VicenzaPiù n.71, 15 settembre 2007

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Schermaglie d’autunno di Giovanni Coviello

La temperatura dell’aria è appena scesa a Vicenza e i vicentini cominciano a indossare i primi maglioncini. Ma la temperatura politica e quella degli interessi più vari, dopo il fresco agosto vacanziero, registra una rapida impennata. I conti dell’Aim, ovviamente, vedono rosso. Così come gli occhi dei pretendenti al Cda dell’ex municipalizzata, che non s’ha da fare o s’ha da fare a seconda di cosa suggeriscono, dicono o urlano a turno i diversi parroci officianti la cerimonia molto terrena della moltiplicazione (o, meglio, divisione) dei pani e dei pesci. Riparte, quindi, la caccia a tante altre poltrone cittadine.

A partire dalla Camera di Commercio, ex feudo (promoveatur ut amoveatur per far spazio a Calearo?) del neo Presidente della Fiera Dino Menarin che, da buon amico della serenissima Manuela Da Lago, super tifosa dell’unico sport che abbia diritto di cittadinanza ufficiale in città, ha messo subito il suo marchio sulle maglie del Vicenza Calcio, noto promotore internazionale - non ce ne vogliano i suoi comunque fantastici e incolpevoli tifosi - dell’immagine degli imprenditori berici. (continua a pagina 11)

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Un teatro in cerca d’autore 10 dicembre 2007, su il sipario: apre il nuovo teatro.

Ma resta l’incognita: il contenitore c’è, il contenuto no.

Il confronto con Udine e Schio. E c’è chi dice: manca un’idea culturale della città da pagina 6

Centrale di Montecchio, i favorevoli ci riprovano

Lega Nord: “Multe ai clienti delle prostitute”

a pagina 11

a pagina 3

Giornali, le mani di Berlusconi su “Il Vicenza” COPPIELLO GIOVANNI s.n.c. Via S.G. Barbarigo, 26 35010 VIGONZA (PD) tel. 049/725596 - Fax 049/8930525 Stab. di Prod. e Conf. via Muggia, 2 - 35010 VIGONZA (PD)

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Anno 2 - Numero 71 - Sabato 15 settembre 2007

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Artemis: i poeti sono fra noi

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opinioni

L’intervento. Limiti ai call center, divieto di bere in campo Marzo, multe ai clienti delle prostitute: le proposte di Sandoli. Imitando Treviso

Si è parlato molto quest’estate sempre più frequenti e la dodell’argomento sicurezza ed è manda da porci è se si possa emerso un dato politico molto ancora intervenire. Secondo interessante. Non esiste più solo noi della Lega la ricetta giusta lo sceriffo Gentilini, anche la si- è quella della tolleranza zero, nistra ha i suoi. Ricordo bene le o meglio, come dice Gentilini, accuse degli ultimi anni rivolte della tolleranza doppio zero. alla Lega e ai suoi esponenti Bisogna smetterla di attuare accusati di ignoranza, razzismo politiche buoniste e permissive. e xenofobia solo perché osava- Esistono delle leggi e devono mo denunciare la deriva verso essere rispettate da tutti ma per cui stavano andando le nostre fare questo è necessario anche città se non si fosse intervenuti che chi è alla guida della città con decisione. Ma, utilizzi il bastone anche questa volta quando serve. Il purtroppo, possiatempo della carota mo dire: “Noi della La è finito.

Lega lo avevamo prostituzione I bivacchi di extradetto” e chi adesso è arrivata comunitari (vedi si fa paladino della in centro. l’area ex Domenilegalità arriva fuori non devono Se il governo chelli) tempo massimo. essere tollerati. Si Purtroppo anche la tace, verifichi se questa nostra Vicenza non intervenga gente è in regola è da meno e anche il sindaco con il permesso tra i nostri cittadini di soggiorno altriil senso di insicumenti si provveda rezza è andato via all’espulsione. Povia aumentando. Basta leggere tenziamo la presenza di forze la cronaca di un qualsiasi quoti- dell’ordine nelle zone più a ridiano locale per rendersi conto schio della città, ma cerchiamo che anche nella nostra città la di non fare lo spot elettorale e microcriminalità, soprattutto mettere il presidio della polizia di origine extracomunitaria, la locale prima delle elezioni per fa da padrona. poi dimenticarcene.

Le situazioni di degrado sono L’area di viale Milano, la sta-

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La Lega: “Criminalità, tolleranza a doppio zero”

Alcolici vietati nei giardini Salvi. Per Sandoli si tratta di un’ordinanza da estendere agli altri parchi cittadini

zione, Campo Marzo, via Torino e via Napoli versano in una situazione molto critica per la presenza concentrata di call center e money transfer gestiti da extracomunitari. Per la Lega Nord è necessaria una zonizzazione di queste attività.

Non è possibile che nell’arco di 200 metri nascano dieci negozi uguali altrimenti si forma il ghetto. Bisogna provvedere alla loro regolamentazione in modo tale che siano distribuiti in modo omogeneo su tutto il territorio. Si provveda, inoltre, alla chiusura di quanti non si sono messi in regola con la normativa regionale in materia igienico sanitaria.

Campo Marzo deve tornare ad essere il parco dei vicentini, non è possibile che adesso di sera sia off-limits perché terra di spacciatori ed extracomuni-

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Treviso. Un esempio per il capoluogo berico

tari ubriachi. Anche qui ci vuole una presenza più costante delle forze di polizia. Bisogna far arrivare il messaggio a quanti abbiano cattive intenzioni che il territorio è controllato da chi di dovere. E’ stata fatta un’ordinanza che vieta il consumo di alcolici ai giardini Salvi ma per noi della Lega non è sufficiente.

Tale ordinanza andrebbe estesa anche a Campo Marzo, Via Torino, viale Roma e via Napoli in modo tale che la polizia locale abbia gli strumenti con cui intervenire.

Il fenomeno della prostituzione in città ormai è dilagante.

Le prostitute ormai battono in centro. Abbiamo il condominio Tiepolo che di fatto è una specie di casa chiusa. Se il governo non vuole regolamentare il fenomeno intervenga il sindaco con gli strumenti che ha a

propria disposizione. Si faccia un’ordinanza ad hoc che vada a punire i clienti. Vicino a noi abbiamo l’esempio di Padova e di Verona, ma anche Montecchio Maggiore.

I campi nomadi non devono più essere tollerati. Di fatto quelli di Vicenza non sono zingari ma sono cittadini vicentini perché in possesso della residenza come tutti noi e come tali devono essere trattati, diritti ma soprattutto doveri. Non si deve tollerare che vivano in roulotte e non si deve permettere loro di allacciarsi a luce, acqua e gas a sbafo della comunità. Si facciano delle verifiche sui redditi di queste persone per capire come fanno a permettersi le auto di lusso che sfoggiano nei propri accampamenti e si provveda allo smantellamento dei campi di via Cricoli e viale Diaz. Se dev’esserci un campo nomadi, facciamo come in Svizzera e creiamo un campo di sosta momentanea. Si paga per entrare, si pagano i consumi, si rimane 15 giorni ma poi si va via.

Invito chiunque a farsi un giro nella vicina Treviso. Non troverete finti mendicanti, campi nomadi abusivi, quartieri che sembrano il Bronx. Lì un sindaco forte ha imposto l’ordine e la pulizia e la gente si sente sicura e quello è il modello di città che la Lega Nord vorrebbe anche per Vicenza.

Alessio Sandoli Consigliere comunale Lega Nord

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fatti&notizie

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DI TOMMASO QUAGGIO

Si susseguivano da settimane le voci sull’imminente ritorno dei quotidiani del gruppo E Polis, società editrice di 15 free press locali (fra cui Il Vicenza) che aveva chiuso i battenti fra il 17 e il 20 luglio scorso. La prima uscita su carta e su web è di lunedì 10 settembre, data che coincide con l’arrivo al comando del gruppo del finanziere trentino Alberto Rigotti, cinquantenne timoniere della Abm Merchant (banca d’affari con interessi nel settore infrastrutture) che deterrà il 75% del capitale, salvando il gruppo con un iniezione di circa 50milioni di euro. Le cifre del buco sono emerse nei giorni successivi: poco più di 20 milioni di euro di debiti nei confronti dello stampatore milanese Umberto Seregni, più altri 20 sparsi tra molteplici creditori. I 200 lavoratori tra giornalisti, collaboratori e fotografi, tecnici e impiegati, produttori di pubblicità hanno così dovuto rassegnarsi e chi ha potuto ha siglato accordi di cassa integrazione. Lunedì il direttore Antonio Cipriani ha dedicato alla ripresa delle pubblicazioni poche righe scrivendo in calce al suo editoriale sul V-Day di Grillo che “Per il momento, una buona notizia per tutti: E-Polis è tornato. Dopo un periodo di assenza siamo ancora in campo a dialogare con i lettori, nella speranza di suscitare dibattito e rappresentare il valore della pluralità informativa nelle città.

Come prima”.

La nuova era Come prima? Dopo la tempesta alcune cose sono destinate a cambiare eccome. Prima di tutto le pagine: 48 Nichi Grauso e non più 64, e non ci sarà più l’edizione della domenica.

Rigotti nel frattempo a comunicato che non intende cambiare il format del quotidiano e ha annunciato l’apertura, entro il 2007, di edizioni locali a Torino, Genova, Bari e Palermo, rilanciando nel 2008 con nuovi fogli anche a Pisa, Trieste e Livorno.

La notizia più interessante è però l’arrivo del senatore forzista Marcello Dell’Utri , stretto collaboratore di

Ripianati i debiti, chiuse le redazioni, le pubblicazioni sono riprese in 10 settembre con il telelavoro. L’ombra del Cavaliere sulla nuova gestione

“Il Vicenza” rinasce con Rigotti L’artiglio di Dell’Utri su EPolis Berlusconi (e con qualche pesante condanna per frode fiscale e concorso esterno in associazione mafiosa sulle spalle).

Quale colore per EPolis?

Il nuovo cda della società sarà composto da Alberto Rigotti (presidente), Luigi Barone, direttore centrale Antonveneta Abn Amro e direttore generale di Veneto Sviluppo Spa (la finanziaria del galaniano Veneto); il senatore Marcello Dell’Utri; l’ex proprietario di Epolis, l’editore sardo Nicola Grauso; Felice Emilio Santonastaso, professore di diritto commerciale all’università La Sapienza di Roma; e lo stesso stampatore Umberto Seregni. A Dell’Utri, in sovrappiù, va la decisiva presidenza della nuova concessionaria di pubblicità, ovvero la cassaforte del gruppo.

Di certo il nuovo assetto metterà la Casa delle Libertà un passo avanti a tutti, uno scenario analizzato bene dall’attentissimo Giorgio Melis, ex direttore editoriale di E Polis in rotta con il duo Cip&Ciop, Antonio e Gianni Cipriani (rispettivamente direttore e vice direttore delle testate) nel suo giornale “L’altra voce”: “Ora cambia tutto. Perché l’obbiettivo si fa strategico: non per caso nella cordata organizzata da Rigotti (con alle spalle appunto Dell’Utri e Galan, governatore forzista del Veneto) sono presenti personaggi potenti dell’economia produttiva e della finanza lombardo-veneta. Il nuovo obbiettivo (era anche quello di Grauso, ma senza le finalità politiche) è la creazione di una catena di quotidiani free-pay press da un milione di copie al giorno. Diffusi in tutta Italia. Influenti politicamente ed elettoralmente.

Uno strumento formidabile che aggiunge una grande potenza di fuoco cartacea all’artiglieria berlusconiana, prevalentemente e troppo televisiva. Ma attenti, è possibile che non diventi da un giorno all’altro un foglio esclusivamente propagandistico. Dell’Utri è contrarissimo alla scelta di Berlusconi di puntare sulla rossa Michela Vittoria Brambilla per rilanciare il partito. Farne anzi uno collaterale, affidandole anche una rete televisiva, per la verità imbarazzante rispetto ai migliori standard

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Mediaset. Con altri esponenti di spicco di Forza Italia, Dell’Utri contrasta questa linea, entro i limiti possibili con Berlusconi. Ha in mente prospettive diverse ma anche bisogno di forza mediatica da contrapporre alla Brambilla. Di qui la scalata a E-Polis, per rilanciare un network di quotidiani con una diffusione capillare prevista, nel tempo medio, superiore a quella del Corriere della Sera e di Repubblica…Un’altra lettura dei fatti, comunque compatibile, sostiene che Berlusconi sia perfettamente d’accordo ma alzi cortine fumogene per evitare che l’operazione sia ricondotta - almeno politicamente - a lui, che avrebbe anche problemi con l’antitrust. Il dissenso politico tra Dell’Utri e Sua Emittenza non è immaginario ma quando si tratta della causa comune, si può marciare divisi per colpire uniti”.

Telelavoro per tutti Si parla da anni sulla validità del telelavoro (lavorare a casa) come strumento che riduce drasticamente i costi di un’azienda. Pochi fin ora hanno adottato questo strumento. EPolis ne vuole fare un carta vincente. L’accordo con il nuovo editore ha infatti di legge e di contratto dell’editore di previsto la chiusura delle redazioni E Polis che non si attiene all’accordo periferiche (tranne quella cagliaritasottoscritto al Ministero del Lavoro na che rimarrà la testa di tutte le ediper i giornalisti dei quotidiani del zioni), e poi telelavoro per tutti, collaGruppo”. Secondo l’organo della feboratori e redattori. Un modello che derazione il gruppo non si atterrebbe tra l’altro non è nuovo per il gruppo, che applicava questo sistema per neppure “al patto sottoscritto con il le edizioni di Napoli, Roma, MilaSindacato dei giornalisti al Ministero no e Bologna. “L’idea del telelavoro del Lavoro, con operazioni che confi- ha spigato Rigotti in gurano comportamenti un’intervista all’Agi - è antisindacali. La ripreun concetto che, visto Il gruppo sa delle pubblicazioin maniera restrittiva, ni, si legge ancora nel EPolis significa chiudere le comunicato denuncia, sedi e mandare a casa è stato sarebbe dovuta avveil lavoratore: quindi acquisito nire dopo un confroninterpretata in questo da Alberto to con il sindacato per modo ha un’accezione stabilire le modalità di Rigotti.

Con quasi punitiva. Mentre reintegro, ma l’editola nostra idea e’ l’esatto l’appoggio re ha unilateralmente opposto: creiamo delle di Dell’Utri modificato i contratti piattaforme tecnoloin essere ai giornalisti giche e degli ambienti richiamati dalla cassa di lavoro che facciano si’ che il giorintegrazione”. nalista sia vicino al fatto, sentendolo Nella parte finale del testo emergono empaticamente, e lo racconti quasi in le questioni più spinose che oppontempo reale”. gono la Federazione al gruppo editoriale. “Resta ancora non chiarito l’asFNSI all’attacco setto societario del Gruppo E Polis, La Federazione Nazionale della Staml’Editore ha dato avvio a un’organizpa Italiana nelle settimane scorse ha zazione del lavoro fuori dalle leggi e puntato il dito contro l’editore di EPodal contratto, chiudendo le redazioni lis, diffondendo un comunicato dai e costringendo decine di giornalisti a contenuti non certo amichevoli. La lavorare nelle loro abitazioni, nel digiunta della Fnsi denuncia “violazioni sprezzo degli obblighi normativi, con foto www.flickr.com/theshanghaieye

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la minaccia della cancellazione del posto di lavoro”. Anche l’Assostampa sarda, terra natia del gruppo, prende una posizione molto dura. Già lunedì 10 settembre, dopo aver visto il primo numero in rete, rilasciava un comunicato infuocato.: “Dopo quasi due mesi di interruzione, i giornali del gruppo editoriale E Polis hanno ripreso le pubblicazioni. Un fatto positivo se indice di libertà e trasparenza. Ma oggi la realtà è un’altra, tanto da dover dire che la ripresa delle pubblicazioni di quotidiani del gruppo Grauso (Rigotti?) non è un valore in sé. Troppe le ombre le illegittimità che si porta dietro. Nessuna garanzia professionale è stata concordata con la redazione, l’assetto proprietario non è ancora chiaro e non sono stati pagati gli stipendi arretrati ai redattori, né i contributi previdenziali di molti mesi, né i compensi ai 200 collaboratori, per i quali si apre ora una vertenza nella vertenza. Tutto può accadere ma se c’è chi, di fatto, è costretto a pagare per lavorare significa che c’è più di qualcosa che non va. Il clima di pressioni sui redattori, la minaccia di non trovare più il posto di lavoro possono provocare scelte obbligate dei singoli ma non il silenzio e l’impotenza di quanti guardano ai valori e ai diritti collettivi”. Insomma, se non è guerra, poco ci manca.

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Opinione controcorrente sul caso del sacerdote padovano don Sante Sguotti Parla un pastore della chiesa evangelica: “Ha ragione il vescovo”

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Il prete innamorato sbaglia Parola di “prete” sposato

DI LUCA MATTEAZZI

Quando gli si chiede cosa ne pensa del clamore suscitato dal caso del “prete innamorato” don Sante Sguotti – il sacerdote padovano che ha suscitato un polverone con le sue mezze ammissioni su una presunta paternità -, non può trattenere un sorriso. Senza nessuna polemica, per carità.

Semplicemente perché il problema proprio non lo riguarda.

Eppure anche Luigi Dalla Pozza è, a suo modo, un sacerdote.

Per la precisione è il pastore un’insoddisfazione di fondo, e della piccola comunità di cri- grazie ad una conversazione castiani evangelici che si riunisce suale mi sono trovato a riflettein via Gioberti. Sposato, un la- re seriamente su chi fosse Gesù voro ben avviato e Cristo, e sul perché di prestigio, è lui festeggiassimo ogni “Non a guidare, insieme anno il Natale e la all’inglese Paul Fin- condivido la Pasqua”. Poco a ch, la quarantina di scelta del poco, le cose matupersone che si tro- celibato, ma rano: Dalla Pozza vano il martedì per è giusto che trova un punto di lo studio biblico e la i sacerdoti riferimento nella domenica per il mecomunità padovacattolici moriale della santa na, poi passa un cena. Un percorso rispettino le periodo di studio maturato quasi per regole” in Inghilterra, inficaso: “Non avevo ne arriva alla decinessun interesse sione di creare una per le questioni religiose, anzi piccola chiesa anche a Vicenza.

– racconta -. Però avvertivo Chiesa che adesso continua a

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tamente teologiche. “Il punto di partenza dovrebbe essere quello di chiedersi qual è l’autorità, cioè in base a cosa si decide – continua il pastore -. Per noi evangelicali, e per la chiesa protestante in genere, l’autorità ultima è la scrittura. Per la chiesa cattolica il discorso non è molto diverso, ma unisce il magistero alle scritture. Per capirci, per le chiese riformate è il complesso stesso delle scritture che fornisce il canone, la chiave per interpretarle, mentre per un cattolico c’è la mediazione della Chiesa”.

“bisognerebbe anche chiedersi se è vero che esiste una distinzione così nitida tra sacerdoti e laici: a me pare che il nuovo Testamento parli piuttosto di sacerdozio universale”.

Insomma, non sta scritto da nessuna parte che chi sceglie di dedicarsi alla chiesa non possa avere famiglia. “Chiariamoci, ci sono molti protestanti celibi, io stesso ho molti amici che hanno scelto questa strada. Me è una scelta, appunto, non un obbligo”.

Pur partendo da premesse comPer i protestanti, dunque, il ri- pletamente diverse, comunque, ferimento diretto sono sempre la conclusione sul caso di Don le Scritture. Ad esempio quel Sante è perfettamente in sinpasso della prima lettera di tonia con quella del vescovo Paolo a Timoteo in cui l’apo- della diocesi di Padova. “Credo stolo raccomanda che, se uno che nessuno l’abbia obbligato aspira a diventare a diventare sacervescovo, deve essedote – conclude re “irreprensibile, Dalla Pozza -. Nel non sposato che una momento in cui sola volta, sobrio, ha scelto di essere prudente, dignitoun sacerdote della so, ospitale, capace chiesa cattolica, è di insegnare, non tenuto ad accettardedito al vino, non ne le regole. Se vuoDon Sante Sguotti violento ma benele vivere la sua vita in volo, non litigioso, modo diverso, allora non attaccato al denaro”. Vo- esca dalla struttura: premesso lendo essere pignoli, qualche che non conosco direttamente riga più sotto San Paolo invita le persone e i fatti, credo che anche a diffidare di chi tenterà il vescovo abbia fatto bene a di vietare il matrimonio, ma richiamarlo all’ordine”. CattoDalla Pozza non batte su que- lici e protestanti, in fondo, non sto tasto: piuttosto, osserva che sono poi così distanti.

seguire, senza preoccuparsi di sostituire giacca e cravatta con toga e clergyman.

Del resto, si sa, per i protestanti il problema del celibato non si pone proprio. Il perché si spiega con considerazioni di carattere storico (“di fatto il celibato non è esistito nei primi mille anni di storia della Chiesa – osserva Dalla Pozza -. C’è stato un primo impulso con la riforma monastica dei primi secoli dopo il Mille, ma la svolta verso il celibato in senso stretto c’è stata solo dopo il concilio di Trento, quando si è voluto avviare un’azione moralizzatrice, forse anche esagerando un po’) e riflessioni più stret-

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speciale

A cento giorni dall’inaugurazione del nuovo teatro, inchiesta su come funzionano i cugini di Schio ed Udine.

