VicenzaPiù n.94, 8 marzo 2008

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

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Rien ne va plus

Anno 3 - Numero 94 - Sabato 8 marzo 2008

Circo Massimo

di Giovanni Coviello

Le jeux sont fait. Lia Sartori contro Achille Variati con il battitore libero Claudio Cicero a far da guastafeste; ecco la terna dei più accreditati candidati allo scranno di primo cittadino. Salvo clamorose sorprese va invece a Roma, oltre a tanti noti e meno noti (ex sindaco Enrico Hüllweck in testa, premiato per la sua fedeltà a tanti), la Serenissima Manuela Dal Lago, ex papabile alla carica di sindaco con il Pd di Alifuoco, messo fuori da una serie di giochi poco chiari da Achille Variati. Variati che ora ha fatto lo stesso anche con i ‘comunisti’, dimostrando un coraggio che non gli era riconosciuto, per mettersi al ‘centro’ della sfida della moderata Vicenza. (continua a pagina 3)

Incubo elettorale di Matteo Rinaldi

Gentili lettori di Vicenza Più, chi vi scrive è un elettore quarantatreenne attualmente in preda a un incubo: due votazioni all’orizzonte, mille dubbi, zero certezze. Mai era successo che attendessi le elezioni con lo stesso entusiasmo con cui aspetto il festival di Sanremo o i risultati delle partite del Vicenza.

Ma oggi ho capito perché. Il fatto è che non si respira la minima tensione nell’aria. Manca totalmente l’entusiasmo, la rivalità, l’aria di sfida. Colpa anche della politica nazionale.

Dopo un decennio di campagne da assalto all’arma bianca, oggi il duo Veltrusconi si insulta sottovoce e sottotono. (continua a pagina 12)

La mossa a sorpresa di Calearo candidato alle politiche per il Pd mette in subbuglio il mondo politico ed economico della città.

Si lascia alle spalle un’Assindustria spaccata che lo ripudia.

E Variati è in forte imbarazzo a pagina 4

Trasporti Aim? Risanabili.

In tre mosse

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opinioni

La lettera. La critica di Professione (Socialisti): “Dietro gli slogan all’americana, le solite logiche di conservazione del potere”. Ma a Vicenza le cose vanno meglio

PD: partito nuovo, trasformismo vecchio

Credo di essere una voce fuori dal coro, come lo è quella del mio partito. Il Partito Socialista: unico in Italia che fa parte organica dell’Internazionale Socialista e del Partito Socialista europeo: diffidare dalle imitazioni.

Verosimilmente la cosciente organizzazione dei socialisti italiani sarà spazzata via dal Parlamento italiano. Complice la legge elettorale, forse anche i mass media, ed esecutori gli ex amici del Partito cosiddetto Democratico. E’ una linea politica di lunga data quella che prevede la soppressione e l’annichilimento del Partito Socialista (risale quanto meno a Togliatti, buon anima). Se sarà un bene od un male per l’Italia, per la libertà e la democrazia lo dirà la storia. Finora è stato un bene.

Altrettanto non si può dire dei dirigenti del Partito Democratico di derivazione DS che non hanno mai rinnegato la loro storia e fatto le dovute ammende. La storia del Partito Comunista Italiano (fin dalla sua fondazione) e dei suoi successori è stata un’ indecorosa storia di gravissimi errori politici.

Non ne hanno mai indovinata una.

Non è che ciò sia dovuto all’insipienza dei loro dirigenti: tutti solitamente di altissimo livello intellettuale.

Gli è che, tra loro, prevale sempre e comunque la ragione di partito: ancorché in conflitto cogli interessi della nazione, dei cittadini, dei lavoratori.

Questo DNA è travasato pari pari nel Partito Democratico di Veltroni (e D’Alema). Non c’è chi non veda che proprio il Partito Democratico è stato la causa remota, profonda, della crisi che ha coinvolto il governo Prodi. Il governo Prodi ha iniziato a cadere quando è stato eletto Veltroni a segretario del PD. Non c’è chi non abbia visto la minima difesa d’ufficio concessa al governo del loro Presidente. Fa specie che Romano Prodi ingoi sempre tutto.

Io sostengo che la formazione del Partito Democratico non è stata un’operazione coraggiosa, limpida e trasparente: è stata un’operazione di trasformismo politico nella più consolidata tradizione della conservazione del potere. Il vestito, forse, può apparire nuovo. La deriva americaneggiante (che continua imperterrita con gli I care, we can eccetera) non nasconde la sostanza degli accordi politici intervenuti prima ed a monte della fusione tra i due partiti coinvolti: con adeguata spartizione delle situazioni di potere nelle regioni e sul territorio: con buona pace della anime candide.

La nomenclatura che si consoliderà del Partito Democratico ne sarà una prova. Una prova del consueto meccanismo della cooptazione: rivestito appunto di lustrini. Noi socialisti non abbiamo partecipato a questa operazione politica che giudichiamo mistificatoria e confusa. Pagheremo il prezzo con la nostra sparizione.

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Corso Padova, 12 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Corso Padova, 12 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redazione LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com ILARIO TONIELLO i.toniello@vicenzapiu.com Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Il trasformismo equivoco e politicamente truffaldino nasce in perfetta simbiosi e sintonia con questa partito che dovrebbe avere il monopolio del nuovo (sic!, è oltre mezzo secolo che si spacciano ogni volta come il nuovo che avanza, inanellando topica politica su topica politica). Intanto non mi piacciono costituzionalmente le situazioni di monopolio. Tanto meno delle idee e della politica.

La verità in tasca non ce l’ha nessuno: men che meno il Comitato Centrale (o come si chiamerà) del nuovo (nuovo ?) Partito Democratico.

La mala fede e l’intenzione di utilizzare confusamente il consenso elettorale sperato è chiara in diversi momenti di questa campagna elettorale che si preannuncia.

La Lista di Pietro: ammessa all’apparentamento col patto che poi si scioglierà nel Partito Democratico.

I nove Radicali (+ un ministro in caso di vittoria) nelle liste del PD, per i quali è evidente che una volta eletti (su liste bloccate) faranno quel che vorranno. Cioè si chiede il voto come Italia dei Valori , ma si promette che si farà diverso: si chiede il voto per i Radicali, che faranno sicuramente diversamente dal PD (almeno spero).

Siamo ai limiti della paranoia. Altro che semplificazione del quadro politico. Conferma la mia opinione che il PD non solo è stata una

Opinionisti: FRANCESCO DI BARTOLO MATTEO RINALDI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 vendite@vicenzapiu.com Stampa Stampato da Pentagraph Srl via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette dell’8 marzo 2008

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

fusione politica, ma che sarà una sicura con-fusione. Vale tutto ed il contrario di tutto pur di prendere voti.

Non c’è chi non veda, inoltre, il previsto pateracchio preannunciato col centro destra: e già attuato per escludere dalla par condicio le formazioni minori. Chi voterà Veltroni non sa, nella migliore delle ipotesi, come verranno utilizzati i suoi voti. Sicuramente non verranno utilizzati per i diritti civili, per il testamento biologico, per la difesa della 194, per la ricerca scientifica non condizionata da articoli di fede, ma nemmeno per le anagrafi comunali dello coppie di fatto, se non per i Pacs, Dico od altro.

Perché dovremmo credere a Veltroni? Finora le sue azioni sono l’esatto contrario di ciò che dice, pur se lo dice bene. Temo che anche nel campo economico e del lavoro sarà così. Se riesce l’operazione Veltrusconi temo che avremo

un futuro di democrazia sì, ma formale ed in carenza di libertà.

Fortunatamente a Vicenza il quadro politico per chi si oppone alla vincita programmata delle destre, è migliore. Forse è la sua minor valenza rispetto al quadro nazionale che evita momenti di arroganza e promuove partecipazione concreta. Noi Socialisti non abbiamo avuto difficoltà, localmente, a rinunciare al nostro simbolo, Sembrandoci inadeguata e velleitaria una battaglia su una bandiera che forse alla meglio avrebbe totalizzato un 2% circa, rischiando però di far perdere tutti. Preferiamo concentrare le nostre modeste forze sulle preferenze di lista del futuro candidato sindaco: prima del nostro scioglimento coatto.

Mariano Professione Comitato Cittadino di Vicenza Partito Socialista P.S.E.

Una chance contro i poteri forti segue dalla prima

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO DANIELE BINAGHI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI

Veltroni durante una presentazione del Partito Democratico

Va a Roma, candidato con il Pd, anche l’ex presidente di Assindustria Vicenza e di Federmeccanica Massimo Calearo, che fino a poco tempo fa sembrava destinato a una ulteriore importante carica nel mondo dell’impresa, se non anche lui al ruolo di candidato sindaco per conto Lega, nonostante le smentite dei tanti che glielo hanno proposto.

In questo scenario i poteri forti, quelli che controllano tutto e di più, da Assindustria fino ai media e ai gangli vitali della città, alcuni politici inclusi, all’improvviso non sembrano più così compatti come nel recente passato. Rimangono forti, sia chiaro, ma qualcosa scricchiola: Gaetano Ingui continua a muoversi defilato, la famiglia Amenduni e

Gianni Zonin si guardano ora in cagnesco, mentre le altre prime e seconde linee (vecchie ed emergenti, operanti in proprio o per conto terzi) sono impegnate a ridisegnare alleanze e centri di influenza.

Insomma Vicenza che solo pochi mesi fa sembrava una città con una storia già scritta di sottomissione e rassegnazione a destini che altri disegnavano per lei, e che sempre più si La loggia del Capitaniato, simbolo di potere immergeva nel lavoro nella Vicenza rinascimentale per non ammetterlo e per non essere costretta a lot- mortali e si ricompattino per tare contro questa cappa op- riappropriarsi di tutto, dopo primente - ora ha una grande aver tutto cambiato perché chance: approfittare del tour- nulla cambi. Se i giochi non billon per alzare la testa e sce- sono ancora fatti lo deciderà il gliere il proprio futuro. Prima 13 aprile. che i Poteri forti, riassegnatisi i ruoli, leniscano le ferite non Giovanni Coviello

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fatti&notizie

RISTORANTE PIZZERIA

SPECIALITÀ PESCE

Appena prima della fine della proroga in Assindustria, il presidente di Federmeccanica corre per il Pd. I niet di Marcegaglia e del centrodestra

Un posto al sole a Roma Calearo e il ma anche

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E’ diventato uno importante, Massimo Calearo. Produttore di antenne in quel di Isola Vicentina. Periferia della periferia della politica italiana.

Ma centro pulsante del Nordest dei padroncini. Oggi corre come capolista in Veneto per il Partito Democratico di Walter “Ma Anche” Veltroni. Quello che vuole sviluppo ma anche rispetto dell’ambiente. Meno tasse ma anche risanamento. Sicurezza ma anche tolleranza. Operai ma anche, appunto, imprenditori di alta Confindustria, ramo Federmeccanica. Anche quelli duri e puri nelle trattative sindacali, quelli che non vedono male gli scioperi fiscali, quelli tutto fa brodo se agli industriali arrivano sonanti schei, quelli del sì al Dal Molin, quelli che rimediano figure non esattamente brillanti in tv con ben altri pesi Massimi (D’Alema).

Quelli, appunto, come Calearo.

Viva Mastella!

Uno che, per sua stessa ammissione, non ha “mai votato centrosinistra prima d’ora” (Corriere della Sera, 3 marzo 2008). E che dopo appena due giorni dal sì alla candidatura se va a Ballarò a ringraziare “San Mastella” di aver fatto cadere il governo Prodi (la faccia imbarazzata del democratico Letta era impagabile!). Veltroni e il suo procon-

Massimo Calearo

sole veneto Giaretta questo lo sanno benissimo e se ne compiacciono. Perché la loro ambizione a lungo termine è puntare dritto al cuore dell’elettorato moderato finora fedele al forzaleghismo, al muro costituito da Forza Italia e Lega nel Veneto dell’ultrafederalista governatore Galan. Tutto da vedere se la strategia riuscirà. Ha scritto bene, poco tempo fa, il giornalista Alberto Statera: “L’appeal del forzaleghismo è piuttosto appannato, il fanatismo filoberlusconiano esploso a Vicenza quasi due anni fa appare oggi come un episodio lontano, l’immagine stessa del leader carismatico cattura meno, come se sul suo volto e sui vecchi slogan ossessivamente ripetuti si fosse posato uno strato di polvere” e tuttavia “il forzaleghismo al Nord vincerà ancora, non certo di misura, anche se molti lo

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i macismi e le sparate del nostro. OrCalearo vs Variati fano del santo protettore Cordero, CaCertamente s’è tolto dalla mischia learo avrebbe così perso ogni chance al momento giusto. Ma per anper la vicepresidenza degli industriali dare dove? Ministro, lo abbiamo italiani. Di qui l’abbandono delle predetto, è una posizione ardua, per tese su un’altra poltrona, quella di preun neo-convertito in zona cesarisidente della Camera di Commercio ni. Deputato della Repubblica, ok. vicentina, buon biglietto da visita per E basta? Un semplice peone, tutto rappresentare il ricco tessuto di potere qui? Se dovesse assumere incarieconomico e politico di una delle prochi di spicco nel Pd prevediamo vince più industrializzate d’Italia. Finigià i mal di pancia e il rumor di ta la prorogatio in Assindustria berica, coltelli di chi il Pd l’ha costruito infatti, Calearo sarebbe diventato uno contro l’ultimo arrivato. Vi chiequalunque. derete: ma non poteva andare col E per di più isolato e braccato dai rePdL, il leghistoide Calearo? Non centi e potentissimi nemici di casa, sarebbe stata quella la sua colgli ex alleati Amenduni (Acciaierie locazione più naturale? La Lega Valbruna). Uno scontro frontale che Nord ha smentito di averlo chiapartorito l’ennesimo impasse a PalazMinistro? Ma va’ mato. Molto più probabilmente, zo Bonin Longare, dove il “suo” (e del Ma anche - già ma anche – a sentire le voci che circolano inbanchiere Zonin) candidato, Zuccato, questo, Veltroni, lo sa fin troppo bene. formalmente negli ambienti del è stato stoppato dalla giunta contro Sa di perdere. Intende perdere bene, centrodestra, Forza Italia e il suo quella degli Amenduni (e del fido coperò. In modo da giocarsela da protaacerrimo nemico Galan avrebstruttore Ingui), Magnabogonista nel nuovo parlamento. Perciò sco. Zuccato ha preso subito gli servono uomini-simbolo come Cale distanze dal suo sponsor learo. Che ha candidamente dichiarato con parole durissime: “Cadi aver detto sì al corteggiatore Walter learo in Associazione (Asper il posto. Un posto da ministro. Forsindustria, ndr) per me non se perché spera in un governissimo di esiste più” (Corriere del larghe intese, o di grande coalizione, Veneto, 5 marzo 2008). con Pd e PdL insieme. I segnali ci sono Potrebbe saltar fuori un tutti: Confindustria e i grandi gruppi terzo uomo. Magari ripeeconomici fanno apertamente il tifo scato negli annali antichi per l’idea (per saperlo basta leggere il di Assindustria Vicenza. loro organo ufficiale, il Corriere della Magari quel Giancarlo Achille Variati. La candidatura di Calearo condizionerà la sua Sera). E difatti è da tempo immemore Ferretto, anziano padre corsa verso Palazzo Trissino? che non si assiste a una campagna per nobile, che sicuramente le politiche così blanda, così educata, non ama Calearo. Il guaio è che se vecosì soporiferamente all’inglese. Velbero pensato la stessa cosa della nisse issato al vertice equivarrebbe a troni parla apertamente di “governo Marcegaglia: niet Calearo, non lo commissariare anche la più influente delle riforme”, Berlusconi, secondo vogliamo. E’ vero, si sono inconlobby vicentina (dopo l’ente camerale, Repubblica, penserebbe a un minitrati, Giancarlo e Massimo. Prodopo le baruffe dell’anno scorso constero Draghi (il presidente di Bankiprio a Vicenza, tra l’altro, in un tro lo sfidante Marioni dato per vicino talia) in caso di pareggio. Ma è sicuro, rendez-vous che doveva rimanere al duo Galan-Sartori, il neo-sinistro Calearo, segreto (sì, vabbè). Ma la porta si darebbero munizioche il centrodestra lo acdel centrodestra è rimasta chiusa, ni alle accuse del precetterebbe nella lista di per lui. L’ha confermato lui stessidente regionale di Palazzo Chigi, in questi so, con aria un po’ piagnucolosa: Confindustria, Riello, futuribili governi-am- L’ha quando è venuto qui a Vicenza, che attacca Calearo per mucchiata? Non sono candidamente Gianfranco Fini ha fatto spallucaver disertato il campo proprio i “traditori”, co- ammesso: ce. Così, visto che i programmi in modo platealmente loro che hanno sempre nel Pd perché dei due maggiori partiti in fondo opportunistico). Peresternato una sensibilità nel PdL si somigliano (ipxe dixit), il noché, data l’età e il cone idee apertamente di stro ha virato sul Pd. non c’era testo in extremis di una destra come ha fatto lui Per Achille Variati e la sua corsa a scelta simile, Ferretto in questi anni - non sono posto per lui sindaco della città del Palladio la non potrebbe essere proprio loro che finirebcandidatura Calearo è un ostacoconsiderato un presibero bocciati per primi lo. Dovrà fare di tutto per far vedente a tutti gli effetti, da Berlusconi&Co? dere il meno possibile il suo neoma solo un’autorevolissima toppa a compagno di partito in giro per un vestito ormai lacerato. A meno che Confindustria addio la città, Achille, fiero avversario il commissariamento, quello formale, Il posto al sole. Ecco la meta di Massidella base Usa al Dal Molin. Ma non arrivi davvero. E Calearo non pomo. Non ci è riuscito in Confindustria, volete che Veltroni, quando farà trebbe imputare ai soli “poteri forti” dove pare che Emma Marcegaglia, la tappa qui, non si metta al fianco – grazie ai quali lui ha ottenuto e condeterminata lady di ferro che succeentrambi? Ci sarà da ridere. O da solidato il suo potere in questi anni derà a Luca di Montezemolo, non lo piangere. A seconda dei punti di – la figuraccia nazionale. voglia fra i piedi. Non le piacerebbero vista. voteranno turandosi il naso, mentre il Partito Democratico dovrà ancora farne di rivoluzioni copernicane per diventare credibile” agli occhi di chi, e non a torto, vede nel veltronismo una sfacciata scopiazzatura del berlusconismo (La Repubblica-Affari&Finanza, 25 febbraio 2008). Sottinteso: ma perché mai chi ha sempre votato a destra – come, ad esempio, lo stesso Calearo - dovrebbe abbandonare l’originale per affidarsi a una copia?

DI ALESSIO MANNINO

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fatti&notizie Il retroscena. La Lega ha davvero chiesto all’ex numero uno di Assindustria di candidarsi a sindaco? Ecco come sono andate le cose. Tra riunioni segrete e mancate smentite

Stefani, Calearo o Franco?

Indovina chi è il bugiardo DI GIULIANO ZOSO Ragazzi, ragazzi! Birichini! Uno dei due dice le bugie! E lo sapete che, per un politico, dire sfrontatamente le bugie è il peccato più grave? E lo sapete che gli americani, ad esempio, i Presidenti li cacciano quando li scoprono menzogneri?

Nixon fu cacciato per questo, non per il Watergate. Perché lo negava, non perché lo aveva ordinato. A Bill Clinton hanno perdonato di aver trasformato lo studio alla Casa Bianca in un privé solo perché, a un certo punto, si è deciso ad ammettere. Sì, era vero.

