Roberto Vecchioni. Miti e parole di un lanciatore di coltelli

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In che senso l’amore è un sentimento sacro? Il sentimento d’amore è religioso perché è giusto fare l’amore con la persona a cui si vuol bene e che ti illumina l’esistenza e non con un’altra che è la più strafiga del mondo ma che non ti illumina niente.

I coltelli, l’amore e le parole… Un inizio

In conclusione, se dovesse scegliere il verso di una sua canzone che sente, in questo momento, maggiormente la rappresenti, quale sceglierebbe? Quello di Canzone per Alda Merini è bello. Prima lei mi ha ricordato la Merini. Quel verso che dice: “Basta vivere come le cose che dici”. Questo verso mi prende ancora oggi tantissimo. Mi è venuto dai discorsi con Alda naturalmente: “Basta anche un niente per esser felici / basta vivere come le cose che dici”. Quello è veramente il senso dell’esistenza. Le canzoni forse non cambiano il mondo o le persone ma hanno la capacità di spalancare porte su noi stessi e sugli altri e in particolare quelle di Roberto Vecchioni spesso riescono nel difficile compito di abbattere barriere e aprire serrature interiori. Saluto Roberto, lasciandolo ai suoi impegni, portandomi dentro la felice sensazione di aver conversato con un artista e un uomo pacificato con se stesso e con gli altri. Mai domo, lo scrittore di parole e sentimenti conserva immutata la voglia di lanciare coltelli, pensieri, idee, esternazioni verso gli altri e verso se stesso, per continuare a vedere la vita, la vita… davvero, perché come recita una delle strofe di Storia e leggende del lanciatore: “E volavano su nel cielo / come ricordi, come paure, / queste piccole cose di uomo / che sono ritorni, che sono avventure / e anch’io ogni tanto prendevo una stella, / e illuminavo uno sputo di cielo / e potevo finalmente vederla, la vita, / vederla, vederla davvero!”. Giugno 2011

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“Io non ho mai sentito tanto di vivere quanto amando”, scrive Giacomo Leopardi, in una pagina dello Zibaldone, datata 1819. Le canzoni di Roberto Vecchioni potrebbero racchiudersi in questo aforisma del genio di Recanati, ossia un desiderio ostinato di vivere alimentato da un motore inesauribile e incessante: l’amore. Se si vuol trovare un senso a questa esistenza, l’unica strada è amare, senza smettere neanche per un minuto: “E allora penserò che niente ha avuto un senso / a parte questo averti amata, / amata in così poco tempo”1. Il cuore brucia di passione come un incendio in una radura in piena notte, le scintille inondano il cielo che si colora di luci come in un bombardamento aereo, le stelle rimangono fisse in alto a guardare quanto sta accadendo, il sogno di un mondo migliore forse è ancora possibile. L’utopia di un domani senza divisioni e conflitti affiora nelle parole che come lettere d’amore indirizzate al mondo affidano alla voce il canto di una nuova nascita, di un’epifania luminosa. Tenaci e combattivi i versi di Roberto Vecchioni sfidano i modelli fatui di una società falsamente opulenta orientata più verso la ricerca di un risultato che di un significato. Canzoni come coltelli tesi a trafiggere la rassegnazione, l’indifferenza e le ombre della sera. Gli idoli, i potenti non sono altro che figu21


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