VicenzaPiù n.98, 5 aprile 2008

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Anno 3 - Numero 98 - Sabato 5 aprile 2008

Trasparenza!

Una boccata d’ottimismo di Giovanni Coviello

Domenica 13 e lunedì 14 si andrà a votare per politiche ed amministrative. Per una volta tanto in questi ultimi numeri non voglio aggiungere nulla sull’argomento elezioni se non che la chiusura della competizione politica nazionale - a prescindere dall’esito, e magari solo sperando che questo sia chiaro ed univoco per evitare altri ritardi decisionali - un vantaggio almeno lo darà: toglierà quella cappa di incertezze che, aggiunta ai motivi oggettivi di crisi economica internazionale e nazionale e all’assenza di riferimenti, sta frenando tutti nel decidere cosa fare, dall’imprenditore che non investe al lavoratore che non compra.

Non voglio parlare di politica ma finalmente posso scrivere di qualche buona notizia, che potrà aiutarci a scuoterci dall’attuale pessimismo, altro elemento di blocco. A Milano, mentre tutti bisticciano per Malpensa, il lavoro congiunto (salvo sciocche polemiche postume) di governo nazionale (di centro sinistra) e amministrazione locale (di centro destra, con le relative appendici della Provincia e delle Regione, equamente ripartite tra i due campi), insieme alla spinta delle forze economiche ha fatto assegnare alla capitale del nord Italia l’Expo 2015, dopo tanti insuccessi di candidature italiane precedenti.

Beppe Grillo in città a fustigare la casta dei politici e dei giornalisti. Mentre la campagna elettorale vicentina presenta i primi conti.

Esame dei costi della propaganda di partiti e candidati, fra dichiarazioni ufficiali, omissioni e mezze verità da pagina 6

foto Mario Bucchich

(continua a pagina 11)

Sicurezza, emergenza che non c’è.

La strumentalizzazione dei politici

Comunali, i candidati: Variati, Marchiani, Giometto

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Cassingena verso l’addio al Vicenza: “Imprenditori assenti”

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Vicenza, una città dove tutti vorrebbero vivere...

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5 APRILE 2008

interventi

Lettera aperta al comico genovese, che sabato 5 aprile fa tappa in città. Per raccontargli cosa non funziona nella città che fu di Palladio

Caro Beppe, Vicenza… è una periferia di Vaduz Caro Beppe, ti rubo qualche minuto di attenzione per una faccenda che riguarda alcuni nostri concittadini.

Come avrai letto, nella lista di italiani possessori di conti nel Liechtenstein, figurano alcuni vicentini: le famiglie Amenduni e Chimento. Non ti dico la costernazione.

Il nuovo Palladio Devi sapere che questa è la città del navigatore Pigafetta, dell’architetto Palladio, di medici e scienziati che tanto bene hanno fatto all’umanità, di poeti e letterati, di statisti e politologi. Ci mancava un ingegnere e finalmente l’avevamo trovato nella persona di Nicola Amenduni. ma questa storia dei birichini che tengono i soldi all’estero ci ha gettati nella più nera tristezza.

Devi sapere che il rettore dell’università di Udine, non un ciarlatano qualsiasi, ha detto del neo ingegnere: “Nicola Amenduni è il modello ideale di studente e laureato, un modello per il coraggio nell’intraprendere strade nuove con fantasia e capacità imprenditoriale”. Dopo Palladio, avevamo trovato un nuovo

modello ideale di studente e laureato.

Nemmeno quei bacucchi dell’Accademia Olimpica si erano resi conto che tra di noi c’era un così luminoso esempio. Ma chi poteva immaginare che così tanta idealità si materializzasse anche in conti all’estero? A dire il vero dei segnali c’erano stati, ma nessuno aveva capito.

W Tremonti Nel 2006 un giornalista di un settimanale vicino al neo ingegnere aveva chiesto a Michele Amenduni, uno della famiglia, che cosa desiderava da Silvio Berlusconi. Risposta: “Chiedo di terminare la riforma fiscale, andare avanti nella riforma che ha iniziato accelerando quel processo di devolution che demanda agli enti territoriali la gestione di entrate, prelievi e controllo del territorio.”

Capisci adesso, Beppe, perché i soldi li tenevano nel Liechtenstein? Si aspettava che il Cavaliere terminasse la riforma fiscale! Ma non con i soliti condoni di quel Giulio Tremonti (sì quel Tremonti che nel 1991 sul Corriere della Sera aveva tuonato che “Il condono fiscale

E’ in nome del controllo del territorio che qui si fanno gli affari

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Corso Padova, 12 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Corso Padova, 12 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redazione LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com ILARIO TONIELLO i.toniello@vicenzapiu.com Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO DANIELE BINAGHI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI

è una forma di prelievo fuorilegge...

Una forma di cinismo fiscale per tirare a campare o ancora peggio una scelta di suicidio fiscale...”). Anche perché a certuni i condoni non bastano, è troppo poco. Infatti, è solo con la devolution, così vanno raccontando ai creduloni, che si possono gestire le entrate.

E poi bisogna realizzare “il controllo del territorio” con enti di casa nostra, chi se ne fotte dello Stato! Intanto, i soldi sono stati parcheggiati all’estero per motivi, come dire, prudenziali, per necessità, aspettando la riforma!

Le mezze notizie Pensa che il giornale locale, molto vicino alla famiglia Amenduni, ha dato la notizia prima (quando è ‘scoppiata’) in quarta pagina nazionale, poi, insieme a tutti gli altri quotidiani vicentini, nell’ultima pagina della cronaca locale senza citare nel titolo e nel sommario gli illustri vicentini, forse perché erano tanti (un altro cognome eccellente, salvo omonimie, è quello degli Altieri, architetti spesso vicini ai ‘progetti’ di Lia Sartori). Fossi stato tu o un altro cittadino fuori dal giro, questo giornale (in buona compagnia, purtroppo con altri, locali e nazionali, troppo condizionati dai pur ovvi desiderata dei proprietari), ti avrebbe lapidato, mentre per i nomi eccellenti così conclude: “Gli imprenditori vicentini Amenduni e Chimento, tramite i propri legali, hanno fatto sapere di non avere violato le normative finanziarie e tributarie essendo il fisco a conoscenza dei sopracitati imponibili.”

Se sapeva perché erano regolarmente dichiarati, è ovvio che non ci siano problemi; ma se erano regolarmente dichiarati, perché ‘custodirli’ all’estero

Opinionisti: FRANCESCO DI BARTOLO MATTEO RINALDI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 vendite@vicenzapiu.com Stampa Stampato da Pentagraph Srl via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 5 aprile 2008

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

Piazza dei Signori

Beppe Grillo

e proprio in Liechtenstein, certamente più noto per essere un paradiso fiscale che per le sue pur indubbie bellezze?

Appaltopoli Caro Beppe, è in nome del controllo del territorio (concetto tipicamente mafioso) che qui si fanno gli affari. Pensa che l’Ente Fiera di Vicenza, un ente che è di proprietà pubblica, cioè realizzato con i soldi dei cittadini, ha assegnato (sia pure tramite l’Immobiliare Fiera spa, società di diritto privato e, quindi, formalmente senza gli obblighi degli enti pubblici, tipo le gare europee, pur se, ripeto, controllata da enti pubblici, il che imporrebbe diversi impegni morali) il mega appalto dell’ampliamento della Fiera di ben 67 milioni di euro con il solito sistema della licitazione privata: una commissione seleziona le imprese che poi effettivamente parteciperanno alla gara. I “prequalificati” sono i soliti noti: Fincosit, Mantovani, Pivato, Codelfa, Maltauro, ecc.. Quindi la commissione assegna l’appalto alla cordata che annovera, oltre alla capofila Maltauro, l’impresa di costruzioni

Gemmo, e i progettisti Studio Altieri, Svei, Asa Studio Albanese, Steam, Sistematica Works e architetto Giulio Altieri. Qualcuno, in proposito, aveva dubbi sui vincitori? ‘n to culu al Fisco!

Ho l’impressione che tutto svanirà come al solito. In fondo dalle tasse bisogna difendersi. Gli evasori hanno mai subìto in questo Paese una sanzione sociale? Assolutamente no, tutto il contrario. Mica siamo negli Stati Uniti. Valentino Rossi non ha perduto nemmeno uno sponsor, anzi ha dedicato uno spot alle sue disavventure col fisco, riuscendo persino a lucrarci sopra. Pavarotti, buonanima, ha venduto più dischi dopo il concordato con il fisco. Berlusconi, titolare di aziende che corrompevano la Guardia di finanza per coprire le loro magagne anche fiscali, è sotto processo a Milano per i fondi neri di Mediaset, cioè per un presunto giro di acquisti fittizi di film dalle major americane che servivano a gonfiare i costi, a drogare le perdite e a pagare meno tasse, addirittura mentre Mediaset veniva quotata in Borsa.

Il suo amico Cesare Previti dichiarò in tribunale che i miliardi che Fininvest gli versava in Svizzera non erano tangenti per comprare sentenze, ma parcelle in nero “per paura del fisco”. Un altro suo grande amico, Marcello Dell’Utri si metteva in tasca gli assegni con i fondi neri di Publitalia per pagare, ovviamente in nero, i lavori di ristrutturazione della sua villa e patteggiò in Cassazione 2 anni e 3 mesi per frode fiscale e false fatture: fu subito premiato con un seggio sicuro nel 1996, nel 2001 e nel 2006 ed è di nuovo candidato. Sai che ti dico? Ha ragione Marco Travaglio: che la Lista del Liechtenstein sia ammessa alle elezioni! Vedrai che supererebbe il quorum. Sul simbolo ci metterei una bella mazzetta di banconote e la chiamerei, con le parole di Cetto Laqualunque, “ ‘n to culu al Fisco”!

Ciao.

Francesco Di Bartolo

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5 APRILE 2008

approfondimenti

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Da destra a sinistra, è uno dei temi più cavalcati della campagna elettorale Ma i dati dicono che la situazione della città è assolutamente nella norma

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La sicurezza prima di tutto. I sondaggi parlano chiaro: tra le richieste che i vicentini pongono al futuro sindaco della città, la sicurezza è costantemente ai primi posti.

Anzi, di solito è proprio in cima alla classifica dei desiderata, come nel sondaggio pubblicato ai primi di marzo dal Giornale di Vicenza: la sicurezza era il tema che ben il 78 per cento degli intervistati aveva indicato come prioritario, davanti a viabilità, servizi per gli anziani ed ambiente. Una richiesta trasversale visto che, sempre secondo lo stesso sondaggio, la sicurezza era in cima ai pensieri tanto degli uomini che delle donne, dei giovani come degli anziani; unica parziale eccezione, le persone con un livello di istruzione elevato, che l’hanno messa al secondo posto, preceduta di un niente dai servizi per gli anziani.

Non c’è quindi da stupirsi se più o meno tutti i candidati in lizza hanno inserito nel proprio programma per le prossime comunali una ventaglio di proposte per far vivere i vicentini più tranquilli e sicuri.

Si va dal posizionamento di nuove telecamere per la videosorveglianza all’aumento del numero di vigili urbani che pattugliano i quartieri (e che non dovrebbero fare solo multe, aggiunge qualcuno); per arrivare alla tolleranza zero di Variati (“contro ogni forma di illecito”), e alla Lia Sartori che immagina di vestirsi un giorno da Robin Hood e un giorno da sceriffo di Nottin-

Una pattuglia della stradale

gham, e che propone di installare colonnine per le chiamate di emergenza nei punti caldi della città.

Ad ascoltare i dibatti elettorali, insomma, viene fuori l’immagine di una Vicenza in cui bisogna stare attenti ad uscire di casa la sera, in cui si rischia l’aggressione ad ogni passo, o quasi, e in cui la paura la fa spesso da padrona. Un’immagine che, però, non regge al confronto con i dati. Certo, i problemi non mancano, soprattutto in alcune zone. E ovviamente, per chi subisce un’aggressione, un furto o uno scippo, per non dire di peggio, il trauma è sempre forte. La titolare di un panificio del centro che qualche giorno fa si è vista portare via la cassa, o gli impiegati e i clienti dell’ufficio postale di Alte che hanno sono stati rapinati sotto la minaccia di una pistola, hanno i loro validi motivi per dire che la sicurezza è fondamentale. Ma se

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si fa un discorso generale e si va a scartabellare le statistiche ufficiali, è facile rendersi conto che Vicenza non sta peggio di tante città simili. Anzi. L’unico caso in cui il capoluogo berico spicca è quello dei furti denunciati ai carabinieri, circa sedicimila in un anno in tutta la provincia, un dato che assegna al vicentino il poco invidiabile primato del Veneto. Ma le statistiche utilizzate dal Sole 24 per il suo rapporto annuale sulla qualità della vita – statistiche costruite utilizzando i dati ufficiali del ministero dell’Interno - indicano che Vicenza, quanto a ordine pubblico, si piazza all’incirca a metà classifica.

Per la precisione al 46 posto (su 103), ben lontana dalle posizioni di vertice di Matera e Crotone (dato molto strano questo, almeno considerando le faide camorristiche che stanno insanguinando la cittadina calabrese) o di Belluno (6°), Bolzano (8°) e Trento (12°), ma comunque messa meglio di Treviso (56°), Venezia (76°), Padova (78°) e Verona (84°). Lo scenario non cambia di molto neanche prendendo in considerazione i singoli tipi di reato. Vicenza è al 56° posto sia per i furti d’auto (preceduta da Treviso e Venezia, ma davanti a Padova e Verona) che per i furti in appartamento, al 55° per scippi e borseggi, al 36° per numero di rapine. Se i vicentini si lamentano, cosa dovrebbero dire i genovesi con i loro 1200 borseggi ogni 100 mila abitanti (quasi dieci volte di più che a Vicenza), i napoletani con i loro 730 furti d’auto, sempre ogni 100mila abitanti (6 volte più che a Vicenza), o i bolognesi con i loro 460 furti in appartamento (il doppio che a Vicenza)?

A conti fatti, per un vicentino è forse più pericolo uscire di casa in macchina, o andare ogni giorno al lavoro. Nel 2006 i quasi 3mila incidenti avvenuti in provincia hanno causato 77 vittime e oltre 3.934 feriti, mentre nelle fabbriche, nei cantieri e nelle campagne rimangono ogni anno ferite quasi cinquemila persone. Bene, dunque, parlare di sicurezza, proporre soluzioni e alternative. Ma l’enfasi che si sente attorno a questi discorsi appare il più delle volte esagerata e strumentale. Anche perché, spesso, per migliorare la situazione basterebbe convincere i vicentini a vivere un po’ di più la loro città.

L. M.

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Savoia, direttore del Corriere del Veneto, assolve i media.

Ma boccia i politici: “Fanno leva sulla paura”

“Il vero problema è la strumentalizzazione elettorale”

Carabinieri in tenuta antisommossa

Come andrebbe affrontato?

«Non esistono ricette precostituiVa affrontato in termini di culte. Quello che è inaccettabile, però, tura, di interventi sociali, di preè la strumentalizzazione elettorale senza sul territorio. Ma nessuno di un problema che esiste né più ha la bacchetta magica. né meno che nelle altre zone d’Italia». E’ questa l’istantanea che il In pratica le forze politiche direttore del Corriere del Veneto, promettono sapendo di non Ugo Savoia, fa della “questione poter mantenere. Facendo sicurezza”. Secondo i sondaggi, un leva su un sentimento eleallarme che tormenta i sonni dei mentare di grande presa vicentini. Ma che in realtà molto come la paura. ha a che fare, direbbero i sociologi, Esattamente. con la costruzione soChiunque ha paura ciale dell’immaginadi essere rapinato, rio. Modellato giorno I giornali picchiato, scippato, dopo giorno sui titochi ha figli o figlie loni dei giornali e sul- fanno il loro le misure più o meno dovere: a volte si preoccupa quando tornano a casa propagandistiche dei alimentano la sera tardi. E’ norpolitici. le paure, male. ma devono La sicurezza è un raccontare la I dati smentiscoproblema reale o no che a Vicenza solo “percepito”? realtà esiste un grave Problema vero o finallarme sicurezto? No, diciamo che za. Eppure in questa camin Veneto non stiamo peggio di alpagna politica si sprecano tre regioni italiane. Ci sono periole promesse su “tolleranza di in cui la febbre scende e periodi zero” e simili. La tranquilla in cui sale. Sono state fatte campaVicenza come New York? gne un po’ forzate su questo tema.

Banalmente, il problema è reale quando succede qualcosa, non è Campagne mediatiche? reale quando non succede nulla.

La responsabilità dei media c’è I giornali fanno il loro lavoro, e senz’altro, ma è inferiore a quelnon si può criticarli per questo. la da addebitare alla politica, che E’ vero che alimentano la sensapunta per motivi biecamente eletzione di insicurezza, ma devono torali su un tema vecchio quanto il pur raccontare la realtà. Il vero mondo. Ne parlano come se tutti problema è l’uso strumentale lo sapessero risolvere una volta che se ne fa in campagna elettoper tutte, e invece la copertura torale. tale nessun governo, né nazionale A.M. né locale, può garantirla.

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approfondimenti Reportage. Una serata nei punti “caldi” della città alla ricerca dei segnali che fanno scattare l’allarme sicurezza. Per scoprire che il vero pericolo è il deserto in cui sono lasciate strade e quartieri

Da Viale Milano a S. Pio X Quando il vuoto genera mostri DI GIULIO TODESCAN Martedì 1 aprile, ore 21.30, viale Milano. Per avere un’idea dei problemi di sicurezza a Vicenza, meglio partire da questo quadrilatero di palazzi modernisti, fra la stazione e il quartiere di San Felice: è questa, nelle cronache locali e nel senso comune, l’area “insicura” per eccellenza. Qui nell’ultimo decennio è cambiato tutto, e da parte dei residenti “storici” si sono spesso levate grida esasperate contro gli schiamazzi notturni e la presenza di folti gruppi di immigrati. Che, come si sa - di nuovo per il “senso comune” - sono un sinonimo di quella strana patologia moderna chiamata “insicurezza”.

