VicenzaPiù n.84, 15 dicembre 2007

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Guerra e pace di Giovanni Coviello

L’inaugurazione storica del Teatro aveva destato timori eccessivi sulla preannunciata contestazione da parte dei No Da Molin, che - esibizione al freddo di qualche coraggioso fondoschiena a parte - sono rimasi nell’ambito della protesta civile, simbolizzata dalle croci bianche esposte alla coscienza degli ospiti d’onore della serata. Timori così infondati che il buon sindaco Hüllweck, artefice massimo dell’operazione, se l’è presa con qualche ‘amico’ di Forza Italia, o di come si chiama adesso la formazione del Cavaliere, che, per eccesso di prudenza, aveva consigliato a Berlusconi di disertare la prima privando così il parterre dell’ospite più atteso. (continua a pagina 3)

Anno 2 - Numero 84 - Sabato 15 dicembre 2007

Divisi alla meta

Oggi il popolo No Dal Molin è in marcia contro il governo (e il presidente Napolitano), che considera la base un “caso chiuso” Ma le anime del movimento sono lacerate da motivi politici, con partiti e sindacati di sinistra che le condizionano dall’esterno L’opinione di due giornalisti, uno di destra e l’altro “inclassificabile”: Bacialli e Massimo Fini da pagina 8

Da sinistra: Cinzia Bottene, Patrizia Cammarata, Lalla Trupia, Oscar Mancini

Nuovo allarme sociale: l’usura delle banche

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da pagina 6 Pm10, città soffocata da una emergenza dimenticata COPPIELLO GIOVANNI s.n.c. Via S.G. Barbarigo, 26 35010 VIGONZA (PD) tel. 049/725596 - Fax 049/8930525 Stab. di Prod. e Conf. via Muggia, 2 - 35010 VIGONZA (PD)

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a pagina 5

Borghesi (IdV): “Autostrada Bs-Pd da privatizzare” a pagina 4 1943, diario inedito di un vicentino al fronte a pagina 22

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opinioni

La serrata ha messo in ginocchio il paese. Ma potrebbe essere lo spunto per affrontare i limiti del nostro modello di sviluppo

Sciopero dei tir, uno sguardo sul futuro

DI LUCA MATTEAZZI

Italia paese di santi, poeti e navigatori.

E camionisti, verrebbe da aggiungere dopo avere toccato con mano, nei primi tre giorni della settimana, quali sono il peso e l’influenza di questa categoria. Tre giorni di serrata degli autotrasportatori e il paese si è ritrovato in ginocchio, con le aziende costrette a mandare a casa gli operai per mancanza di rifornimenti, i cittadini in preda alla psicosi da serbatoio vuoto, e i media scatenati alla rincorsa del titolo apocalittico. Al di là dei disagi patiti da tutti e dei danni subiti da molti settori dell’economia - disagi e danni che, sia chiaro, sono stati assolutamente reali - e al di là della diatriba sulla liceità o meno di una protesta che paralizza mezza nazione, lo scenario surreale che si è visto da lunedì a mercoledì potrebbe però avere anche qualche risvolto positivo.

A cominciare dal fatto di aver Sarebbe riduttivo, però, penmesso in evidenza, ben più di sare che il problema coinvolquanto possano fare numeri e ga solo il mondo dei trasporpercentuali, quanto il nostro si- ti. Il blocco dei camion ha stema dipenda dal aperto una finestra traffico su gomma. sulle debolezze Basta mezza setdel nostro sistema La serrata timana senza caproduttivo e sociamion perché non di questi giorni le. Un sistema che si trovi più una è solo appare solido ed goccia di benzina l’antipasto efficiente, lancianei distributori, un di quanto to in una continua pacchetto di pasta potrebbe corsa verso nuonegli scaffali del vi profitti e nuovi accadere supermercato, un record di produfiloncino dal for- tra qualche zione, ma che ad naio. Le politiche anno uno sguardo più della mobilità degli attento rischia di ultimi decenni morivelarsi il classistrano così tutta la loro miopia, co gigante dai piedi d’argilla. per non dire il loro fallimento. Questa volta sono stati i caPer motivi che sono ben noti, mion a scatenare la crisi, ma l’Italia ha puntato tutto, o qua- proviamo a immaginare cosa si, sulle quattro ruote: il siste- potrebbe accadere se, per un ma ferroviario qualsiasi motivo, dovesse arche una vol- rivare un black out più grave ta copriva in di quello di qualche anno fa. modo capillare O se le forniture di gas anbuona parte dassero davvero in crisi. O se del territorio il petrolio, come sembra proè stato via via babile, cominciasse davvero smantellato, a costare troppo caro. Queli discorsi sul lo che è successo in questi rilancio del giorni rischia di essere solo trasporto pub- l’antipasto di quanto potrebblico o sull’in- be accadere davvero, e con termodalità durano il tempo proporzioni molto più dramdell’emergenza e poi tornano matiche, fra qualche anno nei cassetti. E adesso se ne pa- – uno, dieci o venti poco gano le conseguenze. importa. In questo senso il

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 vendite@vicenzapiu.com

Redattori LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com ILARIO TONIELLO i.toniello@vicenzapiu.com

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Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 8 settembre 2007

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

In questa pagina: alcuni dei blocchi attuati dai camionisti

blocco dei tir potrebbe anche essere uno shock salutare, se riuscirà a scuotere la riflessione su un modo di vivere e di produrre che si sta avvicinando sempre più al proprio limite.

Di fronte a questa situazione, ci piacerebbe che la politica, per una volta, la smettesse di accapigliarsi per bizantinismi elettorali, inciuci interessi di bottega e provasse, almeno, a proporre qualche risposta. A pensare in grande, riappropriandosi delle

propria funzione di proporre un modello di società, una visione del mondo. Magari iniziando col dire che velocità, competitività e produzione non possono essere le uniche parole d’ordine se non vogliamo trovarci, al prossimo intoppo, in una situazione ancora peggiore. Qualcosa ci dice che non sarà così, e che anche questa occasione andrà sprecata in polemiche e nel consueto gioco dello scaricabarile sulle responsabilità.

Manifestazione senza violenza Perché la pace non si costruisce con la guerra segue dalla prima Alla Prima, però, mancavano anche alcuni esponenti della maggioranza, sia pur forniti dell’introvabile invito: magari quelli più attaccati dal Sindaco in questo ultimo anno preelettorale, quelli che hanno avuto il coraggio di esprimere il loro dissenso dalla gestione personalistica e autoincensante della Cosa Pubblica fatta dal primo cittadino declinando (in qualche caso restituendo, ci dicono i bene informati) l’invito in un momento e in un’occasione più significativi per la città delle loro precedenti assenze alla Festa dei Oto in Corso Palladio. L’ultima, quella dell’8 settembre scorso, non lo dimentichiamo, fu annullata allora proprio per i timori diretti del Sindaco.

Allo stesso modo, contiamo che siano stati eccessivi anche i timori destati dalla manifestazione di oggi contro la Ederle 2. Manifestazione che tanto più avrà un valore di testimonianza quanto più saprà svolgersi nel rispetto di tutti e senza quelle forzature desiderate proprio da chi, annullando la Festa dei Oto o sconsigliando Berlusconi dal presenziare alla Prima di lunedì scorso, ha voluto caricare di tensioni aggiuntive un legittimo dissenso, per renderlo alieno ad una città (fin troppo) tranquilla e pacifica, se non pacifista, come Vicenza. Ogni tipo di violenza toglierebbe, infatti, il rispetto che è dovuto a chi, comunque, manifesta contro tutti quelli che sulle spalle della città del Palladio stan-

no scaricando non migliaia di turisti ma migliaia di militari. Soldati che, se pure saranno solo alloggiati in quello che Hüllweck definisce un “dormitorio” e non una base militare, saranno pur sempre un bersaglio (insieme a tutta la città) di chi “gioca” alla guerra sulle spalle altrui.

Con buona pace di chi sostiene - e noi non siamo tra questi - che la pace vada mantenuta con la guerra. L’Iraq e l’Afganistan ce lo confermano: i militari Usa che sono partiti e partono per quei luoghi martoriati dalla Ederle 1 sono testimoni e vittime di questo nostro convincimento. Chiedetelo a loro, se sono ancora in vita. Alle loro famiglie se sono morti.

Giovanni Coviello

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fatti&notizie

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Il deputato dipietrista che ha denunciato gli sprechi alla Serenissima è (quasi) vicino alle posizioni di Galan

Autostrada Bs-Pd: “Privatizziamola” La ricetta di Borghesi, l’anti-Dal Lago

DI ALESSIO MANNINO

Il deputato Antonio Borghesi, 58 anni, professore di economia delle imprese e già presidente ex leghista della Provincia di Verona dal 1995 al 1998 (con una coalizione con Lega Nord, Ppi, Verdi e Patto Segni) è il coordinatore veneto dell’Italia dei Valori di Di Pietro. Ma il suo nome si è di recente legato alla vicenda della società autostradale Serenissima Brescia-Padova, in cui lui ha assunto il ruolo di grande accusatore delle opacità e dei punti interrogativi disseminati lungo l’elenco di trenta controllate, con relativi cda, presidenti e emolumenti non tutti ancora venuti alla luce del sole (“tutto quello che faccio è per la trasparenza”, sottolinea più volte).

Tutto è cominciato alcuni mesi fa dalla sua denuncia dei conti della Serenissima. Com’è andata?

E’ andata così: io mi occupavo dell’argomento già prima di diventare parlamentare, poi alcuni colleghi mi hanno segnalato una situazione strana, molto strana. E cioè che nel bilancio 2005 della Serenissima si vedeva che la società cominciava a subire delle perdite, che tuttavia venivano compensate da plusvalenze dovute a vendite di partecipazioni. Mentre fino ad allora coi pedaggi era in attivo, poi, fatti 100 gli incassi dai pedaggi, la perdita era di 3. Questo, in aggiunta al fatto che la proliferazione di controllate aveva raggiunto quota 30, mi ha portato a fare un’interrogazione in parlamento.

E lì si è scoperchiato il pentolone: stipendi pubblici ai consiglieri d’amministrazione coperti da “privacy”, società a Rotterdam e Lussemburgo, aumento esponenziale dei costi. Ovviamente la sua iniziativa segue la linea del ministro Di Pietro, che ha condotto un duro braccio di ferro con le concessionarie autostradali.

Certo, la politica di Di Pietro nei confronti delle autostrade c’entra tantissimo. Basti pensare al suo scontro con Società Autostrade di Benetton. Il problema che ha posto è che non c’era nessun controllo da parte dello Stato sugli investimenti delle concessionarie. In pratica queste trattavano i soldi pubblici destinati alle opere e alla manutenzione come proprio patrimonio.

Invece sono dello Stato, e non vanno usati per fare cassa: o vengono reinve-

Antonio Borghesi

stiti per lavori, oppure devono tornare allo Stato. Col nuovo regolamento di fatto si obbligano le concessionarie a separare le due cose. Insomma, è finito il tempo delle galline dalle uova d’oro.

Eppure i privati spingono per avere sempre più potere. Col recepimento della circolare Lanzillotta in Finanziaria, il cda della Brescia-Padova è sceso da 13 a 9 componenti, di cui 3 privati: Mario Gambari (che ha oltre il 20% delle azioni), Alberto Rigotti (socio di Gambari) e Maurizio Pagani (Banca Intesa). Rigotti, tra l’altro, è un sodale di Dell’Utri, cioè è organico a Forza Italia. Si stanno avvicinando privati dal preciso colore politico al timone della Serenissima?

Partiamo col ricordare che l’Italia per mezzo secolo è stato un paese quasi socialista, con un terzo dell’economia di proprietà dello Stato. Ricordiamocelo, quando si parla di privatizzazioni. Poi è chiaro che l’imprenditoria preferisce

L’A4 all’altezza del traforo dei Berici

il guadagno facile, e quindi mira a dove non c’è rischio d’impresa. E il sistema delle concessioni statali, com’è quello delle autostrade, è una ghiotta occasione. Così come è evidente che ci sono collegamenti con ambienti politici. La quota di Gambari, per esempio, era della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, che poi si è fusa col Credito Italiano dando vita a Unicredit, che l’ha avuta così in dote a un costo irrisorio. Poi l’ha rivenduta a lui, ma sembra che sia stato lo stesso sistema bancario a girargli i soldi.

Il governatore forzista Galan da parte sua ha messo una pietra sopra al rinnovo della concessione, che scade nel 2013, e che dipende dal sì alla costruzione della Valdastico. Il parlamento gli ha dato ragione, bocciandola.

La presidente della Serenissima, Manuela Dal Lago, ha risposto con una sfilza di pareri e provvedimenti favorevoli. Qual è il passaggio politico-burocratico decisivo?

Anzitutto diciamo che il parere negativo dato dalla Commissione Ambiente della Camera non conta niente. Tuttavia, nella convenzione che regola la concessione autostradale della Brescia-Padova c’è scritto chiaramente che la convenzione stessa sta in piedi solo a condizione che venga autorizzata la Valdastico. Il passaggio decisivo è un accordo fra Regione Veneto e la Provincia autonoma di Trento, che non c’è. Trento non la vuole, e Galan neppure. Hanno, di fatto, un potere di

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Appena insediatasi alla presiveto. Anche se è difficile per lui giustidenza, anche la Dal Lago si era ficare alle categorie economiche un no detta d’accordo con una maxia un’arteria autostradale da loro tanto holding delle concessionarie, caldeggiata. addirittura “del nord”.

Galan in pratica punta alla gara (Ride). Dire “holding del Nord” sanel 2013. Ma con in mente una rebbe stato come dire holding “della società mista Anas-Regione, e Padania”… magari, ipotizziamo noi, cercanUna boutade, indo l’accordo coi prisomma. Non è una vati vicini a Forza boutade, invece, Italia di cui sopra. che i quattro milioIl disegno di Galan è Sul rinnovo ni e passa della conappropriarsi come Re- della sulenza dell’avvogione di tutte le sedi concessione cato Willy Ascione decisionali in fatto di Provincia proprio sul rinnovo infrastrutture. La sociedi Trento della concessione tà Anas-Regione è già e Galan paiono sempre più in finanziaria con un soldi buttati… E’ articolo specifico, per hanno potere così? ora giustificata per dare di veto Guardi, io addebito il via libera al Passante quella parcella a chi di Venezia. Sulla carta gestisce la società, non una società simile pocerto all’avvocato che ha fatto il suo trebbe sostituirsi a chiunque, anche lavoro. Tecnicamente, il risultato di alla società Serenissima. Nel 2013 la quella consulenza c’è: la convenzioconcessione potrebbe anche tornare, ne potrebbe essere confermata ansemplicemente, all’Anas nazionale, che domattina. Ma Di Pietro, che ha come succederà a breve con la Padovaun approccio federalista, deciderà in Venezia, salvo sorprese. base a quanto gli diranno gli enti locaRicapitolando: da una parte li. Lui dice: mettetevi Galan ed eventuad’accordo. li privati ben poMa l’accordo non sizionati a livello c’è. politico, dall’altra Esatto. la Dal Lago, gli Comunque su altri enti pubbliquella parcella ci soci (Province stratosferica la e Comuni) e inresponsabilità va dustriali locali (e tutta al cda prericordiamo che cedente a quello Galan ha come presieduto dalla carissimo nemico Manuela Dal Lago Dal Lago?

Calearo, di AssinLa Dal Lago fa fatica dustria Vicenza). a tirarsi indietro, perché lei nel cda Chi la spunterà? precedente c’era come presidente delDifficile dirlo. E’ una partita fra forze la Provincia di Vicenza. Insomma, lei politiche ed economiche intrecciate sapeva benissimo tutto. tutta interna alla Regione. Il gioco La Dal Lago difende a spada grosso sarà su chi gestirà e costruirà tratta la maggioranza pubblica le nuove opere. della Serenissima, assieme, ovPer la Pedemontana Veneta inviamente, al rinnovo. Non dotanto ha vinto una cordata guivrebbe essere una battaglia del data da Impregilo (Gavio-Ligrecentrosinistra, questa? sti-Benetton), fra gli applausi di Io sono un liberale, e per me il pubbliGalan. Da notare che il presico deve avere un ruolo di regolatore, dente di Confindustria Veneto, distinguendo e rispettando i ruoli col Riello, si è detto favorevole alla privato. privatizzazione pura e semplice, Anche la Dal Lago si professa liavvicinandosi al governatore. berale. Ma invece Di Pietro è in La privatizzazione è la via giusta, ma buoni rapporti con Galan, e lei dev’essere fatto dando piccole quote è per la privatizzazione, sia pur ai risparmiatori, con un azionariato corretta dall’azionariato diffudiffuso. Il modello public company, so. Rovesciamento delle parti? per intenderci. E una holding a livello Diciamo che se fossi al posto della Dal regionale andrebbe benissimo. A patLago, anch’io difenderei la presenza to che, appunto, non vada nelle mani degli enti pubblici nella Serenissima. di Galan o di qualche amico suo.

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fatti&notizie Vicenza è al quarto posto in Italia per concentrazioni di Pm10 Ma è ultima nel Veneto per le contromisure: i blocchi inizieranno solo a gennaio

Le polveri dimenticate, La città soffoca e non lo sa DI TOMMASO QUAGGIO

Potremmo partire da uno slogan forte e magari efficace: respirare uccide. Secondo voi potrebbe funzionare per far capire a tutti noi, ma espressamente a chi decide le politiche ambientali che qui si rischia di mangiar bene, non fumare, fare pure attività fisica, ma di rimanere impotenti dinnanzi allo smog che silenziosamente entra nei nostri polmoni e lì rimane? E poi che ci diranno i nostri figli quando per uscire di casa dovremo consigliare una bella mascherina?

La notizia è fresca fresca: Vicenza da gennaio di quest’anno ha registrato 116 giorni, dati Legambiente, (anche se secondo i dati comunali di lunedì 10 dicembre i giorni salgono a 122) di superamento del limite di Pm10 fissato nel 2005 a 50 microgrammi per metro cubo; limite che può essere superato al massimo per 35 giorni all’anno, dopo di che scat-

te, visto che questa polvere può rimanere sospesa nell’atmosfera per giorni o settimane. Ne consegue che la misura del Pm10 quale metodo di valutazione dell’inquinamento da particolato fornisce informazioni incomplete. C’è da dire però che questo nuovo nemico seppure presente nell’aria e riportato anche nelle tabelle comunali ha solamente un valore conoscitivo in quanto la normativa comunitaria e nazionale non ne ha ancora fissato il valore limite. Il perché, vista la sua assodata pericolosità non è dato saperlo.

