VicenzaPiù n.85, 22 dicembre 2007

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

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Attacchi di Natale di Giovanni Coviello

Ho letto del nostro sindaco che, a pochi giorni dal Santo Natale, ha pensato bene di bacchettare (se non addirittura ‘scomunicare’) il Vescovo e la Diocesi per non aver vigilato su alcuni preti perché non manifestassero il sabato contro le tentazioni di guerra evocate dal Dal Molin, e poi, la domenica, distribuissero ai fedeli l’Eucarestia con le mani sporche di rosso, quello della vernice usata da alcuni manifestanti (anche secondo noi, comunque, scriteriati) per imbrattare il nuovo e sacro teatro. Se volessi fare polemica chiederei al nostro Sindaco (uscente) se preferirebbe che quei preti, magari manifestando prima a favore del raddoppiamento della base militare, distribuissero poi l’Eucarestia con le mani macchiate di un altro rosso, quello del sangue di chi da Vicenza parte per morire o per far morire, in nome di una pace che siamo stufi di sentire che debba essere protetta con la guerra. (continua a pagina 4)

VicenzaPiù augura buone feste a tutti i lettori.

Prossimo appuntamento in edicola

sabato 12 gennaio

Anno 2 - Numero 85 - Sabato 22 dicembre 2007

L’ultimo cenone

Con il 2008 potrebbe cambiare l’assetto di potere in città: alle elezioni comunali di primavera si scontreranno le due cordate che si contendono il banchetto (Aim e Pat).

Cioè i vertici di Assindustria (con l’asse Dal Lago Pd-Carollo-Sinistra) e gli imprenditori dissidenti legati al duo Galan-Sartori da pagina 6

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Dietro la grandeur, i punti deboli del Pat

Don Sella: “Il Gesù 2007?

Uno sbandato”

a pagina 4

a pagina 3

Vigili in panne: pochi uomini, tanto lavoro

Passatempi di Natale: cronache vicentine alla Amici miei

a pagina 5

a pagina 22

Per Natale regalati qualcosa di diverso...

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22 DICEMBRE 2007

opinioni

L’intervento. Il Governatore attacca il Giornale di Vicenza. Che fa bene a lamentarsi. Ma dimentica alcune cose importanti

Galan e la gloriosa e coraggiosa Redazione

ha fatto una subdola campagna per Non capita molto di rado che il noil sì, ebbene, come darle torto. E io stro bene amato e imponente Goverdico: non subdola, astuta. Dando natore faccia la pipì fuori dal vaso. voce a tutte le voci, ma andando a Il ragazzone è esuberante e intemcercare quelle favorevoli, un colpo perante e ha deciso che le buone al cerchio e uno alla botte, qualche maniere sono un’anticaglia: meglio legnata a qualche assessore, qualche farne a meno e dire schietto e dritto rivelazione da Internet che fa sempre quel che si pensa, fregandosene di scoop, non vi è dubbio che il giornale, usi, costumi e riguardi. senza scontentare troppo i contrari, Da questo punto di vista mi è quasi ha fatto il possibile per aumentare i simpatico. Stufo di paludati infingifavorevoli. Tutto normale, tutto pacimenti, posso arrivare ad ammirare fico: quello che ci si poteva aspettare chi mostra di non avere peli sulla da un giornale come “Il Giornale di lingua. In questo senso Galan è un Vicenza”. Un lavoro ben fatto. Propolitico moderno, ahi!, se è moderno fessionale. … Ha persino capito che con due/tre Tutto si può dire, quindi, ma non miraccate alla settimana, di quelle che Antonacci e la sua ciurma siano ben assestate, può anche starsene a antiamericani. Normale, quindi che pescare e nessuno se ne accorgerà. si siano risentiti. Normali, quindi le Però, questa volta, non ha fatto la pipì reazioni piccate, come ogni volta, fuori dal vaso, l’ha fatta addirittura non essendo la prima in salotto. Sì perché volta. Sì perché i reciaccusare il Giornale di proci sberleffi tra GoVicenza di antiamerivernatore e Giornale canismo e filobotteni- È normale di Vicenza continuano smo è davvero eccessi- che Antonacci vo. Non sta né in cielo e la sua ciurma da mesi: bell’esempio di rispetto per il ruolo né in terra. Chiedere si siano della stampa, preclaro per credere alla signoesempio di rispetto per ra Cinzia. Sì, lo so, la risentiti. le Istituzioni.

Bottene, per essere Ma le E ogni volta arriva, proprio contenta, vor- altre volte puntuale come il lunedì rebbe Antonacci tutte dov’erano? dopo la domenica, la le sere sotto il tendone presa di posizione del e a far compagnia ad Comitato di redazione, Achille Variati in tutte sempre piena di livore, sempre sopra le marce non competitive. Vorreble righe. Che parla di insolenza del be tre pagine al giorno sulle attività Presidente della Giunta del Veneto, dei No-Dal Molin, con particolare della sua pretesa di “considerare il riguardo alle sue personali imprese. ruolo dell’informazione non molto Mai contenta! di più che la semplice trasmissione Ma quando sostiene che il giornale

degli spot sulle sue defatiganti esternazioni e quelle dei suoi amici”. E denuncia che attaccare il Giornale di Vicenza è diventato un chiodo fisso.

“Le sue ultime sparate, che vanno respinte in blocco, non possono che suonare intimidatorie e offensive nei confronti della professionalità del direttore … , ma altrettanto gravi nei confronti di un’intera redazione …”

E io concordo con questa presa di posizione, doverosa, attesa, prevedibile. Ma mi permetto alcune rispettose osservazioni. Per reagire a una villania non occorre essere del pari o ancor più villani. Basta essere fermi.

Ne guadagnano lo stile, la lingua e la credibilità. E denunciare l’intimidazione vuol anche dire manifestarsi sensibili.

Ma è un altro, e ben più rilevante, l’appunto che può essere fatto. Troppo facile, signor Comitato, resuscitare ogni volta che Galan attacca il giornale. Facilissimo e non particolarmente coraggioso. Dov’era, mi chiedo, il signor Comitato, quando un giornale generalista, che dà voce a tutte le voci, come voi sostenete, fu trascinato, per ordine non si sa di chi, in una guerra mai vista contro un partito nel bel mezzo di una campagna elettorale? Con una violenza di cui non vi è esempio in nessun’altra parte d’Italia? Coltivando sedizioni, promuovendo correnti, dando voce spropositata a chiunque avesse qualche critica da fare, senza stare a controllare chi era e quale autorevolezza potesse avere?

Dov’era il signor Comitato quando il Giornale fu del pari trascinato a

Il Governatore Giancarlo Galan

Amenduni (Nicola Amenduni si è dimesso nei giorni scorsi dalla carica di presidente dei probiviri della Popolare, ndr). Tutti i giornali, tranne il Giornale di Vicenza: poche sparute tracce. Che cos’è, presbiopia? Le cose troppo vicine non si vedono bene? E allora, come si spiega il microscopio che fu usato contro Forza Italia e Alleanza Nazionale?

Ecco, signor Comitato. Se la trovassimo anche su queste questioni, potremmo esclamare anche noi, lettori e abbonati del Giornale di Vicenza: abbasso Galan, viva la gloriosa e coraggiosa Redazione!

prender parte in una lotta di corrente che si apriva dentro Alleanza Nazionale? Combattendo l’uno e dando man forte all’altro?

Dov’era il signor Comitato quando il Giornale tenne scandalosamente nascoste per giorni e giorni notizie importanti che riguardavano, guarda caso, i proprietari (l’Associazione Industriali, ndr)?

Non enumero ulteriormente. Voglio solo concludere con un esempio di questi giorni, sperando di essere presto smentito. Tutti i giornali, nazionali e locali, riferiscono con ampiezza di particolari di una guerra in corso tra due potentati vicentini: Gianni Zonin e la sua Banca Popolare e la Famiglia

Giuliano Zoso

La lettera. Consigli per vivere le feste in modo diverso: con meno regali, meno frenesia e più umanità

Natale 2007: e se Dio fosse uno sbandato?

Ci stiamo avvicinando al Natale 2007. Il commercio l’ha già annunciato da qualche mese.

La pubblicità lo utilizza continuamente per poter sedurre i consumatori a sbizzarrirsi nelle compere natalizie. Tutti diventano un po’ più buoni. Almeno una volta all’anno bisogna diventarlo, dicono. Ma poi si ritorna come prima, o peggio di prima.

Quante luminarie fanno luccicare le strade! Quanti pacchidono riempiranno le nostre case! Quanta gente nei centri commerciali anche di domenica! Quante persone stressate in cerca di regali! Ma c’è ancora posto per Dio che vuole prendere dimora in mezzo? Oppure trova posto solamente nei presepi dei cattolici, dovendo fare la solita statuina del bambino Gesù?

In questo periodo di avvento,

ho cercato di capire come Dio potrebbe manifestarsi oggi. E credo che anche oggi stupirebbe la gente come ha sorpreso duemila anni fa i suoi conterranei: quanta sorpresa suscitò quando s’incarnò nel volto di un bambino, nato nella piccola città di Betlemme. Quel popolo mai aveva pensato che assumesse la forma di un bambino che non contava niente in quella realtà socio-culturale. Eppure fu proprio così: Dio si fece carne nella veste del povero bambinello scandalizzando i potenti e creando rifiuto agli occhi dei ricchi. Riconoscerlo è stato difficile, perché lo aspettavano in tutt’altra forma: come un grande re, profeta o sacerdote. Invece riuscì a spiazzare tutti, anche i suoi genitori.

Oggi potrebbe manifestarsi col volto dell’immigrato che viene discriminato perché è povero. E

i baci e le carezze dei passanti? farebbe la stessa fine del bamDio ha sempre stupito e sorpreso bino Gesù, che dovette scappare in Egitto con la sua famiglia per ogni qualvolta ha voluto prendenon essere ucciso dal re. Oggi re dimora in mezzo all’umanità. come immigrato Non ha seguito i dovrebbe andarsene nostri canoni civili, leggi e ordinanze perché la sicurezza politiche, costumi e degli italiani conta tradizioni religiose. molto, anzi è la prio- “Dio non vuole E neppure si è larità assoluta, e dopo sciato imprigionare come briciole ven- pacchi dono dai nostri templi gono l’accoglienza e e nemmeno religiosi. Ma si è la solidarietà verso che tutti manifestato sempre gli altri. siano E se Dio davvero con piena libertà di s’incarnasse nel vol- più buoni” azione e con forme to dell’immigrato? che hanno spiazSaremo pronti ad zato chi lo stava aspettando, pretenaccoglierlo? Oppudendo che seguisse re faremo un’ordii canoni stabiliti dall’umanità. nanza comunale per proibirgli Invece eccolo là in mezzo ai picdi presentarsi con le vesti delcoli, ai poveri, agli ultimi, agli l’immigrato, imponendogli di esclusi, ai sofferenti, ai discrimilimitarsi a rimanere nei canoni nati, a chi ancora oggi non conta del presepio tradizionale come bella statuina pronta a ricevere nulla…

È un Dio che non vuole pacchidono, neppure che siamo un po’ più buoni per l’occasione natalizia. Vuole piuttosto rigenerare le nostre relazioni umane toppe intrise di violenza e di discriminazione, per renderle capaci di solidarietà intelligente, di accoglienza autentica e di armonia gioiosa. Queste relazioni non le troviamo al supermercato e neppure nei centri commerciali, ma dipendono dai nostri nuovi stili di vita che non si limitano ad agire solamente a Natale. E allora siamo capaci di accogliere il Dio che viene da lontano?

Il Dio con noi che ci rivolge un appello davvero importante per la vita globale: meno cose e regali e più relazioni e rapporti umanizzanti.

Padre Adriano Sella missionario, movimento Gocce di Giustizia

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22 DICEMBRE 2007

fatti&notizie

RISTORANTE PIZZERIA

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Piazzale della Vittoria, 7 – Vicenza

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Si apre il dibattito sul piano urbanistico che decide il futuro della città Obiettivi ambiziosi, ma fondati su una premessa da dimostrare: la crescita a 120mila abitanti

Pat, un gigante dai piedi d’argilla

DI LUCA MATTEAZZI

Nemmeno il tempo di presentarlo in giunta – presentarlo, mica adottarlo – e subito sono esplose polemiche e imbarazzi. Non c’è da meravigliarsi, vista l’importanza strategica di un documento come il Pat, il piano di assetto territoriale che l’assessore all’urbanistica Marco Zocca ha presentato una decina di giorni fa. In pratica, si tratta del nuovo piano regolatore della città, dello strumento che definisce come dovrà svilupparsi Vicenza nei prossimi quindici anni e, soprattutto, come, dove e quanto si potrà costruire. L’obiettivo di Zocca è di portarlo in votazione prima della fine del mandato. Che ci riesca è tutto da vedere, visto la facilità con cui, negli ultimi tempi, la maggioranza inciampa anche su argomenti meno pesanti.

Obiettivi forti...

Frutto di oltre due anni di lavoro, i faldoni che hanno cominciato a circolare per il Comune in questi giorni delineano la città di domani. Si parla del nuovo stadio a Vicenza est, e del Menti riconvertito ad alloggi universitari, con la speranza che l’ateneo berico possa arrivare alla soglia dei 10 mila studenti.

Si recuperano molti dei famosi piruea, da quello delle Ftv a quello per il maxi parcheggio di interscambio a Ponte Alto, da quello che coinvolge il casello di Vicenza Ovest al progetto su San Silvestro. Si mette al centro dello sviluppo

Il progetto Vicenza Futura per il nuovo stadio a Ca’ Balbi

la futura tangenziale nord, e si abbozza anche una nuova tangenziale sud, rispolverando così una vecchia idea dell’assessore Claudio Cicero. Si propone il rilancio del sistema di trasporto pubblico partendo dalla creazione di una linea di tram su gomma che dovrebbe correre da Ponte Alto al park Bassano, passando per la stazione, e dalla stazione a piazza Castello. Si disegnano nuovi parchi fluviali, e si punta ad aumentare gli standard urbanistici (leggi servizi e spazi verdi) fino ad arrivare a quasi 50 metri quadrati per abitante. ... premesse deboli Tutto, partendo da un presupposto fondamentale: la città cresce, e nel 2020 – anno preso come punto di riferimento per tutta la programmazione del Pat -, avrà circa 120 mila abitanti.

In realtà, è proprio questo uno dei punti che merita di essere analizzato con maggior attenzione.

Le stime del comune sono basate su una serie di previsioni elaborate dall’università di Padova che, mettendo sul piatto della bilancia i flussi migratori (persone che vengono ad abitare

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com

a Vicenza e persone che se ne vanno, senza distinzioni tra italiani e stranieri) e gli indici di natalità e mortalità (quanti nati, quanti morti) ha proposto una serie di scenari possibili.

Tra questi, ce ne sono alcuni che dipingono una Vicenza con meno abitanti rispetto ai 114 mila di oggi e altri che, al contrario, immaginano una città che si gonfia fino ad arrivare a 135 mila residenti. I più probabili, comunque, oscillano attorno alla cifra di 120 mila persone usata come riferimento nell’elaborazione del Pat. Il punto è che si tratta, in ogni caso, di previsioni, non di certezze, di cifre che vanno monitorate e “aggiustate” periodicamente. Tanto più adesso che, dopo anni di crescita costante, i movimenti demografici della città cominciano a mostrare un’inversione di rotta, o comunque un momento di pausa. Dopo l’esodo degli anni ’70 e ’80, i residenti erano infatti tornati a crescere con regolarità a partire dalla seconda metà degli anni ’90. Si è passati dai 108.281 mila del 1996 ai 110.454 del 2000. Nel 2001 c’è stata una brusca battuta d’arresto, con una perdita secca di oltre 3 mila abitanti, ma già dall’anno dopo la corsa è ripresa: 2600 nuovi residenti nel 2002, 1400 nel 2003, altri 2 mila nel 2004.

Un piccolo boom, guidato dall’esplosione del numero degli immigrati che, tra il 1997 e il 2004, sono cresciuti con percentuali sempre superiori al 10 per cento, passando dai 3.800 del ‘97 agli oltre 14mila del 2006. Si è così arrivati alla situazione attuale, dove Vicenza conta circa 114mila abitanti, il 12 per cento dei quali straniero.

Negli ultimi anni, però, qualcosa è cambiato. Nel 2005 la crescita della popolazione è stata “solo” di 749 unità, nel 2006 appena di 36, nel 2007

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Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 8 settembre 2007

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

La scommessa In questa situazione, dunque, la scelta di puntare a quota 120 mila abitanti appare soprattutto come il frutto di una volontà politica: pensare che Vicenza acquisti 6 mila residenti nei prossimi 12 anni non è azzardato, ma non c’è nulla che lo assicuri. È piuttosto l’amministrazione che decide di perseguire questo obiettivo e, quindi, di aprire la strada ad un importante piano di costruzioni. Nel Pat si parla di 9 mila nuove abitazioni teoriche – in base al principio che se si disegnano sulla carta 9 mila nuovi appartamenti ne vengono effettivamente realizzati solo 6 mila - per un totale di circa un milione di metri quadrati di superficie, anche se solo un quarto di questi arriverebbe dal cambio di destinazione di aree oggi agricole, mentre il resto deriva dal recupero di aree dismesse ed abbandonate. Riassumendo, si punta ad avere seimila abitanti in più, quindi servono seimila nuove abitazioni (anche qui, presumendo che ormai quasi tutti facciano vita da single), quindi se ne mettono nel Pat 9 mila (specificando però che sono solo “teoriche”).

Le case dimenticate Cifre importanti, tanto più considerando che il vecchio prg consente ancora di edificare, come specifica la stessa relazione tecnica al Pat. E soprattutto considerando che in città ci sono già oggi oltre tremila appartamenti sfitti le ultime cifre ufficiali parlano di 3200 case vuote – come è facile notare dando

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un’occhiata ai cartelli con scritto “Vendesi” o “Affittasi” che fanno capolino da palazzi e condomini.

A questo punto viene davvero da chiedersi se il nuovo milione ci metri quadrati di edificazioni sia davvero necessario, o non sia piuttosto calcolato in base agli interessi dei soliti, influenti, costruttori. Oppure non sia, nella migliore, delle ipotesi, nato dalla volontà di sostenere l’unico settore dell’economia provinciale a non aver risentito della crisi, quello delle costruzioni appunto. “Nel complesso il comparto delle costruzioni si è mostrato in grado di assicurare un buon contributo all’economia vicentina – si legge nella relazione tecnica di presentazione del Pat -, particolarmente interessante quando è venuto a corrispondere a non facili fasi di transizione nei processi di modernizzazione indotti dalla globalizzazione. In quest’ultimo caso ne è derivato un apporto utilissimo”. Saranno i dibattiti dei prossimi mesi a dover fare chiarezza su questo punto. E non solo su questo.

Uno degli edifici a Ponte Alto, zona calda per l’espansione della città

Auguri a sindaco, vescovo e questore segue dalla prima

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI

potrebbe addirittura tornare un segno meno: in base agli ultimi dati disponibili, aggiornati alla fine di novembre, i residenti a Vicenza sono 114.058, circa 200 in meno rispetto alla fine del 2006.

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Ma è Natale e allora chiediamo solo al nostro sindaco (uscente) di rispettare le opinioni di tutti, anche quelle dei preti, visto che le sue, anche sul Dal Molin, le ha spesso coraggiosamente nascoste pur di mantenere a lungo e ben saldo il suo ufficio di primo cittadino. Primo anche nell’attaccare, in un giorno in cui ha (finalmente) tolto i freni al suo libero pensiero, pure il Questore, reo di aver sottovalutato il numero dei manifestanti (quando il nostro Enrico l’aveva ben previsto superiore ai 50.000 tutti armati di … vernice) e, quindi, trovatosi impreparato a fermare con migliaia di agenti in assetto di guerra quell’armata di vandali, che, come è sotto gli occhi di tutti, hanno deturpato Vicenza.

