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La Storia dell’8° Reggimento Alpini

La Storia dell’8° Reggimento Alpini presentata a Tarcento

TARCENTO | 12 SETTEMBRE 2020

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PASCOLI, TEOT , VAZZAZ: “O LÀ… O ROMPI”

O LA’…O ROMPI! Dopo quasi 111 anni di storia, il motto dell’8° Reggimento Alpini riecheggia ancora nei paesi natali degli alpini friulani. Questa volta non sui campi di battaglia ma ai piedi delle Prealpi Giulie, a Tarcento, nella splendida sala “Margherita”. Sabato 12 settembre si è infatti tenuta, nella cittadina sul Torre, la presentazione del libro di PascolI, Teot , Vazzaz: “O LÀ… O ROMPI – Storia dell’8° Reggimento Alpini” (Aviani & Aviani editori). L’evento, organizzato dalla Sezione Ana di Udine, ha visto gli autori Marco Pascoli e Andrea Vazzaz descrivere e illustrare, ad un pubblico di circa 150 persone, la straordinaria storia dell’Ottavo dalla sua fondazione ai giorni nostri. La serata, organizzata dalla Commissione Monumento Faro Julia e presentata dal Consigliere Sezionale Ana Luca Balzarotti, è iniziata con un sentito collegamento in videochiamata dall’Afghanistan. Da Camp Arena (Herat) il Comandante dell’8° Reggimento Alpini, colonnello Franco Del Favero, e il suo Aiutante Maggiore, tenente colonnello Luigi Teot (coautore del libro) hanno portato i saluti delle penne nere impegnate nella Missione Nato “Resolute Support”. La presentazione del libro è stata accompagnata dalle splendide voci del Coro Ana di Passons, che ha associato ad ogni capitolo narrato un canto legato a quello specifico periodo storico. I rievocatori del “Reparto Storico Alpino Fiamme Verdi” hanno invece arricchito la ricostruzione storica permettendo al pubblico in sala di vedere da vicino, toccando quasi con mano, le uniformi e gli equipaggiamenti indossati dagli alpini dall’inizio del Novecento sino agli anni Duemila. La forte partecipazione cittadina, la numerosa presenza di autorità civili, i rappresentanti militari in servizio, hanno testimoniato il forte connubio tra il Reggimento e la popolazione friulana. In particolar modo la cittadinanza ha voluto simbolicamente “riabbracciare” l’8°, reggimento che sin dalle sue origini ha dislocato le sue compagnie nelle caserme di Tarcento e che in più di un secolo ha visto centinaia di tarcentini vestire la sua uniforme. Il libro “O LÀ… O ROMPI”, recensito su l’“Alpin jo, mame!” dello scorso aprile, va a completare la lunga bibliografia sull’Ottavo, e oggi, con le sue 342 pagine, è la più completa sintesi della storia militare del reggimento: dalla sua fondazione alla campagna di Libia, dalla Grande Guerra al fronte greco-albanese, dalla campagna di Russia sino alla rinascita nella Repubblica Italiana e alla partecipazione alle missioni internazionali. Durante la lunga se-

rata gli autori hanno illustrato i luoghi dove l’Ottavo venne impiegato e dislocato nella sua storia, come figuravano all’epoca e come si possono vedere ai giorni nostri. La rilevanza dell’“uomo” in tante battaglie e campagne militari è stata sottolineata dagli approfondimenti su alcuni dei personaggi di spicco, distintisi per valore e coraggio o opere meritorie con il reggimento. L’Ottavo, da sempre il Reggimento alpini del Friuli e dei friulani, è tuttora uno strumento militare d’eccellenza che grazie ai suoi alpini, provenienti oggi da tutta la penisola italica e dislocati nella Caserma “Feruglio” di Venzone, porta sempre alta la Bandiera del reggimento e continua a scrivere gloriose pagine di storia per l’Esercito e per l’Italia.

20 anni degli “SpluMATS”

UN GRUPPO DECISAMENTE ECLETTICO

Sono ancora in molti a chiederci il perché di questo nome che in lingua friulana significa "senza piuma" o "senza penna". La risposta non è cosa facile ed immediata... è necessario partire da ben più di 20 anni fa. Innanzitutto va detto che la maggior parte dei componenti del gruppo ha avuto modo di conoscersi e di stringere amicizia durante il servizio di leva svolto tra le fila della Fanfara della Brigata Alpina "Julia" e fra le cene di scaglione, in particolare dei congedanti che si apprestavano a finire il servizio militare e qualche goliardata privata, le occasioni di ritrovarsi assieme, non sono mai mancate. Dopo breve tempo si pensò di formare un insieme di suonatori che potessero continuare musicalmente ad allietare le varie feste, ma il problema era dare un nome identificativo. Dalle svariate idee, si decise di assegnare l'identificativo "SpluMATS", nome concepito dal capello alpino corredato dalla sua amata penna. I “Spiumati” perché non più alpini di leva. Risultava un nome di simpatia, che come avrete notato lascia spazio a varie interpretazioni: una di queste, grazie a quel pizzico di sana follia che tutt'ora ci contraddistingue, potrebbe essere inteso come “Splu-MATTI” (i Mats in friulano). Ecco spiegato questo nome, un po’ giocoso, così da originare il primo nucleo storico (sei persone), al quale si sono poi via via aggiunti gli altri componenti quasi tutti facenti parte tra gli anni 1997 e 2000 della medesima Fanfara. All'inizio del nuovo millennio iniziarono le prime uscite ufficiali dove il gruppo animava, con delle brevi esibizioni musicali, cene di Gruppi alpini. In tutti questi anni, tra fiati e percussioni, il gruppo si è ampliato ed ora conta su una ventina di musicisti, provenienti da diverse realtà bandistiche e da diverse parti del Friuli, passando da Cividale, Povoletto, Sedegliano, Pozzuolo, Tricesimo, Reana e Buia ma mantenendo Tarcento come luogo di ritrovo. Abbiamo avuto modo di farci conoscere e di essere chiamati a suonare a molte manifestazioni, sagre paesane, inaugurazioni, matrimoni e logicamente anche in qualche cantina e visto il crescente interesse e la continua simpatia riscontrati dal pubblico che assisteva alle nostre performance, si sono svolte, con un'atmosfera popolare, le feste

del decennale di costituzione a Orsaria, dell'anniversario dei quindici anni sul monte Bernadia e il traguardo a maggiorenni in monte di Buia. Quest’anno il gruppo ha partecipato al 78° anniversario dell’affondamento della nave “Galilea” a Muris di Ragogna e successivamente al 62° raduno alpino sul monte Bernadia, entrambe svolte con la presenza limitata di partecipanti, in osservanza delle normative inerenti al contenimento del contagio da Covid-19. Intenzionati a continuare, rispecchiamo e cerchiamo di trasmettere ancora oggi la nostra alpinità, che è sempre ben presente in ognuno di noi, anche quando suoniamo senza il cappello alpino.

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