La cappa Non è certo una novità quella di vedere la ridente cittadina palladiana al centro del problema inquinamento atmosferico da Pm10 e quant’altro, visibile per altro addirittura dallo spazio. È anche vero che la nostra posizione geografica, la conca della Pianura Padana, risulta una delle zone più inquinate di tutta l’Europa, e di fatto questo non agevola di certo. Ecco un breve riassunto di come l’aria della cittadina del baccalà sia diventata sempre più “velenosa” negli ultimi cinque anni: non siamo gli unici, si dirà, ed è vero. Ma si è sempre al di sopra di livelli considerati più che pericolosi, a riprova del fatto che comunque qualcosa di più andava fatto. Anno 2002, soglia giornaliera di Pm 10 fissata per legge 65 microgrammi, nell’arco dell’anno la Traffico all’Albera: nel Vicentino non si respira più soglia del limite per la protezione umana, che non può essere superato più di 35 ta l’emergenza salute. Questo bonus volte in 365 giorni, è stato passato di poco più di un mese è stato invece 91 volte; anno 2003, soglia giorgià ampiamente consumato da 47 naliera di Pm 10 fissata per legge città delle 68 monitorate (sette cit60 μg/mc, i numeri iniziano ad tà su dieci). Il picco 2007 finora per impazzire è si arriva a 111 giorni di la città berica è di 168 microgramsuperamento della soglia; anno mi per metro cubo. Che dite c’è da 2004, soglia giornaliera fissata preoccuparsi? Certo c’è chi sta pegper legge a 55 μg/mc, il mese peggio di noi, per altro non di molto: Togiore rimane gennaio con i sui 26 rino, Venezia, Verona. Anche se per giorni di allarme per un totale neldirla tutta, visto la vicinanza con la l’anno di ben 156 giorni di sfondaseconda e la terza città, mica è detto mento della soglia; anno 2005, che siamo messi davvero meglio. soglia giornaliera fissata per legE come se non bastasse, si fa strada ge a 50 μg/mc la preoccupazione un nuovo inquietante nemico: il Pm aumenta. Si passa a 192 giorni 2.5 frazione più fine del Pm10, codi passaggio della soglia, il dato stituita dalle particelle con diametro peggiore in questo lasso di tempo uguale o inferiore a 2,5 micromillifino ad oggi; anno 2006 dato alla metri e del quale ormai si parla da mano 173 giorni sopra i livelli conanni. Si tratta di un particolato più sentiti dalle legge. pericoloso per la salute e l’ambien-

Il Veneto è una delle aree più inquinate d’Europa

Le contro misure Hüllweck Nell’arco di questi ultimi cinque anni l’inquinamento, quindi, è andato via via crescendo. Ma cosa è stato fatto davvero per combattere questo problema? A spulciare i dati sembrerebbe gran poco. Eppure sarebbe giunto il momento di difendere la nostra salute, anche con scelte drastiche e alle volte impopolari.

Ed invece? La scelta più clamorosa e in controtendenza con tutti i comuni del Veneto, quasi a far capire che contro lo smog lo stop delle auto non serve a nulla, arriva a febbraio del 2005 quanto il primo cittadino decide di bloccare la circolazione per 4 giorni consecutivi. Misura che all’epoca fu talmente rumorosa da far rimbalzare il nome della città in tutta Italia ma, di fatto, ottenne pochi risultati: come riportò in un articolo il settimanale VicenzaAbc, nonostante il blocco Vicenza risultò più inquinata di Città del Messico.

Misure alternative come il blocco dei vecchi diesel o la pulizia delle strade continuarono ad essere effettuate ma non portarono miglioramenti significativi. Insomma l’aria che respiriamo è davvero pessima.

Le misure per quest’anno scatteranno da gennaio del 2008, esattamente dopo l’Epifania, in preoccupante ritardo rispetto alle altre città venete che già ad ottobre hanno iniziato ad affrontare il problema con il blocco dei veicoli Euro0 benzina e diesel, le targhe alterne, il blocco di motoveicoli e ciclomotori a 2 tempi immatricolati prima del 01.07.1999 o non omologati ai sensi della direttiva 97/24/EC, ed anche con le famigerate domeniche ecologiche. A Vicenza l’assessore all’ambiente ha deciso di limitare la circolazione della auto con motori Euro 0 ed 1 e una domenica ecologia in occasione della gara podistica StraVicenza. Niente tar-

ghe alterne o provvedimenti similari. Unica novità l’allargamento delle zone off-limits. Da gennaio infatti le limitazioni riguarderanno anche San Pio X, Laghetto e San Lazzaro.

Ma il dubbio non può non sorgere: se negli ultimi anni l’inquinamento è cresciuto queste misure non rischiano di essere un po’ poco, forse un vero e proprio palliativo, senza un impegno drastico per risolvere il problema.

prattutto quello dovuto al Particolato, si risolve con un coordinamento di azioni e politiche su area vasta, che deve arrivare ad abbracciare anche tutta la pianura padana, passando per un coordinamento interregionale. Serve dunque un piano coordinato da adottarsi su scala più ampia possibile. E Legambiente punta in particolare supedaggio, road pricing, tariffazione della sosta. Insomma utilizzare la leva economica per disincentivare il traffico privato e, attraverso la creazione di uno specifico fondo comunale o comprensoriale, finanziare il potenziamento del trasporto pubblico e gli altri interventi anti inquinamento. Troppe auto, servizio di trasporto pubblico poco efficiente, per di più ormai cronicamente in deficit, creano un circolo vizioso, e occorre una strategia che riesca a spostare passeggeri dall’auto privata al mezzo pubblico. La leva economica può essere senz’altro utile allo scopo per disincentivare l’uso delle quattro ruote e contemporaneamente trovare nuovi canali di finanziamento del trasporto collettivo locale.

Qualche esempio: scoraggiare con tariffe più alte i mezzi più inquinanti, mezzi pesanti diesel chi potrebbe utilizzare altre modalità di trasporto (mezzi pubblici o piattaforme logistiche per il trasporto merci) i mezzi impropri per il tessuto urbano (SUV – fuoristrada).

Attenzione particolare ai diesel, con provvedimenti come bonificare il parco macchine pubblico con l’utilizzo di biocarburanti e filtri o metanizzazione; richiedere mezzi diesel filtrati ai prestatori di servizi pubblici; imporre filtri alle macchine nei cantieri aperti nelle città; limitazione della circolazione dei veicoli diesel applicando il principio “chi inquina paga”.

Una dimenticanza bipartisan La cosa paradossale è che anche chi dovrebbe mettere la qualità ambientale al primo posto della propria agenda politica sembra aver abbassato la guardia. Verdi e Legambiente non battono più sul tema come una volta, anche se l’associazione ambientalista continua a insistere sulle proposte già presentate in passato. Occorre avere il coraggio di sostenere che a Vicenza sono necessarie ulteriori restrizioni del traffico – sostiene Legambiente -, in modo da ridurre le emissioni di origine locale e quindi alleggerire quelle complessive che si sviluppano in tutta la zona del vicentino.

Proporre quindi interventi strutturali magari una manciata di incentivi per acquistare bici elettriche o per il passaggio a metano o gpl, e un qualche intervento per la riconversione degli impianti di riscaldamento di edifici pubblici da gasolio a metano.

In particolare infatti emerge un quadro di provvedimenti disorganici, frammentari. È fuor di dubbio che il problema dell’inquinamento atmosferico, so- Le limitazioni al traffico del Comune sono insufficienti

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approfondimenti

Si moltiplicano i casi di usurati dagli istituti di credito. Il Veneto prima regione in Italia

Banche cravattare Usura allo sportello DI ALESSIO MANNINO

Si dice “usura” e si pensa al cravattaro, all’avido strozzino che si fa pagare interessi esorbitanti su prestiti elargiti illegalmente. E invece esiste un altro tipo di usurai che tartassa non solo i risparmiatori, ma anche gli imprenditori: le banche.

Inchieste giudiziarie Circonfusi da un’aura di intoccabilità, quasi di sacralità, gli istituti di credito a cui tutti noi affidiamo i soldi del nostro lavoro o della nostra azienda sono sempre più nel mirino della magistratura. “I processi per usura oggi sono un’infinità, di fatto la magistratura non è più impegnata a combattere il sistema usuraio ma quello bancario”, ebbe a dichiarare nel marzo di quest’anno il senatore Guido Calvi. Calvi, del Pd (molto vicino a tutti i grandi gruppi bancari del Paese: Unicredit-Capitalia, Intesa-San Paolo e Montepaschi-Antonveneta), denunciava il problema assumendo come punto di vista quello della banche, contro cui, proseguiva l’ex diessino, “si sono avviati molti processi per i massimi scoperti nei conti correnti che in base all’attuale legge sono equiparati all’usura perché nel calcolo oggi rientrano anche le spese bancarie”.

Le inchieste si sono moltiplicate come funghi in tutta Italia. Il dot-

tor Gianni Frescura, consulente immobiliare valdagnese e delegato vicentino dell’associazione consumatori “SOS Utenti”, solo scartabellando su internet ne ha trovati più di trenta. “Una piccola parte di quelli disseminati in giro per il Paese” si affretta a precisare. Frescura si è imbattuto nel dramma dell’usura creditizia occupandosi per lavoro dei tanti immobili pignorati dalle banche: “Così mi sono iscritto a questa associazione, che a differenza delle altre come Adusbef o Adiconsum, non si limitano a denunciare singoli irregolarità nella gestione dei conti correnti, ma va al nocciolo del problema: l’usura”.

Privatizzazione letale Cos’è l’usura bancaria? Per chiarirlo bisogna fare un po’ di storia. Da circa quindici anni è cambiata la governance (proprietà) della banche, e di conseguenza il rapporto con la clientela. “Mentre fino ad allora, per esempio qui in Veneto, il sistema degli istituti cattolici, della casse di risparmio e della banche popolari garantivano un rapporto sostanzialmente corretto coi clienti perché la proprietà era soggetta a un forte controllo pubblico, con la privatizzazione del sistema bancario il controllo è saltato”, spiega Frescura.

Le banche avevano uno stretto legame col territorio e tutelavano il risparmio, erano “enti quasi istituzionali”. Oggi sono macchine per produrre profitti, punto e stop.

Questo è il presupposto per capire il grande scandalo dell’ignoranza di massa: “La gente non si è accorta che col cambiamento societario tutti i conti correnti passivi sono sotto usu-

ra”. E il motivo sta nel superamento della soglia d’usura. Che avviene così: “il tasso usurario si ha quando si ha una maggiorazione del 50% sul tasso medio calcolato trimestralmente dalla Banca d’Italia sui tassi fissati dalle varie banche e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Bankitalia finora ha rilevato i tassi in modo non coerente con la legge penale (art. 644), la quale prevede che per il calcolo del tasso effettivo si devono comprendere tutte le commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e le spese, escluse solo quelle per imposte e tasse; in particolare Bankitalia ha rilevato a parte la commissione di massimo scoperto, cioè una spesa addebitata spesso per gli sconfinamenti di fido, ma che non si capisce bene a cosa sia riferita. Risultato: l’usura.

Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia

accusati (presidenti e responsabili bancari di vario livello) perché “il fatto non sussiste”. Ammettendo implicitamente che l’usura bancaria esiste, ma nel caso specifico non è avvenuta.

Il caso-tipo di correntista ‘usurato’, tuttavia, non è quello del bassanese Giampaolo Battaglia, aiutato da SOS Utenti nella sua battaglia per salvare l’azienda e le sue proprietà. “Non è l’imprenditore in difficoltà, quello con l’acqua alla gola”, sottolinea Frescura. “In realtà, almeno nel vicentino, è chiunque usi un conto per fare investimenti”. Cioè tutti coloro che hanno un’impresa o un’attività commerciale, anche piccola. Ma occorre, aggiunge, “verificare caso per caso”.

Leggi e trucchi “I giudici si attaccano a questo meccanismo per fermare i provvedimenti esecutivi con cui la banca chiede di appropriarsi dei beni dei debitori, ma ciò non è sufficiente per fermare i provvedimenti esecutivi con cui la banca (apparente creditrice) chiede di appropriarsi dei beni degli (apparenti) debitori” – continua Frescura. TutI complici: media e politica tavia in base alla legge 108 del 1996 Ma come mai tanto silenzio su un contro l’usura, chi denuncia la banca dramma sociale potenzialmente per usura e il magistrato riconosce a esplosivo? “Semplice: perché il sistequest’ultima un fumus (cioè l’inconma bancario è proprietario degli orsistenza delle richieste di sequestro gani di informazione. dei beni, in base a una Al massimo esce la croperizia contabile) ha La banca naca di singoli casi giudiritto a far sospendere diziari, ma il problema gli atti dal prefetto per può toglierti non viene approfondi300 giorni rinnovabili, la casa, to”, risponde Frescura. perché non è detto che Anche perché, nel “sacsia effettivamente cre- il laboratorio cheggio” dei debitori, ditore. E può accedere e i campi c’è un’implicazione a un mutuo senza inte- esibendo economica e politica ressi tramite un fondo solo un delicatissima: Frescudi solidarietà, sempre ra la chiama “controllo con domanda alla pre- estratto del territorio”. Il disefettura. conto gno finale delle banche In più, c’è l’antico trucsarebbe quello di “rileco dell’anatocismo: vare la proprietà degli immobili, cioè “Ogni tre mesi – e questo succede delle case e degli edifici”. Una specusolo in Italia, negli altri Paesi è anlazione che mette nelle mani dei panuale – vengono ricalcolati i tassi droni del credito un’enorme ricchezsugli interessi passivi e sulle spese”, za che incide direttamente sulla vita cioè gli interessi e le commissioni che delle famiglie e sulla politica urbaniil debitore deve alle banche. Con tale stica. “La banca può toglierti la casa, computo trimestrale queste “riescono il laboratorio o i campi solo esibendo a grattare molto di più, perché traun estratto conto che si certifica da sformano in capitale a debito anche sola. Avvocati e giudici sono acquiegli interessi e le spese”. scenti, perché non chiedono ulteriori Poi c’è il tasso a macchia di leopardo. dati come dovrebbero. Interpretano “Nessuno sa perché, ma le banche fisla legge in modo per nulla rigoroso, sano i tassi in modo diverso da regiodi fatto, anzi, sempre e comunque ne a regione. La controprova sta nel favorevole alle banche”. fatto che in alcune fioccano le denunE anche i politici e le associazioni di ce giudiziarie, come qui in Veneto che categoria, che dovrebbero accorreattualmente è in testa in Italia, menre in difesa di investitori e associati, tre in altre non ce ne sono”. Il primo sono complici se non subalterni: “Le caso è avvenuto a Palmi, in Calabria: associazioni tacciono, perché ai loro il tribunale, con una sentenza dell’8 vertici ci sono persone che ricevono novembre scorso, ha scagionato gli

trattamenti di favore dalla banche, o perché, come tutti, sono sotto ricatto. E i politici… be’ i politici sono dei dipendenti del sistema. Altro che la Casta di Stella e Rizzo, un libro che viene pubblicato perché accusa la politica di questo o quello spreco, ma sorvola sul potere che il sistema bancario esercita di fatto sulla politica e l’economia”.

Un potere sempre più forte, se si pensa che la privatizzazione del settore creditizio si è evoluto in un mercato controllato da tre-quattro grandi concentrazioni bancarie. Che tra l’altro hanno la proprietà della Banca d’Italia (che non è pubblica, ma delle banche stesse), cioè dell’istituto preposto al controllo e alla vigilanza. E quando i controllati sono i controllori, la conseguenza è una libertà d’azione al limite dell’arbitrio.

La proposta Forse, a salvarsi, c’è solo la Chiesa. Il patriarca di Venezia, Angelo Scola, ha dato udienza a Battaglia e all’altro usurato bancario che si è incappucciato per protesta fra le calli, Gianni Chinellato di Mestre.

E ha promesso di occuparsi del problema tramite una fondazione ecclesiastica. Ma, aggiunge Frescura, “l’ultima enciclica della Chiesa sul tema è datata 1745, firmata, guarda caso, da papa Benedetto XIV. Ma negli ultimi secoli la Chiesa pare essersi dimenticata del divieto di usura”. E già: anche il Vaticano ha avuto i suoi bei scandali (Ior-Banco Ambrosiano, giusto per ricordarne uno venuto a galla in seguito alle indagini su massoneria e trame occulte a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta). La speranza, quindi, è affidata solo all’ostinazione: “l’unico modo è denunciare l’usura delle banche”, conclude Frescura. Che si augura venga recepita dalle banche (alcune hanno già dato parere favorevole) la proposta di SOS Utenti: istituire commissioni consultive tecniche territoriali, composte da legali e tecnici di associazioni in difesa degli utenti ma anche delle stesse banche, alle quali affidare il compito di comporre bonariamente il contenzioso, senza necessità di procedere a devastanti azioni esecutive.

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approfondimenti

15 DICEMBRE 2007

La storia. Gianpaolo Battaglia è l’artigiano di Bassano che ha presentato denuncia contro le banche. “Quando te ne accorgi, sei già morto”

Io, imprenditore ridotto come un appestato Saio nero, cappuccio in testa e campanaccio al collo, ha girato per i ponti e le calli di Venezia conciato come un appestato del Seicento, sotto lo sguardo incuriosito dei turisti e i flash dei fotografi. Perché, spiega, “l’usura è come la peste: è un virus, e come lo respiri, muori”.

Gianpaolo Battaglia è un (ex) imprenditore di Romano d’Ezzelino che da un paio d’anni ha iniziato una dura battaglia legale contro le banche; colpevoli, a suo dire, di applicare tassi e metodi da usura.

E che la settimana scorsa, in compagnia di un collega di Mestre che si trova nella sua stessa situazione, ha inscenato lungo il Canal Grande una manifestazione che ha acceso i riflettori su un problema di cui si parla molto poco.

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Un diploma da perito tecnico in tasca, Battaglia sul sito della sua azienda si definiva, con una buona dose di autostima, creativo e geniale. Di sicuro è vulcanico, un fiume in piena, tanto più adesso che è esacerbato da un contenzioso logorante e di cui non si vede la fine. Per spiegare la sua situazione cita Dante e la Divina Commedia (“I direttori di banca sono come i traditori di chi si fida, e sai dove li ha messi Dante?

In fondo all’Inferno, alla sinistra del diavolo, perché non sono degni nemmeno di stare alla destra

del demonio”), Pirandello e la sua situazione. Battaglia apre un murealtà sfaccettata e inafferrabile tuo per ripianare i passivi di tre (“è tutto un come se, un sembre- conti correnti in rosso, investe in rebbe”), Brenno e il suo “Guai ai un brevetto a suo dire rivoluziovinti”. Manca solo Don Chisciot- nario per creare tute da motocite, ma non è difficile immagina- clista che si adattano da sole alla re che si senta un po’ come chi taglia del pilota (“è il su misura di lotta contro i mulini a vento. “Il serie”, spiega), ma quando una sistema è governato da gruppi di fornitura destinata alla Germapotere organizzati che decidono, nia non viene pagata scoppia la selettivamente, quali iniziative crisi. “È come se uno che fosse imprenditoriali possono soprav- lavoratore dipendente chiedesse vivere e quali no”, argomenta. un mutuo – osserva -. Qualche Lui, ovviamente, è finito tra le tempo dopo l’azienda fallisce e iniziative destinate al fallimento. lo lascia senza lavoro, e la banca, La sua ditta, la Bigi sport, a parti- invece di concedergli un po’ di rere dai primi anni Settanta produ- spiro per dargli modo di trovare ceva abbigliamento sportivo per un nuovo impiego, pretendesse moto, secondo una subito indietro tuttradizione che nel ti i soldi. Io sono un bassanese ha rapimprenditore, e per presentanti illustri. Le accuse di chi fa impresa è norUn’azienda piccola, Battaglia sono male, soprattutto nei ma con giro d’affari al vaglio della momenti di recessiotutto sommato con- procura ne, chiedere risorse solidato: “Esporta- Sotto alle banche per nuovamo in Belgio, in investimenti: l’ho istruttoria 17 vi Francia, in Germafatto sempre facendo nia, in Inghilterra – direttori di il passo commisurato racconta -. Poi, con banca alla gamba, in base ai l’euro, le difficoltà si rischi che potevo corsono aggravate”. rere, ma qualcuno ha deciso che la mia azienda doveva Ripianare i conti in rosso diventa morire. E le banche, invece di più difficile, tenere il passo delle fare da cuscinetto per aiutarmi richieste delle banche sempre più a superare il periodo critico, mi complicato, e basta un pagamen- hanno chiesto indietro tutti i solto in ritardo per far precipitare la di da un giorno all’altro”.