Ebbene, ragazzi. Calearo dice che la Lega gli ha offerto la candidatura a Sindaco di Vicenza. Stefano Stefani interviene e dichiara deciso: la Lega non ha offerto niente a nessuno, tanto meno a un soggetto come Calearo che poi è finito addirittura nel Pd. E certo: la Lega non ci ha fatto una gran figura. Promettere alla Lia Sartori di correre con lei fin dal primo turno e poi andare a Stefanoi Stefani proporre la candidatura a Calearo … Col risultato di ricevere un bel no da uno che poi si accasa con Veltroni.

E’ bugiardo Stefani? E’ bugiardo Calearo? Forse nessuno dei due.

Forse siamo in grado di ricostruire come si è svolta la comica.

Riunione della direzione cittadina della Lega, alla presenza del segretario provinciale, il senatore Paolo Franco, che adesso i suoi chiamano, pare, Polistirolo. Non si sa perché. È presente anche la Presidente Nazionale, nonché Presidente dell’Autostrada Paolo Franco Serenissima, nonché Commissaria del partito in Friuli, nonché capogruppo a Vicenza, nonché aspirante a un seggio in Parlamento, tale Manuela Dal Lago, che i suoi chiamano con un appellativo che (nostra) decenza vuole che non si scriva.

La poveretta è in ambasce. Sono mesi che promette a certi suoi amici che ci penserà lei al Comune di Vicenza, quando Hüllweck e signora non ci saranno più. Che stiano tranquilli. E si trascinerà dietro la Lega, parte del Pd, e sconfiggerà l’odiata Sartori. Tanto più che, lo ripete spesso il Giornale di Vicenza, lei sì, lei è desiderata, invocata dai vicentini, mentre la Lia nessuno la conosce.

Solo che il Mastella ha fatto la frittata. Si va a votare. E lei, che i suoi conti li sa fare, il treno per Roma non vuol farselo scappare.

E allora che fa? Propone alla Direzione cittadina di contattare Massimo Calearo per proporgli la candidatura a Sindaco di Vicenza. Anche Calearo può andar bene per far fuori la Lia. E poi Massimo è un suo amico, non dirà di no. E’ da mesi anche lui, povero cristo, che è alla ricerca di una sistemazione. Di tornare in fabbrica proprio non gli va giù.

La Manuela ha ragione. Massimo è un amico. Sono anni che c’è del tenero tra i due. Politicamente, s’intende. E si scambiano effusioni e riconoscimenti.

Ma c’è un problema. Massimo sarà ancora amico suo, ma non è più tanto amico dei suoi amici, che anzi gliel’hanno giurata da quando volle cacciare un loro uomo dalla Camera di Commercio. E glielo impedirono.

Franco cosa fa? Lui tutte queste cose non le sa. Lui da mesi pensa solo alla sua ricandidatura. Ebbene: si sarebbe precipitato da Calearo a proporgli di fare il Sindaco. Questo è, almeno, quello che sostiene Calearo. Ma Franco nega. È bugiardo Calearo o è bugiardo Franco?

Insomma, fatela finita! Salti fuori il bugiardo e non se ne parli più. Una cosa, però, è certa. Se è bugiardo Franco, lo è di conseguenza anche Stefani. A meno che non affermi che quando il segretario provinciale della Lega promette qualcosa a qualcuno, la Lega non c’entra per niente! O no?

Dal Molin, la grande fuga Doveva essere l’assemblea della ricapitalizzazione, del varo di un progetto di sopravvivenza in attesa di chiarire definitivamente l’affaire Ederle 2. Invece, se le voci che circolano mentre scriviamo saranno confermate, le cose potrebbero prendere una piega ben diversa. Per il prossimo 17 marzo è stata convocata l’assemblea dei soci della società Aeroporti Vicentini. All’ordine del giorno doveva esserci, appunto, la richiesta di ricapitalizzazione, per permettere all’aeroporto di affrontare il lungo congelamento previsto per consentire i lavori della nuova caserma a stelle e strisce. Il Comune si era già detto pronto a sborsare 70 mila euro, Aim sembrava intenzionata a fare la propria parte, e anche il socio di maggioranza, cioè la camera di commercio, avrebbe probabilmente fatto altrettanto.

La sorpresa è che, come primi oggetti all’ordine del giorno, ci sono invece le dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione – oggi composto dal presidente Giuseppe Sbalchiero, e dai consiglieri Carla Ancora, Egidio Dal Cortivo, Fiorenzo Marcato, Silvio Fortuna, Daniela Franceschetti e Silvano Spiller.. - e la nomina di un amministratore unico che, stando alle indiscrezioni, potrebbe essere l’attuale direttore della società Carlo Martello.

Il peso e le conseguenze di questa decisione saranno da valutare quando si concretizzeranno le dimissioni. Ma l’impressione è che si stia preparando un fuggi fuggi generale di fronte all’ormai inevitabile tracollo dell’aeroporto.

Dopo aver ribadito di voler far sopravvivere il Dal Molin nonostante i pesanti debiti accumulati negli ultimi anni, dopo i festeggiamenti per il fatto che la chiusura della torre di controllo è stata posticipata da marzo a settembre, adesso gli amministratori sembrano intenzionati ad andarsene prima che sia troppo tardi. Lasciando all’amministratore unico il difficile compito di salvare il salvabile.

Forse, a questo punto, sarebbe più corretto riprendere il percorso solo abbozzato nel gennaio scorso. E cioè mettere in liquidazione una società che, in mancanza di un serio piano di rilancio non sembra davvero avere prospettive. E magari, sfruttando il rinnovo dell’amministrazione comunale e delle presidenze nelle principali associazioni di categoria, aprire un dibattito per chiarire finalmente le responsabilità di quella che appare sempre più come la scontata conclusione di tutta la vicenda: la chiusura del Dal Molin.

L. M.

publiredazionale

VENETO : PROROGA CONCESSIONI POZZI Con la Deliberazione della giunta Regionale N. 3759 del 27/11/07 è stato a differito al 31.12.2008 il termine di conclusione per la prevista collaborazione tra Regione e le Federazioni o Associazioni di categoria per la trattazione delle domande di riconoscimento e preferenziali relative alle derivazioni d’acqua dalla falda sotterranea. E ciò in quanto non s’è ancora giunti ad un accordo che individui definitivamente gli ambiti entro i quali le medesime dovranno poi operare. Infatti, tale collaborazione negli intenti

del legislatore costituisce un parziale supporto alle attività istruttorie facenti, invece, capo alle Unità Periferiche del Genio Civile e competenti al rilascio dei provvedimenti concessori.

Su tale premessa quindi, tenuto conto che la scadenza per la presentazione delle domande da parte degli utenti, sulle quali si sarebbe poi dovuta esplicare l’attività di supporto da parte delle Associazioni predette sarebbe caduta lo scorso 31.12.2007, s’è reso necessario prorogare anche tale termine. Pertanto s’ è proro-

gato sino al 31.12.2009 il diritto dell’utenza a continuare l’esercizio delle derivazioni d’acqua dipendenti dalle domande di riconoscimento e preferenziali, ottenute dalla raccolta dati delle Federazioni/Associazioni di categoria.

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A. C.

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approfondimenti

I numeri e le cifre di Aim Trasporti smentiscono il luogo comune che vuole la gestione del trasporto locale condannata ai conti in rosso Ecco come si potrebbe raggiungere l’equilibrio di bilancio

Sorpresa trasporti: il pareggio a portata di mano DI LUCA MATTEAZZI Nella complicata galassia di società facenti capo ad Aim, è spesso considerata una delle pecore nere del gruppo, una zavorra di cui si farebbe volentieri a meno.

E non perché sia gestita male; piuttosto, perché è opinione diffusa che da lì non potrà venire mai niente ti buono in termini di utili e profitti: con gli autobus non si fanno affari, o almeno non se ne fanno come con il gas o i rifiuti.

Invece Aim Trasporti – perché di questo stiamo parlando, della società che gestisce tutto il trasporto pubblico urbano della città – potrebbe riservare qualche sorpresa.

E, a ben guardare, le basterebbe poco per non ritrovarsi più con i conti pesantemente in rosso degli ultimi anni.

La sede di Aim in contrà San Biagio

In realtà, andando a spulciare nelquesti anni i finanziamenti sono le pieghe dei bilanci, si scopre che rimasti fermi, mentre l’inflazione l’obiettivo del pareggio potrebbe registrata dall’Istat è salita del 23 non essere poi così distante. In priper cento – precisano dall’azienda mo luogo perché su Aim Traspor-. Solo l’adeguamento all’inflazione ti hanno finora gravato dei costi porterebbe nelle nostre casse un “esterni” piuttosto pesanti: nella milione e mezzo di euro in più aldivisione dei settori seguita all’apl’anno, e il bilancio sarebbe in attiprovazione del piano Interdonato, vo. Se poi consideriamo che nel ’99 ad esempio, Aim Trasporti si è troavevamo un passivo di tre miliardi vata senza il redditizio comparto di lire e adesso, nonostante tutto, della sosta e dei parcheggi, che è di 700 mila euro, si capisce come in andato a rimpinguare i bilanci delrealtà la gestione e l’efficienza siala holding. Sul groppone del settore no notevolmente migliorate”. trasporti è però rimasta la gestione dei parcheggi di interscambio, giuUn problema di priorità stificata col fatto che da via BassaSullo sfondo rimangono poi le queno, via Cricoli e via Farini partono stioni politiche. Nel senso che la i Centrobus. Una mossa che ha apsalute e l’efficienza di un’azienda pesantito i conti di Aim Trasporti di di trasporto pubblico dipendooltre 300 mila euro, cioè quasi metà no molto dalle politiche messe in del deficit di quest’anno. Adesso il campo dal Comune: allargare la Comune ha cambiato rotta, e con le zona a traffico limitato o aumenultime delibere votate in autunno tare i prezzi della sosta, solo per i parcheggi di interscambio sono fare due esempi banali, dovrebbero stati riassegnati al settore sosta. dare qualche vantaggio all’autobus Già dall’anno prossimo, dunque, le nei confronti dell’auto. A Padova, cose potrebbero migliorare. per non andare troppo distante, il Non solo. Da tempo si indica la so2007 si è chiuso con un importante vrapposizione di linee e percorsi tra aumento dei passeggeri (più 500 Aim e Ftv come una delle principali mila rispetto al 2006). I motivi? fonti di sprechi del settore. “Ci sono L’inaugurazione del servizio tram, casi in cui nello stesso tratto di strama soprattutto il fatto che l’ammida passano i mezzi di Aim, quelli nistrazione comunale ha scelto di delle Ftv e magari anche quelli di reinvestire una parte delle multe qualche privato che ha un contratto provenienti dalla Ztl nel trasporto di servizio per il trasporto pubblipubblico, aumentando la frequenza co”, osserva D’Angelo. Tradotta in delle corse anche sulle linee meno euro, l’eliminazione frequentate: su quasi dei doppioni potrebtutte le tratte, adesso be portare a risparmi I conti sono gli autobus passano al calcolati attorno ai massimo ogni 15 miin rosso. Ma 200 mila euro. E il nuti, e i risultati non passivo si assottiglie- basterebbe si sono fatti attendere. rebbe ancora.

“Queste sono decisioadeguare i Infine, c’è la questio- finanziamenti ni che non spettano ne cruciale, quella a noi – fanno sapere regionali dei trasferimenti. Il da San Biagio -. E in grosso del bilancio all’inflazione ogni caso, non devodel settore trasporti per tornare no essere fatte con è tenuto in piedi dai in attivo l’obiettivo di portare finanziamenti che arin utile l’azienda di rivano dalla Regione trasporto, ma in base e che ammontano a poco più di 7,5 ad una visione di città più ampia”. milioni di euro. È una delle cifre Anche perché, per arrivare all’utile, più basse a livello regionale, ma o almeno al pareggio, potrebbe basoprattutto è ferma dal 1999. “In stare molto meno.

Soldi e personale, eterni crucci Recentemente i sindacati, Cgil in testa, hanno fatto scattare i campanelli d’allarme. Denunciando ritardi nelle operazioni di manutenzione attribuiti a scarsa liquidità di cassa (in altre parole, i pezzi di ricambio Autobus in cifre non arriverebbero perché Aim non Con 132 autobus a disposizione, e pagherebbe i fornitori), e difficoltà quasi 250 dipendenti, Aim copre a livello di organico. In particolacon una ventina di linee la rete di re, all’appello mancherebbero una collegamenti pubblici della città e di decina di lavoratori, e questo si tutta la cintura urbana, da Longare tradurrebbe in turni più lunghi e a Caldogno, da Quinto a Creazzo. In pesanti per gli altri autisti in serviun anno, i chilometri percorsi dagli zio; con possibili ripercussioni su autobus arancioni dell’azienda di qualità e sicurezza. “Non è ancora san Biagio sono quasi successo niente, per cinque milioni (per la carità – puntualizza Con 132 precisione 4 milioni Massimo D’Angelo, e 868 mila), mentre i autobus, 250 della Cgil -. Ma il nopasseggeri trasporta- dipendenti e stro compito è quelti si aggirano attorno una ventina lo di vigilare, non di agli undici milioni piangere poi sul latte e mezzo (un po’ di di linee, Aim versato”. meno nel 2005, un assicura le La risposata delpo’ di più nel 2006). corse urbane l’azienda, però, è Cifre importanti che tranquillizzante. “Che alla città e rendono l’idea delpossano esserci prola complessità di un ai comuni blemi o ritardi con alsettore che offre un confinanti cuni fornitori rientra servizio essenziale nella normale routine soprattutto a lavoratori e studenti.

– fanno sapere da Aim Trasporti E che tutto sommato, nonostante . Di certo non abbiamo mai avuto i problemi non manchino, sembra carenza di autobus perché gli autofunzionare. mezzi sono rimasti in officina trop-

po a lungo. Anzi, abbiamo un parco mezzi che ci permette di gestire la situazione con una certa tranquillità. Quanto all’organico, nell’autunno scorso l’azienda aveva avviato le procedure per affidare ad esterni alcune tratte: questo percorso è stato bloccato, in accordo coi sindacati, per vedere se si riusciva a definire le assunzioni necessarie all’interno di Aim. Nel frattempo si è concordato di fare qualche turno di straordinario, ed è quello che sta accadendo”.

Autobus puliti, numeri record

Caro biglietto, quanto mi costi

Gli autobus? Vecchi e inquinanti. Così recita un abusato luogo comune, che viene però smentito dall’analisi del parco mezzi di Aim. Dove gli autobus un po’ datati e spinti ancora da puzzolenti motori di diesel ci sono, inutile negarlo, ma dove ormai il 30 per cento dei veicoli (43 su 132) viaggia con il più ecologico Gpl. Un dato che pone l’azienda all’avanguardia a livello regionale (a Treviso, ad esempio, gli autobus a Gpl sono 22 su 137), e non è tutto. Con quel 30 per cento di automezzi pu-

liti, infatti, Aim copre ben il 40 per cento dei chilometri percorsi: come dire che gli autobus a Gpl sono sfruttati in modo più intenso rispetto ai loro cugini diesel. Soprattutto sulle linee che attraversano il centro: sulla 1, sulla 2, sulla 5, che ogni quarto d’ora minuti corrono lungo le strette stradine all’interno della cinta muraria, quasi tutti i mezzi sono ecologici.

Diverso il discorso sulle tratte extraurbane, dove invece la regola è ancora quella dei motori diesel.

Condannati al deficit?

Il problema vero, come spesso succede quando si parla di trasporto pubblico, sono però i costi. Negli ultimi anni Aim ha venduto, in media, qualcosa come 2 milioni e mezzo di biglietti all’anno, a cui vanno aggiunti circa 80 mila abbonamenti (77 – 78 mila mensili, e poco più di 3 mila annuali), per un totale di quasi 6 milioni di euro di ricavi. All’incirca altri 8 milioni sono arrivati dai finanziamenti regionali e comunali, ma il tutto non basta a coprire le spese del servizio. Nel 2005 il bilancio si è chiuso con un passivo di 1,3 milioni di euro, nel 2006 con un segno rosso di 713 mila euro, avvalorando la tesi di chi vede nel trasporto pubblico un settore inevitabilmente destinato a lavorare in perdita.

Sarà capitato a tutti di sentirla, chiacchierando tra amici o bevendo uno spritz al bar: una delle lamentele più frequenti, quando si parla di mezzi pubblici, è che i biglietti sono cari. E in effetti, almeno fino a qualche anno fa, le tariffe di Aim erano tra le più salate a livello regionale. Adesso, però, le cose sono cambiate, e i prezzi dell’azienda di San Biagio reggono il confronto con quelli delle sorelle venete; se non altro a livello di corse cittadine.

Prendendo come punto di riferimento il biglietto urbano, ad esempio, a Vicenza si pagano 1,10 euro.

Apparentemente più di quanto si

sborsa a Padova, dove il biglietto costa 1 euro, a Verona, 1 euro anche qui, e a Treviso (sempre 1 euro). A compensare i 10 centesimi in più, c’è però la maggior durata del biglietto vicentino, che permette di viaggiare per 90 minuti contro i 75 di Padova e Treviso e i 60 di Verona. Il costo al minuto, quindi, a Vicenza è di 1,22 centesimi, a Padova e Treviso di 1,33 e a Verona di 1,66.

Un vantaggio, quello della maggior durata, che può essere apprezzato soprattutto da chi deve sbrigare veloci commissioni, mentre risulta indifferente, se non penalizzante, per chi fa orari da ufficio.

Il discorso cambia se si vanno a confrontare tutte le tariffe. Padova, ad esempio, ha prezzi molto convenienti per le corse extraurbane (1,10 euro, contro gli 1,70 di Vicenza, anche se la durata è inferiore, 90 minuti contro 120), e per il biglietto giornaliero, che costa 2,70 euro contro i 2,80 di Treviso, i 3,50 di Verona e i 4,70 di Vicenza (e qua sì i prezzi di Aim sono davvero cari).

Per contro, Treivso ha lanciato il biglietto “entro mura”, che permette di viaggiare nel cuore della città sborsando solo 50 centesimi. Su questi fronti Aim ha ancora un bel po’ di terreno da recuperare.

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8 MARZO 2008

approfondimenti

Negli ultimi dieci anni il traffico di auto private è stato agevolato. Anziché favorire autobus e pullman

Mobilità pubblica, la cenerentola della politica DI ALESSIO MANNINO Non c’è la volontà politica.

