Guida tecnologia e ritardo mentale

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Cosa e come? Osservando un bambino che non riesce a raggiungere il controllo sfinterico, fatica a imparare a parlare, stenta a camminare in modo autonomo, ecc. ci viene spontaneo, per riassumere questi comportamenti, dare un etichetta: il bambino è in “ritardo”. In questo modo possiamo però rischiare di giustificare qualsiasi comportamento con la descrizione che ne abbiamo dato: “fa così perché è ritardato”, facendo diventare la descrizione la causa del comportamento. Ribadiamo e ripetiamo tale tipo di ragionamento, quasi a stressarlo, perché il rischio di entrare in tali loop è molto facile ed è la strada migliore per crearsi solide “aspettative di insuccesso” capaci di abbattere qualsiasi motivazione all’apprendimento e all’educazione. E allora come fare per non cadere in tali trappole? Proponiamo semplicemente di compiere un’analisi sia delle difficoltà che delle abilità. Si usa non a caso il termine “analisi” perché è necessario entrare nel particolare e scomporre un disturbo, che per definizione appare trasversale a tutti gli ambiti di vita e per questo globale. Se rimanessimo solo a livello globale, infatti, vedremmo solamente un “ritardo”, le difficoltà, “ciò che non sa fare”. Allora è preferibile scendere e scomporre “artificialmente” i vari livelli di analisi in quelle aree che ci permettono di adattarci nella società, come:

Fig. 2 – Esemplificazione della suddivisione in aree

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