Arrivano i provvedimento esecutivi, il pignoramento di casa e laboratorio, con un copione che sembra quello di tanti altri fallimenti. Solo che Battaglia non ci sta. Va a spulciare i conti, chiede delle perizie e, Gianpaolo Battaglia a Venezia durante un’intervista controlla e rivado solo da morto”). Certo è che, controlla, annusa che qualcosa dopo una serie di denunce finite non quadra: tra tassi di interesse nel cestino, adesso la procura di sugli scoperti ai limiti del con- Bassano ha aperto un’istruttoria e sentito, spese di commissione, e ha chiesto una perizia per verificainteressi sugli interessi, “scopre” re l’operato di diciassette direttori di aver pagato più del dovuto. “Il di banca. Come dire che le proteproblema è che uno non se ne ac- ste di Battaglia un po’ di credito corge, ma alla fine i prestiti sono l’hanno conquistato. A Venezia, a tassi da usura, e sono tutti così. dopo quella che lui stesso definiÈ una malattia generalizzata”. sce una “pagliacciata” fatta per attirare l’attenzione sul problema, Adesso sarà la magistratura a è stato ricevuto anche dal patriardover chiarire come sono andate ca Angelo Scola. E, nonostante la le cose. A dire se Battaglia ha ra- sua azienda sia bloccata e nessugione a contestare i metodi delle no gli faccia più credito neanche banche, o se la sua è solo la dispe- per le piccole spese, lui continua rata difesa di un imprenditore che la sua lotta più determinato che non vuole riconoscere i propri er- mai: “Sono talmente incazzato rori (ad esempio, gli investimenti che voglio cercare di rompere il siin un brevetto che agli occhi del stema, con tutti i rischi che questo profano appare piuttosto fumoso) comporta”, conclude. Compreso e che vede complotti dappertutto quello di finire disarcionato come (“vogliono portarmi via la casa – Don Chisciotte. ripete spesso – ma io da qui me ne L. M.

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15 DICEMBRE 2007

fatti&notizie

Geografia politica del fronte No Base. Comitati filo-governativi contro il Presidio sempre più in rotta con il centrosinistra

No Dal Molin, unità infranta Sconta la divisione fra partiti

foto altravicenza.it

Prima o poi doveva succedere. E la settimana scorsa è successo: l’unità posticcia del variegato movimento No Dal Molin è andata a sbattere contro il muro della politica. Casus belli: il rapporto, ormai liso, con la frangia più a sinistra del governo Prodi. Con il Coordinamento dei Comitati che si scontra a muso duro con il Presidio Permanente di Rettorgole sulla contestazione ai partiti della sinistra “radicale” (Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani ed ex diessini della Sd, oggi tutti insieme con un nuovo marchio: la Sinistra Arcobaleno) sulla mancata moratoria sui lavori della base. Il Coordinamento è per cercare sempre e comunque una sponda parti-

Il Presidio vicino all’aeroporto

tica, il Presidio ha detto basta.

Niente di nuovo, d’altronde. La divisione politica del fronte anti-base in città è nota da tempo. La geografia interna dei No Dal Molin è la proiezione delle appartenenze dei suoi vertici. E questo da sempre. L’indipendenza dal sistema dei partiti è una facciata che non sta in piedi. Basta fare una rapida radiografia alle varie anime accomunate ormai solo dall’obbiettivo finale: impedire la costruzione del Dal Molin a stelle e strisce.

Coordinamento dei Comitati. Riunisce i vari comitati popolari sparsi per Vicenza contro singoli progetti urbanistici. Storicamente, è stato la culla del movimento No Base. Nel 2006 si ritrovavano tutti in una sala della parrocchia di San Bortolo. L’animatore del primissimo gruppo spontaneo era Giancarlo Albera, del comitato della Centrale del Latte. E oggi Albera è il rappresentante del Coordinamento. Diessino prima e iscritto a Sinistra Democratica (Sd)

oggi, logicamente Albera tiene una linea di appeasement con il governo e i partiti di sinistra. Sconta perciò una contraddizione: perseguire il no alla base ma allo stesso tempo favorire – anche elettoralmente: l’anno prossimo a Vicenza ci sono le comunali – le forze politiche di un governo che ha inviato il commissario Paolo Costa (Pd) per facilitare la base. Suoi numi tutelari sono l’onorevole Lalla Trupia e il consigliere comunale Giovanni Rolando (entrambi di Sd come lui). Ma anche Oscar Mancini, segretario provinciale Cgil, anche lui in Sd. E infatti la Cgil vicentina è sempre stata di supporto al movimento, mettendo a disposizione uomini e risorse.

Presidio Permanente. E’ la parte movimentista che ha il suo ritrovo quotidiano nel (nuovo e più grande) tendone a Ponte Marchese, vicino all’area Dal Molin. Ogni martedì sera c’è l’assemblea plenaria. Dove a dettare la linea sono Olol Jackson, autosospeso dai Verdi, consigliere in circoscrizione 4 e collaboratore in Regione del Verde Gianfranco Bettin; Francesco Pavin, dei Disobbedienti ex Ya Basta; Germano Raniero, responsabile vicentino dei sindacati di base RdB-Cub, già candidato per Rifondazione; ed ovviamente Cinzia Bottene, portavoce del Presidio, inizialmente molto vicina ad Albera.

Come si vede, anche qui una netta preponderanza della sinistra alternativa, quella più dura. Il dissidio con il Coordinamento filo-SD si spiega col fatto che SD a Vicenza è una forza che ha un peso politico ed elettorale, e quindi punta a una posizione di rilievo in consiglio comunale e, nel caso di vittoria, in giunta. Verdi e comunisti vari contano meno, e politicamente si muovono con meno fair play perché dalla resistenza a oltranza hanno tutto da guadagnare in termini di visibilità e consenso sociale.

Ma niente illusioni: la mente politica va sempre fatta risalite al cartello Sinistra Arcobaleno, quindi alla fine della fiera il voto finisce sempre a loro (e le tessere non vengono abbandonate, al massimo messe in stand by).

C’è da dire, tuttavia, che nel Presidio c’è anche un’anima non sinistrorsa, ma anche cattolica, ex leghista, di destra.

E fa riferimento grosso modo a Franca Equizi, consigliere comunale espulsa dalla Lega Nord e oggi in campo con Riscossa Democratica-Movimento Zero (gruppo che si è ritagliato un suo spazio autonomo, non essendo legato a nessun partito). In realtà, destra e sinistra al tendono sfumano molto. Ma potrebbero perdere ogni significato, qualora si rompessero i ponti completamente coi partiti e l’ideologia (di sinistra).

Comitato Vicenza Est. E’ un piccolo gruppo animato da Patrizia Cammarata, del trozskista Partito dei Lavoratori (una costola fuoriuscita di Rifondazione Comunista), e da Andrea Licata, giovane studioso pacifista di Trieste.

Alla manifestazione di oggi 15 dicembre non saranno nel corteo, preferendo

foto Luigi De Frenza

DI ALESSIO MANNINO

La famosa occupazione della Basilica da parte del popolo “No Dal Molin” la contestazione davanti alla Ederle, giusto per marcare la distanze e guadagnarsi una fetta di visibilità propria. E’ in diretta polemica col Presidio, a cui fa concorrenza per rigore e ortodossia sul tema della pace.

Partiti uber alles. Globalmente, il movimento è diviso per un’unica ragione: la presenza sotto traccia delle strategie e delle logiche dei partiti che ne esprimono i capi. Il fatto è che questi partiti sono al governo. I quattro ministri rossoverdi (Pecoraro Scanio,

Ferrero, Mussi, Bianchi) hanno rispolverato la questione Dal Molin. I parlamentari, Lalla Trupia in testa, l’hanno rimessa sui tavoli di Roma.

Ma il governo non sembra affatto voler tornare sui propri passi. Cosa dovrebbe dire agli Americani: “abbiamo scherzato”?

Il Presidio ha imboccato la via della contrapposizione totale. Ora, cortei a parte, non restano che i blocchi. Quelli alla bonifica sono stati a tempo, e concordati col questore Rotondi. Quelli ai cantieri, se ci saranno, come saranno?

Enrico, maestro di autogol “E’ ora che questi imbecilli la smettano di tirare fuori delle storie solo perché arriveranno 1.200 paracadutisti quando in città ci sono già 10 mila soldati Usa. Sono pochi vicentini e abitanti della provincia che difendono interessi legati a una speculazione di chi voleva costruire su di un’area non edificabile. [Gente] disinformata perché sull’ampliamento della base non c’è un accordo politico ma militare tra le forze armate di Italia e Stati Uniti. Ne’ Prodi né il sottoscritto possiamo farci qualcosa”. Enrico Hüllweck, Corriere della Sera 13 dicembre 2007 Clap clap clap. Applausi a Enrico il Teatrante, che in poche spericolate frasi inanella una serie di autogol: tradisce il suo tradi-

zionale e statuario aplomb (berciando contro i manifestanti), dice il falso (i parà alla Ederle 2 saranno il doppio), usa come argomento polemico un’enormità senza uno straccio di prova (con l’accusa di speculazione edilizia: proprio lui che ha la moglie a capo dell’urbanistica invischiata nel processo di abuso edilizio per il palazzo di vetro di Ponte Alto) e s’inventa un accordo fra Stato Maggiore italiano e Pentagono quando appena due giorni prima il ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha testualmente dichiarato che “il governo (il governo, non le Forze Armate, ndr) ha preso tutte le decisioni che doveva prendere”. Ma alle scuole di recitazione non insegnano a tacere, ogni tanto? (a.m.)

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speciale L’ex direttore del Giornale di Vicenza: “La base Usa? Una scappatoia per uscire dall’impasse di un aeroporto-fantasma”

Bacialli: “L’estrema sinistra strumentalizza Ma basta coi signorsì agli Americani” DI ALESSIO MANNINO

E’ stato direttore del Giornale di Vicenza dal 1998 al 2001, quando è passato a dirigere il Gazzettino. Di scuola montanelliana (è stato caporedattore del Giornale del mitico Indro), Luigi Bacialli, milanese, 53 anni, è oggi responsabile della direzione editoriale di Canale Italia, che ha il suo quartiere generale a Rubano, vicino Padova.

Che idea si è fatto della vicenda Dal Molin?

C’è stata molta ideologia. La protesta contro la base porta argomenti fondati, ma strumentali. Sono sicuro che la grandissima parte dei vicentini è indifferente alla Ederle 2. Quando lavoravo a Vicenza ho abitato a Torri di Quartesolo per tre anni, e mai ho visto diffidenza o ostilità verso gli Americani. C’è sempre stata una pacifica convivenza.

Ma qui si tratta del raddoppio di una base che serve a scopi militari statunitensi, e non s’era mai vista una contestazione così forte a Vicenza. Perché argomenti “strumentali”?

Perché quando ci sono di mezzo gli Americani, il capitalismo o il progresso tecnologico, scatta una resistenza politica.

Insomma salta fuori qualche burattinaio che strumentalizza una battaglia che ha le sue ragioni per motivi politici.

Chi sarebbero i burattinai?

La sinistra radicale, noglobal.

I cui partiti sono oggi al governo.

Tuttavia la parte più movimentista dei No Dal Molin (il Presidio)

Luigi Bacialli

è andata a contestarli proprio la settimana scorsa, accusandoli di prenderli in giro.

Ma certo, è vero, li stanno prendendo in giro. La politica ha una faccia pubblica, ma dietro le quinte ci sono i salotti e i salottini, si mettono sotto banco. I ministri e i parlamentari di sinistra fanno la voce grossa assumendo posizioni ideologiche, ma poi, si sa come finisce in Italia: a tarallucci e vino.

Col suo nulla osta e l’invio del commissario Paolo Costa il governo di centrosinistra è rimasto col cerino in mano, dopo che la maggioranza di centrodestra del Comune ha dato parere positivo. Ormai è una questione eminentemente politica, non trova?

E’ un problema che nasce localmente e poi è diventato nazionale ed europeo. La classica palla di neve che diventa valanga politica. Inizialmente poteva essere

vista come una questione urbanistica, e di certo si possono capire gli abitanti che dovranno sopportare i disagi per la presenza del nuovo insediamento. Ma l’area non è al centro della città, l’impatto, secondo me, non è così devastante. E se si facesse un referendum, sono certo che risulterebbe che la maggioranza dei vicentini è favorevole.

Secondo l’ultimo sondaggio pubblico la città è spaccata a metà. Anche perché i vicentini sono molto sensibili agli schei: “Gli Americani portano soldi”, cioè indotto, è stato il refrain dei favorevoli, in particolare le associazioni economiche.

Certamente i vicentini sono molto attenti agli schei. E’ la mentalità di tutto il Nordest, del resto. Soprattutto gli imprenditori, il cui unico obbiettivo è fare l’affare.

Poi, che l’affare sia vendere un giornale o un aeroporto, fa poca differenza per loro.

E poi c’è questo atteggiamento, che secondo me va addebitato alle origine contadine, di mettersi il bastone fra le ruote a vicenda. Pur di non far prevalere un veneto, i veneti chiamano pure gli Americani. Così è stato anche per il Gazzettino: non doveva restare a Benetton, e si è chiamato il romano Caltagirone. Questo modo di fare è sconcertante.

In effetti circola l’ipotesi che per sbarazzarsi di un aeroporto civile che non è mai riuscito a decollare il Comune avrebbe proposto all’allora governo Berlusconi di posizionare qui la base dei parà Usa, anche per riunificare la brigata in stanza alla Ederle. Che ne pensa?

Ma non c’è dubbio che potrebbe essere

benissimo andata così. D’altronde, a sentir parlare di aeroporto civile a Vicenza mi viene da ridere: è sempre stato un aeroporto-fantasma, con due aeroplanini che partivano ogni tanto, e poi neanche quello.

Lo stesso presidente della società aeroportuale Sbalchiero era consapevole dell’irrilevanza del Dal Molin.

D’accordo, ma l’ordine del giorno approvato l’anno scorso in consiglio comunale prevedeva il mantenimento dello scalo. E in più, come contropartita, è in progetto una tangenziale nord dal costo di ben 500 milioni di euro a carico dello Stato italiano.

Ma infatti anche il centrodestra avrà sicuramente fatto un uso strumentale del caso Dal Molin. Perché i nostri politici a parole sono bravissimi a difendere i beni comuni, ma poi se ne strabattono delle esigenze del territorio.

I passaggi politico-istituzionali ormai lasciano il passo alla fase esecutiva: si attende la gara d’appalto.

Ai contrari alla base non resta che l’opzione Val Susa, cioè il blocco dei cantieri?

No, secondo me i vicentini non sono in grado di fare come in Val di Susa. Sono magari vivaci, ma sotto traccia. A Vicenza le lotte avvengono dietro le quinte, con giochi di potere e trame che sono un portato della cultura cattolica: Montanelli diceva “attaccati alla gonnella del monsignore”.

Comunque sono pacifici, non me li vedo proprio che fanno le barricate. Oppure le faranno, ma non saranno vicentini: verranno da fuori.

Non crede, come ha fatto per esem-

piounosservatoredidestravecchio stampo come Sergio Romano dalle colonne del Corriere della Sera, che finita la Guerra Fredda gli accordi bilaterali fra Italia e Usa andrebbero rivisti? Altrimenti, più che alleati, finiamo con l’essere sudditi.

Quel che afferma Romano è condivisibile.

Non è che si può essere sempre succubi.

Essere alleati, appunto, non significa prendere ordini, gli Usa non possono ordinarci di installare dove vogliono le loro basi. I rapporti sono certamente cambiati, rispetto allo scenario internazionale della Guerra Fredda.

Anche lei per il no alla base, dunque?

Io non credo che gli Americani debbano farla per forza lì a Vicenza. Il fatto è che se avessero trovato un muro da parte delle autorità non penso avrebbero scelto Vicenza (comunque preferita perché lì c’è già la Ederle). Invece hanno trovato accoglienza.

Magari aiutati dallo stesso Giornale di Vicenza, che è stato criticato per la sua linea a favore del raddoppio.

Quanto peso ha avuto, secondo lei che ne è stato il direttore, nell’orientare l’opinione pubblica?

Come tutti i giornali locali, di provincia, ha un peso rilevante. Anzi, il Giornale di Vicenza è una vera e propria corazzata. Però c’è da dire che oggi è più difficile condizionare l’opinione pubblica, perché la gente è più smaliziata, capisce se un giornale si schiera. E il Giornale di Vicenza è di proprietà degli industriali locali, perciò tutto quello che è sviluppo, profitto e affari fa pendere da una certa parte.

Lo scrittore e giornalista sarà al corteo: “Contro le decisioni calate dall’alto e la sudditanza agli Usa”

Massimo Fini: “Manifestiamo per sbaraccare il sistema” Era in corteo lo scorso 17 febbraio, e ci sarà anche sabato 15 dicembre. Con molto umiltà, precisa, “per non sovrapporsi alle ragioni degli altri manifestanti”. Massimo Fini, giornalista e scrittore, sfilerà a Vicenza sotto le bandiere di Movimento Zero, il movimento politico culturale che si ispira alle sue idee e che, come si legge sul sito internet, ha preso una posizione netta contro “la politica di egemonia mondiale statunitense e la folle idea dell’esportazione della democrazia” e contro “l’esproprio di terra e del diritto della comunità locale a decidere del proprio futuro”. Uno sguardo al locale, insomma, e uno al contesto internazionale.

“Parteciperemo alla manifestazione – conferma Fini - perché corrisponde a due punti importanti del pensiero di Movimento Zero. Uno è quello del diritto della popolazione locale ad opporsi ad iniziative che vengono dall’alto. La seconda è una motivazione più politica, e riguarda il fatto che la presenza in Italia non solo del Dal Molin, ma di tutte le basi Nato, va rimessa in discussione. Questa alleanza sperequata con gli

Stati Uniti poteva andare bene finché c’era l’Unione Sovietica, dato che gli americani erano gli unici in grado di contrapporsi all’Orso Russo. Ma ora che l’Unione Sovietica non c’è più, sarebbe ora di ripensare questo rapporto che non è un’alleanza, bensì una vera e propria sudditanza: non solo militare, anche politica, economica, e alla fine culturale”.

Nella sua prospettiva di pensiero, che prevede la democrazia diretta in ambiti controllabili, una comunità locale - come quella vicentina - dovrebbe avere l’ultima voce in capitolo su tutto quanto la riguarda?

“Il discorso di fondo è che la democrazia rappresentativa è una truffa. La democrazia diretta, invece, in ambiti limitati, può funzionare: a livello locale è un po’ come tornare a quando c’era il consiglio del villaggio, che aveva una conoscenza diretta dei problemi. Per questo un referendum sul Dal Molin sarebbe legittimo e opportuno”.

Non c’è una contraddizione in questo? È giusto che una comu-

nità locale possa decidere su una questione che alla fine coinvolge la politica estera della nazione?

“Apparentemente, forse. Il fatto è che nella filosofia di Movimento Zero la democrazia diretta prevede una frantumazione di tipo medievale e la creazione di comunità piccole piccole. È l’esatto contrario di quello che sta succedendo con la globalizzazione, ma è una prospettiva di lungo periodo, se mai si realizzerà. Quello che noi mettiamo in discussione è l’autorità di uno stato nazionale. La globalizzazione lo fa dall’altro, con provvedimenti che passano sopra la sovranità nazionale come è avvenuto in Kosovo: ma lo si può fare anche dal basso, come suggeriamo noi.

Il problema è molto più complesso, e mette in discussione l’idea di sviluppo della nostra società”.

Una parte dei commercianti del centro storico, la Lega Nord, il presidente della Provincia e il sindaco hanno chiesto di vietare la manifestazione del 15. Che ne pensa?

“Queste posizioni partono dal concet-

to che l’economia è tutto. Noi invece diciamo che al centro c’è l’uomo, non l’economia. Il fatto che ogni cosa venga vista e considerata solo sotto l’aspetto economico è un’aberrazione. Anche perché gli ultimi due secoli e mezzo di storia dimostrano che non è solo l’economia che ti fa stare meglio. Se guardiamo all’Italia, è vero che oggi è più ricca di quanto non fosse quarant’anni fa, ma non è detto che a livello individuale, come persone, siamo più ricchi, anzi. Non si vive di solo pane”.

Secondo lei quali sono le possibilità del movimento No Dal Molin?

“Direi nulle. Vedo la protesta come atto di testimonianza di un malessere generale che si esprime e viene fuori in diversi modi. Il Dal Molin è uno di questi”.

Come si è visto anche in occasione dell’inaugurazione del teatro, la protesta sembra aver perso lo slancio iniziale. Proprio in nome delle democrazia diretta, cosa si dovrebbe fare se ci fosse l’evidenza che la maggioranza della

Massimo Fini

città è favorevole, o quantomeno indifferente, alla realizzazione della base?