In italiano: non gliene frega niente a nessuno. Questa è la sintesi, rozza ma efficace, con cui si può dare una misura dello stato del trasporto pubblico a Vicenza. Un po’ è la gente, che è male educata: lo diceva su queste colonne (vedi Vicenza Più n°90, 9 febbraio 2008) l’ex comandante dei vigili urbani, Enrico Rossi, spiegando che i vicentini preferi- ma che ora è come nel limbo, in Ma sia per l’una che per l’altra scono infilarsi nella propria auto attesa del nuovo governo post- prospettiva occorre elaborare un e intasare le strade. Un po’ è la elezioni. progetto viabilistico conformazione, oggettivamente Ma il punto decisiche poggi sull’asostile, del sistema viario cittadino: vo, focalizzando lo sunto che pubblico è risalente al medioevo, con poche sguardo sul raggio Più corsie meglio. Ed è qui che, possibilità di articolare il flusso di d’azione dell’ammicome si diceva all’inipreferenziali, traffico favorendo i mezzi pubblici nistrazione comuzio, la politica latita. (che sono grandi e grossi). Un po’ nale, è l’assenza di allargamento Se non si vuol ricorè la cronica mancanza di risorse, una cultura politica Ztl e parcheggi rere ai provvedimenovvero di soldi: il ramo autobus che privilegi il pub- di scambio: ti drastici stile Londi Aim ha un passivo di 713 mila blico sul privato. In alcune misure dra o Milano (ticket euro, e di certo non è il settore di questi dieci anni di immediate d’ingresso in città: punta per eventuali investimenti centrodestra a Palazper una realtà picdi soggetti privati. Tanto è vero zo Trissino, l’indirizcola come Vicenza, che le mire degli imprenditori si zo dell’ex assessore forse un po’ eccessiconcentrano sul gas e sullo smal- Claudio Cicero è stato quello di vo), si può comunque ragionare timento dei rifiuti. Un po’ è anche fluidificare al massimo il viavai sia a breve-medio termine che sul la confusione legisladi auto. Soprattutto lungo periodo. Con tempi stretti tiva, che vede da una grazie alle rotatorie. si potrebbe pensare ad aumenparte una delibera Ma se si aiuta il traf- tare le corsie preferenziali per gli regionale fissare nel Il problema fico a scorrere più autobus; realizzare più parcheggi dicembre di queveloce, si incoraggia di scambio, magari più piccoli ma a monte è st’anno il termine l’uso dell’auto pri- a raggiera attorno alla città (non massimo per i bandi l’assenza di vata, non del mezzo i tre attuali alle porte del centro di gara (o, in alterna- una cultura pubblico. Che invece storico); un biglietto unico con tiva, esternalizzazio- che privilegi avrebbe bisogno, per Ftv (ma per questo bisognerebbe ni di piccolo taglio o i mezzi essere efficiente e rendere operativa la società unica aggregazioni, come pubblici competitivo in termi- fra Ferrotramvie Vicentine e Aim, quella, puramente ni di corse e orari, di vedi articolo). A lungo termine si formale, fra Aim e meno traffico. E per potrebbe invece allargare la zona Ftv); e dall’altra il ridurre la massa di ZTL, a patto però che siano codecreto Lanzillotta contenuto nel- vetture private in circolazione, le struite strutture (parcheggi, corse l’ultima manovra finanziaria, che cose sono due: o le si disincentiva, dedicate) che facilitino la circoha rimesso in discussione tutto o si incentiva il bus. lazione, altrimenti si risolve solo nell’estensione di un divieto. Ma anche le domeniche a piedi, per quanto possano sembrare inutili iniziative una tantum dal punto di vista dell’impatto ambientale, possono essere invece estremamente educative riguardo la conoscenza e l’utilizzo dei mezzi pubblici. Un’idea innovativa, infine, potrebbe essere la riconversione a metrò di superficie della linea ferroviaria Vicenza-Schio, da modulare come tratta Ancoretta-Fiera con fermate lungo la diagonale della città. Il problema, tuttavia, è crederci. Se non si crede alle potenzialità del trasporto pubblico, nemmeno si pensa a potenziarlo.

Aspettando la’utobus in centro città. Nella foto in alto: un veicolo Ftv

E nel piano Zanguio il settore trasporti di San Biagio “non esiste nemmeno più”

D’Angelo (Cgil): “Fusione Aim-Ftv, una farsa”

Il deposito mezzi di Aim

Che fine ha fatto la fusione fra Aim Trasporti e Ftv? E’ finita dentro una “scatola vuota”. Il responsabile del settore per la Cgil Massimo D’Angelo la chiama così, la società consortile Svt (Società Vicentina Trasporti), nata l’anno scorso dalle due aziende locali, Aim e FerroTramvie, e dai suoi due proprietari, rispettivamente il Comune e la Provincia di Vicenza.

Un consorzio non dà vita a una nuova società (newco), ma ne lega due lasciandole separate, ognuna con il proprio bilancio e la propria struttura gestionale. In pratica, sul piano operativo, non cambia nulla. E infatti non è successo niente: dal settembre 2007, quando è scaduta la delibera approvata in consiglio comunale gli ultimi giorni dell’anno precedente che impegnava a una vera fusione, i due enti non hanno mosso un dito per passare dalle parole ai fatti.

“Faccio osservare, inoltre, che il consorzio non ha neppure legittimità di esistere, in quanto non ha un piano industriale”, attacca d’Angelo. Che precisa sconsolato: “L’ho chiesto, ma a tutt’oggi non m’hanno ancora risposto”.

Facile capire il perché: non c’è uno studio strategico, non c’è un chiaro indirizzo politico comune, non c’è nulla di nul-

la. “C’è solo la scusa che Ftv è in attivo mentre i trasporti Aim sono in passivo. Ma bisognerebbe capire il perché di questo”. E’ opinione comune, infatti, che il settore trasporti di una multiutility sia fisiologicamente in perdita. “Niente affatto”, ribatte D’Angelo, “e il bilancio con 77 mila euro in positivo di Ftv sta lì a dimostrarlo. La verità è che il guaio di Aim Trasporti è stato quello di essere dentro a una holding, che scarica i debiti dove già i conti scricchiolano”. Nel piano di ristrutturazione dell’ex municipalizzata firmata dal commissario Mauro Zanguio le società come la Trasporti diventano divisioni interne. Anzi, la Trasporti sparisce del tutto. “E di questo siamo preoccupatissimi.

Oggi non è né carne né pesce.

E questo o perché è un fardello, una zavorra, o perché si pensa che la fusione con Ftv sia consolidata. Ma così non è!”, sbotta puntando il dito contro il piano. Circola voce che Aim non abbia liquidità per pagare i fornitori per i pezzi di ricambio, perché le banche hanno chiuso i rubinetti. Se fosse vero sarebbe gravissimo. Il commento di D’Angelo lapidario: “La realtà ha sempre superato in peggio le nostre previsioni più fosche e azzardate”.

A.M.

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fatti&notizie Il Centro Interscambio Servizi subirà una cura dimagrante. Forse per far spazio ad un mega centro commerciale. Grazie a una permuta di terreni con il privato. Che è anche deputato della Lega

Cis, comprare informati Affare in vista per Filippi?

DI ALESSIO MANNINO Fra le varie partecipazioni del Comune di Vicenza c’è una percentuale nel C.I.S., il Centro Interscambio Merci e Servizi di Montebello Vicentino (ma che insiste molto sull’adiacente Montecchio Maggiore).

Si tratta di un’area di quasi 50 ettari, tra l’altro molto pregevole dal punto di vista paesaggistico, dove da vent’anni esatti si parla di costruire un deposito di smistamento per far transitare le merci industriali dalla ferrovia e dell’autostrada alle trafficate strade della provincia berica. Si parla, appunto. Perché finora non se n’è visto un metro cubo. Classica eterna incompiuta, che doveva emettere i primi vagiti, ossia l’apertura dei cantieri, a ottobre 2007. Ma che oggi vede completamente ribaltato il progetto.

Lo scambio Alla fine del mese scorso, infatti, i componenti del consiglio di amministrazione della spa pubblica (Provincia, Serenissima Bs-Pd, Fiera, Banca Popolare di Vicenza, Camera di Commercio e Comuni di Montebello, Arzignano, Brendola, Montecchio e Vicenza) hanno dato il via libera a un’operazione che potrebbe renderne molto, ma molto diverso il destino. Mediante uno scambio di

terreni: il privato con cui la società controllata dalla Provincia (23%) è consorziata, cioè la AF99 della famiglia dell’onorevole leghista Alberto Filippi, acquisirà l’area che dà sulla strada regionale 11, mentre la Cis spa avrà quella interna, sull’autostrada e sulla linea ferroviaria. La ragione di questa permuta? Accelerare l’iter burocratico che prevede l’approvazione di un piano particolareggiato da parte di Montebello.

La Grande Opera Attualmente il consorzio suddivide la proprietà terriera fra un 54% del pubblico e un 46% (225 mila metri quadrati) dei Filippi. La destinazione d’uso è logistica. Secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza in data 28 febbraio 2008, grazie a una variante firmata dalla Regione il vero obbiettivo dello scambio sarebbe quello di cambiarla in commerciale, per costruire un mega shopping center “grande oltre dieci volte le Sorelle Ramonda, il doppio delle Piramidi di Torri di Quartesolo, esteso per una superficie pari a oltre quaranta campi da calcio”. Il più grande complesso per acquisti dell’intera provincia. E a fornire i soldi per realizzare la ‘grande opera’ potrebbe esserci una new entry, un socio privato nuovo di zecca che si vocifera essere Rino Mario Gambari, costruttore bresciano, primo azionista privato dell’autostrada Brescia-Padova (a sua volta, come già detto, azionista del Cis), e presieduta da un’altra leghista, Manuela Dal Lago.

Amicizie politiche Il giovane deputato della Lega Filippi, pupillo del senatore Stefano Stefani, ha ribadito tuttavia la volontà di insediare sul suo pezzo di terra un deposito per i prodotti della sua azienda chimica (che ha sede a Torri di Quartesolo). Ma contemporaneamente si è detto aperto a “proposte diverse degli enti locali”. Aver ottenuto il versante che ha accesso alla strada è infatti la precondizione per far arrivare i clienti di un centro commerciale. La maggioranza di centrodestra che governa Montebello, poi, in campagna elettorale si era detta contraria al Cis. E non dovrebbe essere un problema far arrivare il cambio di destinazione d’uso dalla Regione retta da Giancarlo Galan, con cui la corrente stefaniana del Carroccio - di cui fa parte Filippi – è in buoni rapporti (come ha confermato l’appoggio di Stefani alla candidatura a sindaco di Vicenza di Lia Sartori, alter ego di Galan). Tutto quadrerebbe alla perfezione, dunque.

Ex Ceccato Grandi ostacoli paiono non esserci.

L’unico a resistere, seppur astenendosi e non votando contro, è stato il Comune di Montecchio. Che pur dando un giudizio positivo della rimessa in moto del Cis, per lo meno a parole, l’anno scorso, nutre forti perplessità sul probabile ridimensionamento a un mini-Cis sommerso da un mostro in cemento che si andrebbe ad affiancare al già denso tappeto di edifici commerciali, dire-

Fatti, personaggi e vita vicentina CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LA PROPAGANDA ELETTORALE

La zona di Montebello Vicentino interessata dal progetto

zionali e industriali della zona. Non solo, ma metterebbe in pericolo un altro piano urbanistico, quello dell’ex ditta Ceccato (metalmeccanica e fonderia dismesse), su cui è fermo dai primi anni ’90 un progetto di riqualificazione commerciale-direzionale-abitativo, oggi in attesa che sia ultimata la bonifica da acidi e sabbie (la fine è prevista fra almeno un anno). Che appetibilità avrebbe per un possibile investitore commerciale un’area con una volumetria edificabile di 207 mila metri cubi se accanto viene innalzato il gigante ex Cis? Mentre il valore della proprietà di Filippi triplicherebbe (da 60 a 200 euro al metro quadro), quello dell’ex Ceccato crollerebbe. Facendo buttare al vento, o quasi, i 12 milioni e mezzo di euro delle opere di urbanizzazione (fognature, cavidotti, verde, marciapiedi, ciclabili, una nuova rotatoria) previste per l’ex Ceccato.

5) Le tariffe dei formati previsti saranno le seguenti: (oltre IVA 4 %): 1 Pagina intera (260 X 380 mm) a COLORI Euro 750,00; 1 Pagina intera (260 X 380 mm) in B/N Euro 600,00; 1/2 pagina a COLORI (260 X 180 mm) Euro 450,00; 1/2 pagina in B/N (260 X 180 mm) Euro 350,00; 1/4 di pagina in B/N (154 X 180 mm) Euro 250,00 Sarà praticato uno sconto del 20% per un numero di almeno 2 uscite. Il pagamento dovrà essere effettuato in contanti e contestualmente alla prenotazione. Il mancato adempimento comporterà automaticamente la mancata accettazione di pubblicazione.

2) Tutte le iscrizioni dovranno recare la seguente dicitura “PROPAGANDA ELETTORALE” e l’indicazione del Soggetto Politico Committente.

b) pubblicazioni destinate alla presentazione di programmi, delle liste, dei gruppi di candidati e dei candidati; c) pubblicazioni di confronto fra candidati; Non saranno accettate inserzioni di propaganda elettorale pure e semplici e cioè le pubblicazioni di slogan positivi o negativi, di foto o disegni, di inviti al voto non accompagnati da adeguata, ancorché succinta, presentazione politica dei candidati e /o di linee ovvero da una critica motivata nei confronti dei competitori.

Per tali inserzioni vi è un espresso divieto legislativo (art.2 legge 515/93, art.6 regolamento 26.1.94).

La richiesta di inserzione elettorale dovrà essere fatta presso i nostri uffici situati in corso Padova, 12 - Vicenza (Tel. 044 4923362- Fax 0444 926780 - e-mail pubblicita@piu-media. com) presso i quali è disponibile un documento analitico consultabile su richiesta riportante i criteri di autoregolamentazione qui indicati.

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3) Sono vietate forme di messaggio politico elettorale diverse da quelle elencate al comma 2 dell’articolo 7 della Legge del 22 febbraio 2000, n°28. In particolare, sono ammesse soltanto le seguenti forme di messaggio politico elettorale: a) annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze e discorsi;

4) Le inserzioni elettorali ed i relativi materiali dovranno pervenire almeno tre giorni non festivi prima delle data di stampa utili sui nostri settimanali di seguito riportate: sabato 15 marzo 2008, sabato 22 marzo 2008, sabato 29 marzo 2008, sabato 05 aprile 2008, venerdì 11 aprile 2008.

7) La vendita sarà effettuata presso i nostri uffici in base a vigente Testo Unico di Pubblica Sicurezza art. 120; - La persona che richiede l’inserzione allo sportello dovrà essere identificata, con annotazione del documento di identità (carta d’identità o altro documento con fotografia,

In ottemperanza alle disposizioni di attuazione previste nella Delibera n. 33/08/CSP relativa alle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per le ELEZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA 13/14 APRILE 2008, EDIZIONI LOCALI Srl per le proprie testate settimanali porta a conoscenza degli utenti il seguente Codice di Autoregolamentazione: 1) L’Ediore raccoglierà inserzioni elettorali da pubblicare sulle proprie testate settimanali secondo le regole tutte sottoindicate.

Incidentalismi Montecchio a parte, gli altri sono tutti contenti. Il presidente del Cis, l’ex assessore provinciale Galdino Zanchetta, perché dai 100 milioni ai 15 di oggi passerebbe a un’ulteriore diminuzione del costo dell’appalto, per il quale non ci sono schei. Praticamente una rinuncia, de facto, al Cis stesso (e qui si sfregherebbe le mani Montebello).

Filippi bene che vada può far fruttare più di tre volte l’acquisto del terreno, o al limite può sempre impiantarci il suo magazzino chimico (sperando non faccia entrambe le cose). In ogni caso, con questa permuta viene smentito quanto affermato da Zanchetta l’anno scorso. Ovvero, il fatto che la Provincia e il Comune di Vicenza siano in consorzio con un leghista ben in vista sia “incidentale” (Giornale di Vicenza, 8-5-2007). Non pare proprio.

A maggior ragione se dovesse andare in porto, al posto di un centro merci, un centro commerciale.

ammesso dall’Amministrazione dello Stato).

- Nei testi e degli avvisi di propaganda dovrà apparire il “COMMITTENTE RESPONSABILE SIG. (come da art.3, 2° comma, Legge 10.12.1993 N°515) ed il “NOMINATIVO DELL’AUTORE” (persona fisica che ha redatto il testo del messaggio). Gli ordini dovranno essere effettuati (e quindi firmati) da: - I segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda previa loro identificazione e attestazione della loro qualifica; - I candidati o loro mandatari (come da art.3 comma 3° Legge 10.12.1993 N°515); - Qualora il committente della propaganda elettorale a favore di uno o più candidati sia un gruppo , un ‘organizzazione, un’associazione di categoria, un movimento, un partito ecc. occorre la preventiva AUTORIZZAZIONE SCRITTA DEL CANDIDATO O DEL SUO MANDATARIO (come da art. 3, comma 4, della legge 10.12.93 N°515).

La fattura andrà emessa a : a) Segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda; b) Candidati o loro mandatari; c) Organizzazione/associazione di categoria ecc., per la fattispecie al precedente punto ripartendo spazi ed importo fattura fra tutti i candidati o partiti pubblicizzati; (come da art. 3, comma 3 e legge 10.12.1993 N°515).

L’Editore dovrà rifiutare richieste di propaganda elettorale da parte di Enti della Pubblica amministrazione (come da art. 54 legge 10.12.1993 N°515).

Più Media Srl

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8 MARZO 2008

fatti&notizie L’imprenditore spiega perché ha tolto il sostegno a Vicenza Jazz: “Il sindaco è stato completamente assente”. Ma annuncia un ritorno in grande stile per l’edizione 2009

“Cultura abbandonata” Trivellato lascia e raddoppia DI LUCA MATTEAZZI La stella a tre punte abbandona, almeno per il momento, il firmamento musicale vicentino. Delusa per il modo in cui è stata gestita l’inaugurazione del nuovo teatro comunale e, più in generale, per una politica culturale che negli ultimi anni ha lasciato davvero a desiderare. La notizia che la Trivellato di Torri di Quartesolo, lo storico concessionario di automobili Mercedes che da anni era uno dei principali sponsor delle manifestazioni culturali vicentine, ha deciso di togliere per il 2008 il proprio sostegno al festival Vicenza Jazz non è nuova. Ma vale la pena ritornarci. Perché i motivi di quella decisione non sono mai stati chiariti del tutto; e perché i protagonisti della vicenda sono uno degli eventi più importanti della città e uno dei (pochi) gruppi imprenditoriali da sempre attenti al mondo della cultura.

Oltre ad un sindaco che per cinque anni ha tenuto nelle proprie mani la delega alla cultura.

Il filo rosso che lega il gruppo Trivellato alla musica nasce alla seconda metà degli anni ’80, quando l’azienda collaborò con gli Amici della Musica per portare a Vicenza un nome del calibro di Uto Ughi, e da allora non si è più spezzato. Anzi, è diventato ancora più forte con la creazione, nel 1995, di Vicenza Jazz, che nel giro di 13 anni è diventato uno dei festival più importanti a livello nazionale. “Con alcuni amici come Matteo Quero e Riccardo Brazzale si era pensato di portare il jazz a Vicenza – racconta Luca Trivellato -. In città c’era già stato un

Luca Trivellato all’interno della sua azienda

periodo di grande vivacità negli anni ’60, con il marchese Roi, ma anche quando siamo partiti noi c’era un grande fermento, dovuta alla conoscenza reciproca di molti musicisti.

Perché Vicenza è una città strana, in cui magari mancano i luoghi per suonare, ma che ha il conservatorio e le scuole di musica strapiene, e in cui i giovani sono interessatissimi alla musica. Ecco, noi abbiamo intercettato questo fermento”.

Una scelta, quella di puntare sulla musica, che Trivellato rifarebbe ad occhi chiusi. “Guardi – attacca -, ho seguito proprio nei giorni scorsi un convegno in cui si discuteva di cultura e livello del Pil, e i dati dicevano che negli ultimi anni i fatturati delle attività legate al mondo della cultura sono saliti del 25 per cento, quando il tessile è fermo a zero e l’edilizia al 4. Questo è un settore che ha una vivacità incredibile: non solo per i temi che vengono proposti, ma anche per i flussi che si smuovono. È la conferma che la cultura è un William Parker, una delle tante stelle straniere invitate in città per il festival propagatore di mar-

chio straordinario”.

