VicenzaPiù n.95, 15 marzo 2008

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Macchianera

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Palcoscenico vuoto di Stefano Ferrio

Correva l’anno 1996, e Vicenza si scopriva per l’ultima volta città felice. Anzi, bisogna precisare, correva “il campionato 1996 – 1997”, trovandoci noi a vivere in un Paese dove, fino all’altro ieri, provvedeva almeno il calcio a dare una qualche parvenza di continuità alla storia patria. Oggi, vagando fra le macerie di Calciopoli, non c’è più nemmeno il pallone. In ogni caso, tornando a quella fortunata stagione, Vicenza conquista le prime pagine dei giornali grazie a qualcuno che la rappresenta in grande stile: la squadra biancorossa allenata da Francesco Guidolin, capolista della Serie A il 24 novembre 1996, e vincitrice della Coppa Italia il 29 maggio 1997. (continua a pagina 3)

Anno 3 - Numero 95 - Sabato 15 marzo 2008

L‘incidente all’oleodotto americano a Cavazzale apre una serie di inquietanti interrogativi sulla sicurezza della basi militari e non solo. I meccanismi e i punti deboli del sistema di controllo su aziende e trasporti pericolosi a pagina 7

Segnali di risveglio di Giovanni Coviello

Roberto Zuccato, piccolo se pur importante imprenditore di Zanè, (ex?) amico di Massimo Calearo Ciman, a sua volta (ex?) amico degli Amenduni e dei poteri forti che ora sconfessa da aspirante deputato/ministro del Pd, è il candidato presidente della potente Assindustria Vicenza: è stato scelto dalla Giunta dopo una (inconsueta) votazione, segno del persistere di una spaccatura, e quindi indicato all’Assemblea per la sua elezione definitiva. In questa nomina, a dir poco sofferta, viene fuori, alla vista di tutti, il grande fuoco che covava sotto le ceneri di una Vicenza data per dormiente e invece risvegliatasi tra mille lotte per i posti che contano, e scatenatasi in un baillame senza precedenti. (continua a pagina 6)

Industriali, con Zuccato presidente gli Amenduni in declino

Trupia (Sd): “Rottura centrosinistra, colpa di Variati”

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da pagina 4

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Belloni (Citylights): “informazione, a Vicenza situazione inaccettabile”

Emergenza casa: troppo cara.

E le sfitte dilagano

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Veneto strade informa Galan: “Questa società è il punto di arrivo di un percorso iniziato con il trasferimento di parte delle strade Anas e la costituzione di Veneto Strade”

INIZIATIVE - Chisso è intervenuto a Cinto Caomaggiore all’inaugurazione di due interventi di messa in sicurezza della SS 251

Federalismo stradale: accordo La Regione del Veneto premia Galan - Di Pietro per Governance

le amministrazioni locali attive

“E adesso che qualcuno venga a dirmi che il Veneto conta poco sullo scenario politico italiano: abbiamoRegione saputodel imporre “La Venetoall’agenda ha sempolitica nazionale temi fondamenpre premiato le amministraziotali, quali il federalismo fiscale, che ni locali attive, che si sono fatte qui abbiamo già iniziato a coniuportavoce esigenze citgare per delle quanto riguardadei il fedetadini e non sono rimaste inerti ralismo stradale”. E’ un Giancarlo nelle polemiche, ma soddisfatto la strada Galan decisamente maestra per aeliminare le dise- il quello che Venezia, presente guaglianze tra leinfrastrutture possibilità d’inMinistro delle Antotervento e i servizi nel Veneto nio Di Pietro, ha sottoscritto pere il Veneto, con il presidente dell’ANAS Pietro Ciucci, gli atti costitutivi della società mista Regione – ANAS per la gestione del Passante di Mestre e dell’autostrada Padova – Venezia, per la quale l’anno prossimo scade la concessione. Galan e Di Pietro hanno inoltre firmato un protocollo d’intesa relativo alla governance della partita, con il quale tra l’altro il Ministero delle infrastrutture si impegna a sottoporre all’approvazione del CIPE il piano economi-

co finanziario relativo all’affidamento dei compiti di costruzione e gestione del Passante di Mestre e ad emanare il provvedimentodi di Venezia, all’inaugurazione autorizzazione all’utilizzo dei due interventi di messa in sicucontributi pluriennali stabiliti dalrezza della SS 251 della Val di la Legge Finanziaria per la coperZoldo e Val Cellina. tura del maggior fabbisogno relaAlla cerimonia, in Munitivo alla periziainiziata di variante di Salcipio e conclusasi con il tradiziozano/Martellago, nonché quelle nale tagliodall’Accordo del nastro nel luogo– derivanti Governo del primosottoscritto intervento,nel sono interRegione dicembre venuti gli altrialle il sindaco Luiscorsotra relativo opere infrastrutturali nel Veneto. All’incontro è intervenuto anche l’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso.

La società mista si chiama “Concessioni Autostradali Venete S.p.A.”, ha sede in Venezia e un capitale sociale di 2 milioni di euro.

La sua costituzione significa, di fatto, la realizzazione della prima forma di federalismo vero basato sui fatti in Italia: per la Regione vuol dire infatti – ha ricordato Galan – trasformare il traffico che

passa per il suo territorio in risorsa economica, investendo nel Veneto gli utili Caomaggiore di Comune di Cinto gestione che prima finiha attivato investimenti per oltre vano altrove.

7 milioni di euro, sui quali la “Denaro in più le cui Regione intervenuta ìche non èviene preleva- con finanziamenti per quasi 5 milioni. “In to dalle tasche dei cittaquesto inaggiunaltri casi – ha sotdini concome balzelli tolineato Chisso – non abbiamo tivi. E che la società fatto il nostro mista altro sia alche 50 per cen- dovere, perseguendo lo scopo to della Regione e al 50 della poliper cento ANASdinon tica, che èdi quello fare in modo preoccupa affattopossano il preche i cittadini vivere sidente del Veneto, meglio. tenuto anche che differenC’è però unaconto indubbia la Regione esprime tre za tra le possibilità delle ammiconsiglieri tra i quali il nistrazioni nel Veneto e quelle presidente,Alfredo Biadel confinante Friuli Venezia gini,Adriano Rasi Caldogno e GiuGiulia, trattiene e investe sul seppe che Fasiol, mentre l’ANAS territorio una quota di introiti esprime l’amministratore delegadelle tasse Mucilli pagate edai citto Eutimio unpropri consiglietadini treBartoli. volte superiore a quelre Carlo “Questa società è la di cuidiil arrivo Veneto disporil punto di può un percorso iniziato anni fa – ha sottolineato re”.

vati”, “Questa è anche la dimostrazione che una corretta collaborazione istituzionale negli interessi generali del Paese può prescindere dalle diverse collocazioni politiche”.

Di Pietro ha concordato sull’importanza degli accordi di oggi, “attorno ai quali ruotano anche interventi come la Romea, la terza corsia fino a Trieste e tante altre iniziative”. In Veneto e in Lombardia – ha aggiunto– abbiamo ideato il federalismo infrastrutturale e la firma di oggi è la conclusione di un percorso iniziato in epoca non locali a prima lamentarsi e non siasospetta, delle vicende che hanno portato alla caduta del mo sordi alle sollecitazioni, governo e alle di elezioni antipur conProdi i vincoli bilancio cipate. un attoa che produce di una“E’ Regione statuto conseguenze ordinario. A rilevanti”, dove mentre in Lombardia devono bbiamo già trovato la coperancora realizzare le opere, “in tura finanziaria deie si Veneto l’autostradaper c’è23già 63 milioni di euro che serdeve solo andare all’incasso e il vono per il ultimando, secondo tratto in Passante si sta con l’obvariante, fino al futuro bligo di reinvestire qui gli utili”.

SR 10. Chisso chiede sostegno alla società Brescia - Padova

“Ho scritto personalmente al presidente e agli amministratori della società Autostrade Brescia – Padova Galan – con il trasferimento di parchiedendo un intervento te delle strade Anas e la costitufinanziario copertura della zione di Venetoa Strade”. spesa necessaria per comIn ogni caso “siamo davanti ad un pletare la Strada Regionale evento altamente innovativo per n. 10,– ha daribadito Palugana di –Carcel’Italia Galan e senzariDifino Pietro non ci saremmo arrial casello autostradacasello – ha ricordato Chisle di Santa Margherita d’AE’ una disparità oggettiva che so – sia attraverso il Piano dige, sulla costruenda Valqui viene percepita immediatamente, quando lo stare al di qua triennale della grande viabidastico Sud”. Lo ha annuno al di là della stessa strada signilità regionale, sia con l’atto ciato l’assessore alle politifica pagare meno tasse e avere che della mobilità del Vene- aggiuntivo all’Accordo più servizi.

Quadro Regione – Governo to Renato Chisso.

“Ma la strada maestra non è il sulle infrastrutture firmato “La Regione è fortemente passaggio di regione, bensì qualche settimana fa. impegnata e non da ora per superare le differenze esistenti Ora, considerato che la nuola nuova Padana Inferiore – ricontrattando l’autonomia del va SR 10 porterà traffico e ha ribadito Chisso – e non è Veneto, anche dal punto di vista per caso che siamo riusciti a introiti alla società autostrafiscale. Ed è proprio questo il dale e che risolverebbe i su realizzare con l’ANAS il penalizzazione, cioè la mobilità più bisogno.

Per la pesante “Una data da scolpire nella pietra, nella sto- indirizzare dove ce n’è mandato affidato a Galan da tutproblemipesante che a sua primo tratto da Monselice a soprattutto e divolta transito – consistente fonte di gomma ria del Veneto e del Paese. Anche se al 50 Regione è la prima vera toinilItalia Consiglio alcune e Palugana. gi Bagnariol, consigliere regiol’assessore – diventa anche entrate autonome spendibili in maniera chiarisce ancora per il cento, è la prima volta che si pas- regionale deriveranno sulla viabilità settimane fa”. nale Daniele Stival e l’assessore una fonte di risorse, che presenza valutiamo del possano ancora sa concretamente dal federalismo predicato non vincolata – spiega locale dalla Del restoChisso tutta –lasenS.R. 10 Gli interventi oggi provinciale Paolo Gatto.

Succesdi una quarantina za che questo vogliaattuale dire aumentare le tas- essere e di facciata a quello concretamente pratica- inaugurati casello dell’autostrada, ho di fino a Legnago, che sull’ordine in particolare, l’eli-o introdurre nuovi balzelli: milioni di euro l’anno a partire dal 2009, cioè sivamente, presente anche ill’assessore sin- riguardano, se ai cittadini to”.

E’ soddisfatto alle politiche chiesto alla Brescia – Padoattraversa numerosi centri mobilità del Veneto Chisso, di cheduesemplicemente minazione curve perico- ci teniamo gli utili della da quando il Passante di Mestre entrerà in daco Igor della Visentin, è stata inau- Renato va di voler contribuire abitati, è oggi inadeguata a traffico sopportato dal Veneto, funzione”. questi pista mesi haciclabile tessuto la trama ha SS por-251,gestione lose che sulla dando del anche guratala in nuova con almesopportare i consistenti aperto la strada, è proprio il caso prima finivano a Roma e, da qui, chissà “Abbiamofinanziariamente tato Pramaggiore alla costituzione società mista ad unache pista ciclabiche collega condellacontinuità noconcluso 30 milioni di euro.

Stoprovolumi dinon traffico che la di dirlo – ha Chisso – che ora dove.

Ma non certo da noi se in miniRegione – ANAS. “Abbiamo trasformato un Annone Veneto passando per le, e l’allargamento della “Postuun’auspicabile interessano quotidianamencon la contrattazione a Roma delparte, visto il ritardo di decenni del seguiremoattendendo puro svantaggio il nostro territorio, cioè ma mia” tra Annone e Pramaggiore Blessaglia.Per interventipersulla la nostra autonomia, per la quale abbiamo il traffico – ribadisce Chisso – in una risor- nostro sistema infrastrutturale”. risposta positiva”. te: hanno ragione gli enti viabilità, per la sicurezza strada- con l’inserimento di una pista

Chisso: il federalismo nel Veneto è realizzato

nel Friuli Venezia Giulia è la contrattazione della nostra autonomia, per la quale il Consiglio regionale, all’unanimità, ha dato pieno mandato al presidente Giancarlo Galan di trattare con il governo”.

Lo ha ribadito l’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, intervenendo a Cinto Caomaggiore, in provincia di

sa utile alla nostra comunità, che potremo

le e per opere pubbliche, il

ciclabile.

“Quella che era e resta per molti aspetti una

dato pieno mandato al presidente Galan”.

Veneto strade S.p.A. publiredazionale

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SEDE LEGALE e DIREZIONE CENTRALE: Via C.Baseggio, 5 30174 Mestre Venezia Tel. 041 290 77 11

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15 MARZO 2008

opinioni

L’intervento. Il capogruppo di Vicenza Capoluogo precisa: “Siamo sempre stati contrari aslla base Ma serve una proposta alternativa, seguendo l’esempio dell’Unione Europea”

Giuliari e il No al Dal Molin “Vicenza diventi città di pace”

casione del mio intervento per la In un precedente numero del setcelebrazione del 25 aprile, riaftimanale sono state attribuite al fermato dopo la decisione del sottoscritto delle dichiarazioni governo italiano di dare “il via che sembrano “mitigare” la mia libera” al governo americano. posizione rispetto alla costruRispettare una decisione del Gozione della nuova base militare verno, non significa per questo americana all’aeroporto Dal Morinunciare a credere che è ancora lin. Affermazioni che non ho mai possibile cambiare il corso della fatto e che si riferiscono, invece, storia, anzi una simile scelta ci ad un intervento pubblicato da deve indurre tutti a progettare un quotidiano locale e sottoscritcon intelligenza politica un perto da Francesco Giuliari, parente corso che faccia capire quanto la stretto (mio zio), al quale mi lega città di Vicenza desideri lavoraun profondo e sincero rapporto re per la pace. Per questo credo di stima e amicizia, ma che non che sia fondamentami vede allineato le dare ai cittadini alla posizione, da e agli amministralui assunta in queltori un quadro di l’intervento, sulla L’unica riferimento che non questione Dal Mo- soluzione è si articoli solo nel lin. convincere dire “No alla base”, Nel ringraziare Viil Governo ma che proietti la cenzapiù per questo protesta verso una spazio che mi conce- americano de al fine di “recupe- a non costruire proposta, un orizzonte possibile, un rare” l’errore gior- altre basi percorso politico nalistico commesso, in Europa che faccia intraveribadisco la mia dere una soluzione posizione, e quella e nel mondo positiva del conflitdella lista civica Vito in atto in città e cenza Capoluogo, di che può essere solamente una: contrarietà alla costruzione della la rinuncia da parte del Governuova base americana. no americano di costruire basi Un No detto in Consiglio comuamericane qui, in Europa o in nale fin dalla prima discussione qualsiasi altra parte del mondo. in aula, confermato con il voto Per fare questo è necessario camcontrario all’ordine del giorno biare e proporre progetti nuovi voluto dal centrodestra, sostedi protesta-proposta, programnuto in Piazza dei Signori in oc-

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Corso Padova, 12 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Corso Padova, 12 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redazione LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com ILARIO TONIELLO i.toniello@vicenzapiu.com Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

mi concreti, persone affidabili, in grado di tessere relazioni personali ed istituzionali. Propongo che il nuovo sindaco si attivi fin da subito, non solo nel proporre alla città un referendum, che deve essere necessariamente preceduto da incontri informativi sia sul progetto urbanistico che sulle conseguenze che una nuova base militare ha sullo scenario internazionale, ma anche una serie di azioni che facciano diventare Vicenza il centro nazionale di un proposta culturale, educativa e politica nel campo della pace, dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile.

Alcune di queste azioni potrebbero essere: • l’organizzazione di più seminari europei nei quali riprendere il tema della strategia europea in materia di sicurezza per tutti; • l’assegnazione alla consulta per la pace, istituita dal Consiglio Comunale, con il compito di promuovere incontri e dibattiti sul tema della pace, dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile; • l’istituzione di un premio annuale per la pace; •l’attivazione di un dialogo costante con il comando della Ca-

Opinionisti: FRANCESCO DI BARTOLO MATTEO RINALDI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 vendite@vicenzapiu.com Stampa Stampato da Pentagraph Srl via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 15 marzo 2008

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

serma Ederle e con la Gendarmeria Europea al fine di coinvolgerli in questo progetto di ricerca e sviluppo di scelte innovative nel campo della pace; • l’adesione all’Associazione degli Enti locali per la pace con la quale attivare delle azioni congiunte finalizzate affinché nasca una rete di collaborazione tra tutte le città europee che hanno nel loro territorio una base militare; • la presenza periodica in città di personalità italiane ed estere autorevoli nel campo della pace e della solidarietà.

Tutto questo sarà più facile da raggiungere se la maggioranza dei cittadini farà propria la stra-

tegia e la prassi operativa scelta dall’Unione Europea in materia di sicurezza, adottata nel dicembre del 2003 dal Consiglio Europeo con il documento “Un’Europa sicura in un mondo migliore” e che si differenzia dalla strategia della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere il tema da affrontare nel primo seminario organizzato da quella Vicenza che, anziché “vivere in pace”, cerca di lavorare e produrre “per” la pace.

La forza morale, l’etica e i valori per conseguire, assieme alla comunità americana, questo obiettivo, nella nostra città certamente non mancano.

Giovanni Giuliari Lista civica Vicenza Capoluogo

Dal miracolo alla decadenza segue dalla prima

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO DANIELE BINAGHI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI

Giovanni Giuliari

E’ un piccolo grande miracolo della Provincia. Un ennesimo, sconquassante fischio della locomotiva d’Italia chiamata Nordest.

Un modello di cultura sportiva in cui, a forza di palle basse pressing alto e ripartenze, il genio di Guidolin reinventa in modo spettacolare una nostrana tradizione del contropiede, affidando il copione a stupendi gregari di nome Mimmo Di Carlo e Roberto Murgita.

Da allora sono trascorsi più di dieci anni, ma sembra un’eternità. Irriconoscibile l’Italia, con i piedi affondati nella mota di una recessione economica e politica di cui non si vede la fine. E irriconoscibile Vicenza. O, meglio, non pervenuta. Non rappresentata.

Sensazione bizzarra, se riflettiamo a quanto in realtà la città sia diventata, da un paio d’anni a questa parte, palcoscenico per-

manente dei media e delle cronache. Il film è in effetti notevole: Prodi e Berlusconi che si sfidano in Fiera, centinaia di migliaia di manifestanti tre volte in marcia contro la nuova base americana, il governo di centrosinistra messo in crisi proprio dal Dal Molin, il centrodestra che fa di piazza dei Signori un luogo-simbolo delle proprie battaglie nazionali, il presidente dell’Associazione Industriali candidato al parlamento da Veltroni.

Tutto indiscutibile. Ma nello stesso tempo da riferire all’immagine di una ribalta vuota che chiunque è invogliato a occupare: primi ministri, leader politici, dimostranti anti-Tav, nonché ambasciatori e generali americani in cerca di conferme per i propri piani. Vicenza, più che pronta, si dimostra rassegnata ad accoglierli tutti.

Città dove non esiste più filtro, interfaccia, rappresentanza in grado di rapportarsi a ciò che sta

fuori. Città svuotata di immagine, come sta rammentando l’assordante silenzio di un centenario palladiano che, per ora, non dà frutti ed eventi. Città da dove non emergono più personalità, fenomeni, indicazioni per il futuro.

Non a caso la squadra di calcio rantola in fondo alla Serie B, da tre anni ridotta a mesta comprimaria che non produce più gioco e tanto meno spettacolo.

Decadenza per altro “scritta”, allo stadio Menti e fuori, nel momento in cui – si parla di otto anni fa - il “più grande vicentino della fine ‘900”, il calciatore Roberto Baggio, rifiuta di tornare in biancorosso, con la maglia da cui è nata la sua straordinaria fortuna.

Secondario capire se ha ragione o torto. Ciò che conta è un’immagine, di squadra e di città, che al Codino, come a tanti altri, non dice più nulla.

Stefano Ferrio

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15 MARZO 2008

fatti&notizie

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Poteri forti. Industriali, Zuccato nuovo presidente. E il duo Galan-Sartori gongola

Assindustria, Amenduni sconfitti La fine del vecchio Quadrilatero

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DI ALESSIO MANNINO

Roberto Zuccato, fabbricante di poltrone, ha strappato quella più importante di Vicenza: la presidenza dell’Associazione Industriali. Al voto della giunta confindustriale di martedì 11 marzo scorso, il titolare della Ares Line - quella che ha firmato, per intenderci, i posti a sedere del nuovo teatro cittadino – ha sbaragliato con 28 preferenze su 14 la concorrente Susanna Magnabosco. E fin qui, niente di nuovo. Nel senso che Zuccato i numeri li aveva già in tasca. Tanto è vero che la Magnabosco avrebbe voluto non arrivarci neppure, al voto: sapeva di perdere, e non dal giorno prima. La vera notizia non sta nella vittoria, ma nel cui prodest. A chi giova un piccolo imprenditore di Carrè, che prima si muoveva nell’alveo del presidente in proroga Calearo, che sarebbe sostenuto anche dal potente banchiere Gianni Zonin e che non è legato a nessuna cordata lobbistica di Palazzo Bonin Longare? Non certo agli Amenduni, a cui viene attribuita la regia della candidatura Magnabosco. E che oggi hanno inequivocabilmente perso.

