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IL CONTROLLO ORIENTATO: LE PARTI DEL TUTTO

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L’AUTORE

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Controllo orientato è un’espressione che fa parte del vocabolario di tutti gli allenatori e spesso viene dato per scontato che anche tutti i giocatori abbiano ben chiaro a cosa questa terminologia si riferisca. Ma ci siamo mai soffermati a darne una vera definizione? Molto spesso quando parliamo del controllo orientato ci troviamo a definirlo come “il gesto tecnico che permette al giocatore di dominare la palla e di indirizzarla verso una zona di campo da lui stabilita”. Ma trattare questa abilità esclusivamente come una gestualità tecnica può risultare riduttivo, poiché essa è composta da due componenti: quella tecnica, il controllo appunto, e quella tattica individuale che permette di aggiungere l’aggettivo orientato.

Questa è la prima grande distinzione da fare per sezionare un gesto tanto complesso quanto importante come quello che andremo ad analizzare in questo scritto. Entrare in controllo di una palla significa mantenere il pallone nelle vicinanze del calciatore e acquisire il dominio della sua traiettoria, in maniera tale che il giocatore possa compiere il gesto tecnico stabilito nello sviluppo della sua azione. Ma perché effettuare un controllo orientato? Quali sono le finalità di questa azione?

• Facilitare

Innanzitutto, il controllo orientato può essere utile per facilitare una palla giudicata non giocabile di prima intenzione: il giocatore ne entra in possesso, la addomestica e, in seguito, effettua la giocata successiva che è stata resa più semplice, appunto, dal controllo.

• Guadagnare tempo

Il controllo ha il vantaggio di aiutare il calciatore a gestire il tempo di gioco perché può rallentare o accelerare l’azione in base alla decisione presa dal calciatore.

• Direzionare il gioco

Il controllo orientato è un importante segnale di direzione del gioco, che può servire sia al giocatore che lo effettua per indirizzarsi verso una determinata porzione di campo che ai suoi compagni per riconoscere la destinazione del suo gioco. D’altro canto è un segnale utile anche in fase di non possesso, per anticipare le intenzioni di giocata (o almeno la direzione) dell’avversario.

• Evitare avversari

Tramite questo gesto tecnico si può saltare direttamente un avversario in pressione oppure predisporre il corpo per difendere il possesso della palla.

Sembra incredibile ma esiste un caso in cui il giocatore entra in possesso della palla senza toccarla! Questo è il caso del “controllo invisibile”: si verifica quando il giocatore entra in possesso di una palla che possiede già tutte le caratteristiche necessarie per effettuare la giocata successiva e non necessità di alcun aggiustamento. Pensiamo a un calciatore che ingaggia un duello laterale con l’avversario portatore di palla: se il contendente riuscirà a prendere la posizione e superare o spostare il calciatore in possesso potrà effettuare il successivo gesto tecnico (che sia una guida o una trasmissione) senza compiere alcun tocco per controllarla. Ovviamente si tratta di una situazione particolare e che si verifica raramente nel corso di una partita, ma è un esempio che ci serve a comprendere meglio il concetto di controllo. Dunque, per controllo intendiamo la presa di possesso da parte del giocatore. Qualora il calciatore voglia indirizzare il pallone verso una posizione diversa da quella in cui si trova in quel momento o alla direzione che sta percorrendo, per sviluppare l’azione che aveva in mente, allora dovrà effettuare un tocco (o più) per orientare la sfera e dare vita alla successiva giocata.

Per poter “vedere” l’impatto nel gioco del controllo orientato vi riporto un esempio eclatante alla memoria: il controllo orientato di Pirlo al 118° minuto di Italia-Germania del 4 Luglio 2006. Il nostro playmaker si trova al limite dell’area di rigore, centralmente, e la palla gli giunge sui piedi in seguito a un colpo di testa in mischia da calcio d’angolo. Davanti a lui la porta, ma tra lui e la porta vi è un muro, tra maglie azzurre e bianche. Decide così di orientare il primo tocco lateralmente, danzando lungo la linea dell’area di

/ Davide Berti rigore, lontano dalla porta ma con l’obbiettivo di aggirare quel muro. Orientandosi in quella direzione attira verso di sé il pressing dei tedeschi e libera lo spazio a Grosso per concludere in porta dopo il suo assist. Non possiamo sapere se la sua scelta di orientare in quella direzione fosse stata determinata prima che la palla gli giungesse o se semplicemente avesse orientato verso lo spazio più libero, forse istintivamente, per mantenere il possesso del pallone, ma rimane il fatto che quel controllo orientato ci ha permesso di andare in finale mondiale. Se non avesse orientato il controllo e avesse semplicemente stoppato la palla sul posto, prima di orientarla, come si sarebbe sviluppata quell’azione? In questo esempio possiamo capire come siano state determinanti le eccellenti qualità di Pirlo per portare a uno sviluppo positivo una situazione complicata. Le sue qualità tecniche gli hanno permesso di effettuare il gesto di controllare una palla molto difficile (il pallone era a mezza altezza, aveva subìto una deviazione pochi istanti prima ed era molto veloce) e le sue qualità tattiche gli hanno permesso di riconoscere lo spazio da attaccare per consolidare la sua presa di possesso e sviluppare un’azione pericolosa. Tutto questo dopo due ore di gara in una semifinale mondiale.

Inquadra il QRcode o clicca qui per visualizzare il video dell’azione di Pirlo a partire dal minuto 3:24.

In figura, un momento dell’azione di Pirlo.

Il controllo orientato si articola dunque in queste due grandi componenti, quella tecnica e quella tattica, che andremo ad analizzare più dettagliatamente nei capitoli successivi.

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