Ma è Natale e allora chiediamo solo al nostro Sindaco (uscente) di tacere, per una volta,

così, contraddicendoci, noi che avremmo sempre voluto un sindaco deciso e chiaro. Signor Sindaco riconquisti la sua pace interiore perché non è con la guerra al Vescovo e al Questore che si difendono la città e i suoi valori, valori da esprimere civilmente ma liberamente, anche a costo di non compiacerla. Chi a Vicenza vive da molto più tempo di me mi dice che questo è il suo vero neo: quello di amare solo chi la adula, sincero o interessato che sia, e di assaltare con livore chi, fosse anche il Vescovo o il Questore, non l’applaude. E lo dico io, che le sono stato dipinto come non plaudente, e perciò punito facendo cancellare dalla città un altro rosso, quello delle maglie della squadra di pallavolo di A1 che ho l’onore, e la passione, di presiedere. Ma ora mi sento in buona compagnia, quella del Vescovo e del Questore, e le auguro comunque e rispettosamente un Buon Na-

tale e un Felice Anno Nuovo, in altre attività.

Finisce il 2007 e allora Buon Natale e Buon Anno Nuovo a tutti. Soprattutto, perdonateci questa volta la parzialità, ai nostri sempre più numerosi lettori. Nuovo sarà anche VicenzaPiù, che il 12 gennaio tornerà in edicola prendendo vita nella nuova sede di Corso Padova. Più vicina al cuore della città, come sempre più vicino ai cittadini e ai lettori sarà il nostro settimanale, forte dell’entusiasmo e dell’indipendenza delle sue firme. Firme giovani ma storiche per la nostra verde vita, e firme meno giovani ma prestigiose che, e questa sarà l’altra novità del 2008 per VicenzaPiù, sono pronte a portare il loro contributo di opinioni libere e fuori da coro. Tonate in edicola il 12 gennaio, leggetele e commentatele. Libera…mente.

Giovanni Coviello

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22 DICEMBRE 2007

fatti&notizie Orari impossibili, aumento del lavoro, personale insufficiente: ecco i problemi dei 130 della Municipale. E solo il 50 per cento è impegnato nelle strade

L’occhio vigile della città diventa un po’ più miope DI TOMMASO QUAGGIO

Partiamo subito dai numeri: per l’intero territorio di Vicenza ad oggi sono a disposizione 130 agenti della Polizia Municipale, nel 1975 erano 150. Sembrerebbe un numero niente affatto trascurabile per la città, ma così non è. A questa cifra va infatti sottratto il 50 per cento delle forze, che sono impiegate negli uffici e in tutti i vari compiti cui il corpo è preposto: alla fine a pattugliare le nostre strade e a vigilare sul traffico ne rimangono solo 65. Già visti così i numeri iniziano a cambiare, e non di poco. Se in più aggiungiaSordi nel celebre film “Il vigile”. La polizia municipale ha una ricca presenza dell’immaginario collettivo mo una relazione di circa tre anni fa eseguita dell’Università di Paquella di tornare al “turno corto”, di lavoro massacranti, che ovviadova, in cui si stima in circa 220 ovvero fino alle 24. Ma l’assessomente si riflettono sul problema un numero adeguato di agenti per re Sorrentino non ci sta a questo numerico delle forze in campo. In tutto il territorio, allora le cose inidietrofront chiesto dai sindacalisti particolar modo quelziano a prendere una della municipale, e auspica invelo che risulta davvero piega davvero strana, ce che il “terzo turno” sia magari duro da sopportare e si capisce che forse attivo tutte le notti, non escludenè il cosiddetto terzo le forze sono davve- Le forze di do di arrivare addirittura a quello turno prolungato, atro poche. E quando polizia riescono che già tre anni fa fu motivo di un tivo tre volte alla setsono poche e il la- a malapena aspro dibattito, con tanto di protetimana dalle 20 alle voro aumenta, non a coprire il sta durante una seduta di consiglio 2 del mattino, turci si può certo tirare terzo turno.

Ma comunale, tra l’amministrazione e no che incide molto indietro. l’amministrazione causando il costante i vigili: il quarto turno, cioè il serE così il bubbone è vizio fino al mattino che, a conti aumento delle ore di scoppiato qualche sogna già fatti, metterebbe in serie difficoltà straordinario, la prosettimana fa con il il quarto gli operatori della polizia municiliferazione di orari in botta e risposta tra pale già carichi di straordinari, e continuo mutamengli agenti della mucreerebbe non pochi malumori. to e una programmazione molto nicipale e l’assessore alla sicurezza variabile, anche se quello che più Valerio Sorrentino proprio su un Gestione difficile preoccupa è l’erosione di due ore argomento che con la questione orCarenza di organico, quindi, e della giornata di riposo settimaganico ha molto a che fare. Il nodo agenti sempre più impegnati sul nale. La richiesta del corpo è stata della polemica sono infatti i turni fronte sicurezza, vedasi l’ultima ordinanza anti-alcool che ha gravato il corpo di un compito in più. “Premettiamo che Vicenza dal nostro punto di vista non ha bisogno di essere pattugliata di notte — spiega il rappresentate sindacale del Sulpm, Giancarlo Chemello —. Il perché è presto detto, anzi lo si può notare girando per la città: dopo una certa ora tutto si spegne. Forse le infrazioni più importati, a mio avviso, in quelle ore possono essere i divieti di sosta, ma ciò giustificherebbe la nostra presenza? Poi per un’emergenza siamo sempre pronti ad uscire, ma non dimentichiamoci che nel territorio ci sono anche altre forze dell’ordine come carabinieri e Vigilesse al lavoro. Una professione dura, a volte bistrattata dalla gente, ancor più difficile per le agenti donna polizia, attivi 24 ore su 24. Tutti vo-

tà da decidere spettano alla politica gliono più sicurezza ma non è quee non a noi. Negli ultimi due anni sto il modo di farla. Il nostro parere è stato fatto molto, come ad esemè che in città servono più turni di pio un bando di assunzioni, grazie pomeriggio, quando ci sono più rial quale arriveranno nuove forze chieste, e non di notte”. e anche nuovi mezzi. La centrale Insomma, la proposta è quella di operativa è stata ristrutturata e inconcentrare le risorse a disposiformatizzata. Io sono convinto che zione. “Gli uomini sono quelli che il sistema della ZTL si sbloccherà sono, e i turni dobbiamo farli tutl’anno prossimo. Prima di farlo enti. Come per la manifestazione di trare a regime dobbiamo accertare sabato 15 dicembre, eravamo tutti che tutto funzioni alla perfezione, impegnati lungo le strade – cone alla verifica di questo sistema di tinua Chemello -. Se per esempio controllo, da marzo di quest’anno, una pattuglia deve girare tre circosono impegnate quattro persoscrizioni non potrà essere di certo ne: la mole di lavoro è tanta, solo sempre presente, noi con grandi i veicoli autorizzati al passaggio sacrifici ci sforziamo di fare tutto sono 16mila, e non possiamo di ma siamo davvero in pochi. E poi certo dare multe a chi non c’entra è inevitabile non considerare il fato a chi è autorizzato e non ha fatto to che a causa di questa carenza di domanda. Diciamo che questa fase organico si verifichino dei buchi di sperimentazione deve durare di presenza. In questi anni ci sono il tempo necessario a non fare erstati degli sforzi ma servono anche rori che possono costare cari. Poi grandi investimenti: nuove macchiper anche riguarda la questione ne, strumenti nuovi, ma soprattutdelle multe si dovrà capire come to personale. L’Amministrazione andranno destinati questi incassi. a breve darà al corpo dieci nuove Attualmente infatti non è detto che assunzioni, ma poi se ne andranno i ricavi vengano autoin pensione altri otto maticamente girati al e ci troveranno punto corpo di polizia, dato e a capo. Quando par- Il Comune ha che non esiste una delo di investimenti mi promesso dieci libera specifica”. riferisco a scelte che nuove assunzioni Sulla questione temagari sono già state adottate in altri co- in tempi brevi. Ma lecamere spente, invece, si è aperta una muni come i semafo- fra poco polemica davvero ri intelligenti, o altre ci saranno otto paradossale. Quattro misure come la ZTL, pensionamenti. mesi di guasto - la che fanno affluire ri- E saremo centralina di piazza sorse alle casse”. punto e a capo dei Signori ha smesso di inviare il segnale ZTL e telecamere ad agosto e ha ripreso a novemL’una potrebbe portare alle casse bre - sono davvero uno scandalo, del comune 300mila euro, cifra condito dalla beffa che pochi giorche potrebbe essere investita anche ni prima del ripristino del guasto, nel settore sicurezza, l’altro invece proprio sotto l’occhio (spento) delè stata recentemente materia di le telecamere, alcuni malviventi scontro tra il primo cittadino e la hanno mandato in frantumi alcune sede di stradella Soccorso Soccorvetrine del centro. Fatto che ha scasetto. Ma andiamo con ordine. tenato l’ira del sindaco Enrico HülIl circuito delle telecamere per la lwech che ha tuonato contro queZTL è costato 150mila euro, per sta incredibile inadempienza e ha metà finanziato con un contributo addossato la colpa alla Polizia Mudella Regione Veneto. L’installanicipale. “Per riparare il guasto è zione risale a sette anni fa, ma solstato fatto il possibile — commenta tanto nel 2006 arrivò il certificato Rosini —; a settembre mi sono pure che omologava i varchi elettronici. assunto la responsabilità di firmare E ancora oggi è tutto bloccato, con un intervento di manutenzione di un mancato introito per le casse 20mila euro anche se non c’era una comunali che si potrebbe attestare copertura finanziaria, insomma ho attorno ai 300mila euro. Soldi che rischiato di pagare io l’intervento”. sarebbero potuti transitare anche Il comandante ha anche presentato verso il comando di via Soccorso una memoria nei giorni successivi Soccorsetto. alla sfuriata Hüllwechiana. Poi il “Premettiamo — spiega il comandapolverone è passato; oppure no? te della Polizia Municipale vicentiStaremo a vedere. na Cristiano Rosini— che le priori-

22 DICEMBRE 2007

speciale

Vicolo stretto E’ la stradina buia e sfigata in cui si vanno a ficcare tutti coloro che a Vicenza ragionano senza le paure, i lambicchi e i freni ipocriti della vicentinità (sindrome della vicentinìte). Si paga dazio: impopolarità, isolamento, ritorsioni.

Probabilità E’ probabile che il Pat sarà il vero banco di prova della campagna elettorale 2008. Chi deve costruire, dove deve costruire e quanto deve costruire: sono queste le domande attorno alle quali si gioca tutta la contesa politica di una città. A maggior ragione per Vicenza, dove i costruttori sono il vero potere forte.

VICEN

TI IS EV

Vicolo corto Strada senza uscita. E’ quella delle Grandi Opere: il teatro hüllweckiano (chi pagherà i costi?) e la base americana al Dal Molin (chi pagherà per la tangenziale, gli allacciamenti, la perdita definitiva dell’aeroporto civile?).

Domande retoriche, ovviamente.

PR

Tassa Patrimoniale E’ la tassa che i vicentini devono pagare sul patrimonio culturale della città ogni qual volta si tace sulla declinante essenza marchettara e perbenista della cultura in città: l’unico festival è quello della Bibbia, quello jazz ha perso il suo sponsor (il concessionario Mercedes Trivellato), rassegne ed eventi rimestano sempre nella solita sbobba, rare le occasioni animate da spirito controcorrente.

Via Accademia Corso Ateneo Piazza Università Al posto dello stadio Menti sorgerà il campus universitario, per ospitare i 10 mila studenti previsti per la Vicenza che verrà di qui a dieci anni. Era ora che ci arrivasse una ventata di freschezza in questa città di giovani vecchi, e di vecchi e basta.

IM

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Il 2007 vicentino: un anno vissuto pericolosamente tra intrallazzi, intrighi, fatti & misfatti

Parco della Vittoria Via dei Giardini E’ il senso del Pat preparato secondo moduli top-secret suggeriti dalla Cia: una Vicenza in cui si ricaveranno giardini dagli argini dei fiumi e in cui si sancirà la vittoria di certi interessi su altri.

Tassa di lusso E’ quella che dovrebbero pagare certi personaggi molto dabbene e molto danarosi che al solo pensiero di fare meno profitti gli prende un attacco isterico dando miserabili spettacoli di sè: guerricciole fra comari da cortile per il dominio delle associazioni di categoria, richieste anticostituzionali in nome dell’incasso pomeridiano, faide fra costruttori su chi deve cementificare di più. Tassateli senza pietà!

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speciale

Stazione Sud-Nord-Est-Ovest La stazione ferroviaria di Vicenza è un cantiere: la società Centostazioni con le due ditte in subappalto ha accumulato gravi ritardi.

Lavori eternamente in corso. Esattamente come quelli per l’alta velocità ferroviaria (Tav), il cui unico scopo ormai conclamato da decenni di rinvii e attese è ingrassare le aziende appaltatrici (anche se non piantano un metro di linea) e girare cospicui fondi illeciti alla politica (corruzione ad alta velocità, è stata giustamente chiamata).

Bastioni Gransasso Viale Monterosa Viale Vesuvio E’ la zona degradata, quella degli emarginati colti da insuccesso o caduti nel mirino di decisioni diciamo azzardate. Per esempio gli sport di punta di Vicenza, calcio e pallavolo: l’uno in piena crisi, col presidente Cassingena che se ne va “per stress”, l’altro emigrato a Imola. O per esempio quei quattro balordi, immigrati o no, che tanta paura fanno a certi benpensanti di professione che producono un diluvio di divieti che l’ancien règime se li sognava (non si può mendicare, non si può bere per strada, manca poco e non si potrà circolare se non vestiti in modo “decoroso”).

PR O B AB I L ITÀ

ZÓPOLI

Un Monopoli che va da Aim allo stadio, dal teatro al Dal Molin. Ma senza regole

Imprevisti Sono quelli che potremmo avere nella campagna elettorale per le comunali 2008. Magari non sarà la Sartori la candidata sindaco del centrodestra. O invece sì. Magari scenderà in campo la Manuelona Dal Lago.

O invece no. Magari per il centrosinistra si ricorrerà alla candidatura Variati.

Anche perché altri non ce ne sono.

Nel 2007 comunque non c’è stato nulla di imprevisto: la lotta fra lobby galanian-sartoriana (con contorno di imprenditori locali dissidenti in Assindustria) e lobby confindustrial-trasversale (da Carollo al Pd alla Lega in quota Dal Lago, con supporto del maggior quotidiano della città) è andata com’era facilissimo prevedere.

Ma l’imprevisto massimo potrebbe essere un armistizio fra le due cordate.

Corso Impero Piazza Giulio Cesare Largo Augusto Se il nuovo Teatro Civico potesse essere battezzato caricandolo dell’incommensurabile gioia con cui il panciotto del Sindaco Fondatore è esploso incontenibile, dovrebbe chiamarsi Teatro Imperatore Enrico II l’Augusto. Speriamo che la scelta degli spettacoli non finisca troppo presto nelle mani dei Cesari della Fondazione (Assindustria e Banca Popolare).

Vai In Prigione!

Vedi casella Società Elettrica (Aim). Vedi la massa di evasori che lo Stato sta scovando sempre più numerosi (le manette come in America, ci vogliono!). Vedi le combine per gli appalti truccati nel settore delle opere pubbliche (Appaltopoli), le truffe agli anziani, l’usura bancaria a piccoli e medi imprenditori, i processi per abusi edilizi (Ponte Alto, giusto per dirne uno ‘eccellente’)

Società Elettrica Società Acqua Potabile Come dire, la nostra Aim: ha passato il secolo, fino a una decina d’anni fa era una nave che andava a gonfie vele, e oggi è impantanata fra debiti, sfacciata lottizzazione partitica e inchieste giudiziarie in odore di tangenti.

Responsabili: l’ex presidente Beppe Rossi con l’amico Carlo Valle e tutto il cda di San Biagio, i partiti di riferimento (Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale) e il sindacoazionista. Monetine, monetine!

Largo Colombo Corso Magellano Via Marco Polo E’ la zona dello shopping, bisogno ancestrale dell’homo bericus. Ne è stato teorizzato financo il diritto (benché non ve ne sia traccia nella Costituzione). La Vicenza-bene per questo Capodanno raduna gli esemplari perfetti dell’ideologia berica: Den Harrow (un passato da musicista, oggi famoso per la sua salvifica apparizione nell’Isola dei Morti di Fama, pardon dei Famosi) e Ivan Cattaneo (quello della Zebra a pois, esponente della corrente gay dei programmi televisivi della domenica). La statua di Palladio nella piazzetta omonima farà come le Madonne di certi paesi italiani: si metterà a piangere.

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approfondimenti

Comitati d’affari, la lottizzazione che riparte, omissioni pericolose e un rilancio fittizio. Povera San Biagio, sempre più bistrattata

Aim, la Rossi-Valle connection e quel film (gangster) già visto DI ALESSIO MANNINO

Rossi-Valle connection, ovvero quella maledetta piattaforma di smaltimento rifiuti a Marghera.

La procura di Vicenza sta facendo emergere dalla spazzatura tutto il marcio di una possibile combine fra l’ex presidente del gruppo Aim, l’aennista Beppe Rossi, e il geometra (anche lui vicino ad An) Carlo Valle, faccia nota ai magistrati per l’inchiesta sull’agriturismo costruito nella Valletta del Silenzio (accanto alla Rotonda palladiana). Dove i due, da buoni sodali, si ritrovano un giorno e uno no a mangiare e pianificare affari con tanto di codazzo di ansiosi clientes. Insomma, pare che, nonostante la tegola giudiziaria cadutagli in testa, il duo targato Alleanza Nazionale non si dia per vinto.

Servizietti Costieri Le accuse sono cronaca di questi giorni. Nel 2003 Rossi avrebbe fatto rilevare ad Aim per il prezzo maggiorato di 5,5 milioni di euro il sito veneziano (di proprietà della Servizi Costieri di Valle) che era in stato prefallimentare, con le scorie dentro e di cui la Provincia non ne voleva sapere, e questo in cambio – è la tesi del procuratore Salvarani e del pm Falcone – di una “tangente” di 271 mila euro versatagli dall’amico per

alleggerirgli l’acquisto di una tenuta a Scandiano, vicino Grosseto. Il tutto gestito secondo una cronologia che per gli inquirenti non lascia adito a dubbi: Rossi e solo lui avrebbe condotto l’affare Marghera, facendo rimettere ad Aim, cioè ai vicentini, la bellezza di 3 milioni di euro (cifra a cui si arriva sommando i costi della costituzione di Aimeco, poi Aim Bonifiche).

Nel 2004 la Servizi Costieri finì indagata per traffici illeciti di rifiuti.

La figlia di Valle, Paola, arrestata nell’ambito di un’inchiesta che portò al sequestro dell’impianto. Ma all’inizio del 2005 che ti fa l’Aim? Assume la proprietà totale della controllata Aimeco che allora aveva in affitto il sito, comprando la quota di Ecoveneta (in mano alla privata Maltauro). E l’anno seguente, sostituitasi nel frattempo Aim Bonifiche ad Aimeco per la gestione dell’impianto, dall’affitto si passa all’acquisto, benché nel bilancio della Servizi Costieri il buco si sia allargato a 2,2 milioni di euro. A cui va aggiunto 1 milione e 200 mila euro per la ripulitura del sito data in appalto a Tre V Ambiente, ex socia di San Biagio in Aim Bonifiche. Il conto da girare alle casse del Comune unico azionista di Aim è quindi più salato.

Chiamata di correo Non solo. Ma va addebitato, per correttezza, anche al cda di Aim Bonifiche, a cominciare all’amministratore delegato Bruno Carta (Forza Italia). Perché se poniamo come vera

l’ipotesi della magistratura secondo cui l’affare Marghera è stato un business personale di Rossi e Valle, è anche vero che nei tre anni successivi al 2003 il responsabile diretto è stato chi gestiva la società Aim Bonifiche. Che pur coi debiti, pur con la contrarietà della Provincia di Venezia, pur con l’uscita di scena della Maltauro, pur con il costo di ripulimento - pur con tutto ciò, ha deciso di rilanciare acquistando l’area e avallando così le discutibili scelte di Rossi.

