Chi rifiuta i rifiuti?

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anno VIII numero 4 ottobre 2009 distribuzione gratuita

periodico di politica cultura società www.alambicco.com

Ritorna prepotente un problema che pensavamo oramai risolto: i cattivi odori provenienti dalle discariche di Cavallino. Ne discuteremo insieme giovedì 5 novembre in un dibattito organizzato da “l’alambicco” con i sindaci di San Cesario, San Donato e Cavallino

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’eravamo illusi, dopo quasi dieci anni, che la vicenda legata alle discariche di Cavallino fosse avviata a definita soluzione. Ci eravamo convinti che fosse veramente così dopo che le autorità locali (Provincia in testa) avevano annunciato con soddisfazione che il ciclo dei rifiuti dell’Ato Lecce 1 (quella a cui apparteniamo) era ormai completo. Era stato dato l’avvio all’impianto per la produzione del CDR e il conferimento in discarica di soli rifiuti biostabilizzati. Almeno in questo eravamo i primi in provincia e forse anche in Puglia: non avremmo più sentito puzza Succede invece che durante una riunione di redazione, mentre parlavamo degli argomenti da trattare sul numero di ottobre, siamo stati invasi dall’inconfondibile I SUPERMERCATI ITALIANI puzzo di monnezza. Il giorno dopo, _________________ seguendo i Tg locaVia Verdi, 52 (angolo Via Pistilli) li, abbiamo capito il 73016 S. Cesario di Lecce motivo: un’ordiTel. 0832/200386

nanza del Commissario Vendola autorizzava il conferimento nella discarica delle Mate dei rifiuti provenienti dall’Ato Lecce 2, che fino a quel momento erano stati dirottati fuori provincia. Fin qui, potrebbe prevalere il principio di solidarietà se non fosse che questi rifiuti non sono opportunamente biostabilizzati nella discarica di provenienza (Poggiardo) cui mancano gli strumenti per completare il trattamento. A dimostrazione di ciò, Vendola nell’ordinanza innalza di molto la soglia dei miasmi prodotti dai rifiuti e considerati pericolosi, evidentementer, per la salute. Per soccorrere l’Ato Lecce 2, noi, San Donato e Cavallino abbiamo trasformato la discarica delle Mate (che doveva essere una struttura sicura e all’avanguardia) in un grande cassonetto puzzolente. Il problema evidentemente è da ricercarsi a monte: i comuni dell’Ato Lecce 2 non vogliono mettersi d’accordo, nessuno vuole sul proprio territorio una nuova discarica e noi paghiamo le conseguenze di questa “guerra” tra poveri. Pochi giorni dopo, non potendosi opporre all’ordinanza di Vendola, il Comune di Cavallino ha messo in campo una serie di escamotage per ostacolare il versamento dei rifiuti in discarica: ha modificato il senso

di marcia delle strade di accesso e ha abbassato il limite di velocità a 20km/h. Ciò ha provocato la paralisi dei mezzi di trasporto, code di chilometri, attese di giorni, ulteriori cattivi odori e disagi per noi tutti. In altri tempi avremmo detto che la misura è colma. Non è possibile sopportare sulla nsotra pelle negligenze altrui. Per riflettere e capire, vi invitiamo a partecipare all’incontro pubblico che “l’alambicco” ha organizzato con i sindaci di San Cesario, San Donato e Cavallino, invitando anche il Presidente Gabellone (che tanto in campagna elettorale ha innalzato la spada della difesa del territorio) per giovedì 5 novembre alle ore 20 presso la nostra sede (via Umberto I, 65 San Cesario). È un’occasione preziosa per capire I SUPERMERCATI ITALIANI quale futuro ci attende e quali le _________________ possibili soluzioni. Via Verdi, 52 (angolo Via Pistilli) 73016 S. Cesario di Lecce La redazione Tel. 0832/200386


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POLITICA

PIÙ SPAZIO AL COMUNE A due anni dal voto e in una fase di stallo dell’Amministrazione Girau, volti vecchi e nuovi della politca sancesariana si preparano alle grandi manovre. Corsi e ricorsi storici.

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i sono delle giornate invernali in cui il cielo nero denso di nuvole preannuncia l’imminente temporale. Ma, prima che si scateni la pioggia, c’è sempre un momento in cui il tempo sembra quasi fermarsi, immobilizzarsi. È questa l’immagine che utilizzerei se dovessi esprimere le sensazione che mi provocano gli ultimi mesi di vita amministrativa del nostro comune. E mi spiego meglio. L’ultima campagna elettorale per le provinciali ha portato la maggioranza di “Uniti per San Cesario” ad un livello di conflittualità mai visto: deleghe ritirate, accuse reciproche a mezzo manifesto, movimenti in entrata e uscita dal gruppo consiliare. Situazione piuttosto complicata che, vista dall’esterno, non ha portato ad un chiarimento, ad un riassetto, ad un rilancio dell’azione politicoamministrativa. Le deleghe ritirate a Calò non sono, ad oggi, state affidate ad un nuovo assessore. e Rifondazione Comunista sta attuando un appoggio alla maggioranza che potremmo definire “a progetto”, vale a dire valutando di volta in volta la propria posizione.