Questa sera, in viale Milano, il bar Speedy è particolarmente affollato: siamo in campagna elettorale, e qui si svolge una specie di comizio del candidato della Sinistra Arcobaleno, Ciro Asproso, sui temi dell’immigrazione. Lo Speedy è frequentato da moltissimi stranieri, come sempre: alla tv danno RomaManchester, e in attesa che inizino i discorsi politici, gli avventori sono calamitati dalla partita. Chiedo al gestore, Alberto, la sua opinione sulla sindrome insicurezza: «A Vicenza la situazione è tranquilla, noi rimaniamo aperti fino a mezzanotte ogni sera e non succedono episodi spiacevoli – mi risponde –. Conosco realtà più grandi, come Torino, e qui in confronto c’è calma piatta.

Certo, ci sono persone in difficoltà, che fanno fatica a integrarsi e possono finire in brutti giri, ma si tratta di gente che, sostanzialmente, ha bisogno d’aiuto».

Poco dopo Alberto redarguisce un avventore che, un po’ bevuto, disturba il discorso di Ousman Condé, alzando un po’ troppo la voce.

Ousman è un immigrato, ed è un at-

L’area ex Domenichella presso viale Milano

tivista della Sinistra. Anche nel suo discorso fa capolino la Sicurezza, e mi rendo conto di quanto questo concetto sia malleabile, mutevole a seconda delle prospettive, dei punti di osservazione: «Noi immigrati quando usciamo dal lavoro non abbiamo punti di ritrovo: ci restano solo viale Milano, campo Marzo, via Napoli. La gente poi si lamenta, ma non pensa che il motivo dei disagi è questo: dopo il lavoro noi non esistiamo». Poi parla della “sua” insicurezza: «Siamo ostaggi del permesso di soggiorno, senza il quale non si possiamo ottenere un contratto di lavoro né di affitto. E la casa da sola si porta via l’80% del nostro stipendio».

Pausa sigaretta: fuori dal bar scambio due parole con Cristina, che è giornalista. «Quando seguivo la cronaca nera – mi racconta –, il vecchio questore, Rotondi, mi diceva: smettetela di chiedere di viale Milano, lì non succede niente. Al massimo, l’illegalità avviene nelle strade laterali».

Ore 21.50, pattuglio le strade laterali.

Via Napoli, stando alle cronache dei giornali, è una strada contesa fra

residenti italiani e immigrati che sostano in gruppo sotto i portici, rumoreggiando per nottate intere. Trovo una strada vuota: l’unico segnale di socialità è un piccolo locale, il Bar Blue Moon, frequentato da indiani e bengalesi: bevono qualcosa ai tavoli, e alla tv questa volta ci sono i tipici video musicali indiani con donne danzanti. Il gestore è rapito dallo schermo mentre fuma da un narghilè.

Passeggio poi fino a via Torino, che a quest’ora sembra un po’ Berlino, alti palazzi, call center, döner kebab: i portoni ospitano gruppetti di immigrati che si godono la serata tiepida, fra chiacchiere e una lattina di birra.

Italiani, non ne vedo. Tasso di insicurezza percepito (da me): zero.

Sono le 22.15, un breve tour gli alberi di campo Marzo mi conferma la bellezza paesaggistica di questo gran prato che accoglie chi arriva in città dal treno. L’illuminazione è molto ben fatta, tanti lampioncini che lasciano veramente poco spazio all’immaginazione o ad affari loschi. E’ una delle prime sere di primavera, l’aria è tiepida, eppure noto solo una coppia che, quasi eroica, passeggia lungo il

viale che taglia in due il parco. Inizio a chiedermi quanto la sicurezza sia un problema serio, quanto sia un’invenzione, quanto i vicentini conoscano la città in cui vivano, e quanto si basino invece sul sentito dire, sugli episodi di cronaca nera enfatizzati dai giornali. Finora ho visto quasi solo immigrati, a calcare le strade: che i vicentini abbiano infine smesso di conoscerla, la loro città, e si accontentino dell’immagine che viene loro data dalle tv locali? Penso a come un territorio poco vissuto, poco “camminato”, diventi quasi in automatico sede di pericoli potenziali, immaginari: hic sunt leones!

Decido di cambiare zona. Alle 22.30 parcheggio a San Pio X, quartiere della periferia est, oltre il confine segnato dai binari della ferrovia. In giro noto qualche anziano in bicicletta, e qualcun altro che passeggia accompagnando il cane; le case hanno tutte le tapparelle abbassate.

Mi avvio verso la zona della chiesa, che so essere più frequentata. Sulla mia strada, finalmente, incontro un gruppo di anziani: sono alpini, appena usciti da una riunione al loro circolo, che ha sede nel centro socia-

le di quartiere. E allora, chiedo speranzoso, questa sicurezza? «Sicurezza? Mah, ci sono delle zone che si sa, sono frequentate da gente strana, e quando si esce si cerca di evitarle», dice uno. Per esempio? chiedo. Si guardano fra loro: «Non saprei, veramente non è che esca molto spesso la sera». «Questo è un quartiere morto – riprende un altro alpino –. La gente non esce di casa perché non c’è niente da fare, nessuna motivazione: i bar chiudono alle otto e mezza. Solo da maggio a settembre il quartiere si anima un po’, con le feste rock, i tornei di calcio, il bar del centro sociale». Il terzo mi indica le case popolari bianco-grigie, costruite negli anni settanta. «Quelle case esistono ormai da trent’anni, e nel frattempo la persone che ci abitano sono invecchiate. Lì esiste solo un bar, che chiude a orario di cena. E la gente, più è avanti con gli anni, meno ha voglia di uscire», racconta. Li saluto un po’ deluso. Intanto altri alpini escono dalla sede: «Allora andiamo a berci un bicchiere di vino?», li sento dialogare in dialetto.

«E dove? A quest’ora non c’è neanche un bar aperto».

Il quartiere di San Pio X

PROPAGANDA ELETTORALE E PRIVACY: LE REGOLE PER UN CORRETTO USO DEI DATI PERSONALI DEI CITTADINI

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In vista dell’avvio della campagna elettorale il Garante per la Privacy con un Comunicato del 03 marzo u.s. ha ribadito a partiti politici e candidati le modalità in base alle quali chi effettua propaganda elettorale può utilizzare correttamente i dati personali dei cittadini (ad es. indirizzo, telefono, e-mail etc.).

Dati utilizzabili senza consenso. Per contattare gli elettori ed inviare materiale di propaganda, partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati possono usare senza il consenso dei cittadini i dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai Comuni. Possono essere usati anche altri elenchi e registri in materia di elettorato passivo ed attivo (es. elenco degli elettori italiani residenti all’estero) ed altre fonti documentali detenute da soggetti pubblici accessibili a chiunque (es. albi professionali).

Partiti e candidati possono usare lecitamente anche i dati personali di iscritti ed aderenti. Per i titolari di cariche elettive vi è la possibilità di utilizzare dati raccolti nel quadro delle relazioni interpersonali da loro avute con cittadini ed elettori.

Dati utilizzabili con il previo consenso. A meno che i dati personali siano stati forniti direttamente dall’interessato, sarà necessario il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Stesso discorso nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet o ricavati da forum o newsgroup, liste abbonati ad un provider o dati presenti sul web per altre finalità. Sono utilizzabili anche i dati degli abbonati presenti nei nuovi elenchi telefonici accanto ai quali figurino i due simboli che attestano la disponibilità a ricevere posta o telefonate. Sono ugualmente utilizzabili, se si è ottenuto preventivamente il consenso degli interessati, i dati relativi a simpatizzanti o altre persone già contattate per singole iniziative o che vi hanno partecipato (es. referendum, proposte di legge, raccolte di firme).

Dati non utilizzabili. Non sono in alcun modo utilizzabili, neanche da titolari di cariche elettive, gli archivi dello stato civile, l’anagrafe dei residenti, indirizzi raccolti per svolgere attività e compiti istitu-

zionali o per prestazioni di servizi, anche di cura, liste elettorali di sezione già utilizzate nei seggi; dati annotati privatamente nei seggi da scrutatori e rappresentanti di lista, durante operazioni elettorali.

Informazione ai cittadini. I cittadini devono essere informati sull’uso che si fa dei loro dati. Se i dati non sono raccolti direttamente presso l’interessato, l’informativa va data al momento del primo contatto o all’atto della registrazione. Per i dati raccolti da registri ed elenchi pubblici o in caso di invio di materiale propagandistico di dimensioni ridotte (c.d. “santini”), il Garante ha tuttavia consentito a partiti e candidati una temporanea sospensione dell’informativa fino al 31/07/08.

Lachiver Servizi srl è a disposizione per offrire i migliori servizi di consulenza ed assistenza in relazione all’applicazione ed all’espletamento di quanto alla succitata normativa ed agli adempimenti in materia di Privacy

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5 APRILE 2008

inchiesta

Quanto si spende per le Comunali? E chi paga? Ecco cosa hanno messo in bilancio le liste impegnate nella corsa a Palazzo Trissino

Cara campagna, quanto mi costi I conti in tasca ai partiti Banchetti nei mercati, gadget di ogni tipo, bar trasformati in sedi di partito. Anche se la campagna elettorale sembra essere partita in tono minore – basta guardare quanti vuoti ci sono ancora negli spazi destinati ai manifesti -, non si può certo dire che partiti, forze politiche, e liste civiche non si siano dati da fare. C’è chi ha fatto confezionare pacchi di pasta col proprio nome (come Silvio Giovine, candidato nelle fila del Pdl), chi ha pensato alle uova di Pasqua (Claudio Cicero), chi ha distribuito zainetti ed ombrellini (Massimo Pecori), chi ha organizzato party elettorali (Arrigo Abalti, Pdl, con lo slogan No Abalti No Party) o concerti (Matteo Quero, in lizza con il Pd), e chi ha addirittura affittato per qualche mese uno dei bar più noti del centro (Alberto Filippi, della Lega, con l’antica offelleria alla Meneghina). Il tutto, ovviamente, oltre alla solita marea di manifesti, cartoline, depliant e santini vari, e agli spot che soprattutto negli ultimi giorni invaderanno giornali e televisioni locali.

Fin qui, niente di strano. In tempi in cui si parla molto di trasparenza e riduzione dei costi della politica, però, noi abbiamo cercato di capire quanto spendono le varie forze in campo per la poltrona di sindaco. E soprattutto chi paga. Ecco, una ad una, i preventivi della campagna elettorale delle dodici liste in campo. Con alcune premesse necessarie.

gliaia di euro, ed altre che devono fari i conti con i centesimi per non andare in rosso.

Trasparenza I candidati devono presentare in Comune, assieme ai programmi elettorali, anche un preventivo delle spese della propria campagna elettorale. Tutto, quindi, dovrebbe essere chiaro e alla luce del sole.

In realtà il preventivo è puramente indicativo, e non ci sono reali controlli sul rispetto di quanto scritto. E rimangono anche altre zone d’ombra: i finanziamenti, ad esempio, non sono praticamente mai esplicitati. E non c’è una forza politica che ammetta di aver ricevuto contributi da aziende, imprenditori, associazioni, cosa a cui si fa sinceramente fatica a credere, soprattutto per i partiti maggiori.

Poca chiarezza, infine, anche sui costi delle sedi elettorali. Su questo punto nessuno scopre le carte.

Cicero si limita a dire di aver ricevuto i locali in piazza Biade in comodato d’uso, l’Udc quelli in corso Palladio ad un prezzo di favore, Filippi di aver affittato la Meneghina a “meno di quanto si potrebbe pensare; e comunque non vale la pena di soffermarsi sui costi: abbiamo messo su una iniziativa nuova e con una bella squadra, è questo che conta”. A quanto pare, affittare un locale in pieno centro storico è alla portata di tutti, con buona pace di quei negozi che fanno i salti mortali per arrivare a fine mese.

Par condicio ?

Un dato che balza subito agli occhi Quello che non viene detto è la disparità dei mezzi a disposi- I partiti elencano le spese per mazione. Niente di cui stupirsi, dato nifesti, volantini, “giornali murali” che si fronteggiano (parole testuali ricoalizioni che riuniscoportate nei moduli no partiti attivi da anni, esposti all’albo con centinaia di iscritti pretorio), a volte Si sono visti e una rodata macanche quelle per china organizzativa, gadget telefoni, trasporti e piccole liste civiche di tutti i tipi: e spot pubblicitacreati per l’occasione, dai pacchi ri. Ma questi sono spesso facendo affisolo i bilanci ufficiadi pasta damento alla passione li delle liste, da cui e all’entusiasmo di po- alle uova rimangono escluse chi volontari. È chiaro di Pasqua tutte le spese perche non si possono sonali. Gli spritz, mettere sullo stesso gli aperitivi, i campiano, solo per fare un per che fanno il esempio, l’alleanza tra Forza Ita- giro della città tappezzati con la lia, An e la Lega, che da dieci anni faccia di questo o quell’aspirante governa la città, e una lista come consigliere, non sono inseriti nel quella dei Grillini: la differenza di conteggio. Così come non sono forze è abissale. E se da un lato è inseriti cene e pranzi, anche se a giusto che chi ha più consensi ab- volte è proprio in queste occasioni bia anche più risorse, dall’altro non che si decidono le cose più imporsi può fare a meno di interrogarsi tanti. Alla fine, quindi, il conto delle sulla “sportività” di una competizio- spese sarà molto più alto dei circa ne in cui si fronteggiano liste che 350 mila euro scritti nei preventivi possono spendere decine di mi- depositati in Comune.

Record Sartori Economicamente, hanno già vinto le comunali. Le liste a sostegno di Lia Sartori sindaco (An e Fi unite nel PdL, più la civica Vicenza Viva e la Lega Nord) possono mettere in campo un volume di fuoco propagandistico grazie alle ingenti risorse di cui possono disporre. Per quanto riguarda Forza Italia, primo partito in città, la coordinatrice della campagna (e candidata consigliere a sua volta), Giorgia Pozza, ci spiega che “a ogni candidato è stato chiesto un contributo di 1500 euro per depliants, volantini e facsimili.

C’è poi un conto corrente intestato al partito con versamenti regolarmente fatturati”. Non si parla, specifica, di “ricche somme”. E’ noto, tuttavia, che gli azzurri raccolgano fondi da parte di personaggi dell’industria e del mondo produttivo. “Se si tratta di nomi particolari, i loro contributi vanno al partito a livello regionale, cioè a Padova, che poi li distribuisce alla federazioni provinciali, che poi li girano a noi”. E siccome la Sartori ha un ruolo di primo piano in Forza Italia Veneto, è un po’ come dire i finanziamenti ‘esterni’ li gestisce direttamente lei.

Ma veniamo alla cifre. Il Pdl (comprensivo di Fi e An) ha stimato un preventivo totale di ben 93 mila euro, di cui un terzo (30 mila) riservato alla televisione: spot, conferenze, dibattiti.

Altrettanti per manifesti, stampati e scritte murali. 15 mila per le pubblicazioni di presentazione del programma e 5 mila per la candidature. 2 mila euro per la radio e 11 mila per spese varie (postali, telefoniche, automezzi, etc). Di cui 1000 per l’affitto (pagato o in comodato d’uso) di cinque sedi temporanee, due in viale Trieste, una in piazza dei Signori, una al Mercato Nuovo e una in piazza Mutilato.

Ma non finisce qui. Perché la lista civica collegata alla Sartori, “Vicenza Viva”, ha preventivato lo stesso identico bilancio: 93 mila euro, e non si ca-

pisce bene se si tratti di un doppione o se il conto totale lieviti così a 186 mila euro.

In più c’è la lista della Lega Nord, che appoggia sempre la Sartori, e che ha scritto a bilancio un preventivo di altri 63 mila euro, ottenuti da contributi di candidati (20 mila euro), di sostenitori della lista (25 mila) e del partito (18 mila). Un budget consistente, che il Carroccio prevede di utilizzare soprattutto per la pubblicità su tv, radio e giornali (22 mila euro), e per la realizzazione e la stampa di manifesti e materiali grafico (17 mila euro). Ma ci sono anche 15 mila euro messi in preventivo per la grafica elettorale e 8 mila per le spese postali.

Variati No logo Stando ai bilanci preventivi depositati in Comune, le liste a sostegno di Achille Variati partono decisamente svantaggiate rispetto a quelle che supportano Lia Sartori.

La somma complessiva, infatti, supera di poco i 40 mila euro, divisi in modo quasi uguale tra la lista del Partito Democratico (12 mila euro), quella di Vicenza Capoluogo (15 mila euro) e la lista civica variati Sindaco ((14 mila).

In tutto, quindi, meno di un terzo di quanto messo a preventivo dai rivali.

“Noi non abbiamo vetrine in giro per la città, non regaliamo pacchi di pasta, e nemmeno scarpe spaiate”, commenta con una vena di sarcasmo l’ufficio stampa di Variati. In effetti i gadget realizzati sono stati pochi (delle spille, dei braccialetti, dei palloncini), e anche manifesti e volantini non sono andati al di là della normale routine, pur con qualche differenza tra le varie anime della coalizione (la lista Giuliari

ci ha investito di più, la civica a sostegno di Variati di meno). Il grosso degli investimenti si è concentrato su una “comunicazione laterale”, per usare le parole dell’ufficio stampa. Cioè sulla ricerca di strategie un po’ più fantasiose, come le cartoline che stanno arrivando in queste settimane a casa dei vicentini e che illustrano il programma con immagini un po’ fuori dagli schemi: piazza dei signori trasformata in un prato verde per mostrare l’attenzione all’ambiente, un pacco regalo con una macchina della polizia municipale per spiegare l’importanza del tema sicurezza. Su tutte, va notato, mancano sia il nome del candidato sia i simboli di partito, sostituiti dalla rondine che ha accompagnato Variati fin dall’inizio della sua campagna elettorale. E lo stesso avviene nei gadget e in buona parte dei manifesti. Anche questo è un modo per tentare di differenziarsi della forme canoniche della propaganda elettorale.