Lo strano caso di Valore Ambiente E discutibilissimo è il modo in cui oggi si sta cercando di dare una sistemazione alla spa che eroga luce, acqua e gas ai vicentini. Per due motivi. Uno è il singolare modo di procedere per rendere giustizia a Vicenza della malagestione di questi anni. Il sindaco ha ricevuto mandato dal consiglio comunale di querelare come Comune e Aim l’ex presidente e gli ex consiglieri di amministrazione della holding (Rossi, Carta, Moscatelli, Bertelle, Tricarico, Fortuna). Benissimo. Ma alcuni di costoro siedono ancora nei cda di alcune controllate e percepiscono i relativi emolumenti. Rossi, per dire, è ancora a capo della Sit, ed è anche nel cda di Valore Ambiente. Sandro Bordin (ex segretario cittadino di Forza Italia) ne è da poco l’amministratore unico. Prendiamo proprio il caso di Valore Ambiente. Il commissario Zanguio ha chiesto a Rossi di

dimettersi. Ma lo stesso Zanguio e Rossi si riuniscono pacifici a discutere della (s)vendita della discarica, magari per girarla ai privati che così la rilevano a 10 per guadagnarci 30. Ma si può?

Sì, e da parte di Zanguio si può anche presentare un’analisi corredata di L’ex presidente dell’Aim Giuseppe Rossi proposta alla conferenza la presidenza, Forza Italia che rivendei capigruppo del consiglio comudica alla luce del sole dei propri connale indicando tutti gli errori e gli siglieri politici (altro che tecnici), e orrori dello spezzatino finanziario e magari anche con l’Udc che vorrebbe dell’era Rossi mantenendo lui e altri un posticino pure lei. Mentre la Lega pezzi del suo passato potere (BorNord si è defilata, facendo finta di din, ma anche il costruttore Eugenio non avere mai avuto due suoi uomiMaggian) ben saldi su remunerate ni al timone di San Biagio (Bertelle e poltrone Aim. Il venerabile commisTricarico). I tempi e i modi sono tutti sario ha presentato una drastica rida vedere, ma la longa duzione della galassia manus dei partiti (a societaria a due sole loro volta propaggini sigle (una operativa di interessi privati) ci e una commerciale), Cambierà sarà. Si aspetta solo prospettando la ven- tutto per non di capire chi saranno dita della piattaforma cambiare di Marghera, e così ha niente: i partiti i vincitori nella partita metà fra politicizzaapertamente sconfescontinueranno azione e affarismo che sato l’operato dell’ex a fare il bello si sta giocando su Aim. cda. Ma poi ne tiene Perché restando Zanimportanti esponenti e il cattivo guio oltre i limiti del ai vertici di San Bia- tempo mandato “straordinagio. rio”, si rafforza la posizione di chi comanda in Assindustria.

Torta da spartire Perché si rimanda il tempo delle vere E, purtroppo, si può anche pensare decisioni (piano industriale) a dopo al rilancio della multiservizi cittadina le elezioni del maggio prossimo. Sarà come sempre si è fatto: in termini di quello il momento della verità. Da lottizzazione fra partiti. Ovvero con cui, tuttavia, uscirà un film già visto.

Alleanza Nazionale che scalpita per

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approfondimenti Su Aim e Pat cominciano le grandi manovre per le prossime elezioni comunali.

Il disegno targato Dal Lago-Pd contro la Sartori

Le due maggioranze di Sala Bernarda e l’invencible armada di Confindustria la crisi fra i due gruppi consiliari “alleati”, An si troverebbe nella difficile condizione di giustificare la frattura a poche settimane dalla campagna per le elezioni.

DI ALESSIO MANNINO

Aim e Pat. Saranno la malconcia azienda multiservizi e il piano urbanistico della città i due campi di battaglia su cui vedremo scontrarsi partiti e interessi nei prossimi mesi, alla vigilia della campagna elettorale di fine primavera.

An furiosa L’Aim, con la benedizione del sindaco Hüllweck, è ancora sotto cura Zanguio. Il commercialista chiamato a certificare lo stato di malattia della spa al 100% del Comune si è auto-esteso il mandato fino a proporre una bozza di riorganizzazione che fa a pezzi – scusate il gioco di parole – lo spezzatino Interdonato, ossia la crescita tumorale di partecipazioni e controllate su cui aveva prosperato la gestione Rossi (leggi: An di Conte, Fi di Sartori e Lega Nord). Alleanza Nazionale sotto l’egida di Sergio Berlato s’infuria: Zanguio sta debordando.

E ha ragione. Ma fino a dove si spingerà An per far valere le proprie aspirazioni sulla presidenza Aim, resta un punto interrogativo. Per ritorsione potrebbe voler rendere la vita molto difficile al sindaco, e proprio nelle sedute consiliari sul Pat, ad esempio.

Hüllweck dovrà andarci cauto a contrapporsi alla luce del sole a Berlato, perché così farebbe emergere in modo lampante che ormai lui non conta più sulla sua maggioranza “ufficiale”, ma su di un’altra, trasversale.

Sala Bernarda

Maggioranza “occulta” Cioè quella che ha rifatto capolino durante l’ultimo consiglio comunale per intimargli la querela contro l’ex cda di San Biagio. Una maggioranza “occulta” ben vista dalla Confindustria locale, basata su un’intesa di fatto fra la Lega – in Sala Bernarda controllata dalla Dal Lago – e il Pd, con il supporto di Vicenza Capoluogo. Forza Italia ha un gruppo consiliare di mezze figure, che seguono passivamente il barcamenarsi del sindaco fra l’autoconservazione fino all’imminente scadere della legislatura e gli ordini-lettera morta che arrivano dal partito, cioè da Lia Sartori. Se Hüllweck si scontra pubblicamente con An, sarà costretto a gettare la maschera. Ma, dicevamo, non è detto che An tiri la corda fino a spezzarla. Perché il suo potere di coalizione dipende dal ruolo di perno di Forza Italia, e una volta spiattellata davanti all’opinione pubblica

Fi sotto attacco Del resto la strategia di Pd e Lega è proprio quella di mettere in difficoltà An e Forza Italia, colpendo quest’ultima che è l’anello debole della CdL. Vedi ad esempio il caso Ipab, l’ente assistenziale per anziani guidato dal forzista sartoriano Gerardo Meridio: il nuovo statuto è stato bocciato coi voti democratici e leghisti. Un sodalizio che evidenzia i due veri fronti in campo: Lega-Pd (con l’appoggio esterno dei neo-democristiani di Giorgio Carollo) contro Forza Italia-An. O meglio: Dal Lago vs Sartori.

Questi ultimi due sono oggettivamente vicini, oggi. Entrambi vorrebbero mettere il loro marchio al nuovo cda Aim al più presto. Ma finora l’ha avuta vinta il fronte avversario, allungando la vita a Zanguio. Nei prossimi mesi si giungerà a una delibera d’indirizzo che dovrebbe recepire le proposte di Zanguio, piantando così una mina (o un tassello d’augurio, a seconda del vincitore delle elezioni) alla futura giunta. Ingegnoso artificio per mettere elettoralmente il cappello su San Bagio.

Pat delle mie brame Lo stessa sequenza potremmo rivederla per il Pat, grande bottino per gli appetiti di costruttori ben rappresentati nell’assindustriale

Palazzo Bonin Longare. Il piano, preparato dall’assessore all’urbanistica Marco Zocca, è un regalo agli amici industriali. Sarà il vero banco di prova su cui si formeranno le liste elettorali dei partiti, il vero tesoro su cui s’intersecheranno gli intrecci fra politici, clientele e potentati economici. Non è escluso che fra la lobby a tutt’oggi soccombente, quella della Sartori che pure è data per candidata sindaco vincente (che in questa fase ha come alleato nientemeno che Zonin) e quella confindustriale sia stato raggiunto un accordo di scambio fra Aim e Pat: ok per un’Aim per ora in mano agli amici di Assindustria (ma con l’obbiettivo finale di immettersi nella maxi-holding del Nordest sponsorizzata da Galan), in cambio di un Pat marchiato Assindustria.

Variati superstar La Sartori dalla sua ha i numeri, i voti forzisti (o del Partito della Libertà che dir si voglia: trattasi di maquillage e poco più). Ha dalla sua il governatore Galan, che gode di grande popolarità. E avrà dalla sua, fra i fuochi della campagna elettorale, tutto il carisma mobilitante del rinato Silvio Berlusconi.

Confindustria e la Dal Lago, con l’aiuto degli strateghi del Pd, potrebbero allora puntare su un cambio di fronte. La Confidustria, per tentare di fermare la Sartori. La Dal Lago idem. Una sua candidatura a sindaco è teoricamente sempre possibile, ma unicamente a condizione che gli sviluppi della politica non solo loca-

le, ma anche nazionale, le offrano validi pretesti: una rottura fra Bossi e Berlusconi, o un Galan che riesce a farla sloggiare dalla presidenza dell’autostrada Brescia-Padova. Infine il Pd, perché ci guadagnerebbe l’appoggio a un proprio candidato sindaco. Magari quell’Achille Variati che ecumenicamente non ha tralasciato di raccogliere il suo pacchetto di voti anche durante la marcia No Dal Molin, prendendo ovviamente le distanze dai quattro scarabocchi sul teatro dipinti come un attentato terroristico dal confindustriale Giornale di Vicenza. Variati: benedetto da Oscar Mancini della Cgil (ma soprattutto della Sinistra Arcobaleno: per fargli terra bruciata?); ex sindaco Dc che può contare sul gradimento dei moderati cattolici; e soprattutto uomo con ottime credenziali presso Assindustria. Variati al posto della Dal Lago (che agirebbe dietro le quinte) per la sfida contro la Sartori, all’arrembaggio di quei voti della cosiddetta antipolitica per cui già è stata mandata in avanscoperta Vicenza Capoluogo, con l’idea degli Stati Generali anticentrodestra. Una trovata per agguantare spericolatamente anche i locali fan di Beppe Grillo. Per contare al secondo turno, magari, anche sull’appoggio di una lista del Presidio Permanente (con Olol Jackson e Cinzia Bottene come candidati), di cui si vocifera negli ambienti No Dal Molin. Un’invencible armada con lo stendardo dell’aquila confindustriale alla guerra contro gli invasori Sartori-Galan. Invincibile armata, o armata Brancaleone?

Scorrettissimo

Galan il panzer, Hüllweck l’incontinente e la parabola degli schei Panzer Galan. Il governatore Giancarlo Galan attacca il Giornale di Vicenza. Nessuna novità: sono anni che Forza Italia ce l’ha con l’organo di Assindustria vicentina, acerrima nemica del Doge Azzurro. Ma stavolta Galan ha sbagliato completamente bersaglio. Ha accusato il GdV di essere “antiamericano”. Ma come, il quotidiano di Antonacci e Smiderle, gli yankees ad honorem, i fustigatori dei ribelli No Dal Molin, i supporters del teorema dell’indotto, sarebbe contro gli Americani? Galan detto Panzer Tigre: un carrarmato di faziosità gratuita che darebbe il destro persino a Goebbels di farsi passare per un paladino della libertà di stampa.

Hüllweck 1 e 2. Ti prego Enrico, basta! Per Natale volevamo fare un fioretto e non scrivere più delle tue boutades, e invece ci costringi, causa la tua pervicace incontinenza verbale.

Per quattro scrittarelle sul muretto del nuovo teatro hai evocato “guerriglia, disordini, danni economici e materiali”: morte e distruzione, insomma.

Una pacifica e persino noiosa manifestazione svilita ad attentato quaedista a Vicenza. E quei No base che sono venuti a ripulire li hai pure sbeffeggiati. Ah, già, ma tu eri per abolire il diritto a manifestare sotto Natale perché non sta bene, non fa atmosfera da pandoro e albero coi regali.

E poi, pure la Chiesa. Te ne sei uscito con un “È ora che la chiesa vicentina esca da questo

equivoco, che decida una volta per tutte da che parte stare”.

Ma il Papa Ratzi non ha più volte dichiarato che la Chiesa non fa e non deve fare politica? Noi pensiamo la faccia eccome, per carità. Ma allora, Enrico, anche tu sei diventato dei nostri, cioè di coloro che vorrebbero meno ipocrisia e più trasparenza, secondo l’evangelico “sì sì, no no”. Occhio, però: la diocesi potrebbe appoggiare il candidato sindaco del centrosinistra. A spararle grosse, non si sa mai come tornano indietro.

I mercanti e la cruna dell’ago . E, visto che siamo sotto le feste, continuiamo con i preziosi insegnamenti di Gesù.

Cosa avevano detto, ridetto e stradetto i commercianti ca-

pitanati dalla destrorsa Anna Iannò? Che la marcia No Dal Molin del 15 dicembre avrebbe desertificato la città, con le finestre che sbattono al sibilo del vento e la paura che regna da dietro le tapparelle. Lungo il tragitto del corteo, invece, quei negozi di alimentari e quei bar che hanno tenuto aperto hanno fatto affaroni.

Il centro si è ripopolato nella seconda metà del pomeriggio, e la tranquillità delle decine di migliaia di persone che hanno sfilato ha rasentato il relax del picnic. Chiaro che i clienti di una gioielliera o delle boutiques del centro sono andati al centro commerciale. Ma era lecito vietare un diritto costituzionalmente garantito perché i commercianti di Corso Palladio hanno perso

Il sindaco Enrico Hüllweck

una mezza giornata? Un’intera città doveva essere ostaggio di una piccola lobby e del suo portafogli? Gesù, giustamente, diceva che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che non un ricco nel Regno dei Cieli. Cioè che uno che pensi sempre e solo agli schei capisca che non di soli schei vive l’uomo.

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fatti&notizie

Bambine dolcissime che promuovono ditte di spurghi e liquidazioni urlate ai quattro venti. Sui muri della città le nuove tendenze della comunicazione

Ninne nanne, angioletti e pastorelli le pubblicità controcorrente DI STEFANO FERRIO

stagno”, “Mi sono comperato una Coyota”). Sono parole che testimoniano un latente, ma sempre più significativo superamento di quella Civiltà dell’Apparire a cui sembravamo tutti assuefatti durante gli anni di una presunta crescita illimitata. Né sia visto come un caso il fatto che spuntino dalla diciassettesima edizione dell’annuario con il quale gli artigiani vicentini ci invitano amabilmente a ridere di un nonsense aziendale sintomo di malesseri più profondi.

La serena ninna nanna “garantita” da una ditta di spurghi biologici, gli angioletti assoldati da una cooperativa di pulizie, il primo piano del pastorello mongolo con un capretto fra le braccia. Immagini che bucano la superficie di una comunicazione ancora appiattita sulle facce preconfezionate, i sorrisi surreali, e i simboli bolliti di un benessere di massa ormai minato dalla crisi. Immagini rubate al paesaggio vicentino per essere censite con più attenzione Quell’innocente desiderio di sul finire di un anno difficile essere “visto” e capito attraanche per l’economia locale. verso il filo telefonico rivela Immagini che cercano di non nello stesso tempo un senfermarsi allo sguardo, pun- timento di sfiducia e uno di fiducia. Lascia trapelare un tando piuttosto al cuore.

D’altra parte “Il mio stato rifiuto dell’immagine in grado di dire tutto, d’animo si vede privilegiando la anche per tele- L’immagine possibilità che, fra fono” recita una non basta. “umani”, si riedelle irresistibili sca a comunicare perle che costel- Le nuove lontano dagli oclano “A sirene pubblicità chi. Alcune delle spietate”, campio- caricano campagne, e dei nario 2007 delle testo e foto messaggi pubblicastronerie dette con emozioni. citari più intellio scritte in seno Spesso genti e originali all’Associazione visti a Vicenza Artigiani di Vicen- contrastanti in questo ultimo za (segnaliamo, scorcio dell’anfra le altre 138, “Esercitiamo un’attività santuaria”, no prendono atto dell’insuf“Hiroshima e Kawasaki”, “E’ ficienza del visivo fine a se come buttare il sesso nello stesso, caricando grafica, foto

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La Nogara e la sua pubblicità choc, un esempio della nuova tendenza comunicativa vicentina

e testo di un valore aggiunto che rimanda a sentimenti, sicurezze interiori, desiderio di coccole. Tutte espressioni di un fattore umano che appare sempre più necessario per garantire la bontà di un servizio o un prodotto a consumatori psicologicamente esposti alla minima spesa inutile.

“Proprio per questo – chiarisce Morello, intercettato verso l’epilogo di un’altra, lunga giornata di urgenze – io devo rassicurare il cliente, e spiegargli che si affida a chi può ridargli la gioia di fare sogni d’oro”. “Ovvio che abbia scelto una bambina, perché un uomo addormentato non dice nulla, mentre una donna dice anche troppo” conclude ridendo Morello, soddisfatto di aggiungere questa campagna alla precedente, realizzata usando un esilarante coyote alle prese con un pericolosissimo tubo.

Esemplare la strada scelta da Nicola Morello, da dodici anni titolare e braccio operativo della Euro Spurghi, con sede in viale Mazzini. Rivolgendosi a un’utenza che ha bisogno di ripulire fetenti vasche biologiche, svuotare maleodoranti cantine, noleggiare cessi chi- Sullo stesso buonumore sumici e disintasare condutture scitato da fumetti e cartoni ingolfate da chissà quali or- animati investe la cooperativa rori, rifugge da qualsiasi ico- “Angels”, che da qualche anno nografia pesante fatta di tubi, ha sede in via Bixio. Dove stamelme, croste e miasmi. Nei ziona il furgone della ditta, depliant distribuiti solitamente impein giro per la città gnata in un traslopunta invece a una Sentimenti co, i passanti spendolcissima e angedono volentieri un di sicurezza lica bimba, colta sorriso di fronte nel sonno a caval- e desiderio ai pestiferi angiocioni di una mez- di coccole. I letti che, armati di zaluna. Sotto la pubblicitari scope, compaiono foto ecco le parole puntano sul sulle fiancate del che spiegano “Per tocco umano mezzo. “E’ stata farti dormire tranun’idea del presiquillo”. Messaggio dente, Massimo chiaro, mirato a Cazzola – precisacancellare gli incubi che col- no in sede. – Una trovata molgono inevitabilmente chiun- to felice, per come fa passare que si ritrovi alle prese con un l’immagine positiva di questa esondante pozzo nero, un wa- cooperativa multietnica, dove ter inutilizzabile o un garage un buon 90% dei soci è di oriallagato. Puzze più spese dan- gine extracomunitaria”. no una somma intollerabile. Un mondo lontano dal nostro

balza agli occhi nella campagna fotografica “Cashmere”, lanciata da Francetich, pellicceria di Montegaldella. La produzione è quella di maglieria per uomo e donna realizzata usando il celebre pelo della capra hircus, che vive sugli altopiani dell’Asia centrale. La foto mostra un capretto amorevolmente tenuto fra le braccia da un pastorello mongolo.

Qui la bellezza è tutta nella freschezza di un’istantanea dove non c’è alcuna posa costruita, ma solo la buffa innocenza di due “cuccioli”, fra i quali quello più a suo agio con l’obbiettivo si dimostra l’ovino, mentre il ragazzino non va oltre un cauto e timidissimo sorriso.

Se è vero che la Verità assoluta non esiste, è altrettanto vero che andarci vicino premia, perfino nella pubblicità.

Lo dimostra questa tenera coppia di involontari testimonial e, in modo più duro e diretto, la campagna con cui la Nogara Abbigliamento di Creazzo ha scandito, un’immagine dopo l’altra, i tempi della chiusura e della liquidazione del magazzino seguite al fallimento dello scorso anno.

Prima la scritta a caratteri cubitali “C’è crisi”, poi l’esplosione di un palazzo stile 11 settembre, e infine l’annuncio della parola Fine per il prossimo 31 dicembre. Tutto triste, ma da manuale della comunicazione.

