Il respiro del tempo

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USO E ABUSO DEL TERRITORIO Pianificare oggi su scala intercomunale per salvaguardare le risorse del territorio e il futuro delle nuove generazioni

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assata la sbornia del voto amministrativo riguardante direttamente San Cesario e San Pietro in Lama e indirittemante Lequile (non fosse altro per le relazioni parentali tra questi comuni), sarebbe bene affrontare seriamente un tema che è stato, da sempre, eluso da tutte le amministrazioni dei tre Comuni: l’(ab)uso del territorio. È noto, infatti, che le pertinenze fisico-geografiche dei tre paesi sono strettamente intrecciate fra loro, sino al punto che vi sono casi in cui cittadini si trovano ad avere pere dell’abitazione di pertinenza di un Comune e la restante di un altro. Oppure essere residente in uno ma gravitare, per ogni rapporto economico e sociale, nell’altro. Questa condizione sarebbe solo folcloristica se non riguardasse un tema di importanza strategica per le generazioni future: il consumo del territorio. Si tratta, infatti, di ambito geografico su cui insiste una popolazione complessiva di circa 20 mila abitanti, con prospettiva di incremento demografico, nel prossimo decennio, di pochi punti percentuali (come si desume dall’ultimo censimento). Per oltre quaranta anni, in questo fazzoletto di terra, si è costruito ovunque: legittimamente (poco) e abusivamente (tanto); con strumenti urbanistici (ove esistenti) antichi, inadeguati e arretrati rispetto alla progressiva evoluzione della normativa urbanistica e ambientale.

Oggi la storia continua: tutti e tre i Comuni hanno in corso di redazione il proprio PUG (Piano Urbanistico Generale), diverso, distinto e scollegato da quello del Comune confinante, sebbene riguardi, a tutti gli effetti, un unito territorio. Per la redazione dei Pug, ovviamente, sono stati incaricati tecnici di diversa appartenenza politica, di fiducia di ogni singola Amministrazione (con conseguente triplicazione dei compensi e con una visione particulare in totale assenza di una concezione complessiva del bene pubblico. Da separati in casa! Si può essere più miopi? Il risultato, al di là delle indubbie capacità progettuali dei professionisti incaricati, non potrà che essere un enorme puzzle (mai completato per la mancanza di pezzi pregiati, con improbabili quartieri-dormitorio, con un numero spropositato di strade, con un consumo del territorio spropositato per una popolazione virtuale che non ci sarà mai). Un esempio per tutti: i tre comuni hanno in corso di urbanizzazione l’area PIP. A parte quella di Lequile (abitata da privati cittadini con tanto di villetta a falde stile Alto Adige, più che da aziende produttive), le aree di San Cesario e San Pietro in Lama sono decisamente stravaganti: posizionate in luoghi non idonei, scarsamente dotate di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, quasi inutilizzabili anche perché mal

collegate con la rete viaria principale. Praticamente sono aree fantasma! Lo stesso vale per i comprensori sportivi, per le aree boschive, per quelle destinate all’edilizia popolare e agli impianti fotovoltaici, per il recupero delle cave abbandonate e delle antiche masserie, per i percorsi cicloturistici, per gli insediamenti turistici, ecc. è inconcepibile che questa parte del Salento, inserita nella “Valle della Cupa”, così ricca di testimonianze storiche e culturali e di peculiarità geomorfologiche, non sia trattata come un unicum. Davanti alla sordità della politica, è compito dei cittadini tentare di fermare questa esorbitante dissipazione del territorio in cui viviamo. Occorre indurre gli Amministratori a rispettare il territorio. È tempo di contenere totalmente le espansioni dei centri abitati limitandoli all’esistente, favorendo il recupero dei

centri storici e dell’immenso patrimonio edilizio abbandonato. Nel contempo, non è più rinviabile una vera e compkessiva programmazione, una gestione unitaria di tutti i servizi che riguardano le nostre comunità: dalla Polizia municipale alla gestione ei rifiuti, dalla programmazione urbanistica a quella edilizia, dalla partecipazione ai bandi europei alla gestione dei servizi a rete. Non è più tempo di sprechi! Cooperare per il bene comune in maniera non ideologica e faziosa, ridurre i costi e incentivare le attività produttive: questa è la sfida posta agli Amministratori locali. Ma è anche la sfida posta ai cittadini: è necessario, oggi più che mai, partecipare attivamente alla vita delle nostre comunità. È aperto il dibattito. Nicola Donno

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