Le forme di finanziamento sono quelle tradizionali. I contributi dei partiti (“Non molti a dire il vero, quasi che a Roma dessero Vicenza già per persa”), quelli dei candidati per la stampa del materiale (si parla di cifre attorno ai 200 euro a testa), e quelli del candidato sindaco. Che, assicurano, ci ha messo molto di tasca sua.

In tutto le spese dichiarate per la campagna elettorale sfiorano i 350 mila euro

Cicero mr. manifesti “Ci attesteremo su quanto abbiamo previsto al momento di presentare le firme”, assicura Marco Rossi, responsabile economico della lista ‘Cicero a 360 gradi’. E cioè un importo complessivo di 37600 euro. Tutti reperiti, sottolinea Rossi, dall’autofinanziamento dei candidati. E da sponsor

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inchiesta

privati della ‘società civile’. Magari da ditte che avevano gia sponsorizzato rotatorie e opere viarie? “Questa è una voce fatta circolare ad arte per gettare discredito su di noi. Abbiamo un conto corrente in cui accettiamo solo bonifici, nessun pagamento in contante”. La sede in Corso Palladio è in comodato d’uso, e quanto alle spese, la voce più significativa va per i manifesti: 12 mila euro. “Per la attrezzature d’ufficio e il telefono contiamo di spendere 4 mila euro, per il sito web 3 mila (sul preventivo c’è scritto 2 mila, ndr), per la radio 3500 e per la televisione sempre 3500 (sul preventivo sono 2300, ndr). Spicca la voce “automezzi” con 2500 euro preventivati: i cartelloni mobili col faccione di Cicero.

Sulla stampa “non abbiamo puntato molto, non ci sembra un elemento determinante”, ma alla voce ‘pubblicazioni candidature’ è stata segnata la cifra di 4500 euro.

iniziative personali. C’è chi ha invitato amici e simpatizzanti ad un aperitivo, e chi, come il candidato sindaco Massimo Pecori, ha commissionato una serie di gadget personalizzati da distribuire ai gazebi o agli incontri con gli elettori. “Ho preparato uno zainetto, un ombrello, un thermos per le bibite – racconta -; oltre ai tradizionali santini. In tutto dovrei spendere attorno ai 2mila euro, messi di tasca mia”.

Asproso, cartoline e concerti “Un budget di 10 – 12 mila euro”.

Ciro Asproso, candidato sindaco della sinistra Arcobaleno, affronta la competizione elettorale partendo da qui. E sperando che il conto finale non aumenti troppo rispetto alle previsioni: “Anche se so già che finirà così”, aggiunge. I finanziamenti arrivano da una divisione della torta in cinque fette, quattro coperte dai quattro partiti della coalizione (Verdi, Sinistra democratica, Rifondazione e Comunisti Italiani), e la quinta messa di tasca propria dallo stesso Asproso. Qualcosa dovrebbe arrivare anche dai contributi richiesti ai singoli candidati, anche se si tratta di cifre quasi simboliche: “50 euro per chi lavora, 20 o 30 per chi non ha un’occupazione”. Finanziatori esterni, o sponsor privati, al momento, non se ne sono visti. “Diciamo che non abbiamo fatto promesse a nessuno – commenta ridendo Asproso -. E questo dovrebbe essere una garanzia della nostra autonomia”.

Tra le attività programmate, oltre ai soliti manifesti e volantini, la distribuzione di un pieghevole di quattro pagine con i punti principali del programma (per la stampa del materiale sono stati messi in preventivo, complessivamente, 4600 euro), spiccano soprattutto l’invio a tutte le famiglie di una cartolina con una delle proposte politiche su cui l’Arcobaleno punta di più, e l’organizzazione di appuntamenti ed iniziative. In questi giorni, ad esempio, Asproso e gli esponenti della lista hanno dato vita ad una serie di dibattiti-aperitivo in alcuni locali del centro e organizzato uno spettacolo di Emilio Franzina all’auditorium Canneti.

Le liste più “ricche” sono quelle che appoggiano la Sartori. Le più “povere”: Bottene, Garbin e Giometto

Udc, vetrina sul corso A livello di politiche è uno dei partiti che si è dato maggiormente da fare - i manifesti dell’Udc sono stati tra i primi a fare capolino nelle piazze di paesi e città – e i riflessi si vedono adesso anche a carattere locale. In tanti avranno notato, ad esempio, la sede affittata per l’occasione in pieno corso Palladio, di fronte alla procura, a due passi da Santa Corona e da piazza dei Signori. Quanto sia costata, nessuno lo dice. “È stata ottenuta ad un prezzo di favore, ed è presto per fare un bilancio – spiegano il responsabile cittadino Daniele Guarda e il segretario provinciale Roberto Cavazza -. Anche perché gli spazi di corso Palladio potrebbero diventare qualcosa di più duraturo”.

Se le elezioni andassero bene, in altre parole, il partito di Casini potrebbe decidere di trasferire la propria sede da corso Padova a corso Palladio in modo permanente.

Lasciando a parte il discorso sede, l’Udc ha messo a bilancio per le comunali una spese di circa 10mila euro.

Come fonti di finanziamento, il partito può contare sulle riserve accumulate in questi anni accantonando il 10 per cento dei gettoni di presenza e delle indennità di carica di tutti i propri rappresentanti eletti in incarichi istituzionali (è il finanziamento abituale, che serve a promuovere anche tutta l’attività ordinaria del partito) e su un contributo extra di 200 euro versato da chi è stato inserito in lista, contributo in cambio del quale il partito ha assicurato ad ogni candidato la disponibilità di mille volantini standard (con gli slogan di partito) e di altri mille personalizzati. “Se qualcuno ne voleva un numero maggiore, ha dovuto pagare la differenza”, spiega Daniele Guarda. Nessuno sponsorizzazione privata, da parte di aziende o imprenditori, almeno secondo le dichiarazioni ufficiali. “Non ci sono soldi, e anche rispetto alle precedenti elezioni vedo una flessione”, aggiunge ancora il segretario cittadino. E in effetti le spese registrate sul bilancio presentato in Comune sono tutto sommato modeste: 1500 euro per i manifesti, 2mila per altri stampati, 1200 per le pubblicazioni di presentazione di candidature e programmi, 2500 per la pubblicità su radio e tv, e altri 2 mila per spese varie (poste, telefoni, affitto locali per conferenze stampa ecc...).

A tutto questo si aggiungono poi le

Vicenza Libera. Dai gadget Cinzia Bottene e il presidio No Dal Molin, come sempre, puntano più sull’entusiasmo dei loro sostenitori che sull’abbondanza di risorse economiche. A preventivo, infatti, sono stati messi meno di mille euro. “Siamo partiti con un budget molto contenuto – conferma la Bottene -, anche se poi la somma è aumentata grazie alle offerte individuali di chi condivide le nostre idee. Si parla comunque di cifre contenute: adesso è presto per fare un bilancio, ma credo che il costo finale potrebbe aggirarsi sui 4 mila euro. Abbiamo pochi mezzi, ma puntiamo sul coinvolgimento, e ci sono tante persone straordinarie che ci danno una mano”.

Dal punto di vista delle comunicazione, la lista Vicenza Libera scommette sul successo dello spettacolo di Dario Fo organizzato il 7 aprile in piazza delle Poste. Per il resto, ha puntato soprattutto sui volantini: “Metà li abbiamo fatti nel classico stile elettorale, con il programma della lista, metà invece li abbiamo impostati in modo più informativo, cercando di dare notizie sui temi che ci stanno cari, come l’inquinamento dell’oleodotto o l’appalto per il Dal Molin”. Poco o nulla, invece, per quanto riguarda le altre forme di comunicazione, come spot pubblicitari o gadget. “Guardi, sabato scorso al mercato nuovo eravamo gli unici a non regalare niente. Anzi, noi avevamo addirittura un cartello in cui chiedevamo sostegno”.

Chiara Garbin, la campagna essenziale Una campagna essenziale. Quella di Chiara Garbin, candidata del Movimento per il Ppe e della Liga Veneta, è una strategia che ha dovuto fare i conti con le risorse contate che si avevano a disposizione e che ha cercato di abbattere il più possibile i costi. “Ci siamo basati molto sul sostegno degli amici”, dichiara. Niente sponsor esterni, dunque, se si esclude l’appoggio dato dal punto di riferimento politico di questa iniziativa, e cioè l’europarlamentare Giorgio Carollo; e molto spazio, invece, all’autofinanziamento e al volontariato. Cercando, comunque, di limitare il più possibile i costi. “Non abbiamo fatto spot radio, né televisivi – continua Garbin -. Le uniche cose sono stati i manifesti e i volantini. E dei palloncini che abbiamo distribuito

in alcuni incontri”. Il conto? 850 euro, stando a quanto scritto nel bilancio preventivo presentato insieme alle candidature, di cui 500 per i manifesti e 350 per i volantini. Se non è un record poco ci manca.

Equizi “fai da te” Franca Equizi, per la sua civica “Riscossa Democratica”, ha tagliato la testa al toro: ha messo di tasca sua un budget totale di 3 mila euro (lordi), punto e stop. Niente autofinanziamento da parte degli altri candidati.“In parte sono soldi miei, in parte gettoni di presenza da consigliere comunale, che questa volta ho deciso di investire così invece di fare beneficenza come ho sempre fatto in questi anni”, spiega. La spesa va tutta in volantini e in manifesti (un centinaio in tutto), oltre a quelli ‘riciclati’ dalle elezioni provinciali dell’anno passato.

proprio nome da una ditta di Bolzano alla modica somma di 117 euro). Inoltre, grazie a una spesa personale di un appartenente al Meetup – da non confondere con la lista: la seconda è un parto del primo, che è semplicemente il gruppo telematico affiliato al blog di Grillo – vanno in onda su TvA cinque spot al giorno distribuiti in cinque settimane di cinque giorni ciascuna.

Un’iniziativa di 400 euro in tutto che non pubblicizza direttamente Vicenza Comune a 5 Stelle, bensì il V-Day 2 del 25 aprile, che si terrà anche a Vicenza.

La Destra autofinanziata “Non abbiamo cercato né abbiamo trovato finanziamenti esterni”, mette subito in chiaro Mimmo Obrietan, segretario provinciale de La Destra (in queste elezioni comunali presente assieme alla Fiamma Tricolore). “I nostri soldi vengono esclusivamente dall’autofinanziamento dei candidati, e sono andati tutti e solo in volantini e manifesti, nessun gadget. Per il resto, siamo presenti tutti i giorni con gazebi nei mercati ”. La cifra indicata nel bilancio di previsione è 10 mila euro, e finora ne sono andati via circa la metà.

Al di là di convegni e conferenze, un evento particolare sarà la Festa della Destra alla discoteca Cuore Matto: “Ma ognuno sborserà di suo i 25 euro dell’entrata”, sottolinea Obrietan. Che conclude: “Non facciamo parte della Casta. Il partito ci ha girato 1000 euro, non di più. Finanziatori particolari?

Zero assoluto”. Queste le dichiarazioni ufficiali. Il bilancio presentato in Comune, però, è stato redatto restando larghi: il contro totale supera infatti i 30 mila euro: quasi 20 mila per manifesti, stampati e pubblicazioni, 4 mila per gli annunci su radio e tv, 8 mila di spese postali, e altri 5 mila di spese varie.

In molti suppliscono alla mancanza di fondi con il fai da te e il volontariato

La colletta dei Grillini Sul preventivo allegato alla raccolta firme e al programma presentati all’inizio della campagna, i grillini della civica “Vicenza Comune a 5 Stelle” hanno segnato una cifra di massima di 7 mila euro. “Siamo stati larghi”, precisa Carlo Braggio, candidato e responsabile del bilancio. “Finora abbiamo speso 5600 euro, a cui vanno aggiunti i 1320 pagati per l’affitto del Centro Sport Palladio che ospiterà Beppe Grillo stasera 5 aprile, raccolti fra noi con una colletta. Che, tra l’altro, contiamo di recuperare chiedendo un contributo di 1 euro ad ogni spettatore”. Essendo la capienza di 1600 persone e prevedendo un massiccio afflusso anche da fuori città, è possibile pure un certo margine. Chi finanzia i grillini? Loro stessi, o meglio, i loro estimatori: “Abbiamo una cassa accumulata in anni di contributi raccolti tramite conferenze, dibattiti e incontri”, chiarisce Braggio. “Io segno tutto al centesimo. La nostra forza sta nel fatto che grazie a internet e a Skype (il telefono gratuito via web, ndr) economizziamo su chiamate telefoniche, grafica e anche spostamenti”. Per il resto ogni candidato si autofinanzia (Braggio, per esempio, ha fatto stampare 10 mila volantini col

Bocchese, la campagna fatta in casa Per il Partito di Alternativa Comunista nessun eccesso. Riccardo Bocchese candidato sindaco sul tema della spesa per la campagna elettorale non ha certo dubbi: “Niente negozi in centro ma molti volantini che distribuiamo a mano e fatti da noi”. Il preventivo di spesa depositato parla di circa 3 mila euro di spesa, anche se si punterà a spendere decisamente meno. “In tutto pensiamo di spendere anche meno di quanto abbiamo previsto”. Per quanto riguarda i finanziamenti, niente quote fisse per ogni iscritto ma una donazione in base alle proprie disponibilità.

Sponsor esterni nessuno.

Giometto, No spese politiche Davvero irrisorio il costo della campagna elettorale della lista “No privilegi politici” di Silvano Giometto che addirittura nel documento di bilancio prevenivo depositato ha preventivato una spesa di zero euro. I costi però si aggirerebbero introno ai 300euro per la produzione di manifesti e dei maxi cartelloni che la lista prepara per farsi pubblicità. Ogni candidato finanzia da se le spese dei propri volantini (“basta una risma di carta e il gioco è fatto”) mentre la sede del movimento è messa a disposizione gratuitamente da Giometto stesso. a cura di Alessio Mannino, Luca Matteazzi, Tommaso Quaggio

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Achille Variati, già sindaco per cinque anni dal 1990 al ‘95, ci riprova adesso alla guida di una coalizione di centrosinistra che riunisce il Partito Democratico, la lista Vicenza Capoluogo e una civica creata ad hoc per l’occasione.

Una missione difficile, quasi impossibile, visto che da un decennio a questa parte in città i numeri sono costantemente a favore del centrodestra. Lui, comunque, continua a dimostrarsi fiducioso.

Quali sono i tre punti principali del suo programma: li può spiegare in modo sintetico e concreto, indicando dove verrebbero trovati i fondi necessari?

“Sono per una città più pulita, più sicura e più viva. Serve una rete di piste ciclabili, che si può finanziare anche con gli introiti della sosta, ma soprattutto bisogna osare una rivoluzione della mobilità urbana. Il perno del nuovo sistema può essere la realizzazione di un metrotram circolare attorno al centro. Ci sono fondi europei e regionali importanti a cui attingere. Quanto alla sicurezza, le risorse del Comune sono scarse, ma possono essere usate con più efficienza, ridislocando verso i quartieri le forze della polizia locale. I servizi per le famiglie vanno potenziati in tre punti: serve una rete di micronidi, serve un incentivo all’assistenza domiciliare degli anziani, serve una scelta a favore dei giovani, che passa anche dalla costruzione di un center culturale di tipo europeo, che vedrei nell’ex area Domenichelli. Nel sociale va coinvolto

Il candidato del centrosinistra scommette su viabilità alternativa (biciclette e metrotram), urbanistica e sicurezza: “Intervenire prima che la situazione diventi grave”

Le sfide di Variati: “Rivedere il Pat. E rivoluzionare la mobilità” il terzo settore, mentre per il ripensamento urbanistico occorre un’alleanza con i privati. Attenzione però: il disegno della nuova città dovrà avere come bussola l’interesse generale dei cittadini. Non quello, legittimo ma particolare, di questo o quel privato”.

Urbanistica, situazione Aim, sicurezza, inquinamento: qual è, tra queste, il problema più urgente da affrontare. e come intende farlo?

“La crisi di Aim ha proporzioni che l’amministrazione uscente ha occultato alla città e che presto diverranno note.

L’indebitamento delle Aim è la più pesante ipoteca che graverà sul futuro dei cittadini di Vicenza. Perciò occorre grande chiarezza. Amalia Sartori propone il ritorno ad un Cda lottizzato e candida nelle sue liste personaggi imbarazzanti per il ruolo che hanno avuto nello scempio delle Aim. La mia linea è: mai più i partiti in azienda, nomine fatte in base alla competenza e una strategia di dialogo e aggregazione con le altre realtà del settore, innanzitutto provinciali”.

Cosa pensa del Pat? Quali sono le cose da fare e le cose da non fare nel settore urbanistica?

“Il Pat non è stato approvato e andrà modificato. Anche qui bisogna osare: e riuscire ad approvare un nuovo Pat entro gli inizi del 2009. Per poi vigilare sulla rapida approvazione da parte della Regione. Sul Pat dico che le aree commerciali non possono aumentare all’infinito, pena la crisi dei piccoli

esercizi di quartiere, che sono un vitale presidio sociale. Dico che la proporzione tra pieni e vuoti deve essere intelligente: non basta creare nuovi parchi, gli spazi pubblici e del verde urbano devono essere vivibili e vissuti. Li penso quindi come luoghi attrezzati e collegati ad un’offerta di servizi di qualità.

Vicenza è una città straordinaria, ma dopo le otto di sera c’è un desolante deserto. A cui fa eccezione solo quella vergogna cittadina che sono i viali della prostituzione su strada, ahimè affollatissimi di ragazze anche minorenni e di clienti”.

Completamento della tangenziale, passaggio dell’alta velocità, nuovo stadio: quale opera ritiene più importante? Perché?

“Nel contesto di una rivoluzione complessiva della mobilità cittadina, credo che il completamento della tangenziale sia la priorità. Assieme alla costruzione di una rete di parcheggi satellite alle porte della città, è la via per togliere dalla città una parte del traffico che oggi arriva sino alle porte del centro.