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altovicentino

22 DICEMBRE 2007

Nella cittadina degli scacchi un corso per falconieri unico in Italia. Boom di domande: per passione, lavoro, e voglia di cambiare vita

Marostica, dove osa il falco DI FEDERICA CEOLATO

tenere lontani altri uccelli, come nel caso del bird-strike, ossia della collisione di uccelli con i motori degli aerei in fase di decollo o atterraggio, per il quale gli ultrasuoni non bastano. “Il falco viene lanciato in volo, intimando alla predazione e, quindi, spaventando e dissuadendo gli altri volatili. Ma il suo utilizzo è anche nelle discariche, nelle colture agricole, negli allevamenti intensivi e nelle città d’arte, dove è sufficiente la sua presenza in volo per tenere lontani i piccioni”.

A guardare il cielo terso e limpido in queste gelide giornate invernali, capita di incontrare il volo comune di passeri o merli alla ricerca di cibo, ma anche quello straordinario di rapaci, quali sparvieri, poiane e astori. Il volo del falco è una tra le emozioni più intense di libertà e di indipendenza. Lo osserviamo, sicuro e padrone di sé, volteggiare in aria, scherzare con il vento e giocare con le correnti termiche. “Il falco Una scuola unica in Italia non perdona, tornare da noi duranPer rispondere a queste crescenti te un’esercitazione è una sua scelta richieste di personale specializzato, di fiducia, che dobbiamo conquioltre che per il successo riscosso starci in ogni momento. Il rapporto nelle precedenti edizioni, sono parche si crea con il falconiere è di forte tite anche quest’anno le iscrizioni al e reciproca collaborazione, mai di 4° corso di qualifica professionale costrizione o di dominio – racconta per diventare falconieri, organizzato con una passione disarmante Salvadal Museo e dalla Scuola Italiana di tore Foglio, direttore del Museo OrFalconeria e Astoreria, nitologico “A. Fabris” indetto dalla Regione di Marostica, nonché Veneto. “Finora sono biologo dei rapaci con 350 persone arrivate 184 domanun’importante esperienza consolidata si contendono de per 25 posti. Ogni anno in media riceviasul campo -. Essere i 25 posti mo dalle 300 alle 350 coerenti è d’obbligo, disponibili. richieste di partecipaaltrimenti si rischia Richieste di zione – spiega Foglio, di perdere l’animale.

Ed è proprio durante collaborazione curatore del corso -.

Ciò dimostra un intel’addestramento, a se- anche dal resse crescente per la conda di come noi riu- Marocco falconeria, oltre al fatsciamo a gestire emoto che siamo il primo zioni ed istintività, che ed unico ente in Italia ad istituire il falco scopre il nostro lato migliore un corso a qualifica professionale, o quello peggiore!”. con diploma riconosciuto a livello europeo”.

Falconieri nel terzo millennio “Compito non facile – prosegue il L’attività di falconiere è sempre più curatore - è la selezione per il colrichiesta da aeroporti e amministraloquio dei partecipanti; la lettera di zioni pubbliche e private per difenpresentazione è, infatti, fondamendersi da disturbi, inconvenienti o tale per capire quali siano le motipericoli che spesso solo il falco può vazioni e la volontà di diventare falevitare. Il suo utilizzo si è dimostraconieri: l’amore e la passione per gli to, a volte, l’unico mezzo efficace per

I partecipanti del corso 2007

animali è il requisito essenziale. Il falco non è un oggetto, ma un essere vivente che richiede cura, protezione e rispetto”.

Voglia di cambiare vita Il corso offre concrete opportunità di lavorare come falconiere, purché impegno, buona volontà e motivazione vengano perseguiti anche al termine delle 350 ore di formazione, con un’esperienza di tirocinio o di perfezionamento in affiancamento a professionisti qualificati. “Molte persone – spiega Foglio - si avvicinano alla falconeria per curiosità o cultura personali. La maggior parte, invece, la considera una possibilità per una nuova attività professionale o, addirittura, per cambiare meccanismi e dinamiche del quotidiano!

Infatti, se nei primi anni - il corso è partito nel 2004 come progetto pilota della Regione Veneto - erano principalmente ragazzi quelli che partecipavano al corso, ora l’età va dai 20 fino ai 55 anni, quindi, anche liberi professionisti, dall’avvocato al medico, e provenienti da tutta Italia.

L’esperienza del corso si può concretizzare in varie tipologie di attività, come nel caso di alcuni diplomati degli anni scorsi, da cui è nata Alantica - compagnia dei falconieri, con lo scopo di diffondere l’arte della falconeria, riconducendola ai nostri tempi, tra le persone di qualsiasi età e cultura, mediante attività didattiche sui rapaci, incontri e conferenze sulla falconeria ed esercitazioni”.

Gemellaggio con il Marocco L’attivazione presso il Museo Ornitologico di Marostica della prima scuola di falconeria abilitata a rilasciare diplomi di qualifica europea ha suscitato l’interesse di numerosi centri internazionali e di paesi stranieri dove esiste un’antica e consolidata tradizione di questa disciplina.

“Sono appena rientrato dal Marocco, dove ho incontrato l’Associazione Reale di Falconeria di Rabat, che fa capo alla famiglia reale, perché interessata ad una collaborazione con la nostra scuola per uno scambio di docenze – aggiunge il direttore del museo -. Da parte nostra trasferiamo la tecnologia, mentre da loro acquisiamo la filosofia sulla falconiera, che si tramanda da generazioni”.

In Italia questa antica arte venatoria giunge dalla Sicilia per opera degli arabi e normanni e dalla Germania.

Il massimo esponente fu Federico II (ca.1200), che scrisse uno dei migliori trattati di falconeria, il noto codice federiciano“De Arti Venandi cum

“Il falco non perdona”: tra falconiere e rapace si forma un legame fortissimo Avibus”, tuttora di fondamentale importanza, soprattutto nelle tecniche di addestramento. “Il gemellaggio con il Marocco – spiega Foglio -, verrà sancito con la donazione della traduzione in lingua araba di questo trattato, con il contributo finanziario della Regione Veneto. La consegna è prevista entro la fine del 2008.

Un evento che rappresenta un contributo prezioso non solo in termini di ricerca scientifica e di scambio di informazioni, ma nel senso più trasversale di incontro fra culture, storia e tradizioni”.

rivelarsi estremamente terapeutico in determinate situazioni. “Come Museo, svolgiamo anche attività volontaria di pet therapy presso associazioni o enti che si occupano di anziani o di persone in condizioni disagiate; facciamo dimostrazioni di volo, ma anche, a volte, contatto diretto con il falco – conclude -. Le reazioni, in entrambi i casi, sono estremamente positive e i risultati altrettanto soddisfacenti”.

Pet therapy Come noto, infine, l’impiego di animali in attività di riabilitazione psico-fisica o sociale è sempre più diffuso, e anche il falco può L’allenamento instaura un rapporto di fiducia con il volatile

Rapaci in pericolo: la morte viene dall’alto Rispetto a qualche anno fa, non è raro vedere falchi pellegrini o pecchiaioli, sparvieri, astori, poiane e, persino, aquile o qualche esemplare di gheppio volare sopra le nostre campagne o vicino alle montagne. Mentre una volta la caccia indisciplinata e i veleni e pesticidi utilizzati in agricoltura erano la principale causa di morte dei rapaci, oggi si assiste ad una moria diffusa, ma silenziosa, causata dai cavi delle linee elettriche. Il rischio è collisione o elettrocuzione, ossia fulminazione per contatto con elementi conduttori, soprattutto in ore di scarsa visibilità o con nebbia. Questa rete di fili scoperti, con tensioni che vanno da 10.000 volt in su, causa ogni giorno la morte di migliaia di uccelli, soprattutto rapaci, ma anche cicogne e fenicotteri.

Particolarmente a rischio sono

le strutture delle linee ad alta tensione quando la distanza fra i conduttori elettrici è inferiore all’apertura alare degli uccelli che potenzialmente possono posarvisi. “Ci stiamo adoperando – spiega Foglio - per richiedere all’ente gestore e alle pubbliche amministrazioni una messa in sicurezza degli impianti elettrici esistenti e la realizzazione di nuovi, utilizzando soluzioni tecniche innovative finalizzate alla salvaguardia dell’avifauna, così come avviene normalmente negli altri Paesi Europei e negli Stati Uniti, dove la sensibilità si è dimostrata senz’altro maggiore. Il nostro impegno è finalizzato, quindi, alla tutela degli uccelli, ma anche alla richiesta di adozione di misure di contenimento del rischio di collisione, affinché diminuiscano queste morti assurde”.

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22 DICEMBRE 2007

economia

Consentono buoni guadagni e permettono alle Pmi di crescere e creare occupazione: ecco cosa sono i fondi di private equity

Private equity, il pepe delle piccole aziende DI MARCO ZACCARIA

Come è noto, l’Italia è una nazione caratterizzata dalla presenza di una rilevante numerosità di piccole e medie imprese industriali situate per la maggiore nelle regioni settentrionali. Il problema che ha sempre caratterizzato questa tipologia di impresa è stato quello della sottocapitalizzazione; più semplicemente, i soci non investivano rilevanti somme di denaro nell’impresa, o per minimizzare il capitale di rischio, o perché non detenevano somme adeguate.

Poiché è difficile far crescere un’impresa senza l’apporto di capitali adeguati, si è dato vita a specifici veicoli societari denominati fondi di private equity.

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Con il termine private equity si intende l’apporto di risorse finanziarie da parte di operatori specializzati, sotto forma di partecipazioni al capitale azionario o di sottoscrizione di titoli obbligazionari convertibili in azioni, per un arco temporale medio-lungo, in aziende dotate di un progetto e di un potenziale di sviluppo. Il private equity può assumere diverse forme a seconda della fase di intervento e dello stadio di vita dell’azienda: venture capital, expansion/ growth capital, leverage buyout/replacement capital, turnaround financing.

In particolare, nella fase di expansion/growth capital, i fondi di private equity apportano nella società oggetto dell’operazione denaro, conoscenza di processi produttivi e canali di vendita e visibilità nel mondo finanziario (tutti fattori utilissimi alla crescita dimensionale dell’impresa), il tutto attraverso l’acquisizione di pacchetti azionari che di norma fanno mantenere il controllo alla proprietà storica.

Nella fase di replacement

capital, invece, tramite, il fondo di private equity acquisisce una percentuale rilevante dell’impresa, finanziando l’acquisto per la maggior parte a debito che poi scaricherà sull’impresa acquisita, e qui la finalità è quella di sostituire o quantomeno integrare fortemente la vecchia governance con membri indicati dai nuovi soci (il fondo); mentre nel caso del turnaround financing, lo scopo del fondo è quello di intervenire in imprese in grandi difficoltà (meglio se solo finanziarie e non operative) con lo scopo di far riemergere l’impresa dallo stato di crisi.

Particolare è infine il caso del venture capital, fase in cui un’impresa è ancora nelle prime fasi di vita ma, avendo un progetto ambizioso di espan- Le piccole aziende possono utilizzare questi fondi per investire in ricerca sione che richiede apporti di denaro che la proprietà fonda- no la certezza che gli operatori del semplice investimento in trice non detiene o non vuole del fondo cercheranno in tutti azioni, in quanto le quote del riversare nell’impresa, si trova i modi di ottimizzare gli inve- fondo che i privati acquisiscono nella condizione di stimenti, per un non sono generalmente cedibili dover ricercare fimotivo semplice: la prima della data di chiusura del nanziatori disposti Renato Soru ha principale rimune- fondo. Questa particolare caratad investire nella trovato in un razione che gli ope- teristica è inoltre accompagnata crescita aziendale fondo private ratori riceveranno dalla dimensione minima della dietro correspon- equity l’apporto sarà calcolata sulle quota che si può sottoscrivere, sione di una quota di capitale plusvalenze di ces- di norma non inferiore ai cento(minoritaria in gesione delle quote mila euro. Tuttavia vi sono nuonecessario nere) dell’impresa d’impresa acquisite vi veicoli societari, a loro volta per realizzare stessa. che il fondo andrà a sottoscrittori di fondi chiusi, Il fine dei fondi di un suo sogno: cedere nuovamen- che, grazie ad una ampia framprivate equity è Tiscali te in tre differenti mentazione del proprio capitaperciò quello di ofmodalità. Tramite le, permettono l’acquisto e la frire la possibilità collocamento del- vendita indiretta del fondo per a piccole e medie imprese di l’impresa di cui il fondo è socio un ammontare di denaro più trovare nuovi soci apportatori in Borsa (solitamente nel seg- contenuto e in tempi precedenti di capitali di rischio, soci che mento Expandi dedicato pro- alla chiusura del fondo stesso. hanno una fortissima incenti- prio alle medie imprese) e que- Grazie all’esistenza dei fondi di vazione a far crescere l’impresa sta è la way out ottimale; oppu- private equity, sono nate molte dimensionalmente e a livello di re andando alla ricerca di una imprese di successo nel nostro qualità dei risultati reddituali. impresa concorrente disposta Paese: un esempio su tutti è Il motivo è subito detto: que- ad acquisire l’intero pacchetto Tiscali in cui il socio fondatore sti particolari di proprietà del Renato Soru aveva trovato in un fondi sono fonfondo o l’intera fondo di private equity un apdi chiusi, non impresa; oppu- portatore di capitale di rischio concedono cioè re andando a che, credendo nel progetto, ha ai sottoscrittocedere alla vec- dato la possibilità ad una idea ri l’opportunichia proprietà valida di prendere vita, cosa che tà di ritirare i le quote in pos- non sarebbe potuta altrimenti propri capitali sesso del fondo. avvenire per la mancanza dei per un tempo Naturalmente capitali iniziali necessari. ben preciso i sottoscrittori Questi fondi possono davvero (solitamendi fondi chiusi essere la giusta spinta propulte non meno devono avere la siva per permettere a piccole di 4-5 anni). consapevolezza e medie imprese meritevoli di Durante quedi aver sotto- successo ma prive di capitasto intervallo scritto capitale li adeguati di crescere, creare i sottoscrittori di rischio ancor nuovi posti di lavoro e nuova del fondo han- Renato Soru più rischioso ricchezza per il nostro Paese.

T R O Fatti, personaggi e sport vicentino SP Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley Palladiogroup.it e Novello a caccia di vittorie a pagina 14

Calcio serie B Servono vittorie e tanti punti a pagina 17

Hockey su pista Pattini in rosa, obiettivo una nazionale forte a pagina 18

Rugby Ranger, vacanze di lavoro a pagina 19

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiare di Verona

Anno 2 - Numero 43- Sabato 22 dicembre 2007 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°85

Il vicentino Sossella, alla sua prova prima con il team Pro Race, ingrana subito la marcia giusta e si impone nel rally di Arzignano

A tutto gas Un impeccabile Manuel Sosselgia. Soddisfazione per tutto il la, coadiuvato per la prima volta Team che è riuscito a fornire un dal navigatore comasco Alberto mezzo preformante ed affidabile Contini, si è imposto nel gruppo ad un pilota che lo ha sfruttato N della seconda edizione del rala pieno e che in più occasioni ly Ronde di Arzignano, dopo una ha saputo classificarsi davanti a bellissima sfida contro Giovanni vetture ben più potenti quali le Manfrinato. Sossella, trentaWRC, concludendo quarto nelduenne di Torri di Quartesolo, è la classifica assoluta. “È stato un pilota che “pesta”. E da quanun ottimo debutto, quello sulla do ha preso la patente, nel lontaMitsubishi Evo IX del team Pro no luglio 1993, non ha più smesRace – commenta Sossella -. Per so. Gira, o meglio corre, con un me doveva essere un rientro alle unico grande obiettivo: vincere gare dopo una stagione difficile l’International Rally Cup 2007. Sossella a bordo della sua Focus e travagliata e devo dire che il riL’ultima prova speciale, lo scorsultato conseguito mi consente so luglio, non è certo stata una Una gara all’insegna della rego- tate rispettivamente con asfalto di guardare alla nuova stagione passeggiata. La gara era quella larità, che ha permesso a Sossel- asciutto e bagnato ed il vantag- con spirito risollevato, sereno e del prestigioso “Ralla di essere primo gio sul secondo clascon rinnovata voglia ly del Casentino”, nel gruppo “N” sin sificato di Gruppo N di essere protagoniin terra toscana, dal primo passaggio è stato rispettivasta di questo sport.

In vantaggio sulla Prova Speciale mente di otto deci- “Questo avventura concluUn ringraziamento sasi nel peggiore dei sin dalla (il cui tempo è stato mi sulla prova spe- risultato mi di cuore al team Pro modi: i due portaco- prima prova assegnato in base ciale numero due e consente Race, ed in particolori della scuderia speciale, ai successivi rilievi tredici secondi sulla di guardare lare ai suoi proprieMirano Rally hanno Sassella cronometrici, dato tre. tari Marisa e Marco, alla nuova dovuto alzare ban- è stato bravo che la prova veniva Il vantaggio fin qui stagione per avermi dato la diera bianca a causa percorsa in trasfe- accumulato ha perpossibilità di dispua gestire con spirito della rottura del trarimento a causa di messo al pilota della tare questo rally, e a pezio e del cerchio la gara un incidente di un Pro Race di gestire sereno” tutti i miei sponsor della ruota posteconcorrente che il margine nell’ulche mi hanno dimoriore destra conseprecedeva proprio tima ripetizione (la strato ancora una guenza di una “toccata” in uscita il pilota vicentino). La seconda e quarta), disputata in notturna e volta fiducia ed amicizia” . da una curva a poche centinaia di la terza prova sono state dispu- con l’asfalto bagnato dalla piogT.Q. metri dalla fine della prova speciale numero 8 “Barbiano”. Un peccato davvero, anche perché lo stesso pilota berico ci teneva molto a conquistare un bel podio in questo ambito appuntamento motoristico.

A settembre, invece, al 13° Rally Della Val Varaita e Valli Cuneesi, a causa di un grave incidente la gara in un primo momento è stata sospesa, e poi in segno ad un grave lutto annullata. Un ricordo brutto per il duo vicentino Sossella-Ronzani. Ora, nella nuova centro medico avventura il pilota vicentino, per la prima volta su di una vettura Pro Race, ha impiegato pochissiPonte di Barbarano - Piazza degli Alpini mo per adattarsi e trovare insietel. 0444 896882 me al team un setup che lo assemail: cmmmsrl@alice.it condasse, cosa tra l’altro resa ancora più difficile dalle continue variazioni meteorologiche che tra una speciale e l’altro richieConvenzioni speciali con società sportive, abbattendo il costo delle terapie a zero devano il cambio di regolazioni da asciutto a bagnato.

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22 DICEMBRE 2007 Pallavolo. Le biancorosse dopo una settimana di riposo saranno ad Ancona, i ragazzi di Fangareggi cercano il riscatto contro Oderzo. Ancora ok Mosele e Ottica Padrin

Palladiogroup.it e Novello Fidas Un Natale sul parquet DI GIANFRANCO GALANTI

Qui Novello.

Finita la pausa per la Novello Fidas che sabato torna in campo nella difficile trasferta di Ancona opposta alla Somea BFTM. Padrone di casa che gravitano a metà classifica a quota 16 mentre la Novello Fidas per adesso rimane a 12. “Avevamo preso un buon ritmo - dice Peppe Nica, coach biancorosso - ma la pausa era in calendario. Abbiamo così preparato molto bene la partita di Ancona contro avversarie secondo me alla nostra portata. Ho visto la loro partita a Prato, buona squadra ma noi siamo cresciuti molto. portare a casa punti potrebbe darci la possibilità di metterci in sicurezza e allontanarci dalla zona rossa”.

Opportunità da cogliere dunque e proprio Nica potrà contare su tutta la rosa al completo.