Mito infranto Si è incrinato un mito: quello dell’invincibilità degli influenti pugliesi delle Acciaierie Valbruna. Il loro cavallo si è

Roberto Zuccato

rivelato perdente, messo in minoranza da quella “base” di piccoli e medi industriali che hanno puntato su Zuccato vedendovi l’uomo della svolta. Una svolta rispetto alle beghe interne, alle trame di potere e ai giochi di alleanze che in questi anni hanno prima issato e da ultimo prorogato - in barba al regolamento – Massimo Calearo, fino a pochi mesi fa uomo di fiducia degli Amenduni, del loro sodale Gaetano Ingui (costruttore potente nel capoluogo) e dell’ex vicepresidente Adamo Dalla Fontana. Il quale era stata la loro prima scelta, subito tramontata per palese mancanza di consenso.

Il consenso, appunto. Poteri forti o no, quando si va alla conta (per quanto mal gestita e manovrata) senza i numeri anche i “grandi” Amenduni devono piegarsi alla realtà. E la realtà dice che la massa degli imprenditori vicentini vuole segnare un punto e a capo. Basta faide, è il coro maggioritario levatosi dai soci. Basta con

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candidati pilotati dall’alto. Zuccato è espressione della base, e viene sentito come più rappresentativo rispetto ai nomi della solita cerchia che ha retto Assindustria nell’ultimo periodo (come Dalla Fontana).

Questa volta ce l’hanno fatta, a imporsi. E così è stata scartata anche l’ipotesi del terzo uomo, della personalità di prestigio che in realtà avrebbe fatto molto comodo agli Amenduni per tenere in sospeso il redde rationem (leggasi Giancarlo Ferretto, l’anziano ex presidente di cui circolava il nome per una soluzione in extremis).

Zuccato, per non bruciarsi, ha preso nettamente le distanze dal veltroniano Calearo (“Per Assindustria lui non esiste più”). Anche se pochi giorni fa, proprio all’indomani dell’investitura in giunta, s’è lasciato scappare che l’anno scorso aveva appoggiato il “suo progetto” quando decisero, “peraltro con il 92 per cento dei consensi”, di “prorogargli il mandato per un anno”.

Prima gaffe da neo-presidente.

Ricadute politiche Ma se gli Amenduni hanno preso

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riorganizzazione della zona industriauna legnata, i loro avversari storici le, che doveva essere approvato in Renon hanno dato segni di vita. Ci rigione. La Regione, cioè Galan, l’ha riferiamo ai Marioni, ai Bisazza e alla mandato alla nuova amministrazione fazione più vicina al centrodestra, (cioè, nelle sue speranze, alla Sartori). al governatore Galan e al candidato Resta l’interrogativo: come reagiransindaco Lia Sartori. Che gli è succesno ora Amenduni&Co? Il loro grande so? Semplice: hanno dormito. Una potere, il controllo del Giornale di Viprova di debolezza che se da un lato, cenza e di TvA, oggi è in bilico. Perché almeno teoricamente, rafforza l’aura nel patto che regge Athesis (la società di indipendenza di Zuccato, dall’altra editrice) sta scritto che a Vicenza, a mostra l’inettitudine di quella parte comandare, è il presipolitico-imprenditodente di Assindustria. riale che è stata bastoCome tale, Zuccato nata senza pietà dall’ex Ha vinto la entrerà nel consiglio di cabina di comando base amministrazione delAmenduni-Calearo. di piccoli l’Athesis, e lì, se vorrà Perché è ammirevole e medi e ne sarà capace, potrà che questa volta, almeindustriali ridimensionare il peso no dalla cordata Galanche hanno degli altri consiglieri Sartori, non ci siano Michele Amenduni (vistate interferenze. Ma puntato su cepresidente Athesis) e il risultato immediato Zuccato per Ingui. Tutto dipenderà è che rimane aperta la una svolta dalle sue intenzioni e partita fra Assindustria dagli appoggi che saprà e Comune: se la Sartoconsolidare in seno all’associazione. ri diventerà il nuovo primo cittadino, Quello che un anno fa chiamammo che rapporti tesserà con gli industriaQuadrilatero è oggi un giocattolo in li? Per ora s’intascano senza fatica la pezzi: Rinaldo Mezzalira è morto, Casconfessione dello strapotere degli learo ha scelto di giocare un’altra paravversari Amenduni. E come ultimo tita (la politica, con il Pd), e gli Amenatto nell’eterno scontro con Palazzo duni e Ingui hanno preso una prima Bonin Longare, hanno fatto morire (?) batosta. E’ l’inizio della fine? per scadenza di termini il piano di

L’ex braccio destro di Mastella non trova posto nelle liste di Berlusconi. Per un incrocio di veti

Il Mastellino del Nord torna al lavoro. Ma quale?

Povero Mauro Fabris, il Mastellino del Nord. L’uomo per tutte le stagioni, il democristiano con amicizie e destra, a sinistra e ovviamente al centro, questa volta ha trovato la porta sbarrata. L’ex capogruppo dell’Udeur alla Camera voleva planare in tutta comodità dal centrosinistra al centrodestra per meriti acquisiti sul campo: aver affossato il governo Prodi. Dopotutto, lo stesso Silvio Berlusconi aveva reso grazie a San Mastella di Ceppaloni: “Senza di lui Prodi sarebbe ancora al governo, la riconoscenza è uno dei valori che abbiamo anche in politica” (8 febbraio 2008). E ai valori, specialmente a quello della gratitudine, il nostro Fabris da Camisano guardava come l’ennesima bandiera a cui aggrapparsi per restare a galla. Si aspettava un posto in lista per il parlamento nel Popolo della Libertà, il nuovo maxi-partito quasi unico del Cavaliere. Magari non in Veneto: potevano andar bene anche l’Emilia-Romagna o la Lombardia, regione in cui era stato eletto due anni fa. Invece niente: Silvio il riconoscente gli ha negato il posto. A lui, il Mastellino, e al Mastellone e a tutta la sua famiglia.

Già, la famiglia. «Ha preferito distruggere il partito piuttosto che fare il passo indietro necessario, lui e la sua famiglia», ha dichiarato a caldo Fabris addossando al suo ex-patron la responsabilità della fallita sistemazione. Perché Clemente avrebbe voluto far entrare il suo Udeur nel PdL portandosi dietro la moglie Sandra Lonardo e il figlio Pellegrino. E dietro lui, Fabris. Ma Silvio, che quando promette qualcosa e per giunta per iscritto – dicono i beniformati - si può star sicuri che se lo rimangerà, ha posto il veto sulla sacra famiglia ceppalonica. A quel punto, fanno sempre sapere le gole profonde, Fabris avrebbe abbandonato al suo destino i Mastella per passare armi e bagagli in Forza Italia. Proprio lui, che deve il proprio potere e visibilità al solo fatto di essere l’unico uomo del Nord in un partitino circoscritto al Sannio, dando all’Udeur l’allure di un vero partito nazionale. Ma a quel punto è stato Clemente a porre il veto su di lui.

E siccome problemi a trovar candidati Silvio non ne ha di certo, e a dirla tutta il nostro Mastellino

di voti ne avrebbe portati pochini, la sua candidatura è stata depennata senza tanti patemi d’animo.

Fine ingloriosa di una trattativa fatta nel nome del supremo valore della “riconoscenza”.

Perciò è vera la smentita dello stesso Fabris riguardo a una presunta impuntatura del governatore veneto Giancarlo Galan su di lui (testuale: «Punto primo, escludo che Fabris faccia parte della squadra del Pdl nel Veneto.

Se invece gli daranno un posto fuori dal Veneto, significa che entrano in lista anche le puttane.

Per altro, ne conoscono di migliori anche in questo campo»).

Il “ducetto” Galan, effettivamente, conta poco a Roma. Ma lui, Fabris, ha dimostrato di contare ancora meno, agli occhi di Berlusconi. Ora dovrà cercarsi un altro “spazio”. Nel centrodestra, per un imprecisato futuro, gliene hanno promesso uno. Chissà. Se manterranno la parola come dovevano mantenerla per la poltrona parlamentare, è meglio che il povero Fabris torni al suo lavoro.

Già: ma quale?

A.M.

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fatti&notizie Intervista a tutto campo all’ex parlamentare Lalla Trupia: la rottura con Variati, la discesa in campo di Calearo, la lista No Dal Molin. E una città vittima di mediocrità e trasformismo

Politici e imprenditori mediocri Vicenza è diventata periferia Tra tanti candidati che sgomitano per un posto al sole in lista, ce n’è anche qualcuno che ha deciso per tempo, e senza troppe polemiche, di dire addio al proprio seggio in parlamento. Lalla Trupia, reduce da tre legislature a Roma con i Ds e con Sinistra Democratica (la prima tra il ‘92 e il 94, le altre tra 2001 e 2008) non sarà in lista alle elezioni del prossimo 13 aprile. “Una scelta meditata e fatta già da tempo – assicura lei -: credo che tre legislature siano sufficienti, e che si possa fare politica anche fuori dalle istituzioni.

Anche perché sono convinta che la gerontocrazia e il mancato ricambio generazionale, insieme alla misoginia e al trasformismo, siano i tre grandi problemi che pesano sul futuro dell’Italia. Mi pare sinceramente patetico non arrendersi all’idea che i tempi cambiano: in America devono scegliere tra Hilary e Obama, in Spagna hanno Zapatero, e noi siamo qui ad accapigliarci per la candidatura di De Mita”.

Un passo indietro, quindi, e stop agli incarichi ufficiali. Ma questo non vuol dire certo dare l’addio alla politica. Che, anzi, la Trupia ha tutta l’intenzione di continuare a seguire. A partire dalle prossime comunali, dove la sua Sinistra Arcobaleno (Sinistra democratica, Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani) ha da poco deciso di correre da sola, con un proprio candidato sindaco, dopo aver condiviso tutto il percorso delle primarie con le forze che sostengono Variati . Che cosa è successo? “Non siamo stati noi a cambiare idea – puntualizza lei -. Piuttosto, è stato Variati che ha cambiato idea, cedendo alle sirene centriste e moderate del Pd. Credo che VaLalla Trupia riati abbia cercato un pretesto per rompere con la sinistra, e l’ha trovato nella lunga e faticosa ricerca dell’unità all’interno della sinistra”. Come dire che anche la cosiddetta sinistra alternativa ci ha messo del suo, con il lungo tira e molla per salvare i simboli della falce e del martello, ma che alla fine è stato il candidato sindaco del Pd ha sancire la rottura. “Non è semplice unire e riuscire a far stare insieme percorsi diversi come quelli che fanno parte della sinistra arcobaleno – ammette la Trupia -. Alla fine siamo arrivati a

Piazza dei Signori

riunirci sotto un simbolo unitario: dall’altra parte non c’è stato rispetto per questo travaglio che ha richiesto tempi più lunghi. Credo che sia stato solo un pretesto, e che Variati volesse in realtà annettere solo quella parte della sinistra arcobaleno che sentiva più vicina.

Ma questo avrebbe mandato in fumo lo sforzo di unità della sinistra che è la ragione di essere di Sinistra Democratica”.

là delle logiche strettamente politiche, però, sulla frattura del centrosinistra vicentino ha sicuramente pesato anche l’inattesa e spiazzante candidatura di Massimo Calearo nelle file del Partito democratico.

“A Vicenza chiunque si consideri anche minimamente progressista – continua la Trupia - sa che Calearo è il prototipo dell’imprenditore un po’ arrogante con i sindacati, vicino a certe posizioni della Lega quando parla di sciopero fiscale o quando si scaglia contro l’articolo 18 e i diritti dei lavoratori bollandoli come un vecchio armamentario.

In più, è stato un presidente di Assindustria tutt’altro che illuminato,

Il fattore C Insomma, la sinistra non ha voluto rinunciare a proporre anche a Vicenza la linea nazionale, che la vuole da sola e in competizione col Pd. E a Variati probabilmente non è dispiaciuto troppo trovarsi senza un alleato che in una città moderata come Vicenza avrebbe potuto essere più scomodo che utile. Al di Il presidio No Dal Molin

contrapposte. “Calearo è stato il principale sponsor nel dire sì al Dal Molin – continua l’ex parlamentare -: ha sostenuto con tutte le sue forze questa causa in tutte le sedi, ed è stato artefici dello scambio a mio avviso insensato tra la sicurezza, l’ambiente e il futuro di Vicenza”.

Una bella contraddizione con cui il Pd dovrà fare i conti. Contraddizioni che del resto non mancano nemmeno tra chi, contrario al Dal Molin, lo è stato fin dal primo momento. Come la lista No Dal Molin. “È una scelta legittima, ma constato la contraddizione di chi, secondo me sbagliando, ha sparato a zero sulle istituzioni, e alla fine si candida per avere qualche poltrona in consiglio comunale. A differåenza del presidio, io credo che battere il centrodestra sul piano amministrativo possa aiutare a mettere in discesa la strada per contrastare la base; ad esempio cambiando quel famoso ordine del giorno che si rivela sempre più ipocrita. Per la tangenziale non ci sono soldi, l’aeroporto si cerca disperatamente di tenerlo in piedi ma ormai è chiaro a tutti che è in fumo, l’indotto e gli appalti sono andati a tutti meno che ai vicentini, a cui sono rimaste solo le briciole. Questo è il risultato del lavoro dei giganti che hanno amministrato Vicenza e che hanno guidato le associazioni economiche.

Il vero problema per la città è farla finita con classi dirigenti di una tale mediocrità da ridurre Vicenza ad una piccola città periferica”.

e rappresenta una delle due fazioni industriali che si contendono tutti gli affari del territorio, e che adesso si ritrovano in lista, con Galan da una parte e Calearo dall’altra.

Io credo che la storia Nemico comune della sua candidatura In ogni caso, conclusia meno trionfale di de la Trupia, il vero come ce l’hanno preobiettivo di queste sentata: e cioè che lui elezioni deve essere si sia trovato spiazquello di sconfiggere zato alla scadenza il centrodestra e Lia del mandato, con la Sartori. “La Sartori strada bloccata per la Massimo Calearo non ha radici in città, camera di commercio, e almeno a livello di ed è stato soccorso sindaco questo dovrebbe contare da Veltroni che, dietro le pressio– spiega -. È una donna di potere, ni di Montezemolo, ha che sa amministrare molto bene, accettato di candidarlo. ma anche lei è passata dalla siniCredo che Veltroni abbia stra socialista a Forza Italia. E antentato il colpaccio, ma i che lei è già stata assessore, consipiccoli imprenditori del gliere regionale ed europarlamenNordest non si sentono tare. Ha l’unico vantaggio di essere certo rappresentati da una donna, ma è una candidatura uno come Calearo”. vecchia. E soprattutto fa parte di una di quelle fazioni che rappreDal Molin e dintorni sentano la cupola di Vicenza”.

Senza contare che su molte questioni, Dal Molin in L. M. primis, le posizioni sono

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fatti&notizie

Il candidato sindaco del Pd ha rotto i ponti con Sinistra Arcobaleno Ma sul Dal Molin resta ambiguo

Variati e Veltroni, la strana coppia DI ALESSIO MANNINO L’ascolto e la sintesi.

Sono queste le due paroline magiche con cui il candidato a sindaco del Pd, Achille Variati, promette di affrontare il problema dell’insediamento della Veltroni durante la presentazione del Pd base Usa nell’ex aeroporto civile Dal Molin. Ascoltare la città, peril danno. ché la precedente amministraRicapitoliamo. Variati è sempre zione di centrodestra di Enrico stato ed è tuttora per il no. Ora Hullweck non l’ha fatto: “non ha il no si trasforma in “ascolto” e informato la città, io invece voglio “sintesi”. Tradotto: inventiamoci essere il sindaco dell’ascolto”. E, qualche forma di consultazione, secondo il buon vocabolario da facciamo un po’ la voce grossa politico navigato, fare sintesi: “La con Roma per far vedere che non ragion di Stato non si può imporre è vero che Vicenza non conta un sulla ragione di una comunità. Fra tubo (hai voglia…), e arriviamo a ragion di Stato e della comunità si rendere meno invasivi possibili i fa sintesi”. E’ la ricetta sciorinata lavori per una base che, comunal comizio tenuto ai Canneti marque, si farà. Veltroni, dal canto tedì 11 marzo prima che prendesse suo, problemi di doversi giustifila parola Lui, il Walter nazionale. care agli occhi degli elettori per il Veltroni invece non ha fatto nepsuo sì al Dal Molin non ne ha. Perpure mezzo cenno alla questione ché quando declama per cui Vicenza stava che anche qui “ce la per mettere in crisi possiamo fare”, fa il governo Prodi nel purissima propaganfebbraio 2007. E’ una Variati aveva da. Così, affida il suo bella grana, il Dal pensiero alla stampa, Molin. Soprattutto costruito la e quando viene qui fa perché per il candi- sua credibilità parlare Variati della dato premier demopatata bollente e il cratico ne ha un’idea anche sull’ discorso è chiuso. un po’ diversa: per opposizione Peccato che però il lui “l’attenzione di discorso non si chiututti deve spostarsi alla base. Ora da così facilmente. ora dal ‘se’ al ‘come’, tutto è andato Variati aveva coe cioè alla limitain malora struito la sua credizione dell’impatto bilità di candidato urbanistico e sulsindaco anche sulla la qualità della vita sua opposizione alla dei cittadini di tutta base americana. Grazie ad essa l’area. La priorità è questa, sarebaveva tessuto il filo di un’alleanbe bene passare dalle polemiche za secondo il modulo del vecchio alla costruzione condivisa di scelcentrosinistra: dal Manzanarre al te” (Corriere del Veneto, 7 marzo Reno. Ovvero dal suo Pd fino alle 2008). In pratica, Veltroni non è sigle comuniste della coalizione. contrario alla Ederle 2. Intende Ma ora è andato tutto in malora. solo, come il commissario Paolo Al dunque, la Sinistra Arcobaleno Costa (anche lui del Pd), ridurre

(che raggruppa i due partiti comunisti, i Verdi e gli ex diessini di Sinistra Democratica) ha rotto.

Un po’ per beghe interne, un po’ perché Variati ha trovato vantaggioso staccarsene scaricandogli addosso la responsabilità dello strappo. E oggi i sinistri vanno al voto col verde Ciro Asproso candidato sindaco, schiacciato da Variati da un lato e dalla Lista No Dal Molin dall’altro.

Una lista che ha fornito la sua prima prova di forza proprio nella giornata di Veltroni, aspettato al varco dai duri e puri del Presidio. Lasciamo stare la ridicolaggine di fermare un manifestante (Marco Palma, uno dei portavoce) perché introdottosi – quale turpe reato! – nel pullman del Pd. “Si può fare”, e l’hanno fatto. Calci, spinte, ressa, tafferugli. Alla faccia dell’ascolto e della democrazia del Partito “Democratico”. Il punto è un altro, ed è politico. Ma Variati,

che aveva puntato e punta molto sulla contrarietà al Dal Molin, con che argomenti può giustificare la feroce contestazione del lìder maximo Veltroni da parte di Cinzia Bottene&soci, ai quali pensa, da abilissimo tessitore qual è, come possibili alleati al secondo turno delle comunali? Non si sta avverando, seppur zoppo della liason con Lega e centristi vari, il disegno moderato di Alifuoco e Formisano, che avrebbero voluto prendere da subito le distanze dagli “estremisti solitari” (copyright: Antonio Dalla Pozza) di sinistra e No Dal Molin?

Non è che quel sondaggio Ipsos di gennaio che dava il Pd vicentino al 47% se da solo e al 36% se assieme alla Sinistra Arcobaleno, ha funzionato da bussola fin dall’inizio, e allora quest’ultima è stata usata solo fin quando ha fatto comodo?

Gianni Rolando, a capo della Sd in città, ha lasciato: farsa delle primarie “unitarie”, farsa dell’ascolto (e dagli) “unitario”, farsa del programma (ma dai!) “unitario”. Però ai Canneti lui, inspiegabilmente, c’era. Abbandona l’Arcobaleno

per entrare nella lista “personale” di Variati, corresponsabile dell’affossamento del suo ideale. Come sempre, c’è grande confusione sotto il sole.

PS: Veltroni, aiutato dalla collaterale Repubblica che ha fatto scoppiare il caso, ha accusato Berlusconi di buttare dentro alle liste di tutto, anche personaggi impresentabili come il fascistone Ciarrapico. Ha ragione (anche se il Ciarra è uno che ha amici ovunque, anche a sinistra: meno scandalo, per favore). Ma mettere come capolista uno come Calearo, che fascista non è, ma che non ha un’oncia di idee e sensibilità di centrosinistra (“Calearo, quando ha scoperto di essere di sinistra?