Quest’anno, però, la Trivellato non sponsorizzerà Vicenza Jazz, che si trova così privata, di colpo, di quasi metà del proprio budget. Su un bilancio complessivo di poco superiore ai 200 mila euro, infatti, la Trivellato partecipava con un finanziamento di 50 mila euro, e con un’altra serie di servizi aggiuntivi che andavano dai trasporti all’acquisto di pubblicità, e che, alla fine, valevano quasi altrettanto. Facile immaginare le difficoltà organizzative e, infatti, non è un caso che l’edizione 2008 del festival non sia ancora stata presentata.

Ma cosa ha incrinato un rapporto che appariva consolidato? “Diciamo che eravamo al tredicesimo anno, e l’abbiamo fatto un po’ per scaramanzia – scherza Trivellato -. In realtà, è stato un congedo per futili motivi ma con un sottofondo molto più cumulato nel tempo”. I “futili motivi”, per riprendere l’espressione dell’imprenditore, sono quelli legato al modo in cui è stata gestita l’inaugurazione del nuovo teatro.

Dalla scelta degli inviti (“Sono state escluse tutte le persone che fanno cultura in città: escluso il professor Bandini dell’Accademia Olimpica, esclusa la direttrice dei musei civici, escluso il direttore del conservatorio, esclusi gli Amici della Musica Società del Quartetto, escluso Titta Rigon, e molti altri. Non ci si può

do che il miglior riassunto del suo presentare in una occasione così immandato sia la Basilica Palladiana: portante e non coinvolgere la città, in restauro nell’anno delle celebrachi fa cultura in città”), alla scaletta zioni palladiane”. dello spettacolo, che Trivellato bolla Una situazione che si rispecchia nelcome “una cosa da operetta”. “E sì la gestione complessiva del nuovo che – continua -, era stato proposto teatro. Anche lì, infatti, i protagonidi fare qualcosa di diverso. Con lo sti della scena vicentina sono stati stesso budget si poteva fare una prequasi tutti tagliati fuori. “Si stanno sentazione in tre serate. La prima incastrando gestioni politiche che dedicata ai giovani, con un nome di arrivano da fuori città, per cui il tearichiamo: io dico Björk, ma poteva tro diventa una tappa di un progetessere chiunque altro. La seconda to fatto da altre parti, con gli artisti dedicata alla musica classica o al che fanno la loro tournée in Italia e jazz, e anche qui si potevano chiasi fermano anche a Vicenza – contimare protagonisti internazionali nua l’imprenditore -. Noi volevamo come Keith Jarret o Andras Schiff. qualcosa di diverso, volevamo creaE la terza, infine, per quelle che posre cultura a Vicenza, non comprare sono essere definite le pubbliche cultura per Vicenza: è molto diverrelazioni, con uno spettacolo più di so. E le potenzialità ci sono, perché intrattenimento per invitare amici in città ci sono artisti e personalità e amici degli amici. Credo che orgastraordinarie: ma serviva un pronizzata così avrebbe avuto un senso getto serio, una programmazione, e un risalto, anche a livello nazionae soprattutto una raffinata gestione le, completamente diverso”. Le cose politica capace di aggregare e mettesono andate in altro modo e Trivelre tutti attorno ad un tavolo”. lato, che a sua volta non è stato inviCosa che non è avvenuta. Anzi, tato alla prima, ha deciso di lanciare che non è stata nemmeno tentaun segnale forte. “Io sono produttota. E così si è arrivati alla rottura. I re di eventi con il Comune da tredici margini per ricucire, comunque, ci anni, ma ho dovuto prendere atto sono, anche perché l’abbandono di che il Comune non ha bisogno di me Trivellato è provvisorio. “Aspettia– spiega -. Perché è un po’ come se mo il nuovo sindaco, e vediamo se il tuo socio in affari non ti invitasse riuscirà a far ripartire la città- conalla cena aziendale”. clude -. Per quello che ci riguarda, La querelle sulla Prima, però, è solo noi torneremo alla grande. E con il la classico goccia che ha fatto trabocnuovo teatro sarà possibile portare care un vaso già colmo. Alle spalle, a Vicenza anche quei grandi eventi infatti, c’è un rapporto incrinato che l’Olimpico non poteva ospitare. da tempo con il responsabile della Si potrebbe anche provare a realizcultura cittadina, il sindaco uscenzare delle produzioni, ad incidere, a te Enrico Hullweck. “A Vicenza c’è lanciare un dipartimento di musica stato un lungo processo di disattena livello nazionale”. L’appuntamenzione verso le forme culturali – conto, dunque, è per il 2009. tinua l’imprenditore -. Il sindaco avrà fatto altre cose, su questo non discuto, ma lasciare un settore come quello della cultura con un impiegato e mezzo vuol dire stroncarlo, nonostante i salti mortali di chi lavora in assessorato. E poi è stato un sindaco che, in questo campo, non ha mai avuto contatti con la città, non ha mai avuto osmosi. Si è chiuso in una torre d’avorio, e poi ha gestito le cose da lì, ascoltando pochissimo le richieste e le proposte che venivano dal fuori. Cre- Paolo Fresu. Al Vicenza Jazz esibizioni di altissimo livello

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fatti&notizie

Fa discutere il progetto di fitodepurazione nel Bosco di Dueville. E intanto l’acqua che esce dai depuratori dell’Alto Vicentino continua ad andare in falda senza che nessuno ci faccia caso

Acque “sporche” nelle falde Storia di un pericolo nascosto DI ANDREA ALBA

Filtrare l’acqua in uscita dai depuratori di Schio e Thiene con le radici delle piante. Un’idea balzana? Dappertutto, i contadini lo fanno da secoli: i filari di alberi, fra i fossi e i campi, hanno proprio la funzione di fare da “filtro”, con le loro radici, all’acqua che poi passa nell’area coltivata. Lo si vuole fare anche nel Vicentino, molto più in grande: il progetto di fitodepurazione preparato da Avs, Alto Vicentino Servizi (il gestore, pubblico, delle risorse idriche dell’area) prevede che le acque in uscita dai depuratori dei due più grossi centri abitati dell’area, anziché immettersi direttamente in un corso d’acqua – nella fattispecie, il Bacchiglione – passino prima attraverso le radici di 150 ettari del Bosco di Dueville.

Sito di Interesse Comunitario, area protetta e dalle peculiarità uniche, ripartita fra i territori comunali dei tre comuni di Villaverla, Dueville e Caldogno. Il piano, negli anni ’90 proposto proprio da ambientalisti, ora che è quasi in dirittura d’arrivo vede la perplessità di due delle amministrazioni coinvolte, Villaverla e Caldogno, ed è poi apertamente osteggiato da comitati di cittadini e da parte degli abitanti della frazione di Novoledo, fra Dueville e Villaverla. Ma mentre aumentano le opposizioni al progetto, l’acqua “sporca” (perché se pur depurata, non è potabile) dell’Alto Vicentino attraverso il Timonchio continua ad andare giù in falda. E non se ne accorge nessuno.

Qual era il problema? Risponde il direttore del Centro Idrico di Novoledo, Lorenzo Altissimo, che da sempre si occupa delle falde acquifere vicentine. «Allora come oggi, i due depuratori scaricano nei corsi d’acqua immediatamente a valle – spiega –: per Schio, lo scarico è nel torrente Timonchio, poco a sud della zona industriale scledense. Per Thiene, il punto di scarico è a sud della frazione del Santo, ai confini con Villaverla, nel torrente Rostone che poi si immette nel Timonchio.

Entrambi i deflussi sono a nord delle risorgive, in zona di ricarica».

Il punto è che entrambi i torrenti per buona parte dell’anno sono in secca. E l’acqua in uscita finisce per essere assorbita dal terreno. «I due depuratori sono ottime strutture, le migliori nel Vicentino e fra le più avanzate a livello regionale», precisa Altissimo: l’acqua di Schio e Thiene viene filtrata a sabbia per togliere la gran parte dei rifiuti organici e solidi, viene eliminato l’azoto e segue un’efficace disinfezione. Nonostante questo, l’acqua in uscita non è potabile: a Schio, in particolar modo, presenta una forte quantità di sali solfati e soprattutto cloruro di sodio, conseguente alle lavorazioni dell’industria tessile e della colorazione dei tessuti. «Non si può parlare di vero inquinamento, ma di inquinamento residuo sì – continua il direttore dell’ente –. L’acqua in uscita presenta un carico organico e microbiologico residuo. Per essere resa pienamente potabile dovrebbe subire ulteriori trattamenti e disinfezioni. E la falda in alcuni punti presenta i segni di quest’acqua depurata: i torrenti sono spesso in secca, il liquido viene assorbito completamente e va giù».

Depurata ma non troppo Dati aggiornati al 2004 dicono che il depuratore di Schio, con una rete Una soluzione del tubo. fognaria di 285 chilometri alle spalle Anzi, del tubone in un’area di 150 chilometri quadrati Si era alla fine degli anni ’80, quane oltre 50mila abitanti, in quell’anno do in Regione cominciarono ad ha depurato ben 6 milioni 450mila accorgersi che nelmetri cubi d’acqua, l’Alto Vicentino, zona di cui il 48 per cento ricarica delle falde civile, il 10 per cento L’acqua che di acquifere che danno industriale e il rimada bere a mezzo Venenente fatto d’acqua esce dai to, c’era un problema. di drenaggio (acqua depuratori Anzi due: i depuratopiovana). A Thiene il viene ri di Schio e Thiene, depuratore copriva assorbita (e copre) un’area di dalle falde da che “depuravano” sì l’acqua in uscita dalle oltre 285 chilometri cui attinge grandi aree urbane e quadrati, con 340 chiindustriali, ma fino ad lometri di fognatura l’acquedotto un certo punto. E l’ace, quell’anno, più di qua che restituivano 90mila abitanti. Nel ai torrenti locali, acqua non pota2004 per il depuratore di Thiene bile, andava a “ricaricare” le falde passarono 8 milioni 500mila metri sotterranee con il rischio di contacubi di liquido.

Lo scarico dell’acqua depurata degli impianti fognari è una spada di Damocle sospesa sui rubinetti vicentini

minazione. La soluzione prospettata? Un bel “tubone” che portasse l’acqua in uscita direttamente alla periferia di Vicenza, nel Bacchiglione. Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque della Regione Veneto (1988) prevedeva infatti di realizzare in tutta la regione, a caro prezzo, una serie di collettori per trasportare gli scarichi dei depuratori siti a nord della linea delle risorgive, in modo da non disperderli nella fascia di ricarica delle falde.

Ci vollero anni perché qualcosa si muovesse, e solo nel 2001, all’inizio del 21esimo secolo, il progetto fece passi avanti. Subito partirono le contestazioni: gli ambientalisti, per parte loro, criticavano l’idea di spostare gli scarichi inquinati da un punto all’altro della Regione anziché depurarli, oltre a quella di caricare ulteriormente un fiume già pesantemente inquinato, e spesso soggetto a piene, al punto che nel novembre 2000 il fiume era tracimato inondando diverse zone abitate del capoluogo. Ma soprattutto il “tubone” incontrò la forte opposizione dei pescatori del Bacchiglione, timorosi che le amate prede morissero prima di incontrare i loro ami.

Si iniziò quindi a parlare di fitodepurazione, progetto che piac-

Gli abitanti della frazione di Novoque proprio agli ambientalisti in ledo hanno protestato: temono per primis: un ulteriore passaggio di la salubrità del bosco, classificato depurazione per le acque in uscita come Sito di Interesutilizzando le piante. se Comunitario, e sul Anzi, le radici delle caso si sono formati piante: nasce l’idea di La soluzione comitati di cittadini. far passare l’acqua di è portare L’attuale maggioranSchio e Thiene attra- gli scarichi za consiliare di Vilverso miriadi di pic- sotto la laverla ha deliberato coli canali nella zona linea delle di chiedere ad Avs la del Bosco di Dueville. risorgive. sospensione del piano.

Un gruppo di tecnici «Ma aree boschive di studia la fattibilità Un piano fitodepurazione anadella cosa e conse- con forti loghe sono presenti in gna le conclusioni opposizioni altre parti d’Italia: a all’Aato Bacchiglione Mogliano Veneto un (Autorità d’Ambito bosco di 200 ettari filtra e depura il Territoriale Ottimale), che approcorso del fiume Zero dai nitrati, l’acva e delega Avs di realizzare. Nel qua va in laguna pulita. E le piante passaggio, la fitodepurazione via stanno benissimo. Il progetto alBosco di Dueville ottiene anche il l’inizio del 2000 era stato approvato consenso delle tre autorità locali anche dai singoli comuni, sono in interessate. Avs a sua volta realizza possesso delle delibere – commenta il progetto, e lo presenta a sua volta Altissimo –: Villaverla e Caldogno in Regione, dove ottiene il timbro hanno la memoria corta. E’ accertaregionale: siamo nel 2007 e.. nato che le acque sotterranee, quando scono i comitati. subiscono alterazioni, ci mettono almeno 40 anni a purificarsi. Qui Comitati, proteste e ritardi – conclude il tecnico – si è approvaIl piano interessa 150 ettari di boto e iniziato un percorso nel 2001, e sco, ma in una prima fase verrebbe sei anni dopo si continua a perdere attuato in via sperimentale in dieci tempo in chiacchiere. E purtroppo ettari. Due dei tre municipi intein falda continua ad arrivare acqua ressati però si sono recentemente inquinata». schierati contro il progetto. Perché?

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fatti&notizie

A quasi due decenni dall’apertura, l’ateneo berico non è ancora pienamente inserito nella vita della città Con due eccezioni: il mercato degli affitti e la vivacità di bar e locali

Controllisti ed happy hour, i primi vent’anni di università DI STEFANO FERRIO A Vicenza nasce, anzi cresce, una generazione di “controllisti”. Ipotizzando un futuro tecnologico sempre più affollato di nicchie, lavorative e filosofiche, il ruolo esercitato dall’Università della città berica si delineerà in modo chiaro. “Nel corso triennale di ingegneria maccatronica – conferma Alfredo Pavone, uno dei rappresentanti degli studenti –, prevale nettamente un orientamento verso il software, gli apparati informatici che organizzano la produzione, mentre resta in secondo piano l’aspetto meramente funzionale dei processi di automazione. E’ una scelta culturale e scientifica precisa, ma rispettabile. Chi ha voglia, fa sempre in tempo a diventare “meccanico” nel corso di specialistica da seguire dopo la laurea”.

Fedele a una certa qual sua schizofrenia di fondo, Vicenza lascia che i “controllisti” si lancino nel mercato globale con questo sudato pezzo di carta, senza preoccuparsi più di tanto del loro identikit. Quasi non fossero figli suoi, da un punto di vista formativo. Poco importa che l’ateneo berico sia di gran lunga fra i più qualificanti nella grande ammucchiata di sedi universitarie germinate in Italia sul finire del secolo scorso. In realtà, una ventina d’anni di immatricolazioni e sessioni d’esame non ha cancellato il senso di colonizzazione provato al momento di diventare una prestigiosa succursale di altre, e non amatissime città: Padova per quanto riguarda ingegneria e veterinaria, Verona per quanto riguarda economia.

Chissà se la futura costruzione della nuova e imponente sede di viale

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Margherita – dove una volta c’era la Maltauro – farà cambiare atteggiamento ai vicentini. Che nel frattempo guardano con inalterato distacco all’aumento di studenti ogni giorno circolanti fra le strutture didattiche di Porta Nuova, San Nicola e le Barche. “Attualmente siamo più di duemilatrecento” spiega Pavone che, essendo di Rovigo, appartiene alla minoranza di laureandi alloggiati a Vicenza, divisi fra il complesso residenziale di San Silvestro e alcune case private. La grande maggioranza proviene invece dal capoluogo stesso, o dalla sua vasta provincia. “Per il momento – continua il rappresentante – i rapporti con le istituzioni locali sono sporadici, e quasi sempre finalizzati a una Carta Studenti da definire con il Comune e i ragazzi delle superiori aggregati nella Consulta provincia-

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a seconda dei giorni un master ad le. Va molto meglio con i docenti, Harvard oppure un appuntamenche si mostrano sempre disponibili to con l’immancabile ragazza dai al dialogo sull’organizzazione dei capelli rossi. Presupposti essenziacorsi e degli esami”. li secondo Andrea Guglielmi per A fare da cuscinetto fra il Palazzo e dare vita in zona a gli universitari provun indotto del divervedono i settori di timento universitario cittadinanza che con dislocato anche al i ragazzi entrano in Tra i tanti Bartre, appena avviarapporti commercia- atenei to da Eva nella vicina li. Uno è quello dei contra’ San Marcello, padroni di casa, non spuntati e disponibile a ospimolti a dire la verità, negli ultimi tare per tre mercoledisponibili ad affitta- anni, quello dì (i prossimi sono il re i loro appartamenvicentino 19 marzo e il 2 aprile) ti a questa clientela una rassegna di dj “a termine”, ritenuta è tra i più con consumo scontaaffidabile quando qualificanti to “happy hour” dalle può contare sul so19.30 alle 20.30. Gustegno economico glielmi lo rivela con delle famiglie. Un soddisfazione, dato che l’iniziativa altro chiama in causa quegli eserrappresenta un nuovo successo otcenti che hanno scommesso su un tenuto dal gruppo dei Muv, i Mermondo studentesco notoriamente coledì universitari vicentini, messo incline al consumo degli spritz. E’ in piedi con gli amici Gianluca Beril caso dell’osteria del Tempo Pernardini, Mattia Faccin e Tommaso so di contra’ Lioy, dove i “controlVinchesi, tutti ventunenni come listi” di ingegneria hanno appena lui. “Da sempre – spiega – noi creorganizzato una festa delle matridiamo nel mercoledì come giorno cole a base di aperitivi e musica ideale per le attività ludiche degli fornita da dj. Il locale è gestito dai studenti, e finora siamo stati prefratelli Vincenzo e Maddalena Dalmiati”. la Casa che, come prevede il copioI quattro del Muv si dimostrano ne di certi telefilm americani, non per altro elastici, come successo lo sono lì solo a scaldare i toast, ma scorso 29 febbraio, che era un vesi propongono anche come amici nerdì, ma buono lo stesso per orgacon cui organizzare le ore libere nizzare al Totem un party universifra una lezione e l’altra. tario battezzato “80’s Generation”, Altri fratelli, ancora più amededicato nei suoni e nelle immagini ricanizzati visto che si chiamaalle atmosfere culturali in cui venino Peter e Manuel, sono i mitici va al mondo questa generazione, “Piazza Brothers”, capaci di dare figlia di un’Italia paninara e politiinedite frontiere al glorioso bar camente corrotta, avviata ai grandi Lux di contra’ Mure Porta Nova, crolli del Muro di Berlino e di Tantrasformandolo in colorito punto gentopoli. di ristoro, alimentare e spirituale, Da allora sono passati 20 anni o per gli iscritti ai corsi di economia. poco più, ma sembrano comunque Giovanissimi – in due non fanno nati nella preistoria, questi “conneanche 40 anni – Peter e Manuel trollisti” iscritti all’università di Piazza raccontano di un’umanità Vicenza. che, fra un Aperol e l’altro, sogna

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opinioni Editoriale. Come avviene a livello nazionale, anche i n città le differenze tra destra e sinistra sono sempre più sfumate. E alla fine vince sempre il centro

Candidati: così diversi, così uguali I mille dubbi di un elettore segue da pagina 1 A livello locale succede lo stesso.