La variante della statale 46 va semplicemente fatta, anche per togliere dalla morsa dei tir l’area dell’Albera. La tangenziale est va completata, costruendo il tratto da via Aldo Moro sino ad Ospedaletto. Quella Nord va invece ancora del tutto pensata: al momento esiste solo un progetto, peraltro giustamente criticato da alcuni territori, e non c’è nessun garanzia sui fondi”.

Uno dei suoi slogan è quello della tolleranza zero, coniato da

Rudolph Giuliani per New York.

Non le sembra fuori luogo in una città tutto sommato tranquilla come Vicenza?

“No. La tolleranza zero è contro ogni illecito, grande o piccolo che sia. Vicenza è una città più tranquilla di altre, ma ci sono fenomeni di fronte ai quali un sindaco non può rassegnarsi: penso a furti, scippi e rapine, che spesso nemmeno vengono denunciati. Non c’è più un mercato che si concluda senza che ad un’anziana non sia stato rubato il portafoglio. Ci sono spazi verdi che sono luoghi del degrado anziché luoghi dello svago. Ci sono strade che la sera si trasformano in bordelli. E poi ci sono anche altri illeciti: penso alla violazione delle regole sulla sicurezza nel lavoro. Tolleranza zero significa che per combattere gli illeciti non si aspetta il momento in cui questi fenomeni diventano gravi”.

La lista Vicenza Capoluogo ha escluso alleanze con la sinistra arcobaleno al secondo turno. E’ solo una mossa elettorale per attirare il voto moderato, visto che il sostegno dei partiti della sinistra appare indispensabile in caso di ballottaggio?

“Io ho un programma ben preciso. È sul programma che chiedo il voto agli elettori: lo farò al primo turno e lo farò anche al secondo turno. La prima condizione, per decidere su eventuali apparentamenti, è la condivisione del programma. Perché una città ha bisogno di un sindaco. E un sindaco vero è

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Achille Variati

quello che ha alle spalle una maggioranza coesa”.

Lia Sartori ha detto che il voto utile è quello tra i due candidati maggiori (la stessa Sartori e lei).

E’ d’accordo?

“Non ho la presunzione di indicare agli elettori quale voto è utile e quale è inutile. Penso piuttosto che Amalia Sartori cerchi di esorcizzare l’inevitabile: lei aveva scommesso che il traino del voto politico le avrebbe garantito una vittoria al primo turno. Invece il secondo turno ci sarà e, per la mia sfidante, non sarà affatto una comoda passeggiata.

Perché nella scelta, che sarà soprattutto tra due persone, peserà la risposta a una semplice domanda: di chi vi fidate?”

Il candidato di No Privilegi Politici mette al primo posto la democrazia diretta: “Sindaco e giunta saranno retrocessi a semplici esecutori della volontà popolare”

Giometto, l’antipartiti: “Tutto il potere ai cittadini, il sindaco è solo un dipendente” Silvano Giometto, 61 anni, pensionato, ex capitano istruttore pilota dell’Aeronautica Militare ed ex pilota Alitalia sulle rotte intercontinentali, ha deciso di portare avanti anche in queste comunali la sua battaglia contro i partiti e le forme della politica tradizionale, ripresentando la sua lista No Privilegi politici. “Non mi candido per chiedere una poltrona – attacca -. Mi candido per mettere fine a queste frattaglie politiche di destra e di sinistra che abbiamo l’incomodo di sopportare. È da vergognarsi che le istituzioni

siano in mano ad avvoltoi affamati che vivono tra lussi indecenti e hanno ridotto il lavoratore italiano ad essere il meno pagato in Europa”.

Quali sono i tre punti principali del suo programma: li può spiegare in modo sintetico e concreto, indicando dove verrebbero trovati i fondi necessari?

“I punti non sono tre. È uno soltanto. Liberare le istituzioni invase e occupate dai partiti e dai politici.

Un argomento politico che toglie-

rà la gestione del potere a queste problema più urgente?

“Sui nostri sondaggi patacche ideologiche fatti da due diverse accatastate in gruppi postazioni su uno di potere e la conseshare di 200 persone gnerà ai cittadini. Ne “I No Dal sembra che il primo consegue che per i Molin? problema sia la sicuprossimi cinque anni Suffragette rezza. In futuro, quela città di Vicenza non sto sondaggio esteso sarà più governata da strampalate individui da riporto con l’orticello a tutta la cittadinanza ci dirà realmente ma dai cittadini”. vicino all’aeroporto” se la sicurezza è il primo problema da Urbanistica, sirisolvere. Se sarà così tuazione Aim, siquesto sarà il primo curezza, inquinamento: qual è, tra queste, il punto che risolveremo”.

Cosa pensa del Pat? Quali sono le cose da fare e le cose da non fare nel settore urbanistica?

“L’assetto territoriale della città sarà affidato a professionisti scelti dalla maggioranza dei cittadini e non dai partiti”.

Completamento della tangenziale, passaggio dell’alta velocità, nuovo stadio: quale opera ritiene più importante? Perché?

“Deve essere sfatato ed eliminato un tumore predominante nella

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speciale Il candidato della lista dei grillini “Vicenza Comune a 5 Stelle” promette ostruzionismo contro la base Usa. E punta su internet per una nuova informazione

Marchiani: “Ripristinare la legalità.

E smetterla col cancro dei partiti” chi sbaglia. Sto aspettando segnali Quali sono i tre punti prindalla magistratura. Dite che aspetcipali del suo programma: li terò a lungo? Sulla sicurezza è nepuò spiegare in modo sinteticessario cominciare a dividere fra co e concreto, indicando dove due tipi di legalità. Se sbagli tu, verrebbero trovati i fondi nefinisci in galera, se sbaglia l’amico cessari? dell’amico, la moglie del sindaco, Divento sindaco? Applico la posil concorrente del figlio del magisibilità offerta ai Comuni di unirsi strato alla carica di sindaco, allora con quelli limitrofi. Unendoci aule cose si muovono diversamente. menta il bilancio ma diminuiscono E’ per questo motivo che ho inviato le spese amministrative. Inoltre a due esposti ai procuratori generali quel punto si riceve un sovvenziodi Venezia e di Roma. namento statale che serve appunto Cosa pensa del a contrastare l’enorPat? Quali sono le me e assurdo numero cose da fare e le di Comuni italiani. cose da non fare Con una parte dei nel settore urbanisoldi sovvenziono la “Su Aim stica? sostituzione delle cal- aspetto la daie a gasolio nei con- magistratura. Fino ad un mese fa non sapevo cosa fosse domini e comincio ad Che però il Pat, come nemmeaumentare la flotta di non è no il Bid. Ora stiamo autobus in città rivestudiando questi ardendone i percorsi. imparziale” gomenti per prenderEnergia, Mobilità, ci le responsabilità Connettività e Rifiuti verso i cittadini che sono gli argomenti ci voteranno e che ci chiederanpiù interessanti del nostro prono soluzioni che spaziano oltre le gramma. “stelle” del nostro programma. Ho Urbanistica, situazione Aim, scoperto che nell’urbanistica si cela sicurezza, inquinamento: qual il vero potere di un Comune e che è, tra queste, il problema più le risorse vanno usate con un prourgente da affrontare. E come getto. Cementificare significa, fra intende farlo? le altre cose, erodere un capitale, e La situazione di Aim è talmente pertanto va evitato. Noi poi lo vopreoccupante che viene da pensagliamo negare del tutto, per cui ci re che si stia vivendo in un incubo. sarà da divertirsi.

La soluzione deve venire da chi ha Completamento della tanmesso in ginocchio l’azienda. Paga

Silvano Giometto

genziale, passaggio dell’alta velocità, nuovo stadio: quale opera ritiene più importante?

Perché?

L’alta velocità passerà sul mio cadavere, per cui essendo io in ottima salute non me ne preoccuperei per ora. Sulla tangenziale ammetto di non sapere lo stato dei lavori, ma considerando che noi immaginiamo una rivoluzione copernicana della mobilità direi che è lo stadio, fra le tre, l’opera più importante.

Mi dicono che il Comune paga le spese dello stadio, nonostante sia il Vicenza Calcio, società sportiva privata, a beneficiarne. Questo non va bene.

In caso di ballottaggio, chi appoggerà e perché?

Nessuno. Non voterò alle politiche e nemmeno al ballottaggio. Ho finito di legittimare il cancro di questo paese.

In cosa consiste il “nuovo rinascimento” politico di cui parla Beppe Grillo?

Quest’anno sono una decina le città che si stanno mettendo in gioco per riprendere il potere dei propri Comuni. Ma alle amministrative del 2009 saranno centinaia. Partiamo dal basso, dalla gente che si trova per parlare di politica, ma con la praticità di chi la fa sulla propria pelle. Ci sono molte cose dell’amministrazione che non conosciamo, come io non conoscevo il Pat per esempio. Ma ormai tutti ci stiamo

rendendo conto che l’attuale classe dirigente non conosce quello che conosce la gente. Stiamo parlando due lingue diverse. Siamo cittadini informati da internet. Io presento una bella delibera per la mobilità a Vicenza? Magari alla lista civica di Treviso farà comodo e la copierà perchè ne discuteremo assieme i benefici. Magari io copierò da loro una bella delibera sulla riduzione energetica. Basta con questi partiti, con queste piramidi. Le idee non vengono dall’alto, vengono dal basso, dalla mente collettiva della società, che è capace di bastonare qualsiasi luminare!

Il 25 aprile ci sarà il V-Day 2 dedicato all’informazione.

Quali sono i problemi dell’informazione a Vicenza?

I problemi ormai li sappiamo tutti.

Presumo che chi non li sa, a questo punto li capirà quando saranno stati risolti. Una parte di italiani vive in una realtà finta, di plastica.

Internet ci libererà tutti.

Sul Dal Molin la vostra posizione è il no. Al di là di come è stata gestita la questione a livello informativo, cosa proponete di concreto per fermare la base?

Non travalicherò mai la legalità, quindi dall’opposizione sarebbe veramente difficile. Fermo restando che rimango convinto che Vicenza non vedrà mai questa seconda base.

Ma presumo che da sindaco le cose

cultura cittadina che porta a ritenere che sia il politico o il partito di turno a decidere della priorità delle problematiche.

Con la nostra vittoria alle elezioni non sarà più così. I. Sarà quindi il cittadino a graduare l’importanza e l’avvicendamento dei problemi”.

Sindaco debba decidere sui problemi che riguardano i cittadini è convinzione che con queste elezioni sarà portata nello scantinato della storia”.

Lei insiste molto sul coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte governative: non le sembra però scorretto non proporre un programma più circostanziato, dal momento che spetterebbe proprio al sindaco decidere su quali questioni consultare i cittadini?

“Negativo. Il ruolo di Sindaco sarà relegato a quello di un semplice impiegato che non potrà prendere alcuna decisione se non avallata dal cittadino. La fesseria che il

Lei si è dichiarato favorevole alla nuova caserma al Dal Molin, e ha detto che la questione è chiusa. Nel caso lei fosse eletto alla carica di primo cittadino, non farebbe un referendum su questo argomento?

“I referendum ai quali saranno chiamati i cittadini riguarderanno esclusivamente le competenze comunali. Non si potrà fare certo un referendum se devono essere interrotte o procrastinate le relazioni diplomatiche con il Venezuela o il Tibet o se le Malvinas sono territorio inglese o argentino. Il Dal Molin è un problema di competenza nazionale e il governo ha

Davide Marchiani

cambierebbero molto. Sfido chiunque a costruire una base militare in città senza i favori della giunta.

Per quanto sia Roma a comandare, penso che si possano firmare molte delibere che abbiano l’effetto di disturbare i lavori e che possano alla fine ottenere lunghi ritardi. Inoltre l’informazione non potrebbe tacere certe notizie date dal governo cittadino, per cui guadagnare tempo per illuminare i cittadini su quello che sta realmente avvenendo diventerebbe strategico, forse anche con piccole ripercussioni a livello nazionale e internazionale. interviste a cura di Alessio Mannino, Luca Matteazzi, Tommaso Quaggio

già deciso.

Se poi devo andare su aspetti personali mi sono fatto l’idea che il No Dal Molin sia frutto di qualche suffragetta strampalata il cui giardino e l’orticello si trovano al confine con il perimetro aeroportuale”.

Conferma che in caso di ballottaggio la sua lista appoggerà il candidato che ha più probabilità di vincere? Non è una posizione opportunista? “È necessario specificare. Premesso che saremo noi ad andare al ballottaggio il problema non sussiste. Se invece, nella malaugurata sorte questo non dovesse accadere, presumo che ci alleeremo con quella squadra che ci garantirà la democrazia diretta. Ma temo che nessuna delle altre squadre sarà disposta a dare il potere ai cittadini”.

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5 APRILE 2008

fatti&notizie Le cooperative legate al Pd si aggiudicano l’appalto del Dal Molin Usa. Lo studioso Cedolin: “Fanno parte del sistema perverso delle grandi opere”

Rosse? No, verdi dollaro Alleanza Coop-America DI ALESSIO MANNINO

La Ccc di Bologna e la Cmc di Ravenna hanno vinto l’appalto per la costruzione della base Usa al Dal Molin: una commessa da 245 milioni di euro.

Che le cosiddette “coop rosse” facciano affari d’oro con quelli che un tempo venivano chiamati amerikani non è certo una novità. La Ccc è già presente ad Aviano e a Sigonella, la Cmc nell’ampliamento della base di Sigonella, mentre la Cmr di Filo d’Argenta è titolare della manutenzione parziale di Aviano (dove ha costruito vari edifici civili) e Vicenza, e quella totale per Livorno. “Costruiremo alloggi e non strutture di guerra”, è stata la posizione resa nota da Piero Collina, presidente della Ccc. Ne abbiamo parlato con uno studioso fuori dagli schemi, uno, per intenderci, che non è legato a nessuna consorteria, né di destra né di sinistra.

Marco Cedolin, orgoglioso abitante della Val Susa del No Tav (ha pubblicato per i tipi di Arianna Editrice Tav in Val di Susa. Un buio tunnel nella democrazia), da pochi giorni in libreria con Grandi Opere. Le infrastrutture dell’Assurdo, una documentata

denuncia degli intrecci fra interessi economici e potere politico e un’analisi ispirata ai princìpi della decrescita (felice, al cui movimento partecipa assieme a Maurizio Pallante).

What’s etica?

L’insediamento statunitense ospiterà truppe impiegate in teatri di guerra come quello irakeno. Ma secondo Cedolin, porre il problema di una presunta ‘eticità’ di aziende legate al mondo cooperativo di sinistra è fuorviante.

Perché di scrupoli, le coop, non se ne fanno più da un pezzo. “Pur trattandosi di società cooperative, non mi risulta siano mai state poste motivazioni etiche alla base delle scelte operative, che sono sempre state compiute in maniera estremamente spregiudicata con il solo scopo della massimizzazione dei profitti. Nell’inverno 2005 la Cmc, general contractor preposto allo scavo del tunnel di Venaus per il Tav in Valle di Susa, si guardò bene dal rinunciare all’appalto di 84 milioni di euro nonostante il tentativo di costruzione dell’opera venisse portato avanti attraverso l’uso della violenza e la militarizzazione di un intero territorio”.

Grandi opere come queste hanno uno scarsissimo indotto a livello ocale

Integrate nel sistema “Costruiremo alloggi e non strutture di guerra”, è stata la posizione resa nota da Piero Collina, presidente della Ccc.

“La posizione di Collina è quella di chi cerca di nascondersi dietro al proprio dito” replica Cedolin. “Affermare una cosa del genere mentre ci si appresta ad edificare una base militare è un po’ come volersi accreditare di valori etici che in realtà non esistono mentre si collabora alla costruzione di un aereo da guerra, per il solo fatto di produrre per l’apparecchio l’orizzonte artificiale e non il sistema di puntamento. La scelta di produrre l’aereo da guerra è già di per sé eticamente inaccettabile”. Le due cooperative rosse si sono difese dagli attacchi di chi li accusa di lucrare sulle guerre Usa dicendo che sono imprese e come tali si comportano. Quali sono le altre grandi opere in cui sono coinvolte? “Oltre al già citato ampliamento della base di Sigonella la Cmc ha operato in qualità di general contractor nella costruzione di molte tratte Tav, fra le quali la tratta Bologna–Firenze dove, facendo parte del consorzio Cavet insieme ad Impregilo e Fiat Engineering, risulta imputata in un processo per devastazione ambientale, in quanto i lavori di scavo delle gallerie prosciugarono le sorgenti e inquinarono il territorio con fanghi contenenti oli minerali. Negli anni ‘90 costruì parte della metropolitana milanese. Nel 1998 partecipò al consorzio italo–colombiano Impregilo–Minciviles per la costruzione della centrale idroelettrica Porce, che non fu portata a termine e determinò un contenzioso giudiziario per inadempimento contrattuale. Nel 2004 si aggiudicò il primo lotto della Salerno–Reggio Calabria per 678 milioni

Fatti, personaggi e vita vicentina

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da elettorale pure e semplici e cioè le pubblicazioni di slogan positivi o negativi, di foto o disegni, di inviti al voto non accompagnati da adeguata, ancorché succinta, presentazione politica dei candidati e /o di linee ovvero da una critica motivata nei confronti dei competitori. Per tali inserzioni vi è un espresso divieto legislativo (art.2 legge 515/93, art.6 regolamento 26.1.94).

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Alcuni render degli edifici progettati per il nuovo insediamento militare Usa

di euro senza rispettare il termine dei lavori previsto. La Ccc ha collaborato nella costruzione delle tratte per l’alta velocità ferroviaria e si è aggiudicata sostanziosi appalti nell’ambito delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, dove ha costruito i trampolini per il salto di Pragelato, il secondo lotto della pista da bob di Cesana e parte del villaggio olimpico di Torino. Ha inoltre costruito varie infrastrutture dell’aeroporto L. Da Vinci e della stazione di Roma Termini”.

determina uno scarsissimo ritorno economico in ambito locale, in quanto il ricorso alla manodopera locale è estremamente contenuto e limitato alle mansioni di rango più basso scarsamente remunerate. I subappalti non riguarderanno necessariamente aziende vicentine, saranno ‘al ribasso’ e coinvolgeranno probabilmente in larga parte manodopera costituita da immigrati assunti in maniera irregolare, così come avvenuto per le Olimpiadi di Torino 2006”.