“I motivi della protesta non cadono, non è che la maggioranza ha sempre ragione. C’è una visione legalistica della questione, per cui protestare è inutile perché se la base non la fanno a Vicenza la fanno da qualche altra parte. E c’è una protesta che è più vicina all’eversione, che si fa con una concezione più ampia, e con la speranza di sbaraccare questo tipo di sistema. Ed è questa che intendiamo noi”.

L.M.

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15 DICEMBRE 2007

storie

Il primo presidente del Vicenza era un fan di Garibaldi. Così come molti altri esponenti di una città dalle origini più rosse di quanto si possa immaginare

Buy, Cariolato & Co, frammenti di una città garibaldina DI STEFANO FERRIO

Sui trascorsi “rossi” di Vicenza il dibattito non si è ancora chiuso. C’è chi pende per il rosso fuoco del ’68 valdagnese, e chi tende ad annacquare ogni fermento sociocomunista nel biancore sovrano della Balena democristiana. Di certo, andando più indietro nel tempo, il rosso compare sulle camicie dei garibaldini partiti da ogni angolo della provincia per fare l’unità d’Itala. Storie che riaffiorano in occasione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi (1807 – 1882), i cui seguaci vicentini, di nascita o di adozione, hanno lasciato segni tuttora leggibili nei luoghi e nelle tradizioni della terra berica.

Quel Vicenza, indomabile e un po’ guascone, doveva parte del suo dna a un uomo che fu idealmente vicino a Beppino Garibaldi. Quest’uomo, fondatore nel 1902, nonché primo presidente della squadra cittadina, si chiamava Tito Buy e, come indica il cognome, era uno dei tanti di sangue francese nati nel XIX secolo in una Parma ancora molto borbonica.

caratterizzati da un discreto radicalismo.

Periodicamente citato sulle colonne del settimanale filosocialista “Visentin”, temuto spadaccino, oratore scelto per le commemorazioni ufficiali del “mangiapreti” Felice Cavallotti perito in un duello, il preside Tito Buy intreccia un’amicizia destinata a fare storia con Antonio Libero Scarpa, insegnanDi lui, che è poi te di ginnastica di il bisnonno del- Tito Buy, origini veneziane. l’attrice Marghe- nonno Assieme a lui, fra rita Buy nota per dell’attrice una nostalgia gafilm come “Le Margherita, ribaldina e l’altra, fate ignoranti” e arrivò in città dà vita a un primo “Il caimano”, si gruppo di vicencome preside. sa che arriva a tini stregati dal Vicenza sul finire E fondò il nuovo sport giundell’800, per eser- Vicenza to dall’Inghilterra citare l’incarico di via Genova: il calPerfino nel calcio. A patto di dirigente didatticio. Qualcosa per tornare ad anni remoti in cui co. Le sue simpatie politiche cui perdere la testa in senso le radioline ci parlavano di affondano in un liberalismo metaforico, mentre per certi un “Lanerossi Vicenza gari- di stampo laico che, secon- ideali repubblicani il rischio baldino”. Che magari – si era do quanto tramandato dalla diventa un pochino più fisico. allora in serie A - soccombe- famiglia, lo avrebbe portato va contro la Juve o l’Inter di a indossare la celebre divisa Riuniti da Buy e Scarpa nella turno, ma dopo avere vendu- da garibaldino. Ma, anche palestra di Santa Caterina, il to cara la pelle. Preistoria del se il suo nome non compare 9 marzo 1902 questi gentiluocalcio biancorosso, soprattut- nella lista dei Mille partiti mini costituiscono con loro to se guardiamo a un presen- alla volta delle Due Sicilie, l’Associazione Calcio Vicente di serie B, in cui qualsiasi potrebbe averlo fatto in un za, dando il la a un sodalizio avversaria espugna uno sta- secondo momento, e comun- sportivo che, soprattutto nei dio Menti che della fortezza que le conoscenze coltivate primi decenni, contraddistingaribaldina non conserva più nella città palladiana riman- ti perfino da una finale scunulla. dano a temperie e ambienti detto persa con la Pro Vercelli, merita l’aggettivo “garibaldino”. Titolo quest’ultimo che anche da queste parti d’Italia ha conservato a lungo un suo indubitabile fascino. Bastava conservare traccia di una camicia rossa per battezzare non solo strade e scuole, ma Assistenza tecnica aziendale su: reti, server, workstation anche bar, o trattorie come Assistenza privati quella “Al Garibaldino” che tuttora rende lustro all’ospiAssemblaggio computer su misura talità della piccola Posina Computer, notebook, navigatori, digicamere, accoccolata fra le montagne.

TV, Elettrodomestici “Era il mio bisnonno Giovanni Stedile – racconta la signoCompra ON-LINE ra Marta -. Non ha fatto parte senza limiti di orario su dei Mille, ma si è arruolato www.digitworld-mc.it e ritira direttamente qualche anno dopo, tanto da in negozio diventare attendente del generale Garibaldi, una carica Digit World che ha fatto il vanto di tutta di Casazza Marco la sua famiglia. Ci sono foto Viale Riviera Berica, 187 36100 Vicenza che lo ritraggono con il suo Tel. 0444240731 comandante, ci sono docuFax 0444247077 e-mail: digitworld@keycomm.it menti, e ci sarebbe anche la sito: www.digitworld-mc.it camicia rossa, che vorremmo

Il momumento dedicato a Garibaldi in piazza Castello

tanto esporre nel locale, ma ancora non si può, perché è un cimelio conteso fra i vari cugini”.

Regolarmente salpato da Quarto, sbarcato a Marsala, e rimasto al fianco dell’eroe dei due mondi è invece Domenico Cariolato, a cui è intitolata una laterale della via dei Mille che attraversa il lato ovest di Vicenza. E’ lo stesso Cariolato, vissuto fra il 1835 e il 1910, a cui rimanda la lapide appesa sulla casa di piazza XX Settembre (nei pressi di ponte degli Angeli) dove ebbe i natali questo indomito patriota, già da ragazzino sulle barricate della città vanamente ribellatasi agli austriaci. E’ lo sventurato capitolo risorgimentale del ’48, al quale segue il lento crescendo di rivincite culminato con la spedizione dei Mille. Cariolato vi trova la sua grande rivincita, mentre

altri vicentini la affrontano come uno spericolato battesimo di fuoco. Di alcuni restano solo nome, cognome e luogo di nascita. Di altri apprendiamo qualcosa di più. Succede con il farmacista Bonaventura Domenico De Marchi originario di Malo, con l’orefice Luigi Fogliati da Molvena, con l’albergatore Antonio Bartolomeo Frigo da Montebello, con l’avvocato Giovanni Giuriolo da Arzignano, con il medico Giovanni Andrea Gasparini da Carrè, con il macchinista Luigi Ungar Curti da Lonigo, con lo scrivano Marco Melchiorazzo da Bassano.

Né va dimenticato il ferroviere Giuseppe Giovanni Zigiotto da Sossano. Uno che, nato a pochi chilometri dal binario della Vicenza-Padova inaugurata nel 1846, amava evidentemente andare veloce. Peccato che l’Italia non sia stata al suo passo.

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15 DICEMBRE 2007

altovicentino

All’insegna dello slogan “studiare e lavorare, lavorare e studiare”, a Schio parte il progetto per un nuovo campus dei licei 20 milioni di euro per scuole, campi sportivi e tecnologie. Con qualche interrogativo

Un angolo d’America sotto il Pasubio DI ANDREA ALBA

vera e propria isola ambientale, e nella riorganizzazione dell’area giocherà un ruolo fondamentale la futura Strada Parco, che sarà il collegamento e la porta principale a servizio degli istituti».

«La persona lavorerà e studierà, poi lavorerà e studierà ancora, e così via». La definizione, utilizzata da un assessore del Comune di Schio, è un modo semplificato di sottintendere la “formazione permanente”. Due parole, queste, che a Schio valgono oltre 20 milioni di euro: “spalmata” in tre anni infatti questa cifra permetterà al Comune di realizzare il Campus dei Licei, il progetto più grosso, da un punto di vista economico, messo in cantiere dall’amministrazione Dalla Via nel triennio a venire con il recentissimo piano dei lavori pubblici. Con qualche punto di domanda, tra cui il reperimento di parte dei finanziamenti e il rischio di un nuovo caso “Strada Parco”.

In questa pagina: alcuni progetti dell’area scledense

L’idea della cittadella degli studi Va detto che nell’industriosa cittadina, usa ad “obbedir tacendo”, del progetto si sa ancora molto poco. Anzi, lo scledense medio probabilmente potrebbe scambiare il termine “campus” per un’espressione esotica presa da qualche film, senza attinenze particolari con la propria città.

In realtà “campus” è un coacervo di idee: con questo insieme di strutture si vogliono raggiungere molti obiettivi, tra cui mettere in rete le scuole superiori scledensi, migliorarne l’offerta formativa, migliorare i servizi scolastici per gli utenti e infine realizzare una struttura scolastica tale da poter fornire formazione anche alle persone che già lavorano ma hanno, e avranno sempre di più secondo i trend lavorativi occidentali, un bisogno periodico di frequentare corsi di formazione per stare al passo con l’innovazione; in più, è un modo per impiegare gli istituti scolastici anche al pomeriggio e alla sera, con il consenso dei presidi. “Campus” sarà l’area

che va dall’Itis “De Pretto” all’attuale area verde tra l’Ipsia e il liceo scientifico “Tron”, dall’odierno parcheggio sterrato Summano al prato retrostante il cimitero scledense. Una cittadella degli studi delle scuole superiori, che già oggi , situate nel quadrante nord della città, hanno numeri di tutto rispetto: 4800 studenti di 56 diversi Comuni, con una percentuale di alunni non residenti che nell’anno scolastico 2006-2007 era del 70 percento; 9 gli istituti presenti con 6 dirigenti e più di 500 insegnanti.

«In questi ultimi anni – osserva l’assessore all’istruzione Lina Cocco – abbiamo svolto un lavoro preparatorio poco appariscente ma molto importante. Un lavoro che si sta traducendo nei fatti in molteplici strumenti e iniziative, come il progetto Campus.net, che sta procedendo spedito e metterà in collegamento il comune con gli istituti del campus, e il tavolo Ies (istituzioni, economia e scuola) che sta operando per legare in modo sempre più stretto mondo del lavoro e mondo della scuola». L’amministrazione l’ha

pensato molti anni fa: c’è stato un bando europeo, concluso già nel 2004, promosso congiuntamente dal comune e dalla Provincia: 178 i progetti ammessi al concorso, di cui 12 presentati dall’estero.

Il progetto in soldoni La gara è stata vinta dall’architetto bresciano Gaetano Bertolazzi con un progetto che rivoluzionava la zona, eliminando i campi da tennis e le palestre di Itis e Scientifico per far spazio. Comprendeva molte nuove opere: un auditorium a disposizione di tutti gli istituti per convegni, esposizioni, musica e teatro; una maxipalestra coperta; un Centro Servizi con mensa, biblioteca e forse un laboratorio di informatica; un campo da rugby in aggiunta a quello da softball; uno spazio scoperto per l’atletica e a percorsi pedonali e ciclabili. Il progetto Bertolazzi che ha vinto la gara europea è alla base di ciò che verrà realizzato. Ma ha subito delle modifiche: «Le palestre non verranno demolite né i campi da tennis – spiega l’assessore all’innovazione, Giorgio Pizzolato –: nell’area interessata da queste strutture il progetto prevedeva un viale che invece verrà realizzato in altro modo, parallelamente a via Tito Livio».

Le opere promesse però verranno realizzate tutte: il Centro Servizi e l’auditorium andranno nell’area verde oggi situata fra Ipsia e Scientifico; il campo da rugby a ridosso del cimitero; il Centro Sportivo, cioè la grande palestra, occuperà il parcheggio Summano e, stando ai disegni, pare che la strada verrà chiusa. «Abbiamo affidato allo studio Bertolazzi la redazione del progetto esecutivo, il nostro obiettivo è ora di averlo pronto per i primi mesi del prossimo anno – sottolinea Pizzolato –; il Campus sarà una

Tra wireless e Strada Parco Gli interrogativi In verità, quello con la Strada Parco è un accostamento poco felice, vista la difficoltà con cui molti dei residenti del quartiere di Santa Trinità hanno vissuto nei mesi scorsi la presentazione di un progetto già esecutivo, percepito come “calato dall’alto”. Questo è proprio il primo “punto interrogativo”: la speranza è che in questo caso sia stato discusso e presentato anzitempo il piano del campus ai residenti, perché non tutti potrebbero gradire la scomparsa del grande parcheggio Summano, o di chiusure di strade per eliminare il traffico d’attraversamento. Le scuole comunque saranno unite non solo fisicamente: proprio in questi giorni sono stati affidati lavori di cablaggio per dotare di una rete wi-fi la futura cittadella degli studi, per un investimento di 100mila euro. «Il nostro obiettivo – continua l’amministratore - è di realizzare una serie di infrastrutture che permettano la comunicazione tra scuole, studenti e reti informatiche ad alta velocità, creando degli access-point in internet con le tecnologie wireless. Il cablaggio degli istituti superiori consentirà alle scuole di gestire molteplici e nuove attività, men-

tre gli studenti potranno collegarsi, anche con il loro portatile, alla rete ad alta velocità e usufruire di tutti i servizi della pubblica amministrazione disponibili on line».

Dal Comune avvertono però che il campus non partirà tutto subito, ma verrà realizzato a stralci: «Si lavora per cercare dei finanziamenti» afferma Pizzolato. Consistenti, per di più. perché il municipio non intende mettere tutto di suo, e solo per il 2008 sono previsti sei milioni di euro di investimento nel piano. L’aiuto sperato verrà probabilmente dalla Provincia: la copertura economico-finanziaria per la realizzazione del campus rimane comunque il secondo punto interrogativo. L’ultimo, e forse più importante, punto interrogativo è la “formazione permanente” stessa.

«Vanno prima realizzate le opere e create le relazioni tra le scuole, poi si potrà fare formazione permanente» avverte in conclusione l’assessore all’innovazione. Di fatto si sa che la formazione permanente è già in uso nel resto d’Europa, ma non è ben chiaro se si sappia come realizzarla a Schio.

L’idea di fondo sembra essere il voler utilizzare gli istituti scolastici appieno, cioè anche al pomeriggio e alla sera, formando chi già è inserito nel mondo del lavoro, in un circolo virtuoso fra scuola e economia.

A tutt’oggi però nessuno però è entrato nei dettagli su “come” farlo: evidentemente parte del progetto non è ancora stata messa a fuoco, e c’è ancora del lavoro da fare.

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10 15NOVEMBRE DICEMBRE 2007

ovestvicentino Gli scavi a cima Marana rivelano nuovi particolari sui suoi antichi abitanti E presto nascerà un sito archeologico in quota

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Indiana Jones e la ricerca della Valdagno perduta

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DI MARTA CARDINI

foto magicoveneto.it

Monte Campetto e Cima Marana: qui prossimamente verrà realizzato un parco archeologico in alta quota.

In particolare il Comune di Recoaro Terme, in convenzione con l’Università di Padova, ospiterà gli studenti di archeologia per le loro ricerche. Non solo: con il tempo l’area verrà resa visitabile a tutti. Una recente campagna di scavo ha dato il via a nuovi studi sui rinvenimenti nelle nostre Vista dal rifugio di Monte Falcone. Sullo sfondo Cima Marana montagne, che risalgono principalRicapitoliamo i risultati. Cosa è logico recuperati dal “Gruppo Area mente all’età del Bronzo (14°-10° stato rinvenuto a Monte CamVeneto” con uso di metaldetector. secolo a.C.) e all’età Romana (2°-4° petto? E cosa saignificano per la In queste ultime settimane si è svolto secolo d.C.). zona questi ritrovamenti? un intervento a carattere scientifico Il Museo Civico “Dal Lago” di Val“Sono stati ritrovati una moneta di per non perdere i dati ancora dispodagno e l’Università degli Studi di Costantino I il Grande, del tardo penibili relativi alle ultime scoperte e a Padova hanno proposto un progetto, riodo romano; alcuni strumenti in probabili ulteriori ritrovamenti, preiniziato nel 2006, per una campagna selce, che denotano l’allevamento di venendo inoltre il ripetersi di interdi analisi, valutazione, monitoraggio suini in alta quota; una base d’asta di venti non autorizzati. Tale progetto è e valorizzazione delle risorse natuetà tardo-antica, una punta di lancia e stato cofinanziato dai Comuni di Rerali ed eco-culturali del sito di Basto parti di abbigliamento militare apparcoaro Terme quale capofila, Valdagno al Campetto. L’area compresa tra tenente all’età romana. Quest’ultimo e Crespadoro, dalla Comunità MontaMonte Campetto e Cima Marana era ritrovamento indica forse un interesna Agno-Chiampo e dalla Cooperativa già nota come sito archeologico di se dei Romani a dominare la zona”.

“Conca d’Oro”, ai quali si è aggiunta età preistorica e romana a partire dal nel 2007 la Regione Veneto. Hanno 19° secolo: si sono infatti susseguiti E a Cima Marana? inoltre contribuito la Provincia di Virinvenimenti di monete romane e “È stato rinvenuto un frammento di cenza, il “Gruppo Area segnalazioni di rinvepane in bronzo (età del Bronzo), un Veneto” e il “Gruppo nimenti di “frammenti metallo semi-finito che circolava dal Grotte” di Valdagno. di urne” e materiali in Le montagne Trentino a noi. Questo sta ad indicare Dopo due campagne, vetro nonché di punte della vallata che Cima Marana fungeva da colleuna solamente di ricodi freccia. Tra il 1976 gamento con il Trentino. Poi è stato gnizione superficiale e il 1978 fu promossa erano abitate trovato un pugnale, bene di prestigio (2006) e l’altra anche una serie di saggi di soprattutto dai del 13°-12° secolo a.C., una punta di di scavo (2007), il Muscavo nella zona, che nomadi lancia dell’età del Bronzo, una fibbia seo civico “Dal Lago” ha portarono alla sco- Erano terre di di cintura…” organizzato una serata perta di fasi diverse di conquiste per presentare al pubfrequentazione: età del In base a questi ritrovamenti blico i risultati di questi bronzo, età tardo rocosa si può affermare? In che due anni di ricerca e mana, età longobarda modo e da chi erano frequentastudio. e probabilmente anche medioevale. te le nostre montagne?

Abbiamo chiesto a Bernardetta PallozTra il 2003 e il 2004 sono giunte “La gente che veniva qui in età antica zi, responsabile del museo civico “Dal nuove segnalazioni riferibili alla preera per lo più nomade. Abitava per Lago”, di tracciare una foto, alla luce senza di strutture murarie a secco e un po’ di tempo le nostre montagne dei risultati di quest’ultima ricerca, di nel 2005 sono stati depositati anche e poi se ne andava. Molte zone erano com’era Valdagno nell’antichità. alcuni materiali di interesse archeo-

frequentate per il pascolo. Le monete e i pugnali mostrano che la zona era territorio di conquista. Rinvenimenti come la ceramica però dimostrano che esisteva un periodo di permanenza sul territorio: gli strumenti in ceramica venivano usati per la sussistenza. Anche il pane in bronzo dimostra che la lavorazione veniva fatta in loco. Il fatto di ritrovare frammenti ci dice che c’era un abbandono graduale delle strutture e che gli spostamenti erano frequenti”.

zone di Valdagno?

“A Castello di Valdagno è stato rinvenuto materiale relativo all’età del Bronzo (ceramica, selci, punte di freccia, strumenti per la caccia…).

Qui è documentata la presenza di un insediamento stabile sul colle. A Rive di Novale i rinvenimenti (ceramica, resti di focolare…) sono databili addirittura al Neolitico (fine del 4°-inizi del 3° millennio a.C.)”.

Grazie a queste recenti ricerche, quali sviluppi si prevedono per il futuro?

