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Stefano Berdini, Presidente delegazione AIF Marche

sentiero, consapevolezza, alleanza

STEFANO BERDINI cipi della formazione, a prendere coscienza del Presidente cammino percorso e delle competenze acquisidelegazione AIF Marche te. Per questi motivi è necessario sviluppare anIl verso di una poesia di Martin Luther King recita: “Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero”. Ho sempre pensato che essere formatori sia un percorso senza fine di fatto, nel senso che quando si decide di intraprendere questa professione, l’apprendimento e la conoscenza devono essere sempre presenti in qualsiasi momento della propria vita professionale. Quando penso a un sentiero mi immagino un percorso in salita e che costa fatica ma che poi, quando ti fermi un attimo, ti fa apprezzare quanto cammino hai fatto e di quanto sei cresciuto. Un formatore non dovrebbe mai smettere di formarsi, e non dovrebbe mai stancarsi di essere curioso, di avere dei dubbi, di sviluppare di continuo il suo pensiero critico di fronte a nuove situazioni e nuovi scenari. Ho pensato sempre al formatore come a un maestro, ossia come a una persona che non insegna solo ciò che sa ma soprattutto ciò che sente e ciò che apprende, anche dagli stessi discenti. È necessario guidare le persone destinatarie dell’azione formativa adottando tutto ciò che può essere utile per facilitare l’apprendimento. Le organizzazioni e che una maggiore consapevolezza, ossia sapersi guardare dentro e riconoscere in che cosa siamo cresciuti e soprattutto in che cosa siamo cambiati, perché qualsiasi sviluppo presuppone un cambiamento. Fare un bilancio di competenze è in primo luogo un percorso di autoconsapevolezza riguardo alle proprie conoscenze e, soprattutto, alle reali capacità di saperle applicare. Non si possono migliorare le prestazioni aziendali se non sappiamo mettere in campo le nostre competenze, ma non riusciremo a farlo se in primo luogo non siamo profondamente coscienti di possederle. Ma lo sviluppo delle competenze non può avvenire solo attraverso una modalità classica di formazione, deve necessariamente fondarsi su percorsi esperienziali e di apprendimento sul campo e soprattutto sulla capacità di lavorare in gruppo. Ecco perché dobbiamo saperci mettere in relazione, saper comunicare, creare affiatamento all’interno del gruppo, insomma una sorta di alleanza concepita in primo luogo come gestione efficace delle relazioni. Anche i formatori dovrebbero sempre di più diventare gestori di relazioni e in questo l’AIF ne è un esempio lampante. le aziende hanno infatti bisogno di crescere ma, Costruire relazioni significa condividere, metprima ancora di crescere, dovrebbero essere catersi in contatto, appassionarsi dell’altro, e tutto paci di svilupparsi. Spesso confondiamo i termini questo per imparare a progettare e a costruire crescita e sviluppo e magari li usiamo indistintainsieme. Ecco perché ritengo molto proficue le mente. In realtà lo sviluppo viene prima della crerelazioni con persone che si occupano anche di scita perché non riguarda i fattori economici, ma cose molto diverse rispetto alle proprie; del resto la cultura, i valori e le competenze dell’azienda e, l’innovazione è molto spesso contaminazione e in particolare, delle sue persone. Non può esserci da questa possono nascere situazioni creative e crescita senza sviluppo e se c’è essa è destinata davvero stimolanti. prima o poi a regredire. Per me alleanza è prima di tutto la capacità di saper I formatori dovrebbero sempre aver presente ciò gestire delle relazioni efficaci per sè e per gli altri, e ancora di più aiutare le persone, i soggetti prinfacendo in modo di trovare un reciproco vantaggio. 42

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