Officina Alessi

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Anonimo Pompeiano “Placentarius” Vassoio/Tray.

I

l progetto di questo vassoio rettangolare deriva da un bronzetto pompeiano, noto con il nome di Placentarius, rinvenuto nel 1925 da Amedeo Maiuri nella Casa dell’Efebo a Pompei e oggi custodito nel Museo Archeologico di Napoli. Il bronzetto rappresenta un vecchio nudo vistosamente itifallico che regge sul palmo della mano un vassoietto d’argento di cm 14,3 per 8,8. È stato rinvenuto in quattro repliche a coppie specularmente simmetriche: molto probabilmente un set decorativo delle mense romane con la funzione di contenere stuzzichini. Con la collaborazione di Almerico De Angelis e di Umberto Pappalardo dell’Università di Napoli abbiamo ricostruito il vassoio originario che l’autore delle statuette ha evidentemente preso come riferimento per la sua miniaturizzazione. Considerato il rapporto aureo (1:0,618) tra i due lati del rettangolo, abbiamo supposto che esso sia stato lungo circa cm 60 (due piedi romani) e largo circa cm 36: pressappoco le dimensioni della teglia di un pizzaiolo (la placenta era una focaccia rustica citata da Catone, e i placountarioi erano una associazione di pasticcieri citati da Arsinoe di Egitto nell’anno 2 d.C.). Nell’originale il rilievo ornamentale di eleganti giragli floreali è stato presumibilmente ottenuto con sbalzatura a martello e rifinito con incisione a bulino, le stesse tecniche ancora oggi impiegate nella lavorazione argentiera. Il nostro challenge è stato di tradurre il progetto secondo la tecnologia contemporanea, realizzandolo in un metallo più tipico della nostra epoca: l’acciaio inossidabile, e con metodi produttivi industriali: lo stampaggio e la tranciatura. Alberto Alessi, 1997

T

he project for this rectangular tray is derived from a small bronze known as the Placentarius, which was found in 1925 by Amedeo Maiuri in the Casa dell’Efebo in Pompei and which is now housed in the Archaeological Museum of Naples. The small bronze statue represents a distinctly ithyphallic old nude man who, on the palm of his hand, holds a little silver tray measuring 14.3 by 8.8 cm. It was found in four mirror-image pairs: it was most likely a decorative set for Roman tables, designed to hold appetisers. With the collaboration of Almerico De Angelis and Umberto Pappalardo of the University of Naples, we reconstructed the original tray that the creator of the statues had evidently taken as reference for his miniaturisation. Considering the golden section (1:0,618) between the two sides of the rectangle, we presume that it must have been about 60 cm (two Roman feet) long and about 36 cm wide: just about the size of a pizza-maker’s baking tin (placenta was a rustic flat bread mentioned by Cato, and placountarioi were an association of pastry-makers referred to by Arsinoe of Egypt in A.D. 2. In the original, the ornamental relief of elegant floral volutes was presumably obtained by hammered embossing and finished with burin engraving, the same techniques that are still used in silversmithing today. Our challenge was to bring the project up to date with the latest technology, making it in a metal more characteristic of our age: stainless steel, and with industrial manufacturing techniques: metal forming and blanking. Alberto Alessi, 1997

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Anno / Year 1997

20/03/14 11.13


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