La Novello Fidas Vicenza

Qui Palladiogroup.it: Sembrava poter essere la volta giusta per la Palladiogroup.it Vicenza sul campo di San Donà di Piave, ma vinto il primo set i biancorossi non sono riusciti a ripetersi negli altri tre ed hanno lasciato così l’intera posta in palio ai padroni di casa. In un momento caldo del quarto set c’è da segnalare una clamorosa decisione arbitrale: un’evidentessima invasione del San Donà non viene segnalata e dal possibile 14-13 si passa al 15-12. L’errore è stato reso ancor più grave dalla spiegazione data dal secondo arbitro, il signor Roberto Rucli; chiuso l’incontro l’osservatore è rimasto a lungo nello spogliatoio della coppia ar-

bitrale. Nonostante l’accaduto, la società non intende presentare reclamo, ma denuncia il fatto che in una categoria nazionale dovrebbero dirigere l’incontro persone competenti. Questo il commento di coach Fangareggi al termine dell’incontro: “Sono dispiaciuto: abbiamo fatto una buona partita contro una squadra che non ha fenomeni ma sa giocare e per alcuni errori banali, e per quel pizzico di determinazione che ci manca, continuiamo a perdere delle occasioni.

Io non mi sono mai lamentato degli arbitri e non perdiamo per colpa loro, ma oggi indubbiamente le decisioni arbitrali non ci hanno di certo aiutato”.

Per l’ultima partita del 2007 i biancorossi della Palladiogroup.it Vicenza ospiteranno al PalaRewatt città di Vicenza i trevigiani dell’Oderzo.

Qui Ottica Padrin Vicenza: Con la vittoria conseguita nell’ultimo turno di campionato le ragazze di Elena Carboniero conquistano la terza piazza in classifica e lancia un

chiaro segnale alle prime due del girone. Ottima la partita dell’Ottica Padrin contro Kallima Volley: le vicentine hanno combattuto pallone su pallone con unico calo nel secondo set perso a 14. Per il resto le giovani giocatrici vicentine hanno dimostrato di poter costruire azioni d’attacco pregevoli ed efficaci.

Le trevigiane, che si presentavano come avversario piuttosto ostico, hanno tentato una reazione anche nel terzo set, ma la tenuta stagna dell’Ottica Padrin consente di tenere il set. La soddisfazione delle biancorosse andrà a cozzare sabato sul parquet di Ospedaletto Padovano contro TOP Volley, attualmente seconde in classifica. Una buona occasione per tentare l’aggancio e il sorpasso nei confronti delle padovane.

Qui Mosele: La Mosele Elettronica Vicenza continua la sua cavalcata nel campionato regionale di serie D e sul campo di Mirano conquista altri tre importantissimi punti, che permettono a Greggio e compagni di mantenere il quinto posto, che

diventa però solitario e non più condiviso con altre due formazioni. I biancorossi hanno condotto una buonissima gara, concedendo qualcosa agli avversari solamente nelle fasi iniziali del terzo set, ripreso immediatamente in mano con un parziale di 8-0 che non ha più lasciato via di scampo ai veneziani. “Da dentro si vede la partita in modo diverso che non da fuori - commenta il libero e allenatore Baraldo –. Ad ogni modo abbiamo giocato una buona gara: abbiamo dato stabilità un ricezione e di conseguenza gli attacchi sono andati a terra con continuità. Siamo riusciti a cambiare tattica durante la partita ed abbiamo limitato bene il loro attaccante migliore, che questa sera non ha fatto sicuramente una gran partita. E’ una vittoria molto importante per la classifica continuiamo su questa strada”.

La Mosele Elettronica Vicenza disputerà l’ultima partita del 2007 al PalaRewatt Città di Vicenza sabato 22 dicembre. Dall’altra parte della rete ci saranno i veronesi della Pallavolo Quinzano.

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22 DICEMBRE 2007

Calcio serie B. 2007, anno da dimenticare. Ma il mister: “Scommetto ad occhi chiusi sulla salvezza. Ci tireremo fuori da questa situazione”

In un mare di incertezze, si spera nel condottiero Gregucci DI FRANCESCO CAVALLARO

Sulla questione sono molti i dubbi che ci attanagliano. Uno su tutti: l’anno scorso l’ex presidente Sergio Pare non sia pasCassingena, invece di dimettersi, sato nemmeno aveva ripreso in mano le redini della un anno. A fine società al termine di un lungo pe2006 il Vicenza riodo di convalescenza causato da annaspava nei problemi cardiaci. Non sia mai che bassifondissimi si discuta sulle condizioni di salute della classifica e dello stesso; però all’interno della per buona pardirigenza biancorossa la confusione te dell’opinione regna sovrana. Due settimane fa è pubblica era ormai condannato alla stato nominato quale quarantesimo retrocessione in serie C1. In un pripresidente l’avvocamo momento il nuovo to Gian Luigi Polato; allenatore Angelo Gretuttavia, non è chiaro gucci, che aveva rile- I biancorossi chi faccia cosa nella vato Giancarlo Camo- non vincono stanza dei bottoni. Lui lese dopo un disastro- in csa da otto si dichiara tifosissimo: so avvio di stagione, mesi e con 13 e noi gli crediamo. Il non era riuscito a dare punti serve punto è un altro. Le dila sua impronta alla un mezzo missioni di Cassingesquadra. Poi, come na non hanno sortito per magia, nel girone miracolo per nessun effetto a livello di ritorno i biancorossi salvarsi di quote di maggiohanno inanellato una ranza; l’ex presidente serie incredibile di ridetiene ancora l’80 per cento, non sultati utili e hanno scritto il lieto certo bruscolini. Ciò significa che – a fine all’ultima giornata. Gregucci ragione – vorrà ancora avere voce in centrerà il medesimo risultato nel capitolo al momento delle decisioni 2008?

più importanti, vedi la campagna acquisti e il rinnovo della fiducia al tecnico (peraltro mai messa in discussione). Ma non si era chiamato fuori per motivi, sacrosanti, di salute? Ci viene il dubbio che Cassingena voglia tenere il piede in due scarpe. È pur vero che se vendesse in questo preciso momento perderebbe tre quarti degli investimenti fatti tre anni fa. Morale: Cassingena non se ne andrà tanto facilmente.

Intanto i ragazzi di Gregucci non vincono in casa dalla notte dei tempi (otto mesi) e con i 13 punti che si ritrovano altro che rimonta; ci vuole un mezzo miracolo per salvarsi. Chi è convinto che questo possa ancora accadere è proprio lui, mister Gregucci. Il quale tiene una grinta da vero condottiero, forse l’unico tra le fila biancorosse. “Mi ascolti bene - attacca il tecnico -; se non credessi fermamente nelle possibilità della mia squadra mi sarei dimesso da un bel po’. Scommetto ad occhi chiusi sulla salvezza del Vicenza. Ci tireremo fuori da questa situazione con molta determinazione. Stiamo giocando bene, sfido chiunque a dire il

L’Angelo Gregucci agli allenamenti del Vicenza Calcio contrario. Prendiamo ad esempio le ultime due uscite: contro la capolista Bologna e in casa del Frosinone abbiamo sfoderato delle prestazioni egregie. Continuando a giocare così sarà impossibile non ritornare al successo”. E come la mettiamo con i nuovi acquisti Sforzini e Serafini tanto decantati al momento della loro presentazione? “È ancora presto per fare conti e valutazioni, risponde l’allenatore; è importante che la squadra metta in campo il massimo.

Il resto verrà di conseguenza”. Do-

manda abilmente glissata. Si sente dire che all’interno dello spogliatoio ci siano dei dissidi fra i più giovani e i senatori; Gregucci smentisce seccamente: “Quando una formazione non va bene si raccontano delle leggende metropolitane che non hanno alcun fondamento. Il Vicenza è unito. E tutti i giocatori ci credono; da parte mia cerco di trasmettere loro certezze, non dubbi. Vado avanti con molta convinzione”. Buon anno mister. Buon anno Vicenza.

Volley A2. Nonostante una buona prestazione, bassanesi battuti nel derby. In programma tre sfide decisive

Fiorese, è l’ora degli scontri diretti Davanti alla straordinaria cornice creata dai 3650 spettatori del PalaOlimpia, è andato in scena tra Bassano e Verona il derby n.3, che, come da tradizione ma soprattutto come da pronostico, ha visto ancora una volta prevalere gli scaligeri con un rotondo e abbastanza netto 3-0. In realtà però, a guardare l’andamento dei tre parziali, si può dire senza timore di smentita che il Fiorese di Dalla Fina non ha certo recitato il ruolo dello sparring partner, anzi: per lunghi tratti i bassanesi hanno messo in difficoltà gli avversari, anche se poi hanno pagato per alcune ingenuità che i cugini veronesi non hanno perdonato.

Mister Dalla Fina riconosce infatti che nonostante il punteggio si è visto qualche passo avanti rispetto alla partita interna con Forlì: “Dal punto di vista tecnico è stata una bella partita. Ce la siamo giocata e purtroppo siamo mancati in certe occasioni semplici, tipo in certi appoggi o in certe dis-

il centrale Carmelo Gitto

sfese facili che cadevano tra due giocatori che si guardavano. Sono situazioni che non possiamo permetterci in nessuna partita, tanto meno con una squadra come Verona che al primo errore ti punisce. Abbiamo ricevuto bene, attaccato abbastanza bene e battuto con ottima continuità.

Non sono ancora soddisfat-

to di come ha funzionato la coordinazione muro-difesa: in questi due fondamentali siamo stati poco presenti ed è già la seconda partita che accade per cui dovremo tornare a lavorarci su”.

I giallorossi hanno avuto una settimana breve e decisamente delicata; domenica si vola a Cagliari per una partita che alla luce degli ultimi risultati è diventata maledettamente importante. Contro Verona infatti il Fiorese ha interrotto la serie di sette partite in cui è sempre andato a punti, ma al tempo stesso è anche incappato nella terza sconfitta consecutiva: un filotto negativo che ha fatto scivolare i giallorossi al 10° posto a +4 dalla zona rossa, ovvero dalla quintultima posizione occupata neanche a dirlo proprio da Cagliari, mentre il 26 al PalaBassano arriva l’altra immediata inseguitrice, la Codyeco S.Croce dell’ex tecnico giallorosso Enzo Valdo. In quattro giorni, a cavallo di Natale, il Fiorese si gioca una fetta im-

portante del campionato e sebbene i segnali arrivati da Verona siano comunque confortanti, per tornare a vincere ci vuole qualcosa di più: ci vogliono quella carica e quella

determinazione viste contro Castellana, Avellino e Taviano. Prossimo impegno prima della fine dell’anno sarà il 30 dicembre contro il Crema.

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22 DICEMBRE 2007 Calcio serie C2. I giallorossi – nonostante gli ultimi pareggi – stanno rispettando la tabella di marcia. Il ‘bassanologo’: “Sarà dura, e ci sarà da soffrire fino alla fine”

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Fine anno, tempo di pagelle per il Bassano

DI FRANCESCO CAVALLARO

Renzo Rosso si è preso per tempo.

Il patron del Bassano aveva già scritto la letterina a Babbo Natale lo scorso 18 luglio. Iniziava più o meno così: “Caro Babbo Natale, quest’anno ho un unico grande desiderio: che i giallorossi salgano in serie C1”. Non ce ne voglia l’imprenditore; magari la missiva non l’ha scritta per davvero. Su un punto però non ci sbagliamo. Il suo grande sogno è vedere la sua creatura fare il salto di categoria. Fino a questo momento i ragazzi di Glerean stanno rispettando la tabella di marcia stilata ad inizio stagione; e cioè rimanere attaccati alla zona play-off per poi sfoderare l’attacco finale. Dispiace solo che il Bassano abbia pareggiato – oltretutto in casa – con le tre favorite alla vittoria finale (nell’ordine: Spal, Reggiana e Portogruaro). Nel girone di ritorno tutto sarà rimesso in discussione: Pavesi e compagni dovranno tirare fuori il meglio per stanare la tana delle altre tre sorelle.

sarà quest’anno. La società ha già prolungato il contratto a Glerean fino a giugno 2010, segno che crede fermamente nelle sue capacità.

E secondo i piani della dirigenza sarà lui a portare i giallorossi in serie C1 prima o poi. Naturalmente, meglio prima. Certo che i giallorossi sono capitati in un girone piuttosto difficile rispetto a quello dell’anno scorso; se ci fossero state le squadre della passata stagione il Bassano avrebbe vinto a mani basse. Sarà dura; e ci sarà da soffrire fino alla fine”.

Una rete del Bassano

Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato con Emanuele Borsatto, corrispondente de “Il Gazzettino” che si occupa dei giallorossi.

Il “Bassanologo” della situazione.

“Peccato veramente per quei tre pareggi - sottolinea -; la squadra si è lasciata scappare dei punti importanti che potrebbero risultare decisivi nel girone di ritorno. Sarà dura contro le altre tre pretendenti,

anche perché il Bassano giocherà in trasferta. Tuttavia, questo potrebbe essere anche uno stimolo in più; i ragazzi non avranno niente da perdere e daranno il tutto per tutto”.

Il Bassano punta dritto dritto alla promozione: o no? “Deve farlo - risponde il giornalista -; questi sono i dettami della società. Renzo Rosso è stato molto chiaro al momento della presentazione; lui vuole salire di categoria. Pazienza se non

Hockey su pista. Sara Brotto e Elena Toffanin convocate a Viareggio.

Obiettivo: una nazionale competitiva

Due bassanesi al primo raduno nazionale Si è svolto a Viareggio il primo raduno stagionale di addestramento tecnico riservato al settore femminile dell’hockey pista. Per il Bassano Hockey 54 erano presenti Sara Brotto ed Elena Toffanin, accompagnate dal dirigente Paola Zolin; assenti giustificate le altre atlete bassanesi per improrogabili impegni di lavoro e di studio.

L’appuntamento, organizzato con il patrocinio della Federazione, ha visto la presenza di diciassette ragazze provenienti da tutta Italia ed è stato importante sotto diversi aspetti: da un lato è servito ai tecnici nominati dalla federazione (Gallotta, Pampaloni, Pozzan) per stabilire, assieme agli allenatori di società presenti, un punto di partenza per un programma che punti a migliorare la qualità tecnica delle atlete al fine di riuscire in un prossimo futuro a ripresentare una Nazionale rosa che sia non solo rappresentativa ma anche competiti-

Sara Brotto (a sinistra nella foto) ed Elena Toffanin (a destra), accompagnate dal dirigente Paola Zolin (al centro)

va. In questo momento per Viareggio, Eboli e Bassano (le realtà più rappresentative dell’hockey pista femminile italiano) è più importante dimostrare che questa disciplina è capace di crescere e migliorarsi, anche nella mentalità e nella cultura sportiva. Questo è l’obiettivo principale da raggiungere senza il quale uno scudetto da attaccare alla maglia è solo una patacca in più. Perciò l’intenzione è quella di riproporre a breve un altro raduno aperto a tutte le ragazze che amano

questo sport, e, nel contempo, verrà iniziata un’opera di informazione sull’attività femminile in atto che la renda più conosciuta e visibile a tutti. Sarà a quel punto importante tornare anche ad interessare quei settori istituzionali che, come nel caso del Ministro per le attività sportive Giovanna Melandri, la scorsa estate, incontrando la squadra campione d’Italia del Breganze, aveva promesso un interessamento alla causa dell’hockey femminile.

T.Q.

I giallorossi si esprimono bene quando sono in giornata: segnano molti gol e fanno vedere sprazzi di calcio spettacolo. Ma quando gira storta c’è da mettersi le mani nei capelli. Borsatto analizza così questa loro “pericolosa” caratteristica: “Pavesi e compagni sono vulnerabili se presi in velocità; e diventano attaccabili quando abbassano i ritmi. Logico che non si può giocare al cento per cento per tutti i novanta minuti. In ogni caso Glerean dovrà

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lavorare su questo aspetto; appena abbassano la guardia gli avversari colpiscono. E non solo le grandi, è successo anche con le piccole”.

Capitolo Glerean. Che voto dà al mister? “6 e mezzo, non di più.

Fino ad ora ha fatto ciò che doveva fare. Ripeto: peccato per quei tre pareggi”. Il Bassano è diventato un fenomeno internazionale con il suo “Terzo tempo”. A fine gara i tifosi locali e quelli ospiti si riuniscono all’ombra del “Mercante” mangiando e bevendo tutti assieme. Cose dell’altro mondo. “Tutta questa attenzione da parte dei massa media nazionali e addirittura internazionali è il giusto premio per la tifoseria - spiega Borsatto -. A Bassano non scopriamo certo oggi questa iniziativa; dallo scorso 11 novembre, dopo i fatti dell’autogrill di Arezzo, il Terzo tempo dei Fedelissimi sta facendo scuola in tutto il mondo. E’ un modello da esportare. Qui i tifosi non hanno mai esercitato nessun tipo di pressione alla squadra e alla società. Il calcio è ancora un gioco”.

Beati loro.

Basket A1. Le arancioni di Orlando sono al terzo posto Ma la mente è già in Spagna per l’EuropeCup

Il Famila affila le unghie per affrontare l’Europa Dopo la vittoriosa trasferta in Svizzera per l’EuropeCup e il sorpasso dello Spezia, la squadra arancione del Famila Basket tornerà in campo sabato 22 dicembre alle 20.30 al Palacampagnola contro Faenza. Poi ci saranno gli impegni di giovedì 3 gennaio contro Roma e domenica 6 gennaio in casa contro il Taranto. L’ultimo scoglio superato, La Spezia era venuta fino a Schio con il duplice obbiettivo di riscattare subito la sconfitta interna della domenica precedente e di vincere per prendere l’ultimo treno che potrebbe dare un’eventuale qualificazione alla Final Four di Coppa Italia.

Ma così non è andata. Un bell’incontro per il Famila, ed un buon banco di prova contro una squadra tutt’altro che facile.

Il calendario europeo infine ha dato il suo responso; sarà la formazione spagnola del Baloncesto San Jose a contendere alla squadra del Beretta Famila Schio il passaggio del turno nei sedicesimi di finale dell’EuropeCup. Gara 1 si giocherà in Spagna il 10 gennaio 2008. La formula prevede: gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. In caso di parità (una vinta ed una persa) varrà il quoziente canestri.

Con la stagione 2007/2008 il Famila Basket ha avviato un progetto rivolto alle scuole medie di Schio e dei comuni limitrofi. La proposta ha come obbiettivo il coinvolgimento della fascia adolescenziale in un ambiente sportivo sano e sinonimo di valori educativi e formativi. Hanno aderito al progetto 10 istituti medi inferiori (Battistella Schio, Fusinato Schio, Il Tessitore Schio, Scuola Media Bakhita Schio, Cipani Santorso, Rezzara Carrè, Scuola Media Piovene, Alfieri Marano, Ciscato Malo, Marzotto-Garbin Valdagno) con oltre 2000 alunni, ad ognuno dei quali è stata consegnata una tessera con la quale poter segnare, nell’apposita postazione all’interno del Palacampagnola, la loro presenza alla partita di pallacanestro femminile. Grazie ai tre partner commerciali coinvolti (Tecnocity, Tecnocopie e Ostaria Al Socio) sono stati messi in palio i premi per la classe e per l’istituto più presenti alla fine del campionato. Alle prime tre partite del campionato l’affluenza dei ragazzi ha già raggiunto le 400 presenze.