Cosa facevano i nomadi?

“Prossimamente verrà realizzato “Cacciavano, cucinavano sul posto, un parco archeoloproducevano ceramigico in alta quota. Si ca…”

La valle vuole continuare con le campagne di scavo Cosa ci dice della dell’Agno è e valorizzare magzona di valle? da sempre giormente il sito con “Tutta la valle dell’Agno una via di pannelli, era un percorso molto comunicazione coperture, recinzioni… In partiutilizzato in età Romacolare il Comune di na, una via di passaggio importante, Recoaro, in convenobbligata fra le monta- specialmente zione con l’Università gne. Mentre nelle zone in età romana di Padova ospiterà gli d’altura gli stanziamenstudenti di archeoloti duravano qualche gia per le loro ricerche. Non solo: con mese, in valle la gente si insediava in il tempo l’area verrà resa visitabile a modo più stabile. La valle dell’Agno è tutti, con un percorso che si snoda stata da sempre una via di comunicada Campetto a Cima Marana”. zione importante, specialmente in età Romana”.

E per quanto riguarda le altre

T R O Fatti, personaggi e sport vicentino SP Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley Serie B Novello a riposo la Palladiogroup.it spera a pagina 14

Calcio serie B Il Vicenza vuole un Natale con i punti a pagina 17

Basket A1 Famila, macchina perfetta a pagina 18

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Anno 2 - Numero 42- Sabato 15 dicembre 2007 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°84

Nel derby tra Bassano e Valdagno, 2500 peronse applaudono le formazioni in campo Cancellate le tensioni della settimana scorsa

Lo sport che unisce Sembrava che la febbre del calcio avesse contagiato anche l’hockey su pista. Il riferimento è al brutto spettacolo di martedì 4 dicembre a Valdagno, quando il pullman del Viareggio, squadra ospite, è stato oggetto di un lancio di pietre che, oltre ai danni, è costato il ferimento di un carabiniere e la squalifica del campo laniero per un turno, con l’obbligo per la tifoseria di non poter seguire la squadra. Decisione presa dal dall’Osservatorio del Viminale.

Il pubblico durante Bassano-Valdagno

Sulla base dei dati forniti dalle forze dell’ordine e dalle società spor- vissute a pochi metri l’una dall’altive, l’Osservatorio aveva deciso di tra senza una solida divisione fisica, senza un cordone vietare ai tifosi la pardi forze dell’ordine. tita Bassano-ValdaUn insegnamento che gno in programma l’8 Le due il “campanilismo ciedicembre. Ed invece tifoserie co e sfrenato” durato Bassano e Valdagno hanno per 40 anni nell’hochanno messo in scena seguito il key (o forse più) ad uno spettacolo invioggi anno 2007, non diabile servito a tutti derby fianco serve proprio a nulla. gli appassionati del- a fianco, Forte deve essere, inl’hockey pista. All’ini- senza vece, l’identificazione zio dell’apertura della nessuna e l’orgoglio sportivo biglietteria qualche divisione di appartenere ad una mugugno, per la secittà o ad una maglia. verità dei controlli delle forze dell’ordine, che ha fatto A vincere è stato l’hockey su pista, creare una coda di 70 metri fuo- ad unire è stato lo spettacolo delri dal palazzetto: controllo rigido delle carte d’identità, prendendo alla lettera le disposizioni emanate qualche giorno fa dall’Osservatorio. Il buon senso ha prevalso con il benestare delle forze dell’ordine, facendo entrare tutti quelli che assiepavano (ed erano moltissimi) la biglietteria in attesa di qualche cenno dall’alto.

so che fa grande l’hockey pista: 2500 persone in piedi a fine gara ad applaudire Bassano e Valdagno e Valdagno e Bassano, è il chiaro segno che l’hockey unisce, grazie anche ai 20 giocatori in pista che hanno giocato con un grande fairplay e chiarezza sin dal primo minuto. Questo è lo Sport.

Per la cronaca, il derby è andato all’Infoplus/Metalba Bassano che così ha conquistato tre ottimi punti per la classifica (quarto posto). Ha deciso il match il gol di Luis Viana, ed un Bassano chirurgico ed esperto che ha sfruttato al meglio l’hockey pista, quello che alcuni le pochissime occasioni create, al vorrebbero dentro la bara già da contrario di quanto avveniva solo poco tempo fa; per dieci anni. Invece è contro un Valdagno bello, florido ed entuche ha schiacciato siasmante, e regalerà L’hockey per buona parte del ancora molte sodmatch i giallorossi disfazioni, non solo pista nella propria metà in ambito sportivo è bello, campo, creando un ma anche a livello di florido gran possesso palla cultura sportiva. Una e regala e impensierendo coconvivenza tra basancora stantemente la porsanesi e valdagnesi molte ta avversaria con un che segnerà sicuramente i rapporti tra soddisfazioni attacco superveloce, ma pagando nel file due tifoserie, e di nale la stanchezza due popoli che amano lo stesso sport, ma tifano due accumulata.

T.Q. maglie diverse. Un piccolo pas-

FISIOTERAPIA e MASSAGGIO

Volley A2 Quel tie breack da maledizione a pagina 18

Un atto sicuramente positivo sia per l’hockey (sbeffeggiato nei quotidiani nazionali) sia per le tensioni solo esterne create dagli atti vandalici alcuni giorni prima. Tensioni che non esistono tra le due società Bassano 54 e Hockey Valdagno, dove vige un clima di forte collaborazione instaurata da alcuni anni a questa parte e che coinvolge tutte le formazioni, dalle giovanili fino alle seconde squadre, tra le due città vicentine con più passione hockeystica. Un insegnamento totale per entrambe le fazioni che sono con-

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15 DICEMBRE 2007 Pallavolo. Le ragazze di Nica conquistano la prima vittoria esterna, mentre i biancorossi di Fangareggi devono ancora trovare il giusto equilibrio. Bene Mosele e Ottica Padrin

Novello Fidas convince in trasferta Palladiogroup.it spreca un’occasione DI GIANFRANCO GALANTI

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QUI NOVELLO FIDAS: Prima vittoria esterna della Novello Fidas Vicenza, che riesce a dare continuità al successo ottenuto domenica scorsa su Cologno superando a Ravenna il Club Italia, ancora fermo a quota zero. Con i tre punti ottenuti le ragazze di Peppe Nica salgono a quota dodici in classifica e fanno un passo in avanti verso la tranquillità, che non può però ancora dirsi raggiunta. “E’ stata una buona partita - commenta il tecnico Peppe Nica - potevamo evitare di perdere il terzo set, dove forse abbiamo peccato di presunzione allentando un po’ la tensione. Nel resto dell’incontro credo però che la nostra superiorità sia emersa. Stiamo uscendo dalla nostra situazione di difficoltà, ma

non siamo ancora fuori e sarebbe quindi un errore mollare adesso”.

Novello che questa settimana osserva un turno di riposo.

QUI OTTICA PADRIN: Vittoria in trasferta per l’Ottica Padrin Vicenza, che si impone in quattro set sul campo delle rodigine del Gruppo Sportivo Volpe di Fiesso Umbertiano. Da registrare l’ottima reazione nell’ultimo parziale, quando le giovani biancorosse si sono trovate sotto di otto lunghezze e senza time out a disposizione hanno messo a segno una rimonta che ha dell’incredibile: da 19-11 a 25-27 annullando anche alle avversarie due set point che avrebbero significato il tie break.

Continua dunque il bel momento dell’Ottica Padrin, che sabato prossimo è chiamata a un primo esame di maturità: al Palazzetto di Vicenza arrivano le trevigiane del Kallima Volley, considerate tra le principali favorite del campionato. L’inizio di un trittico terribile che porterà le ragazzine biancorosse ad affrontare le prime tre squadre della classe.

semplici ci mettono QUI PALLADIOGROUP.IT: La Palancora in difficoltà, ladiogroup.it Vicenza abbiamo troppe insicurezze. Da una lato la non riesce a mettere gara di oggi ci confora segno il colpaccio ed ta, perché ce la siamo esce dal Palazzetto di giocata con una forVicenza con un’altra sconfitta e un solo set mazione che finora ha raccolto molto meno vinto. Dopo il comrispetto le sue potenpleto black out del zialità, ma dall’altra secondo parziale, nel parte ci butta giù perquale i biancorossi non sono andati oltre ché ancora una volta il dodicesimo punto, i non abbiamo raccolto ragazzi di Fangareggi quanto avremo potuto. Nel terzo set abhanno dato prova di biamo giocato fino in gran carattere, fafondo e con determicendo sperare nella nazione e lo abbiamo svolta, che però non vinto, negli altri non è arrivata. “Mi trovo Bertelle (Palladiogroup.it) alla battuta a commentare parsiamo riusciti a giocare come abbiamo dimostrato di saper tite sempre uguali – esordisce coach fare. Ci dobbiamo credere di più e Fangareggi –. Anche oggi, contro una mettere da parte le nostre incertezze”. squadra indubbiamente con qualità Nel prossimo turno la Palladiogroup. superiori, abbiamo avuto una granit Vicenza sarà impegnata a San Donà dissima occasione che non abbiamo di Piave. Si giocherà domenica 16 disfruttato. Anche stasera abbiamo dimostrato di saper giocare, ma le cose cembre alle ore 18.00.

QUI MOSELE: Il rinnovato palazzetto di Vicenza porta bene ai biancorossi della Mosele Elettronica, che nell’impianto di via Goldoni trovano la seconda vittoria in altrettante partite, questa volta ai danni dei veronesi dell’ Ecodem Palazzolo. I biancorossi hanno condotto una gara a fasi alterne, avendo la possibilità di chiudere l’incontro in tre set, ma sono riusciti comunque a tenere le redini del gioco in mano e conquistare tre importanti punti, che lanciano i vicentini al quinto posto, posizione condivisa, però, con altre due formazioni. “Siamo felici per la vittoria: erano importanti i tre punti, visto che abbiamo giocato contro una squadra di pari livello e classifica – commenta il coach-libero biancorosso Baraldo –. E’ stata una partita in cui abbiamo alternato buone azioni, nelle quali abbiamo lavorato bene anche tatticamente, a dei passaggi a vuoto, cosa che dovremo cercare di evitare in futuro”. Sabato prossimo i ragazzi della Mosele Elettronica saranno impegnati a Mirano il Pool Volley Veneziano.

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Calcio serie B. Bologna affonda i biancorossi, ma il presidente rassicura: “A gennaio ritorneremo sul mercato”. Gregucci: “Regaliamo le partite agli avversari”

Il Vicenza chiede una punta (e dei punti) DI FRANCESCO CAVALLARO

Qualcosa non torna. Il Vicenza viene da cinque sconfitte consecutive, è penultimo con la miseria di 12 punti ed è nel pieno di una crisi di gioco e d’identità. Eppure c’è chi fa finta di non vedere. Questo è davvero troppo. In particolare il neo presidente Gian Luigi Polato - per carità, tifosissimo dei biancorossi - sembra che viva su un altro pianeta. Parla di una squadra che non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno (ah no? Avellino non gli dice nulla?) e che ha ancora molte possibilità di salvarsi. Convinto lui.

Ci ha fatto una certa impressione ascoltare il suo pensiero dopo l’ennesima sconfitta contro il Bologna.

Davvero, da far rizzare i capelli.

“Ci siamo ancora - ha sottolineato l’avvocato -; il Vicenza è in salute e sta mettendo in campo tutto ciò che ha”.

non è affatto male. I ragazzi godoScusi? Riavvolgiamo un attimo no di un’ottima salute dal punto di il nastro e andiamo al cda dello vista tecnico e di gioco. È che iamo scorso 4 dicembre; nell’occasione un po’ troppo leggeri davanti, è inPolato è stato nominato presidente negabile; a gennaio ritorneremo sul dei biancorossi al posto del dimismercato alla ricerca di una punta. Il sionario Sergio Cassingena (giova nostro direttore sportivo Vignoni è ricordare che lo stesso detiene il già all’opera per individuare un atpacchetto di maggioranza della sotaccante che faccia al caso nostro. cietà). Passano quattro giorni e il Gregucci? Il problema non è lui. E Vicenza gioca in casa contro la canon è in discussione. Desidero porpolista Bologna. Risultato: il solito, tare avanti la linea di Cassingena: il perde di misura. Ad onor del vero è tecnico non si tocca”. giusto sottolineare a chiare lettere Polato non ha neanche accennato che il primo tempo di Schwoch e alla disastrosa situazione in classicompagni era stato più che dignitofica e alle ultime cinque sconfitte so. Poi il solito golletto ha smorzaconsecutive. Non sia mai, il suo to ogni entusiasmo. Ebbene, nella ruolo lo obbliga a difendere a spasala stampa del “Menti” pareva che da tratta il suo staff. Tuttavia, doi biancorossi avessero portato a vrebbe essere almeno un pelino più casa la loro prima vittoria casalinga equilibrato. Al Vicenza della stagione. Polato, il non basta “godere di massimo esponente della un’ottima salute dal dirigenza da meno di una punto di vista tecnico settimana, si esprimeva e del gioco”. Servono i nei termini di cui sopra. punti, le vittorie. AltriIncredibile. menti sarà serie C1 con Ma sentite come è contio senza complimenti e nuata la sua disamina. “È frasi di circostanza. Ci mio dovere difendere l’ogsembra che manchi una gettività: questa squadra Gian Luigi Polato

scossa, qualcuno che sappia prendere una decisione forte. Per questo qualcosa non torna: all’interno della società non esiste il vero timoniere. Polato ha ribadito più volte che sarà presidente 24 ore su 24. Sarà pur vero. Ma le sue parole di stima nei confronti di giocatori e tecnico non bastano. Occorre un’inversione di rotta radicale, dei provvedimenti che facciano mutare pelle ai biancorossi. Subito. Angelo Gregucci, vale a dire la persona che in questo momento ha meno colpe, ci crede ancora: “Adesso fare gol è come scalare una montagna insor-

montabile; tuttavia, sono convinto che ne usciremo. Continuiamo a fare discrete prestazioni a gratis, nel senso che regaliamo le partite ai nostri avversari. Ci serve l’aiuto di tutti per cavare un ragno dal buco”. Sembra quasi un appello alla società; sì, fra le righe Gregucci sottolinea che gli manca l’apporto della dirigenza. Poi ha anche voglia di scherzare: “Per fortuna c’è la salute. E quando c’è quella si combatte”. In società manca il condottiero, nella squadra no. Basterà il solo allenatore per salvare il Vicenza?

il sogno diventa realtà

azzurro e serie A con

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Sono tante le ragazze che da Vicenza prima e ora anche da Imola sono state lanciate in A1 e hanno realizzato il loro sogno azzurro.

Tra queste Paola Paggi, Isabella Zilio, Valentina Fiorin e ora Mocky De Gennaro e Stefania Dall'Igna.

Il club da sempre investe nel vivaio, dalle squadre giovanili della Joy VolleySchool fino alla Uisp Volley di B2 femminile, alla Novello di B1 femminile, alla Palladiogroup.it di B1 maschile e alla Minetti Infoplus di A1 femminile. elle: promessa

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15 DICEMBRE 2007 Basket A1. Le scledesi girano che è una meraviglia in campionato e in Europa Il coach Orlando: “Non siamo neanche all’80 per cento delle nostre potenzialità

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DI FRANCESCO CAVALLARO Immensamente Famila. Grande il filotto di vittorie consecutive (sette tra campionato e Eurocup), strepitosi i ritmi che Moro e compagne riescono a tenere in campo, bravissimo coach Sandro Orlando a far quadrare il cerchio dopo appenda due mesi di lavoro. Più di così non si può chiedere alle arancioni: stanno conquistando un successo dietro l’altro. E il bello è che la squadra non è ancora al top della forma. Il coach lo dichiara apertamente. “Non siamo neanche all’80 per cento delle nostre potenzialità”. Giù il cappello allora. Se la squadra va benissimo già adesso, figuriamoci quando girerà a mille: sarà da strapazzarsi gli occhi.

Ce lo aveva anticipato in tempi non

Famila, un filotto da lustrarsi gli occhi più normale di questa terra che il Famila continui a vincere.

Meglio così.

L’ultima cosa da augurare alla sua formazione è che adesso pecchi di protagonismo. Lo stesso Orlando lo sa bene; e infatti predica calSchio ha vinto anche l’ultima partita per la qualifica europea ma: “Per carità, non montiamoci la testa. Quansospetti proprio Orlando. “Ci vuole do pensi di essere il più bravo è il solo un po’ di pazienza, aveva commomento che gli altri ti segano le mentato dopo le sconfitte patite gambe. Pensiamo a dare continuicontro Napoli e Venezia; le ragazze tà ai buoni risultati raccolti da un devono trovare i tempi fra di loro. mese a questa parte. Sarebbe un erE poi hanno anche un nuovo allerore gravissimo cullarsi sugli allori. natore, non è che tutto venga così Stiamo migliorando partita dopo automatico”. È stato un buon propartita; magari dagli spalti non si feta. Nonostante la sua creatura colgono i passi in avanti che stiamo stia facendo faville il coach non si compiendo. Con il passare del temscompone. Par quasi che sia la cosa

Volley A2. Ancora un quinto set amaro per i bassanesi. Alle porte c’è il derby con Verona

Maledizione da tie break Ancora uno stop per il il Fiorese Spa Bassano che al quinto set non riesce a raggiunge la vittoria.

Ormai si può parlare di autentica maledizione da tie break perché sono ben cinque le sconfitte in altrettanti vantaggi disputati. Cinque sconfitte che quanto meno hanno portato in dote 5 preziosissimi punti, ma in casa Bassano Volley resta l’amaro in bocca, perché la classifica, con un pizzico di fortuna e di cattiveria in più, avrebbe potuto essere ben diversa. Il dato positivo è che con questo punto i giallorossi, che vanno a punti da ben sette match consecutivi, mantengono l’ottava posizione in classifica; il dato negativo, invece, va trovato ancora una volta nel rimpianto di aver subito l’ennesimo recupero della stagione e di non aver chiuso la partita quando tutto sembrava girare a favore. È successo più volte in questo tormentato inizio di campionato: è successo a Catania martedì 4 dicembre scorso, quando i giallorossi avanti 1-2 hanno fallito due match points per poi perdere al 5° set, ed è successo nuovamente la settimana scorsa: Dalla Libera e compagni, avanti 2-1 nel computo dei set, hanno spento la luce e non sono più riusciti ad impensierire il sestetto ospite che ha vinto in scioltezza portando a casa vittoria e due punti. Quella del Fiorese è stata una partita dai

due volti: all’inizio si è vista in campo la squadra forte e combattiva delle ultime settimane, quella capace con tre vittorie consecutive di risalire la classifica dal penultimo all’8° posto; dal 4° set in avanti si è purtroppo rivista la squadra timorosa e spaesata di inizio campionato, mentre dall’altra parte della rete Forlì non sbagliava più niente chiudendo 17-25 e 10-15 nel silenzio di un PalaBassano quasi incredulo per aver assistito al remake di Doctor Jekill e Mr. Hyde.

Dal punto di vista tecnico sono soprattutto le battute del sestetto ospite ad aver fatto la differenza nei momenti decisivi. Spescha e Creus hanno servito con grande incisività forzando molto, ma questo si sapeva, il problema semmai è che la ricezione giallorossa ha sofferto più del dovuto anche le salto float, in particolare quelle di Bellini, che hanno dato il là al break decisivo nel 4° set. Bassano riceve positivamente al 58% con solo il 34% di perfette, mentre Bendi e compagni ottengono rispettivamente il 58% e il 42%. Da notare che Spescha, il peggiore dei ricettori ospiti (41%), ha ricevuto solo 17 palloni contro i 30 e 34 ricevuti da Bozko (80%) e Bendi (65%). In attacco fa meglio Bassano (52% contro 47%) che però sbaglia troppi contrattacchi: l’ottima prova difensiva dei giallorossi e in particolare di Pagotto

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è stata infatti vanificata da ben 12 errori in contrattacco (6 murate e 6 sbagliate). Per il resto il Fiorese è stato incompleto al servizio (bene nei primi due set, poi molto meno), assente a muro (solo 7 muri, di cui 3 di Gitto, contro i 13 di Forlì, 5 di Bellini) e altalenante in fase d’attacco, nel senso che i martelli giallorossi hanno giocato a corrente alternata con il solo Gitto, il migliore dei suoi, sempre regolare e capace di chiudere con un impressionante 86% di positività. Il big match Verona vs Bassano si gioca lunedì 17 dicembre alle ore 20.30 al PalaOlimpia di Verona. La gara sarà trasmessa in diretta SKY sul canale SKY Sport2.