Con una differenza sostanziale: alle elezioni nazionali i due leader si assomigliano, a partire dal programma. A livello locale non si assomigliano affatto. Sono identici!

Così anche il vicentino che va a votare, sia di destra o di sinistra, si distingue per pochi particolari. Che qui proviamo a individuare.

Il vicentino di sinistra che va a votare Anche se perde le elezioni da una vita (e le poche vittorie sono state catastrofiche), Il vicentino di sinistra non è la derelitta minoranza che sembra. Nel senso che derelitto lo è senza dubbio. Ma minoranza mica tanto.

Le elezioni le ha quasi sempre perse per incapacità dei propri candidati, non per la classe degli avversari. Dieci anni fa il centrosinistra per vincere schierò Giorgio Sala, che perse contro Hüllweck per poche migliaia di voti. Tra le ragioni il fatto che era un ex democristiano, un ex sindaco anni Settanta e un ex giovane. Oggi schiera Achille Variati. Curiosamente è un ex democristiano, un ex sindaco anni Ottanta e un ex giovane.

Insomma, per vincere il vicentino di centrosinistra ha una strategia precisa: puntare tutto sugli avversari. Chissà che sia la volta buona.

Il vicentino di destra che va a votare Anche se vince le elezioni da una vita, (e le poche sconfitte sono state passeggere), il vicentino di destra non è l’allegra e vincente armata che sembra. Nel senso che vincente lo è senza dubbio, ma allegro mica poi tanto.

Le vittorie non le ha mai godute per l’incapacità dei propri candidati: si aspettava benessere, sicurezza, ordine, garanzie. Tutto quello che ha

visto, in tanti anni, è un festival di rotatorie e un teatro di cui obiettivamente non gli importa un fico.

In compenso gli hanno fatto a pezzi le aziende pubbliche (quelle private hanno fatto da sole), svenduto la città e svuotato i locali.

Dieci anni fa il centrodestra schierò Hüllweck, un ex missino, ex leghista, quasi ex pediatra che vinse a fatica contro un pacifico democristiano strappato alla pensione.

Oggi per vincere schiera Lia Sartori, ex socialista, ex potentissima e in fondo anche ex(tra) vicentina, dato che in città è ospite: se la lasciano in Corso Padova senza navigatore, la ritrovi a Bertesina. Insomma, per vincere, anche stavolta, meglio andare sul sicuro: puntare tutto sugli avversari. Che noia però.

Il vicentino di centr che va a votare Anche se non trionfa alle elezioni da una vita, il vicentino di centro vince sempre. Perché non ha niente a che vedere con il povero casiniano o il perfido mastelliano da cinque per cento. Il vicentino di centro è l’intramontabile democristiano che Tangentopoli non ha mai scalfito, e che oggi si mimetizza tra le file del centrodestra o centrosinistra per trionfare in pace.

Sempre sotto traccia - ma sempre sopra le poltrone che contano - il vero vincente è rappresentato dagli Zocca, dai Franzina, da tutti quei gentili ed equilibrati assessori che non fanno il sindaco, non si fanno notare, non si fanno odiare ma nemmeno fregare. Di destra o sinistra, sono i vincenti assoluti perché amici fidati dei costruttori (a loro volta i padroni assoluti) a cui cedono tutto ciò che conta davvero: dai terreni ai parchi, dai giornali ai quartieri, dalle caserme agli aeroporti.

A noi la scelta dunque. Per la vittoria invece, passiamo un’altra volta.

Matteo Rinaldi

m rre

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Anno 3 - Numero 52 - Sabato 8 marzo 2008 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°94

L’Atletica Vicentina premiata come miglior team veneto del 2007 E subito arriva la conferma ai campionati regionali di corsa campestre

Volley La sfida infinita Nica - Giannetti pagina 14

Rugby Rangers e salvezza Missione disperata pagina 15

Calcio serie B Il Vicenza si gioca tutto in un mese pagina 16

Hockey in line Diavoli pronti alla scalata pagina 16

La regina dell’atletica È stata davvero un’annata trionfale per l’Atletica Vicentina ai campionati regionali di corsa campestre, coronata anche dalla grande festa dell’atletica veneta 2008 svoltasi nell’aula magna del Seminario di Vittorio Veneto, festa che ha assegnato gli oscar della stagione 2007. Grande gioia in casa Atletica Vicentina perché il team berico ha ottenuto il riconoscimento come miglior società regionale del 2007 lasciando alle proprie spalle colossi (tecnico-economici) come l’Assindustria Padova e le Fiamme Oro. A livello individuale sono stati poi premiati i velocisti Michael Tumi e Matteo Galvan - entrambi hanno vestito la maglia azzurra rispettivamente ai mondiali allievi e agli europei juniores - il mezzofondista Tommaso Renso, la lanciatrice Maria Vittoria Cestonaro e due rappresentanti della categoria Master: Cristina Zandeteschi (titolo italiano di ultradistanza) e Dalila Aissaoui. Oltre al titolo regionale della società, Atletica Vicentina festeggia anche per l’assegnazione al presidente Christian Zovico del premio per il miglior dirigente dell’atletica regionale.

Nel frattempo la società si è riconfermata campione regionale assoluto di società nel cross maschile, conquistando anche la classifica di combinata maschile e femminile. Questo l’esito finale al termine della quarta prova andata in scena a Curtarolo (PD) dove AV registra anche il titolo regionale con gli allievi e il titolo individuale di Tommaso Renso che ha spadroneggiato dalla prima all’ultima prova. La giornata per i colori AV era iniziata con il cross lungo maschile dove l’inossidabile Enrico Vivian ha conqui-

Festeggiamenti per i titoli conquistati ai campionati regionali di cross

stato il terzo posto tra gli assoluti. Sempre in questa categoria è stata decisamente apprezzato il ritorno alle gare di Michele Costa dopo quasi un decennio di inattività. Per il campione italiano juniores dei 5000 nel 1995 la gioia del sesto posto. Tredicesimo Michele Franco e 33° Matteo Vivian. A metà giornata AV Noaro Costruzioni si è pre-

sentata con ben sette atleti alla gara allievi. Tommaso Renso ha dato anche spettacolo staccando tutti dopo 2km di gara (5 in totale) correndo la prova generale in vista dei campionati italiani individuali in programma sabato 15 marzo a Carpi. Terzo gradino del podio per Giacomo Sartori. Tra le donne in casa AV Banco Desio Veneto, Linda

Padovan ha rinunciato alla competizione a causa di un fastidio muscolare per evitare problemi più seri in vista dei campionati tricolori di Carpi.

Andrea Cracco e Francesca Maragoni i due gioiellini dell’AV impegnati a Modena con la maglia della rappresentativa veneta hanno strappato applausi grazie alla vittoria del primo nel martello con il nuovo primato personale di 54,28m, con ben 4 metri di miglioramento del precedente limite, e alla seconda con il nuovo primato sui 60m di 7”86. Al Trofeo per le Regioni indoor ha trovato gioia anche Maria Vittoria Cestonaro con un ottimo secondo posto ottenuto grazie al superamento dei 40m nel martello, 40,95m per l’esattezza. In gara anche il lunghista Thomas Galvan che si è arreso alla non entusiasmante quota di 5,97m ancora alla ricerca della battuta migliore per sfruttare al meglio le sue qualità.

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Volley. Novello Fidas a San Donà per l’ennesimo scontro tra i due tecnici trasferitisi in Veneto. La Palladiogroup.it cerca la prima vittoria al PalaRewatt. E l’Ottica Padrin fa suo il titolo provinciale under 18

Nica – Giannetti: la sfida infinita DI PAOLO MUTTERLE

Dopo la settimana di pausa in occasione di Volley Land, riprendono i campionati di serie B. E per la Novello Fidas c’è un crocevia fondamentale, lo scontro diretto con la paripunti Omega Group. Parliamo di Vicenza – San Donà, sfida che da molti anni e a diversi livelli si traduce nello scontro tra i tecnici Nica e Giannetti. Quante volte il coach sorrentino ha incrociato il tecnico toscano? “E chi se lo ricorda! – risponde Nica - Posso dire che la prima volta è stata nel 2003, nella finale regionale che vincemmo contro il San Donà. L’anno precedente erano state loro a vincere il titolo veneto. Da allora penso che il bilancio con Giannetti sia più o meno in parità. L’anno scorso nella finale under 18 ha vinto lui, quest’anno all’andata le abbiamo battute 3 a 1. L’ultima partita però

l’abbiamo persa a gennaio in Coppa Italia, quindi stavolta tocca a me...”.

Cabala a parte, quella in programma sabato in terra veneziana è una partita importante per la stagione delle biancorosse. “Vincere sabato significherebbe fare un passo determinante verso la salvezza. Due mesi fa ci hanno battuto in Coppa anche se avevamo ancora Valentina (Tirozzi, ndr), ma da allora abbiamo ritrovato il nostro assetto e ultimamente stiamo giocando bene”.

Non solo contro le grandi come nel girone di andata. “Arriviamo da una bella vittoria contro il Codognè, un successo e una prestazione che ci fanno ben sperare per sabato. In settimana ci siamo allenate bene, come sempre, del resto i nostri limiti maggiori non sono fisici ma mentali. Più che dalle avversarie i problemi possono arrivare da noi, ma se giochiamo come sappiamo possiamo vincere tranquillamente”.

In campo ci saranno due squadre con la stessa filosofia, tante giovani in campo e un’età media bassissima

Enrico 40enne personal trainer. Nella mia giornata lavorativa vedo molte ragazze, ma preferisco non mischiare il lavoro con la vita privata. Cerco una ragazza libera, non fumatrice, ottimista e responsabile.

Bancario 45enne, gentile nei modi, molto sensibile, libero. Moderno nello stile di vita, antico nei valori.

Paolo 37enne celibe, pieno di energia corretta. Cerco una ragazza semplice, curata, con sani valori.

Posso offrire molto ad una ragazza motivata, schietta, leale.

Giovanni 40enne bancario, celibe, ottimo aspetto, abbronzato. Ho girato il mondo, ma da solo non è così gratificante. Vorrei godere delle bellezze del mondo e dell’amore, con una ragazza dalla quale essere ricambiato con tanto affetto ed amore.

Ettore 45enne allenatore, 185, snello, intelligente, non conformista. Credo ancora che l’amore esista, perché ho vissuto in paradiso quando ho amato. Ora sono solo, ti cerco libera, con la mente ed il fisico protesi ad un sano sentimento.

Direttore commerciale in una Multinazionale. Separato ho uno spirito di indipendenza (nella mia villa faccio tutto da solo e non sicuramente x problemi finanziari !)e ne sono orgoglioso. Amo gli sport acquatici (sono anche istruttore di nuoto)la patente nautica per vela e motore. Cerco una donna giovanile, carina, intelligente, colta.

per una partita di serie B1. E che già per questo meriterebbero entrambe di confermare la categoria. In ottica salvezza male non sarebbe una spartizione della posta, in attesa, perché no, di ritrovarsi e scontrarsi nella finale regionale under 18. Calendari permettendo: nonostante Vicenza e San Donà siano le squadre che da anni dominano la scena veneta e che anche quest’anno probabilmente meriterebbero di difendere le insegne di San Marco nelle fasi interregionali, è possibile che il regolamento - che non prevede teste di serie - le faccia incontrare prima, costringendo una delle due a interrompere il proprio cammino anzitempo.

Palladiogroup anticipa Mentre andiamo in stampa, non sappiamo ancora se domenica il PalaRewatt tornerà a ospitare le maglie biancorosse della Minetti Infoplus per il campionato di A1. In ogni caso, la Palladiogroup.it anticipa a sabato 8 marzo alle 17.30 il proprio turno casalingo contro l’Ideallux Casinò Venezia. Si scontrano le ul-

Imprenditore 50enne, conduco una vita agiata, amo attorniarmi di cose belle, ho il gusto ed il piacere per l’arte, vivo in modo sano, sono ottimista e solare.

Pittore 55enne divorziato da tempo. Ho una galleria d’arte ed economicamente sono molto agiato. Sono di animo sensibile e questo si vede anche nei miei quadri, cerco una donna che rispetti ed ami l’arte.

Ho 47anni, giramondo, bilaureato & manager aziendale. Adoro il “bello” ed i veri”valori essenziali” della “vita” come l’amicizia e gli affetti famigliari. In un rapporto con la mia LEI desidero principalmente sincerità, complicità, comunicazione, rispetto, allegria e “affinità elettive”, un giusto “mix”.

Vincenzo 49enne alto, elegante, bel fisico, curato, molto giovanile fuori, ma soprattutto dentro. La vivacità e la voglia di vivere sono il mio forte. Cerco una donna max 45enne, libera sentimentalmente. il resto si vedrà.

Stefano 51enne imprenditore, gratificato economicamente. Ho tutto quello che si può chiedere alla vita, compresa una buona dose di fortuna. Cerco l’amore, che mi è sfuggito di mano.

Valerio 55enne snello, brizzolato, Sono esigente, cerco una donna con un bel fisico, ma non fine a se stesso. Unisco la bellezza ad una sana intelligenza. E in amore non scendo a compromessi. Ti cerco, grintosa, snella, femminile.

Giuseppe Giannetti

Peppe Nica

time due della classifica e per i ragazzi di Fangareggi potrebbe essere l’occasione per assaporare la prima vittoria stagionale. A seguire, nel lungo pomeriggio di volley maschile al palazzetto di via Goldoni, un’altra sfida berico-lagunare: la Mosele Elettronica ospita il Cus Venezia per vendicare la sconfitta dell’andata.

Primo alloro per le giovanili Marchiaro-Nica o Nica-Marchiaro, fa lo stesso. Ovvero, invertendo l’ordine degli addendi il risultato non cambia: l’accoppiata piemontesecampana ha confezionato il primo titolo del 2008 per il gruppo Joy Volley, l’ennesimo per i due tecnici

biancorossi, l’ultimo di una lunghissima serie che dura da più di un lustro. Il campionato provinciale Under 18 è il primo ad avere un vincitore, l’Ottica Padrin Vicenza guidata dai nocchieri della Novello Fidas, anche se a ruoli invertiti. Onore comunque alle ragazze della Triveneta Pose Altavilla, capaci di tenere testa per due set a una squadra composta per metà da giocatrici titolari in B1, cui va l’augurio di seguire le orme di due campionesse vicentine di cinque anni fa: Moky De Gennaro e Stefania Dall’Igna. Prima di loro era toccato a Fiorin e Di Iulio, oggi titolari in A1. Capito?

SPAZIO VIGNETTA Mantenere proporzioni

Laura 32enne nubile, carina, capelli neri, lunghi, snella, cerca una persona con gli occhi chiari alto 180, comprensivo, sensibile, cultura media, non è importante il ceto sociale.

Maria 33enne piccola e graziosa, buona e altruista. La voglia di lavorare non mi manca, quello che non ho è l’amore, dopo una scottante delusione, voglio ricominciare. Vorrei conoscere un uomo anche non bello ma affidabile.

Luciana 35enne ottimista, bel sorriso.

Deciso e forte con i problemi della vita, ai quali sempre c’è una soluzione. Romantico e sensibile con i sentimenti.

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Maura 36enne, alta magra, bel fisico, dolce, romantica, sensibile, incontrerebbe un uomo massimo 45enne, amante della natura e del mare. Bella presenza.

Anna: sono una donna abbastanza semplice, estroversa, leale, coccolona, disponibile. So essere generosa e comprensiva, più altruista, che ambiziosa.

Cerco un uomo che apprezzi di queste qualità e non ne approfitti.

Valentina 38enne ottimista, bel sorriso. Deciso e forte con i problemi della vita, ai quali sempre c’è una soluzione.

Romantico e sensibile con i sentimenti.

Cerco una ragazza nubile per un futuro assieme.

Stefania 43enne, sono bionda mesciata, riservata per carattere, non fumatrice, libera da vincoli. Sensibile.

Cerco l’amore fatto di passione, comprensione, reciproco aiuto, dedizione, lealtà. Ci sei?

Silvia sono una 45enne, gran bella donna, carismatica, sensibile e dolce, ama la moto. Tipo mediterraneo. Cerco un uomo gratificato, coerente, che non giochi d’azzardo.

Annalisa 46enne, 165. Amo il giardinaggio, l’antiquariato. Cerco un uomo libero, indipendente, che abbia raggiunto la sua maturità.

Elisa, sono una affascinante Signora 47enne, curata. Ho conosciuto l’amore, ora sono vedova. Cerco un uomo intelligente atletico, giovanile, curato.

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8 MARZO 2008 La società. A Longare è andata in scena la finale provinciale di volley Under 18 L’Ottica Padrin Vicenza si impone su Triveneta Pose Altavilla, Schio Volley e Safas Sovizzo

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Vicenza pentacampeão quinto titolo consecutivo

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DI ANNA MOLON

UFFICIO STAMPA FIPAV

Nella cornice del Palasport di Longare, domenica scorsa, si è tenuta la Finale provinciale Under 18 femminile che ha incoronato come vincitrici le ragazze dell’Ottica Padrin Vicenza. Delle 28 formazioni partecipanti sono rimaste in quattro a misurarsi in questo torneo contrassegnato da un elevato livello tecnico: Ottica Padrin Vicenza, Triveneta Pose Altavilla, Schio Volley e La Ottica Padrin Vicenza (under 18) Safas Sovizzo.

Il fiore all’occhiello di casa che i pronostici davano vinJoy Volley guidato dal coach cente con assodata facilità.

Michele MarchiaI parziali però, ro ha superato in sia nel secondo e finale per 3-0 il Le ragazze terzo set (25-23; Triveneta Pose dell’Altavilla 25-23), evidenAltavilla, allenaziano un match hanno tenuto combattuto punto to da Sergio Golfrè. Dopo una vi- testa su punto: la debrante partenza, per due set terminazione e la con un primo set ad una grinta del sestetto chiuso brillante- squadra in cui guidato da Golfrè mente dal Vicen- giocano molte non è bastata tutza (25-10), l’Altavia a compenastlete di B1 tavilla ha affilato sare l’esperienle armi e dato filo za della squadra da torcere fino all’ultimo ad biancorossa, che dalla sua un’avversaria più quotata vanta degli elementi che gio-

Rugby Serie C. Il First XV berico non riesce a bissare l’ottima prestazione contro i trevigiani. E si arena contro Jesolo

Rangers, ultima chiamata per la salvezza

cano da titolari nella B1 del Vicenza. Per entrambe le squadre ora la soddisfazione è quella di aver staccato l’agognato biglietto che le porterà a disputare la fase regionale. È stato motivo di soddisfazione per il comitato vicentino il battesimo in campo nella veste di arbitro di una finale provinciale di Martina Fabiasco, che l’anno scorso ha partecipato al corso per arbitri organizzato dalla federazione.

Per il 3° posto sono scese in campo lo Schio Volley allenato da Ugo Zanella e il Safas Sovizzo guidato da Carlo Bassan. Dopo aver ceduto il primo set, il sestetto scledense si è aggiudicato gli altri tre, nel corso di una partita equilibrata che ha rispettato i valori in campo.

