RSA7: Governance del rischio nel contesto dei pericoli naturali

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CONVENZIONE DELLE ALPI | LA GOVERNANCE DEL RISCHIO NEL CONTESTO DEI PERICOLI NATURALI

3.2.6 VALUTAZIONI CONCLUSIVE È difficile trarre conclusioni generali sullo status quo della governance del rischio da pericoli naturali e tracciare un confronto tra gli Stati membri della Convenzione delle Alpi. Strutture e sistemi governativi e amministrativi differiscono e le soluzioni sono basate su specifiche situazioni locali e regionali, in termini di rischi e pericoli. La governance del rischio si prefigge sempre lo stesso obiettivo: facilitare un processo negoziale tra le parti interessate per trovare soluzioni ai fini della prevenzione e della preparazione. Questo processo dovrebbe tenere conto delle prospettive relative al rischio. Gli Stati membri della Convenzione delle Alpi stanno cercando di identificare carenze e debolezze nella rispettiva gestione di pericoli e rischio, spostandosi lentamente verso una gestione più improntata al rischio e inserendo meccanismi e processi di governance. Tutti gli Stati membri partecipano a progetti internazionali per valutare un orientamento al rischio e alla governance a diversi livelli e per imparare dagli studi comparativi. Molte autorità stanno già implementando molteplici elementi di governance del rischio nelle loro attività, senza menzionarli espressamente. In generale, la convivenza con e la gestione dei pericoli naturali nelle Alpi vantano una lunga tradizione. Da una prospettiva globale, è in corso un vivace dibattito scientifico e dal lavoro sul campo è stata accumulata una significativa esperienza. Le Alpi fanno fronte ad ampi rischi da pericoli naturali e gli stakeholder di ogni livello condividono la responsabilità di garantire un ambiente di vita adeguatamente sicuro e di ridurre i rischi legati ai pericoli. Un’autovalutazione dei rappresentanti degli Stati membri della Convenzione delle Alpi nel corso di un workshop68 ha fornito i primi risultati sullo status quo della governance del rischio. I rappresentanti hanno affermato che la governance del rischio è stata messa in atto nella gestione integrata del rischio (CH), nella gestione dei bacini idrografici e dei contratti di fiume (IT), nei sistemi di allerta valanghe e nella prevenzione delle alluvioni in generale (DE), nel sistema di gestione degli eventi alluvionali (FR), nella mappatura della pericolosità e nella gestione delle crisi (LI), nella gestione delle catastrofi (SI), nella gestione degli eventi alluvionali e

68. Workshop dei membri di PLANALP e dell’AG 8 di EUSALP, Innsbruck, 20.09.2017.

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nella protezione locale dalle valanghe (AT). Anche per quanto riguarda la domanda su quali meccanismi di governance del rischio da pericoli naturali manchino ancora, le risposte sono state molto eterogenee, con un certo consenso relativamente alla caduta di massi e alle frane. I pericoli menzionati sono stati le alluvioni lampo e il deflusso superficiale (IT, CH), la pianificazione territoriale basata sul rischio, incluse le misure per il rischio residuo (CH), frane e caduta di massi (AT, DE, SI), alluvioni fluviali, (AT) e valanghe (SI). Per i miglioramenti attesi dalla governance del rischio sono stati citati diversi aspetti: consapevolezza della popolazione, dialogo transnazionale, autoprotezione, pianificazione delle emergenze (IT, CH), dialogo tra prevenzione e gestione delle crisi (FR), attuazione a livello locale facendo leva sulle conoscenze locali e riduzione del rischio per la società nel suo complesso (DE), maggiore sensibilizzazione ai rischi (LI, FR, DE), prospettive improntate al rischio e non solo ai pericoli (DE, LI), promuovere l’autoprotezione (SI, CH), consapevolezza e partecipazione (AT, SI), far fronte al rischio a livello locale e regionale (AT), trovare una soluzione ottimale (Osservatori). Per quanto concerne le sfide nel promuovere la governance del rischio sono state sollevate le seguenti perplessità: coordinare istituzioni e livelli amministrativi diversi (IT, CH), scarsa consapevolezza della popolazione (IT, CH), legame con l’adattamento ai cambiamenti climatici (IT), assenza di una concezione comune a livello europeo (IT, CH), risorse umane e finanziarie (LI, FR, DE), numero di stakeholder (LI, FR, DE), complessità della governance (DE), vincoli giuridici (AT), contesti istituzionali (Osservatori), interessi confliggenti (AT, SI), limiti del processo decisionale politico (AT), mancanza di competenze anticipatorie (AT, SI, Osservatori). Il risultato del workshop ha evidenziato chiaramente come l’attenzione e le sfide dei singoli Stati membri varino molto nello spostare la gestione del rischio verso un approccio di governance del rischio. Nessuno Stato membro della Convenzione delle Alpi ha effettivamente attuato una transizione dalla gestione del rischio alla governance del rischio. Anzi, gli Stati membri stanno ricercando un ulteriore sviluppo della gestione dei rischi da pericoli naturali senza affrancarsi dalle procedure e dai quadri normativi in essere.


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