Pci-Pd Una volta erano legate al Partito Comunista. Oggi, si dice, al suo erede, il Partito Democratico. Eppure sostengono di non essere imprese ‘di regime’. Come la mettiamo? “La storia delle cooperative ‘rosse’ dal dopoguerra in poi è sempre stata legata a doppio filo con quella del Pci, attraverso un fittissimo interscambio di rapporti clientelari. Oggi larga parte dei referenti delle cooperative rosse fanno parte dell’attuale Pd e non potrebbero fare a meno di guardare loro con Marco Cedolin occhio di favore. Il loro imponente peso specifico ha reso comunque possibili ottimi rapporti anche con il passato governo di centrodestra”. Trasversali quand’è ora di profitti, dunque. Il già citato Collina ha sostenuto che ci sarà un indotto (tema caro all’ex sindaco di centrodestra Enrico Hullweck e all’attuale capolista del Pd in Veneto, Massimo Calearo) anche per le aziende vicentine, grazie ai subappalti.

Cedolin non ci crede: “La costruzione delle grandi opere generalmente

Il colore dei soldi Insomma, è proprio finita (semmai è esistita) quella ‘superiorità morale’ vantata dalla sinistra di berlingueriana memoria. Ha detto Oscar Mancini, segretario vicentino della Cgil: “E’ lontana l’epoca in cui le coop erano fortemente motivate sul piano etico. Rosse?

No, stinte”. Cedolin concorda: “Il pensiero di Oscar Mancini credo sia sostanzialmente corretto. Non ritengo che le coop siano mai state così fortemente motivate sul piano etico, ma sicuramente a prescindere dalla misura in cui lo siano state nel tempo, oggi non lo sono più. Cooperative come Cmc e Ccc si comportano esattamente alla stessa stregua di qualunque grande azienda di costruzioni, perseguendo la logica del profitto che travalica qualunque riflessione di tipo etico o morale. Chiamarle rosse oggi significa operare un distinguo che non ha ragione di esistere, in quanto il profitto non ha altro colore che non sia quello dei soldi”. Dal rosso ai verdoni (i dollari).

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5 APRILE 2008

editoriale

Dalle grandi opere arriva una boccata di ossigeno per le imprese. Sperando che le elezioni diano un risultato chiaro

Expo 2015, appalti al Dal Molin e alla Fiera Qualche motivo per ripartire In soldoni, l’Expo 2015 vuol dire 20 miliardi di investimenti e 70.000 posti di lavoro in più con un indotto reale enorme che i primi calcoli quantizzano in un + 10% del fatturato delle aziende interessate (per un totale iniziale di 40 miliardi), tra cui molte venete e vicentine. Una grande boccata d’ossigeno e di ottimismo come ha testimoniato anche la Borsa salita subito all’annuncio di oltre 2 punti.

E a Vicenza, sempre senza parlare di politica, partiranno quest’anno i lavori legati ai 245 milioni di euro per la Ederle 2: le coop (rosse, sì, ma imprese e centri di affari come tutte le aziende, con ben poco di ideologico) incasseranno sì, ma spenderanno anche, e molto, in città e dintorni, succulenti subappalti locali inclusi, dando lavoro e creando volano economico. Altro ottimismo, ripeto, almeno per chi fa impresa e per chi lavora per uno stipendio che ha come obiettivo il fine mese. Aggiungiamo poi i 65 milioni di euro a fronte dei quali Maltauro & C., azienda e interessi vicentini doc (diciamo nel bene perché qui non voglio parlare del possibile male delle modalità di assegnazione della gara), amplieranno la Fiera. E il sorriso aumenta: più lavoro e, in questo caso, anche miglioramento delle potenzialità della città e dell’area storicamente legate a una Fiera che da troppo tempo subiva solo notizie di ridimensionamento.

Expo 2015 a Milano, seconda base americana a Vicenza e licitazione privata per la Fiera non sono solo ‘rose e fiori’, ma abbiamo bisogno

di ottimismo per ripartire. E’ indispensabile, non così tanto da dimenticare principi e valori. Ma a questo proposito chi è senza peccato scagli la prima pietra, se è vero, un esempio per tutti, che anche il candidato sindaco “No Dal Molin”, Cinzia Bottene, potrebbe essere stata condizionata da alcuni denunciati interessi familiari sui terreni intorno alla base osteggiata.

Elezioni politiche (e amministrative) ai titoli di coda, grandi opere in ripartenza, fantasia italiana e soprattutto, per ripartire, un po’ d’orgoglio (nazionale) in più. Come fa la Cina, che ci ha inondato di prodotti di bassa qualità e pericolosi e che inquina se stessa e, cosa peggiore, il mondo con le sue industrie senza rispetto alcuno dell’ambiente, a bloccare le mozzarelle di bufala per rischi (ci dicono irrilevanti) di presenza di diossina? L’altro giorno visitavo i luoghi di promozione politica cittadini e, pur se laziale e terrone di nascita, sono entrato ben accolto alla Meneghina di Alberto Filippi. Mi hanno offerto anche del grana padano, sottolineando che era buono perché ‘padano’. Giusto! Ma i cannoli sono buoni perché siciliani, la matriciana perché romana, il pesto perché genovese.

L’ho detto ai simpatici promoters della Lega verde vestiti. E lo hanno capito. In Italia c’è del buono e del cattivo, nel sud come nel nord. Per ripartire prendiamo il buono di tutti (rispettando le diversità) e costruiamo senza distruggerci. Ne abbiamo bisogno.

Giovanni Coviello

m rre Per lei

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FABIO 40enne mai sposato cerca una donna che sappia capire le mie intenzioni serie ed oneste.Sono un uomo carateriale ispirato ai principi religiosi. telefono 3281080282.

NICK 39enne, sportivo,pieno di vita cerco il vero amore e costruite un raporto per tutta la vita.telfono 3281080282 ALBERTO 33enne separato con un figlio.Ho voglia di ricostruirmi e amare.Per me e molto dificile ricominciare.Cerco una donna che sappia darmi energia e calore.Sono molto affettuoso.

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Sono Francesco Barcaro, chirurgo ortopedico del San Bortolo, medico sociale del Vicenza Volley e papà di due figli.

Con Achille Variati desidero condividere il desiderio di mettermi ancora di più a disposizione di Vicenza e perciò trovi il mio nome

Francesco Barcaro nella lista Per Variati Sindaco

ELEZIONI COMUNALI DEL 13-14 APRILE 2008

Barcaro Francesco

Messaggio Elettorale - Comm. Resp. Giovanni Coviello

SCHEDA AZZURRA

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Francesco Barcaro in panchina con Manuela Leggeri, centrale della Minetti Infoplus Vicenza, la squadra di A1 del Vicenza Volley

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Messaggio elettorale - Committente responsabile Michele Dalla Negra

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley giovanile La Coppa Triveneto si tinge di biancorosso pagina 15

T R Fatti, personaggi e sport vicentino SPO Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiare di Verona

La Minetti Infoplus all’ultimo sprint pagina 16

Hockey in line I Diavoli si rifanno il look in campo pagina 16

Calcio Vicenza e Bassano, duello su campi diversi pagina 16

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Federico Formisano per il Consiglio Comunale

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Anno 3 - Numero 56 - Sabato 5 aprile 2008 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°98

Franco Gabrieli, ex terzino sinistro in serie A, ora è il tecnico della Primavera del Vicenza. I suoi ragazzi sono arrivati 4° al Viareggio, ma sono ultimi in campionato: “Paghiamo l’inesperienza”

Futuro da grande

DI FRANCESCO CAVALLARO

Volley A1

PROPAGANDA ELETTORALE - COMMITTENTE RESPONSABILE SIG. FEDERICO FORMISANO

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Federico Formisano

categoria importante, la seconda squadra della società – risponde il tecnico -. Il campionato assomiglia ad una buona serie C, il calcio a questi livelli non è più uno scherzo. Il giocatore deve costruire la sua carriera mattone su mattone, senza avere fretta.

Può anche fare il salto di qualità, ma deve procedere a piccoli passi. C’è chi che arriva prima e chi dopo. O chi magari non arriva mai. La Primavera può essere un ottimo trampolino di lancio o un punto di arrivo”.

Gabrieli è un vecchio lupo di mare. Ne ha viste tante nella sua carriera, sia da giocatore che da allenatore. E coltiva la speranza guidare un giorno una squadra importante. “Quale tecnico non sogna questo? – spiega l’ex terzino -. Sto facendo ancora gavetta, come è giusto che sia. Sento però il bisogno di allenare in prima squadra; è una sfida, spero di vincerla. In ogni caso darò il massimo fino alla fine della stagione con la maglia del Vicenza.

Poi si vedrà”. E allora in bocca al lupo. A Gabrieli e alla prima squadra del Vicenza. Che nonostante tutto è ancora lì che batte chiodo.

Il suo chiodo fisso è allenare in prima squadra. Franco Gabrieli, tecnico della Primavera del Vicenza, sogna un futuro “in grande”. Si dice strafelice di tirar su i baby biancorossi, ma tiene sempre le antenne ben dritte; non si sa mai che arrivi la chiamata buona. Se è vero che la sua formazione è ultima in classifica, è altrettanto vero che ha conquistato un prestigioso quarto posto all’ultimo Torneo di Viareggio. “Quest’anno paghiamo l’inesperienza - commenta Gabrieli -; i ragazzi sono tutti molto giovani, la maggior parte proviene da campionati provinciali. Logico che ci stiamo trovando in difficoltà. Stiamo affrontando realtà importanti, con ben altre ambizioni rispetto Gabrieli è stato un giocatore del Padova per due stagioni 94/95 e 95/96 alle nostre; e abbiamo anche una rosa ridotta – di 15, 16 giocatori zi a guadagnare bene e sei sulla mente differenti, confonderli – rispetto alle nostre avversa- bocca di tutti rischi di montarti significa solo fare confusione ai rie. Tuttavia, sono convinto che la testa. Non solo. Di questi tem- miei giocatori”. Gabrieli, come si l’anno prossimo faremo ancora pi i giovani, anche al di fuori del sente un ragazzo che gioca in Primeglio”. mondo del calcio, pretendono mavera? Arrivato forse? “E’ una L’ex terzino sinistro vanta due tutto e subito. Così però non si va campionati in serie A con il Pa- da nessuna parte: occorre tanto dova nella stagioni 1994/95 e sacrificio, oggi come una volta”.

1995/96. Sono passati poco più Ti aspetti un Gabrieli che didi dieci anni, eppure sembra spensa consigli a destra e a manun’eternità come ca ai suoi pupilli. di Artini Roberto & C. s.a.s. spiega lo stesso alPoi, quando ci parli TELEFAX - FOTOCOPIATORI - ATTREZZATURE PER UFFICIO lenatore: “Quando “Quest’anno insieme con quel giocavo io era più suo accento tipico paghiamo difficile per un gioromano, capisci che concessionario esclusivo vane trovare spazio l’inesperienza non funziona proin prima squadra. sono prio così. Anzi. “Non Al giorno d’oggi fun- convinto che lo faccio mai. Se mi ziona diversamente: il prossimo metto a raccontal’Ancelotti di turno anno faremo re dei miei tempi i è pronto a far esorragazzi manco mi ancora dire Paloschi che ha ascoltano. Da alleappena 18 anni. Poi meglio” natore ho il comperò il ragazzo deve pito di interpretare essere bravo a rimadi volta in volta i nere a quei livelli. Per restarci loro stati d’animo e trasmettere dentro bisogna saper stringere ciò in cui credo. Ma non mi farò i denti; se anche arrivi in alto mai bello della mia esperienza. È via Lago Maggiore, 2 36077 TAVERNELLE DI ALTAVILLA VICENTINA (VI) il cammino è appena iniziato. importante scindere il giocatore Tel. 0444.371531 0444.334027 - Fax 0444.370922 Sembra facile dall’esterno, ma che ero dall’allenatore che sono; www.copymac.it - E-mail: info@copymac.it non lo è per niente. Quando ini- si tratta di due ruoli completa-

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5 APRILE 2008 Doppietta vicentina nella competizione svoltasi a Trento. Il GPS San Vito Volley nel femminile e il Packing ’90 Rosà nel maschile hanno scritto una pagina di storia

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Coppa Triveneto 2008, un affare biancorosso

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DI ANNA MOLON

UFFICIO STAMPA FIPAV Doppietta tutta vicentina nella Coppa Triveneto 2008, evento che vede protagoniste le vincitrici delle Coppe regionali del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. A Trento, lunedì di Pasquetta, ospiti del Comitato Regionale locale, il GPS Ragazze del San Vito e ragazzi del Rosà San Vito Volley nel femminile e il Packing ’90 Rosà nel maschi- La finale ha visto un appassiole hanno scritto una pagina di nante confronto tra vicentini e storia, conquistando il Titolo friuliani del Volleyball di Udine Triveneto tra le ovazioni di un che nella partita contro la fornutrito gruppo di supporters mazione di casa avevano dato vicentini che hanno assistito, di prova di grande tempra e “calorosamente”, concretezza. Granal doppio successo de soddisfazione delle due formaquindi per un Rosà Sugli spalti zioni beriche. Nella preparato e partisplendida cornice c’era un colarmente condel Palaghiaie, sede nutrito gruppo centrato, che ha tedelle gare casalin- di tifosi nuto alto il vessillo ghe dell’Itas Diatec vicentini di Vicenza conquidi Serie A1 maschistando il titolo in che hanno le, sono scesi in soli 2 set (25-16; assistito campo per primi 25-17). “Tutta la l’Argentario Tren- calorosamente squadra ha assapoto e il Packing ’90 rato direttamente Rosà che ha domail sapore della vitto agevolmente gli avversari, toria – spiega il direttore sporchiudendo la partita con un pe- tivo Diego Carlesso –infatti è rentorio 3-0. stata data a tutti i giocatori l’op-

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Barcaro, chirurgo e medico sociale del Vicenza Volley, è candidato alle comunali con la lista Variati: “Investire sulla cultura sportiva”

Sport e politica, quando la passione si fonde con il lavoro

portunità di entrare in campo per dare il proprio apporto alla vittoria finale”. Le armi vincenti del Rosà? La battuta e il lavoro a muro che hanno messo in difficoltà la ricezione degli avversari.

Il femminile ha incoronato le ragazze del GPS San Vito che, nella palestra Santa Chiara di Trento, hanno subito dimostrato una netta supremazia contro le avversarie dell’Argentario (30). Come nel maschile anche la finale rosa ha visto scendere in campo vicentine e friulane, pronte a darsi filo di torcere per aggiudicarsi l’ambitissimo trofeo. Dopo un primo set ceduto alle avversarie del Talmassons di Udine (25-15), il sestetto guidato da un illuminato Mister Sesso, ha rovesciato a proprio favore il risultato di un match combattuto, chiudendo con grande determinazione l’incontro (18-25; 13-25). “La genialità del nostro tecnico – spiega il presidente del San Vito Aleandro Mori – è stata quella di aver fatto girare la rotazione della squadra dopo la dèbacle del primo set, cogliendo impreparata la compagine avversaria”. Ad arricchire una giornata già piena di emozioni, sono arrivati anche i premi individuali che nel maschile hanno incoronato il giovane Matteo Pranovi come migliore attaccante e il libero Damiano Migliorini come miglior giocatore della Coppa.

Due riconoscimenti anche nel femminile con il premio come miglior palleggiatrice e come MVP assegnato a Sara Ruaro.

Il prossimo appuntamento per il volley provinciale è domenica 6 aprile a Sarcedo con la finale Under 14 femminile.

Arriva sempre il momento di mettersi in gioco. Francesco Barcaro, di professione chirurgo ortopedico all’ospedale San Bortolo di Vicenza e, per passione, medico sociale del gruppo Vicenza Volley, ha 42anni, è sposato, padre di due figli e grande appassionato di sport. Ecco perché ha deciso di candidarsi alle prossime comunali con la lista civica che sostiene Achille Variati.

Perché ha scelto Francesco Barcaro di fare politica e scendere in campo?

Cosa manca alla politica “Sono sceso in campo con il sportiva vicentina e cosa é chiaro obbiettivo di cambiare stato e non é stato fatto nel’idea di amministrare la nostra gli ultimi anni? città restituendole l’orgoglio di “Credo che la politica sportiva se. Ho deciso di impegnarmi vicentina abbia perso troppe per Vicenza in un atto di af- occasioni importanti per valofetto; avendo goduto in questi rizzare le risorse attive in Città e anni delle sue risorse voglio ora poterle presentare come biglietricambiare. Lo stimolo é il de- to da visita della città stessa. Per siderio di condividere un’espe- fare questo é necessario dialorienza e cercare di trovare una gare continuamente con tutte soluzione alle difficoltà quoti- le associazioni, investire sugli diane dei Vicentini”. impianti sportivi e supportare chi programma di valorizzare il Quali sono i temi nei quali talento giovanile”. vuole impegnarsi se fosse eletto come consigliere Co- Quali sono le prime cose munale? che farebbe per migliorare “La cosa in cui ritengo di poter la città dal punto di vista offrire un contributo é l’ambito sportivo? sportivo, culturale e sociale in- “Investirei innanzitutto sulla travedendo in Vicenza una città cultura sportiva incentivando con tante risorse e molte poten- la simbiosi tra professionismo zialità”. e scuole secondarie, portando gli atleti nelle scuole e gli alunni Perché l’attività fisica é così allo stadio e al palazzetto delimportante per i giovani? lo sport, come già vedo fare da “Credo che l’attività sportiva sia tempo dal club di volley; e preinvestire su se stessi; aiuta a svi- mierei con stage gli sportivi che luppare la positività di ognuno, si sono distinti per disciplina e insegna a rapportarsi con gli al- merito”. tri e a lottare per un obbiettivo e dà disciplina e regole”.

T.Q.

