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Graziella Pera
Intervista esclusiva alla grande costumista e scenografa (famiglia originaria di Pizzo Calabro, Vv, dove ha trascorso la giovinezza) di trasmissioni cult come “Indietro Tutta” e il “Bagaglino”, oltre che di un’infinità di film e spettacoli teatrali di Troisi, Villaggio, Steno, Risi, Vanzina, Comencini e tantissimi altri
GRAZIELLA
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PERA Tra tv, cinema, teatro e griffe ,
di Roberto Messina foto courtesy Graziella Pera
Famiglia originaria di Pizzo Calabro (Vv), dove ancora oggi vivono i parenti, Graziella Pera è una di quelle rare persone che conservano nello sguardo quella particolare curiosità che talvolta sa essere stupore. Un profilo attento ed aperto, che ricorda l’incanto di quando ci si affaccia alla vita. E forse, proprio da questa sua capacità di guardare ogni giorno alla vita con occhi nuovi, ha origine quella vitalissima poliedricità che l’ha portata a tuffarsi con entusiasmo nel mondo del teatro e poi del cinema come costumista e scenografa, dopo la laurea in Architettura all’Università di Roma (tesi con il grande Bruno Zevi) e che ancora oggi, dopo una carriera densissima di successi, l’ha spinta nell’avventura del pret à porter.
Nel tempo, la sua genealogia calabrese si è intrecciata con altre tradizioni: a partire da quella sarda della madre, o del bisnonno, Nello Pera, arrivato in Calabria al seguito della spedizione dei Mille e che visse lunghi anni di prigionia in compagnia di Luigi Settembrini. Ed è certamente in queste sue origini mediterranee, che va ricercata la matrice di quella solarità che attraversa tutte le sue creazioni. A cominciare proprio dalla sua particolarissima casa romana (che è appunto una vera e propria creazione) sempre aperta ai tanti amici, e dove chiacchieriamo in uno studio zeppo di libri, giornali e di piccole collezioni, come quella di antichi santini. Allora, è questo il suo “sancta sanctorum”?
“Sì, è qui che amo lavorare, in questo studio pieno di libri e di colori, soprattutto di notte, con la televisione accesa. Trovo assolutamente stimolante l’idea di avere un’immagine sullo schermo, mentre lavoro”.
Immersi in questo ambiente, viene intanto spontaneo chiederle quale sia, in genere, lo spunto per un nuovo progetto.
“Beh, certamente per prima cosa faccio una ricerca che mi consenta di individuare la filosofia della collezione, per poi elaborare in seguito i bozzetti. Quanto all’ispirazione, spesso mi capita di trovarla in macchina, o per strada, e di venire qui, nel silenzio della notte, a stendere i progetti ed a riordinare le idee, individuando il suo motivo. Probabilmente, questo è un metodo che deriva dalla mia forma mentis di architetto…”.


Nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera cinematografica e teatrale, Graziella Pera costumista ha firmato, tanto per dire la prima, più di quaranta spettacoli per il mitico “Bagaglino” di Roma. Il suo estro ha affascinato registi come Capitani, Steno, Vanzina, Risi, Comencini, Neri Parenti, Mogherini, Lizzani, Insegno, Dorisio, che le hanno affidato la creazione di abiti per i propri film, tanto che proprio con “Ricomincio da Tre”, interpretato dall’indimenticabile Massimo Troisi, Graziella vince il “Premio Qualità”. Eppure, alle pareti di casa neanche un bozzetto…
“Diciamochetendoanonconservareimiei lavori, sono piuttosto proiettata nel futuro, penso che il passato sia solo una trama di ricordi” .
Ed ecco le trasmissioni cult “Marisa La Nuit” e “Indietro Tutta” con Arbore, Frassica, le ragazze coccodè e le mitiche giacche del “bravo presentatore” …
“L’immagine delle ‘coccodè’ era difficile. Non dovevano essere volgari, ma sexy, infantili. Ecco così l’idea del sederino, opera mia e dello scultore Rino Carboni, con una protuberanza che nasceva dal corpo e conferiva la giusta nota erotica. All’inizio a Frassica pensavamo di far indossare uno smoking. Poi ecco l’idea: le giacche. Ne sono state fatte 65! Una per ogni puntata. Ogni volta un’invenzione nuova”.
Il suo ingresso nel mondo dello spettacolo legato ad un incontro, uno di quelli che segnano la vita. E poi tutti gli altri che hanno determinato le svolte più importanti della sua carriera…
“Sin da piccola, per il lavoro di mio padre, un dirigente della Warner Bros, ho sempre avuto contatticonilmondodelcinema. Maciòche mi ha spinto a questa carriera, è stata l’opportunità di fare l’assistente per il primo film del Bagaglino. Da qui l’incontro con Pier-r francesco Pingitore, calabrese, di Catanzaro, anche lui, che mi ha spinto a continuare in questo campo. Quello con Arbore, ha contribuito alla mia notorietà. Indimenticabile
la collaborazione per il film ‘Ricomincio da Tre’ con Massimo Troisi, e quella con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia per la serie tv ‘Avanspettacolo’. Quella che da un punto di vista umano mi ha toccato profondamente, è stata la collaborazione con Comencini per il film ‘Cercasi Gesù’ con Beppe Grillo”.
