Pani Devozionali salati - Parte 1

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PaniDevozionali

Racconti e tradizioni dall'Italia e dal Mondo

salati ALLA MENSA COI SANTI
MIRIA ONESTA - MONICA COSTA - SIMONA MILANI P a r t e 1

Premessa

Questo ebook nasce dalla voglia di condividere un comune progetto, Alla mensa coi Santi, iniziato nell’anno 2020 sui nostri blog.

Un progetto ideato da Miria, ma poi condiviso da tutte con grande entusiasmo: questo ci ha portato ad una ricerca sempre in crescita, con slancio ed interesse, per tutto ciò che poteva riguardare la tradizione culinaria legata a Santi e Beati attraverso libri, nozioni in rete, tradizioni familiari e regionali, sia in merito alla nostra bella Italia che al resto del mondo.

Un progetto comune che ci ha, giorno per giorno, ricetta dopo ricetta, sempre più unite da un ’amicizia solida e sincera, oltre a donarci un arricchimento a livello personale di nozioni, cultura ed informazioni.

Il risultato di tutto ciò, è sfociato in una serie di ebook (che speriamo vi piaceranno, li abbiamo amati fin da subito!) dove vi vogliamo mostrare alcuni dei pani devozionali, sia dolci che salati, nel tempo realizzati e che hanno, ciascuno a modo loro, una storia bella ed interessante da raccontare.

Buona lettura!

CIAMBELLE
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Chi siamo

MIRIA ONESTA

Romana di nascita e umbra d’adozione, sono moglie e mamma

La mia cucina è semplice, con ingredienti freschi e di stagione. Erbe spontanee, bacche e fiori, sono spesso ispirazione per i miei piatti

Adoro le ricette della tradizione, soprattutto quelle umbre

Mi piace andare in cerca di quei piatti quasi dimenticati, che poi sperimento e condivido con i miei lettori Creo, cucino e fotografo personalmente tutte le ricette presenti sul blog, 2 Amiche in cucina è on line dal lontano 2011

2 Amiche in cucina

Sono Monica ed insieme a mio marito Luca (“il fotografo”), dal 2012, siamo gli autori del blog Fotocibiamo. Innamorati della nostra regione la Liguria, in questi anni abbiamo cercato di raccontarne le ricette e le tradizioni partendo dall’esperienza di casa nostra Viviamo immersi nella campagna con i nostri tre figli, una cagnolina e due gatti ed io sono una mamma a tempo pieno, una grande sognatrice che ama rifugiarsi al sicuro della propria casa magari in compagnia di un bel libro e dei propri cari

Fotocibiamo

MONICA COSTA SIMONA MILANI

Simo per gli amici: semplice, aperta, sensibile, ecco come mi definisco! Di origini lombarde, ma con la Liguria nel cuore, scrivo ormai da più di 15 anni sul blog “pensieri e pasticci”

Questo piccolo spazio virtuale, che coltivo e seguo con amore è una sorta per me di diario dove racconto appunto i miei pensieri, e sperimento quelli che sono i miei pasticci .

Adoro il mare, le letture, i viaggi, la natura, l’uncinetto e la mia cucina rispecchia la mia semplicità e concretezza, con ricette genuine di facile realizzazione ed alla portata di tutti

Pensieri e pasticci

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6 San Patrizio 17 marzo 10 Santa Chiara 11 agosto 20 San Michele Arcangelo 29 settembre 30 San Petronio 4 ottobre 36 San Bruno 6 ottobre Inquestonumero ISanti 4
5 7 Irish soda bread San Patrizio 12 Gattò di Santa Chiara 16 Pagnotta di Santa Chiara 22 Ciambelle salate all'anice San Michele Arcangelo 26 Tozzotto di Castel Madama San Michele Arcangelo 32 Pane di San Petronio 37 Pane di crusca alla certosina San Bruno Inquestonumero Lericette

San Patrizio

San Patrizio è patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo; si festeggia il 17 marzo ed il suo nome significa “di nobile discendenza”.

Il suo emblema è il trifoglio, insieme al bastone pastorale.

Nasce nella Britannia Romana nel 385 circa e la sua famiglia è cristiana; riceve un ’ottima educazione, all'età di 16 anni viene rapito e fatto prigioniero dai pirati irlandesi.