L’azione della giunta Girau sembra rispondere ad una navigazione a vista piuttosto che a un disegno politico di più ampio respiro capace di fissare obiettivi e perseguirli con determinazione. Problemi politici ma non solo. Ci sono anche quelli strettamente amministrativi legati alle vicende degli impianti sportivi. L’affidamento in gestione della piscina comunale è in attesa di definitivo pronunciamento da parte della magistratura, e le attività sportive per questo anno sono comunque compromesse. A questo si è aggiunta anche la grana Palazzetto dello Sport: in assenza del certificato di agibilità, la società che lo ha gestito negli ultimi anni ha fatto le valigie e ha spostato le proprie attività sportive in altre strutture della città di Lecce. Anche per il Palazzetto, quindi, la stagione è compromessa e se ne riparlerà tra almeno un anno. A far da contraltare a questo stato apparente di “attendismo” della maggioranza c’è invece un’inedita dinamicità delle altre forze politiche sancesariane, che già sembrano proiettate alle prossime scadenze elettorali.

La novità di queste settimane è rappresentata dall’Associazione politicoculturale “Spazio Comune”, nata ad agosto di quest’anno con lo scopo di “far riaccostare il cittadino alla politica” e di formare una nuova “classe dirigente capace di interpretare e risolvere i problemi della nostra realtà cittadina”. Tra i promotori dell’associazione troviamo figure note della politica san cesariana come Pietro Capone (Io Sud, consigliere comunale), Fabio Panzera (già candidato alla provincia per AN), Cesare Scippa (già sindaco Dc negli anni ’80), Massimo Fortunato (Partito Socialista, ex consigliere comunale). Primo tra i promotori è Giancarlo Ciricugno, già sindaco e consigliere provinciale, e leader indiscusso dei socialisti sancesariani. E qui potrebbero nascere le grane per la giunta Girau: come si comporterà il partito socialista rappresentato

in giunta da Antonio Ciricugno? Sta lavorando per allargare la coalizione di “Uniti per San Cesario” o considera questo matrimonio già finito e, con tre anni di anticipo sulla scadenza del mandato, si prepara al futuro gettando le basi per nuove, e diverse, alleanze? Le nuvole all’orizzonte sono sempre più nere. Sarà la quiete prima della tempesta? Gianni Nobile gianni@alambicco.com

NUOVO PARCHEGGIO COMUNALE

Vedete la foto a sinistra? Fissatela per almeno 15 secondi, il tempo che gli scienziati ritengono sufficiente a che un’immagine rimanga impressa nella memoria di una persona. Proprio così, perché dalla data dello scatto (luglio 2009) Via Angelo Russo non è più stata - e forse mai più lo sarà - una strada libera dalle auto parcheggiate. Per agevolare il comodo posteggio delle moderne carrozze a motore sancesariane e non, sono stati elimiati i “dissuasori” che (come dice il termine stesso) dovevano servire a dissuadere il parcheggio nei pressi del nuovo monumento ai caduti. L’opera è completa, pronta per l’inaugurazione

ufficiale e già collaudata, giornalmente, da diecine di utilizzatori finali (piloti delle suddette carrozze e avventori delle locande). L’idea malsana di alcuni facinorosi oppositori alla modernizzazione, di instituire in Via Angelo Russo una di quelle tristi, faticose e fastidiosamente pulite isole pedonali, è stata scongiurata. Tuttavia, per prevenire rigurgiti di contagioso ambientalismo, si è provveduto alla non ripiantumazione della vegetazione alborea nelle zone ad uopo previste. Siamo lieti, dunque, di annunciare la consegna alla cittadinanza della nuova opera pubblica.

Periodico di politica cultura società Anno VIII n. 4 - Ottobre 2009 ISCRITTO AL N. 792/2002 DEL REG. STAMPA DEL TRIB. DI LECCE

Direttore responsabile: Giancarlo Greco. Hanno collaborato: Alessandro Bongiorno, Antonella Perrone, Aristodemo De Blasi, Cristian Nobile, Daniela Litti, Elena Luperto, Francesca Taurino, Gianni Nobile, Giuliana Scardino, Giuseppe Nobile, Paolo De Blasi, Paolo Taurino, Tonio Rollo. www.alambicco.com • e-mail: redazione@alambicco.com Redazione: via Umberto I, 65 - San Cesario di Lecce Stampato presso: Valerio Grafiche via Cavallino - San Cesario di Lecce

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CULTURA

IL SALENTO SALIENTE DI PIERO MANNI Da poco in libreria il libro dell’editore di San Cesario: tre racconti sospesi tra memoria e tradizione

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embra facile, ma non lo è, muoversi con equilibrio e disinvoltura tra i tempi della vita. Se con la politica progetta il futuro, e con la casa editrice che porta il suo nome vive e affronta il presente, come scrittore Piero Manni racconta il passato prossimo e remoto del suo Salento “saliente sullo Jonio e l’Adriatico”. Il verbo è semplice: racconta. Ma è quello giusto per spiegare che qui - nei tre canti del Prete grasso come nello spartito ancora più musicale di Salento Salento, pubblicato ormai nove anni fa - la scrittura di Manni non è mai solo narrazione, parola sospesa nel vuoto del tempo, ma anche e soprattutto tradizione. A volte questo elemento è esplicito, come quando, nella novella del carrubo, la parabola apocrifa di un Gesù viandante “per queste contrade sotto le spoglie di un lavoratore a giornata”, scaturisce dal talento omerico (anche lei è cieca) di nonna ’Ndata. Ma pure se l’autore non mette direttamente in scena il teatro delle storie, con l’uditorio disposto a semicerchio, “seduti per terre o sulle panche di pietra e sui cilindri di tronco ad ascoltare”, prima ancora che della nostalgia si percepisce nitido il senso della consegna di un sapere. Chi ha incontrato anche solo una volta Piero Manni sa che conosce la felicità del dare, di quel concetto pacifico e al tempo stesso militante che è il sentirsi responsabile del proprio mondo - averne cura. Allo stesso modo i suoi reportage dal Salento arcaico, magico e tarantolato, non sono soltanto testimonianza, rivendicazione di una sterile memoria, ma investimen-

