NC 48 Giu_Lug 2014

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PUBLICIS/OMG, LA DIFFERENZA TRA SOGNO E REALTÀ Si fosse trattato di due aziende italiane i commenti si sarebbero sprecati: “Ecco i soliti pasticcioni” sarebbe stato il più tenero. Eppure, stiamo parlando di due tra le più importanti holding finanziarie del mondo: l’americanissima Omnicom, e la francese, la ‘grandiosa’ Publicis. Possibile che due tra i più potenti uomini della comunicazione, John Wren e Maurice Levy, prima di annunciare la mega fusione da 35 miliardi di dollari, non abbiamo pensato un poco meglio alle implicazioni che questo accordo avrebbe comportato dal punto di vista legale, fiscale, e organizzativo tra due entità così diverse? Possibile che ci siano voluti nove mesi per capire che la cosa non si poteva fare, e non abbiano impiegato il tempo necessario per valutare la fattibilità del progetto? Perché tanta fretta nell’annunciare l’intenzione di quello che, evidentemente, si è dimostrato essere soltanto un sogno o una suggestione? Alla luce degli ultimi avvenimenti, Sorrell, che fin dall’inizio aveva ‘gufato’ contro l’accordo, esce rafforzato nella sua leadership, e nel suo approccio al mercato. Mentre i due colossi dovevano capire come fare funzionare la fusione, i suoi uomini in giro per il mondo si prendevano Marks & Spencer, Vodafone, eTrade e Bgl Group, tutti clienti appartenenti all’orbita Publicis/Omnicom. Conoscendo un po’ il personaggio, c’è da scommettere che non si accontenterà di queste prede, ma cercherà di infierire sui nemici in difficoltà, almeno dal punto di vista di immagine. Alla luce di questo ‘colpo di scena’, si riaprono i giochi nel Risiko della comunicazione. Sarà Dentsu, che ha già acquisito il colosso Aegis Media, ad accaparrarsi la malandata Interpublic? Se si tratta di ‘fanta-pubblicità’ o di concrete possibilità è forse ancora presto per dirlo, ma c’è da scommettere che qualche evento eclatante non smetterà di far parlare la stampa, specializzata e non. Altra realtà che esce vincitrice da questa vicenda è Havas (quinta potenza mondiale). Scenderà in campo il gruppo francese Vivendi per accaparrarsi quello guidato dalla famiglia Bollorè, come dicono insistenti rumors di mercato? Mi rendo conto di spostare il ragionamento oltre lo stretto ambito della realtà, ma se è vero che, come dicono i più qualificati osservatori internazionali, sempre più si andrà verso un consolidamento dei player in pochi protagonisti, ogni ipotesi può essere plausibile. Salvatore Sagone direttore responsabile e presidente ADC Group

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