono impegnati in palestra. In questi tre giorni la raa deve spostare le attività importanti ma non urgenti nel pomeriggio, di solito più tranquillo rispetto al mattino; Delegare il controllo del nucleo al momento delle alzate ad un oss e all’ip in turno per i tre giorni prescelti, martedì-giovedìsabato; Quindi:  delegare le telefonate in quella mezz’ora all’infermiera prof.;  Non prendere appuntamenti per quel momento;  comunicare il micro/progetto a tutti gli operatori;  avvisare i vari manutentori di venire prima o dopo l’orario prestabilito;


Attuazione Coordinato tutti i collaboratori, inizia il progetto 

In via sperimentale, inizio turno Raa alle ore 10.00 ( per tre giorni alla settimana), la raa si ferma (ancora prima di passare dall’ufficio, altrimenti diventa impossibile fermarsi) con l’anziano/a sino alle 10.30. Questo è il momento migliore per questa attività di relazione, perché gli anziani, dopo la colazione, si spostano nella saletta caffè per ascoltare la lettura del quotidiano. In attesa, sorseggiando un buon caffè si può relazionare, scherzando o parlando seriamente; ascoltandoli si raccolgono emozioni, esperienze, dispiaceri, gioie, bisogni … 


Primi risultati UNA FOTO A VOLTE NON PUO’ RACCONTARE: episodi di vita vissuta Martedì e mille cose già in testa da dover fare. Arrivo all’ appuntamento ore 10.00 entrando dalla porta principale della struttura, mi dirigo nella saletta caffè, mi calmo, mi prendo il caffè, offro il caffè, ci sono sedute almeno 5/6 signore ed inizio con il raccontare un episodio personale: ” mia figlia (1^ superiore) ha preso un bel voto in francese …,”. Non l’avessi mai detto; scopro che ben due signore anziane parlano correttamente il francese. Le ho messe alla prova: le due signore si sono avvicinate ed hanno parlato per la prima volta tra di loro non limitandosi solo al buongiorno e buonanotte e raccontandosi una parte della loro vita vissuta in Francia. Infine hanno recitato una bellissima filastrocca imparata da bambine, ovviamente con la traduzione. ll tutto si è concluso con un applauso e con la promessa di dialogare in francese tra di loro e con il nostro infermiere prof. che è di madrelingua francese. Le ho lasciate con il sorriso…che cosa si può desiderare di più. Io, ovviamente dopo averle salutate, mi sono diretta dalle mie colleghe con un entusiasmo da bambina. Ho riportato le notizie scrivendole in consegna e ho parlato direttamente con l’inf. Prof. chiedendogli di parlare con loro in lingua francese e ottenendo una risposta entusiasta.


…altro appuntamento….

Una mattina mi fermo da una signora arrivata da poco, un po’ agitata e confusa. Per tranquillizzarla si era già notato che bisognava parlargli di viaggi, arte e musica; Ricordandomi che nella compilazione dei dati biografici mancava il suo albero genealogico e discendendo lei dal musicista Giuseppe Verdi, le ho chiesto informazioni. La signora, con una dialettica impeccabile e con tranquillità, mi ha spiegato come era il suo legame con il musicista e la discendenza. 

Tutto quello che stava dicendo era vero ,ed è stato piacevole ascoltarla e capire quanto fosse colta e molto informata. Più tranquilla è riuscita anche a dire che era arrabbiata perchè voleva stare a casa sua. Purtroppo la vita non le ha concesso fino all’ultimo l’autosufficienza, ed ora il suo fisico ha bisogno delle nostre cure, ma non la sua mente viaggia, lavora e cura la sua villa.


La Raa cosa restituisce ai suoi collaboratori?  Informazioni importanti per la gestione dell’anziano; l’anziano più tranquillo; nessuna richiesta di bisogni per tutto il tempo che viene coinvolto dalla relazione; notizie anche se non di primaria necessità ma che possono servire per instaurare un dialogo durante le attività di vita con l’anziano.  La conoscenza permette di fare attenzione a ciò che si dice per non ferire chi ci sta davanti …


Verifica  Con l’aiuto della fisioterapista  Sondaggio/intervista durante le giornate di palestra, per capire se l’anziano/a ha captato la possibilità di poter parlare con una figura diversa dall’operatore, che solitamente esegue le attività di vita e con cui ha più confidenza, e poter, in tranquillità esporre i propri pensieri ed essere ascoltato.


Conclusioni 

Le informazioni raccolte in questo micro/progetto sono già molte ed utili per il lavoro dell’ OSS, IP, TDR, RAA, ANIMATORE. Confido nella continua collaborazione dei miei colleghi per poter portare avanti questo lavoro in cui credo e vorrei che i nostri anziani si sentissero considerati, ascoltati, amati, anche se purtroppo non potremmo mai sostituirci ai loro cari e alla loro casa. 

Ho deciso di dedicare il mio project work, a ciò che mi è venuto a mancare di più, nel susseguirsi di questi anni lavorativi, IL CONTATTO UMANO E RELAZIONALE CON LE PERSONE anziane, sempre di più immersa nella modulistica e a risolvere le emergenze, quello che ho portato è una ESPERIENZA PERSONALE che vivo io nella mia struttura, sarà sicuramente diversa per altre mie colleghe, ma se qualcuno condivide, spero possa servirle ciò che ho scritto.


A proposito del “tempo”… L’uso del tempo è importante perché può influenzare tutto il lavoro della giornata, ma questo” tempo” è impagabile, per chi apprezza e ama questo lavoro. Giorno dopo giorno ognuno di noi ne ha a disposizione la stessa quantità. E’ impossibile accumularlo. Non si può far scorrere più rapido o fermare. Non è possibile sostituirlo. Deve essere fatto trascorrere alla velocità di sessanta secondi al minuto. IL TEMPO è LA NOSTRA VITA ,è IL REGALO Più GRANDE CHE RECIPROCAMENTE POSSIAMO FARCI


IL SOGNO SI STA CONCRETIZZANDO.. E PROSEGUE, NELLA NASCITA SEMPRE NUOVA DI RAPPORTI VERI.


Ringraziamenti  un grazie ai docenti:  Renato Dapero  Mara Caminati  Donatella Garbi  Giuliana Masera  Nicola Pisaroni  Francesco Zito


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Alcune notizie personali: sono Marcella, lavoro in casa protetta residenziale per anziani da 11 anni, prima come operatore poi come referente, sono socia della cooperativa sociale COOPSELIOS. Sono sposata, ho una figlia, amo ballare, leggere e il mio lavoro.

Grazie per l’attenzione


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