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Nell’ultima giornata arriva Altamura. L’obiettivo è di vincere per superare Chieri e guadagnare la decima piazza. Intanto con l’under 14 potrebbe arrivare il terzo titolo provinciale per il vivaio

La Minetti Infoplus tenta l’aggancio in extremis DI PAOLO MUTTERLE

Una domenica pomeriggio al PalaRewatt. Ritorna il passatempo preferito di molte famiglievicentine, questa volta non con le squadre biancorosse di B ma con le ragazze della Minetti Infoplus. Dopo la vittoriosa apparizione serale con Chieri e i test amichevoli infrasettimanali con Milano e Conegliano la prima squadra della città si ripresenta sul taraflex di via Goldoni nel giorno di festa per la passerella finale con Altamura. Una partita che per le ragazze di Benelli, attualmente penultime, può valere il decimo posto in campionato nella decima stagione consecutiva in A1. Le pugliesi sono invece irraggiungibili, avendo quattro punti in più delle vicentine in graduatoria; in mezzo fra le due c’è Chieri, che nell’ultimo tur-

Leggeri e Curcic esultano dopo un punto

no fa visita all’altra formazione delle Murge, quel Santeramo già sicuro dei play-off: un eventuale sorpasso biancorosso deve quindi passare anche per la sconfitta piemontese contro il Tena Volley. Ma al di là dei meri calcoli, Paccagnella e compagne giocheranno senza grosse pressioni, con tanta voglia di divertirsi e divertire il

pubblico lasciando un bel ricordo ai tifosi berici nel giorno dell’arrivederci alla prossima stagione.

Compiti per le vacanze Dopo la chiusura della regular season il programma sportivo prevede quindici giorni di stacco totale; si riprenderà a fine aprile con le atlete più giovani, con alcuni prospetti per

Hockey in line. La Caoduro Vicenza ospita Forlì e lancia lo sprint per il finale di stagione Valbusa: “La squadra c’è e gira bene; i nuovi innesti funzionano, siamo in forma”

la prossima stagione e con altre giocatrici anche in ottica beach, dato che come al solito la pausa estiva sarà in parte riempita con l’attività di Lega sulla sabbia con il circuito 4x4 Sand Volley Tour. Ma prima di tirar fuori paletta e secchiello si continuerà a lavorare in palestra con Manù Benelli e il suo staff, che sta già pensando all’anno che verrà.

Novello Fidas anticipa Appuntamento spostato a sabato sera (PalaRewatt, 20.30) per le biancorosse di Peppe Nica. La Serie A alla domenica impone infatti alla Novello Fidas di anticipare il proprio impegno casalingo contro il Club Italia.

Partita da non fallire assolutamente per uscire dall’apnea del quartultimo posto e tornare a respirare a quota 28 con Ancona e San Donà, che salvo risultati balordi non dovrebbero fare punti a Forlì e a Ravenna.

Palladiogroup.it per la maglia Digerita la retrocessione matematica, la truppa di Fangareggi fa visita domenica al Bedizzole, quinta forza

del campionato, la squadra dove milita l’opposto vicentino Meneguzzo. I 6 punti raccolti in classifica rendono difficile ipotizzare un aggancio alla penultima piazza occupata da Venezia (15). Ha ragione lo schiacciatore Manuel Trentin quando indica la doppia cifra come obiettivo raggiungibile.

Finali giovanili e dintorni Terza finale provinciale conquistata per le giovanili Joy Volley: dopo under 18 e under 16 tocca all’Ottica Padrin under 14 scendere in campo per il titolo vicentino domenica pomeriggio alle 17.30 contro il Volley Sottoriva. Le ragazze allenate da Elena Carboniero proseguono invece il loro cammino nella fase regionale nei quarti di finale affrontando domenica alle 15 l’Aurora Volley Bibanese. La semifinale è alla portata delle biancorosse, anche se bisognerà mettere in conto la stanchezza visto l’importante impegno del giorno prima in serie D contro il Top Volley (PalaRewatt, ore 17).

Calcio. I biancorossi giocano male ma vincono e si avvicinano alla salvezza I giallorossi veleggiano in testa alla classifica e si giocano la promozione

Obiettivo playoff, i Diavoli alzano il ritmo Batticuore Vicenza e Bassano Domenica 6 aprile la Caoduro Diavoli Vicenza torna a giocare al pattinodromo di Viale Ferrarin, dove dovrà affrontare Libertas Forlì, reduce dalla sconfitta casalinga contro l’Empoli, che condivide il quarto posto in classifica con i biancorossi.

I Diavoli arrivano dalla vittoria a Trieste contro il Polet e, grazie anche agli innesti di Fabio Rigoni a dare peso alla difesa, e Michele Ciresa a rinforzare l’attacco, non dovrebbero correre troppi pericoli nella prossima gara, a patto che non sottovalutino l’avversario. ”Non dovrebbero esserci problemi, ma non si può mai dire – dichiara Michele Valbusa, difensore dei Diavoli –. Con Forlì non sarà facile, soprattutto dobbiamo mantenere la concentrazione e non addormentarci, come ogni tanto capita. È importante ottenere il massimo dei punti nelle prossime due gare (Forlì e in trasferta Modena) per arrivare al 100% nell’ultima sfida della regular season contro l’Empoli e riuscire a stargli davanti in chiave play off. Quella gara sarà decisiva per la fase finale del campionato e dovremo riuscire a mantenere il quarto posto per trovarci poi nei play off dalla parte dell’Edera, una formazione molto forte e che quest’anno sta andando molto bene, ma che rispetto ad altre squadre, come ad esempio l’Asiago, non avrà nuovi innesti. Ma questi sono tutti discorsi teorici, prima di arrivarci manca tanta strada, quindi non dobbiamo pensare già ai play off e addirittura alle semifinali, dobbiamo fare passo dopo passo per cercare di arrivarci. Quest’anno il campionato è stato molto impegnativo, ma anche molto bello, il livello si è alzato notevolmente e ci sono tante formazioni alla pari, tranne le due big

Asiago e Edera e anche Milano 24, che nelle ultime due partite ha perso punti, ma che ha qualità ed esperienza e sa sfruttare al meglio le occasioni, come ha dimostrato contro di noi”.

Michele Valbusa, fresco ventisettenne, è un veterano dell’hockey in line e uno dei punti fermi dei Diavoli. In biancorosso da quattro stagioni, dopo aver conquistato due scudetti a Gallarate, è una pedina fondamentale della squadra: maturo, affidabile, continuo nelle prestazioni, è una sicurezza in difesa e un pericolo in attacco. “Quest’anno però sono mancate un po’ le realizzazioni – ammette Mitch, il suo soprannome in squadra –. Ho fatto molti meno gol dell’anno scorso e questo un po’ mi manca, forse dipende anche dal modo di giocare di quest’anno. In generale sono soddisfatto della mia stagione, ma la parte realizzativa mi manca. Speriamo di averli tenuti tutti in serbo per i play off”.

La scorsa settimana la squadra a Trieste ha conquistato tre punti importanti. ”Abbiamo disputato una buona gara – spiega Valbusa –: a parte il risultato che poteva essere molto più tondo e i quattro gol incassati, tre dei quali si potevano proprio evitare perché sono arrivati da nostri errori. La squadra c’è, gira bene, i nuovi innesti funzionano, siamo in forma, vediamo se riusciamo ad alzare il ritmo per i play off”.

E il discorso ritorna sulla fase finale della stagione. ”Sarà decisiva la partita con l’Empoli e dovremo dare il massimo - conclude Valbusa –. Mi piacerebbe arrivare alla finale, anche se so che sarà molto, ma molto dura. E poi chissà, cominciare a vincere qualcosa non sarebbe male”.

Ma prima dei play off, i Diavoli devo-

no terminare al meglio la regular season e il primo passo per proseguire sulla strada giusta si chiama Libertas Forlì, avversaria dei biancorossi domenica 6 aprile al pattinodromo di Viale Ferrarin con inizio gara alle ore 18.00 (ingresso libero).

Giovani Diavoli. Bella vittoria della formazione della categoria Ragazzi della Caoduro Diavoli Vicenza che domenica 30 marzo, nella gara di ritorno della semifinale per il 3°/4° posto del girone Triveneto, è riuscita a ribaltare il risultato dell’andata e a vincere nei supplementari contro l’Asiago per 51. I piccoli Diavoli hanno terminato i tempi regolamentari sul 2-1, risultato fotocopia dell’andata ma a loro favore, costringendo quindi gli avversari al tempo supplementare che si è concluso con il risultato di 3-0. Una gara intensa, emozionante, con un folto pubblico a sostenere i piccoli di casa Caoduro che, nonostante la fatica e il caldo, hanno saputo mantenere nervi saldi e concentrazione fino alla fine. A trascinare la squadra Andrea Zanon, in arrivo da Spinea, autore di una doppietta nei supplementari, e Michele Matteazzi, gioiellino della formazione biancorossa. Al fischio della sirena grande gioia e festeggiamenti, per una squadra che ha disputato un gran campionato, terminando al primo posto del girone, e che si è confermata di qualità anche a livello Triveneto. Non è andata bene, invece, per la formazione della categoria Allievi impegnata nella gara di ritorno della semifinale per il 3°/4° posto del girone Triveneto contro Ghosts Padova.

Dopo la sconfitta dell’andata i Diavoli hanno perso per 9-4, terminando così la stagione al quarto posto.

Sabrina Nicoli

Questo Vicenza ci è o ci fa?

Gioca male, vince e rimane attaccato al treno salvezza. Ancora una volta la dea bendata sta dalla parte dei biancorossi. Schwoch e compagni navigano al sestultimo posto con 31 punti, davanti a Avellino (30), Treviso (28), Cesena (26), Spezia (24) e Ravenna (22). Cioè, se il campionato finisse oggi sarebbero salvi: stranezze del calcio. In casa contro il Messina sono andati in svantaggio per poi recuperare e vincere 3-1; il bello Bassano Calcio euro e lanciato sulla piazza come è che hanno offerto una il salvatore della Patria. Dieci di prestazione da mettersi le mani questi gol allora. sui capelli. Se sabato scorso è anCapitolo Bassano. Domenica data bene, non si può sperare in prossima i giallorossi, primi a eterno che le cose vadano per il 65 punti, si giocano una fetta verso giusto. Il 5 aprile il Vicenza importantissima di serie C1; sarà ospite del Pisa, 61 punti e sono di scena al Giglio di Regin piena lotta per salire in serie gio Emilia con la seconda forza A. Cercasi disperatamente una del campionato (62 punti). Per partita convincente e magari i granata è l’ultima buona occaun punticino; il massimo sarebsione per agganciare la squadra be l’intera posta in palio, ma di di Glerean. Secondo gli addetti questi tempi bisogna sapersi acai lavori ci sarà il tutto esaurito contentare. Da segnalare, oltre (7000 i posti totali) con un’ottiad una squadra a corto di idee e ma partecipazione da parte dei di energie, la “risurrezione” post sostenitori giallorossi; a loro Pasquale di Riccardo Zampagna, è stata riservata la curva Sud autore di una doppietta nel ma(1750 posti). Info e prenotaziotch casalingo contro il Messina. ni al 335.6376498. Si consiglia L’auspicio dei tifosi è che l’attacdi arrivare al Giglio avendo già cante si sia definitivamente svecomprato il biglietto. gliato dal torpore; anche perché quest’inverno è stato comprato Francesco Cavallaro dall’Atalanta per 3 milioni di

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cultura Nel capoluogo le celebrazioni del cinquecentenario devono ancora decollare Da Noventa a Caldogno, invece, sbocciano iniziative dedicate all’architetto della Rotonda

Compleanno palladiano La città tace, la provincia festeggia publiredazionale

DI STEFANO FERRIO Tre secoli di storia non fanno una gran differenza fra Giovanni Maria Bertolo e Mario Giulianati.

Come il nobiluomo che agli albori del ‘700 dava vita con i suoi immensi lasciti librari alla Biblioteca cittadina, chi oggi la presiede è un vicentino molto attento al bene della città, sensibile alle passioni culturali, e perciò preoccupato per il futuro della stessa Bertoliana. La cui storica sede di contra’ Riale si rivela sempre più stretta rispetto alla domanda dell’utenza, e nelle cui sedi staccate si resta in attesa di capire cosa succederà adesso che spariscono con un colpo di spugna le sette circoscrizioni cittadine, cancellate forse per sempre da un decreto governativo. Tanto da rendere ancora più di attualità il sogno di una nuova e grande Bertoliana, installata nello stabile occupato ancora per poco dal vecchio e centralissimo tribunale di contra’ Santa Corona. Enorme complesso il cui futuro è tutto da scrivere, una volta che gli uffici giudiziari si trasferiranno nella nuova sede di borgo Berga.

Domande fra le molte che alle 17 del 29 marzo sono destinate ad animare il confronto con i candidati sindaci richiesto dai ragazzi della “biblio”.

“Mi si sono presentati con delega ottenuta dalla Consulta provinciale degli Studenti – racconta un Giulianati piacevolmente sorpreso da questo approccio istituzionale dei giovani utenti – e sono stato contentissimo di concedere loro lo spazio della chiesa sconsacrata di San Giacomo”. Una soddisfazione che non si fa fatica a immaginare in questo settantatreenne amministratore di uno degli enti civici più rappresentativi, approdato otto anni fa alla Bertoliana dopo lunga carriera divisa fra consiglio comunale (è stato anche assessore alla cultura), e militanza nel Partito socialista cittadino. La scadenza del mandato, che dura quanto il consiglio comunale, lo trova pronto a passare le consegne, o a succedere a se stesso, con la convinzione di lasciare un eccellente lavoro al nuovo governo della città.

“A dire la verità, per quanto riguarda le biblioteche di quartiere – spiega il presidente – siamo abituati alla trincea. Sin da quando, roba di qualche anno fa, da Roma ci fecero sapere che i comitati formatisi per gestirle in seno alle circoscrizioni, non erano riconosciuti dalla Legge. Chiariamo che si trattava di gruppi di volontari utilissimi per attivare iniziative e raccogliere contributi nel loro territorio.

L’azienda di Romano d’Ezzelino ha chiuso il 2007 con 63 milioni di fatturato

Fratelli Campagnolo punta sul retail 100 negozi Nucleo entro il 2009

Andrea Palladio

Evidentemente questa caratteristica così positiva non era giudicata di alcun interesse, tanto è vero che, dopo avere fatto finta di nulla per un altro paio di anni, alla fine ricevemmo una vera e propria intimazione di sopprimere i comitati, e fummo costretti a farlo”.

Il vuoto lasciato da quegli appassionati di libri e cultura, magari parenti o amici di consiglieri di circoscrizione ma non per questo da lapidare in modo così insensato, si fa tuttora sentire nelle sette sedi staccate della Bertoliana. Dove il lavoro quotidiano, e a volte ammirevole, dei bibliotecari, ha bisogno di sostegno per far conoscere iniziative e opportunità legate alla frequentazione di queste oasi culturali, un po’ sperdute fra condomini e stradoni periferici. Adesso che i parlamentini di quartiere vanno in un freezer dove potrebbero restare in eterno, l’isolamento rischia di diventare assordante, non essendo più possibile contare sulle risorse delle circoscrizioni in termini di idee e comunicazione.

Una soluzione per il dopo-elezioni potrebbe essere quella di dare vita a un unico, grande comitato cittadino di Amici della Bertoliana, un ente volontaristico a cui il Comune possa fare riferimento per raccogliere risorse, fissare obbiettivi, organizzare rassegne decentrate. Da un po’ di tempo se ne parla, dentro e fuori la biblioteca, e non è escluso che il dibattito sconfini nella campagna in corso per il voto

amministrativo.

D’altra parte, saranno anche meno del 10%, gli elettori sotto i 25 anni attesi all’appuntamento con i seggi, ma nell’ipotesi di un ballottaggio “all’ultima scheda” il loro peso rischia di diventare determinante. Se è caso mai più difficile individuare i loro bisogni e le loro aspettative, un dato certo riguarda l’uso delle biblioteche cittadine a cui una buona fetta è interessata.

Quadro delle ultime generazioni che farebbe sicuramente piacere a Giovanni Maria Bertolo, tre secoli fa già alle prese con lungaggini politiche e burocratiche di vario genere. Tanto da dover morire, nel novembre del 1707, prima che il Comune si risolvesse a destinare ai circa diecimila testi del suo lascito il centralissimo palazzo dove ha oggi sede il Monte dei Pegni.

Una ragione di più per onorarne la memoria in questo 2008 che segna il terzo centenario dalla nascita della Bertoliana. Evento che ci si accinge a celebrare con varie iniziative, tra cui un volume dedicato alla figura di Marcantonio Pigafetta, altro rappresentante di spicco di quella nobile famiglia di viaggiatori, e un libro-documento realizzato raccontando un giorno nella storia della biblioteca civica, per l’esattezza il primo marzo di quest’anno. Con dettagliato resoconto su chi – intento al servizio, alla lettura o alla ricerca - in quella data si aggirava fra le centinaia di migliaia di libri della civica Biblioteca di Vicenza.

