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IN PRIMO PIANO – Rover, la (preziosa) doppia firma AUFMACHER – Rover mit doppeltem Ausrufezeichen

MATTEO ROVER ROVER

LA (PREZIOSA) DOPPIA FIRMA

Il 23enne attaccante trevigiano di scuola Inter, biancorosso dall’estate 2019 ha messo a segno le due reti su rigore che hanno determinato il successo contro il Pisa al Druso, la prima e storica vittoria in serie B del club biancorosso. Si tratta della prima doppietta personale e dei primi centri dal dischetto

La prima, storica vittoria biancorossa in serie B porta la firma (doppia) di Matteo Rover, il ragazzo del ’99, autore dei due calci di rigore che ha portato al successo casalingo per 2-1 contro il Pisa nella quarta giornata di campionato.

Matteo, cosa hai provato? “Una gioia immensa per la mia prima doppietta che ha determinato il meritato successo della squadra. Una vittoria importante, fortemente voluta dopo tre partite concluse senza raccogliere punti, ma con tanto rammarico per le cose che potevano essere e non sono state. Ci siamo lasciati alle spalle le tre giornate iniziali, abbiamo affrontato la gara con il Pisa come se fosse la prima ed è andata bene. Diciamo che è stato il nostro vero e proprio punto di partenza”.

Pesava di più la palla del primo o quella del secondo rigore? “Diciamo che pesava di più quella del secondo, preceduta dai momenti di attesa quando l’arbitro è andato a consultare il Var e il tempo si è dilatato con il rischio di perdere la concentrazione. In quei momenti di incertezza e attesa c’è il rischio di essere condizionati dall’ambiente e di perdere la necessaria lucidità. E’ andato tutto bene e sono contento per la squadra. Il secondo rigore è stato decisivo, tuttavia anche il primo ha avuto il suo peso”.

Hai presente il celebre brano di Francesco De Gregori “La leva calcistica della classe ‚68” e in particolare la strofa: “…Ma Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall‘altruismo, dalla fantasia…”. E poi quella: “… Prese un pallone che sembrava stregato. Accanto al piede rimaneva incollato. Entrò nell‘area e tirò senza guardare…”? Tu a quei palloni come ci sei arrivato? “Il primo rigorista designato era Marconi, ma si è fatto male nel riscaldamento. Mi sono assunto questa responsabilità con consapevolezza, anche se in carriera, Primavera a parte, non ne avevo mai calciati. E’ stato il primo rigore da professionista. Ero convinto di calciarlo e di poterlo trasformare. Mi sono preso il compito con convinzione e ho fatto gol e sono contento per la squadra. Per quanto mi riguarda credo sia importante nel corso di una carriera ancora giovane come la mia vivere momenti come questi, preziosissimi in un processo di crescita come persona e come calciatore. La prima volta la vivi sempre in un certo modo, magari la prossima sarò più tranquillo, comunque credo che un rigore abbia sempre un peso importante e ogni gol sia importante nel contesto di una partita”.

Piccolo passo indietro: com’è stato l’approdo in B? “Tosto. All’inizio-inizio non è stato molto bello per via dei risultati. Con l’arrivo del mister ci siamo scossi un po’ tutti e abbiamo dimenticato l’avvio in salita”.

Prima della B, in biancorosso tra gare di campionato, coppe, playoff e supercoppa, hai vestito per 116 volte la casacca dell’FCS, mettendo a segno 21 reti e 5 assist. Quali sono stati fin qui i momenti più belli? “La grande stagione dello scorso anno, culminata con la vittoria a Trieste a coronamento di un’annata da incorniciare e le ultime due gare casalinghe di questo campionato di B: la seconda in casa contro il Pisa, coincisa con la prima e storica vittoria tra i cadetti in cui ho messo a segno i miei primi gol in B, la mia prima doppietta per un successo importante. Con il Cosenza è stata una grande emozione. Fare gol in serie B, in un contesto diverso rispetto al passato fa tutto un altro effetto”.

Primi calci nella squadra della natia Motta di Livenza, nel trevigiano, poi l’approdo all’Inter con cui arriva d disputare due campionati Primavera, entrambi vinti più il successo al “Viareggio” e in Supercoppa: 67 gare, 16 gol - tra cui quello decisivo per lo scudetto 2018 - e 7 assist. Poi la serie C vinta a Pordenone, con Tesser, Dall’estate 2019 in biancorosso: presenze importanti e gol pesanti. A Matteo Rover, biancorosso fino al 2025, i gol difficili vengono meglio.