Suggerimenti e consigli per evitare flop e bilanci in rosso

Costi, programmi, strategie Sguardo (incerto) oltre la prima DI LUCA MATTEAZZI

Il conto alla rovescia è partito. Tra meno di cento giorni, il prossimo 10 dicembre, il sipario della grande sala da 900 posti del nuovo Teatro Comunale progettato da Gino Valle lungo viale Mazzini si alzerà, per un evento che la città attende da più di sessanta anni. Ma al di là della data dell’attesissima prima, il nuovo civico continua a presentare molti punti interrogativi: di certo c’è che per la sua gestione è stata creata una Fondazione (soci il Comune, con uno stanziamento di 200 mila euro, la Regione, Assindustria e la Banca Popolare di Vicenza), e che presto si dovrebbe conoscere anche il nome del direttore artistico. Il resto è ancora da chiarire, a cominciare dalla questione dei costi e dai dettagli sulla programmazione. E non è poco. Per capirne qualcosa di più siamo andati a vedere come si sono organizzati in due realtà in cui l’attività teatrale è ormai consolidata

tanto da far saltare un paio di sindaci nel giro di pochi anni. Nel 2000, quindi, la gestione viene affidata alla neonata Associazione per il Nuovo Teatro Giovanni da Udine, che nel 2003 si trasforma in Fondazione. I soci sono il Comune, con una quota del 50 per cento, la Regione con il 42 per cento e la Provincia con l’8 per cento. “Questo passaggio non è stato indolore, ma ha permesso maggior autonomia e maggior facilità di gestione – commenta il direttore amministrativo della Fondazione Giangiacomo Brunello -: prima ogni decisione, anche la più piccola, doveva passare attraverso il vaglio della giunta e del consiglio comunale, mentre adesso è tutto molto più snello.

Solo per fare un esempio, è molto più facile assumere qualcuno quando ce n’è bisogno. L’intenzione, inoltre, era quello di allargare la fondazione anche ai privati, ma questo non è stato possibile, probabilmente perché questi preferiscono non impegnarsi a fondo”.

Almeno su questo punto, dunque, Vicenza sembra essere partita con il piede giusto. La Fondazione, a cui partecipano anche Industriali e banca Popolare, dovrebbe infatti garantire la solidità economica per affrontare i costi di una struttura come quella che si sta per aprire in viale Mazzini.

Per avere un termine di paragone, ad Udine il teatro costa circa 4 milioni di euro a stagione.

Di questi, il 60 per cento (2,4 milioni, di cui 1,3 finanziato dal Comune) è coperto dai contributi dei soci della fondazione e, in misura minore, di altri enti e sponsor privati, mentre il restante 40 cento arriva dalla vendita di biglietti e abbonamenti, dall’affitto della sala per convegni e manifestazioni o da altre sponsorizzazioni. Cifre che permettono di allestire una stagione tra le più ricche del Nordest: ogni anno ci sono in cartellone qualcosa come 120 – 130 giornate di spettacoli, tra danza, prosa, musica e

Ad Udine una stagione da quattro Il teatro gemello milioni di Udine di euro.

Il parallelo tra il teatro di E oltre Udine e quello di Vicenza si è sentito spesso in cento questi anni, ed in effetti spettacoli i punti di contatto tra le due situazioni ci sono. Le due città hanno all’incirca le stesse dimensioni, e tutte e due hanno affrontato la costruzione di un nuovo, grande, teatro dopo anni di dibattiti e progetti andati a vuoto. Ad Udine, però, ci si è mossi prima: il Nuovo Teatro Giovanni da Udine, è stato inaugurato già nel 1997 con l’ottava sinfonia di Mahler, e con molti problemi. La gestione, inizialmente, era affidata direttamente al Comune, e le polemiche erano all’ordine del giorno,

Il Nuovo teatro Giovanni di Udine. La sua gestione comunale ha creato molti problemi

lirica, a cui vanno aggiunti gli appuntamenti collaterali (ad esempio l’attività per le scuole) e altre manifestazioni come il Far East Film Festival, dedicato al cinema orientale. In tutto si arriva così a circa 150 mila presenza all’anno, richiamate da una programmazione che, dopo essere partita puntando molto su sperimentazione e innovazione, si è adesso attestata su canoni un po’ più tradizionali, in grado di offrire spunti interessanti per tutti.

“Il nostro è un teatro di ospitalità che non ha una compagnia collegata – commenta Brunello -; il che significa che facciamo un po’ di tutto. Per quanto riguarda la programmazione, sono fondamentali la scelta del direttore artistico, le indicazioni che arrivano da cda e la disponibilità ad investire. Si può decidere di fare più cultura, e non dare troppo peso al botteghino, oppure cercare di riempire il teatro per alleggerire il bilancio degli enti soci. Finora qui c’è stato un occhio di riguardo all’equilibrio dei costi, e il tentativo di accontentare un po’ tutto il pubblico offrendo una gamma di spettacoli più ampia possibile: sappiamo che se facciamo solo spettacoli contemporanei i numeri saranno piccoli, mentre se chiami i musical o i grandi nomi della commedia il teatro lo riempi di sicuro”.

Tutto sta, dunque, nel trovare il giusto equilibrio, anche con le altre realtà già presenti sul territorio (ad Udine c’era già una stagione di teatro centrata sull’innovazione e un’altra imperniata sul teatro civile). Nel Friuli c’è voluto circa un decennio per mettere tutti i tasselli al loro posto. Vicenza quanto ci metterà?

Schio, ovvero lo strabismo efficiente Se ad Udine la stagione teatrale costa 4 milioni di euro, Schio se la cava con una cifra che è circa quindici volte più bassa e si aggira attorno ai 250 – 280 mila euro all’anno. Ma bisogna fare una distinzione importante: in attesa del restauro del Teatro civico, in avvio nella prossima primavera, a Schio si utilizza la sala cinematografica dell’Astra: una sala molto grande (la capienza è di circa 850 posti), usata però solo per una quindicina di giorni all’anno, senza l’esigenza di essere sfruttata in modo intensivo. I vincoli, caso mai, arrivano proprio dalle dimensioni. “È uno dei teatri più grandi della provincia – conferma Daniele Romere, vicepresidente della Fondazione teatro civico di Schio che gestisce l’attività teatrale -: questo ci permette di avere i presupposti per fare spettacoli importanti, ma può anche essere un problema, o comunque un vincolo nella scelta degli spettacoli. Perché per avere i conti a posto 900 posti bisogna riempirli”.

Finora, comunque, non ci sono stati problemi. Il teatro di Schio viaggia con

Il teatro Civico di Schio, quando l’abbandono diventa bellezza

una media record di oltre 700 abbonati e, caso quasi unico, Nell’ultimo anno è riuscito a sostenere i costi della stagione teatrale interamente con le entrate del botteghino. “Non so se si ripeterà, ma è un grosso risultato: di solito si arriva al 50 – 60 per cento”, sottolinea il vicepresidente. Il Comune, unico socio della Fondazione, stanzia un contributo di circa 120 mila euro, che serve a coprire i costi del personale e a finanziare tutte le attività collaterali alla stagione principale: dai laboratori nelle scuole alle iniziative che coinvolgono gli anziani.

“Credo che sia una cifra adeguata per una città come Schio”, aggiunge Romere.

Risultati lusinghieri, dunque, che si spiegano principalmente con due fattori. Il primo è una programmazione di lungo periodo portata avanti con costanza negli ultimi anni e fatta di collaborazioni con autori importanti -Marco Paolini, per dirne uno, che ha cominciato a lavorare a Schio prima di diventare una star nazionale; o Gabriele Vacis, che segue il progetto di restauro del Civico - e di un rapporto di fiducia con molte compagnie. “Tutto questo ha dato un peso particolare alla Fondazione, tanto che adesso stiamo valutando la possibilità di farvi entrare anche dei privati”, osserva ancora Romere.

Il secondo punto di forza è un cartellone equilibrato, in cui qualche concessione alle star televisive è ben bilanciata da spettacoli di alto livello teatrale, e in cui le scelte nascono dalla collaborazione tra il direttore artistico Annalisa Carrara e una commissione di cui fanno parte esponenti del mondo culturale e del pubblico scledense.

“C’è una grande partecipazione, e in genere possiamo dire che circa il 70 per cento delle nostre iniziative nasce da scelte condivise – continua il vice-

presidente -. In linea generale, la nostra scelta è stata quella di privilegiare gli spettacoli fatti principalmente per il teatro: nonostante ci sia una grande richiesta di nomi che vengano dalla Tv, non vogliamo perdere di vista il cuore del teatro, e abbiamo uno dei programmi più innovatori. Poi qualche spettacolo di grande richiamo ci vuole: diciamo che dobbiamo essere un po’ strabici”.

La ricetta, per il momento, funziona. Le cose cambieranno, probabilmente, quando il restauro del Civico sarà terminato, e bisognerà studiare un cartellone che riempia tutto l’anno, con conseguente aumento dei costi.

Per presentarsi senza sorprese all’appuntamento, Schio sta lavorando molto con le scuole e con le altre realtà del territorio, e sta portando avanti una politica di contenimento dei prezzi studiata apposta per avvicinare al teatro il pubblico più giovane. “Sono cose importantissime – conclude Romere -, altrimenti ci troveremo fra tre anni ad avere un teatro nuovo senza avere un pubblico e senza sapere cosa proporre”.

Riassumendo, quindi, il teatro di Udine ci ha messo quasi una decina d’anni ha trovare un equilibrio, e per avere nomi importanti sta lavorando adesso per le stagioni da presentare nei prossimi tre anni (soprattutto per la musica e per la lirica, i tempi organizzativi sono molto dilatati). Schio sta raccogliendo i frutti di una politica di promozione del teatro portata avanti con costanza per anni. Vicenza sembra aver fatto i primi passi nella direzione giusta (Fondazione, apertura ai privati), ma per superare il periodo di rodaggio serviranno risorse e strategie che sono ancora tutte da scoprire. Le troverà?

Scelte condivise e programmazione di lungo periodo. La ricetta del successo scledense

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speciale

Accanto al teatro dovevano trovar posto gli uffici comunali e l’ente camerale Ma nel mezzo del cammin spuntò un privato…

15 SETTEMBRE 2007

Idee a confronto sulla gestione del calendario Bagnara: “Rinverdire il passato”. Lazzari: “Spazio ad artisti internazionali”

Lo strano tragitto della Camera di Commercio: dal Pp6 ai Pomari

Il Nuovo Teatro, una questione di cultura Tradizione contro innovazione a confronto

Vi ricordate di quel progetto dei primi anni Duemila di trasferire municipio e uffici comunali nella parte rimanente del Pp6-ex acciaieria Gresele, accanto al Nuovo Civico oggi ultimato? In quegli 80 mila metri quadrati che attorniano il teatro dalla parte dell’incrocio fra viale Mazzini e viale Btg. Framarin avrebbe dovuto largamente trovare spazio anche la nuova sede della Camera di Commercio. Ancora nel 2004, un protocollo d’intesa fra Comune e l’ente camerale guidato da Dino Menarin (oggi in scadenza di mandato) prevedeva l’eventualità di acquisto di una “porzione” del Pp6.

E’ notizia degli ultimi giorni, invece, che l’ente di corso Fogazzaro sposterà i propri locali in zona Pomari, a Vicenza ovest, fra l’Auchan e Ponte Alto. Se passate di lì, vedrete infatti ergersi l’imponente scheletro di un edificio alto 7 piani. Embè? – direte voi – che c’è di strano? Forse poco, forse nulla. Il fatto è che mentre l’area adiacente al teatro è comunale, quella dei Pomari è privata. E’ che il terreno a uso direzionale (oltre che commerciale) dell’ex-Gresele non aveva alcun bisogno di varianti, era pronta per ospitare uffici senza ulteriori pastoie burocratico-consiliari.

E’ che, contrariamente a quanto affermato da Menarin al Giornale di Vicenza (12-9-2007), non risulta che quel pezzo di terra necessiti di bonifiche: “Con l’asportazione del primo strato per le fondamenta, a quanto mi consta, il problema bonifica non sussisterebbe”, afferma il consigliere dei Verdi in Sala Bernarda Ciro Asproso. E’ che non si capisce come il restante Pp6, vera e propria “area d’oro” in un eccellente posizione strategica, possa essere stata scartata fra quelle “collocate in zone poco accessibili”, mancanti di “parcheggi”, o appesantite da una “procedura urbanistica indeterminata” (è sempre Menarin a parlare). Magari i parcheggi, quelli sì, mancherebbero (escludendo quello del teatro). Forse è anche che il proprietario di quella fetta di Pomari, che beneficerà di un investimento pari a 16 milioni e 450 mila euro, ha fatto il colpaccio.

Faticando non poco a vendere le decina di migliaia di metri quadri da lui posseduti in zona, il privato si è accaparrato un ottimo affare in barba all’ex Gresele e al Comune. E non è un privato qualsiasi: è la Incos di Gaetano Ingui, costruttore presentissimo in molti business edilizi della città, e signore indiscusso dei Pomari. Due note. 1) Indovinate chi aveva la proprietà di poco meno del 10% del Pp6, quota indispensabile per costruire il nuovo teatro, e difatti comperata dal Comune per quasi 3 milioni e mezzo di euro? Ma ovviamente Ingui (attraverso l’altra sua società, la Cosim). 2) Circola insistente la voce che nell’altro palazzone gemello che affiancherà quello destinato alla Camera di Commercio avrà la sua nuova sede il Giornale di Vicenza. Fra i cui azionisti e consiglieri d’amministrazione c’è Ingui. Gira e rigira, lui c’è sempre.

DI ALESSIO MANNINO

A.M.

Il Nuovo Teatro Civico delle meraviglie: come sarà? a cosa assisteremo sotto le sue eleganti volte?

Soprattutto: sarà il teatro di tutta la città, pensato e vissuto come tale? Abbiamo girato questi interrogativi a due predecessori di Enrico Hüllweck, che oltre a coprire la carica di sindaco è titolare di quella di assessore alla Cultura (nonché di quella, ad honorem, di fondatore della nuova opera; tanto è vero che è stato nominato presidente della Fondazione appositamente creata per gestirlo).

Lirica, ma senza ostracismi Mario Bagnara, Udc, aveva la delega alla Cultura nella prima giunta Hüllweck (1998-2003), oggi presiede la commissione omonima e quindi ha seguito passo passo l’iter che porterà alla trionfale “prima” del 10 dicembre prossimo. Il punto da cui parte per spiegare la necessità e le potenzialità dell’imponente struttura di viale Mazzini è il bisogno di uno spazio adeguato “alle grandi compagnie teatrali: l’Astra, il San Marco, i teatri parrocchiali di San Giuseppe, di San Lazzaro, di Araceli e di Polegge sono tutte Il nuovo teatro in viale Mazzini strutture medio-piccole, incapaci di ospitare la lirica o le grandi opere, così una volta alzato il sipario: “Si recucome spettacoli nazionali o concerti di pererà la tradizione del teatro Verdi grandi nomi”. Ed è così, senz’ombra di e dell’Eretenio, con spettacoli di gedubbio. Continua l’entusiasta Bagnanere vario, in particolare lirico. Una ra: “Finalmente avremo un luogo che volta, lo ricordo, Vicenza ospitava in permette una programmazione a 360 seconda battute quelli della Scala di gradi, che potrà comprendere anche Milano. E buona parte di quello che grandi occasioni per i giovani, come i c’è oggi all’Olimpico passerà anche lì, concerti. E poi, importante, la danza: così come per l’Astra”. Oddio: e quelli ora non esiste uno spazio per un’arte che non ne possono più della tragedia che pure, in città, ha le sue associaziogreca e vogliono farsi due facili risate ni e le sue scuole”. Ecco, la preoccucon l’Anonima Magnagati? “Ci sarà pazione è che il teatro hüllweckiano, posto anche per l’Anonima, anzi, neli cui soci privati sono Assindustria e la sala grande, sarà l’ideale. Prevedo Banca Popolare di Viche 250 giorni all’anno cenza, corra il rischio il nuovo teatro sarà ocdi relegare a un ruolo cupato senza problemi, marginale la realtà mianche grazie alla messa noritaria ma creativa a disposizioni dei suoi del teatro sperimenta- “Alla città locali per congressi, le, delle piccole compa- manca riunioni di sindacati e gnie, delle associazioni di categorie, assemblee un’idea di magari non gradite, studentesche, e anche della musica meno cultura. mostre”. Quindi si riu“nazionalpopolare”. “Si Anzi un’idea scirà a coprire le spese? potrà accogliere anche A proposito: quanto di se stessa” il teatro sperimentale costerà, all’anno, tecome le forme meno nere aperto il masto‘di massa’, grazie alla dontico Nuovo Civico? sala più piccola, quella “Più o meno 4 milioni da 400 posti” - replica di euro”. L’apporto dei sicuro Bagnara – “anzi, per ipotesi, biglietti? “Ancora una stima non è si può pensare che contemporaneastata fatta”. Un’incognita, insomma. mente a uno spettacolo nella saletta ci “Contiamo di ricevere sponsorizzasia il concerto rock in quella grande, zioni e contributi da privati”, controda 900 posti”. Si attende con ansia, batte Bagnara. E tutto il resto dell’ata tre mesi scarsi dall’apertura, il ditività culturale del Comune, risentirà rettore artistico, che dovrà stendere dello straordinario sforzo, soprattutto il calendario del primo, storico anno. in termini di investimenti, che il Ci“Circolano vari nomi, ma entro la fine vico comporterà? “Vedrà: fungerà da di questo mese si saprà chi è”, assivolano per la crescita della cultura a cura l’ex assessore. Che disegna così Vicenza, coinvolgendo anche le altre lo scenario che si offrirà ai vicentini realtà”. Per esempio? “Per esempio

l’orchestra dell’Olimpico, o il Quartetto degli Amici della Musica, che ha già prenotato sette concerti”. Bagnara insomma è ottimista.

La mancanza di una visione culturale A esserlo un po’ meno è Francesca Lazzari, assessore alla Cultura prima di lui, durante il mandato del sindaco di centrosinistra Marino Quaresimin.

Il suo augurio al Nuovo Civico è quello di non cadere nell’errore dell’imitazione facile: “Spero non si limiti a copiare i teatri di città come Verona o Padova.

Cioè che abbia un respiro europeo, internazionale, tanto più che è così grande”. L’ex “assessora” si spiega: “Questo, ovviamente, dipende dalla politica culturale del Comune. Finora, diciamo così, ha avuto al contrario un respiro… provinciale”. Traduzione? “Voglio dire che non esiste solo il teatro classico o popolare o la lirica.

Con cultura europea intendo dire che ci sono le opere di confine fra generi, la musica che a Vicenza non c’è mai, come un bel concerto rock con gruppi internazionali. E in generale dovrebbe valere la regola che non si deve discriminare nessuna nicchia, che si deve cercare di coprire un’area vasta di target”. Grandi nomi ma anche piccoli, insomma. “Esatto. Cerchiamo di parlare, ad esempio, agli studenti universitari, visto che questa città si avvia a essere sempre più universitaria: apriamo il nuovo teatro ai loro gusti, e non solo a quelli da ‘salotto buono’. E poi, che si punti alle politiche di accesso”. Scusi? “Gli abbonamenti iniziali a giovani, scuole e anziani, in modo da educarli e fidelizzarli alla frequenta-

zione. Anche se questo non conviene economicamente, nell’immediato”. E per gli altri spazi, per gli investimenti in cultura del Comune: verranno mortificati, dalla grande opera faraonica?

“Questo è un punto molto importante.

A partire dal nuovo teatro si dovrebbe ridisegnare l’intera politica culturale, mettere in connessione le varie realtà.

Ma se penso che un indiscusso fiore all’occhiello della città, un vanto internazionale come il Cineforum di San Marco ha chiuso, facendoci mancare un pezzo di cultura e di storia, be’, non la vedo molto bene”. E giungiamo a quelle che, secondo la Lazzari, sono le domande cruciali: “quale politica culturale per questa città? O meglio: che città è questa? Qual è l’idea della città che abbiamo? Oggi manca una visione d’insieme. Vicenza si meriterebbe qualcosa di nuovo. Qualcosa come la Biennale. Possibile che non abbiamo niente all’infuori del Festival Biblico?”. La Lazzari prevede che ci vorrà qualche milione in più dei 4 preventivati da Bagnara. Ma noi siamo convinti che l’ingresso degli industriali e della maggiore banca della città apporterà alla programmazione il drenaggio delle loro sovvenzioni, in cambio di conventions e kermesses.

La loro partecipazione, d’altronde, è motivata soprattutto da questo: la mancanza di spazi prestigiosi e vicini al centro e agli uffici, il loro bisogno di una vetrina da vincolare specialmente in giorni clou come il Natale.

Speriamo, in particolare, che abbiano siano abbastanza colti da non interferire troppo col lavoro del direttore artistico.

Questione di cultura.

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15 SETTEMBRE 2007

speciale

L’attore Carlo Presotto: “Guai alle invidie fra campanili” E largo anche alle compagnie amatoriali: “Uno zoccolo duro da valorizzare”

La scommessa è fare rete. E partire dai giovani La fine dei lavori per la costruzione del nuovo teatro di Vicenza ha veramente dell’incredibile. Si tratta della conclusione di una attesa durata 63 anni. E di una attesa percorsa da progetti che, come bolle di sapone, sono tutti evaporati alla resa dei fatti. Perché, diciamocelo, gestire un teatro, come aprire un bar o un ristorante o una libreria, è impresa difficile a Vicenza, con un pubblico tra i più difficili da “fidelizzare” in Italia, restio ad affezionarsi, più presuntuoso che curioso.