Le è comparso in sogno Fassino?

Ah no, era D’Alema”, l’ha infiorettato il geniale comico Crozza a Ballarò) e che su Vicenza, a cominciare dal Dal Molin, la pensa all’opposto del “suo” sindaco Variati – ecco, questo, non è un po’ da Berlusconi, pardon, da Veltrusconi?

Il Sartoriati e il vero nemico della città segue dalla prima Aspiranti Sindaco che vanno a Roma, come la Manuela Dal Lago che sul suo altare ha bruciato Ubaldo Alifuoco. Aspiranti alla conferma parlamentare che forse si dovranno accontentare di un seggio, sia pure da capogruppo, in Comune, come il buon Alberto Filippi che, per fare posto alla “collega” di partito, da un seggio sicuro come deputato si è dovuto aggrappare a speranze senatoriali in quarta fila. Direttori generali della Fiera da sempre dipinti come assolutamente indipendenti, come Maurizio Castro, di cui finalmente scopriamo le affinità ideologiche, grazie alla candidatura nel Pdl a Roma in quota An. Il teatrale ex sindaco Hüllweck che, perso il suo decennale potere, lo vedi girare da aspirante deputato per meriti “porcelliniani” lungo le vie palladiane a testa bassa, ignorato da una città - quella ufficiale e quella della gente

- che mai l’ha amato e che ora, nel migliore dei casi, lo evita.

Il prossimo mese sarà decisivo per il futuro della città con l’elezione del nuovo Sindaco, da scegliere tra due nomi di spicco (anche se i candidati ufficiali sono dieci), con il popolare Claudio Cicero a fare da guastafeste e a rendere possibile, insieme all’Udc che corre da sola, un ballottaggio fino a poco tempo fa impensabile. Da una parte c’è Achille Variati, che punta soprattutto sul rapporto “amorevole” con la città al cui servizio si offre dal “basso”; dall’altra c’è Amalia Sartori, che si fa forte della sua esperienza europea per calare pragmatismo e aperture mentali su una città che rischia di addormentarsi. Entrambi hanno pregi: appunto l’umanità e la conoscenza del territorio di Achille, il decisionismo e l’internazionalità di Amalia. Entrambi hanno difetti: Variati è accusato di aver fatto poco di concreto quando è stato sindaco, anche se ora a indicarlo come candi-

dato sono state le primarie; la Sartori è dipinta spesso come “antipatica” anche ai suoi, che pure l’hanno scelta, con procedure, però, da classico apparato politico. Ci verrebbe da dire che l’ideale, come spesso succede, sarebbe un mix dei due. Ma per non cedere alla tentazione di creare con Sartoriati un altro neologismo sulla scia dell’infido Veltrusconi, ci limitiamo ad augurare che il confronto in campagna elettorale sia intenso ma sulle cose da fare. E che dopo, chiunque vinca, col consenso degli elettori, quelle cose le faccia sul serio; magari con la condivisione ( senza preconcetti sbarramenti) dell’opposizione, quando sarà possibile. Perché, siamo seri, molte delle cose da fare non possono non essere condivise da chi vuole realmente il bene di questa città. Il nemico vero da sconfiggere da tempo, troppo tempo, è il No aprioristico e senza ragione a tutto quello che l’avversario dice.

Giovanni Coviello

publiredazionale

MODIFICHE IN MATERIA DI C.O.V. In data 3 marzo sulla G.U. n. 53 è stato pubblicato il decreto legislativo 14 febbraio 2008 , n. 33, dal titolo «Modifiche al decreto legislativo 27 marzo 2006, n. 161, recante attuazione della direttiva 2004/42/CE per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché in prodotti per la carrozzeria». Il decreto in esame quindi reca alcune modifiche al decreto attuativo della direttiva relativa alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili (COV) dovute all’uso di solventi organici in talune pitture e vernici e in taluni prodotti per carrozzeria. Tali modifiche si sono rese conseguenti all’adozione, a livello comunitario, della decisione della Commissione europea 2007/205/CE, con la quale, in attuazione degli articoli 6 e 7 della medesima direttiva 2004/42/CE, è stato definito il formato comune per la trasmissione delle informazioni indicate nelle richiamate disposizioni da parte degli Stati membri alla Commissione. Il provvedimento, costituito da un unico articolo, è volto da un lato a «modificare l’articolo 5 del decreto legislativo n. 161 del 2006, che limita

l’obbligo di informazione ai soli produttori, allargando il novero dei soggetti tenuti a tale obbligo, e riportare, al contempo, in uno specifico allegato l’elenco delle informazioni richieste dalla decisione comunitaria, con le opportune precisazioni»; dall’altro, a «correggere inesattezze di carattere lessicale, emerse nel primo periodo di applicazione della norma». Più in dettaglio il comma 1, modificando all’articolo 3, il comma 4, del decreto legislativo n. 161 del 2006, sostituisce il riferimento al decreto ministeriale n. 44 del 2004 con quello aggiornato all’articolo 275 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Il comma 2, attraverso l’integrale sostituzione dell’articolo 5, comma 1, individua i soggetti tenuti alla trasmissione dei dati e delle informazioni previsti dall’allegato IV nei soggetti che effettuano i controlli relativi al rispetto del decreto, nonché per il tramite delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o della Stazione sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi, per i soggetti che versano i contributi di cui all’articolo 8, comma 1, lettera b) del decreto legislativo n. 540 del 1999, nei soggetti che immettono

sul mercato i prodotti elencati nell’allegato I. Il comma 3, attraverso una nuova formulazione dell’articolo 5, comma 2, formalizza l’individuazione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare quale autorità responsabile dell’adempimento degli obblighi previsti dalla direttiva 2004/42/CE, ai sensi dell’articolo 5 della medesima direttiva.

I commi da 4 a 8 sostituiscono alcune espressioni contenute negli allegati I e II, che, come indicato nella relazione illustrativa, risultavano «viziate da errori di traduzione della direttiva» o affette da errori materiali. Il comma 9, infine, introduce l’allegato I I I Bis, richiamato dal nuovo testo dell’articolo 5, comma 1, e recante l’indicazione dei dati e delle informazioni che devono essere trasmessi al Ministero dell’ambiente dai soggetti indicati in tale ultima disposizione.

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approfondimenti

Fabbriche pericolose, trasporti di sostanze infiammabili, incidenti. Ecco quali sono le minacce che incombono sul nostro territorio. E come si cerca di prevenire gli incidenti

Emergenze ambientali, rischi a macchia d’olio Su cosa è successo a Cavazzale lunedì 10 marzo, sulle responsabilità e su eventuali ritardi nel far scattare l’allarme sta indagando la magistratura.

Ma l’incidente all’oleodotto che trasporto il kerosene da La Spezia ad Aviano apre una serie di interrogativi sulla situazione della sicurezza nel nostro territorio, interrogativi che non riguardano solo gli impianti militari. Al di là di basi e caserme, in cui controlli e interventi hanno una procedura tutta loro, quali sono le potenziali situazioni di pericolo? Come è organizzato il sistema di prevenzione? Cosa è stato fatto per trovarsi preparati di fronte all’emergenza? Come si fa a tenere sotto controllo una realtà composita e variegata come quella vicentina?

Tecnici al lavoro per contenere il gasolio riversato nel Bacchiglione A dare una serie di risposte, seppur parziali, ci prova il pia- Il piano provinciale di prote- una cabina di regia che riesca no provinciale di protezione ci- zione civile, ad esempio, con- ad avere effettivamente sotto vile, un documento approvato templa quasi un centinaio di controllo quello che potrebbe l’anno scorso dalla Provincia e possibili situazioni a rischio: succedere. E dire che a Vicenza, in cui sono monitorate le prin- in gran parte, però, si tratta di tutto sommato, la situazione cipali fonti di emergenze pre- fenomeni collegati al rischio è già abbastanza buona, visto vedibili. Una sorta di mappa idrogeologico, come frane, che i principali enti coinvolti del rischio “ragionevolmente smottamenti e alluvioni, so- (Prefettura, Provincia, Vigili prevedibile”, cioè di quelle si- prattutto nell’alto vicentino. Si del fuoco) hanno un dialogo tuazioni in cui si suppone che va dalla minaccia di piena lun- avviato da anni e già abbastanpossa accadere qualcosa di go i punti più delicati del Bren- za collaudato. pericoloso. Una guida impor- ta al rischio valanghe lungo le Poi ci sono le situazioni che tante, ma che non strade che collegano sfuggono quasi per definizione deve essere carile frazioni di Laghi a controlli sistematici, come i cata di eccessive e Posina, alle possi- trasporti. Finché sono all’inaspettative, pribili inondazioni del terno delle fabbriche, materiali ma di tutto per- La difficoltà parco Querini e di pericolosi o infiammabili sono ché la protezione più grossa contrà Torretti nel tenuti sotto osservazione. Ma civile non è, come è coordinare cuore della città. quando sono sulle strade nelle si potrebbe pen- tutti gli enti Le situazioni col- cisterne di un camion (peraltro sare, un blocco alle attività sottoposte a normative molto coinvolti nella legate unitario. Tutt’alindustriali, invece, rigide), le cose sono molto ditro. Al sistema di sorveglianza sono solo una man- verse. Da alcuni studi condotprotezione civile ciata, e riguardano ti dalla Provincia, emerge che nazionale partesoprattutto le azien- nel vicentino circolano ogni cipano, tanto per de ad elevato im- anno, spesso su strade molto dare l’idea della complessità, patto ambientale monitorate trafficate e attraverso i centri tutte le amministrazioni dello anche dal ministero (aziende abitati, 71 mila tonnellate di stato, le regioni, le province, i di prodotti chimici, galvaniche, gas infiammabili e un milione comuni e le comunità monta- zincherie). Ma la fotografia e 100 mila tonnellate di liquine, oltre a istituti e gruppi di che esce dal piano provinciale di infiammabili (in gran parte ricerca, gruppi di volontaria- è, per forza di cose, parziale. carburanti). Se uno di questi to, ordine e collegi professio- Perché, ad esempio, i piani di mezzi dovesse rimanere coinnali. Il che, dal punto di vista intervento nel caso di un in- volto in un tamponamento, operativo, vuol dire coinvol- cidente in fabbrica (come po- qualsiasi piano di protezione gere vigili del fuoco, forze ar- trebbe essere un incendio in un civile sarebbe impotente. In mate, corpi di polizia, guardie deposito di materiali chimici) quei casi non resta che affidarforestali, croce rossa, soccorso sono di competenza della pre- si alla prontezza dei soccorsi. O alpino, servizio sanitario na- fettura, mentre per i casi più al calcolo delle probabilità, sezionale e , di nuovo, gruppi “piccoli”, risolvibili all’interno condo cui le possibilità che un di volontariato. Facile capire, del Comune, la competenza è mezzo con sostanze pericolose con queste premesse, come delle singole amministrazioni rimanga coinvolto in un incispesso la cosa più complicata comunali. E molti altri rischi dente sono veramente basse. sia riuscire a coordinare tutte potenziali rientrano in ambiti Più o meno come quelle che un le forze. Ed avere un quadro di intervento ancora diversi. Il oleodotto si rompa. completo della situazione. difficile, insomma, è costruire L. M.

Lo studioso Licata (comitato Vicenza Est): “I casi eclatanti si vengono a sapere, gli altri no”

“Incidenti come il kerosene nei fiumi? Sono la norma” Lunedì 10 marzo una falla nell’oleodotto che dalla base di Aviano al porto di La Spezia trasporta il carburante per gli aerei Usa ha riversato ettolitri di kerosene nei fiumi Bacchiglione e Astichello all’altezza di Cavazzale. Un disastro ecologico come mai se n’erano visti a Vicenza, col rischio di inquinare in modo duraturo le falde acquifere. Il ritardo nelle operazioni di messa in sicurezza e la fragilità dell’impianto hanno scatenato la paura nei cittadini e una mare di polemiche sulla responsabilità dell’accaduto. Abbiamo chiesto lumi ad Andrea Licata, del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell’UniAndrea Licata versità di Trieste, esperto di basi Nato e statunitensi e oggi addetto alla comunicazione del Comitato di Vicenza Est contro la Ederle 2.

Chi ha la responsabilità degli impianti di rifornimento delle basi americane?

Ufficialmente le basi Usa sono “italiane”, nel senso che sono sotto la giurisdizione dello Stato italiano.

Ma di fatto sono americane a tutti gli effetti. L’extraterritorialità è un mito, servito alla sinistra per scaricare i sensi di colpa per la concessione di sovranità. La gestione e la movimentazione di ciò che serve alle basi è degli Americani, sono loro che comandano. Comunque, diciamo che la responsabilità è doppia.

Okinawa. La locale base Usa ha causato molti incidenti. Stessa sorte a Vicenza?

Gli incidenti come questi sono rari o frequenti?

Sono frequenti. In questo caso si è trattato del carburante, ma i movimenti possono riguardare anche mezzi e truppe, armamenti, esplosivi. E dentro le basi avvengono esercitazioni, anche estreme. Ogni tanto si rompe una cisterna, avviene un’esplosione, cade un elicottero. Sono la norma, in realtà. Solo che non tutti si sanno.

Cioè?

Cioè l’opinione pubblica viene informata quando le conseguenze sono visibili. Il rischio è alto. Ho parlato con dei soldati della Ederle, e loro danno per scontato che dal Dal Molin si alzeranno dei velivoli. Per quanto piccoli, potrebbe succedere, speriamo di no, quello che succede ad Okinawa. Lì cadono gli elicotteri in piena città.

Ci sono casi eclatanti di disastri ambientali?

C’è stato l’inquinamento delle falde ad Aviano. Risale agli anni ’90, ma gli esperti ritengono che gli effetti siano duraturi. I diserbanti per togliere l’erba e lasciare spazio a tendopoli temporanee quando le truppe di stanza sono più del solito sono state la causa. Non è un fenomeno eclatante, ma pervasivo e duraturo.

Quanto contribuiscono alla protesta contro le basi questi incidenti?

Abbastanza. In Sardegna e in Portorico hanno inciso perché lì sono avvenuti incidenti di grande impatto, e quindi non è stato possibile negare. I casi che hanno effetti nel tempo hanno meno presa sulla gente.

In generale quali sono i problemi di sicurezza delle basi Usa? Direi che i rischi maggiori riguardano i depositi di armi ed esplosivi che in segreto vengono trasferiti, come è successo a Camp Derby. Inoltre, potrei mostrare il grafico con la presenza di idrocarburi, solventi, pesticidi, metalli pesanti e anche sostanze tossiche, benché in quantità minime, che lasciano le basi sul terreno una volta dismesse.

A.M.

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Parla Alberto Belloni, neo-direttore del mensile Citylights: “Poche le opinioni forti In compenso ci sono i poteri forti. E un buonismo generalizzato”

“Informazione, a Vicenza un monopolio abnorme”

DI ALESSIO MANNINO

tare su una redazione composta da tutti giovani”. E come sono, questi giovani di Vicenza? “Rappresentano “Io sono un paraquello che è Vicenza. Fortissimo podosso”. Alberto polo degli spritz e delle discoteche, Belloni avrà 57 attaccati ai valori consumistici del anni a maggio, Nordest: la griffe, la bella macchima è il direttore na”. responsabile del A noi, francamente, paiono un po’ giornale vicentismorti. Forse perchè la città non ofno che si rivolge fre poi molto. E forse anche perché ai giovani. Da tre loro stessi non danno grandi segni mesi, infatti, è a capo della macchina di vivacità. “Non credo. C’è questo che ogni mese sforna Citylights, il vezzo di dire che Vicenza è una citmensile edito per conto del Comune tà chiusa. Anche qui ci sono offerte dallo sportello Informagiovani (in culturali. Io stesso cerco di frequenappalto all’associazione no-profit tarle il più possibile: teatro, confeInterart di Alberto Serafin, che inverenze, concerti. I giovani più attivi ce ha la direzione editoriale). Vicensono una minoranza, ma è fisiologitino, giornalista dal 1985, autore di co”. Ma qualcosa che non va c’è ecquattro libri, un’agenzia di comunicome: “Quello che non cazione (Archimedia), va è il livello di spazi scrive di sport per il per chi ha idee nuove: quotidiano Il Vicenza, in questo Vicenza è è corrispondente della “Sono di molto indietro. A mio Gazzetta del Mezzofiglio che ha 23 anni giorno e insegna eco- destra. Ma ho chiesto perché va nomia aziendale al- sul sistema l’Isiss (istituto tecnico economico la nei centri sociali. La risposta è stata: pergeometri per sordi) di penso come ché sono gli unici che Padova.

Bertinotti” danno spazi gratis.

Perciò, quando da una Viva i centri sociali certa parte politica si Addirittura un paraattaccano i centri sodosso? “Per la verità ciali, bisognerebbe fare mea culpa: è un problema molto comune: un cosa offriamo in cambio?”. po’ tutto il giornalismo italiano vede direttori da cimitero degli elefanti.

Destra e Sinistra: bah…

C’è una questione generazionale”.

E a parlare non è certo uno di siniChe fa, autocritica? “Diciamo che stra. Belloni lo dice chiaro: “Io sono la conoscenza del giovani ce l’ho da una persona di destra. Ma non mi padre. Ma per fortuna posso con-

riconosco in quello che oggi viene chiamato centrodestra. Oggi la mia aspirazione è uscire dagli steccati nei quali anch’io sono stato imprigionato”. Però è amico dell’assessore uscente Arrigo Abalti di An, che pur essendo di solide origini democristiane, ha puntato tutta la sua immagine sul rilancio di una cultura ‘di destra’. “Sì, sono suo amico, ma da un punto di vista personale. Per me oggi è molto interessante quello che dice Bertinotti”. Bertinotti?

“Sì, Bertinotti. Quando afferma che bisogna riflettere sul senso del sistema economico, sullo Sviluppo. In Italia si parla tanto di coppie di fatto, per dirne una, e invece bisognerebbe chiedersi se la direzione del sistema in cui viviamo va verso la felicità o no. Io dico quello che dice anche Massimo Fini: siamo su un treno che corre, ma noi ci affanniamo a sapere se i sedili sono puliti o no, o se abbiamo un posto migliore di un altro, e invece non ci domandiamo dove sta andando il treno, se in una direzione giusta o sbagliata”.

Mica tanto di destra, ragionare così.

E nemmeno di sinistra.

Male oscuro E qui, si ragiona abbastanza? Qual è il livello culturale della città di Piovene e Parise, secondo lo scrittore Belloni? “Tralasciando questi personaggi ‘storici’, credo ci sia una certa sopravvalutazione di alcuni attuali. E i giovani talenti rimangono nell’ombra, costretti a emigrare.

D’altro canto, giornalisti arrivati

Fatti, personaggi e vita vicentina

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LA PROPAGANDA ELETTORALE In ottemperanza alle disposizioni di attuazione previste nella Delibera n. 33/08/CSP relativa alle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per le ELEZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA 13/14 APRILE 2008, EDIZIONI LOCALI Srl per le proprie testate settimanali porta a conoscenza degli utenti il seguente Codice di Autoregolamentazione: 1) L’Ediore raccoglierà inserzioni elettorali da pubblicare sulle proprie testate settimanali secondo le regole tutte sottoindicate.

2) Tutte le iscrizioni dovranno recare la seguente dicitura “PROPAGANDA ELETTORALE” e l’indicazione del Soggetto Politico Committente.

3) Sono vietate forme di messaggio politico elettorale diverse da quelle elencate al comma 2 dell’articolo 7 della Legge del 22 febbraio 2000, n°28. In particolare, sono ammesse soltanto le seguenti forme di messaggio politico elettorale: a) annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze e discorsi; b) pubblicazioni destinate alla presentazione di programmi, delle liste, dei gruppi di candidati e dei candidati; c) pubblicazioni di confronto fra candidati; Non saranno accettate inserzioni di propagan-

da elettorale pure e semplici e cioè le pubblicazioni di slogan positivi o negativi, di foto o disegni, di inviti al voto non accompagnati da adeguata, ancorché succinta, presentazione politica dei candidati e /o di linee ovvero da una critica motivata nei confronti dei competitori. Per tali inserzioni vi è un espresso divieto legislativo (art.2 legge 515/93, art.6 regolamento 26.1.94).

La richiesta di inserzione elettorale dovrà essere fatta presso i nostri uffici situati in corso Padova, 12 - Vicenza (Tel. 044 4923362Fax 0444 926780 - e-mail pubblicita@piumedia.com) presso i quali è disponibile un documento analitico consultabile su richiesta riportante i criteri di autoregolamentazione qui indicati.

4) Le inserzioni elettorali ed i relativi materiali dovranno pervenire almeno tre giorni non festivi prima delle data di stampa utili sui nostri settimanali di seguito riportate: sabato 15 marzo 2008, sabato 22 marzo 2008, sabato 29 marzo 2008, sabato 05 aprile 2008, venerdì 11 aprile 2008.