“Diciamo che pesava di più la palla del secondo rigore, preceduta dai momenti di attesa quando l’arbitro è andato a consultare il Var e il tempo si è dilatato con il rischio di perdere la concentrazione. In quei momenti di incertezza e attesa c’è il rischio di essere condizionati dall’ambiente e di perdere la necessaria lucidità. E’ andato tutto bene e sono contento per la squadra. Il secondo rigore è stato decisivo, tuttavia anche il primo ha avuto il suo peso”.

In biancorosso hai vissuto momenti memorabili, ma anche qualche rovescio della medaglia. Quale o quali sono stati i momenti meno belli? “Sono stati pochi fortunatamente. Quelli di sofferenza personale li ho vissuti quando ho giocato poco, comprendendo comunque che fa parte della dinamica del calcio. Probabilmente quello più difficile in assoluto è legato alla stagione scorsa quando ci siamo trovati da dieci a due punti di vantaggio sul Padova prima dello scontro diretto. E’ stato un momento particolare a livello di squadra, complessivo. Personalmente in questo club non mi sono mai trovato in difficoltà, per i compagni che ho incon-

Rover trasforma il primo rigore contro il Pisa ed esulta con Odogwu e Belardinelli

trato da quando sono arrivato alla società, che ti mette in condizione di lavorare al meglio”.

Da quando sei in biancorosso ritieni di aver compiuto dei progressi? In quali ambiti? “Sicuramente come uomo e come persona sono cresciuto molto. Sono arrivato che avevo 20 anni e qui ho avuto l’opportunità di formarmi come persona oltre che calcisticamente. Penso di aver fatto dei progressi dal punto di vista tecnico e penso di poter migliorare ancora”.

Il sogno nel cassetto? “Vestire la maglia della nazionale è il sogno nel cassetto. Tutto il resto rientra nella sfera degli obiettivi”.

A chi ti ispiri? “Non ho un giocatore di riferimento o un idolo in particolare. Mi piace vedere le partite dei giocatori del mio ruolo quindi gli esterni offensivi e di centrocampo. Anche quando ero all’Inter seguivo con attenzione Perisic, un giocatore che per me ha un modo di giocare simile al mio. Ha caratteristiche diverse, ma il ruolo è quello: esterno a destra o a sinistra. Da tutti gli esterni del mio ruolo cerco di carpire le giocate migliori”.

La B è un campionato difficile, impegnativo, imprevedibile, avvincente e coinvolgente. Quanto bello è? “Soprattutto è bello. Prima di qualsiasi altra considerazione dico che è un gran bel campionato. Poi arriva la considerazione che è difficile. Le emozioni, il modo di giocare, il pubblico, tutto l’ambiente sono molto diversi rispetto allo scorso anno. Ogni partita è difficile e diventa un’incognita. Non ci sono squadre facili. Bisogna dare sempre il massimo in ogni occasione, consapevoli che è possibile fare risultato contro chiunque. E’ un campionato in cui ci possiamo stare, in cui possiamo giocare sempre le nostre carte, com’è stato dimostrato. La nostra forza deve essere la compattezza, il non mollare mai per centrale l’obiettivo”.

SHOOTING SPECIALE ALLO STADIO DRUSO

Shooting speciale in location speciale, con fotografo speciale per Matteo Rover. L’attaccante biancorosso, autore di tre reti nelle ultime due partite giocate allo Stadio Druso è tornato sul terreno di viale Trieste, questa volta in borghese e per mettersi a completa disposizione del fotografo professionista Alfred Tschager, che lo ha ritratto in diverse pose, sia in campo che sugli spalti per illustrare con un book speciale la cover story di questo numero.

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ROVER

MIT DOPPELTEM AUSRUFEZEICHEN

Der in Treviso geborene Stürmer steht seit Sommer 2019 beim FCS unter Vertrag und verwandelte im Duell gegen Pisa beide Elfmeter, durch die den Weißroten letztlich der erste Zweitligaerfolg überhaupt im heimischen Drusus-Stadion gelang. Ein wichtiger Meilenstein der Vereinshistorie. Für den 23-jährigen, der einst seine Karriere in der Nachwuchsabteilung von Inter Mailand begann, war es im Profibereich gleichermaßen der erste Doppelpack als auch generell das erste Mal, dass er als Schütze eines Strafstoßes in Erscheinung trat.

ROVER

MIT DOPPELTEM AUSRUFEZEICHEN

Der in Treviso geborene Stürmer steht seit Sommer 2019 beim FCS unter Vertrag und verwandelte im Duell gegen Pisa beide Elfmeter, durch die den Weißroten letztlich der erste Zweitligaerfolg überhaupt im heimischen Drusus-Stadion gelang. Ein wichtiger Meilenstein der Vereinshistorie. Für den 23-jährigen, der einst seine Karriere in der Nachwuchsabteilung von Inter Mailand begann, war es im Profibereich gleichermaßen der erste Doppelpack als auch generell das erste Mal, dass er als Schütze eines Strafstoßes in Erscheinung trat.

