in senso inverso (redivivi s.pa.)

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attrezzi. Ho già aperto la serratura. Mi sto solo chiedendo se dovrei dare agli Elimi la possibilità di lasciarla andare di loro iniziativa ». « Lasciarla andare? », ripeté Seb sbiancandosi in volto. « Vuole dire che la stanno trattenendo? ». « So soltanto che all'ora di chiusura non l'hanno buttata fuori », replicò Tinbane. Era assolutamente sicuro di quanto diceva: il suo fiuto, di natura più o meno telepatica, aveva fatto di lui un ottimo poliziotto. « Lotta è ancora qui, e contro la sua volontà: non sarebbe rimasta se non l'avessero costretta ». « Videofonerò alla Biblioteca », disse Sebastian con voce cupa. « E cosa dirà? ». « Dirò che rivoglio mia moglie! ». « Okay, lo faccia », replicò Tinbane. Diede a Sebastian il numero del proprio apparecchio di bordo. « E poi mi richiami, e mi dica che cosa le hanno risposto ». Nel frattempo non aveva perso d'occhio lo schermo. Il rivelatore di onde cerebrali segnalava ancora la presenza di sette cervelli nelle vicinanze: i puntini continuavano a muoversi, cambiando ogni volta di poco la posizione reciproca. Ti diranno che Lotta è stata qui, pensò Tinbane, e che poi se n'è andata. Forse diranno addirittura che non l'hanno neanche vista. Che non ne sanno nulla. Noli me tangere, pensò: ecco quel che dice di sé la Biblioteca. Attenzione: state alla larga. Non toccatemi. Quei bastardi. Cinque minuti più tardi si accese la spia del videofono. Sollevò il ricevitore. « Ho parlato col portiere », disse Sebastian con voce distrutta. « E cos'ha detto? ». « Che nell'edificio è rimasto lui solo: tutti gli altri sono già andati via ». <Sotto di me ci sono sette persone che si muovono. Okay, vado giù a dare un'occhiata. Le rivideofono appena avrò appurato qualcosa ». <Devo chiamare la polizia? », chiese Sebastian. « Sono io la polizia ». Regolò il circuito d'~llarme del rivelatore di onde cerebrali in modo che entrasse automaticamente in funzione appena captava qualcuno in un raggio di un metro e mezzo. Poi si diresse in fretta verso la porta d'ingresso. La pistola d'ordinanza e l'apparecchio lo facevano camminare tutto sbilenco. Pochi istanti dopo aveva disceso i gradini che conducevano all'ultimo piano. Porte chiuse, oscurità, silenzio. Armeggiò con la torcia a infrarossi. L'accese. Lo schermo del rivelatore mQstrava sette puntini disposti su un piano orizzontale distante verticalmente più di un metro e mezzo: infatti il circuito d'allarme non era scattato. Al piano inferiore, disse tra sé. Mentre scendeva la rampa cercò di rammentare a che piano si trovavano gli uffici di Mavis McGuire. Se ricordava bene erano al terzo. Il circuito d'allarme entrò in funzione, facendo lampeggiare uno dei due filamenti della lampada spia: quello che segnalava prossimità in senso verticale. Ora Tinbane si trovava al piano giusto, e l'obiettivo distava solo su una linea orizzontale. Sesto piano, disse tra sé. Quello che si suppone occupato dal Consiglio degli Elimi. Le luci di quel piano non erano state spente: il corridoio, inondato di giallo, si stendeva davanti a lui con tutte le porte chiuse. Avanzò lentamente, sollevando di tanto in tanto lo sguardo e riabbassandolo subito sullo schermo del rivelatore. I sette puntini si spostavano verso di lui sull'asse


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