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22 DICEMBRE 2007 La società. Nata nel 1970 ha 300 atleti divisi tra volley, ginnastica, calcio a 5 femminile e pattinaggio. Parola d’ordine: morigeratezza economica

Gsp Torrebelvicino La pallavolo sostenibile DI ANNA MOLON

Sportivo Pieve Torrebelvicino, che fare qualcosa, di darci una mano, ma deve il suo nome alla frazione in cui in generale c’è poco riscontro”. ha mosso i primi passi, conta all’apE se l’agognata spinta innovativa tarpello 7 squadre maschili, Under 12, da ad arrivare, “non è il caso di pianIl GSP TorrebelviUnder13, Under14, due Under16, un gersi addosso, si va avanti lo stesso!”. cino è la sesta soUnder18, una 2^ e 1^ divisione, e Il gruppo dirigente gestisce una cietà provinciale un’Under14 femminipolisportiva che ragiscritta alla Fipav le, più il settore del migruppa oltre al volley, nel lontano 1970. nivolley che raccoglie la ginnastica, il calcio a E delle 5 venute trenta bambine e una 5 femminile e il patti- Da un paio prima, almeno 3 decina di bambini. Per naggio, per un totale di d’anni la non esistono più. un totale di 250 atleti, circa 300 atleti. Da un Una polisportiva società ha che per Torrebelvicipaio d’anni la società storica quindi, scelto di no, comune di 5.000 ha scelto di privilegiache può vantare un presidente che anime, è sicuramente re il settore maschile, privilegiare la dirige da una vita, “oserei dire, da un numero di tutto riseguendo il femminile il settore circa vent’anni”. Per Leonardo Bispetto. solo dal minivolley al- maschile sortole, dopo tanto tempo, è venuto “Fino a 3 anni fa avel’Under14. “Ci siamo il momento di cambiare, di rinnovamo una squadra maresi conto che per lavarsi. “Siamo un gruppo dirigente schile che giocava in B2 vorare bene dovevamo “vecchio” – esordisce – e la società – snocciola con un motto d’orgoglio dedicarci ad un settore, e la scelta è avrebbe bisogno di nuovi stimoli e il presidente –; dopo 2 anni siamo ricaduta sul maschile”. Grazie alla sinuove idee”. Ma il ricambio generafiniti in serie C e poi, a malincuore, nergia sportiva intrapresa da tempo zionale non sembra voler prendere il abbiamo dovuto rinunciare”. I mocon il San Vito Volley, la società gialvia. “I ragazzi che finiscono di giocativi sono presto detti: “A quei livelli lonera ha quindi potuto dirottare lì le re non si fermano in società – spiega per mantenere un certo standard sue formazioni rosa. Oggi il Gruppo il presidente –: proponiamo loro di tecnico, bisogna comprare atleti da altre società, e dopo un po’ ci siamo resi conto di aver speso un sacco di soldi per non avere niente o, meglio, soltanto giocatori in prestito”.

Il gruppo dirigente è quindi corso ai ripari, nell’ottica di una tassativa morigeratezza economica. Niente più spese folli e ingaggi faraonici, ma una rigorosa linea societaria che ha imposto un tetto ai costi di “personale”. “Siamo arrivati in B2 con le nostre forze – ricorda il presidente – ma l’impresa più difficile è stato rimanerci!”. I ricordi di quegli anni xxx d’oro sono indelebili e le emozioni, forse, irripetibili. “La nostra palestra, che teoricamente può ospitare un centinaio di persone, si riempiva fino a contenerne più di 150 quando giocavamo in casa, e in trasferta, i nostri supporters si facevano ore e ore di pullman per assistere a 45 minuti di partita…visto le frequenti “batoste” che prendavamo!” Risultati traumatici, li definisce Bisortole, ma soddisfazioni ed entusiasmo alle stelle.

Oggi il GSP Torrebelvicino cura il suo vivaio e investe molto sui tecnici, perché “se in futuro dovessimo salire di categoria – puntualizza il presidente - potremo contare sulle nostre risorse, senza ricorrere ad ingaggi esterni”. Massimo Bernardi, Michele Rocco e Renato Peron: tre personaggi di serie A al servizio della società di Lorenzo Bisortole, che commenta “sono convinto che con la loro preVICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060 ziosa esperienza possano insegnare VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137 veramente ai nostri ragazzi la pallaABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690 volo”.

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Rugby Serie C. Il First XV chiude il 2007 con una serie di risultati negativi e in zona retrocessione

Rangers al lavoro Obiettivo salvezza

Per raddrizzare la stagione servono disciplina e organizzazione DI FRANCESCO BIANCHI

L’ultimo impegno agonistico del 2007finisce male per il First XV del Rangers Rugby Vicenza, che domenica 16 dicembre ha ceduto in casa contro il Rugby Alpago (risultato finale: 7 a 24). In questo modo i biancorossi rischiano di compromettere l’esito dell’intero campionato a una giornata dal termine del girone di andata, perché il team bellunese, diretto concorrente per la salvezza, con la vittoria si è portato a quota +11 punti in classifica sul Vicenza, che resta penultimo in zona retrocessione. Nella seconda parte del campionato di Serie C i ragazzi del tecnico Bovo avranno certamente la possibilità di invertire il trend negativo e recuperare qualche posizione, ma non c’è dubbio che lo stop contro l’Alpago ha comportato un duro colpo alle aspettative del club berico.

Il match giocato sul campo di via S. Antonino non ha regalato molte emozioni. L’Alpago è una squadra tosta e sin dai primi minuti riesce a imporre il proprio ritmo di gioco, forte di un pack di mischia massiccio e di un’efficace tattica offensiva basata su precisi calci di spostamento.

Ora la prima squadra del Vicenza avrà più di un mese a disposizione prima di riprendere gli impegni

agonistici. La lunga pausa invernale servirà ad aggiustare un gioco sicuramente volitivo e generoso, ma spesso scomposto e poco efficace.

Se l’inesperienza dei giocatori più giovani richiede tempi di maturazione che non si possono accorciare frettolosamente, una maggiore disciplina e una migliore organizzazione in campo sono obiettivi su cui il tecnico Bovo dovrà insistere.

Sabato 15 dicembre si è disputata a Thiene la fase autunnale dei Giochi Sportivi Studenteschi di rugby per le scuole medie, organizzata dalla Scuola Rugby Palladio, con la partecipazione di circa 90 atleti provenienti da diversi istituti di Vicenza, Thiene, Piovene Rocchette, Carrè e Marano. Sempre sabato, la gara di campionato tra le formazioni Under 17 di Bassano e Vicenza è stata rinviata per ghiaccio. Domenica 16 dicembre l’Under 19 dei Rangers ha battuto in casa il Rugby Feltre (8-5) e l’Under 15 “A” ha pareggiato 5-5 con il forte Rugby S. Donà “A”, mentre l’Under 15 “B” ha esordito in campionato con una pesante sconfitta rimediata in trasferta contro il Rugby Fontana (53-0). Nel triangolare di Rovigo la Scuola di Minirugby ha collezionato un altro primo posto con gli invincibili Under 7.

Domenica 23 dicembre scenderà in campo solo l’Under 15 “B”, che ospiterà sul terreno di via S. Antonino il Rugby Piave (inizio ore 10.00). Tutti gli altri campionati riprenderanno il 20 gennaio 2008.

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storie

Seconda parte. Altre pagine del diario di guerra di Lino Cracco: prigioniero in Grecia del ‘43, con lo spauracchio dei campi di concentramento

Dalla Grecia all’Italia, un lungo rientro da “mezzo tedesco” Continuiamo e concludiamo in questo numero la pubblicazione del diario di guerra di un soldato vicentino rimasto prigioniero dei tedeschi in Grecia nell’autunno del 43. Una prigionia “non tanto brutta”, come scrive Lino Cracco, ma gravata dall’incertezza su un rientro in Italia continuamente rimandato, dalla preoccupazione per la sorte dei cari di cui non si hanno più notizie, dalla fame che a momenti fa vedere le streghe. Un racconto senza eroismi, ma che può aiutare a capire, nel suo piccolo, uno dei momenti più difficili e travagliati della storia nazionale 22/10/43 - Questa mattina sono di servizio all’acqua per la cucina assieme a Corradi, un toscano che anche lui ha male i piedi. Il tempo libero ho aiutato i falegnami a fare le brande, e quando fu sera il castello era pronto, nove posti sotto e nove sopra. Alle cinque adunata di tutta la batteria perché era arrivato il maggiore Pace, e ci ha fatto un discorso a riguardo della nostra situazione, e per vedere se c’era qualcuno che non fosse contento di rimanere, e ha detto che i tedeschi hanno fatto quattro categorie di italiani: italiani che combattono con loro, italiani che lavorano con loro ma non combattono, italiani prigionieri, e italiani che combattono contro di loro. Noi per ora siamo sulla seconda categoria e perciò, ha detto, abbiamo il diritto al vitto e della paga al pari della truppa tedesca. Pur rimanendo sempre prigionieri avevamo il privilegio di essere liberi di girare dove si voleva senza essere guardati da sentinelle.

Ci chiese se c’era qualcuno che voleva essere della terza categoria ma, disse, “vi avverto che andrete a fini-

re non tanto bene, lassù in Polonia a lavorare con una sentinella alle spalle, freddo e con poco da mangiare”. Insomma ci aveva convinti quasi a rimanere, ma alla fine non fummo tanto contenti della nostra forzata decisione, perché disse che non ci dovevamo arrabbiare se un domani i tedeschi ci dividessero due o tre per batteria sempre per lavorare. Ma tutta la batteria era di un’idea, che quando si è in due o tre in una batteria tedesca non bisogna guardare in giro e se ordinano di prendere il fucile bisogna farlo senza esitare. Dopo che il maggiore se ne fu andato abbiamo saputo che gli ufficiali, non potendo rimanere con

Lino Cracco oggi

ificio “VERZA m u l ” Sa

noi, verranno senz’altro portati in un campo di concentramento, all’infuori di quelli che vogliono combattere con loro. Perciò il rimanere qui in questa montagna deserta in balia di padroni non tanto scrupolosi non è tanto allegra e faremo il possibile per potercene andare.

23/10/43 - Oggi si aspettava le sigarette che il maggiore disse che ce le dovevano dare proprio oggi, ma non si videro. Col primo del prossimo mese ci daranno il vitto al pari dei tedeschi. Si teme che per andar via non si possa più.

26/10/43 - Questa mattina gli ultimi arrivati vanno a pini per far le brande, e gli altri tutti a lavorare alla strada che, a quanto mi dice Vaccarin, sono arrivati a buon punto anche perché i sassi che occorrono li portano tutti un centinaio di borghesi che i tedeschi fanno scattare.

Oggi ho saputo una novità che mi ha riempito l’animo di contentezza: la novità era che domani incominciano a darci una pagnotta e mezza, vino e staffila. Confesso che ormai cominciavo a veder di sbieco perché con quel po’ di tubi e un po’ d’acqua alle undici e mezza, o riso con un’innumerevole quantità di piccoli insetti neri e bianchi alle quattro e mezza, incominciavo a sognare piatti di pastasciutta e polli arrosto con una bella polenta e qualche fanale (fiasco) davanti; ma se è vero quello che dicono la situazione bellica incomincia a migliorare. Intanto ora mi fumo una delle centoquattordici sigarette che ci diedero il giorno ventiquattro e che devono bastare fino al primo del mese.

27/10/43 - Io a causa che ho i pie-

di non ancora guariti non sono mai stato a lavorare alla strada, ma lavoro qui a sbucciar pini, a segarli a giusta misura per le brande, e qualche altro servizio. Questa mattina non vedevo l’ora che arrivasse il caporale di giornata col sacco del pane perché mi pareva impossibile che ci dessero la pagnocca e mezza. Ma quando giunse e sentii che gridava “coraggio ragazzi che oggi ce n’è una e mezza”, andai subito a farmi il biglietto per prelevarlo. Ci fu la pagnocca e mezza e la staffila (uva passita), e al secondo rancio anche il vino. Novità a riguardo di andar via non ce ne sono, e perciò qui l’unica speranza è che finisca presto la guerra in qualche modo, e così finirà anche la nostra prigionia, sebbene non tanto brutta.

teria abbiamo avuto un rancio solo e per di più anche scarso al giorno.

Ieri la pagnotta è stata come le solite: piccole. Oggi invece si è un po’ ingrossata, di cento grammi hanno detto, ma io ci credo poco perché alle undici ho mangiato il rancio e anche tre quarti della pagnotta e ne avrei mangiate tre, non una. E questa sera ci dettero quel popò di carne: un cucchiaio e mezzo in tutto, e l’ho mangiata con quel quarto di pagnotta, e così ora debbo tirare la cinghia fino alle undici di domani, che spero non siano come in questi ultimi due giorni, e che ci diano i soliti due ranci altrimenti credo che vedrò la stria.

Questa sera ho fatto un giretto in questi desolati paesetti per passare il tempo tanto che venga ora di andare in branda, e per non pensare a 5/11/43 - Ieri sera abbiamo avuto quell’unica scatoletta di carne che burro e salame in scami rimane di tutti i tola, saranno stati tre viveri a secco che mi cucchiai e mezzo a testa Nonostante hanno dato. E anche fra burro e salame, e così per non pensare a fossero ora che siamo prigioniecasa, perché altriprigionieri ri ci danno da mangiare menti mi vien da quasi di più di quando dei tedeschi i piangere pensando l’Italia era ancora in pieai miei cari che da soldati italiani di. Questa mattina non tanto tempo non ho ci fu la sveglia a causa godevano nuove, e anche loro che il tempo piove e di una certa sono nelle mie stesse sventa. Questa sera in- libertà condizioni. Almeno vece carne in scatola e fossero giunte quelle caramelle. Se mi davano due o tre lettere che un gavettino di grassì inho spedito per mezvece di caramelle per me era meglio, zo dei tedeschi. Speriamo che Dio perché son venti giorni che non ne mi aiuti: mi deve aiutare, perché è bevo. Ma santa pazienza, ringrazio impossibile che non veda tanta deDio e anche i tedeschi che ci danno solazione, e faccia finita questa maanche i dolci. Novità di carattere poledetta guerra, e che mi faccia andalitico niente. re a casa. E se Dio mi aiuta, trovare tutti sani e salvi.

13-14/11/43 - Ieri come pure oggi, con gran disappunto di tutta la bat17-18-19/11/43 - In questi giorni

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abbiamo saputo una cosa che ci ha messi un po’ in diversi pensieri, e cioè che i tedeschi ci faranno fare un giuramento, che lavoreremo per loro e non so ancora di preciso a quale scopo ci facciano fare tale giuramento. Però chi vuole può benissimo andare in un campo di concentramento.

20/11/43 - Ieri sera abbiamo fatto adunata di tutta la batteria, e il capitano, che ora ha giurato di combattere con i tedeschi, come pure il tenente Melio, ci ha fatto una predica a riguardo del giuramento; e ci disse che chi giurava si imponeva di lavorare per i tedeschi anche a costo della morte, se occorreva bisognava restare sul posto di lavoro che può essere che Zante come in qualunque altro posto. Ci ha illustrato poi un po’ della vita che si va ad incontrare se si volesse non giurare e andare in un campo di concentramento: vi ritirano il corredo, vi lasciano soltanto una coperta, pastrano e divisa. “Per vitto caffè alla mattina, un po’ di verdura cotta nell’acqua alle undici e alla sera, e una pagnotta di quelle da seicento grammi in cinque”. Ho passato la notte pensando e, dico la verità, quasi piangendo perché non sapevo a quale santo rivolgermi che mi desse l’ispirazione di scegliere la via giusta, e mi dicevo “se vo prigioniero so a quali disagi vado incontro, anche a causa della mia salute che non è delle più forti. Se giuro, dopo giurato ritorna la disciplina e non si sa a che pericoli che si vada incontro”. Questa mattina ci siamo trovati in parecchi veneti e degli altri, una ventina in tutti, e abbiamo deciso di tentar la sorte della prigionia e ci siamo messi in nota dal sergente maggiore Groglia. Oggi, come immaginavo, tutti facevano commenti a nostro svantaggio, fatto sta che quando fu sera parecchi di quelli che erano iscritti si sono fatti cancellare per rimanere, e così ora sono in nuovi pensieri: “rimango e giuro di diventare in parte combattente tedesco o vado a tirare cinghia in un campo circondato da reticolati?”. Io vorrei che questa notte mentre dormo mi apparisse la mia mamma e mi dicesse in sogno: “Segui questa o

quella strada, che è la più giusta”. fatto una mezza sbornia assieme coi 21/11/43 - Ieri mattina di tutti queltedeschi. li che erano iscritti per il campo di 12/12/43 - Parto per Zante in caconcentramento siamo rimasti in mion con tutto il mio bottino, dopo nove, e perciò ho deciso di canceldue ore di camion arrivo a Zante, in larmi anch’io e così ora sono rimasti porto c’è una nave, “la città di Savoin cinque. Questa sera sono andato na”. Si va in caserma che sta lungo assieme a degli altri il mare in una scuola, dai tedeschi per sentie mi destinano guarre qualche notizia, ma dia fissa al magazzino “Non sono la radio non funzionacarni. va. E così dopo aver stato un eroe: bevuto un po’ di pessi- però dopo l’8 Epilogo mo vino a spese altrui perché sono al verde e settembre Sono rimasto a Zante un pò di staffila (uva siamo stati tutto il mese di Dipassita), ho preso con abbandonati cembre. Poi ci ritiun sigaro e sono andararono quelle poche da tutti” to a nanna. armi che adoperava22/11/43 - Questa mo per fare la guardia. mattina non si va alla Il 31, ultimo giorno strada, siamo andati a del 43, siamo partiti pigliare un po’ di pali e alle 9 arrivò su tre barconi da pesca greci: c’era il il maggiore pace che ci fece un’altra mare molto mosso e si andava su e predica a riguardo il giuramento. E giù come all’altalena. Io ero abbracfu conseguenza che tutti si sono canciato a un albero che serviva per la cellati dalla lista dei prigionieri e ora vela, il cappello in bocca perché le si attende per fare il giuramento. ondate “spassavano via” tutto: cap28/11/43 - Questa mattina, presenpelli e anche qualche zaino. Io ero te il nostro maggiore e il capitano come una chioccia, seduto sul mio tedesco comandante l’isola, abbiazaino. Quasi tutti i miei compagni si mo fatto il giuramento nel cortile tenevano aggrappati a un palo del della scuola, e così ora siamo mezzi barcone, gli altri aggrappati a quetedeschi. Oggi al rancio ci fu qualsti. Si sentiva la nostra barca scriccosa di più del solito, e alla sera ho chiolare, e i greci presenti su di essa insistevano a spiegare ai tedeschi che il mezzo era troppo carico.

Si decise così di rientrate con tutte e tre le imbarcazioni verso Zante.

Abbiamo passato la notte in una specie di magazzino, ripartendo a Capodanno 1944. Il mare era calmo e dove siamo arrivati con le barche non lo ricordo, però dopo diversi giorni siamo arrivati ad Atene. Qui siamo rimasti due giorni, poi ci hanno fatto andare alla stazione dove c’era un treno composto da vagoni bestiame e qualche carrozza. RaA Torino nel 1944, pochi giorni prima del rientro a casa diofante diceva che

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22 DICEMBRE 2007 ci avrebbero portato in Italia. Ma molta strada la dovemmo percorrere a piedi perché i ponti erano distrutti. I tedeschi ci facevano camminare lungo la ferrovia, così da sorvegliarci più facilmente, e quando si passava qualche valle fra le montagne sentivi il verso del gallo o della gallina per beffeggiarci, dato che sul cappello avevamo la piuma dell’alpino. Forse erano i partigiani che si ricordavano della divisione Julia che aveva combattuto in quelle parti. Però non ci hanno mai sparato, anche perché c’erano i tedeschi armati. Nell’aprile del 1943 ad Atene E così, passando per giunti in Garfagnana il giorno delparecchi paesi, ricordo Sofia, Bucal’immacolata: l’8 dicembre. Nei due rest, Budapest e Vienna. Durante le mesi seguenti scapparono dei miei fermate facevano scendere due o tre compagni meridionali. A febbraio soldati con le borracce dei compagni ’45 ci fecero andare sul confine con e sotto scorta si andava a riempire la Francia. A Ruiles, in alta Valle di l’acqua. Si mangiava gallette e scatoSusa, dove un tenente da Vicenza ci lette di carne (la quale era, purtroporganizzò la fuga, e ce ne andampo, sempre poca). Siamo arrivati in mo con dei partigiani a Castello di Germania all’inizio del febbraio ‘44.