5) Le tariffe dei formati previsti saranno le seguenti: (oltre IVA 4 %): 1 Pagina intera (260 X 380 mm) a COLORI Euro 750,00; 1 Pagina intera (260 X 380 mm) in B/N Euro 600,00; 1/2 pagina a COLORI (260 X 180 mm) Euro 450,00; 1/2 pagina in B/N (260 X 180 mm) Euro 350,00; 1/4 di pagina in B/N (154 X 180 mm) Euro 250,00 Sarà praticato uno sconto del 20% per un nu-

mero di almeno 2 uscite. Il pagamento dovrà essere effettuato in contanti e contestualmente alla prenotazione. Il mancato adempimento comporterà automaticamente la mancata accettazione di pubblicazione.

6) In osservanza delle regole di cui alla legge 10.12.1993 n°515 e degli art. 2 e 3 del Regolamento 26.01.94, Più Media Srl al fine di garantire la possibilità d’accesso in condizioni di parità e l’equa distribuzione degli spazi fra tutti i soggetti interessati che ne abbiano fatto formale richiesta, qualora, per la data prenotata per la pubblicazione non vi fossero , per esigenze informative o precedente carico pubblicitario di altra natura, spazio sufficiente all’esaurimento delle inserzioni regolarmente pagate attuerà la seguente procedura: dando la priorità a quelle che saranno giunte cronologicamente prima. Pubblicherà le domande pervenute secondo un rigoroso ordine temporale, nel senso che esaudirà le stesse secondo la data in cui sono state effettuate.

Qualora le richieste fossero giunte in pari data provvederà alla pubblicazione dando priorità a quelle che saranno giunte cronologicamente prime.

7) La vendita sarà effettuata presso i nostri uffici in base a vigente Testo Unico di Pubblica Sicurezza art. 120; - La persona che richiede l’inserzione allo sportello dovrà essere identificata, con annotazione del documento di identità (carta d’identità o altro documento con fotografia, ammesso dall’Amministrazione dello Stato).

- Nei testi e degli avvisi di propaganda dovrà

apparire il “COMMITTENTE RESPONSABILE SIG. (come da art.3, 2° comma, Legge 10.12.1993 N°515) ed il “NOMINATIVO DELL’AUTORE” (persona fisica che ha redatto il testo del messaggio). Gli ordini dovranno essere effettuati (e quindi firmati) da: - I segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda previa loro identificazione e attestazione della loro qualifica; - I candidati o loro mandatari (come da art.3 comma 3° Legge 10.12.1993 N°515); - Qualora il committente della propaganda elettorale a favore di uno o più candidati sia un gruppo , un ‘organizzazione, un’associazione di categoria, un movimento, un partito ecc. occorre la preventiva AUTORIZZAZIONE SCRITTA DEL CANDIDATO O DEL SUO MANDATARIO (come da art. 3, comma 4, della legge 10.12.93 N°515).

La fattura andrà emessa a : a) Segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda; b) Candidati o loro mandatari; c) Organizzazione/associazione di categoria ecc., per la fattispecie al precedente punto ripartendo spazi ed importo fattura fra tutti i candidati o partiti pubblicizzati; (come da art. 3, comma 3 e legge 10.12.1993 N°515).

L’Editore dovrà rifiutare richieste di propaganda elettorale da parte di Enti della Pubblica amministrazione (come da art. 54 legge 10.12.1993 N°515).

Più Media Srl

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Alberto Belloni

come Madron (ex vicedirettore di Panorama, ndr) sono dovuti andare via per esplodere”. Provinciale, angusta Vicenza. Una città in declino? “Per il quotidiano Il Vicenza seguo il calcio. Bene, nel calcio si vede un male oscuro. In tre anni ha cambiato 40 giocatori e 3 allenatori, e continua a fallire. A prescindere dalla proprietà: perdeva con gli inglesi, perde con Cassingena. La pallacanestro, dopo essersi infilata nel tunnel della crisi, non si è più ripresa. Con la pallavolo sappiamo la situazione di crisi per il palazzetto. C’è un male oscuro di cui non so spiegarmi il perché”.

Poteri forti A Radio Vicenza ha una rubrica quotidiana, “L’Opinione”. In questa città la cui pasta umana è fatta da gente con la paura di esporsi, ce ne sono poche o molte, di opinioni forti? “C’è una ridondanza di opinioni autoreferenziali, fra gli addetti ai lavori. Ne circolano poche, scusa il termine, dalla ‘società reale’. In radio tento di dar voce al mondo sommerso delle associazioni, dei sindacati, dei piccoli imprenditori (che pur essendo la spina dorsale del tessuto sociale, ne hanno poca) e anche di intellettuali scomodi. Insomma non mi piego al bon ton generale, al

buonismo dominante”. Funzionale a un dibattito pubblico con poco contraddittorio, che fa gli interessi di chi controlla l’informazione locale. Che ne pensa Belloni dei poteri forti, categoria di recente rispolverata da un suo stesso esponente, Massimo Calearo, per polemizzare coi suoi colleghi di Assindustria che lo hanno attaccato per aver scelto di candidarsi con il Pd di Veltroni? “Trovo risibile che una polemica sui poteri forti venga dall’interno dei poteri forti. In generale, registro un ridimensionamento, e non da oggi, del potere ecclesiastico, e un corrispondente prendere piede del potere economico, rappresentato dalle associazioni di categoria.

Trovo preoccupante che gestiscano l’informazione, che a Vicenza consiste in un giornale monopolista letto da 9 vicentini su 10. Un unico giornale e un’unica emittente televisiva che fanno capo a una stessa proprietà: da giornalista la trovo una situazione abnorme”.

Come giornalista si autodefinisce “uno all’antica: va bene internet e le nuove tecnologie, ma per fare un giornale bisogna guardarsi in faccia”. E non metterci la faccia è proprio, troppo spesso, l’handicap del vicentino medio. Belloni pare non soffrirne.

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fatti&notizie Analisi del progetto della Provincia per collegare la Fiera al centro città: un tragitto di cinque minuti, 1600 persone all’ora, il tutto a 19 milioni di euro. La bella favola diventerà realtà?

Phileas, il Metrobus bipartisan DI ANDREA ALBA

di morte per ciclisti e pedoni, da viale Milano a viale San Lazzaro.

Il sistema dei mezzi pubblici di Nei giorni scorsi ha suscitato un Aim, al di là dei problemi occucerto “rumore” la notizia del ripazionali e aziendali su cui negli torno dell’assessore provinciale ai ultimi tempi spesso insistono le Trasporti, Cristiano Sandonà, dalsigle sindacali, non può risolvere l’Olanda. Con una sorta di “blitz” le criticità esistenti: dalla stazionella città fiamminga di Eindhone dei treni alla Fiera, in bus, ci ven infatti il referente alla mobivogliono almeno 20 minuti. Ed lità dell’ente Provincia è rimpaessere imbottigliati nel traffico in triato con un’ambiziosa proposta autobus, al posto che in automoin tasca: una flotta di sei avveniribile, non è granchè più piacevole. stici metrobus Phileas su gomma All’ex assessore e novello candida impiegare in una tratta specifidato per la poltrona di primo citcamente realizzata su un vecchio tadino, Claudio Cicero, va se non sedime ferroviario, abbandonato, altro riconosciuto il tentativo di che congiunge la stazione ferrometterci su una pezviaria di Vicenza con za. Le rotatorie da lui la Fiera. Durata dei volute in tutti gli snoviaggi, cinque minuNelle ore di cittadini tuttavia, ti, con una potenziadi punta il oltre a non aver rilità di trasporto di scosso l’approvazio1600 persone all’ora capoluogo nei momenti di pun- sembra ne di tutti i vicentini ta. Niente rotaie né un girone di fatto hanno risolto fili: solo dei magne- infernale: solo in parte il proti piazzati sotto il blema. Che è struttuun problema manto stradale per rale: troppi veicoli in strutturale guidare il mezzo dal troppo pochi passagpadiglione fieristico gi. «Vicenza sconta a viale Roma. Costo una programmaziodel progetto, restauro della tratta ne urbanistica e uno sviluppo che ex ferroviaria compreso, 19 milionon ha tenuto conto della mobini di euro. Sorpresa: piace anche lità – commenta Valentina Doviagli ambientalisti. Che anzi “trigo, Legambiente – ,ed ora ci sono plicherebbero” l’idea, realizzando case dappertutto. Il primo e ultialtre due tratte est-ovest e nordmo piano urbano di questo tipo sud. venne fatto dalla consigliera Vitadini nei primi anni ‘90, sono pasTraffico in città, sati ormai 15 anni. Le conclusioni una storia infausta che venivano tratte allora sono Nelle ore di punta, il capoluogo valide a maggior ragione oggi: berico prende l’aspetto di un giroserve una rete viaria pubblica che ne infernale: venti minuti per i tre muova non solo una parte ma tutchilometri di rettilineo della strata la città, collegando i quartieri da Pasubio, verso la rotatoria del da nord a sud, da est a ovest, e poi Villaggio del Sole; accelerazioni e dal centro alla zona industriale». rallentamenti sulla Marosticana; La proposta Sandonà, secondo situazione analoga, con pericolo gli ambientalisti, avrebbe quindi

Stazione Trenitalia

Zona fiera

Per il progetto si sfrutterebbe un binario morto che corre dalla stazione alla Fiera

l’unico difetto di essere troppo “limitata”. «Il vantaggio della nostra proposta è nel percorso: un tratto privilegiato, accostato alla ferrovia, che eviterebbe tutti gli intoppi dei normali bus - sostiene l’assessore Sandonà -: per ora abbiamo solo un preliminare, ma se ci sarà la volontà della prossima Giunta di Vicenza potremmo realizzare il progetto in un anno e mezzo. Un altro grosso punto a favore è il “prezzo”: in questo momento, grazie ai contributi della Finanziaria che arrivano a coprire fino al 60 percento questo tipo di proposte, spenderemmo in tutto 19 milioni di euro».

Una fermata dell’autobus Phileas a Eindhoven

si è scontrata con l’opposizione di chi accusa questa tecnologia Rotaia vs Gomma: di provocare forti vibrazioni negli chi inquina di più? edifici circostanti le linee. TratMa al primo vagito, la proposta tandosi del centro storico fiorenSandonà ha già dei detrattori. tino, è facilmente intuibile come Non a Vicenza, in tutta Italia: nel l’opposizione al tram su rotaia senso che è molto forte, a livello abbia praticamente diviso in due nazionale, la contrapposizione la città. fra i fautori del tram su rotaia, «Io ho testato su pelle sia il traconsiderato “di sinistra”, contro i sporto su gomma che quello su metrobus su gomme, considerati rotaia, in Olanda – commenta inquinanti e poco sicuri. Nonchè l’assessore Sandonà – e mi sono favoriti dalle amministrazioni di fatto una mia opinione sulla quedestra. I sostenitori della rotaia stione. Firenze insegna: le case citano gli indistruttibili vagoni che vibrano non sono bianchi e gialli del gradite alla cittaditramvai milanese, nanza. Altro punto entrati in servizio Il metrobus per il metrobus su nel 1928 e ancora nasce per gomma è il prezzo: oggi perfettamen- unire i pregi realizzare una tratta te funzionanti. Al del tram come quella prospetcontempo, come tata per Vicenza, su esempio negativo su rotaia rotaia, costerebbe sidella gomma (ma si con quelli curamente due volte tratta in realtà di un dell’autobus e mezza di più». In “mix” fra gomma e tradizionale pratica, attorno ai 50 rotaia) viene citato milioni di euro. La il Translhor di Padosorpresa è che la proposta piace va, linea di mezzi ibridi con ruote anche agli ambientalisti, politicagommate e una rotaia che veicola mente dalla parte opposta: «Meil vagone. Il metrobus dell’azientrobus su gomma o tram su rotaia, da francese Translhor recentel’importante è che venga trovata mente inaugurato è stato oggetuna soluzione al trasporto pubblito di numerosi incidenti tra cui co – commenta infatti Dovigo –: quattro deragliamenti del mezzo, è vero che i mezzi su gomma proferimento di numerosi pedoni e ducono polveri sottili, ma se sono ciclisti inciampati o scivolati sull’ veloci costano meno in termini di unico binario (è nato persino un dispendio di risorse energetiche e “comitato vittime metrobus”). Il in proporzione producono molto problema del Translohr sembra meno smog di un numero di auto però più causato, appunto, dal su strada sufficienti a trasportare mix fra ruota gommata e rotaia le stesse persone. Quella proposta che non dalla semplice presenforse non è “la” soluzione in terza di copertoni in gomma. Vicemini assoluti, ma è una soluzione versa, i sostenitori del tram su possibile. Solo, non si commetta gomma (che pare verrà adottato l’errore di considerare una sola anche a Verona) citano il caso del area di Vicenza, si consideri la comune di Firenze, dove l’intencittà nell’insieme. Serve una linea zione di realizzare tram su rotaia

diretta di mobilità pubblica anche verso est, viale della Pace, e verso nord, cioè fino al San Bortolo».

La grande incognita, il cassetto Visto che il progetto dei metrobus Phileas sembra piacere a tutti, a questo punto pare proprio che l’unico (concreto) pericolo sia che finisca in un cassetto per non uscirne mai più. Destino che è più volte toccato ad altri piani simili: come il tunnel sotto Vicenza, l’opera che doveva risolvere buona parte dei problemi di traffico del capoluogo berico. Il “buco”, inizialmente prospettato e ampiamente incoraggiato dall’ex primo cittadino Enrico Hüllweck e dal suo assessore Claudio Cicero, si arenò definitivamente e sparì dalla scena cittadina nel 2004, sotto il peso del preventivo per la realizzazione: più di cento milioni di euro. Cristiano Sandonà alza le mani: «Il rischio c’è, per ora quello che abbiamo proposto noi è solo un preliminare.

Per realizzare il metrobus dovremo intraprendere un percorso assieme alla prossima Giunta di Vicenza. Ma non vedo perché non dovrebbero essere favorevoli. Se partissimo ora, con un progetto definitivo già in mano, potremmo realizzare la linea in un anno e mezzo». Ancora una volta, l’assessore della giunta Schneck e Legambiente si trovano in sintonia: «L’importante è che si faccia qualcosa – conclude infatti anche Valentina Dovigo –: il problema della mobilità, a Vicenza, non può più essere ignorato. Va risolto.

Che venga adottata una soluzione tecnica o un’altra, saranno dei tecnici a stabilirlo: l’importante è farlo al più presto».

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fatti&notizie

15 MARZO 2008

Viaggio in uno dei paesi più vivaci della provincia. Scelto da industrie internazionali, frequentato da artisti e gourmet, amato dai letterati. Ecco i segreti della patria del torcolato

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Vino, cineforum e jeans quant’è trendy Breganze

storia dell’industria italiana.

A pochi passi dalla cantina sventolano le locandine del teatro Verdi, sede Vini fiabeschi, marchi globali, stodi un cineforum che con i suoi duerie di Chiesa, pagine di letteratura, mila soci è diventato il più numeroso magna provincia, notti senza fine, della regione. Mentre in tutta Italia giochi in piazza, film tutto l’anno, le sale chiudono e i registi piangoleggende di sport. Breganze è tutto no, a Breganze raccolgono i frutti di questo, ma anche di più, a cominuna militanza culturale iniziata negli ciare da una piazza dove fermarsi è anni ’70 proponendo un cartellone sempre un sogno, mano allo spritz che, da settembre a maggio, offre e sguardo perduto fra i portici, i taspettacoli sei giorni su sette, con volini, l’antica edicola e la meridiana gli abbonati disposti a turnarsi dal dominati dall’altissimo campanile, il mercoledì al sabato pur di vedere cui cocuzzolo, nel Veneto, è secondo i film dei migliori autori in circosolo a quello di piazza San Marco. lazione. L’anno scorso la stagione Una sfida, questa della torre camculminò nel successo della prima panaria, che non deve sembrare un edizione di un festival, le Giornate caso. Perché, da sempre fiera della del Cinema, da replicare in questa sua natura di Paese doc, dove gli otprimavera. tomila abitanti non certificano alcuMolti soci del Cineverdi vengono na pretesa di città, Breganze sfolgora ovviamente da fuori, anche perché attualmente come il borgo più amasicuri che a Breganze lo spettacolo bile e nello stesso tempo “trendy” ha un prima e un dopo, dove didell’intero territorio vicentino. Affervidersi fra locali per tutti i gusti e mazione che si fonda sul presente, le tasche. Nella celebre cantina di trova ragioni nel passato, e guarda Fausto Maculan troneggiano vini decisamente al futuro. elogiati dai più autorevoli enoPartendo dall’attualità, non sai che gastronomi, mentre numeri pigliare. Di all’osteria La Circosicuro vanno bene i la, tempio dello slow 200mila ettolitri annui Chi conosce food con insegna che a cui punta la Cantina le notti del dà su una stradina del Beato Bartolomeo, capoluogo “sconta”, il viavai conroccaforte del buon sa quanto tinua fino a ore piccovino su ogni tavola lissime. Ultimi clienti nata dal sentire comu- è facile sono spesso artisti e ne espresso nel 1950 da prendere la musicisti che, reduci una cinquantina di vi- macchina e da serate in zona, si ticoltori. Gruppo ono- scappare a ritrovano attorno a rato da brindisi levati Breganze taglieri colmi di prein memoria a ogni inlibati formaggi, da acvernale Sagra del Torcompagnare ad assaggi di miele. colato, il passito che, con il Vespaiolo Chi conosce le agre notti del cada sposare al bacalà, ha lanciato in poluogo Vicenza, sa quanto facile tutto il mondo i bianchi breganzesi. è, soprattutto nella bella stagione, D’altra parte il primo presidente delprendere la macchina, e scappare la Cantina di nome faceva Giorgio, e fino a Breganze. Venti chilometri di cognome Laverda, come il Pietro che per altro risultano molto batLaverda che a cavallo fra ‘800 e ‘900 tuti anche in passato, e da signifiapre nella sua Breganze una fabbrica cativi personaggi. Nel ‘200 li coprì di macchine agricole destinata alla

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DI STEFANO FERRIO

La cerimonia di presentazione del torcolato

Breganze visto dai colli

l’epopea dei sacerdoti breganzesi nato italiano. Forse a tanto non arproprio il beato Bartolomeo a cui è il romanzo “La giostra degli arcanrivavano i sogni del buon don Piero stata intitolata la Cantina del paegeli”, pubblicato da Longanesi nei Carpendo, quando accettò di dare se. Uno passato agli annali come primi anni ’80. Uno che amava fare una mano a quel gruppo di amici, vescovo domenicano di Vicenza, la strada in senso inverso rispetto al ma anche il ruononché fondabeato Bartolomeo, Scapin, attratto lo decisivo della tore dell’ordine in modo irresistibile dalle bottiglie Chiesa è una coreligioso della di un altro, taumaturgico viticoltostante della stoGloriosa Vergine re locale, Firmino Miotti. ria breganzese.

Maria.

Tutti nomi e fatti che forse invoglieUn po’ una neSette secoli dopo, rebbero un altro autore vicentino, mesi, pensando asfalto a parte, la Guido Piovene, a dedicare a Brea come nell’800 strada è sempre ganze più righe di quelle contenute la parrocchia quella percorsa nel suo “Viaggio in Italia” di mezzo fosse saldamenin bicicletta da secolo fa. Allora la citazione riguarte in mano ai tre tre amici di nome dò solo i “torresani”, i colombi cucifratelli Scotton, Gianpaolo Conte, nati secondo un’antica ricetta locasacerdoti che Giulio Franzan e le. Oggi le provocazioni sono molte per tutta la vita Giorgio Zappon. di più. Arrivando anche al futuro, combatterono Siamo sul finire Renzo Rosso. Anche lui conquistato dal fascino della cittadina come indicato un anno fa da Renzo una loro strenua degli anni ’50, Rosso, re italiano dei jeans che ha crociata contro e a Vicenza i tre scelto questo paese vicentino come le sirene del modernismo. vanno per allenarsi nell’impianto sede del suo futuro e avveniristico Degli Scotton, e delle fortune avudi atletica leggera. Presto cambiaDiesel Villane. te dalla loro rivista “La Riscossa”, no idea, scoprendo vicino al camSi dice che alla Levi’s abbiano orditratta in modo superlativo lo scritpo scuola alcune mazze da hockey nato un dossier su Breganze. tore Virgilio Scapin, dedicando alabbandonate proprio per loro. Una volta che le portano a casa, per mostrarle al parroco don Piero Carpendo, il gioco è fatto, e dà vita a una squadra che, partendo dai gol del bomber Beniamino Battistella, ha concorso alla storia dell’hockey su pista italiano. Soprattutto negli anni ’70 quando arrivano due favolosi scudetti, con il secondo ottenuto a Follonica nel ’79, al termine di uno spareggio vinto in rimonta.