Per la prima volta la Finale è stata ripresa dalle telecamere di Zona Volley Veneto che ha trasmesso un ampio servizio sulla finale. Si rimanda al sito del comitato provinciale (www.fipavvicenza.it) per ulteriori informazioni inerenti la programmazione e gli orari nei quali verrà riproposta la telecronaca delle partite.

L’evento pallavolistico è stato organizzato dalla locale società Pallavolo Longare in collaborazione con l’Amministrazione Comunale Cittadina.

Dopo la bella vittoria contro il Conegliano, il Rangers Rugby Vicenza è incappato in un’altra sconfitta, questa volta sul campo dello Jesolo (risultato finale: 27 a 12).

Così la quinta giornata del girone di ritorno, giocata domenica 2 marzo, ha riportato i biancorossi con i piedi per terra e la battuta Rangers alla carica d’arresto contro il reduci da una sconfitta contro team veneziano ha allontanail Conegliano e non sembrato ulteriormente le speranze no irresistibili, ma i Rangers di salvezza. Ora mancano sei dovranno combattere anche giornate al termine del camcontro il nervosismo di quella pionato di Serie C e i Rangers che pare l’ultima chiamata per restano penultimi in classifica, la salvezza. a 8 punti dall’Alpago, che nel Pollice verso anche per le giofrattempo ha racimolato un alvanili, che stanno attraversantro punto prezioso perdendo do un periodo difficile. Under di misura contro la capolista 19 e Under 15 Casale. Contro lo escono sconfitte Jesolo, però, si è dall’ultimo turno visto un buon Vi- Penultimi di campionato, cenza, in grado di ad 8 punti ma domenica 9 lottare alla pari con dall’Alpago, marzo avranno gli avversari per i biancorossi la possibilità di almeno un tempo. devono fare i rifarsi, rispettiAlla fine dei primi vamente contro 40’ di gioco i pa- conti anche il Conegliano in droni di casa con- con la forte casa (inizio ore ducevano per 10 pressione 12.30) e contro il a 5, con una mar- psicologica Paese in trasfercatura a testa (per ta. Incontro cai Rangers meta di salingo anche per l’Under 17, Pertegato). Nel secondo temche ospiterà il Rugby Mirano po il ritmo dell’incontro è cam(inizio ore 11.00). Domenica biato. Nel complesso i ragazzi 2 marzo sono scese in camdel tecnico Bovo hanno impopo anche le ragazze del team sto efficaci placcaggi in difesa femminile, impegnato a Colore diversi cambi di fronte, ma i no per un altro appuntamento veneziani hanno sfoderato micon la Coppa Italia. Due scongliori calci di spostamento ed fitte e una vittoria il bilancio fiuna linea di trequarti molto più nale di questa settima giornata pericolosa e rapace di queldel torneo. Nonostante la prela berica. Per il Vicenza ora stazione non particolarmente tocca l’appuntamento contro brillante, le Rangerine rimanil Lemene di Portogruaro, che gono salde al terzo posto nella domenica 9 marzo sbarcherà classifica generale del girone sul terreno di via S. Antonino veneto-emiliano, alle spalle di (inizio ore 14.30). I prossimi Treviso e Colorno. avversari dei biancorossi sono

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Calcio serie B. Per i biancorossi cinque partite cruciali per allontanare lo spettro della retrocessione Matteini: “Lotteremo fino alla fine con il coltello fra i denti”

Sfida salvezza, marzo decisivo DI FRANCESCO CAVALLARO

Non c’è verso di uscirne. Il Vicenza resta ancora impelagato nei bassifondi, in piena zona playout. C’è da scommettere che ci rimarrà fino alla fine e magari si salverà solo all’ultima giornata: un film già visto negli ultimi due anni. Meno male che le altre lì dietro fanno ancora peggio dei biancorossi. Treviso, 25 punti (gli stessi di Schwoch e compagni), Avellino (22), Spezia (21), Cesena e Ravenna (20) sembrano fare a gara a chi perde più partite; logico pronosticare che si abbasserà la quota salvezza. Difficile invece prevedere i punti necessari: 44, 45 dovrebbero essere più che sufficienti, forse addirittura meno. Se prendiamo per buona questa ipotesi il Vicenza dovrà vincere almeno sei partite delle quattordici che rimangono al termine della stagione. Un’impresa non impossibile. Marzo sarà il mese decisivo: da qui a sabato 29

Grosseto i biancorossi si sono lasciati sfuggire un’occasione imperdibile; se, invece di pareggiare, avessero vinto ecco che avrebbero risucchiato nella lotta per non retrocedere anche i toscani.

Per come stanno adesso le cose la salvezza è una questione che riguarda solo sei squadre: quattro scenderanno nel baratro della C1. “Davanti siamo ancora troppo leggeri - commenta il direttore sportivo Sergio Vignoni -; non penso sia un discorso fisico, Stefan Schwoch, in campo anche se non in perfette condizioni piuttosto mentale. Ora l’importante è non persono in programma cinque partite, dere gli scontri diretti; marzo sarà un tre delle quali in trasferta. La squadra mese decisivo in questo senso. A liveldi Gregucci arriva all’appuntamento lo tecnico vedo ancora troppi passagcon (più di) qualche acciacco fisico: gini; poi, quando lanciamo la palla in capitan Schwoch gioca perché gli profondità, mettiamo in difficoltà gli fanno le iniezioni, Capone e Zampaavversari. Dobbiamo lavorare molto gna sono ancora out per infortunio. su questo aspetto”.

Sarà anche per questo che contro il

sere più onesti e obiettivi con noi.

Per fortuna che le dirette concorDa parte nostra lotteremo fino alla renti non stanno andando affatto fine con il coltello fra i denti”. bene. “Ma noi dobbiamo pensare Da come parla Matteini ha una solo a far punti - sottolinea il ds -; voglia matta di salvare i biancoi risultati degli altri ci interessano rossi. Basti un particolare: quando fino ad un certo punto. E’ nostro dogli è stato negato il rigore contro vere mantenere alta la concentrail Grossetto l’attaccante è rimasto zione e fare meglio in casa. In ogni inginocchiato a terra, mani sui cacaso il campionato è ancora aperto; pelli, per almeno trenta secondi. basta guardare cosa sta succedendo Una scena quasi commovente che nelle prime posizioni di classifica”. ha ben espresso l’amore di MatteiDavide Matteini invece ce l’ha con ni nei confronti del gli arbitri. Secondo Vicenza. Lo stesso l’attaccante avrebbesentimento che proro negato tre rigori A complicare va mister Gregucci; nelle ultime uscite lui la prende con ficasalinghe. “Abbiamo le cose c’è losofia: “Aspettiamo subito dei torti contro anche una tempi migliori. Siamo Bari, Cesena e Gros- lunga serie a corto di condizione seto quando ci sono di infortunati. fisica, si vede lontastati negati dei rigori A cominciare un miglio: alcuni grandi come una casa da Schwoch e no giocatori scendono - attacca il giocatore in campo stringendo ; la società si deve far Zampagna i denti”. E Zampagna sentire in Lega. Non vorrebbe esserci già possono mandarci dei nella trasferta di Trieste di sabato fischietti incompetenti. Noi dobprossimo. Forse, però, è meglio che biamo salvarci, questi sono episodi aspetti un altro po’, che non si romche alla fine contano, ci sentiamo pa per la terza volta in tre mesi. danneggiati. Gli arbitri devono es-

Hockey in line. Domenica big match con Milano 24, servono punti preziosi per scalare la classifica. Il settore giovanile cerca il riscatto nei play off

I Diavoli affilano le unghie. Si punta alla vetta DI SABRINA NICOLI

La Caoduro Diavoli Vicenza è attesa domenica 9 marzo ad una sfida di quelle “toste” contro Milano 24, formazione che si trova al secondo posto in classifica a quota 42 punti, insieme ad Asiago Vipers. I milanesi durante la stagione si sono rinforzati con l’arrivo dei fratelli Molteni e di De Luca, ex vipere, e possono inoltre contare su altri giocatori pericolosi come Zagni e Frizzera, per citarne alcuni.

Per i Diavoli quindi, una prova impegnativa e importante in chiave classifica per difendere il quarto posto dagli attacchi di Arezzo, alle spalle dei vicentini a quota 27 punti, ad una sola lunghezza di distanza, e di Empoli e Civitavecchia, entrambe a 25 punti. “Sarà una gara molto dura, ma in casa non è facile batterci – dichiara Luca Roffo, goleador dei Diavoli –. Abbiamo una squadra di buon livello e anche Milano 24 è una buona squadra, quindi per avere qualche possibilità dovremo attuare una buona tattica. Gli avversari sono forti anche individualmente, saranno furbi e sfrutteranno ogni occasione, mentre noi in fase offensiva abbiamo

qualche difficoltà a raccogliere per quanto seminiamo. Spesso noi ci affidiamo ai singoli, mentre contro Milano dovremo essere più squadra. Gli avversari sono forti, come l’Asiago, hanno un buon portiere, una buona squadra, giocatori pericolosi, come i fratelli Molteni, e di esperienza, come Tessari, e prossimamente, ma non domenica mi auguro, arriverà anche Comisso.

Sono una formazione che fa paura, ma domenica dovremo solo pensare a far paura noi”.

Cosa manca ai Diavoli per fare il salto di qualità ed essere al pari delle prime tre formazioni, Edera Trieste, Asiago Vipers e Milano 24?

“Dobbiamo migliorare sotto vari punti di vista – prosegue Roffo – Noi ci alleniamo tutta la settimana con impegno, in partita ci mettiamo grinta, ma non sempre siamo al massimo. Dobbiamo quindi affrontare ogni allenamento con la massima serietà e ogni partita come se fosse la finale, indipendentemente dall’avversario, scendere in pista concentrati e metterci quella sana cattiveria per vincere.

E’ una questione di testa. Questa

settimana abbiamo intensificato gli allenamenti per prepararci al meglio e domenica dovremo dare il massimo”.

Come sta andando in generale il campionato, che per il primo anno è a girone unico?

“Questo campionato è bellissimo, penso uno dei più belli da quando gioco – conclude l’attaccante biancorosso – Lo vedo molto aperto, non ci sono mai risultati scontati, ci sono molte formazioni forti soprattutto in casa e ogni partita è una storia a sé. Oltre alle big, Edera, Asiago e Milano 24, ci sono altre squadre pericolose come Empoli, Arezzo, Forlì e Civitavecchia….oltre ai Diavoli naturalmente. Penso che potranno esserci anche delle sorprese perché quello che conta in fondo sono i play off e per quel periodo le squadre si rinforzeranno, anche da noi arriveranno quattro giocatori, e le motivazioni e gli stimoli saranno diversi”.

Appuntamento dunque domenica 9 marzo alle ore 18.00 (ingresso libero) al pattinodromo di Viale Ferrarin per l’avvincente sfida fra Caoduro Diavoli Vicenza e Milano 24.

Luca Roffo contro Arezzo

Play off settore giovanile. Per quanto riguarda il settore giovanile la prima giornata dei play off la scorsa settimana non è stata positiva per le formazioni di casa Caoduro Diavoli. Sia la squadra della categoria Ragazzi che quella della categoria Allievi, infatti, hanno riportato delle sconfitte, rispettivamente con il risultato di 4-0 e di 9-3, contro le formazioni triestine e dovranno quindi cercare di rifarsi nelle gare di ritorno in programma domenica 9 marzo al pattinodromo di Viale Ferrarin. I primi a gio-

care saranno i giovani della categoria Ragazzi che, con inizio alle ore 11.00, affronteranno la formazione di pari categoria del Polet Trieste, mentre gli Allievi si scontreranno alle ore 14.00 con Edera Trieste.

“Le squadre friulane si sono dimostrate più attrezzate di quelle biancorosse – ha dichiarato Andrea Bellinaso, uno dei responsabili del settore giovanile – Nelle gare dell’andata la differenza l’hanno fatta i portieri. Ma non tutto è perduto e i nostri ragazzi proveranno in tutti i modi a ribaltare il risultato”.

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radici Viaggio con Galliano Rosset nelle abitudini della Vicenza rurale. Quando la vita era guidata dai ritmi della campagna. E l’auto non aveva ancora ucciso la voglia di stare insieme

Lissia, fugasse e pisacan La primavera che non c’è più DI LUCA MATTEAZZI

www.flickr.com/thebbp

“Freddo febrareto, curto e maledeto”.

Il vecchio proverbio popolare si addice alla perfezione al clima di questi giorni, fatto di domeniche che hanno già il sapore della primavera inoltrata e di lunedì che ti fanno ripiombare nella morsa del generale inverno. Non è un caso che Galliano Rosset, disegnatore, memorialista e profondo conoscitore delle cose vicentine, parta proprio da questo detto per rievocare com’erano vissute la quaresima e la primavera una cinquantina d’anni fa, quando ancora la maggior parte della gente viveva seguendo i ritmi lenti del lavoro dei campi e delle stagioni. “La prima cosa che ti annunciava l’arrivo della nuova stagione – racconta -, erano proprio questi colpi di coda dell’inverno: rigidi, però ormai sentivi che il peggio era passato. Era il momento in cui si terminavano lavori tipicamente invernali come la potatura delle piante, delle vigne in particolare, e si portavano a casa i rami per fare il fascinaro nuovo, visto che quello vecchio era ormai consumato. O, ancora, si liberavano le sponde dei fiumi e si pulivano i campi, togliendo i resti non degradabili del letame”.

mai rinsecchite, ma erano buonissime per questo dolce”), e frutta secca come noci, nocciole e pinoli (“se riuscivi a trovare le pigne di qualche pino marittimo”).

Transumanza nella campagna vicentina. Un evento sempre più raro La campagna, insomma, si rimetteva in moto. E mentre gli uomini erano affaccendati tra vigneti e filari di salici, le donne riaprivano le case, per farle respirare dopo le nebbie e l’umidità dei mesi più freddi. Una riapertura che culminava con la lissia, il grande bucato di primavera, con cui si ripulivano lenzuola, tovaglie, camicie e corredi ormai logori dopo essere stati usati per tutto l’inverno. “Era un modo per liberarsi delle cose sporche – continua Rosset -. Si la-

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vava con acqua e cenere, che è il miglior detersivo naturale che ci sia. Neanche adesso c’è niente di così pulito”. Sempre negli stessi giorni, negli angoli delle cucine o delle camere, si allestivano telai, attrezzature e termometri per l’allevamento casalingo dei bachi da seta, in modo da essere pronti a partire non appena il gelso cominciava a “buttare” le foglie nuove: “Era un’attività importantissima e che coinvolgeva tutti, perché era l’unica cosa che permetteva alla famiglia di avere delle entrate in denaro liquido”.

Sono immagini di un passato ormai perduto, in cui le attività lavorative e quelle domestiche si muovevano ancora in piena sincronia con l’esplosione della natura che tornava a fiorire. Nei campi appena ripuliti, spuntavano fiori ed erbe spontanee. A cominciare dal tarassaco, o pisacan. “Ricercatissimo per la bontà della pianta cotta – riprende Rosset -, e perché è un favoloso depurante, adatto a tutti senza nessuna controindicazione, perfetto dopo aver passato l’inverno a mangiare le parti più grasse del maiale. È un erba amara, che ricorda anche le erbe amare di cui si parla nella Bibbia a proposito della Pasqua, ma è un amaro gradevole, e infatti il tarassaco era uno dei piatti più importanti di questo periodo. Poi c’erano i bruscandoli, cioè i germogli del luppolo, gli

Il tutto in un clima che favoriva anche lo stare insieme, il contatto con gli altri, la vita conviviale. “C’erano le prime sagre, come quelle di San Valentino, e cominciava i primi innamoramenti – riprende il disegnatore -. Non è che in inverno non ci si innamorasse, ma con l’arrivo della primavera sentivi una spinta diversa. E con l’allungarsi delle giornate noi ragazzi riprendevamo a star fuori a correre e giocare fino a tardi. C’è un altro proverbio che dice “al primo di marzo, ogni matto va scalzo”, per spiegare proprio questa voglia di togliersi gli zoccoli invernali e correre liberi”. Il massimo era nelle feste di Pasqua, quando si aspettava il lunedì dell’Angelo per andare a passeggiare nei paesi vicini, a fare pic-nic a base di uova nei campi o ad orgaasparagi selvatici, i tanoni, e tutte nizzare piccoli tour in carretto tra le altre erbe che allora erano di i magasini delle zona. “Il vino di uso comune, ottime per minestre e allora non durava a lungo, entro la risotti; erbe che adesso ritrovi nei primavera bisognava consumarlo menù di ristoranti e agriturismi”.

– precisa Rosset -. Così molti conPiatti semplici, non a caso in pertadini, pagando una tassa al comufetta sintonia con i precetti del ne, mettevano fuori dal cancello di digiuno e e dell’astinenza quareuna frasca, per segnalare che lì ci simali che accompagnavano fino si poteva fermare a bere del vino, alle feste di Pasqua. Qui le proaccompagnato dalle tagoniste assolute solite uova, da salaerano le uova – che me, se ce n’era, e da le galline ricomin- “Ripartivano aringhe o scopeton, ciavano a produrre le sagre, se le donne di casa in abbondanza – e le come quelle erano brave a prepafocacce, che si cuodi San rarli. E si faceva festa cevano in ogni casa Valentino. così”. e che inondavano di profumo le contrade. Ed erano Ancora una volta, “La tradizione del- occasioni da questi racconla focaccia pasquale per era proprio legata innamorarsi” ti, emerge il senso di umanità, la gioia a quest’improvvisa delle esperienze conabbondanza di uova. divise. “Era così per forza – conDel resto noi ragazzi, in questo peclude l’artista -. Tutti andavano a riodo, andavamo in giro per i fossi piedi, e come mettevi il naso fuori a cercare le uova delle anatre, e la di casa eri in mezzo agli altri. Era sera le mamme le usavano per preinevitabile chiacchierare, parlare, pararci una frittata. Se riuscivamo comunicare, perché non c’era la a pescare anche qualcosa, si faceva maledetta automobile. Eri sempre la frittata con il pesce”. E assieme in mezzo all’ambiente, te lo godevi alla focaccia spesso si metteva a tutto, da quando uscivi a quando cuocere, sulle braci avanzate dal rientravi con il buio della sera. focolare utilizzato per la lissia, un Adesso è impossibile”. Ecco un altro dolce tipico, la pinza, o puttasemplice consiglio per le prossime na, fatta con ciò che restava delle domeniche di primavera: lasciare provviste invernali: farina di mais l’auto in garage, e provare per una (“perché costava meno”), fichi secvolta a fare un passo indietro nel chi (“anche questi li compravi con tempo. poco”), mele vecchie (“erano or-

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storie Anche a Vicenza cresce il numero di persone che scelgono di non mangiare prodotti di origine animale. Ma ristoranti e negozi sembrano ignorarli

Vegetariani tra i magnagati Una corsa ad ostacoli

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e sofferenza nei confronti degli animali; ma possono essere anche salutiste o religiose.

Vegetariani dimenticati Motivazioni forti, che spesso rendono meno difficile anche rinunciare a tradizionali pietanze locali, dalla polenta e osei ai bigoli con l’arna.

A volte sembra quasi che la presenza dei vegetariani sia un problema più per quelli che non condividono questa scelta, visto l’atteggiamento generale con cui vengono considerati. La poca attenzione nei loro confronti dei vegetariani si perce-

pisce soprattutto quando si deve fare la spesa o si decide di mangiare fuori. Gli esercizi commerciali specializzati si contano sulle dita di una mano: Natura Infinita e Silene sono gli unici negozi certificati che offrono una gamma di prodotti adatta a questo tipo di scelte nutrizionali.

