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PUBLIREDAZIONALE
Intelligenza artificiale e valutazione del rischio L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella valutazione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori è il tema del momento e se ne parla in ogni settore, come se fosse la soluzione a tutti i problemi. L’intelligenza artificiale generativa, quella di ChatGPT, Bard e Gork, però, è solo l’ultima arrivata tra gli ambiti di ricerca che ricadono sotto il nome di “intelligenza artificiale”.
I
n campo informatico si parla ufficialmente di intelligenza artificiale dal 1956, quando John McCarthy utilizzò per la prima volta questo termine definendolo come “l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività”. Una definizione molto generica, che lascia spazio a tantissime interpretazioni. Definireste intelligente un’auto solo perché è in grado di capire se un semaforo è verde o rosso e fermarsi di conseguenza? Sicuramente no. E se quell’auto, per decidere come comportarsi in caso di colore giallo, fosse in grado di valutare altri parametri, come la velocità dell’auto, le condizioni dell’asfalto, la distanza dell’auto che segue, ...? Con l’incremento del numero di informazioni considerate e della relativa complessità, lentamente cambieremmo il nostro giudizio. Se l’auto, infine, decidesse se fermarsi o meno con il semaforo giallo anche in base alla città in cui ci si
trova e cambiando comportamento in base al fatto che si stia guidando in Italia o in Svezia? Scusate il luogo comune, ma l’intelligenza artificiale, in fondo, è proprio questo. Come cita una sentenza del TAR della Lombardia: “un sistema che percepisce ciò che lo circonda e intraprende azioni per massimizzare la probabilità di ottenere con successo gli obiettivi prefissati”. Quando si parla di valutazione dei rischi aziendali questo, purtroppo, non è sufficiente. Non ci basta massimizzare la probabilità di non avere incidenti, così come non è corretto basarsi sull’analisi dei comportamenti che vengono normalmente tenuti dalla maggioranza delle persone per decidere quale sia il comportamento corretto da seguire. La gestione della sicurezza si basa, prima di tutto, su norme che è obbligatorio rispettare e, in secondo luogo, su competenza ed esperienza del tecnico che effettua la valutazione e sulla fattiva collaborazione di tutti i soggetti aziendali. Una valutazione che, tra l’altro, non può prescindere da un sopralluogo aziendale, durante il quale vengono rilevate situazioni anomali e pericolose.