Oggi è ancora serie A e, nonostante manchino ambizioni da vertice, la pista nobilitata dalle giocate dell’asso cileno Pablo Jara, rimane tra le più infuocate del massimo campioFirminio Miotti (a destra) con la figlia Franca, vinicoltori “di lusso”

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fatti&notizie

Mentre l’edilizia popolare è bloccata, in città non si è mai costruito tanto come negli ultimi anni Ma tante famiglie non possono permettersi i prezzi di mercato. E i palazzi restano vuoti

Sfitti e case vuote, il mattone fa sboom DI GIULIO TODESCAN Basta prendere la bicicletta e fare un giro in città, per rendersene conto: «Sono appena passato vicino ai campi da calcio in strada di Bertesina, quelle palazzine nuove sono ancora vuote. Per non parlare dello scatolone bianco che han tirato su vicino al Parco Fornaci. Hanno lottato fino all’ultimo per poter strappare dei metri al parco, e non sono ancora riusciti ad affittarlo a nessuno».

Il tono di Fulvio Rebesani è fra lo sconsolato e l’ironico, mentre elenca i tanti mali del mercato immobiliare di Vicenza. Mali che da segretario provinciale del Sunia - il sindacato inquilini che da queste parti ha 1200 iscritti e quattro sportelli a Vicenza, Schio, Bassano e Arzignano – conosce fin troppo bene: a partire dalla bolla degli appartamenti sfitti, che

sono più di 3.300 in città. Di questi solo il 20% sono vuoti perché bisognosi di migliorie. Il restante 80%, semplicemente, sono spazi rimasti fuori dal mercato: troppo cari per le tasche di chi cerca una casa in affitto. Nel suo piccolo, negli ultimi anni, anche la città berica ha avuto il suo boom e il suo flop immobiliare: «Non si è mai costruito tanto come negli ultimi cinque anni – dice Rebesani – ma con un’ottica miope, per nulla imprenditoriale. Un po’ qui e un po’ là, senza pensare se esisteva un mercato. Tanto che alla fine i costruttori preferiscono tenere i palazzi vuoti piuttosto che venire incontro a una domanda che pure esiste, ma non può permettersi i prezzi del libero mercato».

Già, perché - per completare il quadro - ai 3000 e passa appartamenti vuoti dobbiamo accostare un al-

Clicca!

tro dato: le 900 famiglie e persone iscritte alla graduatoria dell’Ater per avere una casa popolare nel 2006.

Il Comune ne assegna circa 100 all’anno, e il patrimonio pubblico è sempre lo stesso o quasi. «Negli ultimi anni l’Ater a Vicenza ha costruito pochissima edilizia residenziale pubblica, 30 case all’anno appena, riempiendo qualche buco nel tessuto urbano, senza piani di grande respiro – continua Rebesani –. A Bassano è ancora peggio, non si fa una casa pubblica da quattro anni. E’ questo il vero problema in Italia e a Vicenza: è sparito il ruolo dell’edilizia pubblica, che dovrebbe servire ad allargare l’offerta e in questo modo a calmierare i prezzi di mercato. In Europa i canoni sono molto più bassi che da noi, e questo avviene perché il patrimonio edilizio pubblico è tre o quattro volte più esteso che nel nostro

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paese». Lo Stato si è ritirato: negli anni del governo Berlusconi nemmeno un euro è stato stanziato per l’edilizia popolare, e solo l’ultima finanziaria di Prodi ha istituito un fondo per un piano casa nazionale, di cui però è stato finanziato solo il 2008. Parte di questi soldi serviranno, per rimanere nell’ambito della città di Vicenza, a finanziare la costruzione delle nuove case Ater previste ai Pomari, dietro l’ipermercato Auchan.

Le Aziende per l’Edilizia Residenziale (Ater) sono enti di nomina regionale, e dipendono quindi Appartamento in vendita in centro città dai soldi stanziati a Venezia: l’ultima legpaese vive comunque fra quattro ge regionale in materia porta la firmura acquistate con decenni di lama dell’assessore ai Lavori Pubblici voro: il problema è che, se il mutuo Massimo Giorgetti (An) e destina è diventato proibitivo, la soluzione solo un quarto dei finanziamenti al affitto non è agevole come nel resto fondo per l’edilizia pubblica in locad’Europa, dove vivere in un apparzione - cioè alle case da affittare alle tamento in locazione è cosa molto fasce disagiate – il resto va a sovvenpiù comune. Il nuovo millennio non zioni per la proprietà, o ai canoni è iniziato nel migliore dei modi per concordati con i privati, comunque chi vive in una casa non sua: «Dal troppo alti di solito per chi è in lista 1999 al 2006 nei comuni italiani al per una casa popolare. Ma chi sono di sotto dei 200.000 abitanti, la facostoro? «Lavoratori precari o con scia che comprende anche Vicenza, salari bassi, famiglie divise o singoli i canoni d’affitto sono aumentati dei in difficoltà – dice il segretario del 105%. Nello stesso periodo, il salario Sunia –. La metà di quelli in graduamedio è aumentato del 12% circa» toria sono persone sole, soprattutto dice Rebesani. Se vi sfugge quale anziani». strana logica contraddittoria sia in La tradizione italiana della casa in grado di tenere insieme questi due proprietà sta entrando in crisi, andati schizofrenici, può essere d’aiuche a causa dei mutui sempre più to consultare qualche enciclopedia proibitivi per la famiglia media. economica: cercate sotto la voce “liL’80% circa delle famiglie del Belbero mercato”.

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15 MARZO 2008

pensieri contro Il capo della procura di Santa Maria Capua Vetere è riuscito in cinque imprese impossibili. Ecco come

Un procuratore santo subito I cinque miracoli di Maffei Sì, i miracoli ci sono, più d’uno, davanti agli occhi di tutti. Ci lasciano increduli, questi miracoli.

Santo subito!

Con chi ce l’ho? Ma con il Procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, ovviamente, il mai abbastanza lodato dr. Mariano Maffei.

Lo so che è già andato in pensione, che credete? Per me, però, Maffei resterà Procuratore in eterno!

Ma perché Mariano Maffei? Primo perché per 44 anni ha amministrato la giustizia con “altissima professionalità ,con spiccato senso del dovere, con i massimi risultati”. Quarantaquatto anni!

Considerato che siamo in Italia, reggere un giudizio del genere per sei mesi ha già del soprannaturale. Reggerlo per 88 semestri è già al di là di ogni umana comprensione. Un pelino sotto il mistero della SS. Trinità.

Ma queste cose le dice lui, direte voi. Malfidenti che non siete altro!

Che volete? Se le dice un Santo, io ci credo. E che sia un Santo lo dimostrano i miracoli. Ne volete cinque, tanto per gradire?

Ha allontanato Prodi dalla politica italiana. Ci avevano provato tutti. I più furbi e i più intelligenti.

Niente. Abbattemmo una Repubblica, per riuscirci. Sul più bello, ricomparve in un pullman e finì diritto a Palazzo Chigi. D’Alema lo mandò in Europa e lui ci fece il nido. Voleva allargarsi fino alla Corea del Nord. Finito il turno, ancora qua. Tutti i Paesi d’Europa respirarono, noi molto meno. Veltroni si inventò un partito mai visto, per farlo fuori. Niente. Se non c’era Maffei sarebbe ancora là.

Ha rinviato stabilmente il Clemente a Ceppaloni, colpito negli affetti

più cari. Noi lo sospettavamo tutti.

Adesso sappiamo chi comanda in casa Lonardo. Certo che affondare un sughero va contro tutte le leggi di natura. Miracolo è!

Ha tolto un seggio parlamentare all’on. Mauro Fabris, quello che il trasformismo neanche sa cosa sia.

Lui fa tutto in buona fede. Larga e varia, ma buona! Sono tre o quattro volte che passa una legislatura a sputtanare quelli che lo metteranno in lista la legislatura dopo.

E una volta è riuscito a superare se stesso: fare l’operazione durante la legislatura. Mauro Fabris è sicuro che Berlusconi gli darà un grande incarico a livello nazionale. Sarà bene che si sbrighi. Il 27 è un gran brutto giorno!

Ci ha fatto finalmente scoprire che De Mita è un uomo di destra. Non lo aveva mai voluto ammettere.

Non conoscendo la via dell’esilio, ha preferito quella del disonore: accasarsi col forlaniano Casini!

Ha liberato Roma dal Lumacone.

Contro i Romani, che lo adoravano. Perché i Romani gli dai il panem, gli dai i circenses, una festa del cinema, cosa vuoi che gl’importi di ordine, pulizia, civiltà. Roba da cittaducole. Roba da parvenu come New York! Feste, notti bianche, ricchi cotillon e una manciata di attori di seconda mano prestati da Hollywood. Ma che miracolo è, direte voi, se al posto del Lumacone i Romani si reincorporano il Rutelli! Ebbene, San Maffei mica può far tutto lui! Lui gli ha dato la possibilità. Se loro non vogliono approfittarne, cavoli loro!

m rre

Inoltre dall’Italia

Per lei

Pasqualino, 40enne, operatore scolastico, no sposato, cerco una donna seria e sincera per costruire un rapporto leale che abbia lo scopo di una convivenza / matrimonio. Non ho problemi economici ho voglia di progettare un futuro insieme. Tel. 3281080282 04441571499.

Cesare, 38enne, separato due figli, dopo la mia separazione sono a pezzi, vorrei cercare una donna anche straniera che possa farmi ricominciare a vivere sono sincero e molto serio. Tel. 32810800282 0444-1571499.

Salvatore, 42enne, operaio specializzato, cerco una donna anche straniera che sappia travolgermi in una storia d’amore finalizzata al matrimonio, non sono mai stato sposato. Tel. 3281080282 0444-1571499.

Gianni, 41enne, lavoro come banconista, mai sposato ho avuto solo delusioni dalla vita, cerco una compagna seria onesta sincera per innamorarmi e progettare un futuro insieme. Tel. 32810800282 0444-1571499.

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Vi bastano questi cinque miracoli?

A me sì! Maffei? Santo subito!!!!

Giuliano Zoso

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per il Consiglio Comunale

Passione e competenza al servizio della buona amministrazione federicoformisano.blogspot.com e federicoformisano@yahoo.it

Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley A1 La Infoplus Minetti vuole l’Europa pagina 14

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Anno 3 - Numero 53 - Sabato 15 marzo 2008 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°95

Davide Rigon, già campione campionato Italiano e Europeo di Formula 3000, è pronto per la nuova stagione e sogna la GP2 Series. “Fare il pilote è un po’ come andare all’università”

Studente particolare DI FRANCESCO CAVALLARO

Rugby Il first XV cerca di non retrocedere pagina 15

Calcio serie B Ritiro contemplativo per la salvezza pagina 16

Hockey on line Diavoli più concentrati per scalare la classifica pagina 16

Non che in Formula3000 non ci siano le pressioni, come Il 2007 è sta- spiega il pilota: “Sai che hai in to l’anno della mano una macchina che vale un consacrazione. sacco di soldi; e poi all’interno Davide Rigon del circo girano tanti interessi.

– vicentino, 22 Per quanto mi riguarda, il 2007 anni il prossi- è stato un anno spettacolare; mo 26 agosto - sono riuscito a vincere il Camha conquistato pionato Italiano e Europeo, una il campionato Italiano e Europeo soddisfazione grandissima”. di Formula 3000. Semplicemen- Davide fa la spola fra Caltrano e te è andato più forte Forlì, dove condividi tutti. In futuro de un appartamenspera di fare il gran- “La giornata to con altri giovani de salto in Formula tipo? piloti. “Per fare un 1; il suo è un segreto Palestra, paragone è come se di Pulcinella. Non colazione e fossi uno studente lo dice tanto in giro, relax: questi universitario fuori sono gli forse anche per scasede - commenta ramanzia, ma ci sta ingredienti Davide -; all’inipensando eccome per un buon zio della settimana allenamento” al gran giorno. Tre parto e vado ad alanni fa ha già avuto lenarmi in Emilia. modo di provare una Lì sono seguito costantemente Minardi: è stato amore a prima dal mio manager Giancarlo Mivista. “Mi sembrava di portare nardi e da un centro medico. La un’astronave - racconta Davide - giornata tipo? Palestra, concen; pazzesco, davvero. Non ci sono trazione e relax: questi sono gli parole per descrivere le sensa- ingredienti per un buon allezioni che ho provato. La Minardi namento. Fare il pilota era una fa cose incredibili, l’accelerazio- passione, ora è diventato un lane è fenomenale. Sembra facile voro a tutti gli effetti. Con tutti i guidare un bolide del genere, in suoi pro e i suoi contro. Faccio realtà ci vuole un molti sacrifici, però allenamento tutto in cambio ho delle speciale. Un conto grosse soddisfaè guardarsi i Gran zioni. Giro molto; Premi seduti davantuttavia, se anche ti alla televisione, ho un Gran Premio un altro è correrli a Vallelunga non è con una macchina che nei tempi morche è quasi un aeti ho la possibilità reo. Certe cose non Davide Rigon di visitarmi Roma. si possono improvMi tocca rimanere visare, bisogna arrivare allenati. sempre all’interno del circuito.

La Formula 1 non è un giochino, E ormai mi sono fatto il giro di ci sono pressioni molto forti ed amici nell’ambiente dell’autooccorre essere concentrati al mobilismo; quelli di Caltrano si massimo”. contano sulle dita di una mano.

Il pilota vicentino alla guida della sua auto durante una delle ultime gare di Formula3000

Loro dicono che sono pazzo; sarò anche matto, ma correre è tutta la mia vita”.

Davide ha iniziato la sua carriera nel 1998 con i minikart; da lì in poi è stato un crescendo. Tanto che adesso il sogno chiamato Formula 1 sembra davvero a portata di mano. “La vivo con serenità - conclude il pilota -; io non mollo di certo la presa. In questo momento sono concentrato esclusiva-

mente sulla nuova stagione, ho contatti con diverse scuderie.

Probabilmente non potrò ancora coronare il mio sogno a breve termine e cioè correre in GP2 Series; questo a causa di difficoltà economiche. In ogni caso continuerò a lavorare duramente e con grande professionalità per raggiungere altri importanti traguardi, nella speranza che anche il 2008 mi possa regalare tante soddisfazioni”.

di Artini Roberto & C. s.a.s.

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15 MARZO 2008

Volley A1. Fine settimana intenso per le biancorosse che saranno impegnate in Turchia nella final four di Challenge Cup Intanto la città berica attende le ragazze per la partita di mercoledì 19 marzo

L’Infoplus Minetti vuole l’Europa Vicenza riabbraccia la squadra DI PAOLO MUTTERLE

Ci siamo. La stagione dell’Infoplus Minetti è arrivata al suo clou: la squadra, da poco rientrata ufficialmente a Vicenza dopo l’esilio imolese, è impegnata in Turchia questo fine settimana per la final four di Challenge Cup, la Coppa Uefa del volley. Quattro squadre si contenderanno il trofeo nella due giorni di Bursa, città di un milione e mezzo di abitanti che ospita semifinali e finali della competizione europea. Si parte sabato pomeriggio con le padrone di casa del Günes Sigorta Istanbul, società organizzatrice, contro le campionesse di Germania del Dresdner. A seguire Paccagnella e compagne sfideranno le sconosciute

rumene dello Stiinta Bacau, nelle cui fila militano però tre giocatrici della nazionale e guidate in panchina dallo stesso tecnico delle rappresentativa di Bucarest, Florin Grapa. Le vincenti si affronteranno domenica pomeriggio alle 16.30 ora locale, le 15.30 italiane.

Tutte le partite saranno trasmesse in diretta dal canale satellitare turco TRT 3, visibile anche via web all’indirizzo www.trt.net.tr.

Si tratta di una delle trasferte più lunghe nella storia del club arrivato in serie A1 nel 1998 e che in dieci anni di militanza nel massimo campionato può vantare ben quattro finali continentali. Le precedenti tre, tutte in Coppa CEV tra il 2000 e il 2002, furono disputate entro in confini nazionali a Reggio Calabria, Vicenza e Schio, con un secondo, un primo e un quarto posto nell’ordine, quando anche in Europa le rivali erano altre squadre italiane: Reggio Calabria, Ravenna, Modena, Perugia, Bergamo. Le ra-

Enrico 40enne personal trainer. Nella mia giornata lavorativa vedo molte ragazze, ma preferisco non mischiare il lavoro con la vita privata. Cerco una ragazza libera, non fumatrice, ottimista e responsabile.

Bancario 45enne, gentile nei modi, molto sensibile, libero. Moderno nello stile di vita, antico nei valori.

Paolo 37enne celibe, pieno di energia corretta. Cerco una ragazza semplice, curata, con sani valori.

Posso offrire molto ad una ragazza motivata, schietta, leale.

Giovanni 40enne bancario, celibe, ottimo aspetto, abbronzato. Ho girato il mondo, ma da solo non è così gratificante. Vorrei godere delle bellezze del mondo e dell’amore, con una ragazza dalla quale essere ricambiato con tanto affetto ed amore.

Ettore 45enne allenatore, 185, snello, intelligente, non conformista. Credo ancora che l’amore esista, perché ho vissuto in paradiso quando ho amato. Ora sono solo, ti cerco libera, con la mente ed il fisico protesi ad un sano sentimento.

Direttore commerciale in una Multinazionale. Separato ho uno spirito di indipendenza (nella mia villa faccio tutto da solo e non sicuramente x problemi finanziari !)e ne sono orgoglioso. Amo gli sport acquatici (sono anche istruttore di nuoto)la patente nautica per vela e motore. Cerco una donna giovanile, carina, intelligente, colta.

gazze di Manù Benelli arrivano all’appuntamento più importante dell’anno in buone condizioni di forma e con la sola Mataloni fuori uso. In Challenge Cup le rossoblu sono ancora imbattute, uniche insieme al Vakifbank. Nella squadra turca milita anche l’ex minettina Riikka Lehtonen, assieme a molti elementi della nazionale. Il Günes Sigorta evoca però ricordi piacevoli, perché proprio contro la formazione di Istanbul, superata in semifinale nel 2000 a Reggio Calabria, arrivò la prima storica finale europea per l’allora Minetti Ceis Vicenza.

Novello Fidas rimandata.

Niente scorribanda per le biancorosse di Peppe Nica nel derby di S. Donà.

Contro una diretta concorrente è arrivata invece una sconfitta per 3-1 che lascia la Novello Fidas in piena zona rossa. Per il momento la situazione resta però sotto controllo, dato che Astarita e compagne hanno le po-

Imprenditore 50enne, conduco una vita agiata, amo attorniarmi di cose belle, ho il gusto ed il piacere per l’arte, vivo in modo sano, sono ottimista e solare.

Pittore 55enne divorziato da tempo. Ho una galleria d’arte ed economicamente sono molto agiato. Sono di animo sensibile e questo si vede anche nei miei quadri, cerco una donna che rispetti ed ami l’arte.

Ho 47anni, giramondo, bilaureato & manager aziendale. Adoro il “bello” ed i veri”valori essenziali” della “vita” come l’amicizia e gli affetti famigliari. In un rapporto con la mia LEI desidero principalmente sincerità, complicità, comunicazione, rispetto, allegria e “affinità elettive”, un giusto “mix”.

Vincenzo 49enne alto, elegante, bel fisico, curato, molto giovanile fuori, ma soprattutto dentro. La vivacità e la voglia di vivere sono il mio forte. Cerco una donna max 45enne, libera sentimentalmente. il resto si vedrà.

Stefano 51enne imprenditore, gratificato economicamente. Ho tutto quello che si può chiedere alla vita, compresa una buona dose di fortuna. Cerco l’amore, che mi è sfuggito di mano.

Valerio 55enne snello, brizzolato, Sono esigente, cerco una donna con un bel fisico, ma non fine a se stesso. Unisco la bellezza ad una sana intelligenza. E in amore non scendo a compromessi. Ti cerco, grintosa, snella, femminile.

Infoplus Minetti durante una partita di coppa

tenzialità e il calendario per risalire la classifica. Nella volata-salvezza le vicentine hanno infatti a disposizione la trasferta di Bergamo (altro scontro diretto) e quattro partite casalinghe su sei. La prima è quella contro l’Atomat Volley Udine domenica 16 marzo alle 17.30 al PalaRewatt.

Palladiogroup.it, finalmente.

In contemporanea i ragazzi di Fangareggi saranno impegnati a Valeggio sul Mincio contro l’Avesani, formazione di alta classifica. Ma per la prima volta Greggio e compagni affrontano la trasferta con il morale alto, dato che contro Venezia è arrivata la tanto at-

tesa prima vittoria in campionato. Un successo che anche se non cambia le possibilità di salvezza dei biancorossi ha fatto riscoprire un clima nuovo in squadra. Sorride il palleggiatore della Palladiogroup.it Claudio Michetti: “Vincere ci ha sollevato il morale, le differenze si sono già viste in allenamento e sicuramente da adesso in poi viaggeremo con una marcia in più. C’è modo e modo di retrocedere e adesso noi speriamo di chiudere in bellezza, onorando fino alla fine il campionato: a Verona non sarà una partita facile, anche se loro stanno affrontando un momento di difficoltà. Noi siamo carichi e faremo del nostro meglio”.

