Ala Notizie - Anno XVII - N. 1 - Febbraio 2011

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CITTà DI VELLUTO COSì ALA SI RIAPPROPRIA DELLA SUA FESTA Un solo week end lungo in luglio, dal venerdì alla domenica sera nella convinzione che il marchio vada mantenuto e valorizzato attraverso il coinvolgimento e la partecipazione degli alensi

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ittà di velluto, si torna alle origini. O quasi. Dopo dieci anni di spettacoli e un anno, il 2010, di pausa, il festival alense si ripensa e prende spunto dal passato. È questa l’impostazione che sembra prevalere negli ambienti dell’assessorato alla Cultura del Comune e fra le associazioni locali, in vista dell’appuntamento programmato per l’estate 2011. Un cambio di rotta, dunque, rispetto alle ultime edizioni, che avevano fatto registrare un sensibile calo di attenzione da parte dei visitatori ma soprattutto da parte degli alensi. Una questione di numeri ma anche una questione più generale, che ha a che fare da vicino con l’identità che via via la manifestazione si era data nel corso degli anni. Due principalmente gli aspetti critici emersi durante le ultime edizioni: l’attenuazione del coinvolgimento del mondo associativo che ha trascinato con sé anche un distacco crescente del gradimento degli alensi e, in secondo luogo, una certa ripetitività della programmazione, che scontava l’invecchiamento di un cliché giocato tutto sul triangolo Palazzi-Mozart -Velluti; secondo, un registro troppo nazional-popolare per essere considerato colto e troppo ambizioso per essere apprezzato da un pubblico prevalentemente popolare. Più in generale, però, la manifestazione, così come è andata delineandosi durante il primo decennio degli anni Duemila, si può dire, non abbia centrato l’obiettivo che era stato focalizzato nelle intenzioni di chi, sul finire degli anni Novanta, l’aveva ideata. Si pensava allora che Ala, anche attraverso il richiamo del mar-

chio “Città di Velluto”, potesse Dopo dieci modificare la sua anni il festival identità, anche economica, e insi ripensa e prende spunto serirsi all’interno del circuito delle dal passato città d’arte della provincia italiana, per diventare luogo apprezzato dal punto di vista turistico. Questo, a distanza di dieci anni, non è accaduto, nonostante gli investimenti imponenti, anche in termini finanziari, che di anno in anno hanno superato le centinaia di migliaia di euro, ripartiti fra Comune, Provincia, Apt e sponsorizzazioni private. Ala oggi, così come dieci anni fa, non è una

città turistica. Lo dicono le banche cittadine che continuano a considerare “insignificante” il comparto del turismo. Lo dicono le organizzazioni dei commercianti, che hanno imparato a sfruttare il marchio dei velluti esclusivamente nelle giornate della manifestazione, ma dal quale non traggono alcun beneficio economico durante l’anno. Del resto lo svuotamento commerciale del centro storico che si è registrato nell’ultimo decennio racconta, seppure da un’altra angolatura, la medesima realtà. Lo dicono gli albergatori, che dall’ospitalità turistica ricavano un reddito marginale rispetto al loro giro d’affari complessivo. E, infine, lo dicono i numeri delle visite guidate: nel 2010


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