No alla “guerra delle torri” Per una volta scrolliamoci di dosso l’alibi della “provincia”, che troppe volte viene utilizzato per insabbiare progetti ed istanze. Vicenza ha una storia urbana costellata per secoli dai conflitti tra le grandi famiglie. Prima quelle nobili, poi quelle imprenditoriali, i padroni delle ferriere, poi in tutto il dopoguerra le parrocchie delle diverse correnti del grande partito cattolico, ed infine, dopo il “liberi tutti” di Tangentopoli, arrivano in tempi più recenti le tendenze orientate dai locali opinion leader. In tutto questo ritorna una costante, quella del protagonismo, dell’incapacità di fare rete, di fare sistema.

Non a caso il modello imprenditoriale vicentino (una delle più potenti associazioni industriali italiane) non fa riferimento al capoluogo, ma alla fascia pedemontana, dove da Valdagno a Bassano le cose si sono sempre mosse in modo diverso. Il protagonismo può essere elemento di crescita, di emulazione. Da noi invece può essere descritto con la storia delle torri urbane. Se una famiglia costruisce la torre più alta, le altre non fanno crescere le loro, ma si alleano per buttar giù quella che emerge.

Cosa c’entra questo con il teatro?

Per troppi anni e per troppi progetti si è riproposto un copione sempre uguale: arrivati alle fasi finali,

Carlo Presotto

Alcuni ragazzi delle superiori provano uno spettacolo per la festa d’istituto

chi non ne è coinvolto in prima persona si coalizza per affossarlo.

Quindi complimenti al sindaco Enrico Hüllweck che ci è riuscito, con buona pace dei bell’ingegni e dei soloni della cosiddetta sinistra vicentina, abile a litigare, debole nel realizzare.

Valorizzare il teatro amatoriale E lo stesso in campo della produzione teatrale: esiste un valido tessuto di teatro amatoriale, (realizzato da persone che non traggono da esso di che vivere), con riferimento la FITA, che conta nel Veneto 236 compagnie, ed un Teatro Stabile di Innovazione, la Piccionaia, con 6 compagnie professionali e la gestione di diverse sale e rassegne nella regione.

Sembrerebbe evidente che questa possa essere una base di riferimento, uno zoccolo duro cui il futuro direttore artistico potrà far riferimento per creare il tessuto in grado di sostenere gli eventi speciali di prosa che potranno trovare posto al Nuovo Civico.

Fermo restando che per le sue caratteristiche (la sala da 900 posti) il nuovo teatro è attualmente sovradimensionato per Vicenza, penalizzata tra Thiene, Schio, Bassano, tutte con validissime

proposte. Un problema su cui intervenire con una accorta e tenace politica di investimenti nei confronti del pubblico più giovane, un campo nel quale il ruolo del teatro Astra continua a rivestire grande importanza.

L’importanza di giovani e bambini Ma allora, che ruolo potrebbe avere il nostro teatro nel sistema regionale? Individuare la vocazione del nuovo teatro sarà una delle principali tappe dell’insediamento del direttore artistico. A Vicenza esistono validi esempi di valorizzazione di giovani talenti (la bella “Italiana in Algeri” vista all’Olimpico questa estate, per esempio) in cui si riesce a produrre senza arrivare ai costi siderali delle star e senza cadere nell’approssimativo.

Già si svolgono percorsi importanti come Vicenza Danza, Vicenza Jazz, Andras Schiff e i suoi amici, tutte manifestazioni di grande richiamo regionale (e nel caso di Schiff, internazionale).

Ma resta aperta la necessità di far rete con i teatri della provincia e della regione. Per me questa è la prima scommessa che dovrà affrontare il nuovo direttore artistico, il quale dovrà cominciare dai bambini se vorrà ricreare un pubblico in grado di riconoscere nell’edificio di viale Mazzini il proprio luogo di incontro, emozione, confronto, il proprio Teatro Civico. Se vorrà.

Carlo Presotto

Eppur mi ricorda qualcosa...

Uno scorcio del nuovo edificio con l’ampio parcheggio

Ogni volta che ci passavo davanti, in questi mesi, man mano che le impalcature lo lasciavano libero, continuavo a dirmi: ‘Eppure mi ricorda qualcosa … non so cosa ma qualcosa me lo ricorda’, ma poi tiravo via, la mente impegnata ad affrontare la prossima rotatoria. Ma ora le impalcature sono cadute definitivamente, il corpo del nuovo teatro è finalmente libero, e qualche giorno fa, finalmente. l’epifania: non vi sembra di rivedere la vecchia G.I.L. (per i più giovani: Gioven-

tù Italiana del Littorio), in Contrà Barche?! Oggi è tutta tirata a lucido, ma quando io ero piccolo il suo smagliante stile fascista si imponeva con virile evidenza ai vicentini, che già se l’erano dovuti sorbire per un Ventennio.

Guardatelo bene: quasi uguale.

Beh, poco male: vorrà dire che, se i costi di gestione saranno eccessivi, il Comune può sempre cederlo a Forza Nuova, per farci la nuova Casa del Fascio.

Giuliano Corà

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fatti&notizie Da viale Torino a Santa Croce, ecco le terre di nessuno nascoste in città Quando degrado e incuria bussano alle porte del centro

Siringhe e bivacchi di fortuna Mappa delle altre Domenichelli duato un vecchio negozio utilizno, tossicodipendenti e ubriachi zato come deposito di merce, con sembrano spariti. “Le cose adesso buona probabilità rubata. Segno vanno bene – conferma il conche le cattive abitudini sono dure sigliere della circoscrizione del a morire. centro storico Mattia Pillan -. Il problema però si è In zona Ovest, inspostato dall’altra vece, una delle più parte di viale Roma, Migliora la esposte a questo tipo tra il supermercato situazione di problemi, spicca e i vecchi bagno dei Giardini il caso dell’ex Coop pubblici di Campo di via cavalieri Marzo: i lavori di ri- Salvi, ma i Vittorio Veneto: qualificazione avreb- perdigiorni si bero dovuto partire sono trasferiti naufragato il progetto di farne un centro già in primavera, ma a Campo di servizi per la famifinora non si è mosso Marzo glia, il vecchio superniente”. mercato è diventato meta di sbandati e Sempre in centro senza fissa dimora. Meno noto, storico, il vecchio Macello di anche se molto simile, invece, il via Giuriolo è un osservato specaso dell’edificio abbandonato ciale (“È un’altra zona simile alla – una vecchia fabbrica con anDomenichelli, prima o poi esplonessa palazzina di uffici - che si derà anche lì”, osserva Finizio), trova a due passi da Ponte Alto, così come un giardino privato all’incrocio tra lo svincolo che in viale Margherita, un piccolo scende dalla tangenziale, via Freboschetto in cui sono stati segnascobaldi e i binari della ferrovia. lati più volte bivacchi e accamQuando scende il buio, in base pamenti abusivi, i giardini di alle segnalazioni arrivate ad alCampo de Nane (in cuni consiglieri di circoscrizione, cui alcuni senzatetto capita di notare persone che ensi erano sistemati in Colpite trano ed escono. Di sicuro, basta mezzo ai monumenti Restando in zona soprattutto accanto alla struttura per alla Resistenza) e la viale Milano, a pola zona vicino zona di Porta Santa passare rendersi conto delle condizioni chi passi dall’area di abbandono e degrado in cui si Croce. Qui, un paio Domenichelli, c’è il alla ferrovia trova l’area: sul marciapiede verdi anni fa, i tecnici terreno incolto che si e le periferie. so la strada si sono accumulate comunali impegnati affaccia su via Ge- Ma non è bottiglie vuote cumuli di immonin un sopralluogo si nova, anche questo risparmiato dizie; dai vetri rotti delle finestre, erano trovati di fronsalito più volte agli nemmeno il al di là delle inferriate in parte te ad una sgradita onori (si fa per dire) centro storico divelte (volendo, entrare è molto sorpresa: l’interno della cronaca perché facile) si vedono cumuli di cartacdella fortificazione utilizzato, improce, mentre nel piccolo cortiletto trecentesca era stato trasformato priamente, come una specie di sul retro sono sparpagliati rifiuti in un dormitorio di fortuna, con campeggio. In via Napoli, indi ogni genere e una quantità imletti improvvisati, “angolo cotvece, si segnala la situazione del pressionante di siringhe usate. tura” e panni stesi ad asciugare. vecchio deposito dei mezzi della Adesso il bis: dopo un servizio di Siamic: “Era un deposito di tram L.M. Tva, sotto la torre è stato indiviquando ancora passava la vacca mora – osserva il presidente della circoscrizione 1 Maruzio Finizio -. è da allora che è lì, vuoto, usato come riparo da barboni e senzatetto senza che nessuno faccia niente”. La Provincia ha assicurato che adesso porte e finestre verranno sbarrate, in attesa che il Pat dia via libera alla realizzazione di uno spazio verde. “L’unica è spianare e buttare giù tutto, per portare la luce del sole – provoca però Finizio -. così stiamo sicuri che non ci vada nessuno. Poi si deciderà cosa farne”.

Avvicinandoci al centro, è decisamente migliorata la situazione dei La mappa delle aree a rischio della città giardini Salvi, in cui perdigiorNell’estate ormai agli sgoccioli, il paragone con via Anelli, la strada ghetto di Padova, si è sentito circolare spesso in città. Come sempre, quando la politica e la cronaca vanno in vacanza e non offrono troppi spunti, l’attenzione si sofferma più facilmente sugli angoli abbandonati della città, le vecchie fabbriche rioccupate da gruppi di sbandati e disperasti, il degrado a due passi dal centro storico della città. Ad accendere la miccia è toccato, ancora una volta, all’area dell’ex Domenichelli, il vecchio quartier generale della ditta di spedizioni dove hanno trovato rifugio immigrati e senzatetto, tornato sotto la luce dei riflettori nella seconda metà di agosto. Ma la situazione della grande area di via Torino non è certo un caso isolato. In città le zone dove l’incuria e l’abbandono hanno aperto le porte al degrado e a frequentazioni spesso poco raccomandabili sono tante. Abbiamo fatto mappa, affiancando le aree di cui si è già parlato nei giornali ad altre segnalateci dalle circoscrizioni.

Siringhe in un cortile in via Frescobaldi vicino a Ponte Alto

Via Frescobaldi: il vecchio laboratorio abbandonato si ripopola di notte

L’ex Siamic di via Napoli. Fino a poco tempo fa era un rifugio per emarginati e sbandati

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L’ex macello di via Giuriolo. Finizio: “Situazione pronta ad esplodere”

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altovicentino L’ex sindaco Ceccato e il suo successore Scalabrin a confronto sul tema della centrale termoelettrica. E intanto i favorevoli promettono battaglia

La centrale della discordia Una storia ancora senza fine DI A NDREA B ASSO

Una terrificante minaccia oppure una ghiotta opportunità da sfruttare?

Questione di punti di vista.

L’oggetto in analisi è la centrale termoelettrica che ha tenuto per diversi anni con il fiato sospeso i cittadini di Montecchio Maggiore e dintorni. Ufficialmente dal 2001 al maggio del 2006: date che coincidono con l’iniziale offerta avanzata dalla Euganee Energia all’allora sindaco Giuseppe Ceccato e con l’ufficialità del no definitivo espresso dal Via Regionale, risposta tanto attesa quanto bramata dall’attuale primo cittadino montecchiano Maurizio Scalabrin.

cato, ritenuto da gran parte dei montecchiani favorevole alla costruzione della centrale.

“Ho dato l’ok a visionare una Le prime proposte proposta economicamente in“Ero sindaco di Montecchio teressante per il comune e suda sei anni quando due socie- bito sono stato additato come tà, precisamente la Euganee il ‘cattivo di turno’ – ribatte lui Energia e la Ansal-. Dovevo ancora do Energia, si sono analizzare il propresentate con un L’ex sindaco getto ed esprimerambizioso progetmi eppure c’era già Ceccato ha to per la costruziochi mi condannava ne di una centrale subito dure . Ho sentito anche termoelettrica - ri- contastazioni parlare di sindaco vela Ceccato -. La “Etichettato corrotto. In quel prima delle due come il periodo non riuaziende era molto cattivo di scivo a dormire la più determinata, notte; le decisioni turno” prosegue, per batimportanti sono tere la concorrencapaci di toglierti za aveva preventiil sonno per intere vamente acquistato un ampio settimane”. terreno nella zona tra Montecchio e Montorso. La mia prima Viaggio mossa è stata quella di chie- in Inghilterra dere ad entrambe le società In un clima che iniziava a surdi rivolgersi ad un notaio e di riscaldarsi, Ceccato convocò la avanzare un’offerta economi- Commissione ambiente terrica, questo solo per dare un’uf- torio composta da 8 membri, ficialità alle loro richieste”. tutti di diversi schieramenti politici. Successivamente speLa protesta popolare dì Romio, all’epoca consigliere Una mossa necessaria, dettata della commissione, in Inghilanche dalla volontà di avvia- terra per visionare una cenre in breve tempo il vaglio del trale analoga a quella di cui progetto, ma accettata mal- si prevedeva la costruzione in volentieri in paese: tanto che area castellana. L’emissario i malumori e le perplessità di montecchiano tornò con buomolti cittadini sfociarono ben ne notizie dalla spedizione in presto in vere e proprie prote- terra inglese. Tra i vari dettaste, spesso, ingenerosamente, gli tecnici, c’era anche la noall’indirizzo dello stesso Cec- tizia che vicino alla centrale

sorgeva addirittura un parco giochi. Possibile che le autorità anglosassoni fossero tanto irresponsabili da piazzare un territorio riservato ai bambini in una zona pericolosa per la salute? Oltre a questo, un altro punto sembrava giocare a favore della centrale: il responso avuto dagli studi effettuati da un’equipe di esperti fu infatti non negativo. Ciò significa che non esistevano elementi reali che possano impedire la costruzione della centrale.

Gli esiti tecnici erano dunque rassicuranti. Nonostante ciò lo scontento e la voglia di manifestare il proprio dissenso da parte dei cittadini montecchiani e dei paesi limitrofi crescevano. Si organizzarono contestazioni di massa, comitati e siti contro la centrale; Montecchio Maggiore si era espresso:”La centrale non s’ha da fare”.

Il No del consiglio “Per non influenzare la Commissione ho deciso volontariamente di assentarmi a tutte le riunioni - precisa l’ex sindaco -. Ho lasciato che la maggioranza decidesse cosa fosse più giusto per i cittadini, prosegue.

Il paese era schierato, la Commissione Ambiente Territorio pure, una questione di tipo ambientale era ormai diventata puramente a sfondo politico. In un clima surreale in cui anche gli schieramenti di

Né da me, né da te Nella testa dell’ex sindaco Ceccato prende corpo il sentore che molti rappresentanti dei paesi adiacenti spingano per il ‘no alla centrale’ per poi accaparrarsi la licenza di costruirla nel proprio territorio. In tal caso il paese castellano sarebbe doppiamente svantaggiato: nessuna entrata economica e un’emissione di polveri sottili a poche centinaia di metri dal proprio confine. Per tutelarsi Ceccato interpellò tutti i 22 sindaci dei comuni dell’USL5 chiedendo loro di firmare un documento nel quale promettessero di non ospitare impianti analoghi alla centrale. Una richiesta che provocò qualche incomprensione e alcuni screpartito erano saltati e tutti era- zi: “Inizialmente la mia richieno uniti nel protestare contro sta era di una firma che tutelasla proposta per la costruzione se il ‘mio’ comune per 10 anni. della centrale, la risposta del Con qualche accorgimento il Consiglio Comunale non pote- ‘trattato’ è stato leggermente va essere che negativa. E così è modificato, racconta. Qualostato, all’unanimità”. ra qualche comune provasse a “Avevo dunque sottoscritto per disobbedire all’accordo dato, il no alla centrale sarò pronto a rien– continua Ceccato trare in campo e -, eppure le critiche La Euganee far sentire le mie al mio indirizzo ragioni”, annuncia Energia non non accennavano fermamente. a placarsi. Ad in- demorde: fastidirmi ulterior- ha assunto La posizione mente è stato il dei legali di Scalabrin riconoscimento tra per trovare Parla di “Rientrai numerosi presen- qualche re in campo”, l’ex ti alle proteste, di sindaco. Già percavillo parecchie persone ché dal 2004 sulla che, con i loro fanpoltrona di primo ghi, additivi e macittadino castellateriali dannosi, inquinano co- no siede ora il suo successore: stantemente le acque dell’ovest Maurizio Scalabrin. “Tra le privicentino”, sbuffa stizzito. me visite ricevute dopo la mia elezione, gli ingegneri Bitetto

Lo schema di una centrale elettrica. Gran parte dell’energia viene sprecata sotto forma di calore

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altovicentino

e Cegalin -, rivela l’attuale am- sari nuovi siti di produzione ministratore della città -. Vo- di energia, ma non ci sono gli levano riproporre il progetto spazi adatti per poterli costruialla nuova amministrazione. re, spiega. Edificare in questi Nonostante io fossi, e sia tut- appezzamenti di terra signifitora un sostenitore cherebbe piazzare del ‘no alla centrale’ un potenziale pein quanto invadente ricolo che confina visivamente e inquicon 60mila personante dal punto di ne. Un po’ come vista ambientale, ho erigere una centradeciso di leggere con le in centro a Roviattenzione il progo, per capirci”. spetto consegnatoIl primo cittadino mi. Piano di lavoro castellano spiega che, ammette, inipoi la sua politizialmente sembrava ca di gestione del realmente interes- Il sindaco Giuseppe Ceccato paese:”Io sono per sante. Procedendo la qualità, non per con lo studio, però, la quantità, affertroppe lacune progettuali mi ma. Lavoro in modo differenhanno spinto a confermare il te rispetto a Ceccato. Lui in mio parere negativo”. quanto ex imprenditore, bada Montecchio e Arzignano, in più all’aspetto economico e quanto grossi centri industria- questo, probabilmente, gli ha li, sono molto corteggiati dalle portato ad essere inizialmensocietà di energia elettrica. Il te favorevole alla costruzione problema sorge analizzando della centrale”. Diversi modi la struttura morfologica del- di impostazione e di gestione, la zona in cui questi due paesi a quanto pare. sono situati: un’area completamente satura, dove i centri Un finale ancora incerto abitati si susseguono a catena. La questione centrale termoeEd è proprio questo il proble- lettrica, nonostante il No nama manifestato dal Sindaco zionale seguito dal No regioScalabrin:”Sarebbero neces- nale, sembra ancora non avere

un finale. “La Euganee Energia non demorde - rivela Scalabrin -. Ha da poco assunto degli avvocati nel tentativo di trovare qualche cavillo che possa rimetterla in corsa per avverare il sogno centrale”. Una vicenda che potrebbe rubare il nome ad una famosa pellicola: La storia infinita. Il Sindaco montecchiano è però fiducioso e si dice pronto a firmare le carte che scrivano la parola fine su questa minaccia piombata sul paese all’ombra dei castelli ben 7 anni fa.

Scalabrin conclude rivelando che “dal 2008 entrerà in vigore una norma europea che obbligherà i comuni a riutilizzare i rifiuti organici e i fanghi; sarà dunque necessario costruire un inceneritore. Per ora non ci sono progetti anche se, da quanto è trapelato, sembra escluso che Montecchio e dintorni possano rientrare nella lista dei paesi che dovranno ospitare la nuova minaccia”.

Tra qualche mese le prime novità. Che ci sia qualche sorpresa dietro l’angolo per i cittadini castellani? La speranza è che l’incubo sia totalmente finito.

Solo il tempo, però, potrà dare certezze.

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Libertà di stampa cercasi segue dalla prima Se qualche Grillo locale avesse il coraggio (se ci sei fai cri cri!) di metterle in scena, il teatro in via di inaugurazione potrebbe trovare in queste storie, spesso simili a tragicommedie, un inestinguibile surrogato all’assenza di programmazione. In attesa della rappresentazione principe, la madre di tutte le guerre: l’elezione del nuovo governo cittadino, Sindaco in testa.

Elezione teoricamente in mano agli elettori, in realtà fortemente condizionata - o condizionabile, fate voi - dai grandi poteri, chiari e occulti della città, informazione in primis.

Chi controlla l’informazione, Berlusconi docet, può dare al competitore amico un enorme vantaggio, che può essere sfruttato in maniera più o meno lecita, dipende solo dal fatto se chi ne usufruisce avrà fatto o meno un patto col diavolo. Se vogliamo essere realisti e non idealisti, per sperare in un minimo di pluralismo, in un momento in cui la politica, e non solo quella vicentina, è appiattita sul predominio degli interessi, è quasi meglio augurarsi che i diavoli siano più d’uno o che almeno non abbiano un unico capo.

Noi di VicenzaPiù vorremmo non essere diavoli, anche se non pen-

siamo di essere angeli, se non altro perché cerchiamo di scavare dietro storie spesso poco angeliche. E comunque non abbiamo né protettori in Paradiso né padrini all’Inferno.

Lo sanno bene quelli che ci apprezzano; lo accettano di meno quelli a cui siamo simpatici quando scriviamo bene di loro, antipatici quando ci permettiamo di fare qualche critica. Un esempio piccolo piccolo?