Saranno almeno 100 monomarca, nel nostro paese, entro il 2009 ad insegna Nucleo, un numero destinato a salire fino a toccare quota 200 in tempi relativamente brevi. Nucleo, di cui sono già operativi 45 negozi di cui 7 sono in gestione diretta, non è altro che l’insegna che riunisce tutti i mercati rivolti all’infanzia della vicentina Fratelli Campagnolo, da Melby allo Michela Campagnolo, amministratore delegato dell’azienda stesso Campagnolo, a Cmp, tre marchi per centrare tutti i nostri marchi riun target medio e Alibama, un volti all’infanzia in un solo punto prodotto da 0 a 6 anni, decisavendita significa dare un’ampia mente di alto target. Il notevole gamma di soluzioni d’acquisto programma retail della Campaalla clientela. Il programma regnolo, che produce e commertail è ambizioso ma lo vogliamo cializza anche abbigliamento fortemente”. per uomo e donna a marchio Per la F.lli Campagnolo, che aziendale e Kilkenny, punta a produce anche pile, guanti e coprire tutta le città sciarpe, il 2008 dovrebbe ancapoluogo di provincia e tutche essere l’anno dell’avvio di te le località ad alta affluenza una produzione, in licenza, di turistica e questo per avere la un grande marchio internaziomaggiore visibilità e poter fruire nale, sull’esempio di quanto del passaparola che farà molto accaduto con i prodotti per la comodo all’export. casa, soprattutto coperte, con L’azienda di Romano d’Ezzelimarina Militare. All’azienda di no, che ha chiuso il 2007 con un Romano d’Ezzelino i contatti giro d’affari di 63 milioni di euro non mancano e la provata abilie che, a fine 2008, dovrebbe intà ed esperienza produttiva pocrementare i ricavi portandoli a trebbe far chiudere un grande 70 milioni, è anche pronta ad un accordo entro breve tempo. La ampliamento nell’export. Dopo F.lli Campagnolo ha una granaver conquistato il Nord Europa, de struttura produttiva compolo sguardo è oggi rivolto all’Est, sta da dieci stabilimenti, di cui un mercato di grandi potenziali5 in Italia e gli altri tra Romania tà così come potrebbe esserlo e Tunisia. Questo consente di quello degli Stati Uniti dove la curare la produzione del capo F.lli Campagnolo ha qualche a partire dall’acquisto del filo ambizione. “E’ necessario avealla realizzazione del prodotto re un centinaio di negozi ad infinito. Una politica che contrisegna Nucleo nei prossimi due buisce sostanzialmente all’abanni - spiega Michela Campabattimento dei costi e che pone gnolo, amministratore delegato i marchio ai vertici mondiali del dell’azienda di famiglia -, e a tal settore. proposito le richieste in franchiGiorgio Naccari sing non mancano. Poter con-

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interviste

Intervista a tutto campo con l’ex presidente dei biancorossi. Dalla discesa in campo di Calearo (“sono attonito”) all’ipotesi di cedere la squadra: “Ci stiamo pensando, ci aspettavamo più collaborazione”

Cassingena. “Lasciare il Vicenza? È possibile. Ma dopo il 2010” DI ALBERTO BELLONI

artigianato o dal commercio. Operatori capaci di condurre al successo la propria impresa ma poco attrezzati a In questa nostra terra di self made visioni di grande respiro strategico. man, Sergio Cassingena è un po’ Quanto alla domanda su Calearo, un’icona, nel senso che è davvero che dire? Lo conosco bene e ne ho partito ad handicap. Foresto, di faapprezzato il lavoro svolto sin qui. miglia molto ordinaria, ha iniziato Devo dire che al modello Berlusconi, proprio dalla gavetta, per arrivare cioè dell’imprenditore direttamente piano piano ai vertici della piramide impegnato nella conduzione della del “Who’s who?”. politica, preferisco il modello Agnelli, Che cosa deve a Vicenza. Le è cioè quello di una partecipazione attistata madre o matrigna? va ma un po’ più defilata. La scelta di “No, direi assolutamente madre.

Calearo mi ha lasciato molto perplesAnche se l’inizio non è stato facile. so, dunque, anzi, direi quasi attonito, Ricordo che quando arrivò a casa anche se ovviamente non mi sento di nostra a controllare la residenza, il censurare le sue scelte personali. Vimesso comunale chiese a mio padre sta la carica che ha ricoperto a lungo, come mai fossimo venuti ad abitare avrei preferito vederqui e non altrove. Farlo ancora impegnato si accettare dai vicentini non è facile. Sono “Oggi i conti all’interno del tessuto associazionistico degli diffidenti e prima di sono industriali. Mi dispiace, aprire la porta ad un a posto; perché segna la perdita estraneo devono vedi un uomo di qualità, rificare se è degno di anche che difficilmente potrà fiducia e se accetta le retrocedere tornare ad essere learegole. Però mi piace in serie C der di categoria, vista molto questa città. La non l’incompatibilità con la sento mia. Anche se sarebbe un militanza politica.” oggi è molto diversa problema” Siamo in piena corda quella che mi ha sa alla poltrona di fatto innamorare da Primo Cittadino. Che ne penragazzo”. sa dei due principali candidati E com’è l’imprenditore vicenalla vittoria? Dell’una si dice tino? La convince la scelta di che pagherà il suo non essere Calearo? vicentina. Dell’altro che non “Vicenza ha pochi veri imprenditorappresenta esattamente il ri ad alto livello e quei pochi spesso nuovo che avanza… hanno la testa distante dalla città. Il “Conosco poco Lia Sartori e un po’ resto sono realtà medio piccole, genmeglio Achille Variati. La prima si te formidabile, che viene dal piccolo

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occupa di politica locale da molti anni ed ha anche esperienze a Bruxelles. Da questi punti di vista non credo pagherà troppo dazio alla sua origine thienese. Il candidato del PD è un cavallo di ritorno, non so quali idee nuove possa portare, però conosce molto bene la città. Sarà una bella lotta” Come Gruppo avete finanziato il progetto teatro di Enrico Hullweck. E’ stato un riconoscimento alla persona oppure un avallo alla sua politica come Sindaco?

“Entrambe le cose. Pensiamo che sia stato un amministratore che ha fatto molto bene per la città. Sarà difficile occupare quel posto dopo di lui. Non solo è stato l’uomo delle realizzazioni concrete dopo decenni di chiacchiere, ma ha anche dimostrato grandi doti di mediazione e di diplomazia.”

Cambiando argomento, la gente sta soffrendo un momento di grande difficoltà sul piano economico e sul banco degli imputati per la lievitazione dei prezzi c’è la filiera della distribuzione.

Un settore che Lei conosce benissimo…

“Lo conosco benissimo e posso quindi dire cose attendibili in merito.

Dare la colpa ai passaggi commerciali della merce è comodo a molti, ma nella sostanza inesatto. Noi, ad esempio, rappresentiamo l’anello finale di questa catena, che una volta era abbastanza lunga ma oggi, con la globalizzazione, decisamente più corta. Il margine finale sulla merce, che copre i nostri costi e l’utile di esercizio, non ha grandi forbici possibili, perché la concorrenza tra le diverse insegne della distribuzione è fortissima. Piuttosto occorrerebbe approfondire le politiche assurde fatte dalla Ue in ambito agricolo.

Cerco di spiegarmi meglio. Sono sotto accusa, ad esempio, i prezzi del grano e del latte. Ma entrambi questi prodotti sono soggetti a quote rigide di produzione, che determinano scorte basse e quindi prezzi esposti alla speculazione internazionale. Basta, ad esempio, che un paese delle dimensioni della Cina, cominci a domandare più grano per innescare meccanismi che sul piano locale non possono essere ammortizzati con aumenti della produzione interna. Se parliamo invece delle derrate di frutta e verdura il problema è diverso. Lì stiamo pagando variazioni climatiche che, diversamente da un tempo, incidono fortemente sulle produzioni

Sergio Cassingena e sui rendimenti. Come si vede la situazione è piuttosto complessa. Certo si può far qualcosa sulla logistica e sulle eventuali speculazioni gratuite, ma il problema come ho detto è ben più ampio e complicato.”

Andiamo al calcio, croce e delizia della sua vita. A quattro anni dalla presa delle redini del Vicenza, si è pentito di quella scelta?

“Quando abbiamo preso la società sull’orlo della bancarotta, è bene ribadirlo, lo abbiamo fatto esclusivamente per un atto d’amore. Dal punto di vista economico oggi prendersi il carico un club calcistico, specie se di buon livello, è un’autentica follìa.

A me personalmente, vecchio tifoso biancorosso, l’idea di veder fallire la Nobile Provinciale era insopportabile. Per questo abbiamo fatto il passo e abbiamo gettato nell’impresa tutte le risorse necessarie per prima cosa a sanare il bilancio e secondariamente a conseguire risultati sportivi. Dal primo punto di vista è stato un successo, dal secondo, solo delusioni. Più di quel che abbiamo fatto, obiettivamente, non era possibile. Forse abbiamo sbagliato nella scelta dei manager, almeno questo lasciano capire i numeri sportivi.

Forse non abbiamo portato i giocatori giusti a Vicenza. Ora è facile dirlo. Eppure abbiamo seguito due linee diverse. Inizialmente, con Camolese, ci siamo più fidati delle scelte del mister, successivamente, con

Gregucci, abbiamo dato più potere decisionale al nostro staff tecnico.

Com’è evidente a tutti, non è che sia cambiato molto. Siamo profondamente delusi, lo ammetto. Ma non molliamo, almeno fino al 2010.

E non hanno alcun fondamento le notizie di fantomatiche cordate, la Mediolanum piuttosto che il gruppo spagnolo. Tutte bufale pazzesche.

La verità è che siamo stati contattati solo da due imprenditori. Uno si è ritirato subito dopo aver visto i costi di gestione, l’altro ha preannunciato una cordata che si è poi dissolta nel nulla.”

Ma c’è il rischio concreto che prima o poi voi decidiate di lasciare la barba del Vicenza al suo destino?

“Sì, questo pericolo c’è. Soprattutto perché la cordata che rappresento aveva dato fiducia a me in prima persona ed io, come sapete, non sono più in grado di gestire personalmente la società. E non è nemmeno un fatto di categoria. Oggi i conti sono quasi a posto e dunque anche retrocedere in C non sarebbe un problema. Si ridimensionerebbero ingaggi e spese, ma si andrebbe avanti lo stesso. No, il problema è di impegno personale. Contavo di trovare più collaborazione nel tessuto imprenditoriale e questo sta invece mancando. Storia vecchia. Forse a nessuno importa di mantenere il Vicenza ad alto livello. Spero di sbagliarmi.”

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5 APRILE 2008

storie

In estate riaprirà al pubblico uno dei luoghi più suggestivi del vicentino. Una spaccatura nella roccia profonda 90 metri scavata dalle acque del torrente Torrazzo, al centro di leggende e spettacoli teatrali

Montagna Spaccata, la roccia che incanta DI FEDERICA CEOLATO Sulla strada che porta agli impianti di risalita di Recoaro Mille, poco a monte dell’abitato di San Quirico di Valdagno, sarà capitato agli appassionati di scii, agli amanti del trekking o a chiunque di passaggio, di accorgersi dei lavori in corso segnalati dalla recinzione arancione all’altezza della Montagna Spaccata. Qualcuno ha forse anche temuto una chiusura definitiva, oltre che del bar, soprattutto della visita a quella rara bellezza, una profonda fenditura scavata nella roccia dal torrente Torrazzo.

Una meraviglia della natura, dove il tempo sembra fermarsi, se non fossero a scandirlo l’impeto e il fragore dello scorrere impetuoso dell’acqua, abile scultrice della roccia, lungo la gola profonda circa novanta metri. E l’incanto che cattura il visitatore si fa incantesimo.

Dalla passione di una famiglia, una bellezza per tutti Da quando la struttura ha chiuso nel 2004, non è possibile accedere nemmeno al percorso di visita della Spaccata. “Dal 1998 l’area è di nostra proprietà e, dopo averla data in gestione per qualche anno, abbiamo deciso di risistemarla in toto, rendendola ancora più speciale ed unica. L’inaugurazione nella “nuova veste” sarà entro l’estate 2008 - racconta la famiglia Santagiuliana, Valentina e Ferruccio con i figli Ivan e Chiara -. Ci sono voluti tempo e pazienza per assolvere alle questioni burocratiche di richieste e permessi vari, ma ancor più passione ed entusiasmo che ci abbiamo messo in ogni intervento e nei particolari”.

Una scena del musical ispirato alla leggenda dell’anguana Etele

“L’intenzione è di estendere l’emozione della visita alla montagna spaccata anche al momento dell’incontro a tavola, in un ambiente rinnovato, dai colori e dai sapori della cucina tradizionale. Valorizzare i tesori dei nostri luoghi: la montagna, ma anche la tradizione e i sapori di un tempo”.

Una cena, quindi, nostrana e genuina, magari a lume di candela, in compagnia dell’amato, ma anche di una buona musica o di una poesia raccontata dall’autore. “Molte sono le idee che abbiamo – prosegue Chiara -. Quello che vogliamo è offrire ai nostri clienti la possibilità di una serata speciale, d’estate e d’inverno, a ricordo di un luogo magico e di un’esperienza unica”.

Prossima apertura: estate 2008 I lavori di sistemazione hanno riguardato, quindi, la messa in sicurezza dell’intera area. “Le strutture esistenti – spiega Ferruccio - sono state completamente riqualificate per migliorarne la fruibilità: dal parcheggio al bar ristorante, all’ammodernamento, e in parte rifacimento, del percorso di visita alla montagna. Abbiamo costruito anche tre nuovi ponticelli, utilizzando materiale proprio del luogo. Il parco circostante è stato ripulito ed è un luogo ideale dove concedersi momenti di relax, nel silenzio di una natura montana ancora selvaggia ed incontaminata, popolata da felci, licheni e abeti secolari”.

La Montagna Spaccata si potrà visitare di giorno e di notte. L’effetto è mozzafiato, sia con il sole che nel buio della notte, ma i suoni, gli odori, l’atmosfera e il respiro del bosco sono molto diversi. “La visita inizia con una camminata di circa trecento metri in piano – spiega Ivan – e poi sale: duecento scalini e alcune passerelle risalgono la fenditura tra giochi d’acqua e di luce. Il percorso è accompagnato da indicazioni che riportano spiegazioni, curiosità o caratteristiche. Quale meta turistica, il luogo gode, infatti, di una nomea storica: “Margherita di Savoia Regina d’Italia visitò la Spaccata.

Addì 9 agosto 1879” si legge tra le rocce lungo la visita.

La leggenda della montagna spaccata diventa un musical Una bellezza naturale talmente suggestiva da ispirare racconti fantastici di anguane e maghi, come

La cascata d’acqua all’interno della gola Una triste alba d’estate, la maga “Etele e Giordano”, una storia morì: un boato scosse la terra e la d’amore che narra l’origine delrupe si spaccò in tutta la sua altezla montagna spaccata. Etele era za. Etele, attirata all’interno della un’anguana tra le più belle, una fenditura della roccia, scomparve femmina ammaliante che si udiva verso il cielo. “Alla loro storia e cantare e si vedeva danzare tra le al loro amore, rimasto imprigiorocce nelle notti di luna piena. Spinato nella valle, ma riti fatati di una belche continua ancora lezza incantevole, le oggi a sgorgare come anguane stregavano i spirito dell’acqua, è pensieri degli uomini ispirato il Musical ed Etele rapì il cuore Secondo “La leggenda della di Giordano, un gio- la leggenda Montagna Spaccata” vane che si innamorò è un posto – racconta Chiara perdutamente di lei. abitato che ha ideato e comMa un triste sortileda maghi e posto anche le mugio attendeva il loro anguane siche e i testi. Siamo amore: Etele sarebandati in scena per la be svanita alla morte prima volta al teatro della madre, la Maga comunale di Recoaro del bosco. La stessa Terme durante la manifestazione maga, impietosita dall’amore indella Chiamata di Marzo, ma la felice che sarebbe sorto da questa volontà è di portare il musical in unione, parlò a Giordano, ma a tutto il vicentino, e magari anche nulla valse e i due si sposarono, inoltre. namorati alla follia.

Una fenditura preistorica Quando si parla di Montagna Spaccata è immediato il riferimento alla magia ispirata dalle storie e dai racconti che richiamano alle emozioni di chi vive l’esperienza fantastica della visita. Ampia, infatti, è la bibliografia locale che tratta dei miti e delle leggende che animano il luogo; più scarse, invece, le informazio-

ni di tipo storico e geologico. E’ noto, spiega Sebastiano Sandri, del Centro Servizi Le Guide di Recoaro, che la zona è stata interessata da fenomeni tettonici con formazione di alcune faglie e che la roccia della Montagna Spaccata appartiene alla formazione triassica del calcare di Monte Spitz.

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5 APRILE 2008

personaggi Giuseppe Rossino, insegnante di educazione fisica, sta per pubblicare un cd di pop metropolitano. “Canto storie di vita vissuta. E ai miei ragazzi piacciono”

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Mr Ross, il professore delle discoteche

DI MARTA CARDINI

Giuseppe Rossino, valdagnese, professore di ginnastica in un liceo linguistico, diventa protagonista della musica house e del genere da discoteca. Uscirà a giorni in più di cento città italiane e a Bruxelles un cd con tormentoni che faranno ballare ragazzi e ragazze “di tutte le età”. Un genere pop metropolitano con influenze house, di cui Mr Ross - questo è il suo nickname da vocalist - scrive e canta i testi. Tutti rigorosamente in italiano. Giuseppe, 48 anni, una carriera di modello a Milano alle spalle, si è diplomato all’Isef di Urbino ed è stato campione italiano di atletica leggera nel settore giovanile delle staffette. Alle sue spalle c’è anche una brevissima apparizione televisiva, visto che mel 1987 ha partecipato al “Gioco delle coppie”, trasmissione presentata da Marco Predolin.

Professor Rossino o Mr. Ross? Come è nata l’idea

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Come è intitolato il cd?

«Si chiama Kaos. Corrisponde al titolo di una canzone lenta, dedicata a una ragazza disordinata ed è la storia di un rapporto di coppia in cui lei è troppo pigra per riordinare la casa. Nel cd ho parlato di varie tipologie di donne. Nella canzone “Temperatura zero”, ad esempio, si parla di una donna con un bel corpo, ma con una personalità fredda. Ma ci sono anche pezzi melodici come “Apri il tuo cuore”». di creare e pubblicare questo cd?

«In estate al mare mi diletto a cantare canzoni melodiche italiane. Con i giovani turisti europei facciamo spesso un gioco, in cui un russo dice una parola in russo, un tedesco dice una parola in tedesco e io dico “Napule Napulè” in rap, seguito da “Io soy italiano”. A casa mi sono messo a scrivere testi e un amico dj, Alberto Castaman, mi ha fornito le basi, edite e inedite. E ho cantato i miei testi. Poi le mie canzoni sono state ascoltate

da un dj di Bergamo: Luca B., che è proprietario di una casa discografica. Il cd è piaciuto e la casa discografica ha deciso di lanciarlo in tutta Italia e a Bruxelles».