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Hinter den ersten Zweitligasieg der Vereinsgeschichte setzte Matteo Rover ein doppeltes Ausrufezeichen. Seine beiden Elfmetertreffer waren es, die am 4. Spieltag für den 2:1-Heimsieg gegen Pisa sorgten.

Matteo, beschreib einmal deine Gefühle nach dem Sieg? „Ich empfand eine riesige Freude über meinen ersten Doppelpack und dass wir dadurch als Mannschaft einen verdienten Dreier einfahren konnten. Ein ganz wichtiger Sieg, den wir mit aller Macht erzwingen wollten, nachdem die ersten drei Partien verloren gingen. Diese Niederlagen waren sehr bedauerlich, da für uns auch schon zuvor mehr drin war. Wir haben versucht, die ersten drei Spieltage einfach hinter uns zu lassen und sind das Duell gegen Pisa so angegangen, als wäre es das Allererste. Das ist uns durchaus gut gelungen. Für uns war das, wie ein neuer Startschuss.“

Welcher der beiden Elfmeter wog schwerer? „Man kann sicherlich sagen, dass die Anspannung beim zweiten Strafstoß etwas größer war. Vor der Ausführung hatte der Schiedsrichter noch mit dem VAR Rücksprache gehalten, sodass ich etwas warten musste. Da kann man immer auch Gefahr laufen, sich vom Drumherum beeinflussen zu lassen und die Konzentration etwas zu verlieren. Aber letzten Endes hat alles geklappt und ich freue mich sehr für die Mannschaft. Der zweite Elfer war somit spielentscheidend, auch wenn der erste natürlich ebenso wichtig gewesen ist.“

Kennst du das berühmte Lied „La leva calcistica della classe ‚68“ von Francesco De Gregori und insbesondere die Strophe: „... Aber Nino, hab keine Angst, einen Elfmeter zu verschießen. An diesen Kleinigkeiten kann man einen Spieler nicht bewerten. Einen Fußballer erkennst du am Mut, der Uneigennützigkeit, seiner Kreativität ...“. Und weiter: „... Er

Mit seinem Doppelpack gegen Pisa wurde Matteo Rover von der Lega Serie B zum besten Mann des 4. Spieltags gekürt.

hob einen Ball auf, der wie verzaubert wirkte. Er schien an seinem Fuß zu kleben. Er zog in den Strafraum ein und schoss ohne zu gucken ...?“. Wie ist es dazu gekommen, dass du dir den Elfmeter geschnappt hast? „Der erste vorgesehene Schütze war Marconi. Er hatte sich aber beim Aufwärmen verletzt. Ich wollte diese Verantwortung dann bewusst übernehmen, obwohl ich in meiner bisherigen Karriere, abgesehen von der Primavera, noch nie vom Punkt geschossen hatte. Es ist also mein erster Elfmeter als Profi gewesen. Ich war allerdings davon überzeugt, dass ich das kann. Ich habe mich der Aufgabe gestellt und den Ball verwertet. Das freut mich genauso für die Mannschaft. Was mich selbst betrifft, glaube ich, dass es, in einer noch jungen Karriere wie der meinen, wichtig ist, diese Erfahrungen zu sammeln. Sie sind von unschätzbarem Wert für die weitere Entwicklung, sowohl als Mensch wie auch als Fußballer. Das erste Mal ist letztlich immer etwas Besonderes. Vielleicht werde ich beim nächsten Mal ruhiger sein. Grundsätzlich denke ich jedoch, dass ein Elfmeter immer eine ganz spezielle Situation darstellt, da jedes Tor im Verlauf eines Spiels wichtig sein kann.“

Ein kleiner Schritt zurück: Wie bewertest du den Auftakt in der Serie B? „Durchaus hart. Der Start war aufgrund der negativen Resultate nicht wirklich gut. Die Ankunft von Coach Bisoli war für uns wie ein Neustart. Wir haben uns alle einmal geschüttelt und wollten den schlechten Auftakt vergessen machen.“

Bevor du in dieser Saison erstmals mit den Weißroten in der 2. Liga zum Einsatz kamst, hast du in Liga, Pokal, Playoffs und Supercup insgesamt schon 116-mal das FCS-Trikot

getragen und dabei 21 Tore und 5 Assists für dich verbuchen können. Was waren bisher die schönsten Momente? „Da würde ich zum einen die großartige Aufstiegssaison der vergangenen Spielzeit nennen, die mit dem Sieg in Triest ihre Krönung fand. Das war ein Jahr für die Geschichtsbücher. Zum anderen wären da die letzten beiden Heimspiele gegen Pisa und Cosenza. Bei ersterem gelang mir mein Prämieren-Tor in der Serie B, mein allererster Doppelpack und gleichzeitig unser erster Zweitligasieg als Mannschaft. Gegen Cosenza war es ebenfalls ein gigantisches Gefühl. In der Serie B ein Tor aus dem Spiel heraus zu schießen, anders als zuvor, war nochmal was ganz Besonderes.“

