ALCEO Salentino

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Elio PAOLONI

Il gusto etico

Come riconoscere un buon vino? «È quello che quando lo bevi ti viene voglia di conoscere chi l’ha fatto, cominci a immaginarti che faccia potrebbe avere».

i solito chi si occupa di vino si è dedicato molto presto a questa arte, spesso instradato da una tradizione familiare. Il percorso di Dan Lerner, invece, è quanto di più erratico possa darsi: dalla nascita a Beirut (l’ascendenza è multietnica: nonni paterni askenaziti provenienti da una cittadina austroungarica, nonni materni rispettivamente turco e lituana) al trasferimento in Italia in giovanissima età, dai tre lustri di attività nello sviluppo rurale nel Sud del mondo (per la FAO, poi per la Agrimont, poi come Direttore Generale della Intersomer di Mediobanca) al downshifting (il passo indietro di chi rifiuta carriere ansiogene e fagocitanti per dedicarsi a se stesso, alla ricerca di senso - e di gioia). Quindi consulenze per case d’asta, comunicatori, cacciatori di teste, ma, soprattutto, sempre più vino: «Si inizia apprezzando vini impattanti, imponenti, si cresce scoprendo vini strani, particolari, il fascino dell’imperfezione, e si matura cercando eleganza e essenzialità».

zano di assecondare il cliente nella sua pigrizia, nella sua paura dell’inconsueto. La missione di Dan non è cambiata: promuovere lo sviluppo. Ma che sia sviluppo dell’eccellenza, affermazione dell’impegno, della serietà, della creatività: «I bottiglioni son capaci tutti di stapparli, basta entrare, pagare salato e allenarsi ad arrotare le erre di Gevrey-Chambertin. No, qui oggi si parla di ricerca, di chicche, di Italia. Con il massimo rispetto, e un poco di invidia, per i maestri di Borgogna, con altrettanto piacere nello scovare quell’ettaro piantato qua e là che esprime assieme il percorso di un viticoltore e la sua personale sfida. Mi sono ormai convinto che anche il terroir sia un luogo dell’anima e che certi vitigni siano in grado maieuticamente di tirare fuori il meglio da chi decide di sfidarsi e trarne un proprio vino». Non basta la tecnica, per questo: è necessaria la consapevolezza. Il sogno di Lerner è un Liceo Arcimboldo, una scuola che superi la distinzione tra le professioni del pensiero e le professioni delle mani, che non trascuri la storia, la filosofia, la letteratura italiana e internazionale, e assieme a sua storia potrebbe indurre in errore, fornisca gli strumenti per una competenza pratifarlo considerare un eccentrico dilettante, ca nelle professioni legate al settore agroalimenun flâneur delle cantine, ma le parole tare, turistico, nutrizionale. chiave del nostro wine scout sono: responsabilità, solidarietà, condivisione; c’è sempre un’etica A volte capita che mi chiedano di suggerire vini strani, vini bizzarri. Ma il vino non dietro a un buon vino, un buon piatto, una sana è fatto per épater les bourgeois, il vino è produzione agroalimentare. osì come la poliedrica ricchezza delle per godere. Nel vino l’armonia e l’equilibrio sono città-mosaico del Mediterraneo, a furia di doti che devono accompagnare la piacevolezza e trapianti, esodi, genocidi e pulizie etni- la caratteristica principe: la bevibilità. Non è più che, è stata schiacciata dall’omogeneità cultura- tempo di vini estremi, ma di vini estremamente le, così i vini rischiano di essere schiacciati dalla buoni». omogeneità del gusto, appiattito sempre più www.eliopaoloni.it verso il basso e inseguito da cantine che si sfor-

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