Questi lo tengono per sei anni con loro come schiavo, ed egli ha modo in questa circostanza di approfondire e consolidare la sua fede cristiana.

Riesce a fuggire e tornare in patria, dove studia per diventare diacono e prete.

Dopo un ’esperienza di sacerdozio in Francia, a 40 anni ritorna in Irlanda e si prepara a diventare vescovo missionario; da qui il resto della sua vita viene dedicato all'evangelizzazione, al celebrare l’Eucarestia, battezzare, predicare, confermare, diventando così amato e popolare. Il suo successo missionario è grande, ma insieme ad esso iniziano assalti di nemici e predoni; egli scrive così la “Confessione” per sconfiggere queste accuse e per celebrare l’Amore di Dio che lo ha sempre protetto ed illuminato nella vita e soprattutto nei suoi numerosi e pericolosi viaggi.

Muore nel 461 a Downpatrick, nell’Ulster.

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Irishsodabread

L’Irish Soda Bread è il pane della tradizione irlandese divenuto famoso anche oltre i confini dell’Irlanda grazie alla festa di San Patrizio, Santo Patrono dell’isola. La sua caratteristica principale è quella di essere un pane senza lievito, al suo posto nell'impasto troviamo il bicarbonato di sodio che agisce da lievitante a contatto con la componente acida del latticello sviluppando anidride carbonica che fa gonfiare il pane. La sostituzione del lievito con il bicarbonato riduce sensibilmente i tempi di preparazione di questo pane.

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Fonte: Sito web - BellyFull

INGREDIENTI

500 g di farina 00

1,5 cucchiai di zucchero

1 cucchiaino di sale

1 cucchiaino di bicarbonato

60 g di burro

150 g di uvetta

1 uovo

275 g di latticello

PREPARAZIONE

Mettete una padella in ghisa all'interno del forno e preriscaldate a 200 gradi.

Setacciate la farina in una ciotola, unite zucchero, sale, bicarbonato e mescolate.

Unite il burro e lavorate con la punta delle dita finché non diventerà un composto di briciole sottili, unite anche l'uvetta.

Fate un incavo al centro e unite uovo e latticello, amalgamate velocemente con un cucchiaio di legno.

Rovesciate il composto su un piano da lavoro e senza impastare formate una pagnotta rotonda, che metterete su un foglio di carta forno.

Prendete la padella dal forno e metteteci dentro la pagnotta, con tutta la carta forno, incidete una croce sul pane e infornate per circa 30-35 minuti.

Sfornate e lasciate intiepidire prima di servire.

Ricetta
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Miria Onesta

Santa Chiara

Questa santa viene festeggiata il giorno 11 di Agosto; è la patrona della televisione, ed i suoi emblemi sono L’Ostia ed il giglio, simbolo di purezza.

Nata ad Assisi nel 1194 dalla ricca e nobile famiglia degli Offreducci, ha appena dodici anni quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone.

Conquistata quindi da questo incredibile esempio, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungere Francesco alla Porziuncola.

Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa.

Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola.

Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».

Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione.

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Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.

Muore sempre ad Assisi l’11 agosto del 1253 e viene canonizzata nel 1255 da Alessandro IV nella cattedrale di Anagni.

Solitamente viene rappresentata con il saio nero e marrone dell’ordine delle Clarisse, scalza o al limite con dei sandali.

I tre nodi del cordone che porta alla vita, stanno a significare i tre voti: umiltà, pazienza e povertà; il velo che indossa è simbolo della sua verginità.

In mano porta un giglio, simbolo di purezza oppure un ramoscello di ulivo.

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GattòdiSantaChiara

Il Gattò di Santa Chiara è un lievitato morbido, soffice e saporito preparato dalle Clarisse del monastero, da lei fondato, ogni anno in occasione della ricorrenza della Santa.

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Ricetta

INGREDIENTI

250 g farina bianca 00

125 g mozzarella

100 g prosciutto cotto a dadini

1 patata

2 uova

50 g burro

1 cucchiaino di zucchero

1 cucchiaino sale fino

10 g lievito di birra fresco

PREPARAZIONE

1.

In una ciotola miscelare 4 cucchiai di farina (prese dal totale generale) con lo zucchero, il lievito e 50 ml acqua naturale tiepidina.

