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Premessa all’analisi economico patrimoniale

Dopo lo shock recessivo innescato dall’emergenza sanitaria che ha caratterizzato il 2020, l’economia italiana nel 2021 ha mostrato un deciso recupero. Secondo le stime della Commissione europea il PIL italiano ha riportato un forte rimbalzo pari a un aumento del 6,5% rispetto al 2020 e tra i migliori in Europa. La crescita italiana è stata trainata dalla domanda interna e tra i settori produttivi spicca l’importante contributo fornito dalle costruzioni che, dopo tanti anni di crisi, è ritornato a svolgere un ruolo trainante per l’economia.

Il percorso di crescita intrapreso nel 2021 dal settore delle costruzioni è stato stimolato dalla coesistenza di diversi elementi scaturiti dallo shock pandemico: dalla ripresa degli investimenti pubblici agli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110%) che hanno innescato una crescita veloce e diffusa.

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In base alle stime dell’Ance nel 2021 il settore delle costruzioni ha registrato un significativo incremento pari a un +16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Una crescita importante, che il settore non registrava da moltissimi anni e che non costituisce solo un mero rimbalzo statistico a seguito dello shock pandemico. Il confronto con il 2019 - anno pre-pandemico - rimane, infatti, positivo (+9,1%), a conferma che le costruzioni si sono avviate verso una graduale ripresa. Tuttavia, il gap produttivo con l’inizio della crisi settoriale resta ancora elevato (-28,8% di investimenti rispetto al 2007, ovvero una perdita di 60 miliardi annui di investimenti in costruzioni).

Nel corso del 2021 sono emerse, tuttavia, delle forti criticità dovute alle persistenti difficoltà di offerta legate all’indisponibilità di alcune materie prime e di prodotti intermedi a livello globale; alla crescita vertiginosa dei prezzi di alcune importanti materie prime utilizzate nelle attività edilizie quali, ad esempio, metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, legno, calcestruzzo e bitume. Di fronte a questa situazione, le imprese di costruzioni si sono trovate in difficoltà dovendo sopportare un aggravio economico nella realizzazione di opere per rispettare gli impegni assunti con contratti già stipulati. Da fine anno, inoltre, è esploso l’aumento dell’inflazione spinta dall’incremento sostenuto dei prezzi in particolare dei beni energetici. All’interno di tale contesto il quadro tratteggiato dalle dinamiche del valore aggiunto, dell’iniziativa imprenditoriale e dell’occupazione dimostrano come il comparto delle costruzioni bresciano ha saputo reagire rapidamente alla crisi pandemica. Il valore aggiunto del comparto edile bresciano è cresciuto nel 2021 del 21,5% sul 2020; una crescita significativa che ha consentito di superare di ben il 15,8% i livelli pre-pandemici.

Gli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110%) adottati per contrastare la crisi economica generata dalla pandemia hanno stimolato l’iniziativa imprenditoriale portando un rimbalzo degli avvii d’impresa che ha permesso di chiudere il 2021 con un numero di imprese edili attive in provincia in aumento del 2,1% rispetto al 2020. L’avvio di nuove imprese è stato particolarmente vigoroso in tutti i comparti di attività di cui è composto il settore delle costruzioni dal comparto dei lavori di costruzione specializzati (nel settore F43 rientrano le imprese che, in via prevalente, eseguono attività relative alla demolizione e preparazione del cantiere edile; all’installazione di impianti elettrici, idraulici; al completamento e finitura di edifici e altri lavori attinenti), a quello della costruzione di edifici (nel settore F41 rientrano le imprese che svolgono in via prevalente l’attività di costruzione di immobili residenziali e non residenziali) e dei lavori di ingegneria civile. Un importante contributo alla crescita segnata dalle imprese edili nel 2021 deriva dall’aumento delle forme organizzative più strutturate. Le società di capitali sono aumentate, infatti, del 5,8% rispetto al 2020 e del 9,2% rispetto al periodo pre-pandemico. Il rimbalzo delle attività d’impresa e il miglioramento dell’attività economica ha avuto effetti positivi sull’occupazione del settore. Nel complesso le ore lavorate nel 2021 dagli operai iscritti alla Cassa edile di Brescia sono state 19,23 milioni, in aumento del 28,5% sul 2020, mentre il numero è cresciuto del 21,5% rispetto allo stesso periodo. Un risultato che solo in parte risente del confronto con i valori particolarmente bassi del 2020; poiché oltre a collocarsi al di sopra dei livelli pre-pandemici rappresenta il valore più alto dal 2012 (quando erano 17,30 milioni).

Nel complesso il numero degli addetti delle imprese delle costruzioni iscritte alla Camera di Commercio di Brescia è aumentato del 10,1% rispetto al 2020 e del 10,6% sul 2019.Tuttavia, la rapidità della ripresa occupazionale ha procurato un consistente aumento delle difficoltà nel reperire manodopera specializzata.

L’andamento del mercato dei materiali sulla base delle rilevazioni Ance

Vi sono anche motivazioni che legano il forte incremento del prezzo delle lavorazioni edili tra l’inizio del 2020 e la fine del 2021, in primis ad un incremento dei prezzi delle materie prime, dovuto a dinamiche nazionali e internazionali e in seconda battuta alla generalizzata incertezza del settore che ha portato ad uno stiramento della classica dinamica domanda/offerta. In merito all’incremento delle materie prime sul mercato bresciano è significativo ripor tare l’aumento delle materie ferrose lavorate, ferro tondo per cemento (+75,86%), rete elettrosaldata (+85,68%) e travi in generale (+74,54%). Sui tali prodotti le motivazioni di incremento derivano prevalentemente da variazioni nel mercato internazionale. La variazione dei prezzi, infatti, è strettamente collegata sia alle grandi commesse che hanno accentrato la domanda su nazioni come la Cina e Stati Uniti D’America sia a dinamiche politiche e concorrenziali che hanno portato all’apposizione, soprattutto da parte dell’America, di particolari dazi.

Altre lavorazioni hanno avuto incrementi dovuti a dinamiche nazionali, come per esempio il superbonus, in cui l’offerta è stata fortemente condizionata dalla combinazione tra normazione errata e boom della domanda. Ne sono chiaro segno l’incremento del prezzo degli isolamenti a cappotto (+33,56%), ponteggi (+69%), serramenti in pvc (+27%), tinteggiatura esterni (+12,17%)

Su tutti i materiali l’incertezza derivante dalla situazione emergenziale ha portato ad un incremento costante di quasi tutte le lavorazioni edili, con un conseguente incremento del costo medio del cantiere edile tipo di nuova realizzazione di immobile residenziale di circa il +17,79%1