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Spoliazioni naziste

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Thomas Couture

Thomas Couture

Il progetto di Hitler

Quando si parla di spoliazioni naziste si intende il saccheggio dei beni appartenenti agli ebrei messo in atto dai nazisti durante la seconda Guerra mondiale. Un’attenzione particolare era rivolta soprattutto alle opere d’arte, che venivano sequestrate assieme ad oggetti di valore quali gioielli, soldi, strumenti musicali ed altri beni culturali.

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Questo perché Adolf Hitler era da sempre stato un appassionato d’arte, aveva tentato due volte di essere ammesso all’accademia di belle Arti di Vienna ma senza successo, ed aveva ora l’ambizione di far costruire il più grande museo d’arte del mondo, il cosiddetto Museo del Führer, che avrebbe dovuto avere sede al Linz, Austria, città dove era cresciuto, e che aveva l’obiettivo di oscurare Vienna, città per il quale invece portava rancore. Le razzie si verificarono in tutti i paesi dove era arrivato il nazismo. Hitler aveva imposto i suoi canoni estetici e disprezzava tutta l’arte moderna delle avanguardie, come il Dadaismo, il Cubismo, il Futurismo e l’Astrattismo, perché la riteneva “arte degenerata”. Il piano era quello di raccogliere opere classiche da esporre al museo di Linz e di ricavare fondi dalla vendita delle opere che invece erano considerate degenerate. Il museo, la cui apertura era prevista nel 1950, non venne mai costruito perché il Terzo Reich cadde prima, nel 1945, con l’entrata degli Stati Uniti in Guerra e la sconfitta della Germania.

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