T.Q.

po sono felice di percepire sempre più sintonia fra le ragazze. Si tratta di piccoli miglioramenti che poi, messi assieme, porteranno ad una grande evoluzione. Sì, siamo sulla strada buona. In particolare, stiamo esprimendo una buona pallacanestro, come dichiarato nelle intenzioni all’inizio della stagione. Mi fa molto piacere che la gente venga al palazzetto per divertirsi; per noi è una soddisfazione grandissima.

Aggiungiamoci il fatto che portiamo a casa anche il risultato. Bene così”.

A metà dicembre, dopo due mesi dalla ripresa delle attività, il Famila nuovo di zecca sembra già conoscersi da molto tempo. Qual è il segreto? “Ma va là, non ci sono segreti - spiega Orlando -; lavoriamo bene insieme e basta. Con le ragazze si è creato un buon feeling, tutto qua.

Loro possiedono qualità elevatissime, chissà quanti allenatori vorrebbero avere la rosa che alleno io.

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Da parte mia non sono solito fare distinzioni e le giocatrici lo sanno; non esiste un primo o un secondo quintetto, non mi è mai piaciuto parlare in questi termini. Durante la gara tutte sono in predicato di entrare in partita. Ecco, partono titolari le ragazze che hanno lavorato meglio in settimana. Tuttavia, in corso d’opera lascio spazio a tutte.

Gioco forza funziona così: la nostra arma vincente è il contropiede, sarebbe impensabile tenere in campo più del dovuto le ragazze. Fortuna che ho una panchina lunga e di grande talento”. Dunque quando vedremo il Famila al cento per cento? “Intanto desidero sottolineare che vincere le partite non è mai facile, conclude Orlando; nei primi mesi del 2008, se ho fatto i conti giusti, vedremo la squadra al top”.

Intanto i tifosi si godono Moro e compagne in “formato ridotto”. E sono già felici così. Con l’anno nuovo sarà ancora meglio.

Hockey in line. Il settore giovanile si prepara al campionato 2008

Piccoli Diavoli crescono Per Caoduro Diavoli Vicenza il settore giovanile è sempre stato un settore importante e un fiore all’occhiello della società, che ha cresciuto nelle sue fila alcuni dei più promettenti giovani che attual- Il settore giovanile della Caoduro il posto con un buon campionato, mente militano nella e Guido Stella, altra pedina della formazione senior nella massima squadra senior, arrivato a Vicenza serie di hockey in line. quest’anno dopo cinque stagioni Le attività rivolte ai giovani sono ad Arezzo. A seguire i più giovani riprese nel mese di settembre e in nei tornei e nelle trasferte ci sono questo periodo sono state allestite anche alcuni genitori che da queinizialmente due squadre, poi in sest’anno sono entrati stabilmente guito se ne sono aggiunte altre due, in società come riferimenti per il grazie ai gemellaggi con la società settore giovanile: Dell’Uomo, De veronese del Montorio e veneziana Lorenzi, Faggion. dello Spinea. Attualmente quindi i Con l’arrivo del 2008 partiranno Diavoli sono rappresentati da una quindi tutti i campionati del settore formazione giovanissimi, con i più giovanile e allora si potranno vedepiccoli classe 98-99, una squadra re all’opera anche i piccoli Diavoli. della categoria ragazzi, con i nati “Siamo molto fiduciosi di fare bene nel 97-96, una squadra allievi, degli con le categorie allievi e primavera anni 94-95, e la primavera, con giosulle quali puntiamo per un buon vani nati fra il 1992 e 93. In totale risultato a livello regionale – spiega ci sono oltre 40 elementi che sono Andrea Bellinaso, uno degli allenaregolarmente seguiti da Bogdan tori nonché capitano della prima Iordachioiu, ex nazionale romeno squadra – Ma l’impegno e l’attendi hockey su ghiaccio che continua zione della società non si fermano a contribuire alla crescita sportiva solo ai ragazzi che già sono coindel gruppo dei giovani di casa Diavolti nelle nostre attività. Abbiamo voli, Andrea Bellinaso, capitano e intenzione per il futuro, infatti, di assistant coach della prima squapromuovere l’hockey anche nelle dra, Antonio Bellinaso, cresciuto scuole per incrementare il numero hockeisticamente nella Caoduro di partecipanti e contribuire a difDiavoli Vicenza ed ora stabile nelfondere questo sport”. la rosa della prima squadra, dopo S.N. essersi guadagnato lo scorso anno

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15 DICEMBRE 2007 La società. La Pallavolo Malo inizia la sua avventura negli anni ’80 in serie C Oggi conta 5 formazioni, ma quest’anno ha dovuto rinunciare al minivolley

Il grido d’aiuto del Malo: servono energie giovani DI ANNA MOLON

Ma è soprattutto la mancan- e impegnati come allenatoza di “risorse umane” il fat- ri. La passione per il volley tore più critico. “In società pare aver contagiato tutta La speranza si si vedono sempre le solite la famiglia Berlato nel corso fonde con un facce –spiega il presidente delle generazioni, se è vero velo di pacato –: siamo rimasti in pochi che anche il fratello dell’attuale presidente s c o r a m e n t o a darci da fare, allenava la prima nelle parole 4-5 dirigenti, su squadra maschidello storico un totale di un “In società si le del Malo fino p r e s i d e n t e centinaio di atledella Pallavo- ti”. Nuova linfa, vedono sempre a 5 anni fa, e ora collabora come lo Malo, Tran- idee ed energie: le solite facce, arbitro all’interdi siamo rimasti quillo Berlato. ingredienti no della società.

Come tante altre società spor- cui la Pallavo- in pochi. tive anche quella maladense lo Malo sembra Servono nuova La Pallavolo Malo infatti, ha iniziato ha avuto i suoi alti e bassi nei aver bisogno in linfa, idee ed la sua avventura suoi 30 anni di attività. “Oggi questo momento. in federazione col – afferma Berlato, da 25 alla Berlato lancia un energie settore maschile, guida del gruppo sportivo – appello anche ai arrivando negli la nostra società sta vivendo genitori delle raun periodo di stallo, a causa gazze, auspicando una più anni ’80-’90 a giocare in sedi sopraggiunti fattori di or- ampia collaborazione all’in- rie C. Mentre si andava allargando il settore rosa, quello dine economico e organizza- terno della società. tivo che negli ultimi anni ne Una sensibilità che lo stesso azzurro stava perdendo man hanno destabilizzato l’equili- presidente ha trasmesso ai mano terreno. “Purtroppo il due figli, entrambi ex atleti maschile è andato scemando brio”. nel corso degli ultimi tempi, fino a “spegnersi” del tutto 5 anni fa” spiega il presidente.

A far presa sui giovani del posto, probabilmente, sono state altre specialità sportive, come calcio, basket e pallamano.

Quest’anno le formazioni rosa che il Malo schiera in campo sono la 2^ divisione, un Under 16, un Under 14, un Under 13 iscritta al campionato provinciale e un’altra Under 13 impegnata nel La seconda divisione del Malo torneo “Braccio di ferro”.

Da questa stagione però, sempre per mancanza di “personale”, la società dovrà andare incontro ad una dolente rinuncia. “Abbiamo dovuto sospendere il minivolley –spiega Berlato - un settore che ci ha sempre regalato grandi soddisfazioni in termini di partecipazione”. Tra il 2000 e il 2002, infatti, la Pallavolo Malo ha organizzato le prime edizioni della Festa Provinciale e Regionale del Minivolley.

Due lusinghieri onori nella bacheca societaria, che fanno ben sperare per il futuro.

Confidando sempre nella disponibilità e nel supporto di genitori e simpatizzanti, “perché possano darci una VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060 mano a far decollare nuoVICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137 vamente il nostro gruppo ABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690 sportivo”.

UFFICIO STAMPA FIPAV

Rugby Serie C. Ancora una sconfitta per i biancorossi, mentre l’Under 15 raddoppia

Sesto ko, per i Rangers serie nera senza fine

In casa il First XV affronta l’Alpago DI FRANCESCO BIANCHI

I Rangers escono malconci dalla sfida impossibile contro la capolista Casale, che sul terreno di casa si è imposta con un perentorio 55 a 3. In questo modo la squadra seniores biancorossa rimedia la sesta sconfitta consecutiva e affonda sempre di più in classifica, isolata al penultimo posto, che a due giornate dal termine del girone di andata evoca già lo spettro della retrocessione nel campionato CIV della Serie C Triveneto.

Nel frattempo l’Alpago (terzultimo) si è imposto sul Rugby Jesolo, staccando il Vicenza di altri cinque punti e portandosi a otto lunghezze di distacco dal club berico. Va detto che i ragazzi del tecnico Pietro Bovo hanno affrontato il match a Casale sul Sile con lo spirito giusto, consci della indiscutibile superiorità degli avversari. La prestazione dei biancorossi ha regalato un buon primo tempo, con la squadra capace di contenere nel limite delle possibilità i numerosi attacchi dei trevigiani, molto frizzanti con lo schieramento dei tre quarti e aggressivi con il pack di mischia. Gli avanti vicentini hanno fatto sentire il proprio peso in fase di ingaggio e i trequarti hanno risposto alla linea di attacco avversaria chiudendo bene i varchi e sfoderando placcaggi finalmente efficaci.

Domenica 16 dicembre il First XV è chiamato a giocare l’ultima gara del 2007, un incontro decisivo per le

sorti del campionato, perché vedrà i biancorossi ospitare sul terreno dell’«Angelo Gobbato» (inizio ore 14.30) l’Alpago, diretto concorrente per la salvezza. Il match dei seniores sarà preceduto dall’incontro casalingo degli Under 19 contro il Rugby Feltre (inizio ore 12.30), mentre la Scuola di Minirugby andrà a Rovigo con Under 11 e 13 per un triangolare con i coetanei rodigini e quelli del Cus Padova. Sabato 15 dicembre, invece, l’Under 17 giocherà in trasferta il derby contro i cugini del Bassano (inizio ore 17.30).

Grande novità nel settore Under 15, perché i Rangers hanno iscritto per la prima volta due squadre nel campionato di categoria e così da domenica 16 dicembre ci saranno sempre due formazioni biancorosse Under 15 in campo, una iscritta nel Girone Elite e l’altra nel Girone Targa CIV. Si tratta di un successo legato al crescente numero di tesserati, che permette al Vicenza di raddoppiare le formazioni in una categoria dove a livello veneto solo altri quattro club – Benetton Treviso, Petrarca Padova, Ruggers Tarvisium e San Donà di Piave – hanno la possibilità di schierare due squadre. L’Under 15 “A” giocherà in casa con il Rugby San Donà “A” (inizio ore 10.00), e l’Under 15 “B” sarà di scena a Polcenigo (PN) contro il Rugby Fontana. Per concludere, sabato 15 dicembre si disputerà il torneo autunnale di rugby scolastico riservato alle scuole medie della provincia. L’appuntamento è fissato in mattinata a Thiene, presso gli impianti sportivi comunali di via Tevere, con la partecipazione di diverse squadre da Vicenza, Thiene, Carrè, Piovene Rocchette e Marano.

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15 DICEMBRE 2007

economia

Il petrolio scende e Wall Street torna appetibile per investimenti di medio periodo. Ma dietro l’angolo potrebbe esserci l’inizio di un lungo ribasso

Borsa americana: ok, ma con prudenza!

DI MARCO ZACCARIA

Ciò che avevamo scritto due settimane fa, si è puntualmente avverato. La Borsa americana ha messo a segno un rialzo notevole in poche sedute, anche grazie al forte ridimensionamento del prezzo del petrolio avvenuto in queste ultime due settimane. Il petrolio è passato da più di 99$ al barile a poco più di 88$. Un ribasso molto marcato che ha permesso il riassorbimento di numerosi oscillatori stocastici di breve e medio periodo.

Questi indicatori, essendo per l’appunto oscillatori, sono soliti preannunciare rialzi quando si trovano in prossimità di valori molto ridotti, mentre quando segnano valori elevati prospettano probabili riassorbimenti di valore, o per lo meno la creazione di una zona di congestione di prezzo traducibile in un movimento laterale (quindi senza particolari oscillazioni rialziste o ribassiste).

Il grafico sotto riportato evidenzia appunto la probabilità di un movimento imminente che potrebbe essere rialzista,

e questo comporterebbe cre- oscillatori di breve periodo scenti difficoltà nella progres- sono posizionati molto in alto, sione degli indici di borsa (mi ma guardando bene quelli di riferisco allo S&P500 rappre- medio periodo è possibile ossentativo del mercato ame- servare che sono a livelli molto ricano), anche se bassi, se rapportanegli ultimi anni ti a quelli mantela correlazione tra Una volta nuti dall’inizio del mercato azionario i rialzi del mercato rialzista e petrolio è anda- greggio iniziato nel 2003. ta a mutare. Inindicavano fatti se un tempo Oltretutto i dati rialzi del petrolio il crollo del pubblicati relativi significavano una listino. Ora all’economia Usa caduta dei listi- la faccenda sono stati ben acni, oggi non è più è molto più colti essendo stacosì. Tuttavia non complessa ti migliori delle dobbiamo dimenstime: il rapporto ticare che il petroP/E (cioè il prezzo lio si trova in un mercato rial- delle azioni medio dell’indice zista di lungo termine di una rapportato al profitto medio intensità che mai in passato delle imprese dell’indice) è si sarebbe potuta immagina- ancora piuttosto ridotto (le re. Per cui non cantiamo vit- azioni sono relativamente a toria, la lotta con la pompa di buon mercato mentre è tipico benzina è persa in partenza, dell’inizio di un mercato ribasalmeno nel lungo periodo. sista assistere a sovrapprezzi molto marcati delle imprese Ma torniamo alle borse. La quotate) e il Presidente Bush settimana è stata più che po- faciliterà la ripresa del mercasitiva, anche se storicamen- to del credito permettendo a te quasi sempre alla fine del quelle famiglie che non hanno mese in corso il livello dell’in- mancato di pagare più di due dice S&P500 è stato più eleva- rate e che non sono in grado to del livello fatto segnare al di pagare i mutui variabili sottermine della prima settimana di dicembre.

Wall street a New York

toscritti di pagare rate a tasso fisso proprio per arginare il fenomeno subprime e per dare una spinta alla ripresa del mercato immobiliare.

Detto ciò, i presupposti per una ripresa di medio periodo ci sono tutti, anche se in questo caso l’attenzione deve

essere grande: il mercato rialzista degli ultimi anni è stato uno dei più longevi nella storia. Cosa voglio dire?

Potrebbe essere l’ultimo periodo rialzista prima di un nuovo mercato al ribasso che potrebbe durare non poco tempo (almeno a livello statistico).

Il secondo grafico che riporto è quello del mercato azionario americano. In questo caso gli

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MILANO

VICENZA OVEST

VIA LANZA

IPERMERCATO

VENEZIA

L’indice di borsa P500 (il più rappresentativo del mercato Usa) e quello del petrolio: confrontandoli con gli oscillatori si prevede un rialzo a breve

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15 DICEMBRE 2007

giovani

Parcheggi strapieni, code interminabili, ritardatari cronici: è iniziato il terribile periodo dello shopping natalizio

Una giornata di ordinaria follia. Natalizia DI ANDREA BASSO

www.flickr.com/britta_585

Diamo i numeri Il countdown è iniziato e segna meno dieci giorni al Natale 2007. Gli amanti dello shopping natalizio scaldano i motori e, sfoggiando un sorriso a trentadue denti, si preparano a sfruttare ogni minuto libero per infilarsi in un negozio. Quanto spenderanno per festeggiare questa ricorrenza gli italiani?

Uno studio elaborato dall’Ufficio Studi della Confcommercio

prevede un ‘effetto Natale’ che porterà a maggiori consumi per quasi 18 miliardi di euro. In particolare ci sarà un aumento sull’acquisto di prodotti tecnologici (+0,5%) e alimentari (+0,4%), mentre si registrerà un calo di vendite dei libri (-0,6%) e abbigliamento (-0,1%). Gli acquisti si concentreranno per oltre il 40% sui prodotti alimentari, in lieve aumento rispetto al 2006, meno del 13% sarà consumato invece per articoli da abbigliamento, calzature e pelletteria. Il restante 46% si ripartirà infine tra articoli di arredamento, prodotti di profumeria, libri e giocattoli. Curiosità: previste vendite da record per orecchini lunghi e bracciali con ciondoli.

Decorazioni natalizie invadono un po’ tutti i negozi

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Nonostante il clima di insicurezza e indecisione, quindi, quasi nessuno rinuncerà alla consueta e tanto attesa visita da parte di Babbo Natale.

Giocare d’anticipo Voglia di evitare le grandi folle, desiderio di concludere la contrattazione in tempi brevi: queste sono solo due delle motivazioni che portano una persona a giocare d’anticipo sul Natale. C’è chi la definisce astuzia, chi invece preferisce chiamarla, forse esagerando, antropofobia: la paura delle folle.

Non tutti si trovano a pochi giorni dall’arrivo del Natale con l’ansia di dover addirittura cominciare a pensare a cosa regalare. Può sembrare strano, quasi improbabile, ma ci sono persone che, in questi giorni che precedono le festività, possono starsene bellamente seduti a godersi i momenti di libertà in santa pace. Ed è facile immaginare che sulle loro labbra spunterà un ghigno di soddisfazione quando penseranno al supplizio che, inevitabilmente, sarebbe toccato pure a loro nel caso non si fossero presi la briga di dare il via all’operazione regali con qualche settimana di anticipo.

La loro situazione è in queste dure giornate invidiata da tutti; soprattutto dai ritardatari incalliti che, tra una corsa e l’altra, trovano il tempo di ripromettersi: “L’anno prossimo, pure io, giocherò d’anticipo”; frase sentita e risentita e destinata per l’ennesima volta a non essere mantenuta.

Ritardatari incorreggibili E’ la categoria che contiene il maggior numero di persone, la classe che raggruppa quasi tutti gli individui: i ritardatari.

Sarebbe più corretto suddividere ulteriormente questa ‘specie’ in ritardatari abituali e ritardatari delle festività, visto che il Natale sembra possedere l’incredibile potere di catapultare anche la persona più puntuale in una folle corsa contro il tempo. Come sia possibile, ancora non si è scoperto; fatto sta che la situazione è questa.

Tutti i ritardatari sembrano darsi un involontario appuntamento nei negozi durante i giorni che precedono le festività. Con situazioni drammatiche già all’ingresso: in mezzo alla massa di persone che forma una sorta di serpentone è difficile muoversi e si è costretti a seguire la direzione del gruppo per riuscire a muoversi di qualche metro e con una discreta andatura; i temerari che decidono di seguire un proprio itinerario finiscono spesso per impazzire poiché spintonati e tamponati da qualsiasi direzione.