Torino. Entrammo a far parte della A Minzinghen, e ci sistemarono in brigata Manovra Tabor. Ritornai a baracche di legno. Mi destinarocasa in licenza alla fine di maggio. Il no a insaccare l’avena per i cavalli congedo me lo firmò mio papà. o caricare i crauti su un camion. E così dopo circa tre mesi il maggiore E tu che stai leggendo, come vedi, Pace ci disse che per andare in Italia non sono stato un eroe. Però ci tenbisognava fare istruzione militare go a precisare che tutti noi dopo l’8 sotto i tedeschi, e così tutti abbiamo settembre siamo stati abbandonati aderito. A me, che non avevo mai dai nostri comandi, da tutta l’Italia. accudito animali, consegnarono Per mesi e mesi in balia dei tedeschi due cavalli: Pina e Leandro. Impache ci hanno disarmati, e di conserammo tutti ad andare a cavallo a guenza anche dei partigiani. E per pelo, cioè senza sella e con le redifortuna nostra avevamo il maggioni annodate sul collo del cavallo. Io re Pace e il capitano Sgarlata che avevo due cavalli che erano tra i più parlavano il tedesco. Penso che alrobusti, e così mi assegnarono l’intrimenti avremo fatto la fine di quei carico di timoniere del pezzo: i due martiri della divisione Aqui a Cefaanimali più un cannone dalla bocca lonia. E l’Italia si ricordò di loro solo di diametro pari a 10 cm e mezzo. dopo cinquant’anni. Se vuoi fare un La data di quando partimmo per commento, fallo pure ma dentro di l’Italia non la ricordo, però ricordo te, a onore dell’Aqui e ai novemila bene che durante quei sedici giormartiri di Cefalonia. I dimenticati. ni ha sempre piovuto, e che siamo Lino Cracco

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DI GIULIANO CORÀ

Prendete un vecchio film, o comunque un film famoso, o molto amato, e provare a ‘rivederlo’ con gli occhi dell’attualità locale. Mi spiego con un esempio facile facile. Proiettate Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick ma guardandolo con un filtro vicentino, e vi accorgerete che il comandante del bombardiere, quello che fa di tutto per riuscire a sganciare la bomba e alla fine precipita assieme ad essa cavalcandola come un isterico cow-boy verso la (auto) distruzione, vi apparirà con la faccia di D’Alema (magari se il filtro è particolarmente raffinato, anche con quella di Napolitano), che ha ribadito il sì alla nuova base Usa. Capito come funziona?

Finocchi armati Per esempio, ieri sera mi sono rivisto il primo Amici miei, ma non sono riuscito a godermelo come al solito, perché, appunto, i filtri continuavano a mostrarmi un altro film. Ve lo racconto un po’, a spizzichi e bocconi (e che la buonanima del regista Pietro Germi mi perdoni). Comincia col Perozzi, il giornalista della Nazione, che verso l’alba lascia la macchina da scrivere, entra nel bar con la prima edizione e comincia a declamare la cronaca: “Strage di mondane assassinate da bande di finocchi armati!”.

Ma nella mia tv non era la Nazione, era il Giornale di Vicenza, e il giornalista (non l’ho riconosciuto, giuro) gridava un altro titolo (benché anche quello

Giochi natalizi. Che succede se si rilegge un film dal feroce humour malinconico trovandoci le corrispondenze vicentine? Ci abbiamo provato con Amici Miei

Supercazzola prematurata come fosse Paolo Costa

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lì, con l’aria che tira di moralismo anche omofobico, non sarebbe male, sul GdV): “Orde di No Dal Molin accampate in periferia pronte ad assaltare la città. Si temono atti di cannibalismo.

I vigili urbani già schierati a difendere il pacifico insediamento Usa”. Parte la zingarata – ve la ricordate? – e il nostro amico giornalista comincia a raccogliere gli amici in giro per la città. Indimenticabili.

Miseria e nobiltà Il conte Mascetti, quello che “si è mangiato due patrimoni: il suo e quello della moglie” e che ora vive in miseria, nutrendosi di pane (poco) e orgoglio (moltissimo). A me appariva con la faccia di Rossi, l’ex presidente delle Aim, che di patrimoni dilapidati se ne intende anche lui: non i suoi, naturalmente, ma quelli del Comune. Non vive in miseria, dite? Beh, non vorrete mica che siano tutti sfortunati come Mascetti…

Oppure il Necchi, insinuante e maneggione, che la fa grossa e poi la nasconde … Nel mio film viene uguale identico a Lorella Bressanello, direttrice del dipartimento Territorio ed esimia consorte del sindaco (giova ricordarlo, ogni tanto: alcuni giornali – per discrezione, s’intende…

– non ne parlano mai, e la gente è così distratta …), probabile ispiratrice, nell’ombra, del pappaeciccia col Gruppo Ingui all’epoca dello scambio Pomari-terreni del teatro.

E ve lo ricordate l’architetto Melandri, il bonaccione insicuro, che alle cinque di mattina è fuori per portare a pisciare il cane della sua amante-padrona, che ha bisogno dell’aiuto degli amici in tutto altrimenti da solo non se la cava? Eh sì: da me sembrava Hüllweck.

Magari glielo porta anche lui a passeg-

Il conte Mascetti, quello che ha dilapidato la fortuna sua e della moglie? È Beppe Rossi

gio, il cagnetto del comandante della Ederle (un servizietto ad un amico non si può negare), e gli amici importanti li ha (anche se pare non riusciranno a farlo rieleggere: sic transit…).

Certe volte, però – difetti di questi angagni tecnologici – la faccia del sindaco si sovrapponeva invece a quella del Sassaroli. Ah, impagabile, il luminare professor Sassaroli: arrogante, strafottente, supponente. E mi pareva di vederlo a colloquio con tutte le realtà cittadine – giovani ed altro – che in questi anni hanno chiesto partecipazione e visibilità, e si sono sentiti dire ‘ragazzo lasciami stare che ho da lavorare’.

La zingarata Poi la zingarata comincia. Epica, davvero. In stazione, a prendere a sberle la gente. Ma erano le nostre, quelle facce, le facce di noi c******* che abbiamo creduto nella democrazia rappresentativa, che abbiamo ‘delegato’ a chi dove-

va operare il bene comune, e invece ci ha fregato ed ora ci prende pure a sberle e a pernacchie. In un paesino di campagna, a far credere alla popolazione che tra poco la provincia tirerà giù tutto per farci passare un’autostrada … Altro che paesino: quella è Vicenza! E qui da noi non scherzano mica. Altro che autostrada. Qui ci spianano mezza città per farci una base di morte e distruzione, ed è inutile, come il povero parroco del film, che suoniamo le campane a distesa: non verrà nessuno a dirci ‘abbiamo scherzato’. Ma anche il Mascetti, a volte, si sdoppiava, e prendeva la faccia del commissario Paolo Costa, inviato dal governo Prodi a mediare (?!), Gran Maestro della Supercazzola. L’avete mai sentito quando ‘dialoga’ coi comitati del

No alla base? “Noi invece vorremmo dire che …”. “Ma guardi, guardi, guardi; lo vede il dito? Lo vede che stuzzica, che prematura anche. Ma allora io le potrei dire, anche per il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come ‘vicesindaco’…”. “Secondo noi bisognerebbe fare un referendum per dare alla città la possibilità di esprimersi”. “Ah, pardon: tarapio tapioco come se fosse antani, la supercazzola prematurata con dominus reveriscum blinda”. Che dite? Che non vi sembra tanto un bel gioco? Che ho rovinato un bel film e che quello nuovo è orribile?

Mi sa che avete ragione. Va bene: farò riparare la tv. Intanto voi riguardatevi I signori della truffa: ma non parla di politica, che credete. Buon Natale.

E l’architetto Melandri, l’insicuro per antonomasia?

Ma certo, è Hüllweck

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22 DICEMBRE 2007

edicola

Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

Suk parlamentare, chi vuol esser milionario?

Il supermarket dei senatori che ha innescato l’ennesima accusa di corruzione a Silvio Berlusconi s’inserisce perfettamente nella nuova stagione politica delle “larghe intese”, ultimo approdo della commedia all’italiana, a cura di Castellano & Pipolo. Titolo: “Ok il prezzo è giusto” o “Chi vuol esser milionario”. Personaggi e interpreti, in ordine di apparizione.

Berlusconi Silvio, il capocomico Un tempo si comprava Craxi e quello gli faceva due decreti salva-tv più la legge Mammì. Si comprava il giudice Metta e quello gli regalava la Mondadori. I suoi manager si compravano la Guardia di Finanza (a sua insaputa, s’intende) e quella chiudeva un occhio, anzi due sui bilanci del gruppo. E si compravano Silvio Berlusconi in Senato pure l’avvocato inglese David lità con cui Totò si vendeva la Mills (senza dirgli nulla, si ca- fontana di Trevi all’italoamepisce) perché testimoniasse il ricano Decio Cavallo, che lui falso nei processi a suo carico. chiamava Caciocavallo. Solo Il grande venditore era anche che, diversamente, da Decio un formidabile compratore: Cavallo, il senatore Randazmostrava il libretto degli asse- zo non abbocca e lo manda gni, diceva “scriva lei la cifra”, a stendere, inseguito comune di solito funzionava. Ora, que dal povero Cavaliere che per dire com’è ridotto, telefo- gli promette addirittura “un na ad Agostino Saccà perché contratto”, millanta “ho con “sollevi il morale del Capo” me Dini e i suoi” e lo implora sistemandogli certe “attrici” in ginocchio: “Mi basta anche (ieri l’ometto le ha definite soltanto una piccola assen“artiste discriminate perché za…”. Poveretto, come s’offre. non di sinistra”, insomma ideologhe anRandazzo ticomuniste, Nino, l’anun po’ come tagonista quelle che seL’uomo che devano sulle resiste imsue ginocchia pavido (e nel parco di inedito) alle Villa Certosa). profferte del Una, fra l’altro Grande Com(“la Evelina”) pratore è un sarebbe amica vecchio giordi un senatore nalista itadell’Unione loaustraliano “che mi può d’altri tempi, essere utile Il senatore australiano Nino Randazzo che dinanzi per far cadeai contratti e re il governo alle promesse risponde: “Io Prodi”. E il governo non cade. sono stato eletto col centroAllora corteggia e coccola un sinistra e dunque resto fesenatore dell’Oceania, pro- dele al centrosinistra perché mettendogli un posto nel suo ho una mia moralità”. Alla eventuale, prossimo governo parola “moralità”, il Cavalie(il famoso “sottosegretaria- re chiama Bonaiuti e chiede to all’Australia”), e la piazza un dizionario: dev’essere un numero 2 nelle liste nazionali termine australiano, comundi Forza Italia (o come dia- que arcaico. Poi capisce che volo si chiama adesso) alle non c’è nulla da fare: la lunga presunte elezioni anticipate. permanenza all’estero deve Il tutto con la stessa credibi- aver guastato il senatore, non

troppo aggiornato sulle prassi più recenti della nostra politica. Affranto per cotanto affronto, il Cavaliere ripiega sugli italiani doc.

Nick Scavi, il buttadentro Imprenditore australiano, si materializza alle spalle di Randazzo un giorno che questo sta passeggiando alla galleria Alberto Sordi, a Roma.

Da quel momento diventa il suo angelo custode, gentile omaggio del Cavaliere: “Voglio offrirti la possibilità di diventare milionario”, gli dice, e pare gli mostri un assegno in bianco accompagnato dalla frase: “Scrivi tu la cifra, fino a 2 milioni”. Il Agostino Saccà suo ruolo è simile a quello delle ragazze buttadentro che accalappiano i giovanotti davanti alle discoteche. Ma Randazzo, tetragono, resiste anche alle sue sirene.

Saccà Agostino, la spalla Calabrese, giornalista (chi non lo è?), craxiano, poi forzista, poi dalemiano, poi di nuovo forzista (“voto Forza Italia come tutta la mia fami-

glia”), nel 2002 fu l’esecutore materiale dell’editto bulgaro del Capo contro Biagi, Santoro e Luttazzi. Da allora si garantì una serena vecchiaia.

Da direttore generale dovettero cacciarlo perché in un anno la sua Rai aveva perso 4 punti di share su Mediaset: sull’onda dell’ entusiasmo, era andato anche oltre il mandato ricevuto.

Ma lo sistema- Marco Travaglio rono a Raifiction, una specie di grotta di Alì Babà piena d’oro, che lui amministra da par suo con gli amici degli amici. Ultimamente, mentre partecipava alla campagna acquisti berlusconiana dei senatori e preparava la fiction sul Barbarossa (“Bossi non fa che parlarmene”, insisteva il Cavaliere), si spacciava per veltroniano: pare che nei corridoi della Rai, per essere credibile, pronunciasse solo parole che iniziano con la w: walter, wafer, water, woobinda, wow, woody allen, watussi, wonderbra.

Soprattutto wonderbra.

De Gregorio Sergio, il servo furbo In controtendenza col proliferare in politica di servi sciocchi, il bovino senatore ex socialista, ex forzista, ex democristiano, ex dipietrista, neo forzista ha recuperato la tradizione plautiana del servo furbo. Eletto nel 2006 con l’Italia dei Valori per nobili motivi ideali un posto da sottosegretario rimase deluso quando non l’ottenne e cominciò a fare la fronda. Intanto fu indagato a Napoli per certi assegni trovati in mano a un contrabbandiere. E cominciò a votare contro la maggioranza che l’aveva eletto. L’improvvisa sintonia programmatica con la Casa delle libertà fu corroborata dalla promessa ber-

lusconiana di finanziare la sua associazione Italiani nel mondo con 5 milioni di euro l’anno. Con tanto di contratto spedito via fax e addirittura firmato - scrive Repubblica - dall’ingenuo Sandro Bondi.

Fuda Pietro, servitor di due padroni Calabrese, già forzista, poi margherito, poi numero 2 del Pdm di Loiero, ovviamente indagato per storie di ‘ndrangheta, balzò alle cronache un anno fa per un comma di poche righe che mandava salvi centinaia di pubblici amministratori nei guai con la Corte dei conti per reati contabili. Saccà, suo conterraneo, lo contatta personalmente poi riferisce: “Fuda vuol far sapere al Capo che il suo cuore batte sempre a destra, anche se oggi è costretto a stare a sinistra. Ma se gli toccano gli interessi e le cose sue, darà un aiuto al Cavaliere in Parlamento”. Ecco, anche Fuda c’ha le cose sue.

Bertinotti Fausto, il palo Anziché allarmarsi per la compravendita si senatori in corso nell’altro ramo del Parlamento, il comunista più amato da Berlusconi, da Vespa e da Mediaset protesta vibratamente con la Procura di Napoli per la “fuga di notizie” e per eventuali “intercettazioni di parlamentari”. Lui non guarda la luna: lui, molto marxisticamente, guarda il dito.

Partito democratico, miglior attore non protagonista Non ha liberato la Rai dai Saccà e stava per resuscitare Berlusconi per la terza volta con l’”asse per le riforme”.

Riusciranno i nostri eroi a rimettere la legge elettorale e la Costituzione nelle mani del Cavaliere, mentre lui gli compra i senatori un tanto al chilo?

Marco Travaglio da www.voglioscendere.ilcannocchiale.it 13 dicembre 2007

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Apparecchi da intrattenimento Gap Games via Div. Folgore 29, Vicenza tel. 0444 926492 Apparecchiature Industriali RIELS Instruments via Marconi 157, Ponte S. Nicolò (Pd) tel. 049 8961771 Arredamenti Mobili Zambonato di Graffigni F.lli via Zamenhof 448, Vicenza tel. 0444 239333

Carrozzerie Carrozzeria Nichele Giancarlo via Meucci 40, Costabissara (Vi) tel. 0444 557373 Computer Digit World di Marco Casazza viale Riviera Berica 187, Vicenza tel. 0444 240731 Computer Discount viale Grappa 22, Vicenza tel. 0444 923909 Computer - Internet Netstop strada Padana Superiore 25 Vicenza tel. 0444 521129 Concessionarie Auto Auto Berica (Mitsubishi Motors) via Olmo 35, Altavilla Vicentina (Vi) tel. 0444 522787 Costruzioni Isola Portoni Industriali Via Pasubio 81, Isola Vicentina (Vi) tel. 0444 976425 Disinfestazioni 3D Antiparassitaria di Luca Raffaelli via Pologni 22 Priabona di Monte di Malo (Vi) tel. 0445 589074

Ristorante Albergo Villa Bonin di Maria Rosa Barindi via Villa Porto 1, S. Gottardo Zovencedo (Vi) tel. 0444 893035

Pizzerie Ai Sette Santi Pizzeria Ristorante piazzale Monte Berico, Vicenza tel. 0444 235470

Imballaggi Vicenza Imballaggi via L. Da Vinci 2/4 (Z.I.) Arcugnano (Vi) tel. 0444 964472

Ai 2 Fogher ss Pasubio 2, Vicenza tel. 0444 564790

Imprese di pulizie Diamante, impresa di pulizie via Casermette 103, Vicenza tel. 0444 306016 Industrie dolciarie Dolciaria A. Loison, ss Pasubio 6, Costabissara tel. 0444 557844 Internet cafè Cyber Cafè Sirena via Btg. Val Leogra 46, Vicenza tel. 0444 561000 Internet provider Goldnet via della Meccanica1/A, Vicenza tel. 0444 965600

Arredamenti pavimentazione Sinergie Abitative Srl viale Trieste 153, Vicenza tel. 0444 512014

Estetica Estetica Sandra di Sandra Miccoli via Maggio 24, Lonigo (Vi) tel. 0444 830086

Istituti di bellezza e profumerie Istituto Karina Snc C.so Palladio 168, Vicenza tel. 0444 545330

Ascensori e montacarichi Detto Srl via Galileo Galilei (Z.I.) 42/44 Costabissara (Vi) tel. 0444 557677

Fitness e benessere Break Even Center ss Marosticana, 24, Vicenza tel. 0444 921694

Armonia Istituto di Estetica Snc galleria Tiziano 20 Centro Comm. S.Pio x, Vicenza tel. 0444 514567

Fitness Isola Center via Europa 45/A, Isola Vicentina (Vi) tel. 0444 978507

Votre Beautè piazza Castello 12, Vicenza tel. 0444 542337

Assicurazioni Agenzia Assicurazioni Provisa Srl viale Trento 352, Vicenza tel. 0444 562685 Bar Bar Roxy D&M Sas di Gennaro Maurizio via Prati 6, Vicenza tel. 393 9014355 Bar Il Borsa Snc piazza dei Signori 26, Vicenza tel. 0444 546636 Biciclette&Accessori Bike & More via Ca’ Balbi 133, Vicenza tel. 0444 912958 Birrerie & Pub “Il Calesse” birreria, pizzeria, trattoria via Stradella Donà Motta di Costabissara (Vi) tel. 0444 970465 Birreria Numero Uno ss Pasubio 498, Vicenza tel. 0444 980676 Murphy’s The Celtic Stone corso Porta Padova 58, Vicenza tel. 0444 300426

Fotocopiatori e assistenza Copymac Sas via Lago Maggiore 2 Tavernelle di Altavilla Vicentina (Vi) tel. 0444 370922 Gastronomia L’Eden - Frutta e verdura via Leg. Antonini 157, Vicenza tel. 0444 570766 Salumificio Verza di Andrea Toniolo via delle Calcare 1 (Z.I. A) Cogollo del Cengio (Vi) tel. 0445 320512 Gommisti Pieretti F.lli viale della Pace 78, Vicenza tel. 0444 513880 Hotel Viest Hotel strada Pelosa 244, Vicenza tel. 0444 582677 Hotel Aries NCA Sas via Leonardo Da Vinci 28, Vicenza tel. 0444 239239 Hotel-Ristoranti Hotel Giada - Centro congressi, ristorante, pizzeria via Nazionale 10 Grumolo delle Abbadesse (Vi) tel. 0444 580057

Odontoiatri Studio Medico Dentistico Dr. Claudio Randon piazza Redentore 75, Dueville (Vi) tel. 0444 593314 Officine Autorizzate Mercedes Benz e Smart Vicenza Star Srl via dei Laghi 39, Altavilla Vicentina (Vi) tel. 0444 334613

Pizzeria Ristorante Albergo Belvedere strada Casale 4 (ang. str. del Cavalcavia), Vicenza tel. 0444 504218 Pronto Intervento S.P.R.I.N.T. service viale del Sole 8, Vicenza tel. 348 1422564 Ristoranti Castellani Ristorante Pizzeria ss Pasubio 358, Vicenza tel. 0444 980286 Osteria con cucina “All’Arciere” via Biron, 72, Monteviale (Vi) tel. 0444 561103 Ristorante Pizzeria Zì Teresa contrà S. Antonio 1, Vicenza tel. 0444 321411 Gran Caffè Garibaldi piazza dei Signori, Vicenza tel. 0444 542455 Ristoranti Tipici La Tangueria Restaurant Argentino contrà Pusterla 13, Vicenza tel. 0444 543737 Salute e benessere Blu mediterraneo via Orobica 11 Camisano Vicentino (Vi) tel. 0444 411377 Scommesse Carma Servizi di Spaziani Testa Carlo Snc - Pianeta Scommesse via Lanza, 40/44, Vicenza tel. 0444 291060

Ottica Ottica Palladio Srl corso Fogazzaro 78, Vicenza tel. 0444 545000

Trasporti Logistici Dyvitech Group Transport & Logistic via dei Montecchi 23, Vicenza tel. 0444 564425

Packaging Lacea Snc viale della Scienza 9, Vicenza tel. 0444 346073

Trattorie Trattoria Molin Vecio via Giaroni 56, Caldogno (Vi) tel. 0444 585168

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Antica trattoria Ai Colli Berici via Mazzanta 19, Arcugnano (Vi) tel. 0444 550061

Pasticcerie Pasticceria Artigiana via Medici 69, Vicenza tel. 0444 921426

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25 VICENZA PIU’

VENETO STRADE

22 DICEMBRE 2007

Il termine contrattuale prevedeva la consegna dell’opera per il 3 maggio 2008, è stata invece conclusa a novembre: 6 mesi prima

A tempo di record, un’opera importante per la viabilità L’infrastruttura che in questi mesi abbiamo aperto al traffico riveste un importanza fondamentale nei collegamenti sud- nord del Veneto.

