Bilancio 2010

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RELAZIONE SULLA GESTIONE

Nel terzo trimestre del 2010, periodo più recente rispetto al quale si dispongono di dati ufficiali definitivi rispetto alla data di stesura del presente documento, è proseguita la ripresa degli investimenti fissi lordi (+0,9% rispetto al trimestre precedente), ma ad un ritmo inferiore rispetto al secondo (+2% rispetto al trimestre precedente) e secondo l’indagine semestrale condotta in ottobre dall’ISAE i piani di investimento per il 2011 delle imprese manifatturiere rimarranno ancora improntati ad un’estrema cautela, frenati da un lento miglioramento della domanda e prevalentemente orientati alla sostituzione del capitale obsoleto, anche se sono emerse indicazioni più favorevoli sull’espansione della base produttiva (fonte Banca d’Italia). Dopo oltre due anni, nel terzo trimestre 2010 gli investimenti in costruzioni sono tornati a crescere (+0,6% rispetto al periodo precedente) rilevando una lieve riduzione di quelli in abitazioni (-0,4%) e un rialzo di quelli non residenziali (+1,4%) tanto che la fiducia delle imprese edili è migliorata a ottobre e novembre sia in chiave attuale che prospettica (Fonte Cresme). Tornando al fattore trainante della crescita produttiva italiana, si osserva che nel terzo trimestre 2010 le esportazioni sono aumentate del 3,2% rispetto al secondo trimestre con un’accelerazione delle vendite di beni (+4,1% rispetto al trimestre precedente) e un calo dei servizi (-0,5%) dopo due trimestri in espansione (fonte Cresme). Tale aumento ha interessato tutti i principali settori merceologici, ma soprattutto la meccanica, i mezzi di trasporto e il “made in Italy” e, sotto il profilo geografico, sono aumentate le esportazioni verso i paesi dell’Unione europea, in particolare Germania e Regno Unito, mentre, tra i paesi esterni alla UE, sono aumentate le vendite in Cina, Russia e Svizzera. Sul finire dell’anno, tra ottobre e novembre, il volume delle esportazioni è rimasto pressoché stazionario seguendo l’indebolimento della domanda nei principali mercati di sbocco. La produzione industriale, inoltre, ha fatto rilevare nella prima parte del 2010 una dinamica ascendente sulla scia della fase di maggior slancio della ripresa globale, supportata, tra gli altri fattori, da un momentaneo deprezzamento dell’euro, per poi rallentare nella secon-

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da parte dell’anno (a partire dai mesi di luglio e agosto) con il venir meno degli incentivi fiscali, che avevano ridato nuova linfa agli investimenti industriali per la ricostituzione delle scorte di magazzino. Come è logico aspettarsi, in un contesto dove la disoccupazione reale è dell’8,3%, se non addirittura dell’11% secondo stime della Banca d’Italia, e i salari reali ristagnano, i consumi privati non crescono frenati da una propensione alla cautela, dalla debolezza del reddito disponibile e dalle prospettive incerte delle condizioni del mercato del lavoro. L’occupazione ha continuato, seppur lievemente, a ridursi nel terzo trimestre 2010 (0,2% rispetto al trimestre precedente) anche se i dati di ottobre e novembre farebbero rilevare un lieve incremento dell’occupazione (fonte Banca d’Italia), con una media dello 0,9% in calo nei prime nove mesi dell’anno 2010, inversione di tendenza confermata anche sul fronte del ricorso alla Cassa integrazione guadagni diminuita negli ultimi mesi dell’anno. Se da un lato i consumi privati non crescono, dall’altro i conti pubblici non permettono interventi adeguati di sostegno alla domanda aggregata. Secondo i dati del conto economico delle Amministrazioni pubbliche diffusi dall’Istat, nei primi tre trimestri del 2010 l’indebitamento netto è diminuito (-0,4% del PIL rispetto al corrispondente periodo del 2009) con una lieve contrazione delle spese primarie e una forte riduzione delle spese in conto capitale (in aumento, invece, le spese primarie correnti) (fonte Banca d’Italia). Ecco, quindi, come l’export rappresenti il fattore propulsore da cui dipenderà la crescita economica italiana futura della quale, un ruolo molto importante, sarà ricoperto dall’andamento futuro dei mercati valutari mondiali, che stanno vivendo molte tensioni, i cui esiti imprevisti potrebbero modificare lo scenario. L’andamento futuro dell’export dipenderà, comunque, anche dall’andamento dei prezzi, che agirà sulla competitività delle imprese. Nel corso del 2010, l’inflazione al consumo ha subito un andamento crescente passando da un +1,3% nel primo semestre ad un +1,7% alla fine del terzo trimestre per chiudere l’anno con un +1,9% (fonte Banca d’Italia). Questo aumento, in linea con i dati della media dell’area euro,è stata la conseguenza

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