Una volta trovati gli articoli da comprare inizia poi una originalissima maratona con partenza dallo stand e arrivo alla cassa: questione di poche…ore. La tensione è alle stelle, si finisce per innervosirsi,

L’interno di un centro commerciale

donna a trascinare a spasso per i accaldarsi e sudare; non sono insonegozi il proprio partner. Negli ocliti in questo periodo gli svenimenchi di lei una luce particolare, tanti e gli interventi di ambulanze per ta gioia e un’indescrivibile curiosiagevolare la ripresa di conoscenza tà di visitare tutti i singoli reparti. delle persone che hanno accusato Per assicurarsi di non perderlo, la il malore. donna si aggrappa alla cintura o Si dice che a Natale si è tutti più alla tasca dei pantaloni del proprio buoni: mai affermazione fu più compagno, mentre lui trascina a errata, almeno a guardare le gomifatica le gambe, e si esibisce in sortate alle casse causate da tentativi risi accondiscendenti di una falsità di guadagnare qualche posizione, inaudita. o le liti che nascono dal contenDopo diverse ore di dersi un posto auto. noia si arriva al reLo stress causato parto sportivo: l’uodalle lunghe ore di mo si illumina, le attesa alla cassa, un spalle si rialzano e il numero imprecisato sorriso sembra non di minuti passati al- Si dice che a essere più costruito. l’interno di un locale Natale siamo “Finalmente qualcochiuso, affollato e in sa da guardare con un cui la temperatura è tutti più buoni pizzico di interesse”, decisamente troppo Niente di più penserà dentro di sé. alta. A tutto ciò venga falso “Passiamo avanti, qui sommato il viaggio e non c’è niente”, interla folle ricerca di un viene lei. Parole che parcheggio: queste feriscono più di una sono solo alcune delpugnalata, una vera e le giustificazioni ad propria doccia gelata. atteggiamenti tanto bruschi, maChi gioca d’anticipo e chi è perenleducati ed insoliti. nemente in ritardo, chi lo vive con gioia e chi con angoscia: lo shopCome cagnolini ping natalizio è visto e vissuto in Circondati da questo ‘dramma’, si varie sfaccettature dalle persone. trova comunque la forza di sorriUna cosa però è certa: che si viva dere: situazione buffa che si riproun periodo di crisi o di abbondanpone ogni anno, è quella che vede za, bello o brutto, nessuno riesce a protagoniste le coppiette di fidanpassare un Natale privandosi della zatini intente a fare shopping. gioia di donare un regalo alle perFare acquisti in coppia, così si dice sone a cui più si sente legato: un in gergo; in realtà è divertente nobel ‘vizio’ quello degli italiani. tare come, il più delle volte, sia la

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cultura

Prima puntata. La testimonianza inedita di un vicentino che si trovava al fronte al momento dell’armistizio. Tra incertezze, paure e partite a carte

Zante, 1943: diario di guerra dal fronte dimenticato Cominciamo in questo numero la pubblicazione del diario di guerra di un soldato vicentino impegnato in Grecia nell’autunno del 43 e rimasto spiazzato, come tutti i suoi commilitoni, dall’armistizio dell’8 settembre.

Conservate con cura per oltre sessant’anni, le pagine scritte da Lino Cracco raccontano le lunghe giornate di prigionia passate tra piccoli lavori di routine, l’attesa di una partenza che sembra sempre imminente e invece non arriva mai, la ricerca di notizie attraverso “radiofante”, la preoccupazione per la sorte di amici e parenti. Parole semplici, dirette, che hanno la forza dell’autenticità.

E che possono aiutare a capire, nel loro piccolo, uno dei momenti più difficili e travagliati della storia nazionale 14/09/43 - Dopo l’armistizio inizia la nuova vita. Ore 10.30 ho depositato le armi e ho scelto la via della prigionia come tutti i miei compagni.

15/09/ 43 - Ore 9, i tedeschi ci ridanno le armi. Ore 14, depositiamo nuovamente le armi e si attende la partenza per il posto d’imbarco. Destinazione ignota, pare che ci vogliano portare in Germania a lavorare.

16/09/43 - Anche oggi abbiamo atteso, ma invano, pare che la data di partenza sia stata rinviata. Intanto l’accampamento è circondato da guardie tedesche e perciò ci possiamo considerare prigionieri dei tedeschi. Nonostante ciò i germanici ci trattano bene e io pure con altri compagni armati siamo montati di guardia accoppiati a loro.

18/09/43 - Questa mattina circolava la voce che dopo il primo rancio si

partiva, ma tutto finì in una grande delusione per tutti. Intanto radiofante dice che italiani e greci, coadiuvati dall’aviazione inglese, combattono insieme contro i tedeschi. Qui da noi arriva di continuo il rombo di cannoni o bombe. A Zante intanto c’è gran confusione: soldati nostri che vendono divise e armi, specialmente la fanteria che ha avuto pure degli ufficiali che vendettero pure la pistola. Anche qui da noi c’è molto magro corà (mercato nero), Lino Cracco oggi si può accertarsene guardando tutti i conigli e polli che vengono giornalmente squartati.

19/09/43 - Dopo un colloquio dei nostri ufficiali con quelli tedeschi, hanno deciso ed eseguito di togliere dall’accampamento tutte le guardie tedesche. E così il nostro capitano, che sta molto dalla parte tedesca, ora riprende tutta la sua spropositata autorità e parla già di palo a pane e acqua, e fucilazione a tipo tedesca, come dice lui. E così la noia aumenta, si può notare tutta la scontentezza della batteria, e tutti dicono: “se l’Italia ha chiesto l’armistizio, la guerra è finita. E allora perché dobbiamo restar qui a lavorare per gli altri?”.

Ci consola un pò radiofante, che con le sue chiacchiere ci rimette un po’ di speranza nella prossima partenza.

Per ora radiofante è l’unica nostra corrispondenza. Da quindici giorni fa arrivò la notizia che non si poteva più scrivere perché la posta non arriva e non parte. Io son più di quindici giorni che non so niente di casa, e de-

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gli amici non so se stiano bene o se sono morti, se sono ancora italiani o hanno cambiato padrone e bandiera.

Spero sempre che le cose la vadano per il meglio e, se dio vuole, un giorno potrò anche andare a riabbracciare i miei cari e la mamma.

20/09/43 - Oggi in batteria ci fu un po’ di confusione a causa dello spostamento dei muli. Degli ottantasei muli della batteria trenta son venuti quassù alle postazioni, e il resto con alcuni conducenti sono andati in un paesetto a venticinque chilometri da qua a lavorare per i tedeschi. Dalla parte di Cefalonia si sente di continuo il rombare del cannone.

21/09/43 - Giornata calma, ho ricominciato a far un po’ di brusca striglia. Dopo la striglia si va all’abbeverata, e così per due volte al giorno.

Per ora, all’infuori della guardia, è l’unico lavoro che facciamo. Questa sera c’è la chiacchiera che forse fra qualche giorno deve arrivare una batteria tedesca, e si rianima in tutta la batteria la speranza di una prossima partenza. Dalla parte di Cefalonia il cannone, o bombe che siano, rombano sempre.

22/09/43 - Radiofante comunica: “gli inglesi hanno occupato Cefalonia, cioè italiani, greci e aviazione inglese contro i tedeschi. Qui da noi questa notizia non si sa come interpretarla, se migliorerà o peggiorerà la nostra un pò critica situazione. Si attende con ansia lo svolgersi degli avvenimenti”.

25/09/43 - Ora che i muli se ne sono andati, quei pochi di noi che siamo rimasti quassù facciamo una vita abbastanza bella. Ogni altro giorno di guardia e qualche altro lavoretto che facciamo volontariamente. Contrariamente a quanto aveva detto precedentemente, radiofante comunica che Cefalonia ora è stata occupata dai tedeschi. Finora non sappiamo altro, si attende nuove.

27-28-29-30/09/43 - Giornate calme e un po’ monotone a causa che all’infuori della guardia non abbiamo da far niente. Alla sera si va a dormire quando si vuole e alla mattina prima delle otto o nove non ci si alza, e si attende con ansia l’adunata rancio.

Io vado spessissime volte all’eliografo e col cannocchiale guardo al porto per vedere se per caso qualche nave arrivasse, ma finora invano.

Nel 1943, a Conegliano, prima di partire per il fronte

1-2/10/43 - Sempre il solito. Quando non sono di guardia con i miei compagni si gironzola un po’ dappertutto. Parecchi giocano a carte per passare il tempo e qualche volta ance per mettersi al verde a vicenda.

Io finché ho avuto leftà (soldi) ho giocato ma ora, dopo l’acquisto di parecchie borracce di vino, sono rimasto all’asciutto. Alla sera, al lume della candela o il lumino a olio, si comincia le continue trasmissioni di radiofante. In questi ultimi giorni comunica che forse tutti i tedeschi che sono in Grecia si ritirino in Germania. A nostro riguardo nessuna notizia all’infuori di una chiacchiera che dice che in Italia ancora italiana è tornato il Duce e ha fatto la mobilitazione generale, cosa che tutta la batteria ha accolto con una risata incredula. Si attendono migliori novità.

8/10/43 - Oggi in batteria con grande contentezza di tutti c’è la voce che entro domenica tutto il nostro gruppo deve partire, per dove non si sa.

9/10/43 - Pare che il diavolo si sia opposto alla nostra partenza. Ora, invece di noi, pare che debbano partire i tedeschi. E così, ancora una volta, le nostre speranza sono finite in una completa delusione. Oggi grande movimento di aerei inglesi: vanno dal Peloponneso verso l’Italia a 20-30 alla squadra e sempre così.

Appena scomparsa una squadriglia si sente il rombo dell’altra.

11/10/43 - Giornata calma, oggi è arrivata la notizia dei bombardamenti di tutti quegli aerei che passarono nei giorni scorsi. Bombardarono il Pireo, Patrasso e Capo Papas; Radiofante dice che i tedeschi se ne vanno anche da Cefalonia. Il tempo ha cambiato, da qualche giorno ha incominciato a piovere, e il caldo è diminuito, l’accampamento si è trasformato in una palude a causa del fango attaccaticcio.

14/10/43 - Questa mattina è giunta una notizia che ha sorpreso tutti.

L’Italia ha dichiarato guerra alla Germania. Il nostro re, che finalmente si sa che è ancora vivo, ha fatto la mobilitazione generale. Ora qui tutti noi siamo ansiosi di sapere come andremo a finire noi, se prigionieri dei tedeschi o se resteremo a Zante.

16/10/43 - Ricorre il mio compleanno. Se fossi a casa farei un po’ di festa.

La mia mamma di tcerto come tutti gli altri anni farebbe qualcosa di buono, invece questa mattina presto abbiamo avuto da trasportare tutte le munizioni giù alla strada e caricarle su un camion che le trasportò a Zante, e così il mio ventesimo anno l’ho passato almeno per l’ultimo giorno a fare il facchino dalla mattina alla sera. Ma santa pazienza, spero sempre che finiscano presto tutti questi affari.

Lino Cracco, Sovizzo - continua -

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edicola

Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

Il distacco tra la gente e il ceto politico di maggioranza ed opposizione è reale e si è accentuato in questi ultimi tempi; esso è dovuto a ragioni serie e non ai capricci o alla immaturità dei cittadini.

L’antipolitica è il frutto della malapolitica della classe dirigente di maggioranza ed opposizione, che imperversa nel nostro paese da due decenni senza ricambi e senza prospettive di rinnovamento.

Sono falliti alcuni degli obiettivi principali del Governo Prodi, decisivi per la difesa della democrazia: la legge sul conflitto di interessi e la modifica della legge elettorale con l’introduzione del voto di preferenza. Così come è fallito l’obiettivo di moralizzare la politica riducendone il costo ed eliminando i privilegi di una casta immarcescibile che grava molto sul bilancio dello stato, troppo per un paese in crisi come l’Italia, con diseguaglianze e ingiustizie sociali aumentate, a dispetto delle promesse ripetute e mai onorate. La nuova irruzione di Berlusconi sulla scena politica, con il partito del popolo delle libertà, mette in crisi il progetto veltroniano di realizzare il primo partito del paese e di vincere le elezioni in vista dell’inevitabile referendum che, fallite le riforme, premierebbe il partito di maggioranza relativa. (...)

www.flickr.com/ramella

Caso Forleo e legge tv: inciucio massimo

Palazzo Chigi, sede del Governo

Furbetti ante litteram L’inizio del declino della democrazia italiana si verificò con l’elezione al parlamento italiano di Silvio Berlusconi. Fu l’uso insipiente di una furbizia gravemente censurabile del centrosinistra a compiere il primo di una serie di errori che hanno portato il paese sull’orlo del baratro, oltre il quale sta la fine della nostra democrazia. La furbizia consistette Il regime trasversale nel volere ignorare, a dispetto dei riTutto questo accade per i patti chiami di talune delle coscienze più scellerati sottobanco tra Forza sensibili- come Paolo Sylos Labini, Italia e Democratici di Sinistra.

Giorgio Bocca e Vito Laterza - l’esiLa legge finanziaria appena apstenza di un decreto presidenziale provata ha concesso (quello del 30 marzo una proroga di altri 1957 numero 361) che quattro anni a Rete Proroga a all’articolo 10 contem4. Questo significa pla esattamente il caso Rete4, due cose: la prima Berlusconi: «Non sono è che Berlusconi di- conflitto eleggibili coloro che in sporrà ancora una d’interessi, proprio o in qualità di volta, per la campa- scalate rappresentanti legali gna elettorale che di società o di imprese già è iniziata, di tre bancarie: private, risultino vinreti private e di gran dietro ci sono colati con lo Stato per parte delle tv pub- patti scellerati concessioni o autorizbliche che si stanno zazioni amministratiDs-Fi riposizionando in ve di notevole entità vista dell’avvento economica...». del Cavaliere. La seQuando Berlusconi conda è che il Governo Prodi ha fu eletto la giunta delle elezioni, definitivamente rinunciato alla dovendo decidere sulla sua eleggilegge sul conflitto di interessi, bilità, concluse - errando - in senso essenziale per la difesa della depositivo, in base ad un’assurda inmocrazia. Ed è questo il punto terpretazione della legge. Giovanni chiave della nostra riflessione, Sartori ammonì: «io mi rifiuto di che nasce da alcuni episodi risagiocare a scacchi contro qualcuno lenti nel tempo. I quali crearono che ha due regine, perché così lui le premesse di una democrazia vince sempre ed io perdo sempre». anomala, o, meglio, di un vero e (...) Questa “furbizia” suicida fu il proprio regime trasversale, in cui risultato di una serie di accordi badue oligarchie immarcescibili, sati sul compromesso illusorio della facenti capo a Silvio Berlusconi e Bicamerale. L’allora presidente del a Massimo D’Alema, hanno malConsiglio Massimo D’Alema, bisogovernato il paese per due decengnoso del sostegno parlamentare ni, senza mai prendere atto delle anche dell’opposizione, disse che loro rispettive sconfitte: una falsa Mediaset non si toccava perché era democrazia dell’alternanza, con un patrimonio nazionale. Il probledue personaggi di cui l’Italia non ma non era toccare Mediaset, ma riesce a liberarsi. applicare la legge. Invece il governo

di centro sinistra si pronunciò per l’eleggibilità di Berlusconi solo per una cieca ambizione di D’Alema, che si illuse di avere i voti di Berlusconi per stravolgere la Costituzione.

Accordi occulti Oggi la storia si ripete (...) Nella vergognosa vicenda delle scalate, sulla quale è calato un silenzio plumbeo, l’opinione pubblica ha ben compreso tre cose. La prima è che nelle tre grandi scalate alla Bnl, alla Banca Antonveneta e a Rcs-Corriere della Sera gli stessi finanzieri, poi incriminati per bancarotta, aggiotaggio ed insider trading in danno di milioni di ignari risparmiatori ridotti sul lastrico, facevano affari sporchi ora con la sinistra e ora con la destra, e spesso contemporaneamente con la partecipazione incrociata e concordata delle due parti politiche antagoniste del quadro politico nazionale. La seconda è che i due maggiori partiti delle due alleanze in competizione, mentre fingono di affrontarsi duramente in pubblico, continuano ad accordarsi sottobanco perdonandosi le loro rispettive colpe e i loro comportamenti delittuosi e facendo sporchi affari in privato. Il terzo punto è che la politica italiana è ispirata da un machiavellismo deteriore, anziché da una intransigenza morale contro ogni compromesso. Quando tutti si attendevano - ma non chi scrive - l’autorizzazione della Camera all’uso delle intercettazioni telefoniche con i politici dei due poli coinvolti nelle telefonate con gli scalatori, e quando gli stessi interessati fingevano di volere chiarezza su quelle conversazioni, ecco che la Camera dei deputati affermava la sua non competenza, e la competenza del parlamento europeo, a decidere sull’uso giudiziario delle intercettazioni di D’Alema sul

Rai chiama Mediaset Avevo appena inviato il pezzo, quando una clamorosa conferma sull’esistenza di un regime trasversale è venuta dallo scandalo Rai Mediaset: i due monopolisti dell’informazione tv avevano raggiunto un accordo, alla vigilia delle elezioni, per «aggiustare notizie e programmazione al fine di favorire Silvio Berlusconi». In verità non c’era bisogno delle intercettazioni telefoniche per venire a capo dell’imbroglio bipartisan, tanto è vero che l’avevamo già scritto a proposito delle collusioni di D’Alema e Prodi negli anni passati. Sullo scandalo Rai è calato un imbarazzante ed eloquente silenzio del centro sinistra, dopo un generico atto di accusa del segretario del PD. L’unico a dire qualcosa di critico sulla vicenda è stato Gianfranco Fini, che vuole vederci chiaro: ridicolo! Più chiaro di così si muore. Walter Veltroni, preso dal delirio delle riforme istituzionali, per non urtare la suscettibilità del Cavaliere, incontrato dopo lo caso Unipol, sul presupposto che il scandalo - e questo è uno scandalo ministro degli esteri era parlamennello scandalo - tace e pensa alla tare europeo. Su questa decisione legge elettorale tedesco-spagnola; si è lanciato come un fulmine l’avmentre D’Alema gira inutilmenvocato Guido Calvi denunciando la te il mondo e finge di non essersi gravità del comportamento del gip accorto di nulla. Egli è forte della Clementina Forleo e sostenendo di omertà dei media sullo scandalo non avere eccepito la incompetendelle scalate. E degli osanna su za per rispetto della magistratura; Repubblica di Giuseppe D’Avanrispetto che, dopo la serie di denunzo, che trova il modo di dire, dopo zie di inesistenti abnormità nelle avere consigliato a D’Alema di ordinanze della Forleo, non semchiedere chiarezza sulle scalate bra esserci stato. La decisione sulla (ma tacendo sulla decisione sbacompetenza di Strasburgo è stata gliata della Giunta sull’invio a presa con il voto favorevole di Forza Strasburgo), che il vicepremier è Italia in sintonia con i Ds. Ma, a ben un leader “necessariflettere, le cose non rio”: ma necessario stanno nel senso decia chi? Forse a lui; so dai seguaci di Bercertamente non agli lusconi e di D’Alema.

Allarmante italiani. Allarmante è Secondo il presidente la presa di posizione emerito della Consul- è la condanna del Presidente Giorta Piero Alberto Ca- di Napolitano gio Napolitano sulla potosti, sul ministro sulla necessità della sedegli esteri ci sarebbe gretezza delle interstata «una decisio- pubblicazione cettazioni Rai Mene sbagliata: la legge delle diaset, che fa il paio Boato non riguarda il intercettazioni con il richiamo alla Parlamento UE». InForleo, “colpevole” fatti, secondo l’illustre di avere depositato costituzionalista, «la le telefonate come competenza a decideper legge. Non è così: vogliamo e re sull’autorizzazione all’uso delle dobbiamo sapere la verità! E conintercettazioni nel caso Bnl-Unipol tinueremo a invocarla con ogni nei confronti di D’Alema spetta alla mezzo. (...) Avrei visto volentieri Giunta delle autorizzazioni a proceun richiamo del presidente Napodere e alla Camera dei Deputati del litano al rispetto di alcuni principi Parlamento italiano».(...) fondamentali della nostra Costituzione come quello della libertà Gargani salvatutti di stampa e del pluralismo della L’obiettivo di salvare D’Alema verrà informazione, oltre che al varo facilmente raggiunto grazie alla didi una legge seria sul conflitto di sponibilità di Giuseppe Gargani di interessi, che non può essere la Forza Italia, presidente della Comlegge Gentiloni, vale a dire quella missione affari giuridici dell’Eurodel ministro che assieme a Prodi, parlamento; sarà Gargani a gestire D’Alema, Mussi e soci ha votato la il dossier su D’Alema. L’ex delfino proroga di Rete 4. (...) di Ciriaco De Mita vive la vicenda come una nemesi storica. E anticipa Ferdinando Imposimato già il finale: «si salverà, si salverà». da la Voce della Campania (Corriere della Sera, 20 settembre).

