Economia Veronese

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profili

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on per tutti c’è una seconda opportunità e non sempre, poi, quando una nuova chance si presenta, viene sfruttata appieno. La storia dello Scatolificio Pozzi e della sua seconda vita dimostra, invece, come sia possibile cogliere il meglio dalle situazioni e reinventarsi. Si è passati infatti da un’azienda in procinto di essere smantellata a un’altra che oggi, con 35 dipendenti, fattura oltre 6 milioni di euro. E continua a crescere: si stima che a fine 2010 si registrerà una crescita

Giovanni Lupatoto, a Palazzolo di Sona e, infine, a Trevenzuolo. Un percorso non dei più agevoli, che si è snodato tra onerosi investimenti in tecnologie e importanti interventi di riqualificazione del personale. Obiettivi primari del “nuovo” scatolificio erano il raggiungimento di soddisfacenti livelli di remuneratività e la costituzione di una solida base di clienti, fidelizzati grazie all’elevata qualità di prodotti e servizi e all’efficienza e tempestività nell’esecuzione degli ordini. «Utili al perseguimento dei nostri scopi – prosegue Battistoni – si sono rivelati sia il completo rinnovamento dell’impiantistica, sia l’adozione di un’organizzazione interna atta a tenere sotto controllo i costi di produzione in ogni passaggio della filiera. Era poi necessario procedere alla razionalizzazione del mansionario e alla realizzazione di un sistema informatico in grado di supportare il lavoro degli addetti e l’evoluzione della gamma dei prodotti. Oggi i macchinari che possediamo sono all’avanguardia nel settore e in grado di consentirci

UN’IMPRESA CON I FIOCCHI del 6% dei volumi prodotti rispetto al 2009. «La consapevolezza di operare nell’ambito di un settore a elevata competitività – evidenzia Marco Battistoni, amministratore unico dello Scatolificio Pozzi – ha imposto, agli inizi degli anni ’90, scelte ineludibili. Si è resa necessaria una cura drastica con revisione dell’assetto aziendale e riordino delle priorità: non solo volevamo rimanere sul mercato ma intendevamo mantenere, e se possibile incrementare, quelle opportunità di reddito e di occupazione che si erano generate sul territorio». Non è stato semplice assicurare la sopravvivenza dello Scatolificio e riportare ad alti livelli l’attività fondata da Pozzi, nel lontano 1950, in un piccolo spazio accanto alla Basilica di San Zeno a Verona e soggetta poi a numerosi trasferimenti di sede: prima in ZAI, in seguito a San

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dicembre 2010


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