DISABILI

O ATLETI?

to etico, ancora prima che estetico, sul lettore: “E non te lo scordare sto Salento” è il ritornello del pezzo che apriva la sua prima raccolta. Come dire: raccoglimi dal passato, leggimi nel presente, trascrivimi nel futuro. Certo, c’è una frattura aspra, violenta nella storia di questa terra. Fino a Piero Manni, pochi decenni fa, Il prete grasso, Manni 2009 appunto, terra di fichi 27 pagine, 5 euro d’india, monaceddi e scursuni, e oggi soprattutto territorio da capitalizzare. Ma nella scrittura di Manni, anche quando questa frattura appare più scomposta, per certi aspetti insanabile, resiste l’idea di una saldatura. Saldatura sociale, storica, morale. Ma anche poetica: perché – attraverso una lingua ritmica e creativa, e però perfettamente capace di resistere al languore di un certo lirismo effusivo – è proprio relativo a un respiro poetico, a un incantamento, il senso di privazione più acuto che si percepisce nel mettere a confronto questi squarci di vita con le nostre esistenze.

Il nostro sito web si dimostra un grande spazio pubblico di democrazia e dibattito.

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algrado il sostantivo “buonsenso” abbia un suo preciso significato, le sue interpretazioni su una delle tante discussioni apparse sul nostro sito sono state le più varie: mercoledì 23 settembre, su www.alambicco.com sono apparse una serie di foto che ritraevano i marciapiedi del nascente comparto 3 e che mostrano delle “apparenti” anomalie. Il marciapiede che costeggia la strada collegata con via Toscana, mostra “uno scivolo per disabili che permette di salire sul marciapiede…ma per soli 40/50 cm; oltre c'è una simpatica centralina”, mentre la foto scattata da via Moro ritrae il marciapiede con “un grande e comodo accesso per disabili, peccato che poi si restringa fino a diventare di pochi centimetri.” Queste osservazioni hanno dato il via a un frizzante dibattito dal quale, come spesso accade, non si è astenuto il nostro sindaco, Tonino Girau, che in un primo momento ha criticato la nostra “segnalazione”: “Temo questi interventi di sconcertante… fate lo sforzo di affidarvi al buonsenso: vi sembra plausibi-

le che quel palo enel e quelle centraline rimarranno al centro dei marciapiedi?”; per poi, ammirevolmente, ritrattare parzialmente la sua prima critica: “Le foto pubblicate mi hanno indotto nell’errore di ritenere gli ostacoli preesistenti al progetto ma in realtà non è così per cui mi riprendo, ma parzialmente, lo ‘sfottò’. Sono andato a fare un giro da quelle parti e…ho visto l’assetto definitivo dei marciapiedi. A lume di naso mi è venuto di pensare che gli scivoli fotografati non sono ‘sicuramente’ rampe per disabili e le centraline e i pali sono ‘apparentemente’ al centro dei marciapiedi solo perché non è quella la loro dimensione definitiva […]”. Probabilmente vedere che il primo cittadino si affida al suo “lume di naso”, non è andata giù a Paolo De Blasi: “Quello che mi fa sorridere… è il ragionamento “a lume di naso”. Il mio buonsenso m’avrebbe indotto ad evitare passeggiate mattutine e spendere quel tempo nell’ufficio tecnico del comune”. La risposta del sindaco non si è fatta attendere: “Continuo ad affidarmi alle risultanze della mia passeggiata ed al

Difficile descrivere, a chi non l’avverte, cosa sia questa poesia: certo non si spiega con rime e endecasillabi. È una sensibilità, forse anche uno stile o una filosofia. Una grazia laica (e laica va sottolineato, trattando il racconto più lungo di questo Chicco proprio del rapporto ambiguo, paradossale, talvolta esilarante, tra religione e civiltà contadina), che certamente ha molto a che fare con la naturalità. Paradigmatico, in questo senso, il fulminante bozzetto che apre la raccolta, nel quale un bimbo di tre anni, “infilando il pendio lieve che digradava al canto estremo della Masseria La Vascia”, viene avvolto da un nugolo di api. In poche righe Manni fa esplodere il corto circuito tra il sentimento “di consonante natura” che nel suo inconsapevole e sapientissimo riso protegge il bambino, e il grido di panico della madre che “ben capiva, avrebbe rotto l’incantamento”. Inevitabile riflettere in quel grido l’urlo della modernità: le api, oggi, devasterebbero il viso del bambino. Ma possibile anche, grazie alla potenza fertile di questo Chicco (“semi che un uccellino porterebbe in becco”, definì una volta la collana la psicoanalista Simona Argentieri, “ma di quale peso!”), capire che l’innocenza non è soltanto uno stato anagrafico, ma una condizione dell’anima, e che, come suggerisce il risvolto di copertina, si può coltivare il dono dell’infanzia anche sorreggendo sulle spalle una civiltà già antica millenni.