La stessa persona ha trovato bellissimo il numero in cui ne abbiamo raccontato la carriera professionale, e malvagio il nostro (stesso) redattore quando ha adombrato vantaggi (per altro leciti) per la parte comunale della sua carriera dalla sua amicizia con la discussa moglie del sindaco. E se un assessore (allo sport?) ne ha denunciato nel suo attacco da banzai al club di volley (attacco sponsorizzato dal giornale locale che più condizionerà le prossime elezioni cittadine) la sua amicizia con me, sono proprio contento. La nostra stima per Carla Marcolin non può censurare una sia pur opinabile ipotesi. Questa è libertà di stampa e di opinione. Lo diciamo a tutte le Carle e a tutti i Carli che ci leggono. Sempre pronti a riportare le loro repliche, nel rispetto di chi ci rispetta.

Giovanni Coviello

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Confronto tra due Comuni vicini ma molto diversi: a Schio lo Sportello Donna funziona da anni, a Valdagno è tutto da inventare

Pari opportunità a Schio e a Valdagno Separate da un tunnel. Di sensibilità DI FEDERICA CEOLATO

Nella vallata dell’Agno si parla ancora troppo poco di pari opportunità, anche rispetto all’esperienza della vicina città di Schio, con cui spesso, per vicende storiche ed economiche scatta il confronto. Sia a Schio che a Valdagno, anche se in tempi e modi diversi, è operativa la Commissione per le Pari Opportunità, un organismo istituzionale istituita nei Comuni con lo scopo di promuovere la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna in campo economico, sociale e culturale, e di rimuovere gli ostacoli che di fatto costituiscono discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle donne.

Composta da rappresentanti delle diverse forze politiche, imprenditoriali, sindacali e dell’associazionismo femminile, la Commissione opera sul territorio con iniziative volte a sostenere la diffusione di una cultura di parità, a partire dalla famiglia e dalla scuola, attraverso studi e indagini, e momenti formativi di condivisione e confronto sulla condizione femminile nella vita e nel lavoro e nei diversi contesti di riferimento. Un impegno, quindi, a fornire strumenti per una positiva integrazione donna-uomo e per una possibile conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

condivisi e approfonditi con e nella comunità, quasi fossero questioni che interessano solo i paesi poveri o in via di sviluppo!

femminile. L’altra questione riguarda la violenza alle donne, che va intesa non solo come violenza sessuale, ma come qualsiasi tipo di abuso, fisico, psicologico, anche economico, che spesso le donne subiscono, in silenzio.

La casa delle donne L’obiettivo è riuscire a creare anche ad ovest dello Zovo un punto di riferimento per le donne in difficoltà, prendendo esempio da quanto è stato fatto in territorio scledense. “Continuiamo a lavorare al progetto dello Sportello Donna, inteso come centro

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Schio, tutto un altro mondo Quasi contraria è la realtà scledense, dove la commissione nasce nel 1995 su spinta di associazioni femminili, di singoli politici interessati a tale argoValdagno, mento e di sindacati, e dà origine sucuna partenza tutta in salita “L’attuale Commissione è stata no- cessivamente anche ad uno Sportello minata a giugno 2005 e ha iniziato il Donna, che negli anni ha consolidato suo percorso partendo da un’eredità la propria struttura e il radicamento di esperienza non proprio positiva nel contesto territoriale. “Siamo parti– spiega la presidente Elena Chemello te con un corso di formazione sulle pari -; la precedente Commissione, infatti, opportunità, organizzato con lo studio non aveva mai svolto concretamente Stele di Vicenza – racconta Grazia Mail suo ruolo, per cui a noi è toccato il tino, la presidente -. In questi anni di difficile compito di farci conoscere sul lavoro, abbiamo organizzato iniziative pubbliche e seminari territorio e ai cittadini. di vario genere, legate Non siamo partite con alla realtà femminile, l’appoggio o la sensibilità già acquisita sull’ar- L’anno scorso dalle donne in politica alle nuove schiavitù, gomento, ma ci veniva, lo Sportello a questioni sul piano invece, fatto capire che Donna di socio sanitario rispetto il nostro impegno era ai tagli e alle riduzioni quasi futile perché il Schio è stato assistenziali previste e problema non era sen- contattato da conseguente ricaduta, tito dalla popolazione. oltre duemila ancora una volta, sulle Ogni piccolo passo fatto persone donne. Quest’anno, in è diventato, quindi, una occasione del 60° anconquista importante niversario del voto delle per far crescere la sensibilità e dare visibilità alla commis- donne, abbiamo coinvolto anche le sione”. La scarsa presenza nella vallata scuole superiori di Schio in un concordi associazionismo femminile è la con- so finalizzato allo sviluppo di un elaferma di un territorio spesso a digiuno borato sulla questione. Devo dire che di questioni di genere, di diritti umani la partecipazione alle diverse attività è e di pari opportunità; argomenti stu- sempre stata numerosa e ben accolta diati o trattati nel personale, ma non dalla popolazione, forse per la scelta

delle tematiche trattate, particolarmente sentite, attuali e interessanti”.

Lavori in corso in vallata A pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, dunque, convivono due realtà opposte. Adesso, comunque, anche Valdagno sta tentando di recuperare il terreno perduto. “Dopo un percorso di formazione delle commissarie, individuale e di gruppo- prosegue la presidente Chemello -, abbiamo programmato degli interventi che fossero compatibili con le esigenze e le carenze del territorio, organizzando alcune serate formative sulla donna e il lavoro e relative leggi, sulle donne e politica e dati di riferimento. Ci siamo confrontate anche con esperienze a noi vicine, iniziando anche a lavorare con la Commissione provinciale e poi con lo Sportello Donna di Schio, che da anni lavora sul territorio e che è riuscito, con costanza e tenacia, a creare un “posto per le donne”, un’oasi di positività e di aiuto. Anche a Valdagno sarebbe importante riuscire a costruire qualcosa di simile, o magari, per il momento, solo un punto d’incontro, un’opportunità di esserci. Per far questo, però, c’è bisogno di un sostegno motivato e forte delle amministrazioni locali”.

La commissione si sta impegnando in particolare su due tematiche: “La prima riguarda la necessità di fotografare la nostra realtà femminile, attraverso dei dati che stiamo raccogliendo con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, allo scopo di creare una banca dati e informazioni utili per conoscere i reali bisogni e le aspettative del genere

di ascolto, documentazione, informazione, come luogo di confronto culturale, che contribuisce al rafforzamento dell’identità di genere, che tenta di migliorare la condizione di chi vive in situazioni di sofferenza e difficoltà, come spazio di incontro, insomma come una casa delle donne – spiega Grazia Matino -. Per quanto riguarda le prossime attività in programma della Commissione, sono previsti un appuntamento pubblico sul mobbing e un incontro con gli amministratori pubblici sul bilancio di genere. E, intanto, le donne continuano a formarsi…!”.

La conferma dell’efficacia del lavoro svolto arriva dai dati. Nel 2006 il totale dei contatti è stato di 2.050 donne che si sono rivolte allo Sportello, di cui la metà per la prima volta. La nazionalità è italiana nel 65% dei casi, mentre per quanto riguarda la provenienza, il 55% delle donne è residente a Schio e il 45% proviene da altri Comuni, tra cui anche Valdagno. Il 45% delle richieste è collegato ad una richiesta di lavoro e del restante 55%, dopo un primo colloquio, il 22% chiede una consulenza legale, il 13% una consulenza psicologica. Nel totale delle utenze, il 7,8% si rivolge per motivi di violenza e maltrattamento, percentuale che sale al 18% se si considerano solo le donne che accedono allo sportello per la prima volta. Il 44% si rivolge per conflitti o problemi personali o familiari, mentre il 38% per motivi legali e di separazione dal coniuge.

VENEZIA

Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley, Novello e Palladiogroup.it ben due B1 al via a pagina 14

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiare di Verona

Anno 2 - Numero 29- Sabato 15 settembre 2007 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°71

Il team della Geoplast di pallanuoto femminile riparte con la novità di Nadia Scotton a bordo vasca al posto di Sergio Peri

Una squadra-laboratorio DI GIANFRANCO GALANTI

Rugby, i Rangers a scuola da Pierre Villepreux a pagina 16

Hockey in line, Asiago punta all’Europa a pagina 18

Bassano calcio i gol d’autore di bomber Lorenzini a pagina 19

“Avevo quattordici anni quando ho cominciato e ne sono passati quaranta tra vasca e bordo-vasca. Posso anche occuparmi di altro.” In realtà non è vero perché Sergio Peri, il mister che nella stagione passata ha condotto le “calottine” della Geoplast ad una salvezza tranquilla alla prima esperienza nel campionato cadetto, non lascia: semplicemente è salito di rango e quest’anno si occuperà di gestione del team e rapporti con gli sponsor. Sarà Nadia Scotton a ricevere l’eredità di mister Peri: ex “calottina” anche lei che per il prossimo anno di B guiderà le ex-compagne.

La Geoplast è così: una fucina di talenti da accogliere, coltivare e lanciare.

Ci crede fermamente Peri in questa politica di rinnovamento ormai consolidata: “Abbiamo una costruttiva sinergia con il team Plebiscito di Padova che Nadia Scotton ogni anno ci manda giovani e giovanissime. Da noi si fanno le ossa e poi tornano a Padova dove la realtà della pallanuoto, sia maschile e femminile, è di primo piano.”

Alla domanda se non ci sia Sergio Peri qualche problema di continuità progettuale e agonistica, la bontà della risposta è disarmante. “Si cerca di promuovere e diffondere il movimento. A Padova anche grazie all’impegno del vice presidente Andrea Barzon e

Il setterosa vuole confermare l’ottima stagione dell’anno scorso

del mister Andrea Sellaroli, si concentrano le risorse, sopratutto quelle umane, nella pallanuoto. Noi abbiamo tante altre attività come il sincro o i tuffi, inoltre come società siamo più giovani.” Insomma, c’è un fine superiore cui ambire.

Bene Mister, questa è una lezione di illuminata lungimiranza per tutti, ma gli ottimi risultati ottenuti nel recente passato dopo il salto di categoria, con una salvezza non facile, hanno forse alzato un po’ le aspettative.

“Eravamo noi la Cenerentola del girone ma ci siamo guadagnati rispetto e soprattutto una salvezza anticipata strappata in acqua palla su palla.

Ripartiamo da lì, quest’anno con l’esperienza e l‘ottima preparazione di Nadia Scotton.’ Buona parte dei meriti

va divisa anche con il presidente Gechelin che ci mette sempre nelle migliori condizioni per lavorare.” Sottolinea più volte Peri il fatto che a Vicenza ci sono molti giovani preparati. Giovani e donne: un inno alle pari opportunità.

“Non si vedono molte donne in panchina in tutta la galassia sportiva. Uno dei pochi esempi è Manù Benelli.” Monumentale, anche se, pensando all’esilio imolese…

Torniamo in vasca, che è meglio, per capire come ci si sta organizzando per la stagione che arriverà. In settimana primo incontro con le giocatrici e poi tutta la fase di preparazione atletica. Differenze ed analogie tra la gestione Peri e la nuova esperienza firmata Scotton? “Una vita spesa in vasca entrambi” - dice mister Peri – “ Nadia chiaramente ha un rapporto più confidenziale con le ragazze e quindi non ci sono quelle distanze che io mantengo per forza di cose. Lei ha una preparazione capillare, io sono un animale da panchina.” Una stagione quindi che si annuncia di assoluto interesse considerate le rilevanti novità a partire da bordo vasca. Scusi mister, ma cosa dobbiamo aspettarci?

“Aspettiamo di vedere come saranno i gironi. In queste categorie il campionato può essere deciso anche da una o due giocatrici che fanno la differenza. Noi comunque, alla sirena, saremo lì, pronti e carichi”.

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15 SETTEMBRE 2007 Pallavolo serie B1 Femminile. Per il campionato c’è da aspettare fino al 10 ottobre. Il tecnico Peppe Nica : “Pronte per la nuova stagione”

www.minettigroup.com DI PAOLO MUTTERLE

Una Coppa Italia che per ora è una Coppa Vicenza.

Per il campionato c’è da aspettare fino al 10 ottobre, ma la Novello ha già i motori caldi per il debutto nella coppa di serie B, dove le biancorosse di Nica sono state inserite in un girone tutto berico assieme a Sorelle Ramonda Montecchio e a Ipag Noventa. Il debutto è previsto per domenica 16 settembre alle 17.30 al Centro Sport Palladio contro le cugine castellane, che militano in B2, per un derby piuttosto ricorrente negli ultimi anni tra campionato e coppa. L’anno scorso la compagine di coach Nicola Zanoccoli ha rappresentato per le novelline un’autentica bestia nera, dato che su quattro sfide ben tre sono andate alle ragazze del Montecchio; un dato che però non la dice tutta sulla stagione delle due formazioni vicentine. Va anche detto che il leader maximo della Novello Vicenza Peppe Nica è abituato a lavorare con squadre molto giovani, che riesce a plasmare nel corso della stagione e a portare a livelli di gioco immen- Peppe Nica samente superiori rispetto a quelli iniziali. La Novello che ha iniziato la scorsa stagione con due sconfitte con il Ramonda e incapace di vincere una partita da tre punti nelle prime nove giornate è una parente lontanissima di quella che ha poi accarezzato a lungo i play off con un filotto di vittorie consecutive e che ha fornito la quasi totalità della rosa alla Nicolato Metodo Immobiliare Vicenza under 18 quarta a livello nazionale e terza in Girl League tra le giovani di serie A. Diverso il discorso quest’anno, dopo che acquisiti i diritti per la serie B1 quella che è diventata la prima squadra femminile della provincia dopo il trasferimento forzato della Minetti Infoplus si è rinforzata con acquisti sempre giovani ma già di esperienza come Rroco, Tirozzi e Astarita, tutte e tre azzurrine con

Coppa Italia al via La Novello scalda i motori le nazionali giovanili, oltre a una ‘veterana’ di lusso come Barbara Barbieri, che arriva da due stagioni in serie A1 con il Megius Padova.

Le due sconfitte nella precedente edizione della Coppa Italia fanno insomma poco testo, anche se nessun avversario va sottovalutato, men che meno il Montecchio che vanta tra l’altro nelle sue fila un ex biancorossa di lungo corso come Stefania Forti dell’esperienza dell’anno precedente la Novello Bedin, cresciuta è pronta per la nuova serie nel Vicenza Volley e nell’ultima stagione in prestito molto affiatato, dove gran parte delle ad Albignasego prima di essere gira- giocatrici già si conoscevano ed è stata alla società castellana. to facile l’inserimento dei nuovi inneIl clima in casa Novello è sti inseriti. Ogni seduta diventa una però molto positivo, come partita alla morte, con una lotta per il testimonia il ds Claudio posto che penso metterà in difficoltà Bianchi: “Per me siamo il nostro allenatore”. una grande squadra, con Domenica 16 settembre alle 17.30 molta competizione in- sarà dunque la prima uscita ufficiale terna che porta ad allena- di Astarita e compagne. Prima però menti di alto livello. Nono- esordisce sabato sera in Coppa Venestante il rientro di alcune to la Vicenza VolleySchool di serie D, ‘big’ come Astarita, Tirozzi impegnata contro il San Vito, squae l’arrivo Rroco posso dire dra candidata a vincere il campionache in rosa abbiamo dodici to di C. Altro match interessante, con ragazze che meritano tutte fischio d’inizio alle 21 alla Palestra la B1. è inoltre un gruppo Rodolfi.

Questo il calendario completo della prima fase di Coppa Italia Maschile: sabato 15 settembre, ore 21.00: Mestrino - Palladiogroup.it Vicenza mercoledì 19 settembre, ore 21.00 al Palalaghetto: Palladiogroup.it Vicenza - Sarmeola domenica 23 settembre, ore 17.30: Trebaseleghe - Palladiogroup.it Vicenza mercoledì 26 settembre, ore 21.00 al Palalaghetto: Palladiogroup.it Vicenza - Mestrino sabato 29 settembre, ore 21.00: Sarmeola - Palladiogroup.it Vicenza domenica 7 ottobre, ore 17.30 al Centro Sport Palladio: Palladiogroup.it Vicenza – Trebaseleghe

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Pallavolo maschile serie B. La Palladiogroup.It Vicenza pronta all’esordio in Coppa Italia

Parte la stagione dei ragazzi di Fangareggi Proseguono senza intoppi gli allenamenti dei ragazzi della Palladiogroup. it Vicenza, che sono tornati in palestra già lunedì per iniziare la loro terza settimana di lavoro.

“E’ stata un’altra buona settimana - commenta coach Mario Fangareggi - Già dalla scorsa abbiamo iniziato a saltare di più e a giocare un po’ di più come squadra: in questi giorni ci stia- Mario Fangareggi mo invece preparanto 15 settembre a Mestrino, do anche alle prime squadra che ha ottenuto la partite”. promozione in B2 la scorsa stagione, traguardo al quaSabato 15 settembre, infatti, le ha contribuito anche l’alinizierà il cammino in Coppa zatore Nicola Rizzi, ancora Italia dei biancorossi, che in biancorosso. L’esordio sono stati inseriti nel girone davanti al pubblico amico è 12 insieme a Saladini Mestriinvece fissato per mercoledì no, Simeonato Silvolley Treprossimo al Palalaghetto. baleseghe e Vergati Bigmat “Del Mestrino non sappiaSarmeola, tutte formazioni mo molto, soprattutto perpadovane che disputeranno ché nessuno ha ancora fatto il campionato di B2. partite, siamo a “Tecnicamente e conoscenza solo fisicamente non di alcuni nomi, possiamo essema sinceramente re al massimo, È importante neanche ci inteperché abbiamo soprattutto ressa sapere molprogrammato cominciare to delle nostre avil nostro lavoro versarie in questo per arrivare a un subito con momento: dobbiacerto livello più la giusta mo preoccuparci avanti. - continua motivazione più del nostro di il tecnico della gioco che non di Palladiogroup.it quello degli altri.

- Le prime parti– conclude Fante sono sempre gareggi - E’ importante sodifficili: dobbiamo imparare prattutto cominciare subito a conoscerci come squacon la giusta concentrazione dra, cominciare a giocare e la giusta motivazione” da squadra... e non è semGli obbiettivi? “Vincere, perplice. Queste prime partite ché ovviamente nessuno di Coppa ci saranno sicurascende in campo per perdemente molto utili per arrivare re, ma soprattutto crescere più preparati per l’inizio del a livello di squadra e trovare campionato; noi sicuramente quelle convinzioni e quella daremo il massimo.” carica necessarie per affronAncora pochi giorni di alletare poi al meglio il campionamento, quindi, poi non si nato”. scherza più. Si inizia saba-

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15 SETTEMBRE 2007 Pallavolo. I campionati ripartono con molte novità. Come l’introduzione, a titolo sperimentale, del secondo libero come tredicesimo giocatore

Conto alla rovescia per i campionati Suona la campanella per il Volley 14. Sabato 1° dicembre il fischietto dell’arbitro suonerà anche per l’Under 13 rosa, mentre per la formazione azzurra bisognerà aspettare il nuovo anno, precisamente sabato 12 gennaio. Per i campionati di divisione la partenza è prevista per il 31 ottobre sia per la prima che per la seconda divisione, maschile e femminile.

Le formazioni di terza divisione scenderanno in campo sabato 3 novembre.

DI ANNA MOLON

UFFICIO STAMPA FIPAV

Si è da poco conclusa la stagione ed è già tempo di tornare in campo. Nessun allenamento dietro l’angolo, né partite ufficiali imminenti. Il “terreno di gioco”, per il momento, è quello fissato nero su bianco dalla Commissione organizzativa gare provinciale che ha diffuso nei giorni scorsi l’indizione dei campionati provinciali ed il planning con le date della prossima stagione. Stagione che si preannuncia ricca di sorprese.

La formazione maschile vicentina che ha vinto lo scorso anno la Coppa Veneto

Le novità - Tra le novità principali spiccano su tutte il di Terza Divisione Under 20 debutto della Terza divisione M/F, che prevede l’iscrizione a referto di atleti “fuori Under 16 femquota” e l’accesso minile, l’uso del diretto al campiolibero per l’Un- Tra le novità nato di divisione der 16 maschile e spiccano il superiore.

Una l’introduzione del debutto della secondo libero terza divisione novità che quest’anno riguarda per i campionati Under 16 anche il campiodi Divisione. femminile e nato di Terza DiviVisto il succesl’uso del libero sione Under 16 F, so raggiunto lo scorso anno, la per l’Under 16 rivolto alle società che hanno parteC o m m i s s i o n e maschile cipato al Campiogare provinciale nato Under 16 F e indirà anche per il 2007-2008 il campionato che consentirà alla squadra vincitrice l’accesso diretto in

seconda divisione. L’inizio è previsto al termine della regular season del campionato Under 16.

I campionati di divisione vedranno l’introduzione, a titolo sperimentale, del ruolo di secondo libero come tredicesimo giocatore, che dovrà indossare un’uniforme di colore differente rispetto a quella dei compagni di squadra. Anche per gli atleti dell’Under 16 c’è una novità tecnica in arrivo per la stagione 2007/2008: l’uso del libero per la sola fase provinciale.

Per le finali giovanili sono state fissate queste date: il 2 marzo per l’Under 18 M/F, il 16 marzo per le formazioni dell’Under 16 e il 6 aprile Le date - Si parte ufficial- per l’Under 14. Le squadre mente sabato 22 settembre di prima e seconda divisiocon l’Under 16 femminile, ne disputeranseguita a ruono entrambe le ta dall’Under 18 Per i finali domenica che disputerà la campionati 27 aprile, mentre sua prima parti- di divisione quelle di terza si ta di campionato la partenza è contenderanno il domenica 30 set- prevista per vertice della clastembre.