E la situazione per bar e ristoranti è ancora peggiore: un unico locale, il Nirvana, in centro storico, dedica parte del menu a piatti vegetariani o vegani.

Se, quindi, aumenta la domanda di prodotti o piatti vegetariani al ristorante, in pizzeria, al supermercato o al bar, non altrettanto si può dire dell’offerta di locali, punti di ristoro o di rete commerciali che propongono alternative alla solita carne o al pesce. Non a Vicenza, almeno, nonostante qualche eccezione. “La spesa dei nostri clienti, sempre più numerosi – racconta Lucia di Natura Infinita, uno degli empori biologici in città – riguarda non solo il singolo, ma tutta la famiglia. Oggi, per scelta, ma anche per problemi di salute o economici, è diminuito notevolmente il consumo di carne, e questo si traduce nell’acquisto di prodotti alternativi, ugualmente www.flickr.com/yoshiko314

Essere vegetariani oggi non è più una scelta contro corrente.

Almeno se si considera che in Italia, negli ultimi tre anni è raddoppiato il numero di chi sceglie di non mangiare carne, passando da tre milioni a più di sei, come riportato da un recente rapporto Eurispes. Inoltre, si stima che questi numeri siano destinati ad aumentare e a raggiungere almeno i sette milioni nel 2010 e i trenta milioni nel 2050. Si tratta per lo più di donne (70%) di età compresa fra i 25 e i 54 anni (62%) e con un livello di istruzione medio-alto (85%), più numerosi al Nord e al Centro. Questo appare, quindi, l’identikit del vegetariano. Nel dettaglio bisognerebbe poi distinguere tra chi si definisce vegetariano, e cioè non mangia né carne né pesce, ma non rifiuta latticini e uova, meglio se biologici, e chi invece opta per la scelta vegana, escludendo anche questi due ultimi alimenti. Le ragioni sono principalmente etiche, di opposizione agli allevamenti intensivi e a qualsiasi forma di violenza

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DI FEDERICA CEOLATO

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nutrienti e bilanciati: dal tofu alla equilirata, il vegetariano si orienpasta, al latte di soia fino al seitan”. ta nell’acquisto di prodotti per la Trovare pasti completi e bilanciati casa, per la cura e l’igiene persoche non contengano ingredienti nale, e di tutto ciò che serve per di origine animale vivere “cruelty free”, sembra, quindi, esseossia non testati su re un’impresa ardua. animali, ecologici, e “Abbiamo promosso, Essere certificati eticameninsieme all’Associazio- vegetariani te, nel rispetto dei ne Vegetariana Italia- è uno stile di diritti umani. Sofna, una raccolta firme, vita: in tutti ferenze e ingiustizie conclusasi il 31 marzo bandite, quindi, nel gli acquisti 2007, per chiedere la carrello del vegetatutela della libertà di si cercano riano, per quanto scelta vegetariana o prodotti possibile e permesvegane e promuovere “cruelty free” so dall’offerta. programmi informa“Si tratta di un camtivi ed educativi sulla biamento, non solo salubrità di questo tipo di alimen- di tipo nutrizionale – afferma Giutazione – spiega Anna Descovich, lia, vicentina 29 anni, vegetariana responsabile della sede territoriale da 8 - ma soprattutto culturale, della Lega Anti Vivisezione di Vi- una trasformazione dello stile e cenza -. Poter usufruire e offrire dell’atteggiamento nei confronti alternative vegetariane e vegane della vita, propria e degli altri essignifica rispettare una scelta etica senti viventi, umani e animali. Per e salutare delle persone, questo la strada è ancooltre ad essere un modo ra lunga”. per andare incontro ai cambiamenti della nostra società sempre più multietnica e, quindi, con esigenze alimentari di culture religiose diverse”.

Non solo alimentari Per moltissime persone che abbracciano questo ideale vegetariano non è solo il piatto, ma anche e soprattutto uno stile di vita. Oltre ad una scelta attenta e consapevole dei prodotti da consumare per una alimentazione

Il balletto delle cifre Avere un quadro completo e attendibile della situazione vegetariana a Vicenza, come in Italia, richiede un impegno finanziario troppo oneroso per le associazioni no profit, se si pensa che una ricerca di questo tipo richiederebbe una spesa dai

10-15 mila euro in su. “I dati attualmente disponibili sono, comunque, da prendere con le pinze, perché difficilmente rilevabili. L’unica cosa certa, incontestabile - spiega Marina Berati per la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - è che si tratta di una scelta

in continua crescita e che interessa sempre più persone e famiglie”. A Vicenza, i locali segnalati dagli utenti dei siti vegetariani sono, oltre a quelli già nominati, l’agriturismo biologico Ca’ Dell’Agata a Zugliano e Osteria in Osteria a Marostica.

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8 MARZO 2008

pensieri contro Dalla parte dei serbi. Ecco perché in migliaia sono scesi in piazza contro una divisione che fa comodo agli Usa e all’Europa. E alle mafie criminali

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Nuovo stato del Kosovo, l’indipendenza fantoccio

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DI GIULIANO CORÀ

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Il cuore antico della Serbia Chi sa cos’è il Kosovo per i Serbi? lismi ha avuto ed ha anche, a lungo Cristianizzati nel IX° secolo, in seguitermine, un altro scopo: quello di deto alla predicazione dei santi Cirillo e stabilizzare le ex repubbliche sovietiMetodio, i Serbi edificarono proprio che, mettendo in difficoltà la Russia in quella regione il ‘focolare’ del loro di Putin, nuovamente incamminata popolo, costruendovi moltissimi moad essere una superpotenza ma alle nasteri e chiese ortodossi, testimoprese con mille tentazioni secessionianze di autentica religiosità popolaniste. La Serbia di Milosevic, resire ed al tempo stesso impareggiabili steva, ma è stata ridotta all’ordine a monumenti di arte e di bellezza. Ma suon di bombe all’uranio impoverito nel 1389, nella celebre battaglia di (che partivano dai nostri aeroporti Kosovo-poljie, i Turchi, che già avecon l’avallo del ‘compagno’ D’Alema, vano occupato l’Albania, sconfissero oggi PD: ricordatevene, il 13 aprile). l’esercito serbo di re Stefano, ed ocNel 1999, una guerra assassina ne cuparono la regione. Da allora, quaha devastato città e strutture indusi per una antinomia della Storia, il striali, e Milosevic, il ‘dittatore’ (eletto, Kosovo divenne il cuore della Serbia, giova ricordare anche questo, demopunto di riferimento ideale dell’identicraticamente e con una larga magtà nazionale e popolare. Ma con la gioranza: a differenza di Bush …), morte del Presidente Tito, nel 1980, processato da un giudice fantoccio la presenza di una Jugoslavia unita, in un tribunale fantoccio, e ‘provvipacifica ed interetnica era un bocdenzialmente’ morto in carcere. Oggi cone troppo ghiotto per gli USA ed i tocca al Kosovo. Amministrato in loro lacché europei, che sanno bene questi anni dall’ONU, vi si è lasciata quanto sia vero il principio latino del mano libera alle milizie dell’UCK. Da ‘Divide et impera’. Rinfocolando, con maggioranza che erano, oggi i serbi un comportamento autenticamente sono una ristrettissima minoranza, terroristico, gli odi interetnici sopiti, gli costretti alla fuga da una caccia spieUSA e i loro servi tata e sovrastati hanno ottenuto da una albanesizche la Jugoslavia zazione forzata si trasformasse in che ha stravolto una miriade di stale caratteristiche ti-fantoccio, senza etniche e culturali nessuna reale della regione. Asconsistenza politiserragliati attorno ca ed economica, ai monasteri soma utilissimi per pravvissuti agli i mille traffici che incendi ed alle l’economia globadevastazioni delizzata gestisce gli albanesi, essi sul pianeta. Non attendono di vesolo. Soffiare sul dere quale sarà fuoco dei naziona- Bambini che giocano nella periferia di Pristina la loro sorte.

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Correvano i brividi lungo la schiena – e non per modo di dire – nel pomeriggio di domenica 24 febbraio, alla manifestazione dei Serbi della provincia di Vicenza, che hanno protestato, in modo assolutamente pacifico, contro l’indipendenza del Kosovo. Tranquillità e serietà sono, del resto, tra le caratteristiche contraddiI tetti di Pristina, capoluogo del Kosovo stinguenti la comunità serba, una delle più numerose presenti nel israeliani con le risoluzioni ONU all’Europa, che avranno a dispovicentino ed anche una di quelle in favore dei palestinesi ci fanno sizione un altro micro-stato in che, in assoluto, ha creato meno i rotoli di carta igienica), è stato cui comanderanno le mafie, di‘problemi’ di qualsiasi tipo nel fatto nascere l’ennesimo stato sponibile ad ogni e qualsiasi trafsuo inserimento nella comunità. fantoccio, in realtà un protettofico illecito. Si rendono necessaCinquemila persone, e forse più, rato occidentale, che quasi tutti rie alcune considerazioni finali. provenienti non solo dalla nostra gli stati europei, ubbidendo al Dov’erano i democratici italiani, provincia ma addirittura anche diktat americano, si sono affretin questi giorni? Quelli che giroda altre regioni, per protestare tati a riconoscere (dimostrando tondano e si baloccano con le pricontro un evento così, se ancora ce ne marie, mentre un popolo, quello che il popolo serbo fosse bisogno, che serbo, viene privato del 15% del considera una tral’Europa, come ensuo territorio e del 100% della gedia a livello poli- Nel vicentino tità politica ed ideasua anima? Dov’erano i cattolici tico, ma soprattutto la comunità le, non esiste: esiste italiani, politici e uomini di chiestorico, culturale l’euro, ma questa è sa, che da mesi ci infastidiscono serba è una e spirituale. E chi tutta un’altra storia, coi richiami alle radici cristiapensava che le ri- delle più purtroppo). A parte ne dell’Europa, mentre decine e vendicazioni serbe numerose. le ridicole motivadecine di monasteri bruciavano, sul Kosovo fosse- E delle più zioni portate dall’orspesso coi fedeli chiusi dentro, ro affare di pope tranquille mai defunto governo incenerendo un patrimonio spibarbuti o di vecchi italiano, che è torrituale, prima ancora che artistinostalgici col basco nato in vita solo per co? Dov’erano i politici europei, militare ha dovula bisogna (“Altrigelosi difensori delle loro identità to ricredersi, vedendo migliaia menti i nostri militari impegnati nazionali, ma disposti a fare stradi giovani, quando addirittura nella KFOR si troverebbero ad me dei Balcani interi per i loro non bambini delle elementari, operare senza giustificazioni”. interessi? Qualcuno dunque cregridare, commuoversi, piangere Giusto: e allora ritirateli, come de ancora a ciò che ci spacciano perfino, sventolando bandiere e le migliaia di altri come ‘democrazia cartelli, innalzando quadri e icomilitari italiani nel Il progressista rappresentativa’? ne sacre, intonando canzoni del mondo che fanno la Post Scriptum. Le folklore locale. Mai, lo giuro, mai guerra travestiti da Zapatero non code di paglia prenmi era accaduto di percepire così peacekeepers, dila- ha riconosciuto dono fuoco in fretta, intenso, drammatico e sincero il pidando milioni di il Kosovo. quando si avvicinadolore di un popolo. Perché di euro), come al solito Ma solo no al fuoco, e così è questo si trattava, domenica, e di c’è da chiedersi ‘a chi stato in questi giorper non far questo si tratta quando si parla serve’, e la risposta è ni per San Zapatero, “scappare” di Kosovo: non di ‘banali’ rivensotto gli occhi di tutidolo dei democradicazioni territoriali, non di un ti. Agli USA, prima di baschi e tici di mezza Euroottuso nazionalismo ‘di stato’, tutto, che vi hanno catalani pa. Come saprete, è ma della disperazione di una ‘nagià costruito una delstato uno dei pochi a zione’ che si sente ferita nei suoi le basi più grandi al non riconoscere l’invalori fondanti e primigenii, e che mondo, Camp Bondsteel; il suo dipendenza del Kosovo. Ma credevede consumare su di sé l’ultimo scopo sarà quello di controllare te che l’abbia fatto per solidarietà atto di quello che può tranquili futuri oleodotti che passerancoi serbi? Non glie ne può fregare lamente essere definito un etnono per il Kosovo, ed anche come di meno, a lui, dei Serbi. L’ha fatto cidio. Con l’ennesima violazione centro per un’eventuale prova di perché altrimenti, domattina se ne di una risoluzione ONU, la 1244, forza con Putin. Ancora agli USA, andavano anche i Baschi, e magache lo dichiarava territorio serbo per sfruttare le ricche risorse miri anche i Catalani. Alla faccia del (ma a questo siamo abituati: gli nerarie della zona. Agli USA ed progressista, eh?!

VENEZIA

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8 MARZO 2008

edicola

Tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

Attenti, c´è una parola nuova in orbita. Ha solo sei anni, gli stessi dell’emergenza terrorismo. È stata lanciata quasi per caso nel marzo del 2002, a un incontro dell´Unesco a Parigi. Oggi vola alta, indica una rotta luminosa in un caos di disastri, surriscaldamenti climatici, emergenze immondizie, epidemie. Il suo nome è “decrescita”, e pare abbia un grande effetto pedagogico e liberatorio. (…)

Nome Serge, cognome Latouche, nazionalità francese. Il profeta del nuovo verbo globale vive tra Parigi e una vecchia casa in pietra rimessa a posto con le sue mani sui Pirenei Orientali, sotto il Pic Canigou, l’ultimo “paracarro” prima del grande ammaraggio dei monti nel Mediterraneo. (…)

Diecimila giorni, roba da conto alla rovescia. Il petrolio si esaurisce, gli oceani si innalzano, centinaia di milioni di uomini dovranno spostarsi, il clima impazzisce, l’aria si avvelena, la sterilità maschile aumenta anno dopo anno. Tutto converge verso la stessa “deadline”, il 2030 o giù di lì. (…) Sono bastate poche righe di quel libro a svelare la paura sommersa più diffusa degli italiani. «Macché criminalità», dicono, «ci parlano di zingari e rumeni per non farci riflettere seriamente su queste cose». Hanno mangiato la foglia, ma non si accontentano di un megafono di protesta.

Cercano una guida, qualcuno capace di rassicurare e tirarli fuori dal vicolo cieco. Chiedono soprattutto parole di buon senso. È esattamente ciò che trovo quando incontro il mio uomo. Colui che ho di fronte, accanto a un piatto di stoccafisso e una bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo, è l’esatto contrario dell’eco-fanatico imbonitore di folle.

Latouche è un tipo semplice, tranquillo, asciutto, segaligno e robusto come un ramponiere. Il suo volto è segnato da rughe, ha capelli grigioferro e l’occhio da aquilotto. È arrivato zoppicando con un gran sorriso, appoggiato al lungo bastone che è il suo emblema di viandante. «Che vuole, cher ami, ho le ginocchia calcificate e le piante dei piedi consumate dal troppo camminare. Ma è giusto

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Decrescita economica, la via del futuro

Un ritorno all’equilibrio tra uomo, produzione agricola e natura: uno dei principi della decrescita

così…, non è mica giusto lasciare al buon Dio un fisico in perfetta efficienza. No?».

Pensi che abbia formule da svelare: invece spiega che basta concentrarsi sulla qualità della vita. Dobbiamo liberare l’immaginario, reso schiavo di un feticcio apportatore di sventure. La parola Sviluppo. Basta dire ai politici che, rinunciando alla mistica della crescita, non perderanno elettori, al contrario. Far capire alla gente che, scegliendo la decrescita, non torneranno all’età della pietra, ma solo a quarant’anni fa.

«I poteri forti ci ricattano, tengono in ostaggio la nostra immaginazione. Ci dicono che con la decrescita scenderà su di noi la tristezza di un’infinita quaresima. Non è vero niente. Invertire la corsa ai consumi è la cosa più allegra che ci sia». Questo è del resto il tema del suo prossimo libro in uscita in Italia a metà marzo per Boringhieri: s’intitola “Breve trattato sulla decrescita serena”. Latouche

per il semplice piacere di dimostrace l’ha a morte anche col terrorismo re a me stesso che posso camminare mentale degli ecologisti annunciatori senza le protesi artificiali imposte di penitenza. Sorride sotto la barba: dal sistema, in modo atossico. In«Ah, il masochismo protestante, il tendo la posta elettronica, e tutto il senso del dovere, i dieci comandaresto. La mia è una forma di allenamenti… Ma no! La sola regola è la mento al digiuno dalla tecnologia. gioia di vivere». (…)

Un tecno-digiuno».

Nella nostra vita ha fatto irruzione E poi la bici. «Non la l’Usa e Getta, l’obsoleuso perché si deve, ma scenza programmata solo perché è bello. Se dei beni. Una follia. Il nella mia casa in montrenta per cento della tagna pedalo chilomecarne dei supermercati L’idea tri ogni mattina per va direttamente nella di Sviluppo procurarmi i croissant spazzatura… Un’au- resiste al suo per la colazione, signito è vecchia dopo tre fica che mi fa vivere anni, un computer fallimento. meglio, punto e bapeggio ancora… E se E’ diventata sta. Incontro persone, non li cambi sei “out”… un feticcio parlo, imparo, e la Viviamo di acque minerali che vengono da che anestetizza giornata comincia col piede giusto. Ivan Illilontanissimo, in mezzo le sue vittime ch, grande fustigatore a sprechi energetici dedello spreco, diceva menziali, con l’Andaluche questo mondo ad sia che mangia pomoalto consumo di energia è, inevitadori olandesi e l’Olanda che mangia bilmente, un mondo a bassa comupomodori andalusi... nicazione fra uomini. Ecco, la bici è E che dire delle bistecche, che quail simbolo del contrario. Una vita a rant’anni fa avevano il sapore dei bassa energia genera alta comunipascoli. Oggi sono gonfie di mangimi cazione». alla soia, coltivata a migliaia di chiloNon parliamo dei telefonini. «Pometri di distanza, in campi ricavati trei dire che fanno male, che per dai disboscamenti dell’Amazzonia. costruirli si usa un minerale rarissi(…) mo e altamente tossico; o che dietro Per i rifiuti la regola base del benesa ogni cellulare c´è il sangue delle sere non cambia. «Inutile fare come guerre tribali fomentate dall’Occii tedeschi, per i quali la raccolta difdente in posti come il Congo. Invece ferenziata è diventata ossessione. dico solo questo: senza telefonini si Basta comprare diversamente, vivive meglio. L’ansia cala. L’allegria vendo in modo conviviale. Non c’è aumenta. Non hai più il Grande Frainceneritore che tenga… Il miglior tello che ti sorveglia. Uno lo capisce rifiuto è quello non prodotto… E atanche senza sapere niente di econotenzione, lo dico agli amici italiani, mia e scomodare la geopolitica». l’assedio da immondizie non è una Sviluppo: l’imbroglio è contenuto questione napoletana. È una quegià nella parola. Nasconde lo sfrutstione mondiale, il libro di Saviano tamento e la rapina; lo sradicamento lo dice chiaro. Gli Stati Uniti mandain massa di individui, la morte delle no in Nigeria ottocento navi al mese diversità, l’evidenza di un’umanità di rifiuti tossici non riciclabili». apatica, infelice, obesa, precaria, inAffrontiamo in letizia lo stocco, il sicura e, a ben guardare, anche più pane e il vino, e il discorso di Latoupovera. «L’idea di Sviluppo resiste che è come una litania francescana ostinatamente all’evidenza del suo che ti obbliga a sillabare senza paufallimento. Per questo ha smesso da ra l’abc della rinuncia. Le e-mail, tempo di essere una cosa scientifica. per esempio. «Scrivo spesso lettere È diventato mistica, mitologia, relia mano, ma non per tornare alla gione. Un feticcio imbroglione che candela e alla pergamena. Lo faccio

anestetizza le sue vittime. Il vero oppio dei popoli».

