L'empatia appesa a un filo

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Introduzione

Per fare questo ogni terapeuta-autore è partito dal proprio radicamento, dal proprio Grounding e ha saputo trasformare questo momento così delicato in agilità e movimento, per incontrare l’altro. Tutte le esperienze descritte ci ricordano che se il terapeuta – come affermava anche Lowen – è in contatto ricettivo con il proprio sé e quindi con il suo corpo, non può che aiutare il suo cliente/paziente ad entrare maggiormente in contatto con sé stesso e dunque superare anche le limitazioni di un setting a distanza. “La comprensione è un processo di empatia che dipende dalla risposta armonica di un corpo a un altro corpo. Non si tratta con ciò di negare il valore della conoscenza. È solo una questione di priorità. Quando lavoro con un paziente, faccio molto affidamento sulla mia risposta empatica nei suoi confronti. Con il mio corpo posso sentire come si tiene e come sta nel mondo. Finché non sentirò una persona, non potrò far nulla, perché non avrei nulla su cui basarmi se non la conoscenza e la mia conoscenza può non essere pertinente alla situazione del paziente. Per agire in questo modo devo fidarmi del mio sentire” (Lowen, 1980).

Lasciamo quindi che ora parli la nostra “musica”. Buona lettura.

XI


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