SPAZIO VIGNETTA Mantenere proporzioni

Laura 32enne nubile, carina, capelli neri, lunghi, snella, cerca una persona con gli occhi chiari alto 180, comprensivo, sensibile, cultura media, non è importante il ceto sociale.

Maria 33enne piccola e graziosa, buona e altruista. La voglia di lavorare non mi manca, quello che non ho è l’amore, dopo una scottante delusione, voglio ricominciare. Vorrei conoscere un uomo anche non bello ma affidabile.

Luciana 35enne ottimista, bel sorriso.

Deciso e forte con i problemi della vita, ai quali sempre c’è una soluzione. Romantico e sensibile con i sentimenti.

Cerco una ragazza nubile per un futuro assieme.

Maura 36enne, alta magra, bel fisico, dolce, romantica, sensibile, incontrerebbe un uomo massimo 45enne, amante della natura e del mare. Bella presenza.

Anna: sono una donna abbastanza semplice, estroversa, leale, coccolona, disponibile. So essere generosa e comprensiva, più altruista, che ambiziosa.

Cerco un uomo che apprezzi di queste qualità e non ne approfitti.

Valentina 38enne ottimista, bel sorriso. Deciso e forte con i problemi della vita, ai quali sempre c’è una soluzione.

Romantico e sensibile con i sentimenti.

Cerco una ragazza nubile per un futuro assieme.

Stefania 43enne, sono bionda mesciata, riservata per carattere, non fumatrice, libera da vincoli. Sensibile.

Cerco l’amore fatto di passione, comprensione, reciproco aiuto, dedizione, lealtà. Ci sei?

Silvia sono una 45enne, gran bella donna, carismatica, sensibile e dolce, ama la moto. Tipo mediterraneo. Cerco un uomo gratificato, coerente, che non giochi d’azzardo.

Annalisa 46enne, 165. Amo il giardinaggio, l’antiquariato. Cerco un uomo libero, indipendente, che abbia raggiunto la sua maturità.

Elisa, sono una affascinante Signora 47enne, curata. Ho conosciuto l’amore, ora sono vedova. Cerco un uomo intelligente atletico, giovanile, curato.

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15 MARZO 2008 La società. La compagine scledense schiera nove formazioni E dopo il “miracolo impossibile” della serie B, punta tutto sui giovani

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Olimpia di nome e di fatto Zané sulle orme di Velasco

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DI ANNA MOLON

UFFICIO STAMPA FIPAV

G i o c h i Olimpici di Atlanta 1996: Ugo Soliman, oggi tecnico della prima squadra di casa Zanè, allora 2° allenatore in A1, fu testimone diretto assieme al presidente della società dell’Alto Vicentino Mario Soliman, dell’impresa compiuta dal mitico sestetto azzurro che sbaragliò tutti gli avversari vincendo le 5 partite del girone di primo turno, La serie C Artifer Zané accedendo da superfavorito alla finale dopo aver biamo raddrizzato il tiro, stracciato la fortissima Ju- ridimensionando il tutto e goslavia. Ma fu proprio ad ripartendo con i giovani”. un passo dal traguardo che Oggi l’Olimpia Zanè può conl’Olanda spezzò i sogni del- tare su una serie C, l’Artifer la nostra nazionale guidata Zanè, che in classifica sconda Velasco, che ta il fatto di avere perse 3-2 e tornò “Stiamo elementi molto da Atlanta con lottando giovani.

“Stiaun’onorevole ma mo lottando per per non bruciante medanon retrocedere retrocedere, glia d’argento.

– spiega Soliman Da quell’inde- ma le – ma le difficoltà lebile emozione difficoltà incontrate erano nacque l’idea incontrate prevedibili vista di dare il nome erano la nostra preOlimpia alla cisa volontà di prevedibili” nuova società di riaprire un ciclo Zanè che iniziò nuovo”. Il primo proprio in quelobiettivo infatti l’anno la sua avventura. per la società dell’Alto ViAnche la società vicenti- centino è di riuscire a svina nel corso della sua sto- luppare l’attività giovanile ria ha dovuto fare i conti sul territorio. con grandi soddisfazioni e Obiettivo porqualche caduta, che però tato avanti con non ha mai fatto perdere di convinzione e vista i sani obiettivi socie- fiducia da tectari. In soli 7 anni infatti, nici e dirigenè stata capace di compie- ti, che in quere un “miracolo sportivo”, sti anni hanno passando dai campionati fatto tanto per 1^ divisione Olimpia provinciali a quelli regio- far crescere un nali fino a varcare le so- vivaio di gioglie della serie nazionale, vani del luomilitando in B1. “Il primo go. A conferanno siamo riusciti a salva- ma del buon re la squadra – racconta il lavoro svolto, presidente Mario Soliman la compagi–, poi ci siamo resi conto ne del tecnico che stavamo percorrendo Ugo Soliman 3^ divisione Ronda una strada molto al di fuori (già collaboratore tecnico dalla nostra portata sotto del Centro di qualificazione il profilo economico, e ab- nazionale) può vantare ben

Rugby Serie C. Ancora una sconfitta di misura. Solo la matematica tiene viva la speranza di evitare la retrocessione

Rangers ad un passo dal baratro DI FRANCESCO BIANCHI

due elementi convocati nelle nazionali giovanili: Alberto Frizzarin, classe 1991, chiamato dal Settore Squadre Nazionali per un raduno con la Nazionale pre-juniores, parteciperà a Pasqua al Torneo Internazionale Cornacchia a Pordenone e Filippo Roman, classe 1992, convocato dalla Nazionale Cadetti, sarà a Modena al Trofeo Bussinello.

Oltre alla prima squadra, l’Olimpia Zanè conta all’appello numerose altre formazioni, a maggioranza azzurra, “visto l’indiscusso primato storico del maschile che interessa come da tradizione l’Alto vicentino” spiega il presidente. “Il comparto azzurro comprende oltre alla C una 1^ e 3^ divisione, un Under 18, 16 e 14, mentre quello rosa conta una 3^ divisione e un’Under 18 e 14”. Il prossimo appuntamento è per domenica 16 marzo, al Palasport comunale di Zanè, con la finale provinciale Under 16, che vedrà impegnati i ragazzi allenati da Riccardo Lovato contro lo Schio Sport.

Brutte notizie per i tifosi biancorossi, perché domenica 9 marzo il Rangers Rugby Vicenza è uscito sconfitto, seppur di misura, dall’incontro casalingo contro il Lemene di Portogruaro. I Rangers guadagnano comunque un punto in classifica, ma la concomitante vittoria del Rugby Alpago – diretta concorrente per la salvezza – affonda ogni residua speranza di rimonta. Sebbene la retrocessione del Vicenza dal Girone Elite a quello CIV della Serie C non sia ancora matematica, il tabellino di marcia delle ultime cinque giornate di campionato sembra veramente proibitivo e nulla lascia pensare che il team berico sia in grado di incassare le tre vittorie necessarie per superare l’Alpago in classifica, ammesso ma non concesso che i bellunesi non ottengano altri punti. Contro il Lemene i biancorossi non hanno sfigurato e, anzi, nel complesso hanno imposto una maggiore presenza territoriale, ma hanno anche sprecato un maggior numero di occasioni. Il Portogruaro ha fatto meno ma lo ha fatto meglio, ipotecando la vittoria sin dal primo tempo, conclusosi sul 5-15. L’incontro è stato condizionato da un elevato numero di sanzioni disciplinari (quattro ammonizioni e un’espulsione), che forse hanno penalizzato di più il Vicenza, perché nella fase critica dell’incontro i ragazzi del tecnico Bovo si sono trovati con un uomo in meno. Ma più delle ammonizioni al Vicenza si può imputare una fatale imprecisione nei calci piazzati, un punto debole noto e che ha condizionato l’intero campionato, dal momento che una manciata di errori da calcio di punizione o di trasformazione hanno comportato delle sconfitte di misura in almeno quattro-cinque occasioni. Con un calciatore più esperto quelle sconfitte di misura avrebbero potuto diventare vittorie e

Rangers alla carica

la posizione in classifica sarebbe ben altra. Ci sarà da tenerne conto per il futuro.

Ora seguiranno due settimane di riposo, in concomitanza con l’ottava edizione dei Campionati Europei Under 18 che si svolgeranno in Veneto dal 15 al 22 marzo. Il First XV biancorosso tornerà in campo domenica 30 marzo, quando ospiterà sul terreno di via S. Antonino il Monselice. Tra le giovanili si conferma il trend negativo di Under 19 e Under 15, sconfitte rispettivamente dal Conegliano in casa (10-50) e dal Paese in trasferta (31-7), mentre l’Under 17 continua a collezionare vittorie su vittorie e questa volta a farne le spese è stato il Mirano, superato in casa per 17-7. Anche i campionati delle formazioni juniores riprenderanno domenica 30 marzo. Infine, domenica 9 marzo la Scuola di Minirugby ha partecipato al IV Torneo nazionale “Piersandro Mazzoni” di Piacenza, piazzandosi al secondo posto nella classifica generale per società, alle spalle del Rugby Parma e davanti ad altri quattordici club provenienti da tutta Italia, da Milano a Benevento, passando per Roma.

Menzione d’onore per l’Under 13 biancorossa, che ha strappato il primo posto nella classifica di categoria, confermando l’ormai indiscutibile preminenza della Scuola di Minirugby vicentina a livello nazionale.

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15 MARZO 2008

Calcio serie B. Quint’ultimi con 25 punti, addirittura 11 in meno rispetto alla scorsa stagione, i biancorossi sono ancora in corsa per la salvezza. Ma non si può sperare solo nelle sfortune altrui

In ritiro “spirituale” Gregucci studia la salvezza DI FRANCESCO CAVALLARO

La fortuna con la “C” maiuscola. In questo preciso momento tutto si può dire del Vicenza, meno che i biancorossi non abbiano l’appoggio della dea bendata. Dopo 29 giornate la squadra di Gregucci annaspa al quint’ultimo posto con 25 punti, addirittura 11 in meno rispetto alla scorsa stagione (che non viene certo ricordata come la migliore della storia). E nonostante questi numeri da brividi Schwoch e compagni sono ancora in piena corsa salvezza: una fortuna, appunto. Il fatto è che le quattro dietro (Spezia e Avellino a 22, Ravenna e Cesena a 20) continuano a perdere una partita dietro l’altra e tengono in qualche modo a galla il Lanerossi. “Mors tua, vita mea” verrebbe da dire; fino a questo momento è andata bene così. Tuttavia, da qui a giugno

occorre fare (tanti) punti, so- buona. E ci sbagliavamo di prattutto al Menti (dove que- grosso. Le cinque sberle prest’anno il Vicenza ha vinto una se a Trieste non ammettono volta, una, in casa contro il nessun tipo di replica. La soCesena). Come da tradizione, cietà è corsa ai ripari e ha anverso la fine della stagione il nunciato un ritiro lungo dieci campionato di serie B dà degli giorni, dallo scorso 11 marzo strattoni, sia in cima alla clas- fino a venerdì 21. Si tratta di sifica che nei bassifondi. Non una misura presa per “comè da escludere dunque il ri- pattare le fila”, si legge in una sveglio da un momento all’al- nota. La stessa prosegue così: tro delle dirette concorrenti; “Squadra, società e dirigene se i biancorossi si facessero ti intendono compattarsi nel trovare addormentati, altro comune intento di perseguire che notte fonda. Sarebbe se- con tutte le forze un traguardo salvezza che risulrie C, sicuro. ta imprescindibile All’interno dele nel quale tutti l’ambiente è stato “Squadra, noi continuiamo a detto e stradetto società e credere”. fin troppe volte dirigenza che insomma “è Caso più unico arrivato il mo- intendono che raro, mister mento di cambiare compattarsi Angelo Gregucci tendenza e ina- nel comune non è ancora stanellare una serie intento di to esonerato. Ci positiva”. Pareva perseguire la sono più motivi che il giocattolo si per giustificare savalzza” fosse quanto meno questa scelta da rimesso in piedi parte della sociedopo le due vittorie consecu- tà. Primo, il tecnico ha un tive in trasferta a Mantova e contratto che lo lega ai bianfra le mura amiche contro il corossi fino a giugno 2009; se Cesena. Ci eravamo illusi che la dirigenza lo mandasse via davvero quella fosse la svolta gli dovrebbe lo stipendio per

AI vicentini servono punti soprattutto in casa dove si attendono sfide decisive

più di un altro anno. Secondo, in giro non ci sono allenatori papabili (non lo sarà mica Walter Zenga, vero?). Terzo, la tifoseria è schierata con lui.

Polato &co. sanno benissimo quanto conti l’appoggio della Sud; licenziare l’allenatore porterebbe ad una frattura fra la stessa società e i tifosi. E adesso è l’ultima cosa da augurare al Vicenza. Anzi, proprio per chiamare a raccolta i sostenitori biancorossi la dirigenza ha diramato un comunicato che sa un po’ da ultima spiaggia. “Il Vicenza Calcio desidera rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i tifosi che ogni sabato contribuiscono, con il loro tifo, a sostenere i colori biancorossi nei campi di gioco di tutta Italia. La spe-

ranza e l’invito è quello che in questo particolare momento rimangano al nostro fianco e nella delicata sfida di sabato con il Treviso non facciano mancare la loro vicinanza alla squadra”. Già, il Treviso. Sabato prossimo andrà in scena al Menti lo spareggio salvezza contro i cugini biancazzurri, che precedono il Vicenza di appena un punto. Serve solo la vittoria; un risultato diverso sarebbe deleterio. Chi, a differenza di Gregucci, ha già pagato per la classifica zoppicante è Mimmo Di Carlo, ormai ex allenatore del Parma.

Al suo posto è arrivato niente meno che Hector Cuper. Ma sulle qualità umane e tecniche dell’ex biancorosso non si discute. Anche questo è calcio.

Hockey in line. I vicentini di nuovo in casa per vincere dopo una prestazione dal sapore agrodolce contro Milano

Impresa sfiorata, ma servono Diavoli più “cattivi” DI SABRINA NICOLI

Secondo impegno casalingo per la Caoduro Diavoli Vicenza che domenica 16 marzo ospitano i Pirati Civitavecchia al pattinodromo di Viale Ferrarin. La matricola rivelazione di questo campionato ha ottenuto degli ottimi risultati fino a questo momento, contando sulle parate dello slovacco Franko e sui gol della coppia ceco-slovacca Kucera-Simunek, che ha firmato 61 dei 94 gol totali. Per i biancorossi, quindi, una sfida difficile e importante in chiave classifica, visto che il quarto posto è continuamente messo in pericolo dagli attacchi dell’Empoli, che con la vittoria della scorsa settimana ha rag-

giunto a quota 28 i vicentini, dell’Arezzo, che insegue ad una lunghezza di distanza, e anche del Civitavecchia che proprio domenica tenterà l’aggancio.

Per i vicentini la pista che per due anni è stata un forte inespugnabile non ha sortito gli stessi effetti nelle ultime tre gare interne, anche se bisogna ricordare che nell’ultimo mese sono passate per Vicenza le prime tre della classifica Edera Trieste, Asiago Vipers e Milano 24. Ma, mentre contro le prime due i biancorossi sono sembrati in difficoltà, contro i milanesi la scorsa settimana, i Diavoli sono stati vicini al colpaccio e la partita si è risolta a favore degli avversari solo negli ultimi 2 minuti. “È stata una bella partita, abbiamo tenuto testa ad una delle grandi del campionato, ma non ce l’abbiamo fatta – ha dichiarato a fine gara Andrea Bellinaso, assistente coach dei Diavoli–. È stato un peccato perché fino

a pochi minuti dalla fine sembrava poter essere alla nostra portata un risultato positivo. Milano si è dimostrato forte e più furbo e cinico in attacco, facendo la differenza nei momenti decisivi. A noi, invece, è mancata l’esperienza e maggior incisività in attacco”. I Diavoli dovranno quindi cercare riscatto domenica contro Civitavecchia, in una giornata che vede in programma altri big match che interessano da vicino i biancorossi: Lions Arezzo – Edera Trieste e Empoli – Polet Trieste. Appuntamento dunque domenica al pattinodromo di Viale Ferrarin alle ore 18.00 (ingresso libero) per una gara che si preannuncia emozionante e che i Diavoli dovranno affrontare con la massima concentrazione e determinazione.

Settore Giovanile I giovani biancorossi, impegnati nei play off contro le formazioni

Uno dei riti scaramantici prepartita dei biancorossi

di pari livello del Friuli Venezia Giulia, non hanno ottenuto risultati positivi. La scorsa settimana infatti, in gara 2, i piccoli Diavoli non hanno saputo ribaltare il risultato dell’andata: gli Allievi sono stati battuti dall’Edera Trieste per 2 –4 e i Ragazzi hanno rimediato una sconfitta contro l’al-

tra formazione triestina, il Polet, con il risultato di 2-5. Ora per i giovani biancorossi si apre la sfida per il terzo e quarto posto del girone Triveneto, in programma sabato e domenica: i più piccoli di casa Caoduro dovranno vedersela con l’Asiago, mentre gli Allievi con il Padova.

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donne L’analisi di Presenza Donna, da anni attiva nel dibattito sulle tematiche di genere: “Associazionismo femminile in crisi. Per colpa (anche) di istituzioni poco attente”

Donne, lavoro e diritti Le questioni dimenticate Nella città in cui è nata e ha lavorato una delle prime femministe della storia italiana – quell’Elisa Salerno che agli inizi del Novecento ha lasciato il segno creando giornali e scrivendo libri per difendere la “causa santa della donna” - la questione femminile pare oggi confinata in un angolo. Dimenticati senza troppi rimpianti dalle istituzioni, i problemi che le donne si trovano ad affrontare nel mondo del lavoro, in famiglia o di fronte alla violenza tra le mura domestiche, restano affidati alla perseveranza di quelle associazioni che, tra mille difficoltà, provano a portare avanti riflessioni, proposte, attività. “Cerchiamo di resistere”, commenta suor Maria Grazia Piazza, una laurea e un dottorato in scienze sociali alle spalle, da una quindicina d’anni animatrice del Centro di documentazione e dell’associazione Presenza donna.

Proprio il centro culturale nato nella casa delle suore orsoline nei primi anni ’90, e l’omonima associazione, sono oggi uno dei pochi punti di riferimento per chi si occupa di questioni di genere e donne in difficoltà: con la consulta provinciale per le pari opportunità in attesa di rinnovo e quella comunale che si è arenata dopo che l’assessorato è stato accorpato a quello al personale, per le associazioni che cercano un punto di incontro in cui trovarsi e organizzare iniziative, non resta che bussare alla casa delle Orsoline, in contrà san Francesco Vecchio.

Lì si trovano, con cadenza mensile, laici e religiosi, associazioni sindacali e gruppi di volontariato, esponenti del-

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DI LUCA MATTEAZZI

Nel ventunesimo secolo le donne devono ancora lottare per affermare la loro identità le categorie economiche e movimenti dei consumatori. Un anno si discute di donne e immigrazione, l’anno dopo di crisi della famiglia, quello dopo ancora di donne e potere, e così via, ogni annata un tema diverso. Ma l’impressione è che, in una Vicenza costretta a fare i conti con una crisi economica che fino a qualche anno fa sembrava impossibile, certi argomenti siano sempre meno sentiti. “L’associazionismo in genere, e quello femminile in particolare sta calando sempre di più”, conferma Maria Grazia Piazza.

E le ragioni sono molteplici: un po’ dipende dal ricambio generazionale, dalle difficoltà di molte associazioni

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storiche nel trovare forze fresche in grado di portare avanti l’attività. Molto di più dipende dal disinteresse totale, o quasi, del mondo istituzionale: “Qui a Vicenza non si è mai puntato davvero su iniziative culturali – continua -. Costruire iniziative è sempre difficile, anche perché quasi tutto il lavoro è affidato a volontari: ma quando fai fatica anche ad ottenere il patrocinio per avere il Canneti Gratis, o quando il Comune ti mette il bastone tra le ruote per la sede come sta accadendo ad alcune associazioni, le cose diventano ancora più complicate. Se penso a molti dei risultati importanti che abbiamo raggiunto negli ultimi anni, devo dire che è stato grazie al collegamento con la diocesi, non con le istituzioni civili. Del resto a Vicenza sono cinque anni che non c’è un assessore alla cultura”.

Se a tutto questo si aggiunge una situazione generale in cui, obiettivamente, le tematiche di genere fanno fatica a sfondare, il risultato è quasi scontato: “Da alcuni anni affrontare discorsi di genere non è più di moda, non è facile – aggiunge ancora Piazza -. Soprattutto, è difficile trovare un contatto con le giovani generazioni: almeno fino alla fine dell’università, le ragazze non sono toccate da questo tipo di discorsi, anzi; sentirne parlare dà quasi fastidio. Le cose poi cambiano quando si comincia ad inserirsi nel mondo del lavoro, si progetta di costruire una famiglia, e soprattutto quando arrivano dei figli”.

Insomma, fino ai 25 -30 anni le vicentine vivono nella speranza che la parità tra i sessi sia ormai cosa fatta.