Ottenere un composto omogeneo, coprirlo con pellicola alimentare e lasciar lievitare in luogo tiepido per circa 50 minuti.

Nel frattempo lavare la patata, lessarla per circa 30-40 minuti da quando l'acqua comincia a bollire; una volta cotta lasciarla intiepidire, spellarla e passarla allo schiacciapatate.

Mettere nella planetaria la farina rimasta, il composto lievitato, la patata in purea, il burro, le uova ed iniziare ad impastare col gancio apposito; mentre impasta aggiungere un cucchiaino di sale fino e proseguire.

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Simona Milani Fonte: Libro - La cucina di conventi e monasteri

lievitato, la patata in purea, il burro, le uova ed iniziare ad impastare col gancio apposito; mentre impasta

aggiungere un cucchiaino di sale fino e proseguire.

Una volta che il composto è bello morbido ed amalgamato, aggiungere sempre con le fruste in azione, i dadini di cotto e la mozzarella a tocchettini, impastando ancora.

Rivestire uno stampo rettangolare dai bordi alti con un foglio di carta forno, poi rovesciarci il composto all'interno e di nuovo sigillare con pellicola, lasciando lievitare per circa un'ora e mezza in luogo tiepido al riparo da correnti d'aria.

Quando mancano 10 minuti pre-riscaldare il forno a 180°, poi trascorso il tempo indicato, togliere la pellicola ed infornare il gattò per 40 minuti.

Sfornare, lasciar intiepidire e poi sformare e tagliare a fette, servendolo tiepido o a temperatura ambiente.

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8.

Pagnottadi SantaChiara

Le pagnotte di Santa Chiara sono un lievitato salato tipico di Napoli e preparato l’11 agosto in onore della Santa, oggi purtroppo quasi dimenticato. Secondo tradizione orale si pensa che questi pani venissero preparati dalle Clarisse di un monastero del centro di Napoli per distribuirli ai poveri che si recavano da loro. Tutto questo in ricordo forse di due miracoli della vita di Santa Chiara in cui il pane fu il protagonista: nel primo, narrato ne “I fioretti di Santa Chiara”, la Santa, alla presenza di Papa Gregorio IX, fece apparire delle croci sui pani che stava benedicendo; nel secondo, narrato ne “La leggenda di Santa Chiara Vergine”, Chiara comandò di dividere la metà di una pagnotta, frutto della questua dei frati, in cinquanta fette per sfamare tutte le sorelle, e questo pane, proprio come nel miracolo del Signore dei cinque pani e due pesci, bastò per tutte.

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Ricetta

Fonte: Sito web - a cucina e mammà

INGREDIENTI

Per l'impasto lievitato alle patate

250 g di farina 0

2 patate medie lesse (circa 230 g)

250 ml di acqua

20 g di lievito di birra fresco

2 cucchiai di strutto

Sale

Pepe

Per la farcitura di pomodori e alici

250 g di pomodori datterini

150 g di alici sott’olio

Olio di oliva

Origano

Prezzemolo

PREPARAZIONE

1.

Setacciate la farina nella ciotola della planetaria, unite le patate lesse schiacciate.

Aggiungete anche il lievito e l’acqua a filo e iniziate ad impastare, unite anche il sale e lo strutto e continuate ad impastare finché non otterrete un impasto liscio e ben amalgamato.

Coprite e lasciate lievitare per circa 2 ore. Nel frattempo preparate a farcitura.

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Miria Onesta 18

Coprite e lasciate lievitare per circa 2 ore.

Nel frattempo preparate la farcitura.

Versate un cucchiaio di olio in un tegame, unite i pomodori lavati e tagliati a spicchi, portate sul fuoco e lasciate cuocere per circa 10-15 minuti.

Aggiungete ai pomodori le alici (tenetene 2-3 per la decorazione finale) e abbondante origano, proseguite la cottura ancora per 5 minuti.

Allontanate dal fuoco e aggiungete un bel ciuffo di prezzemolo tritato, mescolate e lasciate raffreddare. Quando l’impasto alle patate avrà raddoppiato il suo volume, dividetelo in 8 parti e formate delle palline, lasciate riposare per circa 20-30 minuti.

Stendete ogni pallina fino ad un diametro di circa 20

cm.