mio ‘lume di naso’ […]. Se le immagini fotografano rampe per disabili e marciapiedi definitivi con pali e centraline è del tutto evidente che io debba rivedere il mio concetto di buonsenso e senza remora alcuna riterrei i progettisti meritevoli di un profondo ‘ripensamento’ sulle loro capacità, se non tecniche, almeno di banale BUONSENSO”. Prendendo spunto da questa discussione, anche AnnaMaria, ha dato sfogo al suo “buonsenso” e alle sue osservazioni notando, a suo dire, poca attenzione al verde pubblico e alla sporcizia imperante: “Ora come 23 anni fa sembra che la situazione non sia per nulla cambiata: mancanza totale di viali alberati e di spazi verdi pubblici […]”. Subito si accoda gio che è ironico sulla scomparsa degli alberi di via Russo e sul Piano Regolatore. Prontamente risponde il primo cittadino: “È in corso di elaborazione un nuovo strumento denominato Piano Urbanistico Generale ovvero PUG… Ciò detto mi pare del tutto evidente che non possa pubblicare sul sito uno strumento che non ho […]Gli alberi in via A. Russo saranno, secondo il progetto, ripiantumati.”.

Carlo D’Amicis

Questa e altre discussioni presenti sul nostro sito, credo dimostrino come il web sia un ottimo canale di comunicazione. Sono stato sempre convinto che un sindaco (o un amministratore) non possa avere 1000 occhi, per cui non ci vedo alcuna malafede o superficialità nel non accorgersi immediatamente di tutto quel che gli accade intorno. Per questo credo che le segnalazioni dei cittadini debbano sempre esser considerate ben accette. Anzi invito tutti i lettori che hanno “segnalazioni” da fare (fotografiche e non), di contattarci e noi saremo ben lieti di farcene portavoce. Aristodemo De Blasi aristodemo@alambicco.com

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DAL MONDO

SE I PARLAMENTARI

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO

“OSCAR ROMERO”

SAPESSERO

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ivo in una comunità dove l’intercultura è di casa. Vivo tutti i giorni con missionari provenienti da ogni parte del mondo: Congo, Eritrea, Spagna, Messico, Etiopia, Uganda, Portogallo, Brasile, Perù, Malawi, Togo, Sudan. Negli ultimi mesi, da quando il governo italiano ha adottato la linea dura dei “respingimenti”, mi capita spesso di affrontare quest’argomento in comunità. E ogni volta provo un certo imbarazzo, perché ho di fronte persone che hanno la stessa nazionalità di quelle che sono state respinte. I missionari eritrei, per esempio, mi chiedono: «I ministri della Repubblica Italiana conoscono la situazione dell’Eritrea? I parlamentari italiani sanno quali pene subiscono i cittadini eritrei ricondotti forzatamente in patria dopo aver cercato di lasciare il paese?». Io non so cosa rispondere. O meglio, dando fondo a quel minimo di amore patrio che mi rimane, preferisco tacere ben sapendo che in parlamento a volte siedono degli emeriti ignoranti. Ricordate le interviste delle Iene di qualche tempo fa? Non sembrava possibile che distinti parlamentari, anche professionisti di un certo prestigio, ignorassero chi fosse Nelson Mandela, primo Presidente sudafricano dopo la fine dell’apartheid. Oppure confondessero il Sudafrica con il Sudamerica, facendo una grande confusione geografica. Un parlamentare affermava addirittura che il Darfur (regione del Sudan nella quale si è consumata una delle più gravi crisi umanitarie del pianeta) fosse una «maniera di mangiare male e di fretta». Evidentemente confondeva il Darfur con il fast food! Non ho parlato di queste interviste ai miei confratelli missionari. Ho preferito tenere per me la sgradevole sensazione che l’ignoranza regni ancora

oggi sovrana in parlamento. Forse alcuni politici non sanno neanche dove si trovano l’Eritrea o il Sudan! Per questo votano leggi che violano palesemente i diritti umani. A meno che – e la cosa non mi indigna di meno – i respingimenti non siano frutto di mera strategia politica. La criminalizzare degli immigrati porta voti e consensi al governo, e attira le simpatie di quei cittadini italiani perbenisti che pensano solo a se stessi, lasciando indistintamente in mare chi ha bisogno di soccorso e asilo. A questo proposito credo sia opportuno spendere qualche parola per documentare l’illegalità dei respingimenti. Le informazioni le potete trovare anche voi sul sito Fortress Europe: «Maggio 2009. Le autorità italiane intercettarono nel Canale di Sicilia tre gommoni e, per la prima volta in anni di pattugliamento, venne dato l’ordine di respingere tutti in Libia. Comprese le 40 donne. Una “svolta storica”, la definì il ministro dell’interno Roberto Maroni! A sei mesi di distanza però la verità inizia a venire a galla. A parlare sono le vittime di quei respingimenti. Ventiquattro rifugiati somali ed eritrei che, dalle carceri libiche, hanno nominato l’avvocato Anton Giulio Lana, perché denunci l’Italia alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Il ricorso è stato depositato a luglio. Oggi, a sei mesi di distanza dal respingimento, Lana sostiene che i suoi assistiti siano ancora detenuti nei campi libici. Tra loro ci sono 11 cittadini eritrei e 13 cittadini somali sfuggiti alla violenza della guerra civile. Persone che in Italia si vedrebbero riconosciuto un permesso di soggiorno per asilo politico. Ma che in Libia marciscono in carcere, sotto gli occhi impotenti delle Nazioni Unite».