Ma basta poco per ricredersi e toccare con mano che “essere uomo o essere donna non è la stessa cosa”. Anche perché sono le donne, spesso, a dover sopportare il peso dei cambiamenti

più profondi che coinvolgono tutta la società. “La precarietà nel lavoro, ad esempio, mette in difficoltà soprattutto i più deboli – continua Maria Grazia Piazza -: e le donne, per la questione della maternità, sono tra questi.

O, ancora, la fragilità della famiglia e l’altissimo numero di separazioni e divorzi creano, di fatto, un gran numero di donne sole con i figli a carico.

Per questo le donne sono spesso più toccate da fenomeni come l’impoverimento”.

In questo contesto, il Centro Presenza Donna porta avanti vari filoni di attività. Da un lato c’è tutta l’area della documentazione, che ha come

cuore il fondo archivisitico di Elisa Salerno e che attira studenti e ricercatori da tutta Italia: “Abbiamo tesi fatte a Roma, a Firenze a Napoli.

Noi poi cerchiamo di approfondire la sua figura: ad esempio abbiamo una suora che ha appena terminato un dottorato sulla Salerno vista come teologa. Di solito la si conosce come giornalista, come donna impegnata per il lavoro e per i diritti civili, come scrittrice di romanzi. Ma c’è anche una Elisa Salerno che si avvicinava ai testi sacri e studiava San Tommaso, e questa non è mai stata toccata”.

Attorno alle carte della giornalista, sono poi state costruite una biblioteca, un’emeretoca e una videoteca specializzate in questioni di genere, che offrono spunti e occasioni di approfondimento a studenti e ricercatori interessati all’argomento.

Dall’altro lato ci sono le riunioni con le associazioni della città, le iniziative comuni (dalla preghiera al femminile in occasione dell’8 marzo ad alcuni appuntamenti del festival biblico), i convegni di studio e i corsi di approfondimenti, la pubblicazione del materiale prodotto. Il tutto con la speranza che alla fine qualcosa si smuova. E che Vicenza torni a giocare un ruolo più consono alla propria tradizione, anche nella cultura in rosa. “Di fronte a certe questioni, c’è chi risponde nell’immediato e chi invece cerca di vedere la situazione in una prospettiva di lungo periodo – conclude Maria Grazia Piazza -. Oggi si sente spesso dire che la sicurezza e l’ordine pubblico sono uno dei problemi principali: ma non se ne uscirà mai se non si comincia a lavorare anche sul piano della cultura e dei valori. Ci vogliono tempi lunghi, ma è questo che forgia le persone. Purtroppo, basta vedere dove le amministrazioni mettono uomini, fondi, risorse ed energie per capire quali sono le priorità”.

Elisa Salerno, femminista ante litteram Una femminista cattolica. È questo il modo in cui viene più spesso descritta Elisa Salerno, una pioniera delle lotte in difesa delle donne nel vicentino e non solo. Nata nel 1873 da una famiglia agiata, sesta di nove figli, con una formazione in gran parte da autodidatta, la Salerno dimostra fin dalla giovinezza un forte interesse per la questione operaia, e in particolare per i problemi relativi alla situazione femminile. Ed è a queste tematiche che dedica tutti i propri sforzi, con una sensibilità rara in una città di Provincia qual era la Vicenza di fine Ottocento. Dopo aver scritto su alcuni giornali locali, nel 1909 Elisa Salerno inizia a stampare un giornale tutto suo, chiamato non a caso “La Donna e il Lavoro”: un giornale popolare, vici-

no alle rivendicazioni e alle sensibilità delle classi più povere, che sopravvisse per 16 anni tra continue difficoltà economiche e frecciatine alle autorità cittadine, vescovo incluso, tanto che ad un certo punto la diocesi arrivò a proibire la pubblicazione del giornale. Elisa tirò avanti per la sua strada, ma nel 1927, di fronte a un clima sempre più ostile, fu costretta a gettare la spugna e chiudere la sua creatura. Inizia così un periodo di silenzio che durerà fino a dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Salerno riprende finalmente a scrivere e pubblicare. Tra le sue opere più note ci sono “Un piccolo mondo cattolico”, “Per la riabilitazione della donna” e “Al bivio”, tutti ripubblicati recentemente dal centro documentazione Presenza Donna.

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storie Nel mondo della marmellata. A Montecchio parte il restauro di una testimonianza storica dell’industria vicentina: viaggio nel passato e nel futuro della “Boschetti”

Boschetti, le mostarde venute dalla guerra

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DI MARTA CARDINI

l’anno appena trascorso. La maggior parte di queste vendite vengono effettuate in Italia con circa il 97% del totale mentre il restante 3% circa viene completato con l’estero. I paesi esteri presenti sono: Belgio, Olanda, Francia, Germania, Svezia, Danimarca, Libia, Inghilterra, alcuni raggiunti con prodotti a marchio Boschetti, altri a marchio terzi”.

La storia L’azienda “Boschetti”, oggi leader nella produzione di mostarde, è infatti nata nel 1891 come distilleria di vinaccia. Il cambio di rotta è avvenuto a metà degli anni ’20, grazie ad una fortunata intuizione: al termine della prima guerra mondiale Montecchio Maggiore riprese la propria vita economica e sociale, fortemente basata sull’attività del lavoro dei campi. L’incontro con i soldati inglesi, francesi e scozzesi, i quali vivevano e mangiavano secondo i loro usi e costumi, portò i montecchiani a conoscere nuovi cibi e nuovi modi di conservare la frutta. Fino ad allora, infatti, nessuno conosceva la marmellata e le conserve di frutta.

Vittorio Boschetti, cresciuto in una famiglia che si occupava di distillazione, decise nel 1926 di iniziare una produzione industriale di queste

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Della grande fabbrica non resta altro che una vecchia ciminiera alta 33 metri, che sembra fare curiosamente il verso al vicino campanile.

E che costituisce un simbolo importante del vissuto industriale della zona e della provincia: a Montecchio Maggiore è stato appena presentato il lavoro di restauro della storica ciminiera “Boschetti”, l’ultima testimonianza Di quelle “Confetture Boschetti” che per tanto tempo sono state una delle principali industrie della zona.

“novità”, che permettevano di conservare la frutta creando un alimento naturale e nutriente.

Pian piano la distilleria si trasformò in industria per la produzione di mostarde e confetture di frutta. Nacquero così le marmellate di frutta, insieme alla celebre mostarda vicentina e alla marronata, che diventò famosa in tutto il mondo.

La seconda guerra mondiale causò un forzato stop alle attività della Boschetti Confetture, soprattutto a causa del razionamento dello zucchero.

Al termine del secondo conflitto

l’attività decollò nuovamente, e fu necessario lasciare la storica sede di via S.Bernardino per il nuovo stabilimento, in quello che oggi è Largo Boschetti. Nel 1944 fu costruita la ciminiera, che permise all’azienda di avere a disposizione una caldaia per la produzione di vapore. Gli anni del boom economico trasformarono l’Italia e le abitudini alimentari: alle sane confetture si sostituirono le merendine confezionate, e iniziò per la Boschetti Confetture una concorrenza agguerrita. Anche la manodopera scarseggiava, ma l’azienda resse, adeguandosi e trasformando i prodotti. A porre in difficoltà la Boschetti sono stati gli anni dello sviluppo edilizio.

Dal 1995 l’attività, da sempre realizzata nello stabilimento di Montecchio Maggiore, trovò la sua ideale collocazione nel nuovo e moderno stabilimento di Ronco all’Adige in provincia di Verona, zona di storica vocazione ortofrutticola. In un’area di oltre 45 mila mq, la struttura è dotata di moderni impianti per la produzione di confetture e marmellate, creme biologiche, mostarde e semilavorati. È inoltre presente un reparto per la selezione e conservazione della frutta fresca e surgelata, per un totale di 1.500 mq di celle frigorifere.

Nel 2001 la società cambiò denominazione sociale diventando “Boschetti Alimentare s.p.a.”. Un rinnovamento di fatto per tutto ciò che riguarda la produzione: nuove linee di lavorazione della frutta, moderni impianti di cottura, di confezionamento ed etichettatura, fino al tecnologico laboratorio di ricerca e sviluppo.

La tradizione Boschetti continua, anche se in un altro posto e con altri protagonisti. E il restauro delle ciminiera diventa oggi il simbolo di questa lunga storia che continua.

“Il 2006 si è chiuso con un fatturato di circa 8,8 milioni di euro con una crescita ancora debole, che si attesta all’1,3% - racconta Daniele Negri, responsabile marketing dell’azienda -.

Il 2007 registra invece 10,1 milioni di fatturato circa con un incremento del 12% circa e la previsione del 2008 è quella di seguire il trend segnato con

Quali sono le previsioni per il futuro?

“Il futuro di Boschetti Alimentare si caratterizza sicuramente per una buona crescita del fatturato sia in Italia che all’estero. Le aree più appetibili sono diverse in base ai prodotti offerti e quindi alle richieste dei principali attori presenti. In linea generale la strategia dell’azienda si distingue per uno sforzo verso i paesi del Medio Oriente con una penetrazione nei canali catering, essendo l’area investita da una forte crescita del turismo e delle attività collegate.

Mentre i mercati più maturi come il nord Europa e gli Stati Uniti, vengono aggrediti con prodotti di alta gamma, specialità, mostarde e salse dolci-piccanti, caratterizzati da un forte valore aggiunto legato alla tradizione made in Italy, alla qualità e all’esclusività della provenienza”.

Quanti sono i dipendenti?

“L’organico oscilla dai 34 ai 46 dipendenti. L’azienda nel 2007 ha investito molto sul rafforzamento tecnico-produttivo dello stabilimento e sul capitale umano: quattro nuove assunzioni, un modernissimo impianto per la produzione di porzioni e l’automatizzazione completa della gestione del magazzino che aggiungono professionalità alle risorse messe in campo”.

E quali sono i principali prodotti?

“I prodotti che presentano un alto grado di dinamicità, anche nella prospettiva di vendita all’estero sono le specialità di cui fanno parte la storica

La ciminiera Boschetti

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Marronata e Cotognata in lattine da 350 g, le mostarde in vaso e le salse per carni, salumi e formaggi. Di quest’ultime devo segnalare i nuovi gusti: zucca e senape, marroni interi canditi e senape e la nuova linea dedicata alle gastronomie caratterizzata da un pack raffinato e accattivante. Sono state circa 96 milioni le porzioni nel formato 25 g in pvc prodotte nel 2007. Boschetti si afferma quindi come uno degli attori più importanti di questo mercato e l’investimento realizzato ne è la conferma: nuovo packaging, alta tecnologia, maggior sicurezza, più qualità, maggior efficienza e abbattimento dei costi, sono alcune delle performance del nuovo impiant. Il formato, quello standard di 25 g, è migliorato: il materiale più robusto, la chiusura meglio collaudata, la resa macchina più veloce ed efficiente, la qualità più ricca e gustosa con una nuova ricetta. I gusti che vengono prodotti sono: albicocca, pesca, fragola, ciliegia, frutti di bosco, arancia, mirtillo e prugna. Le caratteristiche sono: prodotto molto competitivo nel prezzo, e nello standard qualitativo. I destinatari sono alberghi, pensioni e strutture ricettive che desiderano porzioni per la prima colazione di qualità ad un prezzo competitivo in linea con la dimensione economica del pernottamento e del servizio offerto”.

E poi ci sono mostarde, confetture e salse…

“Le mostarde più famose prodotte dall’azienda sono: la “vicentina”, la “cremonese”, la “viadanese” e la “mantovana”. Tra le confetture, le maggiori specialità sono: la “marronata”, la “cotognata” e la “crema di nespole”. Mentre tra le salse piccanti di ortaggi e frutta semicanditi all’aroma di senape per accompagnare i piatti di carne e di formaggi spiccano le salse di fichi, di clementine, di cipolla rossa, di pomodori verdi, di radicchio rosso”.

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economia

Il caso di Valentino Rossi e l’intrigo internazionale svelato dagli 007 tedeschi: tempi duri per chi cerca di sottrarre capitali agli occhi del fisco. Ecco perché

DI MARCO ZACCARIA

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come potete vedere, non si deve correre sino a Paperopoli per evadere il fisco: per alcuni fortunati atleti, sarebbe sufficiente starsene tranquilli nella propria bella casa di Londra per risparmiare una bella fetta di imposte (in alcuni casi tutte).

Oltre a questo famoso caso mediatico, negli ultimi giorni la Procura di Roma ha stimato in 3 miliardi di euro i soldi trasferiti da cittadini italiani nelle banche del Principato del Liechtenstein, principato che accusa la Germania di aver lanciato un attacco alla sua sovranità: i Tedeschi hanno pagato per ottenere le informazioni utili a portare alla luce il maxi-scandalo sull’evasione fiscale che sta coinvolgendo centinaia di personaggi di spicco della Repubblica federale. I giornali tedeschi, che seguono da giorni la vicenda con grande attenzione, scrivono che il Bnd, il servizio segreto di Berlino, ha pagato 4,2 milioni di euro ad un informatore anonimo per un dvd contenente migliaia di dati sui conti bancari di presunti evasori aperti presso la banca del Principato. Numerose perquisizioni sono avvenute in questi giorni in Germania a Amburgo, Francoforte e Stoccarda, ma soprattutto a Monaco di Baviera e dintorni, per ordine della magistratura di Bochum che indaga sulla fuga di capitali tedeschi non tassati verso il Liechtenstein. La vicenda ha portato nei giorni scorsi alle dimissioni dell’amministratore delegato di Deutsche Post, Klaus Zumwinkel.

Il caso si allarga a macchia d’olio e suscita crescente interesse. Nel frattempo Welt ricorda che i giuristi esprimono dubbi sull’impiego in sedi legali dei dati acquistati dei servizi segreti tedeschi Bnd per conto del ministero delle Finanze.

La pubblicità data alla perquisizione la scorsa settimana della villa e della sede di lavoro di Zumwinkel secondo la Sueddeutsche è anche uno strumento della magistratura per convincere molti a autodenunciarsi, nel timore che i dati acquisiti attraverso i servizi segreti per l’estero Bnd possano essere utilizzabili in tribunale. Peraltro i 4,2 milioni di euro pagati allo sconosciuto informatore dovrebbero essere ampiamente ricompensati da almeno un centinaio di milioni di euro tra multe e capitali che dovrebbero

Il castello di Vaduz, Liechtenstein

golarmente notificato. Ci si attende rientrare nelle casse dello Stato tepoco aiuto dal Principato, il quale desco come conseguenza di questa ha fatto sapere che non collaborerà inchiesta. Ma il caso, ormai, assusu questioni che andranno contro le me valenze politiche: il governatore leggi sul segreto bancario. del Baden Wuerttemberg, Guenther Agli aspetti criminali collegati alla Oettinger - scrive Welt - chiede 15 presenza di conti in Liechtenstein è anni di carcere per gli evasori fiscainteressata anche la Direzione nali. E ancora, il vertice della Spd ieri zionale antimafia, la ha annunciato di voler quale ha già chiesto inasprire le pene per di visionare la lista chi froda il Fisco in Per alcuni con i nomi.“C’è una modo che “in futuro economia criminale sia chiaro che non si atleti sarebbe e mafiosa sommersa tratta di una trasgres- sufficiente che non è mai venuta sione perdonabile”. Il starsene nelle bene a galla - ha detto ministro delle Finan- proprie case il procuratore nazioze Peer Steinbrueck di Londra per nale antimafia Piero (Spd) esorta i colpevoli risparmiare Grasso - perché molti all’autodenuncia. Il godei capitali di origine verno federale reagisce sulle imposte illecita si trovano nelle con scetticismo alla ribanche di certi paesi. chiesta di punizioni più Sappiamo che uno di questi paesi è il severe perché, con molta probabilità, Liechtenstein.” non servirebbero da deterrente.

I leader politici del nostro paese hanIn Italia la Guardia di Finanza semno manifestato opinioni contrastanbra essere in possesso di una lista ti riguardo le metodologie di come di 400 nomi; la Guardia di Finanza sono state portate avanti tali inchiestessa chiede massimo riserbo sui ste. Una sola cosa è certa: il cappio si nomi mentre si lavora per definire sta stringendo sempre di più attorno l’identità reale dei titolari dei conti e al collo degli evasori, siano essi in per accertare se il trasferimento dei sella a una moto o meno. capitali nel Liechtenstein è stato re-

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nizione di common law (legislazione anglosassone), al luogo nel quale la persona vuole sempre tornare.

Quando un soggetto è considerato fiscalmente residente nel Regno Unito a ragione della sua effettiva presenza nel paese, ma non riveste lo status di soggetto domiciliato, si parla di “residente non domiciliato”, cioè di un residente che non ha la possibilità di dimostrare o non ha intenzione di vivere nel nuovo paese a tempo indeterminato.

Il resident not domiciled è quindi considerato fiscalmente residente nel Regno Unito a tutti gli effetti, con particolare riferimento all’applicazione delle Convenzioni contro le doppie imposizioni del fisco: tuttavia, secondo la normativa inglese, egli è assoggettato a tassazione solo per il reddito prodotto nel territorio dello Stato, mentre quello realizzato all’estero non viene assoggettato a tassazione nel Regno Unito a meno che non vi sia effettivamente trasferito.

Ecco dunque svelato perché molti atleti Valentino Rossi professionisti scelgono di stabilire la propria residenza a Londra piuttosto che nel Principato di Monaco. La differenza tra questi due luoghi è il fatto che mentre tutti sanno che Monaco è un paradiso fiscale (per il momento), pochi conoscono la figura giuridica del residente non domiciliato: figura in base alla quale, scegliendo Londra come luogo di residenza, sarebbe sufficiente vivere effettivamente nella capitale del Regno Unito per almeno sei mesi l’anno per un atleta internazionale (come Valentino Rossi e molti altri) per non pagare le imposte sul proprio reddito generato al di fuori dell’Inghilterra.

Rossi ha dovuto comunque pagare una considerevole somma al fisco italiano perché è stato provato che “the doctor” in realtà viveva in Italia, non rispettando così i requisiti minimi per ricadere nella figura del “resident not domiciled”. Per cui, La torre Swiss Re (detta “il cetriolo”), simbolo del capitalismo londinese

Ricordate il video di Valentino Rossi mandato in onda su tutti i principali telegiornali italiani in cui il centauro di Tavullia dichiarava di non aver evaso il fisco, di non essere scappato a “Paperopoli” o in qualche isoletta sperduta per evitare di pagare le imposte sul reddito, bensì di vivere semplicemente in Inghilterra, a Londra per la precisione?

Adesso cercherò di spiegarvi il perché la scelta del “dottore” è caduta sulla città di Londra piuttosto che su Roma, Parigi o qualsiasi altro luogo. In tema di residenza fiscale delle persone fisiche è interessante effettuare un breve riferimento alla particolare figura giuridica di matrice anglosassone denominata “resident not domiciled” (residente non domiciliato). Per essere considerati residenti fiscalmente nel Regno Unito è necessaria la presenza contemporanea di due elementi: l’intenzione di un soggetto che si stabilisce in quel paese di rimanervi per un certo periodo di tempo, accompagnata ad un elemento di natura fattuale, e cioè il legame fisico che il soggetto deve avere col territorio inglese stesso. In altre parole, una persona è fiscalmente residente in Inghilterra se è fisicamente presente in Inghilterra per sei mesi o più in ogni anno d’imposta (la cosiddetta regola dei 183 giorni).

Per domicilio invece ci riferiamo al luogo di abitazione permanente del soggetto, o, secondo la tipica defi-

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Londra e Liechtenstein Paradisi fiscali a due ore d’aereo

VENEZIA

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edicola

Tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

La camorra, lo Stato e le Grandi Opere come documentato dal rapporto della commissione antimafia intitolato “Camorra, pezzi di Stato, rifiuti”. Di questo rapporto, che sicuramente si trova nelle mani di tutti i parlamentari oltre che del Governo, nessuno sembra voler tenere conto, tanto meno perseguire i politici, i “pezzi di Stato” di cui parla. (…) il nostro scopo in questo momento è soprattutto quello di mettere in guardia i paladini delle grandi opere dal realizzare una qualsiasi opera già di per sé definita “a rischio” dai fisici e dagli ingegneri dato che non è possibile garantirne la sicurezza. Né è pensabile che la criminalità indietreggerebbe di fronte a simili enormi affari, al cui confron-

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Tanto fragore in questa campagna elettorale ma nessuna informazione. Il silenzio sui temi veramente importanti è totale. Non parlano i politici, né di destra né di sinistra; non parlano i giornalisti, né di destra né di sinistra; non parlano gli studiosi, i tecnici del sapere, non chiamati da nessuno a dire il proprio parere, tanto meno a “rappresentare” in Parlamento le competenze indispensabili a far vivere una società complessa e difficile come quella contemporanea. Il sapere disturberebbe troppo nell’assurdo palcoscenico del più stupido, più irrazionale Un treno ad alta velocità sistema di governo al quale i partiti hanno ridotto la de- nei grandi regni del passato. mocrazia. Le vedove, i figli, Il Presidente della Repubblile figlie di chi è stato ucciso ca ha richiamato tutti a non diventano per questo stesso delegittimare le Istituzioni; fatto capaci di dirigere la vita ma non è forse questo mecdi sessanta milioni di perso- canismo a delegittimarle? ne; un operaio lo Non è forse queldiventa in quanto lo che abbiamo per sua fortuna sotto gli occhi in sopravvissuto ad questi giorni, non un terribile inci- Nucleare, Tav, un “teatrino”, ma dente; le mogli, i ponte sullo un grottesco, mofigli, le figlie di po- stretto: sui struoso, immenso tenti e noti politici grandi temi teatro della politiereditano la carica? il silenzio è ca all’avvicinarsi Berlusconi assicuassordante della vecchiaia dei ra che si faranno padri… le compe“grandi opere”: tenze in qualsiasi centrali nucleari, il campo, da quello ponte sullo stretto militare a quello scolastico, di Messina, la linea ferroviada quello sanitario a quello ria ad alta velocità (TAV) che giuridico, scenderanno su di collegherà Torino a Lione con loro per grazia divina, più o un tunnel sotto le Alpi. Né meno come succedeva ai Re Veltroni né gli altri partiti di

opposizione hanno commentato in nessun modo questa affermazione di Berlusconi: sanno che sono cose che non piacciono ai propri elettori ma si rallegrano del fatto che se ne assuma l’impegno Berlusconi dato che si tratta di opere volute e in parte finanziate dall’Unione europea.