Mettete sul disco di pasta due cucchiai di pomodori e coprite quasi tutta la superficie. Tenete da parte un po ’ di pomodori per la decorazione finale.

Chiudete il disco di pasta a formare un fagottino.

Sistemate le pagnottelle su una teglia rivestita di carta forno.

Preriscaldate il forno a 180 gradi e infornate per circa 20-25 minuti.

Sfornate e cospargete le pagnotte con i pomodori rimasti, decorate con le alici tenute da parte tagliate a pezzetti e servite.

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San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo si festeggia l’8 maggio e il 29 settembre ed è il capo supremo dell’Esercito Celeste degli Angeli fedeli a Dio, insieme agli altri due Arcangeli, Gabriele e Raffaele.

Antico patrono della Sinagoga, oggi è patrono della Chiesa Universale, che lo ha considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male, oltre che dei poliziotti, droghieri e radiologi.

Il nome dell’arcangelo Michele, che significa “chi è come Dio ?”, è citato cinque volte nella Sacra Scrittura: tre volte nel libro di Daniele, una volta nel libro di Giuda e nell’Apocalisse di S. Giovanni.

In tutte le cinque volte egli è considerato “Capo Supremo dell’Esercito Celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male.

Il male, il diavolo, nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra.

In altre scritture, il dragone è un Angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece scacciare, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano.

Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’Angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in

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perenne lotta contro il Diavolo, che continua nel mondo a spargere il male contro Dio.

E’ considerato allo stesso modo nella Chiesa di Cristo, che gli ha sempre riservato fin dai tempi antichissimi, un culto e devozione particolare…

Viene considerato sempre presente nella lotta che si combatte e si combatterà fino alla fine del mondo, contro le forze del male che operano nel genere umano.

È patrono principale delle città italiane di Cuneo, Caltanissetta, Monte Sant’Angelo, Castel Madama, Sant’Angelo dei Lombardi, compatrono di Caserta e patrono della Chiesa Universale.

Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa del Pontefice.

Per quanto riguarda la sua raffigurazione nell’arte in generale, è delle più vaste; ogni scuola pittorica in Oriente e in Occidente, lo ha quasi sempre raffigurato armato in atto di combattere il demonio.

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Ciambellesalate all'anicedi SanMichele

La ciambella di San Michele, da noi preparata in versione più piccola, sembra derivare dai tarallucci pugliesi per via di un parroco trasferito a Vitorchiano dalla Puglia che insegnò la ricetta ai nuovi parrocchiani. È l’emblema della festa di San Michele che a Vitorchiano nel Lazio si festeggia l’8 maggio, anniversario delle apparizioni. Ogni mese i volontari, chiamati “Festaioli” e in carica per un anno, si impegnano a preparare e vendere la ciambella, per poi utilizzare il ricavato delle vendite nell’organizzazione della festa di San Michele a maggio.

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Ricetta

Fonte: Sito web - UniversoCucina

INGREDIENTI

300 g farina 00

100 ml acqua tiepida

50 ml olio d’oliva

25 ml vino bianco

10 g lievito di birra fresco

7 g semi di anice

7 g sale fino

PREPARAZIONE

1.

Sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida, versare il composto in una planetaria col gancio da impasto (ma si può impastare anche a mano) poi aggiungere la farina ed amalgamare, aggiungendo poco alla volta anche l’olio ed il sale.

Versare il vino in un bicchiere, aggiungendoci l’anice lasciandolo in ammollo per alcuni minuti; versarlo poi nell’impasto, sempre con l’impastatrice in movimento: si dovrà ottenere un bel composto morbido ed elastico.

Toglierlo dall’impastatrice, metterlo in una ciotola pulita e lasciarlo lievitare coperto in luogo tiepido ed al riparo da correnti d’aria (io di solito lo lascio nel forno spento con la luce accesa) per circa due-tre ore, deve quasi raddoppiare.

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forno spento con la luce accesa) per circa due-tre ore, deve quasi raddoppiare.

Una volta trascorso questo tempo, portare ad ebollizione una capace pentola con acqua bollente e nel frattempo sulla spianatoia iniziare a formare le ciambelle: dividere l’impasto in otto-dieci pezzi e con ciascun pezzo creare un salsicciotto lungo lungo della larghezza di un dito.