Sabato il 31 ottobre sifica la settimana 27 ottobre sarà sia per la dopo, domenica 4 la volta delle formaggio. prima che per mazioni rosa delPer l’indizione inla seconda l’Under 14, cui tegrale si rimandivisione seguiranno il 3 da al sito web del 4 e 10 novembre Comitato Provinle prime partite delle squa- ciale (www.fipavvicenza.it). dre maschili Under 16, 18 e

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15 SETTEMBRE 2007 Rugby serie C. Il campionato inizierà il 7 ottobre, in quella data è prevista anche la 4^ edizione di “Vicenza si mischia”

Un’estate di stage e beach rugby La palla ovale torna in campo DI FRANCESCO BIANCHI

diramato i gironi del campionato di Serie C, confermando la partecipazione del Vicenza al Girone Elite, che raggruppa le squadre più forti del Triveneto per questa categoria.

Il First XV biancorosso sarà guidato per il secondo anno dal tecnico Pietro Bovo e dal preparatore atletico Sergio Rossato, che hanno a disposizione un gruppo di giocatori piuttosto giovani ma già ben rodati da un anno di lavoro con l’allenatore di Mirano. Il campionato di C inizierà il 7 ottobre e il club berico dovrà confrontarsi con: Montereale, Belluno, Alpago, Monselice, Villadose, Casale sul Sile, Montebelluna, Oderzo, Conegliano, Jesolo e Portogruaro.

Quando Francia e Argentina hanno inaugurato la Rugby World Cup 2007 a Parigi, davanti a 80mila tifosi, l’impianto di via S. Antonino funzionava già a pieno ritmo. Tutti i 350 atleti tesserati delle formazioni del Rangers Rugby Vicenza – dagli Under 7 fino ai Seniores – hanno ripreso gli allenamenti, in vista della stagione 2007/08, e la club house biancorossa è diventata centro di ritrovo per seguire le partite dei campionati mondiali. Si tratta un evento mediatico trasmesso in 250 paesi, per un totale di quattro miliardi di telespettatori in tutto il mondo, superato in questo senso solo dalle Olimpiadi e dai mondiali di calcio.

Il tecnico Pietro Bovo può contare su una squadra giovane ma già ben rodata

In verità, nemmeno durante l’estate i rugbisti vicentini sono rimasti fermi. I campi “dell’Angelo Gobbato” sono rimasti a disposizione di chi

ha continuato a trovarsi con i compagni sul manto erboso per mantenere la forma, ma i mesi estivi sono stati scanditi anche da impegni agonistici

ed appuntamenti internazionali. I ragazzi della prima squadra, con l’inserimento di qualche juniores, e le atlete del settore femminile hanno

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Novità per gli Under 19, da quest’anno affidati alla conduzione tecnica di Nicola Pettenò, già selezionatore del CIV, e di Gianni Serventi, ex allenatore dell’Under 17. Per loro si profila una fitta serie di partecipato a diversi tornei test-match pre-campionato, di rugby seven e beach rugby. che si concluderà con il primo Un gruppo di ventitrè junio- incontro internazionale delres e cinque accompagnatori, la stagione, in programma il invece, ha frequentato lo sta- 26 settembre a Vicenza, dove ge di Pierre Villepreux a St. sbarcherà il team della Tiffin Nazaire (Nantes, Francia), School (Kingston upon Thadopo la positiva esperienza mes, Inghilterra). Nel fratdell’anno scorso. Lo stage tempo la Scuola di Minirugby organizzato dall’ex nazionale sta riorganizzando le proprie francese, già allenatore della formazioni, che esordiranno ufficialmente il 30 selezione transUn gruppo settembre a Vealpina e di quella di atleti del rona, nell’ambito italiana, ha offerto Vicenza del tradizionale nuovi spunti e ocRugby ha Trofeo Ferraretcasioni di crescita partecipato to. Il 7 ottobre, agli atleti e agli alad uno stage poi, si giocherà la lenatori vicentini con l’ex quarta edizione che vi hanno parcoach della del torneo “Vicentecipato, ma annazionale za si mischia”, a che la possibilità Villepreux cui quest’anno si di confrontarsi e sono iscritti sedici divertirsi con altri rugbisti italiani, francesi, bel- club da tutta Italia, per una presenza complessiva di circa gi e ceki.

Intanto il Comitato Interre- 700 minirugbisti. E questo è gionale delle Venezie (CIV) ha solo l’inizio…

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15 SETTEMBRE 2007 Calcio serie B. Finora l’esterno sinistro napoletano è stato usato con il contagocce a causa di una non perfetta condizione fisica

Rodaggio complicato: Gregucci aspetta di giocare la carta Masiello VOLLEY MASCHILE A2

DI FRANCESCO CAVALLARO

No ragazzi, così non va. Siamo alle solite. L’anno scorso, dopo tre giornate, il Vicenza era mestamente ultimo a zero punti. Stavolta i biancorossi non sono la maglia nera della serie B (e ci mancherebbe), ma navigano comunque nei bassifondi con appena un punticino. A Schwoch e compagni manca il mordente, la giusta cattiveria che occorre mettere in campo per vincere le partite. Sembra quasi che mister Gregucci predichi nel deserto. Passi per la falsa partenza; però adesso serve una svolta, e in fretta. La partita del riscatto è in programma al “Menti” sabato prossimo contro il Mantova, primo della classe a 7 punti. I biancorossi hanno un solo risultato utile – la vittoria, ovvio - per evitare di entrare in crisi dopo nemmeno un mese di campionato.

A tre settimane dal campionato parte la campagna abbonamenti

Salvatore Masiello, venticinquenne esterno sinistro, è l’asso tenuto un po’ troppo nella manica

so ho giocato 36 partite in A con il Messina e ho segnato una rete.

Mi auguro di essere decisivo in più occasioni con la mia nuova squadra. Il gol è un po’ il mio tallone d’Achille; ma sono qui per migliorarmi”. Lo provochiamo: perché un giocatore che l’anno scorso era in serie Pochi, (nessuno?) avrebbero A ha scelto di rimettersi scommesso su un avvio tanto diin gioco nella cadetteria? sastroso; anche perché la cam“Non avevo buone propagna acquisti si era chiusa con il spettive con l’Udinese; botto nell’ultimo giorno disponibimi era stato detto che se le. Il 31 agosto è infatti arrivato alla fossi rimasto avrei fatto corte di Gregucci, in prestito dalpanchina. Per come sono l’Udinese, il napoletano Salvatore fatto, non avrei resistito Masiello, venticinquenne esterno a vedere i miei compagni L’allenatore Gregucci sinistro di buone speranze. Un giocare e io riserva. Ho colpo che, tuttora, sa di ciliegina preferito optare per la sulla torta. In particolare, il ds continuità. Datemi solo un’altra Sergio Vignoni ha trattato a lunsettimana e poi tornerò al massigo (addirittura tre settimane) con mo della condizione fisica. Purla società bianconera per portare troppo quest’estate, in occasione a Vicenza il centrocampista. Alla delle varie amichevoli, per scelta fine il dirigente, che si è preso i tecnica non sono praticamente complimenti dall’amministratore mai sceso in campo. Non ho niente delegato Danilo Preto per l’ottimo da ridire; solo che mi ci vorrà anmercato, ha strappato un accordo cora del tempo per recuperare. In con la formula del prestito. Vignoni ogni caso, coltivo ancora il sogno avrebbe voluto anche acquistarlo a di giocare in serie A. Magari l’anno titolo definitivo, ma non c’è stato prossimo ci torno con il Vicenza. verso di portare a termine l’operaSarebbe il massimo”. Piano con i zione. Va bene lo stesso. Basta che voli pindarici. Intanora Masiello, fino ad to è bene che i bianora impiegato con il corossi riprendano il contagocce a causa loro cammino senza di una non perfetta “Dò sempre il troppi proclami. Poi condizione fisica, dia massimo: non si vedrà. Anche peril suo contributo per sono venuto ché i biancorossi, in risalire la china. tempi non sospetti, “Dò sempre il mas- per fare la erano stati accredisimo - commenta il comparsa ma tati come la possibile giocatore -; Non sono sorpresa della serie B. per poratre in venuto a fare la comIn fondo il tempo per parsa, ma per porta- alto i colori il rilancio c’è tutto. re in alto i colori del del Vicenza” Per quanto riguarda Vicenza. Sono sincel’organigramma, il ro: ho aspettato tutta nuovo vicepresidente l’estate una chiamata è Tiziano Cunico, già da parte del ds del Napoli Pierpaoconsigliere del Club, subentrato lo Marino che però non è mai arrial dimissionario Nicola Baggio. vata. Pazienza. Ora non guardo più Dario Cassingena, figlio del presial passato; desidero concentrarmi dente Sergio Cassingena, assume solo sul Vicenza e fare bene con invece il ruolo di assistente di Daquesta maglia. Spero di ripagare al nilo Preto. meglio tanta fiducia. L’anno scor-

La partenza per il Fiorese Spa Bassano è prevista per il 30 settembre in casa contro la temibile Framasil Pineto. In queste settimane parte invece la campagna abbonamenti per la nuova stagione di serie A2. Ancora una volta lo slogan “Investiamo in Emozioni” viene scelto dal sodalizio giallorosso per riempire il PalaBassano di voci e colori, ma soprattutto per portare sugli spalti tanto entusiasmo e tanta passione, ovviamente a tinte giallorosse. Dopo quattro splendide stagioni in serie A2, anche que- xxx st’anno i tifosi potranno arrabbiarsi, gioire, soffrire, festeggiare ed esultare con i ragazzi del Fiorese Spa Bassano.

Le tipologie di abbonamento sono le stesse, mentre, per la prima volta da quando il Bassano calca il prestigioso palcoscenico della serie A2, è stato deciso un piccolo aumento di prezzi che si traduce in sostanza in aumento di 1 solo euro a biglietto, ovvero di 10 euro sull’abbonamento valevole per le 15 partite casalinghe del Fiorese Spa Bassano. Dopo

una stagione da incorniciare anche sotto il profilo del pubblico, confermatosi per il quarto anno di fila come uno dei più presenti e numerosi di tutta la serie A2 Tim, si è inoltre pensato di premiare i tifosi che sottoscriveranno l’abbonamento con una foto ricordo in compagnia di tutta la squadra: poco dopo l’inizio del campionato verrà stabilita una data in cui tutti gli abbonati si metteranno in posa a fianco dei loro beniamini per una foto ricordo che verrà poi consegnata ai presenti nella partita casalinga successiva.

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15 SETTEMBRE 2007

Hockey in line. Con Trieste gli asiaghesi rappresenteranno l’Italia nella prossima manifestazione continentale

Mission Possible: gli Asiago Vipers alla conquista dell’Europa Saranno gli Asiago Vipers Tegola Canadese reduci da una stagione trionfale che li ha portati a vincere Supercoppa, Coppa Italia e Campionato, e l’Edera Trieste, giunta alle spalle dei Vipers sia in Coppa che in campionato, le formazioni italiane che andranno all’assalto della Coppa Campioni a partire dai preliminari del prossimo ottobre.

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Se per la formazione asiaghese l’avvallo alla partecipazione da parte di F.I.H.P si poteva considerare una pura formalità, non altrettanto si può dire per la formazione dell’Edera che dallo scorso maggio si era trovata, suo malgrado, al centro di un “giallo tesseramenti” (il “caso Bartole”, il portiere con doppia nazionalità - italiana e slovena- tesserato in eccedenza al numero massimo consentito di giocatori stranieri) che aveva portato alla decisione del giudice sportivo di 12 punti di penalità da scontare nella sta-

zione della “European Champions Cup”.

Dopo il successo dell’anno scorso i Viper provano a dominare l’Europa

gione 2007/2008 e mille euro di ammenda ridotti poi dalla CAF (di cui si è ancora in attesa di poter leggere la motivazione dallo scorso 3 luglio) a soli 2 punti e 300euro di ammenda.

Con una mail giunta questa set-

timana la FIHP ha comunque diradato tutte le nubi che si erano addensate nei mesi estivi sulla formazione triestina autorizzando per l’appunto gli Asiago Vipers e l’Edera Trieste a partecipare alla prossima edi-

distinti nella scorsa stagione agonistica. Soddisfazione in casa Vipers per la targa/preSi respira già dunque aria di mio consegnata a Jure Penko derby fra le formazioni italiane che è risultato essere il miglior che si “sfidano” ancora prima portiere del girone A con sole di poter incrociare i bastoni. 14 reti incassate durante l’arEntrambe, infatti, hanno avan- co della stagione regolare. Per zato al Comitato Europeo la il ventiseienne di Lubiana una loro candidatura per ospitare giusta gratificazione personale uno dei quattro gironi di se- dopo lo scudetto vinto alla sua mifinale (20-21 ottobre 2007) prima esperienza in maglia Viassieme ai francesi pers. Il riconoscidel Rethel, ai tedemento per il mischi del Kaufungen glior portiere del e agli olandesi dell’ Tra Asiago girone B è andato Eindhoven. La deci- e Trieste è a Marco Pesavento sone del presidente derby per dei Diavoli Vicenza Portier è attesa per con 26 reti subite. ospitare uno giovedì mattina (6 LNH provvederà a dei quattro settembre): cinque consegnare ai di“piazze” per quat- gironi di retti interessati i tro posti, la corsa semifinale premi in questione alla “Final Eight” di in occasione delle Valladolid comincia prime gare ufficiali da qui. della stagione agonistica 2007/08 (Supercoppa Nel frattempo la LNH ha co- Italiana - 14 Ottobre 2007). municato l’elenco dei giocatori che si sono particolarmente T.Q.

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15 SETTEMBRE 2007

Calcio serie C2. Giacomo Lorenzini, classe 1973, è uno degli ultimi arrivati alla corte di Mister Glerean. Per lui già due reti

La partenza sprint di Bomber Lorenzini DI FRANCESCO CAVALLARO

Ecco subito gli “esperti” pallonari a dire che il Bassano è la sorpresa del girone B di serie C2. È pur vero: 7 punti in tre giornate sono un bottino niente male; anche perché davanti a loro i giallorossi hanno solo Reggiana e Portosummaga, entrambe a 9 punti.

Ebbene, se da una parte qualcuno si stupisce, a Bassano c’è chi non fa una grinza e dice che sì, conquistare 7 punti era il minimo che si potesse fare. Giacomo Lorenzini, classe 1973, è al suo primo anno al Bassano; è arrivato quest’estate dal Carpendolo e, nonostante i suoi 34 anni, ha ancora tanta voglia di mettersi in mostra. Fino ad ora ha siglato due gol, uno in trasferta a Viterbo e il secondo, sempre fuori casa, in extremis contro il Teramo.

E’ lui il primo a non scomporsi per

Con 7 punti in 3 partite il Bassano è una delle migliori squadre della C2 la partenza-sprint della sua nuova squadra. Tranquillo, come se nulla fosse accaduto. Come se per il Bassano essere a due punti dalle capolista fosse la cosa più naturale del mondo. “So benissimo di far parte di una buona squadra - commenta Lorenzini -; nelle prime tre giornate ci siamo espressi al meglio e abbiamo conquistato 7 punti che, per la verità, erano assolutamente alla nostra portata. A Bassano mi trovo a meraviglia. Con i compagni e con mister Glerean i rappor-

ti sono dei più cordiali. Ho fatto bene a scegliere questa piazza, si respira il clima ideale per fare del buon calcio”.

Buon calcio? Scusi Lorenzini, in che senso? “La società è stata chiara fin dall’inizio - spiega l’attaccante -: l’obiettivo di questa stagione è migliorare la quinta posizione dell’anno scorso. Abbiamo tutte le potenzialità per farcela. In particolare, dietro ad un grande gruppo di giocatori e ad un tecnico prepara-

L’impressione è che davvero, a 34 tissimo c’è una società seria e amanni, suonati voglia dare ancora biziosa che ha programmato tutto molto al Bassano. Magari potrebper filo e per segno: nulla è stato labe contribuire alla promozione dei sciato al caso. Anche se la squadra giallorossi, vero Lorenzini? “Vinceè da pochi anni tra i professionisti, re è sempre difficile – risponde -. È tutti gli addetti hanno imparato vero che la società non si è mai nain fretta. C’è voglia di far bene, il scosta, ma occorre procedere con i massimo che possa chiedere un piedi ben piantati per terra. Prima nuovo giocatore”. E le sue aspetdi noi ci sono altre pretendenti al tative? “Mi auguro di togliermi salto di categoria. Ad esempio la qualche soddisfazione; che per un Reggiana, che infatti è partita a attaccante non significa altro che razzo, il San Marino e la Spal. Quesegnare il più possibile. Non tanto ste ultime non hanno iniziato nel per me, ma per il Bassano. Quanmigliore dei modi, ma sono sicuro te reti? Non lo so, vivo alla giorche alla lunga i veri nata. L’importante è valori verranno fuoproseguire su questa strada. Diciamo che Le pretendenti ri. In ogni caso i loro risultati ci interesho iniziato bene, ma al salto di sano relativamente; il campionato è lungo categoria il Bassano deve fare e pieno di insidie. Mi sono tante, la corsa solo su sé continuerò ad allema il Bassano stesso. Contano solo nare con la massima i nostri punti, almeumiltà per farmi tro- deve fare no per ora. Sarà un vare pronto all’occor- la corsa solo stagione equilibrata, renza”. su se stesso non credo ci sarà una squadra in grado di Pane al pane, vino ammazzare il campionato. Statene al vino. Lorenzini è così, semplicerti, noi faremo la nostra parte”. ce, senza troppi grilli per la testa.

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appuntamenti sportivi Roana Festa dello sport

Basket Il Famila inizia l’attività giovanile Continua a pieno regime la preparazione delle atlete del Famila Basket attualmente a disposizione di coach Orlando. Per sabato 15 settembre è previsto l’arrivo dell’australiana Deanne Butler, nuovo acquisto nel ruolo di play-guardia, che farà il suo”esordio” da scledense domenica 16 settembre alle ore 15 presso il parcheggio del supermercato Famila di via Maraschin dove si svolgerà la festa di inizio attività del settore giovanile arancione, aperta a tutti.

Baseball Coppa Veneto Inizia domenica 16 la qualificazione alla Coppa Veneto per 2 quadre Ragazzi e la C1 Seniores della Palladio che alle 10 esordisce col Praissola.

Sabato sera alle 20.30 allo stadio dei Pomari, ottavi di finale del Campionato under 21 tra Rovigo e Parma. M.B.

Ciclismo Si corre a San Vito e Sarego Sabato 15 settembre Sabato 15 settembre a S. Vito di Leguzzano (Vi), gara su strada: ritrovo ore 13,00 bar dei giovani, partenza ore 14,00 cadetti junior senior, a seguire sg, aeb + donne, ore 15,30 veterani gentlemen ( consegna maglie promozionale). Organizza Asd S. Vito di Leguzzano, domenica 16 settembre, alle Grotte di Sarego (Vi) raduno concentramento: passaggio dalle ore 9,00 alle ore 11,30. Organizza Asd La Favorita. Sempre alle Grotte Di Sarego (vi) gara su strada trofeo F.Lli Salvadori: ritrovo e iscrizioni ore 13,00 alle grotte, partenza ore 14,00 da monticello di fara cadetti junior senior ore 15,15 veterani gentlemen premiazioni separate.

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Sabato 15 settembre in piazza S. Giustina a Roana si svolgerà la Festa Comunale dello Sport.

La manifestazione avrà inizio alle ore 16 con l’apertura da parte del sindaco Mario Porto e dell’assessore al turismo Luigi Martello. La seconda parte del pomeriggio inizierà alle 17.45 all’adiacente palatenda, con la sfilata delle sei associazioni sportive del Comune

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15 SETTEMBRE 2007

ovest vicentino 35 km di percorso ciclabile uniranno presto Recoaro a Montecchio, correndo lungo gli argini di Agno e Guà. Tuttinbici: “Esempio da citare”

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Pedalando tra Agno e Chiampo, nel regno delle due ruote

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DI MARTA CARDINI

Non fosse che al posto di Stelvio e Ortles ci sono il Pasubio e le Piccole Dolomiti, e che a qualche centinaio di metri di distanza si vedono benissimo le lunghe file di capannoni e concerie, a pedalare sulle piste ciclabili che seguono le rive dell’Agno e del Chiampo potrebbe anche sembrare di essere in un angolo di Alto Adige. Percorsi che si snodano per chilometri senza interruzione, immersi nel verde e lontano dagli incroci e dalle auto: un piccolo paradiso, soprattutto per chi è abituato a pedalare destreggiandosi alla meno peggio nel traffico della città.

Una rete di itinerari che si arricchisce ancora di più. Da sabato 15, infatti, è agibile il nuovo tratto di pista ciclabile Agno-Guà dalla contrada Tommasoni di Cornedo alla zona industriale di Valdagno. Sono 1.400 metri di percorso che si inseriscono nel progetto più ampio della realizzazione di una pista ciclabile che va da Recoaro a Montecchio Maggiore. Un progetto che verrà realizzato per stralci: la maggior parte del percorso è già funzionante ed utilizzabile. Ora mancherebbe solo il collegamento a Nord, da Valdagno a Recoaro e a Sud da Montecchio a Montebello.

«C’è grande soddisfazione per il lavoro svolto- commenta Flavio Guiotto, assessore allo sport del comune di Cornedo e motore del progetto -. Il Comune di

Cornedo si pone come ente capofila fra gli otto comuni, la Comunità Montana e la Provincia.