L’Eritrea è un’immensa prigione a cielo aperto. Torture, detenzioni inique, limitazioni di diritti umani e civili sono all’ordine del giorno. I cittadini sono incarcerati anche in assenza di capi d’imputazione e, quindi, senza subire processi regolari. Questa situazione spinge sempre più la popolazione a lasciare il paese e a cercare rifugio in Libia, Sudan, Egitto, Italia. I dissidenti che tornano indietro, perché “respinti” da paesi “civilissimi” come l’Italia sono condannati ai lavori forzati a vita. Nella documentazione presentata dall’avvocato Anton Giulio Lana sono citati alcuni articoli della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” palesemente infranti: «L’articolo 3, che vieta la tortura e la riammissione in Paesi terzi dove esista un effettivo rischio di tortura e trattamenti inumani e degradanti; l’articolo 13, che stabilisce il diritto a un ricorso effettivo; l’articolo 4 del quarto protocollo, che vieta espressamente le deportazioni collettive». Speriamo che la Corte europea ripristini la legalità e gli ignoranti

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imparino a conoscere i trattati internazionali e li rispettino. Non per ultima la Costituzione italiana che, nell’articolo 10, proclama: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». Spero di non dimenticare tutto ciò la prossima volta che sarò chiamato a votare per il rinnovo del Parlamento della Repubblica Italiana. Gianni Albanese

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AAA. RISPOSTE OFFRESI

POLITICA

Nel numero di luglio abbiamo posto alcune domande a politici e amministratori di San Cesario. Qualcuno ci ha risposto, qualcun altro ha ritenuto di non doverlo fare. I cittadini giudicheranno. Per motivi di spazio, non possiamo pubblicare le risposte integrali; riportiamo i passaggi salienti e vi invitiamo ad andare sul nostro sito dove potrete anche commentare e interagire con noi della redazione e con i politici stessi. ANTONIO CIRICUGNO Signor Ciricugno, dopo anni di contrasti con le Amministrazioni di centrosinistra che dal ’93 guidano San Cesario lei –insieme al partito socialista- ha deciso di schierarsi a sostegno della candidatura dell’attuale sindaco Girau. A due anni di distanza i contrasti politici e personali all’interno della giunta sono sotto gli occhi di tutti e la riguardano direttamente. Quali sono le cause di questi contrasti? Di chi è la colpa? È opportuno evidenziare che per 14 anni l’anomalia del quadro politico cittadino ha risentito della stagione contrassegnata dalla scelta del PDS, DS di alimentare una pesante conflittualità con i socialisti […]. Nel 2007 il mio Partito si è impegnato per la costruzione di un quadro politico partecipato da tutte le forze del centro sinistra […], le nostre ragioni privilegiavano l’efficacia e l’efficienza della macchina amministrativa nel condiviso principio della collegialità nelle scelte. La crisi della politica e dei partiti ha disabituato al confronto fra idee e valori differenti. […] Non comprendo cosa vi sia di personale nel dichiararsi in disaccordo con le procedure relative alla gestione delle piscina comunale. Non comprendo, altresì, perché la mia tesi minoritaria rispetto alle altre forze della maggioranza sia etichettata “contrasto politico”. […] Sono abituato ad esprimere le mie opinioni e a difenderle - se necessario- anche in dissenso con il resto della maggioranza. Nessun contrasto, quindi. Pertanto, nessuna colpa da parte di chicchesia. […]

SALVATORE CAPONE Segretario Capone, dopo l’esperienza nelle giunte provinciali e a un anno dall’insediamento alla segreteria provinciale del PD che bilancio può trarre? Pensa di avere delle responsabilità nella sconfitta alle recenti elezioni provinciali? Che progetti ha per far rinascere un partito che appare senza leadership e senza partecipazione? E che ci dice del suo impegno nella politica sancesariana: pensa di essere un fattore di coesione o di divisione per l’area politica di centrosinistra nel nostro paese? I quindici anni di governo di centrosinistra della Provincia di Lecce hanno rappresentato un’eccezionale occasione di rilancio e sviluppo del territorio […]. L’esperienza maturata come vicepresidente e poi come assessore, costituisce un importante patrimonio che ho deciso di mettere a servizio del Partito Democratico. […] Dalla mia elezione alla segreteria provinciale ho dovuto affrontare giorno dopo giorno le difficoltà legate proprio a questo aspetto, ma ritengo che la scelta dello strumento delle primarie per la costituzione degli organismi di rappresentanza del partito e dei segretari ai vari livelli […] possa rappresentare momenti importanti di democrazia […]. Le elezioni provinciali si sono svolte in un periodo non certamente positivo per la coalizione di centrosinistra, sia in Italia che nel Salento […]. Ritengo comunque che ogni sconfitta o ogni vittoria non debbano mai appartenere ai singoli, ma al progetto politico complessivo […]. Lo si è fatto in Provincia di Lecce e lo si deve fare anche sul nostro territorio comunale […].

