Nel 1977 Rossi realizza il Progetto per il centro direzionale di Firenze. Segue la sua descrizione del progetto. Questo progetto sviluppa il tema del concorso <<progettazione di un’area direzionale>>, nel senso della progettazione o previsione di una parte di città non tanto alternativa quanto collegata spazialmente a Firenze. Per noi l’unica possibilità nell’accettare il concorso è vedere nella città contemporanea - nella sua stessa disfunzione - la realtà. Così la ricerca del positivo dell’architettura funzionalista è rovesciata: la necessità dell’intervento sembra sospesa. Gli urbanisti, trasformatisi in cauti amministratori, continuano in realtà a sognare atti chirurgici: ma di una chirurgia delicata e semplicemente correttiva - quasi un’operazione di plastica. Cosi i centri storici conservati con sensibilità, gli interventi discreti dei vari Iacp nelle periferie tanto discreti da essere quasi invisibili ai senza casa e infine il riutilizzo del patrimonio esistente. In questo caso il progetto, nella sua totalità, è la ricerca di un’immagine composta o composita: non nel senso di una città analoga a Firenze (in quanto ogni analogia qui si riassume nei singoli edifici), ma nel tentativo della progettazione come unità di pezzi precostituiti, che al massimo possono deformarsi alla fine dell’operazione. Alcune cose sono semplicemente osservate a Firenze attraverso le mediazioni che abbiamo con la tradizione: la riproposizione del Davide in piazza della Signoria e successivamente a piazzale Michelangelo ha un significato urbano che va oltre la bellezza della soluzione fiorentina per affrontare, in modo ben più ampio, l’uso degli elementi consolidati nella città - compresa la bellezza per creare la città. A sua volta tutto il pezzo di città progettato si ripropone come una parte da cui si sviluppa la città da Monaco di Baviera a Brasilia la città progettata rimane un frammento o una parte, in ogni caso un elemento con particolari capacità generative. La ricerca consiste nell’aver applicato anche al progetto di una parte di città - In questo caso il Centro direzionale – il principio che la città non può essere realizzata con un unico linguaggio figurativo. (A. R.)
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Il progetto per il teatro del Mondo o chiamiamolo per questo teatro Veneziano si caratterizza da tre fatti: l’avere uno spazio usabile preciso anche se non precisato, il collocarsi come volume secondo la forma dei monumenti
Progetto per il centro direzionale di Firenze: planimetria e assonometria Il Teatro del Mondo: prospetto e vista a Venezia
veneziani, essere sull’acqua. Appare evidente come essere sull’acqua sia la sua caratteristica principale, una zattera, una barca: il limite o confine della costruzione di Venezia. E all’acqua, non solo a Venezia, le città affidavano compiti diversi. I barconi che scendevano dal Ticino nella nebbia lombarda si trasformavano nelle barche del carnevale; le costruzioni sull’acqua segnano le incisioni delle città gotiche del nord. La Limmat, il fiume che attraversa Zurigo, era irta di case o torri che erano mulini, depositi ma anche luoghi misteriosi, di malaffare, posti cosi tra l’acqua e la terra. Le citta orientali erano e sono contornate da questo mondo di barche. Proprio l’immagine di Venezia, sintesi di paesaggi gotici e nebbiosi e di inserti o trasposizioni orientali, ne fissa la capitale della citta sull’acqua. E quindi dei possibili passaggi, non solo fisici o topografici, tra i due mondi. Anche il ponte di Rialto è un passaggio, un mercato, un teatro. Queste analogie del luogo nel progettare un edificio hanno per me un’importanza decisiva, se ben lette sono già il progetto. Anche se si tratta di un edificio dal tempo prevedibilmente breve esso non e solo un capriccio Veneziano. Non so se e come questo teatro o teatrino Veneziano sarà costruito ma esso crescerà nei miei e negli altri disegni perché ha come un carattere di necessità: la sua limitata capienza permette la possibilità di spettacoli diretti, di tipo vario e soprattutto in un luogo centrale della città. La sua struttura non poteva che essere in legno e non certo solo per il tempo della costruzione, ché il legno è materiale solidissimo e forte nel tempo. Ma perché legato all’architettura di questo teatro non in un senso funzionalistico (anche e certamente), ma perché esprime questa architettura: le barche di legno, il legno nero delle gondole, le costruzioni marinare. Queste sono le poche note su un mio progetto, indipendenti dalla possibilità della sua costruzione e dal suo uso. Ma certamente non indipendenti da una costruzione Veneziana, da un modo di progettare che cerca solo nel reale la fantasia. (A. R.) Il primo progetto di una certa rilevanza che l’architetto Rossi realizza a Berlino sono gli edifici d’abitazione nella Südliche Friedrichstadt, IBA, nel 1981. Così lo descrive: La lettura dell’architettura di Berlino, per la sua impostazione, indica le principali caratteristiche del progetto. Si tratta principalmente, come si e detto all’inizio, di una costruzione a