Come sono nati i testi?

«Io sono anche un poeta. Ho scritto un libro di 37 poesie, intitolato “Sono un ladro”, pub- La copertina del disco blicato nel 1991 e una delle poesie di questa raccolta è stata letta qualche anno dopo da Gabriele Laporta nella trasmissione “Anima” di Rai 3.

Mi viene facile scrivere testi. Le mie sono storie di vita vissuta. Molte canzoni sono dedicate ai giovani, come ad esempio “Non ho il tempo” che parla del fatto che spesso non si ha il tempo di fare le cose più banali come parlare, comunicare o fare l’amore…

Molti altri testi parlano del mondo femminile e sono dedicati a donne. La canzone di punta è “Sinceramente”, un vero e proprio tormentone, in cui si ripete la parola un’infinita quantità di volte. Le canzoni nascono da episodi di vita quotidiana e sono scioglilingua veloci. Le basi musicali di elettronica e house sono forti e ritmate».

Quali tematiche vengono affrontate?

«Vengono descritte sensazioni, emozioni che io assorbo.

In un testo si tiene conto anche di problematiche giovanili, come ad esempio lo sballo e l’uso di sostanze alcoliche».

Il cd è nato quasi per gioco. Cosa ne pensano i suoi alunni delle scuole superiori?

«A loro piace. L’ho già fatto ascoltare ai miei ragazzi e ne sono entusiasti.

Due ragazze si sono improvvisate ballerine e, dopo l’ascolto, stavano già provando alcune coreografie…».

E se le chiedessero davvero di fare un video?

«Lo farei. I testi sono semplici e anche il video lo sarebbe».

E poi avrebbe già i ballerini…

(Sorride)

Giuseppe Rossino, in arte Mr. Ross

Diceva che la voce è la sua, vero?

«Sì, è una voce matura e nello stesso tempo vivace che ha catturato l’attenzione dei più giovani. Speriamo che il cd abbia successo. Tutti i testi finiscono con la frase “così è per me”. In provincia di Vicenza il disco uscirà a Valdagno, Schio, Arzignano e Bassano. Credo che saranno poi gli adolescenti italiani a giudicare e a determinare il mio successo».

Qual è il Suo rapporto con il mondo delle discoteche?

«Attualmente non ci vado» E se le Sue canzoni diventassero i pezzi forti dei locali da ballo?

«Certamente se mi inviteranno alle serate come special guest non mancherò».

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regione ovestvicentino

10 NOVEMBRE 5 APRILE 2008 2007

ANALISI - Solo la Lombardia ha un saldo previdenziale positivo (+ 35,8 milioni di euro pari ad un tasso di copertura del 100,1%)

Pensioni: è forte lo squilibrio tra il nord e il sud del Paese Fatto 100 la spesa pensionistica nazionale solo il 77,5% è “coperta” dai contributi versati dai lavoratori (siano essi dipendenti o autonomi).

Infatti, a fronte degli oltre 238 mld di euro di spesa, il gettito contributivo è pari a 184,6 mld.

In pratica il deficit, nel 2005, è stato di quasi 53,5 miliardi di euro.

A decretarlo è la CGIA di Mestre che ha analizzato la spesa pensionistica e i relativi contributi versati dai lavoratori all’Inps per ciascuna Regione.

E proprio l’analisi a livello regionale ci permette di mettere in evidenza le forti differenze esistenti tra Nord e Sud del Paese.

"Il divario esistente tra le regioni del Nord e quelle de Sud sono dovute – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – principalmente da due fattori.

Il primo, è da ricercare nello scarso flusso contributivo presente al Sud dovuto alla fortissima presenza di lavoro nero.

Il secondo, invece, va registrato nell’eccesso delle prestazioni assistenziali presenti nel Mezzogiorno".

Così mentre il 75% delle pensioni di anzianità sono concentrate nel Centro-Nord (dove chiaramente è stata maggiore l’industrializzazione del paese) le pre-

In Italia solo la Lombardia presenta un saldo previdenziale positivo. Vale a dire che la quota di contributi versati dai lavoratori è superiore alle prestazioni pensionistiche erogate. Male la

Liguria e tutte le Regioni del Sud. A Benevento ci sono più pensioni che occupati.

Bortolussi: “ Per equilibrare i conti bisogna combattere il lavoro nero e l’assistenzialismo presente nel Sud”

stazioni assistenziali sono prevalentemente concentrate al Sud. “Appare evidente – conclude Giuseppe Bortolussi – che tra le tante proposte avanzate da molti esperti in materia previdenziale bisogna attivarsi per una seria lotta all’evasione contributiva ed effettuare un monitoraggio attento e puntuale sulle misure di sostegno al reddito altrimenti il sistema rischia di non essere più gestibile economicamente". Se, come dicevamo, solo la Lombardia ha un saldo previdenziale positivo (+ 35,8 milioni

di euro pari ad un tasso di copertura del 100,1%), il Lazio (96,9%) e il Veneto (94,6%) seguono e occupano gli altri 2 posti di questo speciale podio.

Subito dietro il Trentino A.A. (93,1%), l’Emilia R. (80,9%) e via via tutte le altre.

Drammatica la situazione al Sud. Esclusa la Liguria (penultimo posto con una copertura del 52,6%) gli ultimi posti in classifica sono ad appannaggio delle regioni meridionali.

Terzultimo posto di Puglia e Sicilia (entrambe con una copertura del 54,9%) e, fanalino di coda, la Calabria (51,1%).

Ma l’analisi della CGIA di Mestre è andata oltre ed ha analizzato anche l’incidenza del numero di pensioni sugli occupati per ogni provincia.

Ebbene, ci sono 2 province che presentano un numero di pensioni erogate superiore al numero di occupati che versano i contributi.

Esse sono: Benevento (102,5 pensioni ogni 100 occupati) e Lecce (101,5 ogni 100 lavoratori).

A Terni situazione di “parità”: il numero di pensioni è pari agl numero di occupati.

La più virtuosa è la provincia di Bolzano che registra solo 50,6 pensioni erogate per ogni 100 occupati.

Il Progetto è frutto di una concessione firmata nel luglio del 2005 tra il Presidente della Regione del Veneto e il presidente della Società di Progetto SIFA

Veneto: una menzione speciale per il progetto integrato Fusina “Fa sempre piacere ricevere una menzione speciale per aver svolto bene il proprio lavoro, e il progetto integrato Fusina, voluto dalla Regione e dal suo presidente, è sicuramente un’iniziativa positiva e di grande portata, che forse avrebbe anche meritato qualcosa di più.

Per quanto mi riguarda, mi accontento di aver fatto il mio dovere nell’interesse delle

comunità che gravitano su Venezia e la sua laguna”.

E’ il commento dell’assessore agli investimenti strategici del Veneto Renato Chisso alla notizia che il Progetto Integrato Fusina ha ricevuto l’unica “menzione speciale” nell’ambito del Premio Pianeta Acqua, promosso dal “Forum sul risparmio e la conservazione della risorsa acqua” per esaltare l’Italia virtuosa e le

migliori esperienze nazionali nel campo della conservazione e del risparmio delle risorse idriche.

All’assegnazione del premio, articolato in sette sezioni, hanno partecipato 180 progetti. La menzione speciale del Veneto, attribuita per i risultati ottenuti e la validità dell’intervento, è stata ritirata dal responsabile della Direzione Progetto VeneziaIl Progetto

Fusina è frutto di una concessione firmata nel luglio del 2005 tra il Presidente della Regione del Veneto e il presidente della Società di Progetto SIFA, Sistema Integrato Fusina Ambiente, per un’azione realizzata con la forma del “progetto di finanza”, finalizzata alla riduzione dell’inquinamento della laguna di Venezia; all’ottimizzazione della gestione delle risorse

idriche sia destinate all’uso idropotabile sia quelle impiegabili dalle industrie di Porto Marghera o per utilizzi non potabili.

Si tratta di uno dei principali interventi previsti dal Piano Direttore del 2000 per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino sversante nella Laguna di Venezia, con un investimento complessivo che si aggira sui 200 milioni d’euro, dei quali 92,8 milioni di euro finanziati dalla Regione con i fondi della Legge Speciale per Venezia. L’insieme delle opere previste verrà portato a termine entro il 2009.

22 Carciofini sott’odio

Ingiustizia e libertà di Alessio Mannino Le elezioni comunali daranno senza dubbio un grande segno di novità e si lasceranno alle spalle le sterili polemiche su personaggi pubblici coinvolti in processi per puerili reati come l’abuso edilizio.

Quelli che gravitano attorno ai due candidati maggiori, Amalia Sartori e Achille Variati, sono proprio quello che ci vuole: consigliamo di farne la conoscenza con l’ausilio di un avvocato. La Sartori può vantare Lorella Bressanello, moglie dell’ex sindaco Hullweck, direttrice del più potente settore del Comune, l’urbanistica: indagata sul caso Ponte Alto. Resterà al suo posto, se Amalia dovesse diventare la sindaca? Variati mette in lista Gianni Bressan, già dirigente comunale ai lavori pubblici. Coinvolto anche lui nel caso Ponte Alto (ma la pratica è stata- archiviata). Sarà incasellato all’assessorato ai lavori pubblici, se Variati dovesse diventare primo cittadino?

Sul caso dell’ex Q8 di viale Ceccherini si è scatenata una campagna di stampa contro gli intenti edificatori dell’immobiliarista Fabio Amadu, già consigliere circoscrizionale di Forza Italia. E giustamente, visto che non si capisce come il commissario regionale abbia potuto mettere un frego al parere contrario dell’urbanistica comunale, per un palazzo privato davanti a delle mura storiche. Ci chiediamo però come mai il silenzio è fitto sulla maxi-porcata del piano per la zona industriale, dove si vuole aprire le cateratte a una speculazione in grande stile. Lì la Regione ha stoppato, ma non si sono levati alti lai da parte di nessuno. La verità è tutta politica: si parla dei singoli casi a seconda dell’etichetta neppure partitica, ma correntizia e di cordata, che portano impressi. Se è coinvolto un costruttore amico, si tace. Se invece è nemico, si spara a zero.

Chiamare in causa la “giustizia a orologeria” è una pratica diffusa.

Il maestro del genere è Berlusconi, secondo il quale tutti i procedimenti a carico suo e delle sue aziende sarebbero “elettorali”. Perciò non ci uniamo al coro di chi vede nell’indagine su tre militanti No Dal Molin una mossa politica (quantunque, fossimo nel pm Paolo Pecori padre del candidato sindaco Udc Massimo Pecori, passeremmo il caso a un altro collega). Restiamo basiti, invece, dagli elementi coi quali la procura di Vicenza ha deciso di accusare i tre: banalissime informazioni scambiate via email o al telefono, una mappa che chiunque può avere, poco altro.

Consapevoli che la stagione che si aprirà dopo le urne saprà rifuggire dal giustizialismo e dai veleni, festeggiamo l’aria nuova e pura che spira sulla politica vicentina.

5 APRILE 2008

tempo libero

Popcorn. Tideland (2005): una famiglia distrutta dalla droga vista con gli occhi innocenti di una bambina

Alice nel paese delle siringhe DI GIULIANO CORÀ

Potrebbe essere stato l’insegnamento paolino Omnia munda mundis (“Tutto è puro per chi è puro”) ad aver ispirato questo bellissimo film di Terry Gilliam: viaggio onirico nella degradazione e nella morte visti con lo sguardo innocente di una bambina di dieci anni.

Nulla ha potuto turbare la purezza di cuore di Jeliza Rose, nemmeno un’infanzia trascorsa tra le follie di una madre sotto metadone e di un padre eroinomane.

Tutto è buono per lei, non vede il Male, nemmeno mentre gli prepara la siringa con la dose quoti-

diana. L’universo di Jeliza è simbolico. Tutto è ‘altro’, ogni cosa si trasforma, simbolo di una realtà magica e diversa. E quando la madre muore per un’overdose, i due saltano su un autobus e viaggiano, dal buio alla luce di un’immensa prateria coperta di erbe dorate, verso la vecchia casa di famiglia.

Ma un’overdose uccide anche il padre. Jeliza rimane lì sola, col suo corpo. Lo trucca, lo traveste, gli legge Alice nel paese delle meraviglie, aspetta che torni. Troverà invece, ad aiutarla, due esseri stranissimi: la regina Gunhilda e suo figlio Patrick, figure semifantasmatiche, che vivono in una casa poco lontano, abitanti a pieno titolo del suo universo fantastico. Assieme a Patrick, Jeliza compirà viaggi incredibili nell‘Oceano dei Cent’An-

Da Gilliam un viaggio onirico nella degradazione

ni di quelle erbe infinite, in quella che è la ‘Terra delle maree’. Cacceranno il Grande Squalo, e quando Patrick, in una esplosione da Fine del Mondo, riuscirà a fermarlo, quella sarà anche la fine dell’innocenza e l’ingresso nel mondo della realtà e della maturità. Tideland è un film raffinato e denso, entusiasmante e commovente. Distribuito

nel 2007, è stato praticamente assente dalle sale forse per una specie di censura inconscia verso un tema ritenuto, a torto, ‘scandaloso’ ed immorale. Il noleggio consente oggi di godere di questo gioiello, in cui Gilliam dimostra quanta arte ed intelligenza sappia esprimere quando è libero di seguire i suoi sogni.

Sul comodino. Un giallo dal meccanismo perfetto, dove si intuiscono tutte le qualità dell’autore de I milanesi ammazzano al sabato

L’appuntamento con la morte del primo Scerbanenco DI GIOVANNI MAGALOTTI

Quando, nel giugno del 1940, uscì presso l’editore Mondadori “Sei giorni di preavviso”, il primo dei cinque romanzi gialli con protagonista Arthur Jelling, Giorgio Scerbanenco, che aveva già quattro pubblicazioni alle spalle, era soltanto “uno scrittore promettente”, come sostiene Roberto Pirani nella postfazione al volume riproposto di recente da Sellerio.

In quel periodo il giallo godeva di un certo successo presso il pubblico. E, complici gli autori più letti (Arthur Conan Doyle, S. S. Van Dine, Agatha Christie, Ellery Queen), nella

sua struttura fondante, era identiarchivista del dipartimento di polizia ficato con il crimine a enigma. Se a locale) che solo attraverso un rigoroquesto si aggiungono le prescrizioni so processo deduttivo arriva alla sodel regime fascista, che imponevaluzione del mistero. Tale mistero rino agli autori italiani ambientazioni guarda un famoso attore pieno straniere e personaggi esotici, si posdi sé, ormai sul viale del sono ben comprendere alcune delle tramonto, il quale riceve opzioni di Scerbanenco. In primo quotidianamente un miluogo, la scelta di una naccioso mescostruzione narrativa di saggio con il precisione quasi mateluogo, la data matica, che dissemina e l’ora della sua sistematicamente gli morte. Visto che indizi nel corso del roi possibili colpemanzo, per poi ricomvoli hanno semporli in un unico quadro pre un alibi di ferconclusivo. In secondo ro e la polizia non riesce luogo, la decisione di a scoprire il potenziale ambientare la vicenda a assassino, è toccato al Boston, che l’autore imtimido Jelling risolvere magina costantemente l’enigma. avvolta dalla nebbia; e la Nonostante i numerosi scelta di un protagonista condizionamenti, Scer(Arthur Jelling, il timido Giorgio Scerbanenco banenco si muove con

disinvoltura fra le strette maglie del genere e confeziona un romanzo di sicura godibilità. È curioso notare come Arthur Jelling assomigli in molti tratti a Duca Lamberti, il “detective” più famoso creato dallo stesso scrittore.

“Duca è un medico radiato, Jelling non ha terminato gli studi di medicina. Duca e Jelling non hanno veste ufficiale per indagare […].

Entrambi provano pena e partecipazione nei confronti degli esseri umani. Duca segue i dettami della propria coscienza, non quelli della legge; Jelling ne è spesso tentato.

Tra le due posizioni la vita di Scerbanenco” (Pirani).

Giorgio Scerbanenco, Sei giorni di preavviso, Sellerio, 300 pp., € 12

HANNO DETTO

Con più idee e ideali.

ALBERTO FILIPPI Candidato al Consiglio Comunale di Vicenza

Sicuramente si sentiranno i disagi di questa chiusura [dei Giardini Salvi], anche se è pur vero che questi lavori erano urgenti e comunque si tendono a fare durante la stagione che implica meno rischi meteorologici. Ma qui il punto è un altro: se ci fossimo stati ancora noi in carica come circoscrizione, avremmo potuto attivarci per assicurare meno disagi possibili.

Ad esempio, io avrei insistito per chiudere il Giardino parzialmente, a seconda degli interventi: se si lavora sulla Seriola, che bisogno c’è di chiudere tutto il parco fin da subito?

Maurizio Finizio Corriere del Veneto 2 aprile 2008

Firma il tuo futuro

Vota Lega Nord

SCRIVI FILIPPI

La forza di Vicenza passa dal tuo voto.

Messaggio Elettorale - Comm. Resp. Paola Carli

Berlusconi è uno che vuole piacere. Se passa da Lodi vuole lodare, se va a Piacenza vuole piacere.

Umberto Bossi Corriere della Sera 1 aprile 2008

Più lontani dalla vecchia politica, più vicino ai problemi di noi Vicentini.

Elezioni del Consiglio Comunale di Vicenza 13-14 aprile Traccia la croce sul simbolo della LEGA e scrivi FILIPPI nell’apposito spazio a destra del simbolo, sulla scheda azzurra.

AMALIA SARTORI

Pierfurby Casini, Daniela Santadechè, Walterego Veltroni, Marpionne. (…) E Cossiga il Gattosardo. De Benedetti è la Tigre di Compracem. Brass il Cinecologo dell’erotismo. Armani, Trenta e loden. Valentino è il Sarto Cesareo. Funari, la Forza dell’intestino. E Barbara, la palomba.

Roberto d’Agostino La Stampa 20 marzo 2008

detta LIA (sindaco)

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