Seine ersten Schritte im Fußball machte er in seinem Heimatort Motta di Livenza in der Provinz Treviso. Danach kam der Wechsel zu Inter Mailand, wo er zwei Saisons bei der Primavera-Mannschaft absolvierte. Beide enden mit dem Meistertitel. Hinzu kommen noch der Gewinn des Turniers in Viareggio und der Supercup. Die Bilanz bei Inter: 67 Spiele, 16 Tore - darunter das entscheidende für den Scudetto 2018 - und 7 Assists. Erfolgreich ging es auch weiter. Mit Pordenone gelang ihm unter der Leitung von Trainer Tesser der Aufstieg aus der Serie C. Im Sommer 2019 dann der Transfer zum FCS und in der Folge weitere wichtige Auftritte und entscheidende Tore. Matteo Rover, der noch bis 2025 einen Vertrag beim FC Südtirol besitzt, scheinen die schwierigen Tore irgendwie leichter zu fallen.

Bei den Weißroten hast du denkwürdige Momente erlebt, aber durchaus ebenso die Kehrseite der Medaille. Was waren die weniger schönen Ereignisse? „Das waren zum Glück nur wenige. Ich selbst habe am meisten darunter gelitten, wenn ich wenig gespielt habe. Obwohl ich natürlich verstehe, dass das zum Fußball dazu gehört. Die generell schwierigste Phase war die in der letzten Saison, als wir vor dem direkten Aufeinandertreffen mit Padua von den vormals zehn Punkten nur noch zwei Vorsprung hatten. Das war auch für uns als Team insgesamt ein spezieller Moment. Auf persönlicher Ebene habe ich im Verein aber noch nie Schwierigkeiten gehabt. Seitdem ich hier bin, habe ich ein Umfeld und Mannschaftskollegen vorgefunden, die es einem ermöglichen, das Beste aus sich herauszuholen.“

Würdest du sagen, dass du seit deinem Wechsel zu den Weißroten gewisse Entwicklungsschritte vollzogen hast? In welchen Bereichen? „Als Mensch bin ich zweifellos sehr gewachsen und reifer geworden. Ich bin als 20-jähriger hierher gewechselt und hatte die Möglichkeit, mich nicht nur auf, sondern ebenso abseits des Platzes weiterzuentwickeln. Ich denke, dass ich als Fußballer auch in technischer Hinsicht Fortschritte gemacht habe. Ich bin aber genauso überzeugt, dass ich mich noch weiter verbessern kann.“

Hast du einen heimlichen Wunschtraum? „Das Trikot der Nationalmannschaft wäre ein solcher Traum. Alles andere sind eher Ziele, die man sich setzt.“

Wer hat dich fußballerisch inspiriert? „Da habe ich eigentlich keine bestimmten Vorbilder oder Idole. Ich schaue mir gerne die Spieler an, die auf meiner Position als Flügelstürmer und auf den Außen im Mittelfeld agieren. Auch als ich bei Inter war, habe ich das schon gemacht und zum Beispiel Perisic genau beobachtet, der eine ähnliche Spielweise hat, wie ich. Obwohl er auf dem Platz sicherlich unterschiedliche Eigenschaften besaß, hat er immer auf dem rechten oder linken Flügel gespielt. Prinzipiell versuche ich mir, von allen Außenspielern, die eine ähnliche Position bekleiden, die besten Spielzüge abzugucken.“

Die Serie B ist eine schwierige, herausfordernde, unberechenbare und unglaublich spannende Meisterschaft. Was macht für dich das Besondere aus? „In der Serie B zu spielen ist vor allem eine Riesenfreude und einfach ein schönes Gefühl. Zu allererst ist sie für mich eine großartige Meisterschaft. Danach kommt dann vielleicht der Gedanke, dass sie auch extrem schwierig ist. Die Emotionen, die Spielweise, das Publikum und das gesamte Umfeld sind ganz anders als noch im letzten Jahr in der Serie C. Jede Partie ist schwer und deren Ausgang kaum vorherzusagen. Es gibt keine einfachen Gegner. Wir müssen in jedem Duell unser Maximum abrufen. Dann ist uns aber ebenso klar, dass wir gegen jeden in der Lage sind, ein Tor zu schießen. Das haben auch schon die ersten Spiele gezeigt. In dieser zweiten Liga können wir mit jedem mithalten und unsere Stärken ausspielen. Das bedeutet, kompakt zu stehen und nie aufzugeben, damit wir unser Ziel fest im Blick behalten.“

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