Formare la prima ciambella arrotolando e intrecciando il salsicciotto su se stesso, poi saldandone le estremità; continuare così per le tutte le altre.

Accendere il forno e pre-riscaldarlo a 180° con funzione statica.

Immergere le ciambelle nell’acqua bollente una alla volta, ed appena vengono a galla tirarle fuori con un mestolo forato, scolarle, ed adagiarle su una teglia con carta da forno.

Praticare qualche taglietto con un coltello affilato sulla superficie di ogni ciambella, infornare e cuocere per circa 25-30 minuti: si devono dorare bene e rimanere croccanti all’esterno e più morbide all’interno.

E’ importante tenerle d’occhio, ogni forno ha la propria resa… Sfornare, lasciar raffreddare e gustare.

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Tozzotto diCastelMadama

Il tozzotto di Castel Madama è un pane tipico dell’omonimo borgo laziale, preparato due volte l’anno, l’8 maggio e il 29 settembre, in occasione della ricorrenza di San Michele Arcangelo, patrono della città.

Un impasto aromatizzato con semi di anice e acqua profumata con foglie di alloro e scorze di limone.

L’impasto va lasciato riposare fino al raddoppio, poi si formano dei filoncini che vengono tagliati, ogni parte viene tuffata per qualche minuto in acqua bollente aromatizzata con limone e alloro. Dopo questo passaggio i pani vengono incisi con un coltello e cotti in forno.

Il risultato è un pane croccante fuori e morbido dentro.

Si abbina a salumi e formaggi, a piatti di carne, ma è ottimo anche da solo.

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Ricetta

INGREDIENTI

600 g di farina 0

Miria

100 ml di acqua aromatizzata al limone e alloro

100 g di olio di oliva

4 uova

65 g di vermut bianco

15 g di anice

10 g di lievito di birra fresco

12 g di sale

5 g di zucchero

La scorza di metà limone grattugiata

1 tuorlo per spennellare

2 litri di acqua

16 foglie di alloro

Scorza di un limone non trattato

PREPARAZIONE

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Versate in un tegame l'acqua, le foglie di alloro lavate e la scorza del limone, portate a bollore e lasciate sobbollire per un paio di minuti, allontanate dal fuoco e lasciate raffreddare.

Rompete le uova in una ciotola, unite il sale, lo zucchero, l'anice, la scorza del limone grattugiato, l'olio, l'acqua aromatizzata il lievito di birra sciolto nel vermut e mescolate con una forchetta. Onesta 28
Fonte: Pagina Facebook - Tozzotto di Castel Madama
Per l'acqua aromatizzata all'alloro e limone

l'olio, l'acqua aromatizzata il lievito di birra sciolto nel vermut e mescolate con una forchetta.

Versate la farina su un piano da lavoro, formate una fontana e iniziate a versare al centro il composto di uova e iniziate ad impastare amalgamando pian piano tutto il composto liquido.

Impastate con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio, trasferite in una ciotola, coprite e lasciate riposare fino al raddoppio.

Quando l'impasto avrà raddoppiato il suo volume, versate l'acqua aromatizzata in un tegame, unite un pizzico di sale e se le avete alcune foglie di alloro appena raccolto, portate a bollore. Nel frattempo rovesciate l'impasto sul piano da lavoro e dividetelo in due parti

Fate rotolare ogni parte sotto le mani, per formare due filoncini.

Tagliate via una piccola parte alle estremità, poi dividete ogni filoncino in 4-5 parti.

Tuffate la parti d'impasto nell'acqua aromatizzata bollente, appena vengono a galla, tirateli fuori con una schiumarola.

Lasciate asciugare i tozzotti su un panno pulito.

Preriscaldate il forno a 200 gradi, rivestite due teglie con la carta forno e sistemateci sopra i tozzotti dopo aver inciso un lato.

Spennellate con il tuorlo leggermente sbattuto

insieme a un cucchiaio di acqua.

Infornate per circa 20 minuti, o finché i tozzotti non saranno ben dorati.

Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia.