CESARE SERRA Dottore, lei è stato sindaco del nostro paese per cinque anni, ha una lunga esperienza politica ed è stato uno dei principali esponenti del centrosinistra fino alle ultime elezioni comunali. Quali sono le cause del suo malessere rispetto alla politica sancesariana e come mai ha scelto di rassegnare le sue dimissioni da consigliere comunale a tre giorni dalle elezioni provinciali? Motivi strettamenti personali: è quanto scritto nella mia lettera di dimissioni […]. Anche la mia volontà di non ricandidarmi a Sindaco (pur, per legge, avendone possibilità) è stata determinata da motivi strettamente personali. Ma, in quell'occasione, non ho visto altrettanta preoccupazione dagli attenti commentatori del vostro giornale. Mi verrebbe da pensare che quando si lascia un posto libero, offrendo, comunque, lo stesso impegno di sempre, non c'e nessuna considerazione da fare. Quando, invece, un’azione quasi insignificante dal punto di vista della operatività dell'Amministrazione Comunale pone un problema di immagine nella pubblica opinione si scopre la... lunga esperienza politica di uno dei principali esponenti del centrosinistra... […] Voglio ripetere e rimarcare: motivi strettamente personali, in un periodo di politica sentita troppo spesso solo a fini personali e sempre più scarsamente rappresentativa dei cittadini e delle idealità alla base del mandato elettorale ricevuto: da San Cesario fino a Bruxelles. Che peccato!

PIETRO CAPONE

ANDREA ROMANO Assessore, la sua candidatura nel nostro collegio per le elezioni provinciali è stata sofferta e accompagnata dalle polemiche. Al di la del momento politico che non sembra premiare le forze di centrosinistra, pensa che altri fattori abbiano influito sul suo risultato e su quello della sua coalizione? […] Sono amministratore di questo Comune da più di un decennio e da almeno quindici partecipo attivamente a tutte le campagne elettorali. Ho ricoperto ruoli di responsabilità sia nella Pubblica Amministrazione che nel partito (ieri DS oggi PD). […] Cosa ha impedito che la mia candidatura fosse naturalmente accompagnata dal sostegno di tutte le forze che storicamente hanno permesso a San Cesario di esprimere un consigliere provinciale, nelle passate tornate elettorali, non lo so. Di certo c’è che qualcuno avrà sbagliato, oltre al sottoscritto sia chiaro. […] Quando il potere è una personale necessità avulsa dalla funzionalità inizia il dramma. […] Quando non siamo capaci a tutti i livelli di far percepire fino in fondo la missione che il politico deve assolvere […] perderemo sempre perchè tra una copia ed un originale, allo stesso prezzo, la gente sceglie l’originale. Sottovalutare […] è il peggiore dei costumi per chi si candida a governare il futuro di una comunità, si rischia di finire sottovalutati nella valutazione della qualità che si propone.

Signor Capone, dopo anni di militanza a destra lei ha deciso di aderire al movimento politico Io Sud di Adriana Poli Bortone. Dopo il buon risultato del movimento alle elezioni, si fanno insistenti le voci di una possibile alleanza della senatrice leccese con Vendola, in chiave meridionalistica. Come vive questa possibilità e come reagisce alle accuse di tradimento che le vengono rivolte principalmente dai suoi ex compagni di partito? Mi preme precisare che dopo tanti anni di fiera militanza nel MSI prima ed in AN dopo, non sono stato io a lasciare il Partito ma il Partito a lasciare “orfani” me ed una moltitudine di militanti di tutta Italia […]. La mia adesione a “Io Sud” è scaturita innanzitutto dal fatto che la fondatrice fosse Adriana Poli Bortone […], che da Sindaco ha portato la nostra Città all’attenzione dell’Europa e dell’Italia intera. Ed il buon risultato elettorale da voi citato […] non è niente altro che il premio degli elettori […]. Riguardo l’alleanza in chiave meridionalistica con Vendola, penso che si tratti più di un sogno dell’attuale Governatore della nostra Regione […]. Infine, a proposito di quelle illazioni rivoltemi da quelli che voi definite miei “ex compagni (colleghi?) di partito”, è bene precisare che tutti i “camerati” […] del circolo di AN di San Cesario hanno aderito in massa (senza alcuna eccezione) al movimento Io Sud […]. Invece, io […] preferisco continuare a rimboccarmi le maniche e lottare perché questo Governo realizzi […] il programma elettorale […].

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SPORT Convincente inizio di stagione per la Polisportiva che ambisce a un ruolo da protagonista nel campionato di calcio di prima categoria

PLAY OFF, SI PUÒ FARE!

iniziata nel migliore dei modi la nuova stagione calcistica della Polisportiva San Cesario-Aria Sana, che tanto bene aveva fatto nello scorso campionato, sfiorando i play off all’ultima giornata. Dopo cinque giornate (nel momento in cui scriviamo, ndr) il cammino della Polisportiva è più che positivo: tre vittorie (colte tutte tra le mura amiche del Vincenzo Zanchi, ndr), rispettivamente con Otranto, Sternatia e Veglie, una sconfitta esterna, con i cugini dell’ U.S.D. San Donato, ed un pareggio contro il Poggiardo, per un totale di 10 punti (miglior attacco con 12 goal, e miglior difesa con solo 1 subito, ndr) e una classifica che vede Carmine Caputo e compagni occupare la seconda posizione a braccetto con il Botrugno, e proprio con il San Donato di Mister Schipa. Un avvio che fa ben sperare nonostante l’inizio della stagione sia coinciso con gli infortuni di uomini importanti nell’economia del gioco di mister Greco come Brambilla, fermo ai box dall’inizio della stagione e che ne avrà fino alla fine di novembre, Notaro e Macchia (problemi muscolari, ne avranno per un mese, ndr) e di De Giorgi, infortunatosi nella partita contro il Poggiardo. Rispetto alla scorsa stagione, la squadra di mister Oscar Greco si è rafforzata con tre nuovi innesti di valore: Luca Luperto, esperto centrocampista di cate-