Il sistema viario regionale presen-

ta carenze, specialmente lungo le principali direttrici di traffico: tutte le strade statali attraversano aree di forte densità insediativa e sono frequentemente fiancheggiate da zone industriali ed artigianali, da

centri commerciali e zone residenziali, che generano volumi di traffico, anche pesante, molto consistenti.

Con la diffusione di tali insediamenti nel territorio, le strade ex urbane un tempo destinate alla funzione di collegamento rapido a media e lunga distanza tra i più importanti centri urbani, i porti e gli aeroporti ed i valichi alpini, hanno assunto un ruolo improprio di servizio locale che ormai risulta preponderante, con il risultato che in lunghi tratti di tali strade la velocità media di percorrenza non raggiunge i 30 Km/h.

In particolare le strade principali che discendono dalle principali valli alpine, non appena raggiungono le aree di pianura subiscono forti limitazioni della transitabilità e quindi della velocità di scorrimento, per l’impatto via via crescente con il traffico locale.

In linea di massima, sia le infrastrutture attuali, sia quelle in programma, favoriscono le direttrici da Ovest verso Est, con questa nuova strada di dieci chilometri, andia-

mo a colmare un gap importante.

Si tratta di un’opera che consente un notevole snellimento del traffico nelle direttrice Padova-Castelfranco e fa parte di un disegno complessivo di infrastrutture in atto nella nostra Regione che riguardano, nella parte nord del Veneto, sia la Pedemontana veneta, asse fondamentale di collegamento che interessa la fascia vicentina e trevigiana, che il sistema dei collegamenti tra tale infrastruttura e le aree produttive del Veneto centrale. Posso dire che con tale sistema infrastrutturale siamo ormai molto avanti.

La concessione di costruzione della Pedemontana veneta sarà affidata nelle prossime settimane concludendo un iter complesso che consentirà il Veneto di un’opera ritenuta indispensabile.

Della Strada regionale 308, la cosiddetta Strada del Santo, se ne parla dagli anni settanta, la Regione Veneto ha iniziato ad occuparsi e fianlemnte abbiamo dato una prima risposta a chi ci chiedeva un intervento indispensabile.

Questo secondo lotto è costato quasi 65 milioni di euro ed è estremamente importante per la provincia di Padova soprattutto per le comunità dell’alta padovana. Il progetto finale prevede il completamento del terzo lotto fino a Castelfranco, con un investimento complessivo di quasi 30 milioni di euro. Per quest’ultimo tratto le procedure sono avanzate, siamo in fase di appalto e a fine giugno potranno iniziare i

lavori.

Il termine contrattuale prevedeva la consegna dell’opera per il 3 maggio 2008, è stata invece conclusa a novembre, dunque siamo riusciti a terminare 6 mesi prima. Un grande risultato nonostante siano sorti, alcuni problemi durante la fase di realizzazione. Infatti è stato trovato, in alcune parti dei rilevati, del materiale non idoneo dal punto di vista chimico.

Un problema che sicuramente non doveva accadere, comunque, come accertato dalle autorità competenti, non c’è stato alcun problema per le falde acquifere. A tal proposito sono previsti dei monitoraggi della falda stessa che si protrarranno nel tempo, così come sono stati concordati una serie di interventi per eliminare totalmente la possibilità, peraltro molto remota, di qualsiasi tipo di infiltrazione di tali materiali nel sistema delle falde.

Se non fosse sorto questo problema l’opera sarebbe stata consegnata almeno due mesi prima e dunque otto mesi in anticipo dalla scadenza del contratto.

Da quando a fine 2001 abbiamo preso in consegna la rete stradale regionale, abbiamo appaltato interventi per oltre 500 milioni di euro.

Molti di questi interventi sono stati ultimati, altri sono ancora in corso. Credo che sia la dimostrazione di come tutti diventi più efficiente, quando la realizzazione e la gestione degli interventi, vengono affidate alla Regione sulla base di un corretto concetto di federalismo.

Veneto strade S.p.A.

www.venetostrade.it

SEDE LEGALE e DIREZIONE CENTRALE: Via C.Baseggio, 5 30174 Mestre Venezia Tel. 041 290 77 11

DIREZIONE DISTACCATA BELLUNO: Via Villa Patt 32036 Sedico (BL) Tel. 0437 868 111

26 Carciofini sott’odio

Luttwak, fàcce rìde di Alessio Mannino Se ce lo trovassimo di fronte, non lo degneremmo di uno sguardo, di un ascolto, di un solo secondo della nostra attenzione. E’ così che si deve fare con i pontificatori arroganti come l’americano Edward Luttwak, lugubre volto della propaganda made in Washington.

“Quelli che manifestano sono quattro scalmanati. Dovrebbero finalmente capire che la base si farà e che è arrivato il momento di trovarsi un nuovo sport. Potrebbero darsi alla pesca…”: così l’esperto a Radio Anch’io venerdì 14 dicembre scorso. E questo sarebbe, anzi, purtroppo è, un analista del centro studi del Dipartimento della Difesa statunitense. Evidentemente nel curriculum non richiedono credenziali sul senso della democrazia, e nemmeno per il buonsenso.

Solo che poi personaggi come Luttwak dispensano consigli e producono documenti per gli strateghi d’oltreoceano – magari quelli che portano a prove false e scatenano guerre fondate su pretesti e teoremi inventati.

Non pago, il nostro Edward escogita una spiegazione sul perché gli Usa hanno scelto Vicenza per la base che è degna del miglior Berlusconi (quello battutaro): “Perché molti soldati statunitensi sono laureati e quindi sono interessati alla cultura che questa zona ha da offrire”. Fantastico. Mai avremmo potuto arrivare a immaginare tali sublimi vertici di creatività nello spararla più grossa. Senza pudore, senza vergogna, con somma comicità involontaria. Proponiamo la creazione di una scuola per aspiranti comici con testi di Luttwak (e di altri fini artisti della risata come Hullweck, Prodi, Parisi, Pecoraro Scanio, eccetera).

Chicca finale: “Questi pacifisti cosa facevano durante la guerra fredda?

Come credono di contribuire alla sicurezza dell’Italia?”. Ah, giusto.

I pacifisti non possono protestare, non possono essere quello che sono perché quando c’era l’Urss non tenevano le armi in pugno a fianco, ovviamente, degli Usa. Fatichiamo a capire che nesso ci sia fra la guerra fredda e manifestare il proprio dissenso su una base che non serve più a combattere quella guerra.

Appunto: una base che non serve a nessuna nostra guerra (Dio ce ne scampi), ma solo a quelle degli Usa. E poi, la sicurezza. Ma come ci proteggerebbero, i paracadutisti del Dal Molin americano? Da chi?

E come? Forza mister Luttwak, ce lo spieghi. Ci faccia ridere ancora, la prego.

22 DICEMBRE 2007

tempo libero

L’angolo dell’oste. Ricetta antica e lunghi tempi di lavorazione: ecco come si crea il più classico dei dolci natalizi

Serenissimo e imperiale, I segreti del “Pan de oro” Non avrà le origini leggendarie del suo cugino milanese, il panettone; né l’aspetto sofisticato di tanti dolci in cui l’apparenza conta più della sostanza. Ma dietro l’apparente semplicità del pandoro si nascondono una storia secolare e una ricetta che richiede abilità, attenzione e molta, molta pazienza. Le origini del tipico dolce natalizio veronese affondano infatti nell’epoca delle signorie e delle repubbliche marinare: una versione lo vuole legato al “Pan de oro”, un dolce che ai tempi della Serenissima veniva ricoperto da sottili foglie d’oro zecchino; un’altra lo fa discendere dal più semplice “nadalin”, diffuso già nella Verona degli Scaligeri; una terza, infine, lo collega al “Pane di Vienna”, un’evoluzione della brioche

francese che arricchiva la mensa reale degli Asburgo nel corso dell’Ottocento.

Probabilmente, in ognuna delle tre storie c’è un briciolo di verità. In ogni caso, da oltre un secolo il pandoro è uno dei simboli più noti della pasticceria veneta.

Più di altri dolci, il pandoro richiede ingredienti di primissima qualità: burro di pura panna, uova freschissime (che danno il caratteristico colore dorato), zucchero, lievito, burro di cacao e vaniglia. E richiede soprattutto una preparazione lenta e laboriosa, che può durare anche quattro giorni, durante i quali vanno rispettati rigorosamente i tempi di lievitazione e di cottura. Solo così si può garantire che l’impasto non perda quella morbidezza e quella

“sofficità” che l’hanno reso celebre. E che lo rendono così buono da non richiedere, almeno nella versione tradizionale, altro che una spruzzatina di zucchero a velo. Oggi, a dire il vero, è possibile trovare in commercio anche pandori alla crema, ricoperti, o ar- Anche quattro giorni di lievitazione per gustare una fetta del dolce veneto fette verticali oppure dividendolo ricchiti in altro orizzontalmente in tante piccole modo; ma il pandoro autentico ristelle. E accompagnandolo ad un mane sempre quello “nudo”, senbicchiere di recioto. za fronzoli, che si gusta tagliato a

Appuntamenti. In tutta la provincia spopolano mercatini e concerti di Natale. A Laghi una particolare rievocazione storica

L’incanto (e le bancarelle) di Natale Manifestazioni In attesa delle feste e dei veglioni di Capodanno, questi sono gli ultimi giorni per non far mancare nemmeno un pacchetto sotto l’albero. Così in tutta la provincia - da Bassano a Lonigo, da Thiene a Marostica – c’è un fiorire di bancarelle, babbi natale, casette di legno in stile tirolese e proposte regalo. A Vicenza i mercati natalizi hanno trovato spazio ai Giardini Salvi e nelle piazze del centro, da piazza castello a piazza dei Signori. Per chi vuole qualcosa di un po’ diverso, ci sono iniziative come “Incanto a Laghi”: nel minuscolo comune dell’alto vicentino, le contrade si popoleranno di bancarelle con prodotti tipici, cantastorie, rievocazioni storiche, stand gastronomici e gruppi corali, per una festa che l’hanno scorso ha richiamato oltre 40 mila persone.

timana l’appuntamento è con la compagnia Theama teatro e “I Magnasoete” di Virgilio Scapin, ritratto divertente e malinconico della vita della campagna veneta. Spettacoli sabato alle 21 e domenica alle 16, biglietti da 7 a 5 euro. Sabato sera al Palasport di Torri, invece, va in scena uno dei classici del teatro di De Filippo, quel Natale in casa Cupiello in cui il dramma della gelosia sconvolge un tranquillo pranzo in famiglia (inizio alle 21, ingresso a 5 euro).

Teatro Smaltita la “sbornia” da inaugurazione del nuovo teatro, si torna alla normalità. Al teatro San Marco continua la rassegna autunnale organizzata dalla Fita: questa set- Una rappresentazione di Natale in casa Cupiello

Musica È la musica gospel la protagonista del Natale 2007 vicentino. In città, sabato 22, all’auditorium Canneti, appuntamento con il gruppo Tribù Gospel Singers per un’iniziativa benefica curata dall’Assocazione Satyaraha (inizio ore 20,45). Proposta simile anche a Bassano, dove alle 21, al teatro Remondini, suoneranno i Bluespiritual, una delle band più numerose d’Italia, con 55 voci e 15 strumentisti.

In questo caso il concerto è dedicato all’Associazione Oncologica San Bassiano (ingresso 12 euro). Di tutt’altro genere, invece, la serata in programma sempre sabato 22 al Sabotage bar di via dell’Industria: qui i mattatori saranno i ritmi sincopati dello ska proposta dal gruppo Skavesà. Per chi ha deciso di passare il Natale in montagna, infine, sabato 22 alle 21, nel municipio di Asiago, concerto per clavicembalo dedicato a J. S. Bach.

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22 DICEMBRE 2007

tempo libero

Popcorn. Da rivedere il film catastrofico del 2004 L’alba del giorno dopo: un’occasione per riflettere del superfluo che ci sommerge

L’alba di un giorno senza tecnologia DI GIULIANO CORÀ

Dopo la Conferenza di Bali, e nell’attesa di un Kyoto 2, vale la pena di rivedere L’alba del giorno dopo (2004), certo modesto, ma che ci fa riflettere sulla fragilità della società tecnologica. Nel nostro mondo la Natura è stata negata e rifiutata, ogni atto e funzione sono stati delegati ad una Tecnologia che è diventata un surrogato di Dio, e che orgogliosamente consideriamo nostra serva. Il film ci fa scoprire quanto sia inconsistente questa nostra sicurezza, e quan-

to non sia la tecnologia ad essere nostra schiava, ma noi ad essere suoi succubi, impotenti, senza di essa, perfino a sopravvivere.

Sono orribili, quelle immagini di strade fino a poco prima colme di auto e merci lussuose, invase dall’acqua, che trasforma tutto in un ammasso di inutile ferraglia; o quelle di una città, fino a poco prima arrogante nella sua potenza, ridotta ad un pack mortale, in cui pochi sopravvissuti contendono il cibo ai lupi di uno stabulario (la nemesi!). Che angoscia tutti quei computer spenti, i telefoni che non funzionano, treni ed aerei spazzati via, tutta la nostra onnipotente rete di comunica-

zione annullata d’improvviso.

Improvvisamente abbiamo paura, ci sentiamo piccoli, fragili, insicuri, ci rendiamo conto di camminare – la metafora è quanto mai azzeccata, come si vede nel film - su una sottile lastra di ghiaccio che può spezzarsi all’improvviso, distruggendo la trionfante sicurezza che vi abbiamo edificato sopra.

Un articolo del Corriere della Sera sullo tsunami del 2004 parla dei miti cosmogonici degli indigeni della Andamane, anch’esse colpite dalla catastrofe. I vecchi delle isole raccontavano ai giovani che esse stavano sospese su un albero, ma che gli spiriti maligni che vivono sotto terra un

Film modesto ma che riflette su uno dei grandi temi di questo secolo

giorno le avrebbe scosse e fatte cadere di sotto. Della ‘superiorità’ della Natura sull’uomo, erano dunque da sempre coscienti questi popoli che noi occidentali

abbiamo sempre etichettato con l’arrogante appellativo di ‘primitivi’: mai come ora, quell’aggettivo mostra tutto il suo contenuto di insipiente presunzione.

Sul comodino. Simili nell’impostazione, diversi nei giudizi, riecco i più famosi dizionari del cinema. Indispensabili per chi ama il grande schermo

Morandini contro Mereghetti, sfida all’ultimo film DI GIOVANNI MAGALOTTI

Anche quest’anno, a Natale, con i loro Dizionari dei film si sfidano sul piano editoriale, due fra i critici cinematografici più noti del nostro Paese: Paolo Mereghetti che torna con la settima edizione del suo volume; e Morando Morandini che taglia il traguardo delle dieci edizioni col proprio.

Per entrambi i dizionari l’im-

postazione è la stessa: dei film, ordinati alfabeticamente per titolo, sono indicati di seguito l’anno e il paese di produzione, la durata, il nome del regista e quello degli interpreti principali; vengono poi una sintesi della trama e una più o meno elaborata analisi critica, che sbocca in una valutazione conclusiva – una specie di voto – espressa in stellette (al massimo cinque nel Morandini, quattro nel Mereghetti). Il volume di film presi in esame è all’incirca il medesimo (in tut-

ti e due i dizionari si superano abbondantemente i ventimila titoli), ma l’approccio critico degli autori è ben diverso.

Morandini, critico “storico” nell’ambito italiano, adotta un’impostazione più classica: pur non trascurando l’aspetto espressivo dell’opera cinematografica, si dimostra attento soprattutto alla sua valenza socioculturale. Mereghetti, invece, sembra compiere un’operazione inversa, dando preminente rilievo all’efficacia del linguaggio filmico. E, sul

piano espositivo, mentre Morandini predilige una concisione che in alcuni momenti sfiora l’aforisma, Mereghetti formula spesso il proprio giudizio in modo più articolato.

Si tratta quindi di due dizionari che si completano l’uno con l’altro, proprio per i differenti percorsi critici intrapresi dai loro curatori. Per entrambi, o meglio per i loro editori, vale una sola riserva, prevedibilmente destinata a non avere seguito per ragioni commerciali: perché non dare la

possibilità a chi già possiede la versione più recente del dizionario, di completarlo con minimi aggiornamenti, invece di costringerlo ad acquistare ogni anno, o ogni due, l’intera opera?

Paolo Mereghetti, Il Mereghetti. Dizionario dei film 2008, Baldini & Castoldi Dalai, 3 voll., 6375 pp., € 44,50 Morando, Laura e Luisa Morandini, Il Morandini 2008.

Dizionario dei film, Zanichelli, 2048 pp., € 27,20

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HANNO DETTO

[Il risultato della gestione Rossi in Aim] ha fatto parlare il consulente di “repubblica delle banane” e di “macello”.

Giovanni Rolando Il Giornale di Vicenza 19 dicembre 2007

Per ora Walter Veltroni è un ottimo leader di carta. Lo statuto del Pd gli consegna pieni poteri e zero scocciature: niente correnti, nessuna opposizione interna, niente fronzoli. O me o nulla, per dirla con Cesare Borgia. Non fosse che un Berlusconi in politica già c’è, gli diremmo che Veltroni è un ottimo Berlusconi.

Gianluigi Paragone Libero 19 dicembre 2007

Oscuramente, opacamente, si diffonde la certezza che a questo Paese serva un tempo decisionista di ricostruzione politica della sua identità collettiva, non per arginare o limitare la libertà individuale, non per sottrarre spazio al conflitto, ma per definire, appunto, i limiti, che sono la vera garanzia liberale di sopravvivenza di quella fragile architettura costituzionale che è la libertà moderna.

Giuliano Ferrara Panorama 14 dicembre 2007