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San Petronio

San Petronio viene venerato il 4 di ottobre ed è patrono della città di Bologna; in questo giorno, dopo la messa, si svolge la processione con il Santissimo Sacramento fino alla Cattedrale di San Pietro; qui si svolge l’adorazione continua giorno e notte. Per i tutti i bolognesi il ricordo di Petronio, come uomo e come Santo, è particolarmente caro; punto di riferimento per le rappresentanze civili e religiose, egli permise di dare vita a legami e relazioni per far crescere e prosperare la città. Secoli dopo, questa sua visione resta ancora vincente, sfidando le attuali tendenze alla frammentazione e all’isolamento sociale. La città festeggia per 4 giorni, e tutte le varie manifestazioni legate a ciò, si svolgono intorno a Piazza Maggiore. San Petronio fu per l’appunto l’ottavo vescovo di Bologna, e visse nella metà del V secolo…un secolo difficile nella storia d’Italia, pieno di lutti, rovine, sconvolgimenti creati dalle invasioni barbariche. Proprio in quel tempo, fu fondamentale l’opera provvidenziale e benefica del Santo, come di moltissimi altri Vescovi, che, nelle città prive di ogni appoggio e preda di ogni predatore, restarono le uniche autorità accettate, pronte alla difesa del bene spirituale e materiale del loro gregge.

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Petronio si dice che fosse nato in Spagna, da padre romano, e lì fu anch’egli Prefetto del pretorio, prima di venire in Italia, dove Papa Celestino I lo convinse ad accettare, verso il 430, la cattedra bolognese.

Bologna era parte della diocesi di Milano, e perciò i Vescovi milanesi vi si fermavano spesso: uno fu il grande Sant’Ambrogio, che vi consacrò diverse chiese.

Il Vescovo Petronio costruì in Bologna altri edifici sacri, facendo nascere quel complesso di monumenti che i Bolognesi chiamano ” le sette chiese “ ; oltre a ciò, fece costruire, intorno alle ” sette chiese “ , un intero quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari, per meglio proporre al popolo il culto dei Santi.

Prima di dar mano alle chiese, però, San Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi; intorno a queste case aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine.

Fu dunque un tipico esempio di saggezza, operosità e premura, avendo proprio a cuore il bene spirituale e anche materiale dei fedeli; durante il suo episcopato infatti, la città venne riordinata e la diocesi rinnovata nelle opere e nella fede.

Dopo la sua morte, avvenuta verso il 480, sulle reliquie del Santo venne costruita una chiesa che divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità, e che ancora costituisce il centro ideale di Bologna, benché non ne sia la cattedrale.

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PanediSanPetronio

Un lievitato bolognese dal ricco e saporitissimo ripieno, a base di prosciutto e parmigiano reggiano. Viene preparato durante i quattro giorni di festa che la città di Bologna dedica a San Petronio, suo santo patrono. La ricetta per prepararlo è decretata dall’Accademia

Italiana della Cucina di Bologna San Luca e depositata con atto notarile presso la Camera di Commercio di Bologna dal 2005.

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Ricetta

INGREDIENTI

200 g farina 00

8 g lievito di birra fresco

12 g burro più qualche fiocchetto

1/2 cucchiaio olio extravergine d'oliva

1 cucchiaio latte

1 pizzico sale fino

120 ml acqua tiepida

30 g Parmigiano Reggiano a scaglie

50 g prosciutto crudo di Parma

q.b parmigiano grattugiato per spolverizzare

PREPARAZIONE

Nella ciotola della planetaria mettere la farina, il pizzico di sale, il burro, l'olio, il latte ed il lievito di birra sciolto nell'acqua appena tiepida; iniziare ad impastare con il gancio apposito (per chi non l'avesse, mettere tutto in una ciotola ed impastare pian piano a mano).

Impastare un po' e quando si incorderà al gancio, formare una palla liscia ed omogenea; adagiarla in una ciotola pulita leggermente unta d'olio, e sopra fare con un coltello ben affilato un taglio a croce.

Coprire con un foglio di pellicola alimentare ed uno strofinaccio; lasciar lievitare a temperatura ambiente in luogo tiepido ed al riparo da correnti d'aria per un'ora circa.

Trascorso questo tempo, riprendere la pasta (che nel frattempo sarà quasi raddoppiata) e lavorarla ancora un po' a mano, lasciandola poi ancora lievitare

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Fonte: Sito web - Viaggi e vacanze in Italia

in luogo tiepido ed al riparo da correnti d'aria per un'ora circa.