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goria, Francesco Zippo, funambolo esterno di fascia, e Matteo Peciccia, promettente goleador. Chiaramente mister Greco conta anche su un folto gruppo di giovani che nella scorsa stagione, guidati da mister Claudio Ricchiuto, hanno vinto il campionato provinciale Allievi e che sono “linfa vitale” per la società del presidente Salvatore Valentini che ha scelto, da anni, di seguire la “linea verde”, riservando sempre più spazio ai prodotti del vivaio, accompagnati (e supportati) dai validissimi “senatori”, Caputo, Raganato, De Giorgi, Macchia. A proposito di senatori, da tutto lo spogliatoio un in bocca al lupo grandissimo, ed un grosso abbraccio al nostro amico Ivan Toraldo accasatosi, dopo cinque splendide stagioni nella Polisportiva, a Monteroni. Sicuramente cinque giornate sono ancora poche per poter tirare le somme. Il campionato è solo all’inizio e di corazzate “ammazza campionato” non se ne vedono ancora. Il Martano, rafforzatosi nel calciomercato estivo, resta la squadra da battere che punta alla vittoria del campionato. Dietro la lotta per i play-off è aperta, con compagini come Veglie e Otranto, le neo promosse Botrugno e Poggiardo e, ovviamente, la Polisportiva che, alla luce di questo avvio di stagione, daranno sicuramente vita ad un campionato avvincente. I presupposti per fare bene per la nostra squadra ci

LETTERA ALLA REDAZIONE Abdou era un ragazzo serio, grande lavoratore e con uno splendido sorriso. Sposato e con un bimbo di 2 anni, veniva dal profondo Senegal dove la luce e l'acqua (nel 2009!) non sono ancora per tutti. Un ragazzo di gran cuore: di recente aveva acquistato e portato in Senegal un generatore ed una tv per permettere agli abitanti del piccolo villaggio dal quale veniva, di scoprire l'emozione del piccolo schermo. Adesso la sua casa, lontana da rumori, tecnologia ed inquinamento, è meta dell'intero villaggio,

incredulo che questo ragazzo bravo, dai dolci occhi, non potrà più far loro del bene, come aveva fatto sinora, perché ha perso la vita in un incidente stradale, 6000 km lontano dai suo cari. Viveva a San Cesario da circa 5 anni e si era ben integrato partecipando alle tante iniziative del nostro comune a favore dell'integrazione. Ed è proprio questo che ha spinto la comunità senegalese di San Cesario a scrivervi queste righe, delle quali noi ci facciamo solo portavoce.

I promettenti giovani Cillo e Cafiero (in alto) e Guido e Pagano (in basso)

sono tutti. Oscar Greco ha a disposizione un gruppo di giovani, ma ormai con una certa esperienza, affidabile, unito e che sa di essere forte. Se non ci si farà prendere da facili entusiasmi e tutti, squadra e società, sapranno tenere alta la concentrazione, i play off sono un obiettivo, mai come quest’anno, a portata di mano. Giordano Bruno

Il 23 agosto 2009 moriva per un tragico incidente stradale Abdou, un giovane senegalese residente nel nostro comune. Pubblichiamo la lettera che la comunità senegalese di San Cesario ha inviato alla nostra redazione. “Grazie... alla Redazione dell’ambicco, che sempre sensibile ai problemi dell'integrazione e dell'immigrazione, ha dato la notizia, trattando Abdou come un cittadino di San Cesario tra i tanti, e grazie al Sindaco di San Cesario Tonino Girau ed a Gianfranco Calò, che con il loro interessamento hanno dimostrato ancora una volta che collaborazione, sensibilità ed attenzione verso i "migranti" siano il viatico migliore per una giusta integrazione che, che che se ne dica, è l'unica strada

per un futuro migliore per tutti... Grazie dunque! La comunità senegalese di San Cesario approfitta di questo triste momento per ringraziare l'amministrazione, gli abitanti, le associazioni cattoliche, sportive e culturali, i Vigili Urbani di San Cesario per aver permesso, collaborando negli anni con noi, che il "nostro" comune fosse un esempio di integrazione per l'Italia intera. Grazie”. Azu ed Emiliana, portavoci della Comunità Senegalese di San Cesario


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IL PERSONAGGIO

Gira il mondo per presentare il suo robot spazzino. Abbiamo incontrato nella “sua” casa Marco Lettere, informatico, e abbiamo scoperto qualcosa di - a dir poco - strano per un uomo di tecnologia come lui…

DEUS (SENZA) MACHINA Esami di stato del ’94. L’anno del mondiale in Usa, quello dell’Italia di Sacchi e del rigore sbagliato da Baggio in finale con il Brasile. Il calcio era una passione comune. Quell’esame lo avevamo preparato insieme, io e Marco. Inglese, matematica e informatica, le materie. Pane per i suoi denti, non per i miei. Per lui, che parlava correntemente un bel po’ di lingue e che aveva già programmato un gioco al computer, era come battere un rigore a porta vuota. Ci rivediamo a casa sua, in un pomeriggio infuocato di agosto. «Ha sempre un sapore particolare il caffè in ghiaccio, il sapore del Salento» mi dice. È da tempo che non ci vediamo, ma quando inizia a parlare dei suoi progetti e della sua idea di futuro mi rendo conto che di lui sentiremo molto parlare. Ho un problema serio, spiegare a chi legge qual è il tuo lavoro. Faccio l’informatico. Mi occupo di modellare, disegnare ed implementare sistemi software, in particolare per applicazioni clinico-sanitarie e ambientali. Cartelle cliniche elettroniche, integrazione con sistemi di sensori e apparecchi bio-medicali, monitoraggio ambientale. È un mondo lontano quello che viene fuori dalla visione a dir poco futuristica dei tuoi studi e dei tuoi progetti, non pensi? Molto meno di quello che sembra. Le cose che studiamo e su cui lavoriamo sono in realtà dietro l’angolo. L’informatica ha dei tempi di evoluzione brevissimi. Prova a pensare a 15 anni fa. Chi conosceva internet? Chi aveva un cellulare o il bancomat? C’è, ad esempio, infinitamente più tecnologia in una moderna console per videogiochi che in