È certamente ai successi televisivi di Renzo Arbore, che è stretto comunque il suo nome presso il grande pubblico. In particolar modo, a trasmissioni come “Indietro Tutta”, per molti versi e per la stessa storia della tv, veramente “rivoluzionaria”; e come la citata “Marisa La Nuit”. Graziella collabora per tre anni con la Carrà a “Carramba”, a “Domenica In” con Carlo Conti; e ancora con Amadeus e Bonolis. Firma i costumi per “Matrix” con Chiambretti. Per sei anni lavora a “Paperissima” di Antonio Ricci, con la Hunziker e Scotti. Tutte esperienze che ricorda come assolutamente gratificanti, avendole consentito di dare sfogo a tutta la propria creatività. Negli ultimi anni, si è data “anema e core” alla fiction, firmando, tanto per citare qualcosa, costumi e scene di “Otto donne e un mistero”, regia di Claudio Insegno; “Indovina chi viene a cena” con Gianfranco D’Angelo; “Caterina e le sue figlie” con Lisi, Brilli, Alt, Martines; “Vita da Paparazzo” e “Se la panchina parlasse” con la regia di Pingitore; “Una notte agli studios”, film in 3D con Claudio Insegno. Nel frattempo, tantissimo lavoro sul palcoscenico, con costumi e scenografie teatrali per Giorgio Albertazzi, Claudio Insegno, Marisa Laurito, Anna Mazzamauro, Andrea Roncato. Gianfranco D’Angelo, Pippo Franco, Biagio Izzo, Peppe Barra, Dino Verde, Marco Columbro, Enrico Brignano, Maurizio Nichetti, Ambra Angiolini, Manuela Arcuri, Pino Strabioli. E chi più ne ha, più ne metta... tuto Europeo di Design di Roma, tiene due master di Costume e Moda. Insegna Fashion Design al corso di Moda all’Accademiadi Belle Arti di Roma. Da venti anni è l’anima del premio Cinears “La chioma di Berenice” (da dieci, ne è presidente) che si svolge annualmente a Roma, attribuito a grandi professionalità dello spettacolo. Gli ultimissimi impegni in “A spasso con Daisy” con Milena Vukotich con la regia di Guglielmo Ferro, e in “Coppie felicemente infelici” di Claudio Insegno.
Graziella Pera ha fatto poi tantissimo musical e teatro musicale, curando per oltre 15 anni le straordinarie serate del “Puff” di Lando Fiorini, e intraprendendo poi con altrettanto successo un nuovo percorso artistico e di vita nel mondo della moda: un’attività nella quale si è gettata anima e corpo con il suo tipico entusiasmo e che, come lei stessa riconosce, ha appagato il suo bisogno di nuovi stimoli.
L’anno della svolta è il 1992, che segna l’esordio di Graziella Pera, con la griffe “Grace Pear”, nel difficile mondo dell’Alta Moda, dove porta immediatamente una ventata di novità e non solo dal punto di vista delle creazioni: nel ‘96 infatti, per la prima volta nella storia delle sfilate di Alta moda, “Grace Pear” invece di ricorrere alle top model, presenta la collezione autunno-inverno ‘96/’97 con tredici ex miss Italia.
Da allora, una serie di altre iniziative che hanno contribuito ad accrescerne il prestigio, fino alla consacrazione di Sendai in Giappone, in occasione dei campionati mondiali di calcio, dove sfila come unica rappresentante dell’Alta Moda italiana. A Palermo, le viene intanto proposta la docenza nel Corso sperimentale di Moda presso l’Accademia di Belle Arti, dove opera per quattro anni. Per lo IED, l’Isti-
Diciamo che tendo a non conservare i miei lavori, sono piuttosto proiettata nel futuro
“Anche se avevo voglia di trasmettere la mia esperienza - rivela relativamente alla sua attività di docente - in realtà non sapevo nulla della mia capacità di insegnare, né della mia voglia di farlo. Poi, invece, ho scoperto di essere capace di un ottimo rapporto con gli studenti, e soprattutto di vedermi ricompensata e stimata. Un compito facilitato dalla certezza di essere sulla stessa lunghezza d’onda dei miei allievi”.
In questo vortice di impegni, ha trovato il modo di tornare in Calabria?
“Ho trascorso la mia giovinezza a Pizzo Calabro, e ricordo con molta nostalgia le gior-r nate trascorse sulla spiaggia; vi sono tornata di recente, ma il mare non mi è sembrato esattamente lo stesso. Il rapporto con la mia terra rimane comunque solido, un legame che talvolta si coltiva con la frequentazione dei tanti calabresi lontani dalla propria ter-r ra, uno tra tutti Pingitore”.
Graziella Pera, ancora una conferma che esiste una Calabria della memoria che accompagna, ineludibile, nei territori della lontananza…. Come spiegava il poeta Kavafis: “Per altri lidi, per altre terre andrai. Ma ti seguirà per sempre la città.”
Manuel Rubino
