Poi, così mi parve, diventò l’aria più densa, quasi fosse profumata da un invisibile incensiere da serafini agitato, col tintinnio dei loro passi che sfioravano il tappeto.
“Ah, misero”, gridai, “t’offre iddio per mano di questi angeli, ti offre iddio un sollievo. sollievo e nepente per il ricordo della tua Lenora; sorseggia, oh sorseggia questo dolce nepente e dimentica questa tua perduta Lenora!”
Disse il corvo: “Mai più”.