Ci dicono che per uscire dalla crisi economica dobbiamo lavorare di più. Diventare cinesi. Che la Cina vada al disastro e affoghi nell’inquinamento, sono obiezioni irrilevanti.

Si va avanti lo stesso. «È da questa cecità che dobbiamo liberarci», dice il francese. Sì, ma allora qual è il modello giusto? «Anni fa ho incontrato un contadino laotiano. Stava seduto sul bordo di un campo e non faceva nulla. Gli ho chiesto: che fai? Ha risposto: ascolto il riso che cresce.

J’écoute le riz pousser. Ritroviamo il piacere della vita, prima dell’ansia di fare». È così ovvio: una società che ha come solo scopo lo sviluppo economico è come un individuo che vuole solo essere obeso. Eppure la gente ha lo stesso paura di cambiare, teme di perdere il benessere. «Qui gli allarmi degli ultimi decenni, cose come Chernobyl o l’epidemia di mucca pazza, sono stati utilissimi. Hanno posto interrogativi alla gente. Fanno il gioco del partito della decrescita.

Per questo, più che immaginare La Grande Catastrofe Finale, preferisco costruire una pedagogia delle piccole catastrofi intermedie. Non c’è niente di meglio per far capire alla gente l’apocalisse che verrà».

E la lentezza? «La guerra della Valsusa contro la linea ferroviaria ad alta velocità è sacrosanta ed è stata un pilastro nella storia del partito della decrescita. Era il dicembre del 2005, trentamila persone si erano schierate sotto la neve contro i bulldozer e io ero in tv, a L’Infedele di Lerner, a commentare in diretta.

Ecco, proprio allora si è creata la saldatura tra quella battaglia concreta e la teoria della decrescita. È lì che i movimenti sono usciti dalla foresta e hanno cominciato a saldarsi tra loro. Quello anti-Tav, quello contro il megaponte di Messina o la centrale di Civitavecchia». (…) È un segno di paura. Per questo l’economia globale accelera invece di rallentare. Per questo le immondizie diventano montagne, il fossato fra ricchi e poveri si allarga, le banlieues si incendiano. Per questo la corsa alle ultime risorse diventa rapina, guerra, e il sistema entra nel tunnel dell’assurdo. «Assurdistan» lo chiamava Illich. E poiché paura e consumi aumentano in parallelo, ecco che la costruzione di un partito della decrescita diventa una gara di velocità, una corsa contro il tempo.

«Quarant’anni fa sono andato a lavorare in Africa come esperto di sviluppo. Volevo redimere il continente dalla sua arretratezza. Ma ero anche affascinato dai popoli africani.

Studiavo appassionatamente quelle stesse culture che con l’economia contribuivo a distruggere. È stato lì che la contraddizione mi è apparsa chiara. Ed è stato lì che ho perso la fede. Da allora ho combattuto, sentendomi un predicatore nel deserto.

Oggi, per la prima volta, vedo che le cose stanno cambiando. I nuclei a economia sostenibile si moltiplicano. Nelle città conosco interi palazzi che si organizzano in modo ecosostenibile. Lo sento, ce la faremo».

Paolo Rumiz da La Repubblica 24 febbraio 2008

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10 NOVEMBRE 8 MARZO 2008 2007

regione ovestvicentino

INIZIATIVE - Un’altra “supermulta”, questa volta di 2.657.510,65 euro, è stata applicata a Trenitalia dalla Giunta regionale del Veneto

Chisso: il Veneto multa Trenitalia Un’altra “supermulta”, questa volta di 2.657.510,65 euro, è stata applicata a Trenitalia dalla Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, per i disservizi riscontrati nel corso del 2007 relativamente ai ritardi e alla soppressione di treni nel trasporto pubblico locale su ferro.

“E’ la cifra più alta che la società ferroviaria è stata chiamata a pagare per queste inadempienze contrattuali – ha sottolineato Chisso – valutate sia sulla base del sistema informatico Riace, sia in seguito alle circostanziate segnalazioni della clientela al numero verde regionale 800042822, appositamente istituito, o alle strutture della Regione, e ai controlli effettuati direttamente dalla Regione. L’attività di vigilanza della Regione e la verifica delle proteste dell’utenza, che invito caldamente a informarci di ogni inadempienza, hanno portato a sanzioni per oltre 644 mila euro. Gli utenti del servizio sono i nostri primi interlocutori – ha aggiunto Chisso – e con loro vogliamo dialogare direttamente,

anche per individuare meglio i punti critici del servizio e i possibili rimedi. Per questo abbiamo predisposto un modulo di segna-

to Chisso – non comprende peraltro le sanzioni per le inadempienze del gennaio 2007, applicate già lo scorso anno per un totale di cir-

lazione delle criticità dei servizi ferroviari, a disposizione della clientela; una volta compilato potrà essere trasmesso alla Regione del Veneto senza alcuna formalità, via fax o con qualunque altro sistema”.“La supermulta – ha ricorda-

ca 552 mila euro. Altrimenti l’entità complessiva della penale a carico della società ferroviaria arriverebbe per l’anno passato a quasi 3 milioni 210 mila euro. L’importo della multa è dato per la gran parte dalle maggiori penali introdotte

con il contratto firmato dopo gara europea e attivato nel dicembre del 2005: circa 2 milioni 400 mila euro”.“In ogni caso – ha confermato Chisso – la multa non verrà introitata dalla Regione, ma sarà restituita come indennizzo per i disagi sopportati dai circa 55 mila abbonati veneti, sotto forma di sconti o rimborsi sulla tariffa regionale degli abbonamenti ferroviari settimanali, mensili, trimestrali e annuali, sconti che saranno direttamente applicati da Trenitalia S.p.A. nel prossimo mese di aprile”. Le relative informazioni alla clientela dovranno essere diffuse a cura di Trenitalia S.p.A. mediante comunicati ed avvisi esposti in tutte le stazioni, fermate e punti vendita del territorio regionale.

La società dovrà anche rendere disponibili le istruzioni e la modulistica necessaria per la richiesta dello sconto.Per quanto riguarda gli abbonamenti integrati treno + bus, relativi ad accordi tra Trenitalia S.p.A.-A.P.S. Holding S.p.A. di Padova e Trenitalia S.p.A. – A.C.T.T. S.p.A. di Treviso, considerato che già usufruiscono di una

riduzione mensile, la misura dello sconto è suddivisa in scaglioni a seconda delle fasce chilometriche e di percorrenza. Sono esclusi gli abbonamenti integrati Trenitalia S.p.A. – Sistemi Territoriali S.p.A. e quelli Trenitalia – La Marca. I possessori di abbonamenti validi per viaggiare sui treni Intercity, che si riferiscono al contratto di servizio tra Trenitalia S.p.A. e lo Stato, l’abbonamento sarà rimborsabile solo qualora l’importo sia composto dalla tariffa regionale 40/21 e dalla carta di ammissione intercity.

Nel caso in cui il costo dell’abbonamento si basi, invece, sulla tariffa 22/A, che riguarda il solo contratto statale, lo sconto non è possibile.

“Posso anche dire però – ha concluso Chisso – che le verifiche hanno evidenziato un miglioramento del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda la puntualità dei treni rientranti nel lotto 2 del trasporto ferroviario: qui l’importo delle sanzioni, pur di fronte ad uno standard minimo di puntualità aumentato, è infatti diminuito del 3 per cento rispetto al 2006. L’importo delle sanzioni inerenti la puntualità dei treni rientranti nel lotto 1 è invece aumentato del 19 per cento, benchè l’entità sia calcolata su penali molto più basse.

Questo significa che le multe servono, eccome, e Trenitalia ne comprende bene il linguaggio. Terremo presente la cosa quando metteremo in gara europea il trasporto integrato relativo al lotto 1, in sostanza al Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale”.

INTERVENTI - La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale Valdegamberi, ha approvato un importante provvedimento

Politiche sociali: “Decisi i criteri di assegnazione ai piccoli comuni” La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha approvato il provvedimento che indica i criteri per l’accesso al Fondo integrativo a favore dei Comuni per situazioni straordinarie e di contenzioso amministrativo in materia di domicilio di soccorso.

“L’obiettivo della deliberazione – spiega l’assessore veneto – è di sostenere i Comuni veneti di piccole dimensioni, e cioè inferiori ai diecimila abitanti, a risolvere situazioni di difficoltà nel-

le quali versano singoli cittadini o famiglie e che non possono essere affrontate con le provvidenze comunali ordinarie.

Il provvedimento è previsto dalla legge regionale n.8 del 1986. Il fondo integrativo è finalizzato a fronteggiare situazioni di difficoltà finanziaria in cui si possono trovare le amministrazioni comunali di minori dimensioni nella gestione dei servizi sociali in relazione a circostanze straordinarie che possano incidere sulla spesa corrente come gli oneri straordinari conseguenti ad interventi

sociali obbligatori, non procrastinabili e non previsti, che comportino oneri quantificati ed effettivi a carico del bilancio 2008, quali l’inserimento di minori in strutture tutelari, l'inserimento in strutture residenziali di persone con handicap grave, con disturbi di tipo psichiatrico, persone anziane non autosufficienti, o interventi economici a sostegno di famiglie in grave situazione di bisogno, mentre non verranno ammessi per l'istruttoria gli oneri già oggetto in anni precedenti di contributi regionali”. Il provve-

dimento considera anche i contenziosi amministrativi connessi all’individuazione dell’ente su cui ricade l’obbligo dell’integrazione economica ed alla determinazione dei relativi oneri a carico delle singole amministrazioni, con grave riflesso sulle risorse destinate da queste ultime alle prestazioni e servizi sociali a favore delle categorie deboli.

Le percentuali di determinazione del contributo saranno calcolate secondo un parametro derivante dal rapporto “spesa dell'intervento/spesa servizi

sociali nel bilancio comunale 2008”. Per tale motivo, poiché tale problematica si presenta particolarmente impegnativa per le amministrazioni comunali di piccola dimensione, potranno accedere al contributo previsto dalla presente deliberazione solo i Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti alla data del 31 dicembre 2006.

Per la presentazione delle istanze di contributo la scadenza massima è stata fissata al 30 giugno 2008.

Marco Pisani

23 Carciofini sott’odio

Asylum del Grappa di Alessio Mannino Se abbiamo capito bene, tre universitari di Padova dotati di ingegno e già proiettati nel mondo del guadagno (“dopo la sperimentazione vorremmo commercializzarlo, vendendo il programma a tutti gli asili”) hanno inventato un sistema elettronico che tramite un lettore ottico collegato a un archivio, permetterà di far entrare nella scuola materna di Pove del Grappa solo le persone schedate, e cioè i genitori dei pargoli.

La schedatura consiste nel prelevare e memorizzare le impronte digitali. Entusiasmo generale, va da sé, per una misura da Stato di polizia in funzione anti-pedofili.

Illuminante, per la potenza di argomentazione, l’opinione del presidente della Provincia Attilio Schneck: “Ai miei tempi erano le suore a filtrare l’accesso negli asili, ma oggi è più difficile”. Ma non basta. Come ha puntualizzato la direttrice del nido, Sabina Lain (evidentemente tutta contenta della ‘conquista’), “posando la mano sull’apparecchio, i genitori potranno accedere all’archivio e conoscere con precisione le attività svolte in quella giornata dal figlio, cosa ha mangiato, quante ore ha dormito e perfino quante volte è stato cambiato il pannolino”.

Ragioniamo. Quando queste diavolerie informatiche non c’erano, e cioè fino a pochi anni fa, le maestre di Pove come quelle di tutto il mondo come facevano a garantire l’incolumità dei bambini? Erano tutte delle wonderwoman, le mitiche – e rimpiante suorine di Schneck? O forse che fino a ieri negli asili c’era un rapimento al giorno, o i pedofili si intrufolavano dagli scoli del water per insidiare la prole? Il coro di consensi perché da adesso in poi i bimbi saranno più “sicuri” emana uno spiacevole senso di paura isterica, come se la malattia – perché di malattia si tratta – di qualche sventurato carnefice fosse un pericolo di massa, quasi che vivessimo con l’idea di sospettare in ogni passante in strada un possibile stupratore.

Chi è più folle: il malato pedofilo, o una società di genitori ansiosi che vedono malati dappertutto?

La smania di essere al corrente di ogni respiro dei propri figli è la metastasi di questa manìa collettiva. Come cresceranno, questi poveretti, continuamente controllati, auscultati, spiati, guardati da un grande occhio elettronico? Crediamo veramente che sapere quante volte hanno fatto il cambio del pannolino serva a loro, o non piuttosto alla nostra angoscia di uomini, genitori e cittadini deresponsabilizzati, deboli ed eterni bambini?

8 MARZO 2008

tempo libero Popcorn. Un immaginario attentato al presidente Usa dà vita a storie diverse unite da uno stesso filo: l’azione mozzafiato

Otto Prospettive per un delitto. Tutto americano DI GIULIANO CORÀ

Salamanca.

Il Presidente degli Stati Uniti sta per inaugurare un convegno internazionale contro il terrorismo. I principali networks tv sono presenti, ed è proprio dal motorhome di una tv americana che assistiamo all’inizio della vicenda, fino a quando il Presidente viene abbattuto da due colpi. In città scoppia una bomba, ed anche il palco su cui stava il Presidente salta in aria. La confusione è spaventosa, ma c’è qualcuno che non vuole perdere la calma: è Thomas Barnes, guardia del corpo, che un anno prima ha intercetta-

to un proiettile a lui destinato durante un attentato. Non è ancora sicuro di sé, Barnes, ed ha voluto essere qui per mettersi alla prova. Comincia a guardarsi attorno, prova a mettere ordine nel caos.

Ma qui la narrazione si interrompe, e il film ce la ripropone dall’inizio, ma da un altro punto di vista: quello di Howard Lewis, un turista americano che sta riprendendo la scena per portare un souvenir alla famiglia. Ma anche il punto di vista di Lewis dopo un po’ lascia il posto a quello di un altro sconosciuto, e poi di un altro ancora: otto sono le storie che il film ripropone, sempre ripartendo dal momento dell’attentato, ed ognuna aggiunge verità alla precedente, mostrando al tempo stesso come quella che si credeva fosse la verità forse è solo una parte, forse addirittura

Ogni storia aggiunge verità a quella precedente, capovolgendo la prospettiva dello spettatore

un’illusione. Nella scia di Nel centro del mirino (W. Petersen, USA, 1993), molto convenzionale quanto ad azione, e del bellissimo Morte di un presidente (G. Range, GB, 2006), pur se qui il livello di ricerca intellettuale e politica in cui il film si pone è volutamente diverso, questo ottimo film d’azione, teso e mozzafiato, ci regala una delle mi-

gliori battute ‘antiamericane’ del cinema degli ultimi anni: “Con la loro arroganza, gli americani non riescono nemmeno a concepire un mondo in cui loro non siano un passo avanti agli altri”. Bravissimo Forest Whitaker nella parte ‘minore’ del ‘turista per caso’: davvero uno degli attori più intelligenti e sensibili del cinema moderno.

Sul comodino. Ottimo romanzo d’esordio di Paolo Giordano: due infanzie sfortunate, due destini che si sfiorano, e il pulsare della vita vera

I numeri (primi) del destino DI GIOVANNI MAGALOTTI

Alice Della Rocca e Mattia Balossino hanno vissuto, durante l’infanzia, due esperienze traumatiche che li hanno profondamente segnati. Alice, obbligata dal padre a frequentare una scuola di sci, è caduta fuori pista, si è spezzata una gamba ed è rimasta sola al freddo per diverso tempo; Mattia, recandosi a una festa, ha abbandonato su una panchina la sorella gemella ritardata, Michela, che poi non è più stata trovata. A distanza di tempo, ad Alice rimane una vistosa zoppìa nonché un aper-

to rancore per il padre, ritenuto il vero responsabile dell’incidente; a Mattia resta invece una non meno vistosa introversione che, se per un verso pare aiutarlo a sviluppare uno straordinario talento per la matematica, dall’altro sembra rinchiuderlo in una solitudine senza uscite. Quando i due si conoscono a scuola, a Mattia sembra finalmente di avere trovato qualcuno che gli assomiglia: “I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari […]. Tra i numeri primi ve ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano

primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari […] Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero”.

Paolo Giordano, torinese, classe 1982, esordisce con un romanzo di grande maturità, sia sul piano dei contenuti, sia su quello dello stile. Da un lato non si concede facili scappatoie narrative, soprattutto nella parte finale, al momento di imprimere la svolta decisiva alla vicenda; dall’altro adotta una prosa ricca di suggestioni, che senza essere né banale, né difficoltosa per il lettore, gli consente di raccontare i suoi fragili protagonisti con uno

sguardo lucido e profondo. Così, fra le pieghe della vicenda si sente pulsare, spesso dolorosa, la vita vera.

E la letteratura appare, se non uno strumento per capirla, un potente mezzo per avvicinarla con fermezza e comprensione insieme.

Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori, 310 pp., € 18

HANNO DETTO OPERA PIA

CORDELLINA

VIC E NZA

Il programma di Lia Sartori? È il programma di un “dirò-farò”: domani ci penserò, fra qualche tempo dirò, e poi farò. Quando un candidato sindaco dichiara che il Pat è un argomento per lei “persino un po’ confuso”, perché sinora non se ne è occupata, o quando dice che su un tema scottante come le Aim ci sarà tempo in futuro per decidere che cosa fare, rivela una disarmante vaghezza. Come fa il candidato sindaco del centrodestra, a un mese dalle elezioni, a non sapere che dire sul principale documento di programmazione urbanistica licenziato dalla giunta Hüllweck?

Antonio Dalla Pozza Il Vicenza 5 marzo 2008

Bando di concorso

BORSE DI STUDIO “Andrea Palladio” Nell l’

[…]il senatore Calderoli della corrente illuminata della Lega ha dichiarato che il Partito Democratico non è «la forza dei meridionali, sostenuti dal Mpa di Lombardo, ma la forza dei terùn, ovvero di quelli che si fanno mantenere dagli altri a Roma». Si tratta di una rottura con il passato, quando per la Lega tutte le popolazioni situate al di là del confine morale di Abbiategrasso erano una massa indistinta di parassiti dediti a procreare figli dalla carnagione olivastra e ad appendere agli e caciotte sui davanzali.

Massimo Gramellini La Stampa 5 marzo 2008

La sua candidatura è la definitiva conferma che il Pd è la nuova Democrazia Cristiana. Calearo è un dc nel senso più puro della parola, non nella militanza ma nel Dna. La Dc era la grande mamma. E il ‘ma anche’ veltroniano è la versione moderna dell’interclassismo democristiano. Nella Dc c’era anche un certo grado di populismo, altra caratteristica di Calearo: diciamo che se fosse giornalista, farebbe bene il titolista.

Enrico Cisnetto Il Corriere della Sera 4 marzo 2008

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mento scelto scelto, Breve saggio gg non on mente corredato d -A ur da e CD rom m di durata durat plicativa.