Già il pezzo Cornedo-Brogliano ha riscosso un successo al di là delle aspettative. Ora stiamo cercando di collegarci con Valdagno. La pavimentazione sarà assolutamente liscia. Quello del nuovo tratto inaugurato, fra i Tommasoni e la zona industriale di Valdagno è un traguardo interessante. Poi si arriverà fino alla rotatoria di Ponte dei Nori, sempre lungo la sinistra Agno. È previsto un sottopasso sul braccio più trafficato e un passaggio sul braccio meno trafficato».

L’assessore ai lavori pubblici e all’edilizia di Valdagno Eliseo Fioraso aggiunge: «L’obiettivo è che la pista venga utilizzata da studenti e lavoratori per arrivare al polo scolastico. Gli studenti impiegherebbero meno tempo ad andare a scuola in bicicletta che non in au-

tobus. Inoltre il percorso ha anche siano tratti così lunghi di pista una valenza culturale e turistica». ciclabile. Forse un caso simiL’obiettivo più a breve termine le può essere la pista ciclabile sembra essere il todel Brenta in Valtale collegamento sugana. A Vicenza Cornedo-Valdagno. non ci sono tratti A lungo termine si La rete di lunghi, anche se mira a collegare tutta piste ciclabili l’amministrazione la valle dell’Agno con dell’ovest sta lavorando per Montecchio. Il tratto vicentino è migliorare la situaancora da realizzare Per quanto una delle più zione. sarebbe a Nord, fra riguarda questa Valdagno e Recoaro. importanti pista dell’Ovest vi«Si arriverà a Nord a livello centino, penso che entro il 2009 - con- regionale sia sufficientementinua Fioraso- Una te sicura. Inoltre a volta che sarà comRecoaro già da due pletato tutto, ci sarà anni si può portare da creare una tabellazione ap- la bicicletta in cabinovia fino a posita per valorizzare il percorso Recoaro Mille. Io stesso ho preculturale. In alcuni tratti la pista so l’autobus col carrellone che verrà migliorata e asfaltata. Il co- mi ha portato fino a Recoaro e mune di Montecchio realizzerà poi ho preso la cabinovia, con inoltre un altro pezzo fino ad Ar- bici al seguito, per salire a Rezignano». coaro Mille».

Alla fine ne verrà fuori un complesso che in provincia e non solo, non trova eguali. Uno dei più importanti itinerari ciclabili della regione, in quanto, una volta completato, avrà una lunghezza complessiva di 35,7 km, si legge nella delibera regionale con cui Tratto: dai “Tommasoni” di Palazzo Ferro Fini ha concesso un Cornedo alla zona industriale finanziamento di 300 mila euro. di Valdagno

Sembrerebbe proprio un’opera perfetta, tranne che per la pubblicità, visto che non sarebbe stata fatta molta promozione per far conoscere a tutti questa realtà. Pochi i segnali sul posto, pochissima la promozione in Internet, e trovare qualche accenno agli itinerari ciclabili delle vallate dell’Agno e del Chiampo risulta difficile anche sui siti che dovrebbero promuovere il territorio, come quelli della provincia e del Consrozio Vicenza è. Il rischio, insomma, è che un percorso che potrebbe attrarre turisti e appassionati anche da fuori provincia, rimangano invece semisconosciuto. Ma l’assessore Guiotto assicura: «Stiamo lavorando per pubblicizzarla di più. Non solo: stiamo pensando a migliorare la sicurezza in alcuni passaggi e ad aumentare la segnaletica dove necessario».

Il nuovo stralcio della pista ciclabile

La nuova opera si integra col paesaggio della Valle dell’Agno

«È un esempio da citare – afferma Stefano Maboni, presidente dell’associazione Tuttinbici -, perché c’è stato molto impegno da parte delle amministrazioni locali per realizzare alcuni tratti. Il percorso è molto frequentato e utilizzato anche da chi non è della zona. Se devo fare un paragone con altre località, non mi sembra che altrove ci

Lunghezza: circa 1,4 Km Costo: 660 mila euro di cui 300 mila di finanziamento regionale, 240 mila dal comune di Cornedo, 120 mila dal comune di Valdagno.

Pista ciclabile Agno-Guà Tratti realizzati nei vari Comuni: Valdagno 1,3 Km Cornedo 4,1 Km Brogliano 3,1 Km Trissino 3,8 Km Arzignano 3,9 Km Montecchio 200 metri In fase progettuale: Montecchio Maggiore 2,2 Km Cornedo (Spagnago) 1,2 Km Valdagno-Ponte dei Nori 140 metri

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blog

Tante novità su tecnologia e design. E soprattutto tante discussioni sulle candidate di Salsomaggiore: ecco a voi sdamy.com

Sdamy, il curioso talk show online di Miss Italia Il mio blog (www.sdamy. vengono discuscom) nasce con l’intenzione si in un dialogo di avere un occhio di riguardo piccante e spesverso argomenti come l’inno- so, addirittura, da vazione e lo scambio culturale. infuocato La cosa più importante, per me, rivalità e prefeè la continua ricerca di nuovi renze per questa stimoli attraverso notizie pre- o quella aspiranse da culture diverse. Solo te reginetta. saprecosì l’innata creatività italiana, Come che in questi anni viene sorpas- te, nei blog gli sata da paesi molto competiti- utenti scrivono vi, può ritrovare luce. Curiosi- il loro pensiero tà, stranezze, stravaganze e chi su un determipiù ne ha più ne metta: tutto nato argomento. questo potete trovarlo nel mio Nel caso della sdamy. Dal video sull’uomo community su più piccolo del mondo al suo- Miss Italia tutto no degli insetti online, da im- è iniziato da un probabili sculture nel Dakota semplice artia pittoresche lampade a forma colo che voleva di molare, in una miriade di se- attirare le miss gnalazioni soprattutto nell’area in una discus- Anna, una miss di Bassano, distribuisce consigli della tecnologia, del design sione per vedere trovare in sdamy un posto frecosa c’è al di là e degli hobby.

E così, devo dire, il blog ha avu- della loro bellezza: emozioni, quentato da intenditori e amto subito un largo consenso: sensazioni, ambizioni… Poten- miratori, hanno avuto il modo za di internet, ha di dialogare direttamente con in poco più di un trovato subito un le miss. Ed è stato nell’edizione anno ha registragrande favore nel 2007 del concorso di bellezza to ben 1 milione pubblico. La pri- che sdamy è diventato il pun500 mila visita- Qui le ma miss a scrive- to di riferimento per il “mondo tori. Anche grazie aspiranti re su sdamy con miss”: questo mese sono stato a una community reginette il nickname “Una lasciati più di 15 mila comsu Miss Italia: da rispondono Miss” è stata Mau- menti, più di 100 candidate due edizioni, miss e a critici e ra Angy Maratta, miss provenienti da ogni parte appassionati di tut- ammiratori Miss Roma 2006, d’Italia hanno partecipato alla ta la penisola si inseguita da molte discussione, giungono al sito contrano qui. Sonaltre. Molti appas- decine di foto ed ogni giorno daggi, pronostici e retroscena su Salsomaggiore sionati di Miss Italia, oltre a il sito conta migliaia di visitatori.

Senza dubbio l’aspetto più importante di sdamy è rappresentato dal fatto di riuscire ad unire persone di tutta Italia. Per esempio, come ci riporta Martina, presenza abruzzese molto assidua nelle pagine del blog: “la sezione di Miss Italia è servita davvero a riunificare in qualche modo l’Italia e, se hai notato, alcuni utenti, dopo la mia esagerata pubblicità dell’Abruzzo, sono venuti proprio qui in vacanza quest’estate…”.

Quel che hanno distrutto gli incendi ha ricomposto, nel suo piccolo, il mio blog – mi viene da dire con un pizzico di orgoglio.

Maura, la prima miss arrivata sul blog

Damiano Silvestroni

Blog: di tutto, di più Oltre alle foto in anteprima delle aspiranti miss Italia, con tanto di commenti e giudizi, il blog di sdamy.com è una vera miniera di curiosità. Eccone alcune:

Tavolo per autodifesa Mercoledì 29 Agosto 2007

I ladri non perdono il vizio di entrare nelle case… questo tavolo, sperando di non doverlo mai utilizzare, potrebbe servire in qualche situazione spiacevole come autodifesa. Il piano del tavolo si trasforma in uno scudo mentre il sostegno in una mazza.

Errori di costruzione Sabato 1 Settembre 2007

E’ colpa dell’architetto, del geometra o dell’impresa edile?

Può capitare che nella costruzione di un’edificio si sbaglia qualcosa… qui ne trovate una serie.

Il pin-

guino ti aiuta a fare il tè Domenica 29 Luglio 2007

Stanchi di fare il tè sempre allo stesso modo? “Penguin Teaboy” vi aiuterà! Regolando il timer il pinguino alzerà la bustina dalla tazza evitando un infuso troppo carico.

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15 SETTEMBRE 2007

intervista doppia

Busin

Salumi dell’Alto Vicentino

via Trieste, 158 - Zané (Vi) Tel. 0445 314103 www.salumificiobusin.it

I gestori raccontano cosa succede quando in sala si spengono le luci, dai cinefili incalliti alla ricerca dell’essai ai giovani teenager tutti popcorn e horror

Il buono, il brutto e il cattivo del cinema sotto i Berici

Alessandro Dal Pian, direttore del Cinema Roma Come mai ha scelto questo lavoro e da quanto tempo è nel cinema?

Dal ’99, e a dire il vero non l’ho scelto. Io mi occupavo di informatica quando mi è stata fatta questa proposta: è stata un’opportunità che ho accettato per sfida, quando ancora qui c’era un cantiere. E devo dire che mi diverto molto.

Qual è l’identikit di chi va regolarmente al cinema?

Per fortuna non c’è: il cinema offre prodotti per bambini, per adulti, per chi è impegnato: ci sono diecimila argomenti che possono interessare ad un pubblico molto vario. Ed esistono comunque dei titoli che attirano tutti: un film come Shreck, ad esempio, ha fatto più pubblico agli spettacoli delle 20 e delle 22, che non sono esattamente orari da ragazzini.

Satelliti, dvd, digitale terrestre sono sempre più diffusi: i vicentini amano ancora il grande schermo?

La concorrenza si sente, ma non è un problema solo vicentino. Una volta un film usciva al cinema e dovevi aspettare due anni per vederlo in televisione: adesso la fruizione è velocissima, dopo una decina di settimane il prodotto è già in dvd. Il film si brucia in fretta, e anche film con attese importanti fanno fatica.

Quali sono i film preferiti dai vicentini? E quali invece i flop annunciati?

Tra i più amati direi sicuramente Harry Potter. Flop annunciati non ce ne sono: si sa già se i film si inseriscono in una fascia alta, media o bassa, sa se uno sapesse indovinare quali vanno proprio male ne starebbe lontano.

In città, nel giro di una quindicina d’anni, hanno chiuso il Palladio, il Corso, l’Italia, l’Arlecchino. Come vede la situazione attuale e quali sono le prospettive per il futuro?

Due di questi cinema erano nostri, e li abbiamo chiusi per non farci concorrenza. In generale c’è stata un cambio radicale con l’arrivo della multisala. Il pubblico non era abituato a strutture di queste dimensioni, ad una forma completamente nuova di cinema, e questo ha attratto molto. Il contraccolpo è stato forte: ha resistito l’Odeon, che ha un pubblico suo, e le seconde visioni. Cosa succederà in futuro chi lo sa.

Tarantino ha detto che il cinema italiano degli ultimi anni è deprimente, fatto di film tutti uguali. Una critica condivisibile?

Non lo condivido, e anche il pubblico dà un giudizio diverso: nell’ultimo anno il cinema italiano ha avuto risultati ottimi. I film di Verdone e di Muccino, per dirne due, sono andati benissimo. Forse è vero che dopo Benigni poco di quanto viene prodotto in Italia è andato fuori, ma portare un film all’estero è un meccanismo complesso e molto costoso.

Commenti queste frasi: Il cinema americano ha successo perché loro fanno bene i film. Noi facciamo bene la pizza. (Roberto Benigni) Non è vero, è soprattutto una queLe grandi stione di soldi: le produzioni amestar e le ricane investono cifre spaventose, pubblicità sono da noi i budget sono infinitamenpiù bassi, anche se le idee sono importanti. Ma te migliori. E comunque è vero che facciamo bene la pizza. a decidere il

successo di un film è ancora il passaparola

Attori di grido, trama avvincente, pubblicità: quali sono gli ingredienti principali per un film di successo? È un mix: i nomi richiamano molto, poi conta la pubblicità. Ma la cosa fondamentale resta il passaparola, anche nelle forma interattive che ci sono oggi. Se il pubblico esce convinto di aver visto un buon prodotto, la voce si diffonde. Viceversa, puoi spendere milioni in promozione, ma se il film non piace la gente non ci va.

Secondo lei, cosa cerca chi va al cinema?

Il divertimento e la ricerca dell’aggregazione sono importanti. Poi c’è il gusto di vedere qualcosa in anteprima, e con il grande schermo. Fortunatamente ci sono molti motivi di appeal.

Racconti l’episodio più curioso accaduto in sala Alle casse si sentono strafalcioni di tutti i tipi, ma al momento non me ne ricordo.

Medley, girato e prodotto a Vicenza, è stato uno dei casi cinematografici degli ultimi anni: secondo lei è ancora possibile fare film a basso prezzo e riuscire a distribuirli?

Purtroppo no. Esistono tante idee e tante storie che potrebbero essere belle ma che difficilmente riescono a collocarsi nel contesto economico del cinema. Sono le major che decidono ci va nei cinema, anche perché la distribuzione avviene tramite agenzie collegate alle grandi case di produzione. Ma questo è un meccanismo che può favorire anche gli autori.

Una delle gioie che procura il cinema è il fatto che è a buon mercato, e questo non dovremmo dimenticarlo mai. (Oliver stone) È verissimo, e bisognerebbe ricordarlo di più. Prima dell’euro i film costavano 13 mila lire, adesso il prezzo medio è di 6,50 euro. Gli aumenti sono stati minimi.

Se un film ha successo, è un affare; se non ha successo, è arte. (Carlo Ponti) È un discorso difficile, perché alla fine il giudizio è sempre molto soggettivo. Capita spesso che film veramente belli non siano apprezzati, ma in genere se un film ha successo è perché trasmette qualcosa. Forse si può fare una distinzione tra film di cassetta e film di qualità, ma non dire che qualcosa è bello e qualcos’altro è brutto.

Fabio Costa, programmatore del Cinema Odeon, gestito dalla Società Generale di Mutuo Soccorso Come mai ha scelto questo lavoro e da quanto tempo è nel cinema?

Non è il mio lavoro, è una passione che faccio da 40 anni.

Qual è l’identikit di chi va regolarmente al cinema?

Manca totalmente la fascia degli adolescenti. Loro preferiscono il multiplex, perché per loro il cinema un rito collettivo condito da popcorn, rumori ed effetti speciali, e passata l’adolescenza non ci vanno più. Infatti manca anche la fascia tra i 19 e i 34, e questa manca sia a noi che ai multiplex, dove invece i teenager vanno in massa.

Busin

Salumi dell’Alto Vicentino

via Trieste, 158 - Zané (Vi) Tel. 0445 314103 www.salumificiobusin.it

Racconti l’episodio più curioso accaduto in sala.

Una delle cose più divertenti è vedere la disparità di giudizio alla fine di un film: c’è chi esce dicendo “Che bello”, e chi dicendo “Che schifo”.

Medley, girato e prodotto a Vicenza, è stato uno dei casi cinematografici degli ultimi anni: secondo lei è ancora possibile fare film a basso prezzo e riuscire a distribuirli?

Direi di sì, anche se è molto difficile. Il monopolio delle grandi case di distribuzione c’è, e non è facile uscirne. Ma si può anche capire: distribuire un film ha costi molto elevati, ed è comprensibile che ci debba essere un minimo di ritorno economico.

Non è un caso se un adagio del cinema dice che fare i film è un calvario, ma distribuirli è la morte.

In città, nel giro di una quindicina d’anni, hanno chiuso il Palladio, il Corso, l’Italia, l’Arlecchino. Come vede la situazione attuale e quali sono le prospettive per il futuro?

Ha chiuso anche il San Marco, va aggiunto.

C’è da dire che molti dei vecchi cinema erano messi davvero male, senza un minimo di maQuali sono i film preferiti dai vicentini? nutenzione: se ci portavi una ragazza, questa E quali invece i flop annunciati? usciva sempre con le calze rotte. E poi erano sale Non ci sono generi o sottogeneri che vadano troppo grandi per i numeri che ci sono adesso in modo particolare: quest’anno noi facciamo al cinema. Oggi una sala media partire il cineforum con due film deve essere sui 200 posti, anche molto difficili, e l’anno scorso i per un effetto psicologico: se in film più visti sono stati La mas- Molte realtà una sala da 200 posti ci sono 100 seria delle allodole, Lettere da hanno chiuso persone la sala sembra piena, se Iwo Jima e Le vite degli altri: tre le stesse persone sono in una sala film completamente diversi, che perché erano da 700 posti come era il vecchio non hanno nulla in comune. troppo grandi Roma, la sala sembra vuota. Poi l’apertura del Warner ha dato la Attori di grido, trama avvin- e tenute male. botta finale. cente, pubblicità: quali sono Satelliti, dvd, digitale terrestre sono sempre più diffusi: i vicentini amano ancora il grande schermo?

Lo amano ancora: abbiamo chiuso la rassegna estiva a Santa Corona con un più 6,6 per cento, e in agosto c’è stato un tempo terribile.

Ma i vicentini

gli ingredienti principali per Tarantino ha detto che il ciadorano un film di successo? nema italiano degli ultimi Secondo me dovrebbe essere la il grande anni è deprimente, fatto di trama avvincente, anche se mi film tutti uguali. Una critica rendo conto che non è così. Io ho schermo condivisibile? sempre cercato film con una sceÈ condivisibile parzialmente. neggiatura importante, perché Tarantino è fermo ad Umberto Lanzi, e forse sono convinto che questo sia l’elemento fongli è scappato qualcosa di bello che è stato fatto, damentale. Ma poi vedo che la gente cerca il come i film di Tornatore o di Virzì. Per il cinema nome dell’attore e del regista acclamato. italiano è stata una buona annata, con prodotti di qualità; che poi non siano stati premiati dal Secondo lei, cosa cerca chi va al cinepubblico, questa è un’altra storia, ma comunque ma? non si può dire che non fossero dei bei film. C’è Va per divertirsi, è quella la molla fondamencomunque nostalgia degli anni 60 -70, quando il tale. E infatti noi cerchiamo anche nel film cinema italiano faceva 160 – 170 film all’anno. studio di non fare dei mattoni proprio insopportabili: per me vale la regola dell’sms, cioè della soglia minima di spettacolarità che un film deve avere.

Commenti queste frasi: Il cinema americano ha successo perché loro fanno bene i film. Noi facciamo bene la pizza. (Roberto Benigni) Che facciano bene i film non lo insegna certo Benigni. Hanno una professionalità indiscutibile, e una forza economica impressionante.

Noi nella nostra povertà facciamo comunque buoni film, e anche buone pizze, anche se non sempre.

Una delle gioie che procura il cinema è il fatto che è a buon mercato, e questo non dovremmo dimenticarlo mai (Oliver stone) Per noi è sicuramente vero. Con il cineforum offriamo 35 film a poco più di un euro l’uno. Però è anche vero che se uno va al cinema con la famiglia la domenica, spende una sessantina di euro come niente. Ma con una partita di calcio o di basket è lo stesso.

Se un film ha successo, è un affare; se non ha successo, è arte. (Carlo Ponti) Non dimentichiamo mai che un film è anche spettacolo. Vale sempre la regola della soglia minima di spettacolarità.

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cultura Conversazione con il poeta-carabiniere Giubilini: il circolo Artemis, le difficoltà editoriali, la bellezza e i segreti racchiusi nei versi

EloZ, Artemis e i poeti della porta accanto Sapete come si dice, no?

“In Italia ci sono più persone che scrivono poesie di quelle che le leggono”. Il vostro vicino, il pizzicagnolo, vostro fratello o il collega d’ufficio: tutti possono essere poeti, e magari voi non lo sapete. Magari non sapete neppure che in realtà potreste esserlo anche voi. C’è un esercito di scrittori di poesie, là fuori. Basta scoprirli.

Già, perché, ostracizzata da un mondo di media che pubblicizza solo i grandi bestseller (Harry Potter, Ken Follett e Umberto Eco, per capirci) o i saggi-dinamite alla Pansa, la poesia vive nell’oscurità della solitudine – il poeta che scrive per se stesso – o dei circoli culturali. Come quello vicentino Artemis, finora riunitosi nella libreria Spaziopiù in stradella Santa Barbara e ora in procinto di trasferirsi nella sala parrocchiale di San Pietro, in attesa di una sistemazione definitiva. Un’associazione che si sostenta solo grazie ai suoi appartenenti, appassionati, oltre che di poesia, di danza, pittura, letteratura in gene-

foto www.flickr.com/geimov

DI ALESSIO MANNINO

Una giovane alle prese con versi e rime

rale. Ce ne parla uno dei frequentatori, un livornese di Cecina ma vicentino d’adozione dal 1994, Emiliano Giubilini.

