Nb giugno14

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viaggi

Seul e Tokyo

gita fuori porta non solo per l’Hanami

L

a fioritura degli alberi da frutta nella pianura padana offre sempre una sensazione gradevole alla vista; eppure può essere ancora più gradevole se ci si allontana un po’ da casa. Decidiamo quindi di fare una gita fuori porta e di raggiungere il Giappone proprio per l’occasione della fioritura dei ciliegi che a Tokyo chiamano “Hanami”. La tariffa nettamente migliore è quella con Turkish Airlines prenotando 6 mesi in anticipo. Da Bologna partiamo per Seul via Istanbul dove resteremo 3 giorni pieni, da lì andremo a Tokyo (7giorni) e da Tokyo la Turkish ci riporterà a Bologna. Abbiamo deciso di non girare il Giappone, o avremmo perso troppo tempo per gli spostamenti nonostante i velocissimi treni e la perfetta organizzazione di treni e metro; siamo contenti di aver fatto questa scelta. Lo scalo a Istanbul che avevamo visitato 4 anni fa e che raccomandiamo, ci mostra un aeroporto affollatissimo anche a mezzanotte, è molto grande e frequentato ed offre molti servizi. Chi ha molte ore per un transito può avvalersi della Lounge Turkish a 2 piani che è spettacolare, enorme con vari punti ristoro e cuochi che cucinano giorno e notte. Per l’arrivo a Istanbul, il transito e la partenza per Seul incredibilmente nessun controllo bagagli a mano.

Prima parte: Seul

Arriviamo a Seul, circa 13 milioni di abitanti, città moderna in espansione, che non gradisce riunificarsi con i fratelli del

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Seul : palazzo Kyongbokkung Nord e non ama russi e cinesi perchè guarda verso il Giappone e all’occidente pur fiera delle sue tradizioni. Abbastanza velocemente sbrighiamo il controllo passaporti con foto ed indici registrati. Subito cambiamo 200 euro, alla biglietteria prendiamo 2 ticket (7 euro l’uno) per il bus limousine 6011, che ci porterà alla stazione di Ankun in un’ora, zona Insadong all’hotel Icon, tre stelle con altissimo rapporto qualità prezzo (40 euro la doppia con modesta colazione, ma accessoriatissima la piccola camera), gestore gentilissimo che parla un buon inglese cosa non facile da riscontrare in Corea. Lasciata la valigia in albergo alle 21,30 usciamo per vedere “cosa c’è fuori” e ci accorgiamo che molti negozi della caratteristica zona Insadong sono ancora aperti (orario normale 10-20) e già buttiamo l’occhio su qualcosa da comprare, ma aspettiamo i giorni successivi; certo quella ceramica verde con varie lavorazione è carina, ma i prezzi non scherzano. Questa è una zona dove comunque il turista prima o poi viene, sia per souvenir che per i tanti ristoranti a buon prezzo. Il turismo europeo non è ancora molto sviluppato, lo dimostra la poca propensione alla lingua inglese (che però parlano le assistenti vestite di rosso sparse per la città) e i tanti ristoranti che scrivono i menù solo con ideogrammi: comunque ci si gestisce anche per via delle foto delle pietanze; quindi a Seul assaggeremo dumpling, noodles, tofu e frittatine di verdure e pesce. Odori gradevoli dalle tante bancarelle con spiedini di carne di pollo (euro 1,50), polipo


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