Contro la TAV hanno manifestato a lungo gli abitanti del posto i quali giustamente trovano assurdo sconvolgere il territorio con una terribile violenza alla montagna per un scopo che non riguarda

Silvio Berlusconi

in nessun modo gli interessi dell’Italia. Di fatto l’Unione europea ha ridotto l’Italia a un “corridoio” (il progetto si chiama così) che collega tutto il continente fino all’Africa perché vuole, distruggendo i confini naturali oltre a quelli politici, fingere che l’Europa è un solo Stato, senza divisioni di nessun genere. Dato che distruggere la storia, la lingua, il carattere dei popoli si è rivelato fino ad ora praticamente impossibile, ci si accanisce a distruggere i territori, i paesaggi, le divisioni create dalla natura con le montagne e con i mari. (…)

Il ponte sullo stretto distrug-

gerà la bellezza, la storia della Sicilia e, insieme a questa, quella dell’Italia. Perché, ovviamente, non ha senso, se non per diventare appunto un “corridoio”, costruire un mostruoso ponte che non ha quasi nulla da trasportare. Solo in quanto è un’ isola Cetrali nucleari: una delle “soluzioni” pensate dal Cavaliere la Sicilia affascina e giustifica il suo carattere. to i rifiuti campani non sono Ma c’è qualco- neanche inezie. Ma se lo Stasa di diverso e di to ha taciuto per tanti anni e spaventosamen- si è lasciato corrompere dalte grave, al di là la camorra non soltanto in delle osservazioni Campania, ma, come risulta culturali, che im- dall’inchiesta dell’antimafia, pedisce la costru- anche al nord, attraverso il zione in Italia di consorzio “Milano Pulita”, opere “a rischio”, chi può garantire la sicurezza come sarebbero agli Italiani costruendo centutte quelle cui si trali nucleari, scavando sotto riferisce Berlu- le Alpi, basando fondamenta sconi: la crimina- nel più profondo Mediterralità organizzata. neo?

E’ la criminalità organizzata Ida Magli che ha fatto accumulare per da www.italianiliberi.it anni i rifiuti in Campania, 9 marzo 2008

Il progetto del ponte sullo Stretti di Messina

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regione ovestvicentino

10 NOVEMBRE 15 MARZO 2008 2007

Il giovane direttore e compositore veronese vanta un percorso artistico di assoluto prestigio

Nicola Guerini e l’energia comunicativa del suono!

Abbiamo incontrato il M° Nicola Guerini, direttore d’orchestra, che stà ottenendo sempre più consensi per la sua attività artistica che lo vede non solo interprete raffinato e scrupoloso ricercatore filologico ma promotore di un progetto ambizioso che si chiama Mozart Chamber Orchestra.

Dal 2006 Guerini è il direttore stabile di un’orchestra che dedica il nome alla città di Verona con appuntamenti che valorizzano il forte rapporto che c’è stato tra il compositore di Salisburgo e Verona.

Numerosi sono stati i programmi realizzati dal debutto il 27 gennaio 2006, giorno dell’anniversari della nascita di Mozart) privilegiando gli spazi in cui il giovane Mozart si esibì nel suo primo soggiorno veronese del 1769-70, come la prestigiosa Sala Maffeiana e la Chiesa di S.Tomaso Cantuariense.

L’orchestra di giovane formazione nasce dalla “reunion” di solisti e prime parti di orchestre prestigiose italiane ed europee come Philharmonie der Nationen, Junge Philharmonie Koln, Orchestra della RadioTelevisione della Svizzera Italiana, Orchestra del Teatro La Fenice, Orchestra Verdi di Milano e Orchestra Toscanini di Parma.

La Mozart Chamber Orchestra nasce il 27 gennaio 2006, giorno del 250° anniversario della nascita del compositore di Salisburgo al Teatro Nuovo di Verona con la partecipazione del violinista russo Sergej Krylov e poi continuare nell’anno delle celebrazioni con numerosi concerti e programmi interamente dedicati a W.A.Mozart.

E’stata inserita nello Speciale Cultura RAI-Musica dedicato al prodigio di Salisburgo ed è stata invitata in diversi appuntamenti prestigiosi riscuotendo successo di pubblico e critica come nel “Gran Galà Amadè 1756-2006” promosso e registrato dal canale televisivo

internazionale Venice-Channel. Dopo circa due anni di attività Guerini si ritiene soddisfatto per il lavoro compiuto non solo per aver dato luce ad una realtà musicale con cre-

mento a Vienna, Monaco e debutta a 24 anni, in veste di compositore e direttore d’orchestra al teatro Nuovo di Verona nell’ambito del Festival di Primavera, con l’opera “Zaa-

scente consenso ma soprattutto per aver fissato un progetto che valorizzi la presenza costante del genio austriaco nella città di Verona.

Nicola Guerini vanta un percorso artistico di assoluto prestigio: studia pianoforte, Organo e Composizione organistica, Direzione d’orchestra e Composizione al Conservatorio C.Pollini di Padova e al Conservatorio G.Verdi di Milano e il Conservatorio “S.Cecilia” a Roma, perfezionandosi con Gaston Litaize, Ruggero Livieri, Lionel Rogh, L.Salomon, Umberto Rotondi, Sandro Gorli, Guy Bovet e Franco Donatoni. Segue i corsi di perfeziona-

bok”, commissionata dall’Ente Lirico di Verona.

Nell’estate del 1995 è assistente Hospitant del direttore d’orchestra austriaco Ralf Weikart al Teatro Municipal “Victoria Eujenia di S.Sebastian (Spagna) e nel 1996 con l’opera “Die Entfuhrung aus dem Serail” al teatro “V. Bellini”di Catania con la regia di G. Strehler.

Nel dicembre del 1996 l’Accademia Filarmonica di Verona gli commissiona la revisione critica della partitura manoscritta di un’opera del settecento veneto del compositore veronese Giuseppe Gazzaniga dal titolo “L’isola d’Alcina” che sarà poi da lui diretta in prima

esecuzione moderna. Allievo del M°.Luis Salomon frequenta il Master internazionale intitolato a “Franco Ferrara” nel 199-.98 e nell’estate del 1999 viene selezionato nella classe del M°.Gelmetti presso l’Accademia Chigiana di Siena.

Si perfeziona con il M° D.Renzetti e vince la selezione per il “Progetto Giovani Direttori d’Europa 2007” presso la Scuola di Alto perfezionamento di Fiesole sotto la guida del M° G.Ferro.

Ha collaborato con la Casa Editrice “Silent Groove” per la pubblicazione di proprie composizioni come Philos (Concerto per pianoforte ed orchestra), Xòanon (Musica per un balletto immaginario), Toccata per sette strumenti, Poesia in forma di Rosa su testo di P.P.Pasolini.

Nel Maggio 2005 ha diretto un progetto, in prima mondiale, che vedeva l’incontro fra il mondo dei suoni e quello del silenzio.

Tale evento, registrato in diretta su RAI SAT 2000 e inciso su Dvd, è stato realizzato al Teatro Filarmonico di Verona con la partecipazione della Targu Mures Philarmonic Orchestra con un programma interamente dedicato a L.van Beethoven (Sinfonia n°4 Op.60 e la Sinfonia n°7 Op.92).

Per tutto il 2006 ha effettuato con la Mozart Chamber Orchestra numerosi concerti legati al progetto “Amadeus”, promossi dalla Fondazione Giorgio Zanotto, con l’esecuzione di pagine mozartiane tra le quale la Sinfonia KV 550, la Sinfonia KV 385 “Haffner”, la Kronungs-Messe KV 317, la Sinfonia KV 425 “Linz”, la Sinfonia KV 74, l’Ouverture “Die Zauberflote” KV 620, e l’1 dicembre 2006 è stato invitato per il Gran Galà “Amadé”1756-2006, dove ha diretto l’Ouverture KV 492 “Le nozze di Figaro”, il Concerto per pianoforte e orchestra KV 488 (solista Beatrice Magnani) e la Sinfonia KV

551 “Jupiter”,che è stato promosso e registrato dal canale internazionale Venice –Channel.

E’ stato inserito tra i veronesi dell’anno per il suo contributo artistico e impegno culturale svolto nell’anno 2006 mettendo in rilievo il rapporto di Mozart con la città di Verona.

Guerini affianca l’attività di direttore a quella di compositore ed esecutore della nuova musica con la quale predilige la contaminazioni di diversi linguaggi che si rapportano con il suono come il colore, la danza, la parola, il cinema ecc..

Nel 2007 è stato invitato dall’Accademia Filarmonica di Verona all’ ìnterno della rassegna “Incontri con l’Accademia 2007”per l’esecuzione dello Stabat Mater di A.Scarlatti e di quello di G.B.Pergolesi ottenendo un vivissimo successo insieme ad altri appuntamenti “fuori porta” come la Sinfonia Ouverture KV 318 , la Sinfonia KV 543, KV 338, KV 425 e KV 504 “Praga”, il Concerto per violoncello e orchestra n°1 di J.Haydn, la Sinfonia n°1 Op.21 di L.v.Beethoven.

Ha concluso l’attività 2007 con la Mozart Chamber Orchestra nel “Concerto degli auguri” promosso dalla Fondazione Zanotto e Banca Aletti con l’esecuzione della Sinfonia n°29 KV 201 di W.A.Mozart e il Concerto per pianoforte e orchestra Op. 73 “Imperatore” di L.v.Beethoven presso la chiesa di S.Tomaso Cantuariense (solista Magnani).

“Per questo progetto ambizioso ho trovato una buona sensibilità –aggiunge Guerini- ma Verona merita un Festival dedicato al compositore di Salisburgo.

E’ assolutamente suggestivo suonare nei luoghi in cui il piccolo Amadeus si è esibito e trovo doveroso ricordare quanto affetto lo legasse a quella Verona settecentesca che lo ha ospitato e incensato con i più grandi onori”.

23 Carciofini sott’odio

Veltrusconi! di Alessio Mannino Veltroni viene in Veneto. Berlusconi verrà in Veneto. Veltroni è stato a Vicenza. Berlusconi sarà a Vicenza.

Veltroni promette più autonomia e più federalismo. Berlusconi per bocca del fido Galan promette più autonomia e più federalismo.

Veltroni giura: più sicurezza. Berlusconi giura: più sicurezza. Veltroni vuole più durezza sull’immigrazione, Berlusconi vuole più durezza sull’immigrazione.

Veltroni vuole maggior peso per le piccole e medie imprese del Nordest, e candida Massimo Calearo che è stato di destra fino a un’ora prima della candidatura nel Pd. Berlusconi vuole maggior peso per le piccole e medie imprese del Nordest, e candida Ettore Riello che resterà di destra anche un’ora dopo la candidatura nel PdL. Per Veltroni il Pd è il partito del “fare”. Per Berlusconi il PdL e la sua vecchia Forza Italia sono sempre stati il partito del “fare”.

Veltroni rinnega Visco&Prodi e mette al primo posto un fisco più leggero, meno tasse e meno adempimenti. Berlusconi attacca Visco&Prodi e mette al primo posto un fisco più leggero, meno tasse e meno adempimenti.

Veltroni intende tagliare la burocrazia e con una sola autocertificazione annuncia ai futuri imprenditori che sarà possibile aprire in un sol giorno un’impresa. Berlusconi intende tagliare la burocrazia e fosse per lui esisterebbero solo autocertificazioni.

Per Veltroni il governo di centrosinistra “ha mantenuto, come doveroso, l’impegno” assunto dal governo di centrodestra con gli Usa, dando l’ok alla base americana a Vicenza. Ora bisogna solo migliorare l’impatto urbanistico. Per Berlusconi il governo di centrodestra, cioè il suo, aveva fatto benissimo a dare l’ok agli Usa, e per la sua proconsole berica Amalia Sartori ora bisogna solo migliorare l’impatto urbanistico.

Veltroni vuole infrastrutture adeguate alla competizione economica internazionale. Berlusconi vuole infrastrutture adeguate alla competizione economica internazionale. Veltroni è per la Tav. Berlusconi è per la Tav. Veltroni fa le primarie con le liste bloccate, come nella legge porcata con cui si andrà a votare il 1314 aprile, sapendo già di vincerle.

Berlusconi fa le primarie nei gazebo sul nome del partito, sapendo già che nessuno osa correre contro di lui neanche per finta. A Veltroni sta benissimo andare alle elezioni con candidati scelti da lui nella sua cameretta, a Berlusconi sta benissimo andare alle elezioni con candidati scelti da lui nella sua cameretta.

Veltroni indica la flessibilità come panacea di tutti i mali della disoccupazione. Berlusconi indica la flessibilità come panacea di tutti i mali della disoccupazione.

A Vicenza Veltroni candida un ex democristiano rumoriano come Variati. A Vicenza Berlusconi candida una ex socialista craxiana come la Sartori.

15 MARZO 2008

tempo libero

Popcorn. Con John Rambo, Sylvester Stallone chiude la storia del reduce macho. Fra i monaci birmani

L’ultimo Rambo, un’icona pacifista DI GIULIANO CORÀ

Curioso destino, quello di Rambo. Quando, nel ‘72, David Morrel scrisse il romanzo Primo sangue, Feltrinelli – da cui sarebbe stato tratto il primo film, Rambo di Ted Kotcheff, USA, 1982 – non aveva affatto l’intenzione di fare un film militarista.

Reduce dal Viet-Nam, Morrel voleva scrivere un libro ‘di sinistra’, in cui raccontare la tragedia dei reduci e il dramma del loro reinserimento, ed è innegabile che lì il ‘fascista’ non è Rambo, ma lo sceriffo, ottuso e razzista. Il successo del film fu enorme. Come è stato scritto, “piacque a destra perché ha al centro un

ex eroe in divisa; a sinistra perché esalta un emarginato che combatte contro l’ordine costituito”.

Ma la deriva di destra fu più forte, e Rambo divenne un’icona del machismo armato. Gli fecero fare di tutto: di nuovo in Viet-Nam a recuperare prigionieri di guerra dimenticati (mentre gli Stati Uniti allacciavano rapporti commerciali con l’ex nemico), e in Afghanistan a combattere i sovietici (mentre finanziavano i talebani, contro i quali muoiono oggi). Ora, forse un po’ ruffianamente, pare che Stallone voglia riallacciarsi a quelle radici ‘pacifiste’, e manda Rambo a combattere contro i militari birmani. In volontario ‘ritiro’ proprio ai confini con la Birmania, John accetta di guidare un gruppo di missionari per portare aiuto ad un’etnia perseguitata dalla giunta.

Questa volta Rambo tenta il tutto per tutto, alla ricerca della redenzione

Quando vengono catturati, decide di andare a liberarli ed è una discesa all’inferno.

Si tirano le somme, in questo film.

Non più la stupida ed amorale macchina da guerra che credevamo, John Rambo è un uomo straziato da ricordi atroci, convinto che Dio non possa più perdonarlo per il male che ha commesso. Forse per

questo decide di giocarsi ancora la vita salvando dei missionari: chissà che a Dio avanzi un po’ di perdono anche per lui. Ed ora è davvero finita. Finalmente il vecchio John torna a casa, e questa volta per sempre. Gli facciamo mille auguri: di trovare finalmente la pace, novello Cincinnato che ha deciso di sostituire la spada con la vanga.

Sul comodino. I racconti meno noti dello scrittore italoamericano: con la stessa ironia dei fratelli maggiori

Strani cani a famiglie disastrate: il John Fante minore DI GIOVANNI MAGALOTTI

Lo scrittore italoamericano John Fante (1911-1983) è noto presso la maggior parte dei lettori soprattutto per i quattro romanzi dedicati alla figura di Arturo Bandini, vero e proprio alter ego dell’autore. “A ovest di Roma”, ristampato di recente dall’editore Einaudi, che sta curando la pubblicazione sistematica di tutte le opere di Fante, non appartiene alla quadrilogia con Bandini. Anzi,

se avvicinato ai suoi romanzi più celebri, risulta certamente un’opera minore. Ma la lettura, grazie soprattutto alla verve dello scrittore, suscita spesso un tale divertimento da rendere il libro meritevole di una riscoperta.

Il volume è composto da due racconti lunghi di diverso rilievo. Il più importante è senz’altro il primo: “Il mio cane Stupido”. Ne sono protagonisti lo scrittore Harry Molise (personaggio che ha molti tratti in comu- John Fante

ne con Bandini), e un akita, un cane giapponese, che sembra dimostrare il proprio affetto per l’essere umano solo “montandolo” in qualunque occasione.

Al cane, cui viene posto il nome Stupido, si affeziona soprattutto Jame, 19 anni, il più sensibile dei quattro figli di Molise. Un giorno, però, la bestia sparisce… Nel secondo racconto, decisamente più fiacco, intitolato “L’orgia”, un

padre di famiglia si trova sorvegliato da suo figlio, su ordine della madre, mentre cerca l’oro in una misteriosa miniera.

Fante “sbozza” in modo originale ambienti e personaggi. Anche qui, come spesso accade nelle altre sue opere, dimostra una particolare attenzione ai vincoli familiari e ne descrive taluni risvolti negativi con una precisione che rasenta la crudeltà.

John Fante, A ovest di Roma, Einaudi, 222 pp., € 10,50

HANNO DETTO

Con stampato sul volto un sorrisetto da bambino discolo compiaciuto, il Cavaliere ha pensato bene di fare pubblicamente un dispettuccio al “compagno di banco” Veltroni e tratto dalla tasca il programma elettorale del PD lo ha platealmente stracciato (…) Il programma stracciato è però un affronto troppo sfrontato perché possa venire lasciato a lungo obliare, c’è da scommettere che al più presto qualcuno mentre sta tenendo il proprio comizio elettorale brucerà una bandiera del PDL, Silvio per ritorsione righerà con le chiavi il pullman del PD, Walter gli nasconderà le scarpe col tacco, il Cavaliere sceso in terra scoppierà in lacrime e la maestra esasperata li spedirà entrambi in Presidenza dove come due piccoli monelli potranno dedicarsi insieme per 5 anni a fare qualche dispetto agli italiani, consapevoli del fatto che tanto loro non reagiranno mai.

Marco Cedolin ilcorrosivo.blogspot.com 11 marzo 2008

Qui lo conosciamo bene, [Calearo] è ambizioso, narcisista e veloce a saltare il fosso. Visto che in Confindustria era chiuso e che a Vicenza rischiava di finir male, si è buttato in politica. Non so dirle quante telefonate di protesta ho ricevuto io da colleghi imprenditori. Si ricordano tutti il suo duetto dell’anno scorso a Ballarò con D’Alema, quando se ne dissero di tutti i colori. In Federmeccanica ha sparato a zero contro i sindacati, e ha fatto bene, ma era partito con un’offerta di 60/70 euro mentre dopo due settimane ha firmato l’accordo a 127. Poteva negoziare molto meglio, invece ha calato le braghe facendo gli interessi dei grandi: forse la Fiat può permettersi quelle somme, non certo i piccoli industriali del Nordest.

Paolo Trovò, imprenditore www.rinascita.info 6 marzo 2008

Le quote di questa settimana VOLLEY World Cup Testa a testa risultato

La cosa che mi dà più soddisfazione è quando il Corriere della Sera viene individuato, a torto o a ragione, come portatore di una politica dei poteri forti, perché vuol dire che è riuscito questo lavoro sottile di tessere un’identità comune. Il direttore io lo vedo come un regista, un punto di equilibrio fra identità diverse.

Questo vale tanto per gli editorialisti quanto per gli azionisti. (…)

Paolo Mieli Libero 5 marzo 2008

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Giappone - Usa

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VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060 VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137 ABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690