“Il nostro è un laboratorio di poesia, perché attraverso un programma annuale di letture di autori, soprattutto del Novecento, le interviste ai critici e il confronto fra di noi sui nostri componimenti, studiamo e facciamo poesia. Abbiamo anche realizzato un libro con i nostri testi, e con l’apporto di alcuni acquarellisti”.

Gli adepti della musa poetica sono una ventina: per la mag-

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gior parte professori di lettere e filosofia e qualche studente universitario, ma ci sono le eccezioni. Una è quella di un barbiere, autore molto prolifico (e anche fotografo). L’altra è lui stesso: Emiliano, infatti, di mestiere fa il maresciallo dei carabinieri. “Punti d’incontro fra il mio lavoro e la passione di scrivere versi? Diciamo che in tutti e due sono vicino alla gente”, scherza. Secondo il 36nne Giubilini, infatti, bisogna togliersi dalla testa che comporre poesie sia quell’attività chiusa nel proprio stanzino domestico, un po’ sentimentalistica e un po’ masturbatoria.

“Innanzitutto – parlo per me, ovviamente – scrivere è un’esigenza profonda, è il bisogno di conoscere se stessi, come una terapia.

Certo, in questo senso occorre essere soli, perché solo così si riesce a parlare con se stessi”.

E in questo ci si scontra frontalmente col mondo moderno, cosi frenetico e caotico e perciò così arcigno nemico di quei tempi lenti e intensamente pensati da cui può scaturire l’arte della scrittura, in particolare quella poetica. “Poi, tuttavia, arriva il momento in cui la solitudine diventa limitativa: senti che qualcosa non esce, che pur scavando restano nascoste

sto della loro stessa cerchia.

“Per dire: l’edizione del mio primo libro, ‘Il male interiore’ (conquistata grazie a un concorso promosso dal Corriere della Sera), me la sono dovuta acquistare io stesso al 50% e distribuirmela da me, solo per l’altro 50% ci pensa la casa editrice”, racconta Emiliano. È il grande problema dell’industria culturale: la legge del mercato premia i nomi già conosciuti, non investe sui giovani talenti (poi uno si domanda: e allora gli outsider come fanno, a diventare famosi? Risposta: basta esserlo già per qualcos’altro).

Già venire pubblicati, in ogni caso, è una fortuna. “Io credo che il pubblico della poesia lo si possa allargare. Gli editori dovrebbero solo rischiare di più, perché, dalle presentazioparti di te”, spiega Emiliano. ni che ho fatto in giro del mio E’ questa la molla che spinge a libro, ad esempio, ho toccato cercare i propri ‘simili’: “L’uo- con mano come molti, ascolmo è un essere sociale, i pro- tando le letture, si ricredono blemi interiori vengono anche sui loro ricordi negativi della dalla società. Non solo, ma il scuola. C’è un interesse difconfronto con altri che scrivo- fuso e inaspettato: non sai no aiuta nel trovare i modi e quanti ventenni, come anche gli spazi per la propria espres- anziani, si emozionano e vensività”. Una dichiarazione di gono a stringerti la mano e a poetica “sociale”, enunciata parlarti”.

Il dono della poesia doDiserzione sociale vrebbe essere appunto questo: far riscoprire la (inedita) bellezza delle emozioni gratuite. Il carabiniereComprendo il lamento del mondo poeta usa un’immagine efche altro non fa se non piangere ficace per descrivere quenella nebbia del male confondo sto fermento nascosto: “è gli intenti che sanno nascondere. come un formicaio. Tramite i mille concorsi letteMi specchio negli occhi dell’uomo rari o le letture pubbliche, sorpreso non vi scorgo il riflesso si scopre che c’è tutto un lontano nel vento abbandono mondo di appassionati l’indicato mortal compromesso. che vive sommerso”. C’è EloZ anche da dire che gli stessi ‘versificatori’ ci mettono del loro: spesso si danno arie da individui superiori, insomma fanno gli snob, da chi ha cominciato a firma- rincorrendo nei loro versi l’anre versi (con il nome d’arte sia di stupire. Col risultato che di EloZ) per corteggiare, a 25 il profano non capisce niente. anni, l’attuale moglie. Ma è di “Invece secondo me bisogna qui che si passa, secondo lui, essere comprensibili, e in più per capire la necessità di rac- lanciare dei messaggi sociali”, cogliersi ogni quindici giorni e controbatte EloZ (la ‘Z’ sta per anche più con altri poeti. l’iniziale di Zapata, personagUna comunità chiusa, i poeti. gio da lui ammirato). Eh, la Che fanno una fatica improba poesia: un’arte per tutti e per nel farsi conoscere e apprez- nessuno. zare da un pubblico più va-

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pensieri contro

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Il ministro dell’Istruzione archivia la stagione morattiana delle “tre I”, ristabilendo l’importanza delle materie di base. Era ora

Fioroni santo subito. Finalmente si torna alla cara, vecchia scuola DI GIULIANO CORÀ

foto www.flickr.com/frii78 e www.flickr.com/lallav

ma nel corso del processo di beatificazione bisognerà rammentare al signor ministro le Se, dopo avermanchevolezze e le schifezgli sentito ze che ancora ammorbano la annunciare scuola italiana. Per esempio la probabile degli edifici scolastici, spesso reintroduziofatiscenti, dove si va avanti a ne degli esami forza di rappezzi e di buona vodi riparazione lontà. O degli stipendi, tra i più nelle Superiobassi d’Europa e – cosa a queri, molti insti strettamente collegata – del segnanti avevano ritagliato la ruolo sociale che gli insegnanti sua foto dal giornale, l’avevano rivestono e col quale vengono attaccata in cucina e ci avevano percepiti dalla società. Sopratacceso una candelina davanti, tutto, lascia perplessi il tema è probabile che dopo le sue uldegli ‘insegnanti fannulloni’. time esternazioni, gli stessi orCerto, che nella scuola di doganizzino colonne di pullman centi ignoranti, incompetenti per piazza San Pietro, al grido e soprattutto demotivati ce ne di ‘Santo subito’. Ci aspettiasiano più d’uno, lo sappiamo; mo da un giorno all’altro un ma l’insistere ossessivamente lancio d’agenzia: “Miracolato su questo problema ricorda un uno studente di Terza Media: Maurizio Cattelan, Charlie don’t surf (Castello di Rivoli) ovvero la scuola così come l’hanno vissuta gli insegnanti in questi ultimi anni: autolesionista e confusa po’ gli attacchi forcaioli di quedopo aver visto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni nistro ha detto (o non ha detto) di altre ore di lezione, oppure rare con improntitudine che un sti giorni a lavavetri e consimili: quasi che si volesalla tv, ha finalmente capito la può essere condivisibile, tutta- deportate d’autorità – in nome videogioco allarga se individuare un differenza tra ‘o’ con l’acca e ‘o’ via è altrettanto vero che, dopo dell’integrazione tra scuola ed la mente molto più colpevole di comosenza acca”. più di vent’anni di esperienza istituzioni pubbliche – sulle gra- della lettura di un Un ministro do, responsabile di nelle scuole del Vicentino (chi dinate dello stadio, ad assistere libro. Hanno visto che parla la ogni male, da dare Meglio la grammatica scrive è maestro elementare), agli allenamenti della locale cortei di sicofanti lingua degli in pasto alla ‘ggendell’informatica a parole come quelle sollevano il squadra di calcio. Hanno visto accompagnarsi te’. Se davvero riuMa l’avete sentito cos’ha detto? cuore: e non è un’espressione – questa volta in nome dell’in- quei dirigenti (po- insegnanti: sciremo ad affronChe Internet-Inglese-Impresa retorica. Perché questi occhi ne tegrazione tra scuola e aziende chissimi, per altro) tabelline, tare e risolvere tutti – le tre ‘I’ che secondo Letizia hanno viste cose, che voi utenti – esposizioni di lavori infantili che subito erano storia, i problemi della Moratti Serbelloni Mazzanti non potete nemmeno immagi- organizzate presso imprese pri- saltati sul carro del geografia e scuola, andremo Viendalmare vate, in periferia, obbligando Progresso, trattan- lingua italiana nare. anche noi a metteavrebbero dole famiglie a lunghi viaggi in do da rincoglioniti re un ex voto sotto vuto portare macchina. Hanno visto aule di passatisti quelli che Ho visto cose la foto di Fioroni. nella scuola informatica attrezzate con ar- volevano solo continuare a ‘fare che voi Il nostro è, veramente, il lavoro italiana i Lumi nesi molto più vicini all’antica scuola’. umani… più bello del mondo: chiediamo della Modernità Hanno visto Pascaline di Blaise Pascal che solo di farlo in armonia, tran– hanno fallito, corsi di cucina ad un moderno Pc; e insegnan- I problemi restano e sono infinitenuti da ri- ti forniti di testi di informatica Santo subito, dunque? Quasi, quillità e rispetto. tamente meno spettabilissimi che parlano di Word, Internet importanti delesperti dell’Arci ed Excel, doversi invece invenl’imparare la Gola, chiamati tare qualcosa per far passare grammatica e a spiegare agli il tempo a bambini alle prese la sintassi, delstudenti che tut- con computer che Word non ce lo studiare la ti i primi solidi l’hanno (perché le licenze costoria e la geovanno serviti in stano), che in Internet non enAssistenza tecnica aziendale su: reti, server, workstation Il ministro Giuseppe Fioroni grafia, dell’impiatti lisci, men- trano (perché non c’è il collegaAssistenza privati parare a memotre i fondi serva- mento, perché la memoria non ria qualche poesia della nostra no solo per le minestre. Vi pare è sufficiente, eccetera). Hanno Assemblaggio computer su misura tradizione culturale e letteraria. che si possa uscire dalla scuola visto migliaia di euro dilapidaComputer, notebook, navigatori, digicamere, Che bisogna studiare le tabelli- senza saperlo? Hanno visto cor- ti per acquistare i contenitori TV, Elettrodomestici ne. Che la lingua italiana deve si di economia, tenuti da giova- per i portfoli, quei registri folli avere un “ruolo principe”, anche ni studenti della Bocconi, che che avrebbero dovuto conserCompra ON-LINE senza limiti di orario su in quanto “strumento di identi- imbarazzatissimi si arrampica- vare tutta la ‘storia’ di un bamwww.digitworld-mc.it tà culturale”. Che la scuola deve vano sui trampoli cercando di bino, dal cordone ombelicale e ritira direttamente in negozio smettere di essere un “proget- render comprensibili a bambini all’Università (mi son sempre tificio”. Eccetera. Non vi pare delle Elementari concetti che ri- immaginato la scena. Esame Digit World che meriti di sedere alla destra mangono astrusi per moltissimi di Laurea: “Professore, guardi di Casazza Marco del Padre? Non si tratta di sar- adulti. Hanno visto classi intere che bella casetta ho disegnato Viale Riviera Berica, 187 36100 Vicenza casmo: solo di ironia, e in gran transumanti per la città verso le in Prima Elementare: che me la Tel. 0444240731 Fax 0444247077 parte benevola. Perché, se è sedi ove tali insegnamenti ve- dà la Lode?!”). Hanno visto ile-mail: digitworld@keycomm.it vero che non tutto ciò che il mi- nivano impartiti, con la perdita lustri saggi ministeriali dichiasito: www.digitworld-mc.it

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15 SETTEMBRE 2007

edicola

Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

Clave, forconi e niente ricevute: ecco a voi la rivolta fiscale forze di polizia sostituendo la batteria nuova dei gipponi con una avariata.

Lega e Forza Italia stanno mettendo a punto la strategia per combattere contro le tasse troppo alte: proselitismo, manifestazioni di piazza e un nuovo modello di Stato. Rigorosamente esentasse.

Un gruppo di esperti di Lega e Forza Italia sono riuniti in una località segreta, che non rilascia ricevuta, per definire nei dettagli il piano della Rivolta Fiscale. Questi i punti principali.

Eroi È molto importante indicare al popolo alcuni personaggi di forte impatto simbolico. Già pronto un piccolo ma efficacissimo elenco di Eroi Padani. Tra questi il barista veneto Angelo Zipiton, che pur di non consegnare il registratore di cassa alla finanza lo ha ingoiato morendo soffocato tra gli applausi dei clienti; il commercialista bergamasco Ugo Propellenti detto ‘Stratagemma’, in grado di ritoccare le dichiarazioni dei redditi cancellando gli ultimi due zeri con un pennarello, oppure bruciandole; il nullatenente di Varese Silvio Sbranzica, che riceve le Fiamme Gialle nel suo Boeing privato e per dimostrare la sua indigenza fa servire dalle hostess il vassoiostandard dell’Alitalia, quello con due biscottini, mezzo bicchiere d’acqua e al posto delle posate due dita di plastica.

Un rogo in piazza di bollette e tasse in Inghilterra durante il riformismo thacheriano degli anni ‘80

ficio stampa della Lega - solamente una metafora, che la malafede dei giornalisti ha voluto prendere alla lettera. In realtà, i rivoluzionari padani si serviranno solo di forconi, clave e torce, accompagnando gli assalti con urla gutturali, le donne vestite di stracci e con i poppanti al seno. I poppanti dovranno avere già una dentizione completa per poter poppare al seno rifatto.

Corpi speciali Al raggrupProselitismo Convincere chi pamento più antico, i gloriosi già non paga le tasse da anni a Bracconieri della Valtellina che partecipare alla hanno già disseRivolta Fiscale minato di taglioè molto difficile. le ed esche avveGli elettori non lenate piazza del capiscono perché Duomo a Milaun gesto naturano, si affianchele e consolidato, ranno i corpi più che da generaziomoderni. Le Brini fa parte delle gate Ussignur, tradizioni locanuclei di pensioli, debba essere nati disfattisti considerato queche si aggirano sta gran novità. per le città diParticolarmente cendo “Ussisvantaggiati gli gnur, qui la va evasori totali: sempre peggio”. come possono Umberto Bossi mentre incita le folle Le Sciampiste del partecipare alla Nord-Est, che si rivolta se già preparano ai momenti più duri non pagano una lira? L’idea della battaglia stirando i capelli dei Saggi padani è questa: chi a Michela Brambilla con ferri paga poco non paghi più nienarroventati. I Ristoratori Padate, chi non paga niente vada al ni, che vanno all’assalto sfonpiù vicino ufficio delle imposte dando i cordoni di polizia con i e chieda con fermezza di prelecarrelli dei bolliti e presentanvare dei soldi. Basta anche una do il conto alle loro vittime su somma simbolica. un foglietto a quadretti scritto a matita. I Commercialisti delFucili I fucili evocati da Bosla Valtellina, guidati da Giulio si per armare i rivoltosi erano Tremonti, che hanno il compito - come spiega in una nota l’ufdi torturare i prigionieri nemi-

ci invitandoli a ‘Porta a Porta’.

Infine, gli astuti e temutissimi Elettrauto dell’Hinterland Milanese (Ehm), che appiedano le

pubblici saranno finalmente sostituiti dalla sanità privata: i medici abusivi della Valtrompia operano già da secoli a mani Nuovo Stato Nel nuovo Stato nude, disinfettando le ferite esentasse, le scuole, gli ospe- con il letame. E in ogni modo, dali e le strade saranno final- inutile farla tanto lunga: i ricmente aboliti e agevolmente chi potranno curarsi in Amerisostituiti dall’iniziativa privata. ca, i poveri cantino ad alta voce Il problema degli ‘La bela Gigugin’ e spostamenti è con- Un gruppo non rompano i cosiderato irrilevan- di esperti glioni. te: la gente deva stare a casa sua e di Lega e Fi Michele Serra finirla di disturbare sono riuniti in L’Espresso andando di qua e di una località 30 agosto 2007 là. Rimarranno in segreta per vigore solo i charter definire nei per Sharm-el-Sheik per consentire le dettagli il vacanze alle sciam- piano della piste padane, che Rivolta Fiscale diventeranno il ceto egemone e, in prospettiva, l’unico previsto per selezionare la Vera Razza Padana. La scuola pubblica, covo di comunisti e di donne isteriche, languirà finalmente fino all’estinzione, per la cultura basta la televisione. Gli ospedali

di Artini Roberto & C. s.a.s.

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regione

TURISMO – Zaia: quello del Veneto è un territorio che già in passato ha avuto una storia gloriosa nel cinema

Il Veneto è un grande set cinematografico Lo spazio veneto alla 64ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, The Ideal Set all’Industry Lounge del Palazzo del Casino, ha ospitato le eccellenze dei prodotti tipici trevigiani, proposte agli ospiti della rassegna.

Alla manifestazione sono intervenuti tra gli altri il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro e il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia, che nell’occasione ha ribadito l’intenzione della Regione del Veneto di stringere rapporti con gli operatori cinematografici.Zaia ha evidenziato, in particolare, le molte opportu-

nità offerte agli operatori cinematografici dal trevigiano e dall’intero territorio regionale, straordinariamente ricco di risorse artistiche, culturali ed enogastronomiche.

Quello del Veneto è un territorio che già in passato ha avuto una storia gloriosa nel cinema e che con la presenza alla Mostra del Cinema, così come alle fiere di Dubai, Parigi, Londra, Berlino, Monaco, Milano, Zurigo, Barcellona, intende creare le occasioni per istaurare contatti e per attirare produzioni cinematografiche.

“Attualmente abbiamo due richieste per un film e una soap opera sul Lago di Garda

– ha sottolineato Zaia – ma possiamo offrire molte altre opportunità, che vanno da Venezia, set tra i più ambiti, alle altre città d’arte e alle particolarità ambientali, artistiche e architettoniche di un territorio che al suo interno presenta anche 120 chilometri di spiagge sabbiose adagiate sull’Adriatico; le montagne con le famosissime Dolomiti, i borghi e i paesi che le costellano, l’Altopiano di Asiago, la Lessinia e il Baldo; il Lago con la costa veneta del Garda; i colli Berici e gli Euganei, con il più grande bacino termale europeo, arricchite dalle Terme di Recoaro, Caldiero, le “Terme delle Dolomiti” di Valgrande e il complesso di Bibione; il Delta del Po, zona umida senza rivali creata dai rami del più grande fiume italiano che si getta in Adriatico, con ambiti naturali estesi ed incontaminati; Gli altri Parchi naturali e le oasi protette, senza dimenticare lo scenario offerto dalle splendide e meravigliose ville Venete”.

INIZIATIVE – È stato presentato al Lido di Venezia il Festival “sea&tv”

Gava: “La nautica è un settore primario per l’Italia e il Veneto “Il Primo Festival Europeo e Mediterraneo sulla TV del Mare è un’iniziativa di notevole rilievo, anche per supportare il rafforzamento di una vera e propria “cultura” del mare e della navigazione da diporto.

Venezia è quindi il palcoscenico ideale per il lancio di questa manifestazione, in un Veneto che è una delle capitali europee del mare”. Lo ha detto l’Assessore alle Politiche Economiche del Veneto Fabio Gava, intervenendo oggi pomeriggio all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, alla presentazione di Sea&Tv - Festival Europeo sulla Tv del mare.

“Siamo a Venezia – ha aggiunto Gava - e quindi è assai opportuno riferirsi al suo Salone Nautico, che ha già raggiunto una caratura tale da porsi al livello di altri centri europei del

diportismo come Genova e Montecarlo, con il valore aggiunto dello scenario di una città unica al mondo, che proprio nel diportismo può trovare uno straordinario momento di sviluppo economico collegato ai diversi settori di questa preziosa nicchia produttiva, dalla cantieristica vera e propria, al design, all’arredo, alla componentistica tecnica, sino alla moda”.

“Un’occasione di sviluppo da non perdere per una regione marinara per antonomasia come il Veneto – ha proseguito l’Assessore - che oggi però deve ricucire un gap strutturale notevole che la divide dal Friuli e dalle località frontaliere adriatiche, come Rovigno.

Le potenzialità di crescita economica date dal settore sono notevolissime, ma c’è bisogno

di due fattori concomitanti: la crescita dell’infrastrutturazione come i posti barca, contro la quale ancora esistono incomprensibili resistenze; e lo sviluppo della cantieristica sulla fascia cosiddetta “di prezzo”, da affiancare a quella già importante delle produzioni di lusso”.

“Nautica e cantieristica – ha annunciato Gava - potrebbero anche essere tenute in considerazione nell’ambito della definizione dei programmi di finanziamento europei per il quinquennio 2007-2013, mentre sul piano nazionale stiamo valutando la possibilità di avviare una progettazione sull’area di Porto Marghera. Venezia – ha concluso - potrebbe anche diventare in questo settore il punto di riferimento per le crescenti economie dell’est europeo, a cominciare dalla Russia”.

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gusto

Il vino delle pace

simbolo di concordia universale Il "Vino della Pace" e' una manifestazione che vede le sue radici nel 1983, anno in cui e' stato messo a dimora un vigneto sperimentale costituito da 6000 viti di oltre 550 varieta' di vitigni provenienti da tutte le zone viticole del mondo, chiamato appunto "Vigna del Mondo".

Durante la manifestazione, che si svolge in settembre al Teatro Comunale di Cormons, presentata dal giornalista Bruno Pizzul, vengono assegnati i Premi "Acino d'Oro" a personaggi del mondo dello sport, della cultura e dell'imprenditoria che, con le loro attivita' hanno divulgato il Made in Friuli e Made in Italy in tutto il Mondo.

Tutto il sapore della Terra in un bicchiere: ci è riuscita la Cantina Produttori Cormòns, che 35 anni fa pose le sue basi a Cormòns, terra di vini eccezzionali ma anche millenaria cerniera in cui convivono le culture latina, slava, germanica.

