13 Magazine N. 87

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visioni grafiche

VG

interni sioni di annata sono pensioni dannate! Eppure, dovrebbero essere il corrispettivo di fior di contributi a valore reale versati durante tutta la vita lavorativa e, considerate “retribuzioni differite”, garantire una vecchiaia dignitosa. Non sono pochi coloro che con la propria pensione sbarcano a stento il lunario. Potrei fare fior di nomi, anche di medici, i quali di fronte all’imprevisto malattia sono stati costretti a bruciare i propri risparmi, frutto dei sacrifici di una vita, o a vendere la propria casa, sacrario di ricordi, o a ricorrere all’umiliante aiuto dei figli. Uno scenario doloroso. Quali sono i provvedimenti immediati che andrebbero attuati? Innanzitutto, bisognerebbe rivedere il meccanismo della perequazione automatica che dovrebbe mantenere di anno in anno allo stesso potere di acquisto la pensione. Un primo passo potrebbe essere il calcolo al 100% dell’indice Istat su un paniere di beni di consumo calibrato alle esigenze dell’anziano. Un atto di giustizia sociale sarebbe la defiscalizzazione parziale e graduata in scala crescente in rapporto con l’aumento dell’età (quando maggiori sono le spese per la maggiore disabilità), dell’assegno di pensione sino ad arrivare alla sua totale defiscalizzazione entro l’età massima della cosiddetta speranza di vita. Non ultimo, un provvedimento per l’abolizione dei tagli sugli indici di reversibilità connessi al reddito del coniuge superstite (provvedimento chiaramente legato ad un reperimento di fondi, peraltro irrisori, che non trova corrispondenza nei calcoli attuariali, ma che incide pesantemente sul coniuge superstite in un momento delicato di vita col carico delle maggiori spese non suddivise su due assegni di pensione) di cui al comma 41, articolo 1, legge 335/95 (legge Dini), che va a premiare chi si è sempre goduto la vita, senza risparmiare, non pensando alla quiescenza e penalizza invece chi si è sempre sacrificato pensando di mettere via qualcosa per una serena vecchiaia. La Federspev, la federazione di cui lei è vice presidente, cosa fa per i pensionati in difficoltà? Da tempo la Federspev ha istituito, con un piccolo contributo da parte dei suoi iscritti, un Fondo di solidarietà per dare un sostegno pecuniario, tempestivo (erogazione in 10-15 giorni dalla richiesta) a chi non può far fronte a quelle necessità improvvise così frequenti nella terza età. Infine, sappiamo che lei si autodefinisce “un giovane di tarda età”. Siamo curiosi di sapere perché... L’età “matura” è tutt’altro che uno stato passivo, il sentirsi anziano non deve coincidere con il superamento di una soglia anagrafica: la vecchiaia può essere una seconda (più) proficua giovinezza.

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