qualsiasi elettrodomestico complesso di allora! Quanto questa visione finisce per sottrarre all’uomo e ai suoi rapporti? Nulla secondo me. Internet e i cellulari hanno modificato sì ma anche potenziato enormemente le possibilità di interazione fra persone. Oggi è possibile parlare gratuitamente (o quasi) con persone dall’altra parte del mondo, organizzare videoconferenze con pochi click, collaborare a progetti comuni, pagare le bollette dalla propria scrivania, incontrare compagni di scuola con i quali si è perso qualsiasi contatto da anni... I sistemi informatizzati tendono ad ottimizzare i processi e le attività, ad accorciare

peo Dustbot. L’idea è quella di demandare a sistemi robotizzati la pulizia delle strade e la raccolta porta a porta dei rifiuti. Due tipi di robot agiscono su chiamata del cittadino e tramite la supervisione di un centro servizi agiscono nell’ambiente per offrire il servizio di igiene urbana. Scusa? Saranno i robot a fare la raccolta porta a porta? Li vedremo camminare per la strada, così, come se niente fosse? Beh, quello è il miraggio, la visione della robotica mobile e autonoma. La strada è ancora lunga non solo da un punto di vista tecnologico ma anche dal punto di vista normativo. Intanto ci si lavora! Come è stato accolto il progetto? Ha avuto un enorme successo mediatico (basta digitare “dustbot” in google o andare nella sezione “press e media” del Il robot-spazzino Dustbot sito www.dustbot.org, ndr) perché il tema dei tempi le distanze e le code in modo che rifiuti è caldo ed ovunque abbiamo le persone possano fare molto di più in organizzato una dimostrazione, abbiamo avuto un enorme riscontro da parte meno tempo e con molta meno fatica. Sei stato recentemente in Svezia delle persone. per presentare un’idea rivoluzionaria Questo è esattamente quello che per l’ambiente, il Robot Spazzino. Di intendo con il termine “ottimizzazione cosa si tratta? dei processi”. Facciamo fare il lavoro Si tratta del progetto di ricerca euro- sporco alle macchine e riqualifichiamo le persone per le quali è sicuramente più stimolante avere a che fare con computer e robot che con i rifiuti. Ci sono in cantiere altri progetti? A cosa ti porterà in futuro la tua attività di ricerca? Ce ne sono tantissimi di progetti. Due esempi: la realizzazione di una cartella clinica integrata che permetta ad un cittadino di accedere ai propri dati clinico-sanitari indipendentemente dalla clinica o dal medico che li ha annotati, indipendentemente dal momento storico e dal luogo geografico in cui sono stati prodotti. Dal punto di vista ambientale, invece, stiamo iniziando a lavorare a Hydronet (www.hydronet-project.eu), una flotta di piccoli robot che cooperano in

ambiente marino e fluviale per il monitoraggio delle acque alla ricerca di agenti e sorgenti inquinanti. Un’attività progettuale mirata principalmente alla salvaguardia dell’ambiente. Un settore strategico per la tua azienda o sul quale pensi si possa puntare e ottenere risultati concreti? L’ambiente deve essere uno degli argomenti chiave di tutte le attività di ricerca perché è la cosa più importante che abbiamo. Molto più dell’impresa e dei profitti, molto più degli interessi personali. L’ambiente è l’interesse comune di tutti noi e in quanto tale deve essere il focus di tutti gli investimenti possibili. Sei nato a San Cesario e cresciuto in Svizzera e, ripassando per il Salento, sei finito a studiare e lavorare in Toscana. Un autentico giramondo. Ma quanto ti senti salentino? Io adoro il Salento. L’unico posto che ho sempre chiamato casa è San Cesario ed è anche la meta fissa di tutte le mie vacanze. Mi piace pensare che noi salentini siamo un po’ come i brasiliani: non riusciamo a stare lontani dalla nostra terra, dalle nostre radici senza piombare in quella sensazione di malinconia che loro chiamano saudade. È vero che non hai la macchina, che non guidi e che di tutto questo ne vai tremendamente fiero? Strano per un uomo di tecnologia come te... Tutti pensano che sia strano. Io non la vedo così. Secondo me l’automobile “pro capite” è un mito novecentesco che va superato. Oggi siamo all’assurdo che le città sono pensate sempre più a misura di automobile e tutti prendono l’auto anche se spesso si fa prima a piedi. Tecnologicamente poi l’automobile non si è mai evoluta significativamente. Bisogna pensare invece a sistemi di locomozione o di condivisione dei mezzi più efficaci, innovativi, puliti e che veramente migliorino il modo di spostarsi. Cristian Nobile cristian@alambicco.com

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