Un crogiuolo di genti e tradizioni dal quale nacque l’idea della Vigna del Mondo: far crescere intorno alla sede della Cantina vitigni provenienti da ogni conti-

nente e che ogni anno elargiscono il Vino della Pace, simbolo di concordia universale.

I vitigni vengono dai cinque continenti e portano nomi che sanno di terre lontane, come Sirah, Tulilah, Shurrebe, Pedral, Maizy. Ma ci sono anche i più noti Marzemino, Terrano, Merlot, Gamay, Ucelut: quasi seicento tipi d’uva diversi compongono quel miracolo vitivinicolo che è la Vigna del Mondo. Alla prima vendemmia, nel 1985, parteciparono cinquecento persone, tra i quali 70 ragazzi del Collegio del Mondo Unito di Duino (Ts), in rappresentanza di 60 nazioni, che permisero di produrre un vino amabile, morbido e delizioso, concreta metafora del sapore della Terra. “Il vino e la viticoltura sono stile e non moda” è il motto di Luigi Soini. Le mode enoiche passano e si avvitano sempre più spesso sui termini e sull’apparenza.

Ma il vino è sostanza viva e vivente, l’esistenza di un vitigno dura dai trenta ai cinquant’anni e rinnova continuamente la propria

essenza nei misteriosi meccanismi della maturazione. In trenta o cinquant’anni un uomo cresce e diventa adulto, cercando di placare la sete del suo spirito.

E il vino attenua quell’arsura, donandogli istanti ineffabili di gioia e fantasia. Qui sta il segreto del vino. E’ questo il messaggio della Cantina Produttori Cormòns, che in un bicchiere è riuscita a racchiudere l’anima del Mondo.

IL grande Enrico Baj, purtroppo scomparso recentemente, considerava il Vino della Pace una sua creatura prediletta, tanto che fu il primo ad aderire all’iniziativa della Cantina Produttori Cormòns, che mirava a fare di questo vino ineguagliabile il simbolo stesso dell’armonia tra mondi e mentalità diverse. Nessun messaggio avrebbe avuto l’immediatezza dell’arte.

Fu così che molti artisti di fama internazionale, di cui in queste

pagine troverete la completa rassegna, cominciarono a interessarsi alle etichette del Vino della Pace, che con il tempo sono diventate una rarità per collezionisti, celebrate in ogni rivista che parli di vino e cultura.

Già dal 1985 le bottiglie, a serie di tre, vennero illustrate da grandi pittori e i primi furono Zoran Music, Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj. Da quel momento, seguendo un progetto di valorizzazione straordinario, ogni anno il miracolo di unire pace, arte e vino ai massimi livelli si arricchì di testimonial d’eccezione.

Firmarono le etichette, tra gli altri, Dietman, Minguzzi, Fiume, Consagra, Celiberti, Manzù, Sassu, Fini, Vedova, Anderle, Rauschenberg, Corneille, Treccani, Nagasawa, Tadini, Ceroli; anche Dario Fo e Yoko Ono , si sono cimentati nell’impresa, fino alla creazione di un’originale e unica Galleria permanente d’opere d’arte d’alto livello, che lega per sempre e indissolubilmente l’arte con il più nobile dei prodotti della terra. Il tutto, nato e realizzato a Cormòns.

Info:www.cormons.com

Ricette d’autunno Nuovo appuntamento con la nostra rubrica e nuove ricette.

Invece del classico binomio primo piatto – secondo piatto proponiamo un antipasto fresco e un secondo semplice ma gusto.

Come antipasto proponiamo un’insalata mista condita con yogurt e tartufo (usanza trentina ma anche austriaca…da provare!) che riprende l’accostamento dolce – salato dell’arrosto con le pesche.

Prendete una mela, sbucciatela, tagliatela a dadini e irroratela con il succo di mezzo limone. Sbucciate il cetriolo, affettatelo e salatelo.

Dopo averlo lasciato riposare 10 minuti strizzatelo e tritatelo insieme ai pezzetti di mela. Ponete il tutto in una terrina con lo yogurt, l’erba cipollina, sale e pepe e due cucchiai di olio extravergine di oliva.

Coprite il tutto e lasciate in frigo per un’ora. Nel frattempo rassodate le uova, lasciate che si intiepidiscano poi sgusciatele e tagliatele a fette. Affettate inoltre il sedano, 2 carote, 2 zucchine e 4 pomodori.

Lavate e sgrondate 50 g di insalata riccia e 50 g di soncino.

Ponetele in un’insalatiera con le altre verdure e le uova sode.

Insalata mista con yogurt e tartufo

Condite quindi con lo yogurt (250 g, magro e bianco) e lamelle di tartufo.

Dopo quest’insalata gustosa potreste servire una semplice frittata con funghi e tartufo.

Mondate 200 g di funghi porcini e affettateli. Pulite quindi un tartufo nero piccolo e grattugiatelo.

In una padella versate i funghi, uno spicchio d’aglio schiacciato e due cucchiai di olio.

Dopo averli salati cuoceteli per 10 minuti e quindi eliminate l’aglio.

In una terrina sbattete poi 6 uova, unite il tartufo e i funghi; salate e mescolate. Ungete poi una padella con l’olio, versate il composto, incoperchiate e cuocete a fuoco lento per 15 minuti, girando però la frittata a metà cottura. Lasciate riposare per qualche minuto e servite. Come sempre un ultimo ma speriamo prezioso consiglio: l’insalata sarà ancora più buona se in tavola ci sarà del pane nero e come vini un Verdicchio o un Cortese; per la frittata tenete il pane nero ma abbinate un Barbera o un Teroldego.

Frittata con funghi e tartufo

Silvia Palazzoli

30 Carciofini sott’odio

Vaffanculo democratico di Alessio Mannino

15 SETTEMBRE 2007

tempo libero

L’angolo dell’oste. È tempo di raccolta in tutte le zone di montagna. Dove sopravvivono piatti dal sapore antico

Gnocchi e polenta “considera”: le patate che non t’aspetti

Partiti, vaff… Un trionfo underground. E’ stato questo il Vaffanculo Day organizzato col tam tam su internet dal comico-polemista Beppe Grillo l’8 settembre scorso. Un successo di massa, viste le centinaia di migliaia di persone scese nelle piazza d’Italia.

Underground, perché la grande stampa e le televisione del duopolio Raiset lo hanno sterilizzato a evento poco più che folkloristico, o al massimo “antipolitico”.

L’antipolitica: epiteto diffamatorio con cui i difensori dello status quo, più o meno imbellettati da “riformisti”, liquidano ogni sana espressione di malcontento verso il sistema dei partiti. Non credi più nella partitocrazia, pardon democrazia? Fai antipolitica. Mai che a lorsignori cani scodinzolanti del Palazzo sfiori il dubbio che è proprio questo, è proprio la coscienza dei limiti e delle storture del sistema, è precisamente questo fare politica in senso pieno, alto e ideale. Ma tanto è inutile: ti rinfacceranno di essere populista, massimalista, estremista, eccetera. Democratici sono solo loro, quelli che credono che la democrazia siano le paginate di giornali e le ore di talkshow sulle magnifiche e progressive sorti che i signori delle tessere, i partitocrati dell’ultima ora, promettono al popolo bue.

Grillo ha ragione: ma andatevene aff…

Le più famose sono senz’altro quelle di Rotzo, ma in realtà tutta la montagna vicentina ha dimostrato di essere un ambiente ottimale per le patate.

Dall’Altopiano di Asiago a Tonezza, dai comuni di Posina e Laghi all’alta valle dell’Agno, sono tanti i luoghi in cui questo prodotto riesce a dare il meglio di sé, tanto che più di qualcuno parla ormai genericamente delle patate di montagna come di uno dei prodotti tipici della provincia. L’esempio di Rotzo vale per tutti. Qui, dove il mais cresce a fatica, questo tubero arrivato dall’America ha trovato un ambiente ottimale già a partire dal Settecento: inverni freddi per bloccare le malattie, estati fresche e ventilate per facilitare la fruttificazione, aria pulita e un terreno fertile e carico di sostanze nutritive.

Il risultato è una patata particolarmente ricca di amidi, gustosa e che si conserva a lungo: non deve stupire, quindi, che sia stata per molto tempo

Fascisti di sinistra. Il convulso 8 settembre vicentino ha avuto la sua furba vittima e i suoi stupidi carnefici. La prima è Alex Cioni di Azione Sociale, abile nel ritagliarsi sempre la sua fettina di notorietà facendosi prendere a mazzate: “sono stato picchiato cinque volte quest’anno”, ha detto tradendo la sua strategia vittimistica da quattro soldi. Cioni, il classico provocatore: ha fatto capolino in una piazza Castello gremita di No Dal Molin della sinistra dura e pura con altri due dei suoi. Tre contro tutti, per finire sui giornali. C’è riuscito, ovviamente. Anche per la stupidità dei Disobbedienti del Presidio, che invece di barricarsi di fronte a lui prendendolo a lazzi e sberleffi – magari, per una volta nella loro vita, con un po’ d’ironia, dote a loro sconosciuta – hanno subito menato le mani al grido di “fascisti, via di qui!”, per poi motivare l’accaduto con l’uso della bomboletta al peperoncino di un camerata. Noi c’eravamo e abbiamo visto tutto. Mi spiace, amici del Presidio, ma stavolta i fascisti siete stati voi: come vi arrogate il diritto di proibire a qualcuno di metter piede in una piazza pubblica? E poi, non capite che comportandovi così, agite esattamente come sperava il Cioni per ottenere il suo piccolo tornaconto di visibilità? Mi spiace, ma i fascisti non erano solo quei tre. Erano anche quelli che sono partiti in quarta per picchiare.

Fascisti e anche un po’ tonti.

Enogastronomia

uno dei piatti base dell’alimentazione delle genti di montagna, e che abbia saputo conquistarsi la fama di prodotto di grande qualità.

La tradizione sopravvive ancora oggi, e anche se la produzione ha numeri per forza di cose abbastanza limitati, le patate sono una presenza immancabile in molti menù dell’alto vicentino, in ricette a volte molto fantasiose. Il meglio, però, lo danno nei piatti più classici, quando arrivano in tavola sotto forma di gnocchi - rigorosamente fatti a mano e accompagnati ad un buon ragù di carne o ad un condimento burro e salvia - oppure nella famosa “polenta considera”, una polenta ottenuta amalgamando le patate lesse con un soffritto di cipolle, burro (o, ancora meglio strutto) e cannella: l’ideale per accompagnare un piatto di formaggio asiago stagionato o qualche bella fetta di Nei piatti classici come gli gnocchi le patate vicentine danno il meglio di sé sopressa.

Appuntamenti. Prodotti tipici in mostra a Vicenza, Barbarano, Lonigo e Thiene. In vetta al Grappa irrompe la musica classica

I sapori della tradizione invadono le piazze Un fine settimana in compagnia dei prodotti tipici e dei sapori della tradizione tra le ve del centro.

Torna per la sesta volta la Piazza dei Sapori, la manifestazione cultural – gastronomica organizzata dalla Confesercenti in collaborazione con Comune, Camera di commercio, Provincia e Regione. Sabato 15 e domenica 16, dalle 10 alle 23, stand aperti nelle piazze della città, con esposizione delle specialità delle comunità montane, degustazioni guidate, laboratori alimentari, e incontri di approfondimento.

In questo fine settimana, comunque, la piazza dei sapori non è certo l’unico appuntamento per chi ama la buona tavola. A Barbarano si svolge in questi giorni la 33° Festa dell’uva e del vino.

Il programma prevede mostre di pittura nel palazzo dei Canonici, stand gastronomici, una visita guidata alle antiche prigioni e alla

valle dei mulini (domenica 16 alle 9) e una rievocazione di mestieri storici (sempre domenica 16, nel pomeriggio). Oltre naturalmente a degustazioni e vendite dei vini doc dei Berici.

A Lonigo è invece in calendario la manifestazione Colori d’Autunno, organizzata da Vicenza Qualità in collaborazione con la Coldiretti. Protagonisti assoluti saranno i prodotti tipici del vicentino, con laboratori didattici, visite guidate in fattoria, stand gastronomici e, domenica 16, una mostra mercato dei prodotti certificati “Terre del Palladio”. Il centro storico di Thiene, infine, domenica 16 ospiterà la Festa Pedeomontana: anche qui rievocazioni storiche, musica e stand con piatti tipici.

di Opera Estate Festival. Sabato 15, alle 21, si esibisce il violoncellista Mario Brunello. Ingresso libero. Stesso giorno e stesso orario per un altro grande appuntamento di musica classica: al Teatro Olimpico i Musicali Affetti presentano un programma dedicato a Vivaldi e al violino virtuoso, con Monica Hugget nel ruolo di direttore e solista accompagnata dalla soprano Priscille Laplace. Biglietti a 15 e 10 euro.

Teatro e poesia si mescolano nello spettacolo che andrà in scena sabato 15, alle 20,30, alla fattoria didattica Giralafoglia di viale X giugno. La compagnia La Ringhiera, infatti, organizza un evento notturno con lettura di poesie e storie al lume di candele. L’ingresso è libero, ma si richiede la massima puntualità.

informazione settimanale e molto di più

Musica

Musica in alta quota al rifugio Scarpon, non lontano da cima Grappa, per uno degli ultimi appuntamenti

Teatro

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tempo libero

Popcorn. Nel thriller in questi giorni nelle sale un po’ di paura e tanta commedia adolescenziale

Disturbia, quando a fare i guardoni ci si ficca nei guai DI GIULIANO CORÀ

A metà tra un remake di La finestra sul cortile (ma chi oserebbe? si fa peccato solo a pensarci…) e la commedia adolescenziale, Disturbia è un thrilling abbastanza divertente ed originale, abbastanza ben raccontato: appena qualche buco nella sceneggiatura, ma si tira via senza difficoltà, e ben interpretato. Non c’è da lacerarsi le vesti dall’entusiasmo, ma due ore ce le potete passare – anche se

resta da vedere se ce le ripasserete quando lo daranno in tv, ma questo è un altro discorso.

Kale è un giovane studente, condannato a tre mesi di arresti domiciliari per aver picchiato un professore. Ingozzarsi di junk food e televisione non lo aiuta, e la noia lo sta uccidendo quando gli si rivela improvvisamente un nuovo passatempo: spiare i vicini. Scopre così che nella casa a sinistra della sua si è appena trasferita una famiglia la cui figlia, sua coetanea, è davvero uno schianto, ma soprattutto scopre che il suo vicino di destra, di

cui non si era mai occupato prima, ha comportamenti davvero strani: addirittura, da un telegiornale che h a orecchiato, gli par quasi che essi corrispondano a quelli di un misterioso serial killer che da mesi sta imperversando nella zona. Kale coinvolge nella sua ‘indagine’ dapprima un compagno di scuola (il simpaticissimo Aaron Yoo), e poi la stessa Ashley, cui comincia a fare una corte serrata. Ma il vicino si accorge di essere osservato, e quello che per Kale era solo un gioco comincia a trasformarsi in una cosa molto seria. Il giovane Shia LaBeouf è indubbiamente

bravo e capace di esprimere con abilità una vasta gamma di sentimenti – come lo è stato nel recentissimo Transformers – ma lo aspettiamo a prove più alte. Ottimo il vicino, David Morse: per me, Shia LaBeouf in una scena del film poco più di un caratterista, ma nato e prigioniero come Kale può ne avessimo, nel cinema italiano, trovare interessante: siamo sicudi professionisti così. Del tutto ri che LaBeouf avrà rimpianto la insipida, invece, Sarah Roemer, splendida Megan Fox, sua ultima che solo un adolescente assatapartner!

Sul comodino. Un libro ricco di consigli per imparare a scrivere correttamente. Perché chi scrivere bene ha molte opportunità in più

Punti esclamativi e parentesi: le lezioni italiane di Severgnini DI GIOVANNI MAGALOTTI

Chissà se il giornalista Beppe Severgnini, scrivendo “L’italiano. Lezioni semiserie”, si è ricordato del regista Nanni Moretti, il quale, in uno dei suoi primi film, sosteneva che chi parla male, pensa anche male. E chissà se l’affermazione di Moretti vale anche per la scrittura: e cioè che chi scrive male, in fondo non solo ha le idee confuse, ma è pure in malafede.

menti, dichiaratamente ispirati da EnIn ogni caso, l’approccio di Severgninio Flaiano e Indro Montanelli, questo ni è decisamente più conciliante: “Ho spiritoso volume è ricco di consigli per scritto questo libro per denunciare le chi vuole riuscire, o almeno provare, a violenze commesse contro l’italiano, scrivere bene. Ad esempio, come si può ma non chiedo condanne. [...] I malavincere il panico della pavitosi della sintassi sono gina vuota? “Buttar giù la gente interessante, così i prima cosa che viene in fuorilegge dell’ortografia mente. Caso e istinto proe i disadattati della punducono buoni incipit, di teggiatura. Studiare le solito”. E come ci si deve loro malefatte è un modo regolare con le parenteper redimersi; oppure per si? “Le parentesi sono peccare ancora con più come l’aglio, le elezioni e gusto e consapevolezza”. i cugini: ci vogliono, ma Aperto da un Decalogo è meglio non esagerare”.

Diabolico e concluso da Il disinvolto Severgnini Sedici Semplici Suggeri- Beppe Severgnini

ha anche una parola per tutti i segni di interpunzione: il punto è “il soldato semplice della punteggiatura”, i due punti “sono un’agenzia di viaggi nascosta nel periodo: conducono sempre da qualche parte”, il punto esclamativo “è un desiderio, e i desideri vanno presi con le pinze”.

Al di là delle battute, i momenti più interessanti del libro sono quelli in cui l’autore spiega l’importanza della scrittura e, in fondo, le ragioni del libro: “Qualcuno dirà: quante storie, oggi ognuno parla e scrive come vuole! Certo. Ma deve sapere che verrà

giudicato e classificato, ammirato o deriso; che risulterà efficace o poco convincente, che otterrà uno scopo oppure lo mancherà (per una metafora usurata, magari; o per un’esibizionistica espressione inglese)”. Si ritorna così, in un certo senso, all’affermazione iniziale di Nanni Moretti. Nel bene e nel male, la lingua italiana rimane il metro più attendibile per misurare la qualità dei pensieri e quindi per capire le persone.

Beppe Severgnini, L’italiano. Lezioni semiserie, Rizzoli, 210 pp., € 17,50

HANNO DETTO

*nati fino al 1988

“Io non voglio fare un partito, io li voglio distruggere tutti i partiti.

E sapete perché? Perché sono il cancro della democrazia. Siamo noi che dobbiamo riappropriarci della politica, quella vera”.

Beppe Grillo V-Day, Bologna 8 settembre 2007

AAA ASPIRANTI CAMPIONI CERCANSI Il Vicenza Volley invita tutti i ragazzi* appassionati di pallavolo ad un provino per far parte del vivaio della Palladiogroup.it di serie B1, allenata da Mario Fangareggi (azzurro dell’Italia di Velasco) e l’unica in un campionato nazionale a Vicenza Per informazioni: tel. 0444 922766 email: volley@volleyvicenza.it

• info@piu-media.com • Tel 0444 923362

“La base di Vicenza è un ottimo esempio di shock su cui esercitare una pressione capitalista.

Si costruisce uno spazio chiuso, militare, anzi legato alle guerre, che modifica radicalmente la vita degli abitanti di una città.

Non è solo questione del paesaggio, dell’ambiente ecc. Tutte queste cose sono importanti ma quello che conta è soprattutto il modo in cui questa scelta andrà a incidere sulle politiche sociali, economiche, emozionali di un luogo”.

Naomi Klein Il Manifesto 9 settembre 2007

“Le manifestazioni organizzate dai No Dal Molin a questo punto sono inutili. (…) Le decisioni oramai sono prese: non hanno senso mobilitazioni … da parte dei cittadini contrari alla Ederle 2”.

Valerio Sorrentino Il Vicenza 12 settembre 2007

Fangareggi, dall’Italia di Velasco a Vicenza

Palladiogroup.it, la B1 della passione

Mario Fangareggi ha debuttato con la Nazionale di Velasco a L’Havana e ha giocato con i più grandi campioni degli ultimi anni. Con Il Messaggero Ravenna di Kiraly, Timmons e Vullo ha vinto uno scudetto e tre Coppe dei Campioni.

Ora Fangareggi, anche lui giovane (34 anni) ma coach di spessore anche per Mario Fangareggi: aver avuto grandi allenatori (oltre a l’esperienza della Nazionale per allenare il Vicenza Velasco, Bebeto, Prandi, Pupo Dall’Olio, Menarini, Polidori e Bonitta), ha scelto Vicenza per allenare la Palladiogroup.it di B1, la squadra maschile di punta della società, e per coordinare il suo vivaio affidato a Maurizio Baraldo, tecnico vicentino, e a Claudio Michetti, toscano, già forgiato nelle giovanili femminili con Peppe Nica.

Espressione al maschile della filosofia della Minetti Infoplus di A1 femminile, la Palladiogroup.it ha riportato Vicenza città in una serie nazionale (nel 2003-2004 in B2, l’anno successivo in B1). Oggi, oltre alla squadra, di B1, il Vicenza Volley al maschile conta su una serie D di giovani e su una prima divisione di giovanissimi e punta con voi tutti ad avere tutte le squadre under 18, 16 e 14. Con professionalità e passione.

Il Vicenza Volley crede da sempre nei giovani, con professionalità e passione.

La stessa che hai tu.

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