editoriale
Arturo Alberti
R
icordare una vita intensa come quella di Lelio Solci spentosi il 26 settembre scorso a Parma, in seguito ad incidente stradale, non è per me compito facile. Solci è stato una di quelle figure di spicco che hanno saputo valorizzare e rappresentare Verona, pur non essendo nato nella nostra città. Originario di Rivarolo Mantovano e trasferitosi poi a Bozzolo, conseguita la laurea in Economia e Commercio all’Università di Parma, approdò a Verona nel 1973 per entrare in Apindustria quale responsabile dell’Ufficio Sindacale. Nel 1976 fu nominato direttore dell’Associazione incarico che ricoprì fino al momento della pensione (2003) impegnandosi sempre nella promozione della piccola e media industria scaligera. Il suo acume professionale si coniugava con una innata predisposizione nel saper creare solidi rapporti non solo con il mondo imprenditoriale ma anche con quello politico, istituzionale, sindacale riuscendo così a consolidare una rete di collaborazioni che hanno contribuito ad esaltare il dinamismo economico e produttivo che la città e l’intero comprensorio provinciale avevano assunto in quegli anni nel contesto nazionale ed europeo. Instancabile testimone della centralità del ruolo svolto dalla PMI veronese nel panorama industriale, è stato al fianco degli imprenditori come consulente accorto ed equilibrato, sempre alla ricerca di adeguate soluzioni alle problematiche che l’azienda si trovava via via ad affrontare. Solci, è ricordato quale prezioso collaboratore dai presidenti che mi hanno preceduto – da Battaglino a Tacchella, da Della Bella a Bissaro, da Giustacchini a Bortolazzi ad Aldegheri – ai vertici dell’Associazione e per 30 anni ha rappresentato un punto fermo per tutti noi, imprenditori e colleghi e proprio grazie alla sua connaturata sensibilità e capacità di ascolto è stato un confidente ed un vero amico sul quale si sapeva di poter contare sempre.
Economia Veronese - dicembre 2013
5