Officina Alessi

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Riccardo Dalisi Caffettiera napoletana/Neapolitan coffee maker.

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e non ci fosse Riccardo Dalisi bisognerebbe inventarlo. Ogni città ha i designer che si merita; e Napoli non potrebbe più fare a meno di Dalisi. Egli disegna esattamente ciò che ci si attende dagli oggetti “made in Naples”: imprevedibilità, fantasia, eversione e un pizzico di quotidiana follia. Scherzi a parte, Dalisi è uno dei più sensibili interpreti delle tradizioni cultural-popolari del meridione, o meglio di ciò che permane del filone ispano-catalano-napoletano. Non a caso ha dedicato un volume monografico al “grande vecchio” catalano (“Gaudì, mobili e oggetti”, Electa, 1979) e non a caso si chiama Dalì(si). Dopo aver lavorato sui legni, sulla cartapesta e su altri materiali “poveri”, Dalisi ha, negli ultimi tempi, sviluppato una ricerca a dir poco suggestiva sulle caffettiere di latta. La ricerca ha radici profonde e ha già ricevuto il giusto riconoscimento critico internazionale con l’assegnazione del Compasso d’Oro nel 1981. In quella occasione fu premiato un prototipo prodotto dall’Officina Alessi. Per la stessa ditta Dalisi sta curando un programma sperimentale estremamente avanzato di redesign della caffettiera napoletana, che non esclude il ricorso alla più sofisticata hightech: è in atto uno studio tecnologico su un acciaio particolare, un acciaio grigio... ...Bisogna tuttavia ammettere che, mentre in tutto il mondo il caffè si consuma in fretta, a Napoli è un rito. Chi non ricorda la celebre scena di una commedia di Eduardo De Filippo in cui viene spiegato come si fa il caffè, con il “coppettiello” di carta per non lasciare disperdere l’aroma? Un napoletano autentico con la caffettiera ci parla: ha con essa un rapporto empatico, sensuale, emotivo. Ed è proprio questo dialogo quotidiano che Dalisi ha pensato di mettere in produzione... ...Se non avesse il senso dello Humour Riccardo Dalisi sarebbe detestabile, perché ci ripropone l’eterno “fanciullino” di pascoliana memoria. Ma di ironia ne ha tanta! Sostiene inoltre che a realizzare queste caffettiere è Don Vincenzo, un vecchio pensionato che ha la bottega - guarda caso - in Rua Catalana: nessuno lo ha mai visto, perché si rifiuta di parlare con gli estranei. Dalisi lascia i disegni a suo nipote, che funge da trait-d’union. Quando è venuto a conoscenza di questa vicenda Eduardo De Filippo è rimasto sorpreso e divertito, avendo scritto anni fa la commedia “Il Monumento” che racconta, appunto di un vecchio che si rinchiude in casa per isolarsi dal mondo e comunica solo attraverso una statua. Ma noi sappiamo che da tempo ormai è la realtà che imita l’arte, e non più viceversa. Benedetto Gravagnuolo, 1984

La caffettiera, il compasso e Pulcinella

Anno / Year 1987

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Officina Alessi / 103

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