8 dicembre 2007 (...)

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15 DICEMBRE 2007

regione

INIZIATIVE – La manifestazione si è imposta in poco tempo come il più grande appuntamento di settore di tutto l’Adriatico

Festival del mare di Venezia.

Un importante appuntamento Venezia dà appuntamento al mondo della nautica e a tutti gli appassionati per l’8 marzo prossimo, quando in concomitanza con la Festa della Donna aprirà i battenti la 7ª edizione del Salone Nautico Internazionale – Festival del Mare.

L’iniziativa, che si è imposta in poco tempo come il più grande appuntamento di settore di tutto l’Adriatico, è stata presentata alla stampa a nella sede della Giunta regionale del Veneto dagli organizzatori, ai quali il vicepresidente del Consiglio Regionale Carlo Alberto Tesserin ha portato i saluti di Giancarlo Galan e il messaggio che il presidente del Veneto ha voluto far pervenire ai presenti.

L’edizione 2008 del Festival del mare conferma l’estrema sintonia che su questo avvenimento si è creata tra il sistema Venezia nel suo complesso, le istituzioni regionali e locali, gli operatori della nautica: “E’ una manifestazione che oggi esprime l’orgoglio della città lagunare, cuore e passione”, ha sottolineato il presidente del Salone Eugenio de Vecchi, accanto al quale c’erano anche l’assessore comunale Anna Maria Miraglia, l’assessore provinciale Danilo Lunardelli, il presidente di Assonautica e di Assocharter Gianfranco Pontel, il direttore generale del Salone Giuseppe Mattiazzo, il segretario generale dell’Autorità Portuale Franco Sensini.E di

orgoglio ha parlato nel suo messaggio lo stesso Galan, per una “manifestazione nata per valorizzare le esperienze locali e che in pochi anni ha raggiunto un livello internazionale”.

A questo riguardo il crescente successo della manifestazione è confermato dai numeri: a tutt’oggi si registra già un 40 per cento in più di espositori che vi parteciperanno rispetto alla stessa data dello scorso anno, mentre vi sono tutti i Paesi che si affacciano sull’Adriatico, ma ad esempio anche Gran Bretagna e Russia.

“Il Festival del Mare di Venezia – ha proseguito Galan – ha ormai raggiunto una struttura solida, che fa parte della nostra tradizione”. “Credo che la sua forza stia nella passione stessa e nel coinvolgimento che vengono trasmessi ai visitatori – ha aggiunto il Presidente del Veneto – che sono i veri protagonisti della manifestazione”.

“La nostra Regione vanta una posizione ottimale nel Mediterraneo e nell’Europa – ha concluso Galan – che ci può identificare ancora una volta come punto di acces-

so al vecchio continente per tutto quello che riguarda i traffici”.

La 7ª edizione del Salone Nautico Internazionale di venezia sarà composta da quattro luoghi: la Marittima come momento espositivo delle imbarcazioni; il Molino Stucky Hilton come momento dell’eccellenza e del luxury; il Vega Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia dove si incontreranno nautica e nuove tecnologie; l’Arsenale, dove verrà fatta conoscere al pubblico la storia delle genti di mare e delle loro navi.

SERVIZI - Il numero verde funziona in orario d’ufficio e risponde il Call center voluto dalla Regione del Veneto per raccogliere le lamentele

Ferrovie: numero verde regionale per le segnalazioni dei pendolari “Ogni volta che cambia l’orario dei treni dobbiamo registrare qualche protesta, talvolta dovuta al cambiamento di abitudini consolidate, talvolta giustificate.

Con l’orario ferroviario che entrerà in vigore domenica prossima 9 dicembre temo che purtroppo avremo qualche serio motivo in più per le critiche dei nostri pendolari.

Ricordo in proposito a tutti i viaggiatori, che utilizzano i servizi ferroviari locali, il numero verde 800042822, al quale fare segnalazioni di eventuali disservizi”.

La prende un po’alla lontana, l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, “seriamente preoccupato per le conseguenze negative che il nuovo orario

potrà avere sul trasporto pubblico locale su ferrovia”.

Il numero verde funziona in orario d’ufficio e risponde il Call center voluto dalla Regione del Veneto per raccogliere appunto le lamentele e le segnalazioni dei viaggiatori, “che peraltro possono farle pervenire anche direttamente ai nostri uffici”. “Provvederemo a raccogliere tutte le lamentele e a contestarle a Trenitalia – aggiunge Chisso – e le faremo avere anche al Ministro dei Trasporti quando verrà nel Veneto, tra una decina di giorni”. “Da noi il servizio è regolato da due contratti – spiega ancora l’assessore – uno firma-

to volontariamente da Trenitalia dopo gara europea, che in un certo senso ci dà più spazio di manovra a tutela dei nostri pendolari; l’altro ereditato dal vecchio sistema che vede FS monopolista.

Ma il nuovo orario provocherà disagi pressochè certi e complicherà ancora di più la situazione che si è venuta a creare in seguito all’aumento dei servizi di lunga percorrenza del giugno scorso. Soprattutto confligge di fatto con le esigenze e la programmazione del trasporto pubblico locale ferroviario: i treni regionali han-

no dovuto trovare collocazione compatibilmente con la programmazione dei servizi della lunga percorrenza, concedendo precedenze ai treni veloci, aumentando i tempi di viaggio. Tutto questo è avvenuto in un contesto non di confronto ma di “messa a conoscenza”, dove le diverse branche di FS diventano impermeabili l’una all’altra ed è sempre più difficile confrontarsi.

Ribadisco che mi riservo di ricorrere alle vie legali a tutela degli interessi della clientela veneta”.

“Dopo di che vediamo cosa accadrà con il cosiddetto contratto di servizio a “Catalogo”, in base al quale le Regioni saranno chiamate ad “acquistare” il tipo di convoglio, in relazione al numero di vagoni richiesti, indice di affollamento, età del materiale rotabile in esercizio e così via. Abbiamo valutato – conclude l’assessore – che questa ipotesi, , a meno di un taglio dei servizi oggi offerti, comporterà un consistente aumento delle risorse finanziarie necessarie, a fronte di trasferimenti statali bloccati da anni, laddove il Governo è azionista di FS”.

26 Carciofini sott’odio

Assumere è un’arte di Alessio Mannino Secondo il Tar la direttrice del personale del Comune, l’ex sindacalista Uil Carla Marcolin, è stata assunta irregolarmente. Il ruolo di dirigente sindacale non è condizione sufficiente per conquistare quello di dirigente comunale, soprattutto con la (legittima, ha riconosciuto il Tar) opposizione di quelli già in forza in municipio. In pratica la chiamata della Marcolin, molto amica della moglie del sindaco, Lorella Bressanello, avrebbe di fatto impedito il ricorso a personale interno, anche tramite concorso.

Vi presentiamo il catalogo delle prossime assunzioni, periodo primavera-estate 2008, denonimato “Post-elettoral”.

La suocera morta del cugino del nuovo sindaco. Verrà assunta come nuova direttrice del Territorio. Questa volta non si vuole dare troppo nell’occhio, coi conflitti d’interesse. La coppia HullweckBressanello ha superato il limite.

I vicini di casa dei capigruppo dell’opposizione. Quale che sia la maggioranza, è stato firmato un protocollo segreto che prevede che vengano presi come dirigenti, ciascuno in ogni settore vitale dell’amministrazione. Faciliterà il dialogo fra i due schieramenti, facendo passare carte, informative e documenti da una casa all’altra.

L’amico immaginario del/della consorte del futuro sindaco. Le amicizie contano, non se ne può fare a meno. Verrà messo come nuovo portavoce.

La domestica in pensione del futuro presidente di Assindustria. Donna di fiducia del capo degli industriali, è la persona giusta come nuovo responsabile della ragioneria.

Il fidanzato della figlia del capo del partito di maggioranza relativa. Sarà il neo-addetto stampa comunale. Non ha nemmeno la tessera del partito, ma qui mica si lottizza in base a decrepiti metodi partitocratici. La nuova via è il nepotismo rinascimentale.

Un amico cieco dell’assessore alla sicurezza. Cieco, affinché non veda che in città, due barboni e quattro immigrati nullafacenti a parte, il pericolo sicurezza lo vede solo l’assessore per giustificare il nome del proprio referato. Sarà il consulente per nuove e sempre più scoppiettanti ordinanze anti-qualcosa.

Il portaborse di Galan. Vicesindaco se sarà eletta Lia Sartori o un sindaco comunque di Forza Italia.

Il portaborse di Mister X, alias Mister Boh, alias capo del Pd veneto. Vicesindaco se sarà eletto sindaco un uomo del centrosinistra. Giaretta, segretario regionale Pd, a fatica sa riconoscere Vicenza sulla mappa geografica (“ah sì, ci sono venuto per inaugurare il partito. E m’hanno pure contestato quei rompic… dei piddini contrari al Dal Molin”).

15 DICEMBRE 2007

tempo libero

L’angolo dell’oste. Tempi lunghi e molte spezie per un piatto famoso già nel Seicento

I corgnoi di Crespadoro da gustare a passo di lumaca Pare che tra i primi ad apprezzarle ci siano stati i Greci, e che i Romani avessero organizzato anche un particolare servizio di traghetti per farle arrivare sempre fresche nella capitale dalla Sardegna, dalla Sicilia o dalle coste del Nord Africa. E sembra che siano stati proprio i Romani ad insegnare ai francesi i segreti per cucinarle nel modo migliore: i nipotini di Asterix, poi, di quei consigli ne hanno sicuramente fatto tesoro, visto che oggi sono loro i maestri indiscussi nella preparazione, e nella degustazione delle celebri escargots. Perché proprio di lumache stiamo parlando: il tardo autunno e le prime settimane dell’inverno sono infatti il periodo più indicato per assaggiare questo mollusco dalla carne praticamente priva di grassi e che molti buongustai considerano una vera e propria leccornia.

Tra le tante varietà allevate in Italia – vignaiole bianche, chiocciole zigrinate, cozze di terra, lumache turche, e l’elenco potrebbe continuare a lungo – ce n’è una che ha trovato condizioni ideali nell’alta valle del Chiampo. In particolare attorno a Crespadoro, i cui “corgnoi” sono famosi fin dal Seicento, epoca in cui i nobili vicentini erano soliti mandare la loro servitù a fare provviste di molluschi in montagna per i banchetti della città. Ancora oggi, in zona, la festa dei corgnoi è uno degli appuntamenti più attesi di tutto l’anno.

Le lumache possono essere cotte in molti modi, ma praticamente tutti prevedono un lungo periodo di purgatura, necessario per eliminare sporcizia e cattivi odori, e un altrettanto lungo periodo di cottura, spesso con condimenti decisamente grassi e spe-

zie in abbondanza. Nasce così la convinzione, sbagliata, che siano un piatto pesante: al contrario, se non si eccede con burro e soffritti, le lumache risultano facilmente digeribili, oltre che molto gustose. Uniche avvertenze, fare attenzione alle confezioni che si trovano nei supermercati (con Altamente digeribile e priva di grassi, l’escargots è un piatto da rivalutare sensibili alla tutela degli animali: la richiesta enorcome le aragoste, infatti, anche le pome che c’è in Francia, molte lumavere lumache vengono letteralmente che vengono importate dalla Cina), bollite vive. ed evitatele se siete particolarmente

Appuntamenti. A teatro i classici della tradizione veneta. Partono i concerti di Natale

Un Natale a ritmo di gospel e reggae Teatro biata nemmeno una virgola Dopo la grande abbuffata al testo originale. Spettacodella prima al nuovo Comu- li il sabato alle 21 e la donale, la programmazione menica alle 16, biglietti da teatrale della città prose- 7 a 5 euro. gue con due spettacoli che prendono spunto, in modo Musica diverso, dai classici della Come è naturale, visto il catradizione veneta. Sabato lendario, la musica di que15, al teatro Spazio Bixio sto periodo offre soprattutdi via Mameli, va in scena to atmosfere natalizie. È il “Sier Tomao e Doralice”, caso del concerto di Natale spettacolo che Arisitide Ge- in programma sabato 15 al novese e David Conati han- Centro Sport Palladio: no tratto dall’Anconitana protagonista sarà Chedi Ruzante. Nel corso della ryl Porter, accompagnata rappresentazione si alter- come sempre dal suo grupnano momenti di riflessio- po soul e blues (inizio alle ne ad altri di grande vivacità e dinamicità, il tutto cercando di unire l’innovazione al rispetto delle caratteristiche del teatro del Beolco (inizio alle 21, biglietti a 8 e 5 euro).

Al teatro San Marco, invece, per la rassegna autunnale Fitainsieme, la compagnia Teatronovo di Chioggia è la protagonista delle “Baruffe chiozzotte”, una delle commedie più note di Goldoni, presentata qui in una versione assolutamente classica, in cui non è stata cam- Cheryl Porter

21, biglietti a 14 e 12 euro).

Di tutt’altro genere, invece, la serata organizzata sempre sabato 15 al Centro Stabile di Cultura di San Vito di Leguzzano: dalle 21,30 in poi trionferanno infatti i ritmi suadenti e ribelli del reggae, grazie al concerto del gruppo Anima Caribe che, dopo due anni di cover, inizia a presentare i brani di propria produzione che saranno inseriti nel primo cd, in uscita tra bre-

ve (ingresso con tessera).

Ancora sabato 15, ai Cantieri di Montecchio Maggiore, concerto del gruppo di rock alternativo Radio Varsavia. Si comincia alle 21,30. Domenica 16, infine, al teatro Astra di Vicenza , appuntamento con la cantante americana Kimberly Ann Covington, accompagnata dal gruppo True Voice Gospel Soingers e Paola Casula (inizio alle 21, biglietti a 22, e 17 euro).

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15 DICEMBRE 2007

tempo libero

Popcorn. Breakfast on Pluto (2005): la favola di un uomo che si veste da donna alla ricerca della madre

Un caleidoscopio di fiaba e amore (travestito) DI GIULIANO CORÀ

Un film meraviglioso - tra i meno noti di un regista intelligente come Neil Jordan - una favola a lieto fine per grandi, un Magical Mistery Tour nel Regno Unito degli anni Settanta, un capolavoro che sprizza amore e gioia di vivere, che commuove e immaga. Interpretato da uno strepitoso Cillian Murphy – e se non si dà l’Oscar a queste prove d’attore, a chi lo si dà? – Patrick è nato dal parroco di un paesino irlandese e la sua cameriera. La donna abban-

dona il ‘frutto della colpa’ sulla porta del sacerdote, e fugge a Londra, e il bambino viene dato in adozione. Patrick si sente donna, si traveste e si trucca, scandalizzando la scuola cattolica che frequenta. Tutto il suo essere emana amore e tenerezza, che egli dà ed al tempo stesso chiede.

Ma ha un sogno: ritrovare sua madre, quella donna bellissima che un giorno è fuggita nella grande città. Così parte – una via di mezzo tra Peter Pan e Cappuccetto Rosso – ma il bosco che attraverserà non sarà abitato solo da lupi. Ci saranno musicisti rock intenti a superare la linea che divide il passato dal futuro, oltre la quale

è possibile volare a far colazione su Plutone. Ci saranno terroristi irlandesi. Ci saranno vecchi cattivi, ma anche chi lo guarderà come un angelo. Ci saranno gnomi travestiti, ed un fantastico prestidigitatore, che riuscirà a dargli l’illusione di abbracciare sua madre, e strani poliziotti coi sensi di colpa. A tutti, Patrick – ormai Patricia “Kitten” – darà amore, da tutti ne riceverà, vagando lieve come una farfalla colorata, senza mai sporcarsi l’anima e senza ferirsi, sempre alla ricerca della madre. Sarà proprio suo padre, una sera, a rivelargli dov’è. Patricia non si farà riconoscere, perché la trova impe-

Colorato e soave, Breakfast è una favole lieve tutta da scoprire

gnata in una nuova vita, sposata, con due figli ed un altro in arrivo. Tornerà a casa, scoprendo di aver ritrovato, oltre alla madre, per la prima volta anche

il padre. E vivrà felice, perfino con un bimbo a fianco. Allegro e colorato come un caleidoscopio, poetico e dolcissimo, assolutamente da riscoprire.

Sul comodino. Una serie di omicidi ispirati alla Divina Commedia sconvolge la Serenissima: un thriller meccanico ma ricco di colpi di scena

Un girone dantesco nella Venezia del Settecento DI GIOVANNI MAGALOTTI

A Venezia, nel 1756, un gruppo di misteriosi congiurati minaccia la stabilità della Repubblica.

La loro guida è un feroce assassino che mette in scena, con i suoi omicidi, i tormenti dell’Inferno dantesco. Sentendosi minacciato dagli eventi, il doge Francesco Loredan è costretto a rivolgersi ai ser-

vizi di Pietro Viravolta, spa- gramma di liberarsi anche daccino indomito, violinista di lui. raffinato, ma soprattutto “La trappola di Dante” sedonnaiolo impenitente, fi- gna l’esordio narrativo del nito ai Piombi per i suoi at- giovane scrittore francese teggiamenti libertini. A lui Arnaud Delalande L’autoviene affidato il compito di re sfrutta al meglio la sua fare chiarezza sulla vicenda, esperienza di sceneggiatore in cambio della liper il cinema, giocando abilmente bertà dalla galera. sul fascino dell’amViravolta, che si muove con disinbientazione venevoltura fra prelati ziana: fra buie calli e lussuosi appartae cortigiane, va incontro a una lunga menti, le indagini serie di pericoli, del protagonista perché l’assassino appaiono sempre alla fine ha in pro- Arnaud Delalande più rischiose, men-

tre l’identità del nemico si mantiene a lungo un rebus.

Le suggestioni dell’atmosfera sono il principale motivo d’interesse di questo thriller storico, piuttosto meccanico da un punto di vista narrativo e abbastanza disonesto nei confronti del lettore che viene decisamente depistato nella scoperta dell’identità dell’assassino. Ma la suspense

non manca, i colpi di scena abbondano, e le facili “incursioni esoteriche”, che da “Il codice Da Vinci” in poi sembrano indispensabili per il successo di un giallo, sono per fortuna quasi inesistenti. Gli appassionati del genere, o qualche lettore in vena di un sano disimpegno, rimarranno senz’altro soddisfatti.

Arnaud Delalande, La trappola di Dante, Editrice Nord, 418 pp., € 18,60

HANNO DETTO

Sulla base Usa di Vicenza sono state prese tutte le decisioni, la questione è risolta. Anzi, da parte americana c’è stato un ringraziamento per il fatto che il governo italiano ha dato la sua disponibilità e ha preso le decisioni che doveva prendere.

Massimo D’Alema La Repubblica 12 dicembre 2007

Come si sentono i nostri militari?

Credo dovreste chiederlo a loro: sono in Italia per proteggere il paese e difenderlo.

Daniel Weygandt, console Usa Il Corriere del Veneto 9 dicembre 2007

Le quote di questa settimana VOLLEY World Cup Testa a testa risultato N

Volete cancellare la falce e martello? E va bene, cancellateli. Volete cambiare? E cambiate, è meraviglioso, cambiare. Ma discutetene un momento, accidenti. In pubblico, magari. (…) Metteteci un minimo di slancio, madonnina santa, un grano di entusiasmo, qualcosa che sembri anche lontanamente autentico, sofferto, vagamente lacerato. Una specie di strappo, per capirci.

Andrea Marcenaro Il Foglio 7 dicembre 2007

Descrizione

Data

Ora

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2

1

Giappone - Usa

15/11/2007

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1

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Corea Del Sud - Polonia

15/11/2007

10:05

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4,40

1,15

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