Trascorso questo tempo, riprendere la pasta (che nel frattempo sarà quasi raddoppiata) e lavorarla ancora un po' a mano, lasciandola poi ancora lievitare coperta per circa mezz'ora.

Successivamente reimpastare di nuovo la pasta e formare un a palla che andrà stesa col mattarello su un piano leggermente infarinato formando un ovale. Sull'intera superficie dell'ovale mettere delle scaglie di Parmigiano, sulle quali andrà steso il prosciutto a fette e poi ricoperto con altre scaglie di Parmigiano, aggiungendo qua e là qualche fiocchetto di burro. Arrotolare il disco di pasta così farcita e chiuderlo ad anello unendo le due estremità, formando praticamente una sorta di ciambellone.

Con un coltello ben affilato, incidere alcuni tagli profondi a croce sulla superficie, aggiungere qualche fiocchetto di burro ed ancora una spolverata di Parmigiano grattugiato; poggiare il pane su una teglia antiaderente in luogo tiepido e far lievitare per un'altra mezz'ora.

Nel frattempo accendere il forno e portarlo ad una temperatura di 180° con funzione statica; infornare il pane di San Petronio e cuocerlo per 30 minuti circa, deve dorarsi un poco in superficie.

Sfornare, lasciar intiepidire e servire a fette.

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San Bruno

Si festeggia il 6 ottobre e questo nome deriva da Brunone, ovvero di carnagione scura.

Fondatore dell’Ordine Certosino, nacque a Colonia nel 1030 circa e visse poi fra Francia ed Italia, dove morì a Serra San Bruno, in Calabria, nell’anno 1101. Professore di filosofia e teologia, ben presto scelse la strada della vita eremitica, insieme ad altri sei compagni che condividevano il suo pensiero. Aiutati dal vescovo di Grenoble, si stabilirono a Chartusia, una località selvaggia, dove costruirono un ambiente per la preghiera comune, pregando e lavorando comunitariamente.

Chiamato successivamente a Roma dal Papa Urbano II, perché lo aiutasse nelle necessità della Chiesa, riuscì a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo vicino al monastero di La Torre in Calabria.

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Panedicrusca allacertosina

Il Pane di crusca dei Certosini è un pane molto rustico e semplice con un ’alveolatura molto fitta, a cui viene aggiunta la crusca nell’impasto. È preparato nei monasteri Certosini, ordine fondato da San Bruno. Il cibo che consumano i monaci non è mai elaborato anche se gustoso, si può trattare di un primo, di un secondo con uova e pesce e verdure cotte oppure talvolta insalata o un pezzo di formaggio, la frutta e qualche volta anche il dolce. Non mangiano mai carne, considerato un cibo nobile e troppo energetico, in contrasto con il loro rigore e la penitenza. Di solito fanno un unico pasto durante il giorno mentre nei periodi di astinenza si cibano di pane arricchito con crusca e acqua.

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Ricetta

INGREDIENTI

400 g farina 00

200 g crusca di grano

250 / 300 ml acqua

2 g lievito di birra disidratato

2 g malto

2 cucchiai di olio extravergine di oliva

10 g sale

PREPARAZIONE

Nella ciotola dell’impastatrice (ma potete fare l’impasto facilmente anche a mano) mettete la farina e la crusca. Aggiungete il malto e il lievito.

Impastando iniziate ad aggiungere poco alla volta l’acqua (non vi servirà tutta) e l’olio. Quando l’impasto inizia a formarsi aggiungete il sale.

Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, non troppo morbido. Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare per 1 ora in luogo tiepido.

Riprendete l’impasto, fate qualche piega e date forma di una pagnotta tonda. Fate lievitare fino al raddoppio coperto e al caldo.

Scaldate il forno a 180°C quindi fate due tagli trasversali sulla superficie del vostro pane ed infornate per 35-40 minuti.

1. 2. 3. 4. 5. 6.
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Monica Costa Fonte: Libro - In cucina con i Santi

Testi:

Miria Onesta

Monica Costa

Simona Milani

Foto:

Luca Grasso

Miria Onesta

Simona Milani

Ebook realizzato con Canva

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To be continued...
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