VicenzaPiù n.198, 24 settembre

Magazzini Generali, i retroscena pag 7

il buon gelato artigiano

Baccalà alla vicentina, tricolore come la pizza pag 10

Sport vicentino, la moria dei grandi club pag 21

Vicenza

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n° 198 24 settembre 2010 euro 1,00

Quindicinale di fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Giovanni Coviello

In edicola il venerdì

Il senatore Filippi e l’inviato di Rai3 a duello

VicenzaPiù prossimo numero in edicola venerdì 8 ottobre

Domenica col trucco di Luca Matteazzi

D

di Paolo Mele Senior

C

i sono fortune che gridano “imbecille”! all’uomo onesto per scelta o necessità, a quello che lavora a reddito fisso e che, tra tagli ed aumenti, fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese. E sono le fortune come il miliardo e mezzo di €uro (più l’Iva non versata) non dichiarati al fisco dai signori della concia della Val di Chiampo.

Continua a pag 22...

Gladiatori

ad Arzignano Poche ciàcole

V

Troppi pavidi in terra berica

icenza ed Arzignano sono state definitivamente portate alla ribalta nazionale anche se per vicende non proprio lusinghiere. È l’ovvia conseguenza della messa in onda della puntata di Presa Diretta del 12 settembre che ha tracciato uno spaccato esplosivo, sebbene in parte noto, della situazione nel distretto della concia.

Solo la vicenda Dal Molin nei mesi del suo massimo fulgore ha lasciato una traccia mediatica così forte. Ma le eco del caso “Dirty Leather” per certi versi lasceranno un solco maggiore.

Sia piaciuto o meno il reporta-

ge, Vicenza e la Valchiampo ne escono male. Molte storture erano già state descritte dai media locali e dagli inquirenti. Ovviamente c’è tutto un mondo che va dalla politica all’imprenditorìa che contesta la chiave interpretativa fornita da Rai3. Beninteso, una divergenza di opinioni è sempre sacrosanta. Fa specie però che in questo girone mediatico troppi si siano sottratti al confronto: in primis gli imprenditori, poi i manager delle spa pubbliche fino ai volti della politica. Si tratta di una caratteristica antropologica che non fa onore

co nf er m a

Concia e conciati... per le feste

alla terra berica. L’unico che ha preso di petto la situazione, e gliene va riconosciuto il merito, è stato il senatore leghista Alberto Filippi che sulla lettura del caso Arzignano ha ingaggiato un vero e proprio duello a distanza con Domenico Iannacone, l’inviato Rai il quale ha realizzato l’inchiesta che ha fatto tanto parlare del Vicentino. E proprio a questo duello VicenzaPiù dà ampio risalto, così come ad altri argomenti di rilievo.

Giovanni Coviello e Marco Milioni

Il a mig V da ic lio cc en re il z a a

Continua a pag 22...

e

unque rieccola. All’insegna dello slogan “Vieni in città senza la tua auto”, domenica 26 settembre ritorna un appuntamento ormai fisso del settembre vicentino: la giornata ecologica. Dalle 10 alle 18, divieto di circolazione in buona parte della territorio cittadino, manifestazioni un po’ ovunque e per tutti i gusti - dai mercatini di antichi mestieri e prodotti tipici alle lezioni per imparare come riparare una bicicletta - e mezzi pubblici gratuiti.

pr ov a

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l’intervista

198 del24 settembre 2010 pag3

numero

La Fiom:

Zanni, segretario vicentino dei metalmeccanici Cgil, condanna le provocazioni contro Bonanni e la Porto Ma avverte: “Non sottovalutiamo la tensione nelle fabbriche, che hanno ragioni precise”. Ecco quali

“Noi unico vero sindacato” di Alessio Mannino

G

iampaolo Zanni sembra tutto tranne che un “duro e puro”.

Eppure è segretario provinciale della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici Cgil, l’ala intransigente del sindacalismo italiano. Quella, per capirci, che a differenza dello stesso vertice nazionale Cgil, ha assunto una posizione di no chiaro e netto sull’accordo di Pomigliano d’Arco. Il governo Berlusconi, col ministro del Welfare, Sacconi in testa, la Confindustria, la Cisl e la Uil a difendere il “principio di Marchionne” (o stai alle condizioni dell’azienda, o sei fuori); la Cgil divisa con la Fiom a presidiare il “principio di Landini”, segretario nazionale Fiom, che ha ribadito a Vicenza nel seminario Cgil di lunedì 20 settembre: «non sono d’accordo con la derogabilità dei contratti e, in ogni caso, se vogliamo proseguire su questa strada, prima mi pare doveroso sentire gli interessati, cioè i lavoratori.

Perché la questione delle rappresentatività non è secondaria. E poi, diciamolo chiaramente, se apriamo alle deroghe il contratto

nazionale non esiste più». Zanni, pacato ma fermo, ci spiega le ragioni per cui anche nel Vicentino, terra ancora manifatturiera, il malcontento operaio monta e produce gesti come quello inscenato dalla RdB-Cub contro la segretaria veneta della Cisl, Franca Porto, bersagliata da un paio di volantini (con la faccia di Bonanni “venduto” in una finta banconota da 50 euro) proprio durante il convegno organizzato dalla Cgil a cui partecipavano anche Paolo Pirani, segretario nazionale Uil, e Andrea Tomat, presidente Confindustria del Veneto. «La tendenza in atto è scardinare il contratto nazionale.

E’ il progetto del governo contenuto nel “Libro bianco sul Welfare” del ministro Sacconi, che in sostanza vuole che non si ponga più alcun limite alle cose lecite e non lecite da fare sui diritti dei lavoratori».

In concreto che significa l’attacco al contratto nazionale?

La parola chiave per capire cosa sta succedendo è “deroga”. Cioè la possibilità di derogare, appunto, al contratto nazionale per esempio dei metalmeccanici a livello territoriale o della singola azienda. “In caso di crisi o di disoccupazione”, è la giustificazione. In

realtà è sempre una deroga in peius, peggiorativa delle condizioni dei lavoratori, una rincorsa al ribasso, un dumping fra lavoratori su base locale.

Ma la legge prevede la possibilità di deroga.

Certo, ma sul livello aziendale, non sul contratto nazionale! Faccio quattro esempi recenti del nostro territorio. Fiamm (delocalizzazione), Salvagnini (100 esuberi), Beltrame (meno 50% del fatturato in un anno), Mecalt (un centinaio di esuberi): in questi quattro casi abbiamo firmato accordi unitari che hanno salvato l’occupazione senza derogare al nazionale ma solo all’aziendale. Ad esempio togliendo il premio di risultato.

Insomma la Fiom, mi sta dicendo, è un sindacato responsabile. Quanto morde ancora la crisi nel settore?

Attualmente nel Vicentino ci sono 40 mila metalmeccanici industriali e circa 6-7 mila artigianali.

La percentuale di cassintegrazione è la stessa dei dati nazionali in nostro possesso, che parlano di 600 mila cassintegrati su 1 milione e mezzo di operai del settore. Il picco si è avuto a metà di quest’anno. Parliamo di lavoratori che percepiscono in media 1100 euro al mese.

A sentire gli osanna degli industriali veneti al “modello Pomigliano”, c’è il rischio che si estenda anche qui. Lei cosa ne pensa?

Penso che il rischio c’è. Anzi, per la verità Pomigliano qui c’è già.

Ma attenzione: alla Beltrame, per esempio, fanno 21 turni, tre in più rispetto all’accordo Fiat a Pomigliano, ma per accordo aziendale, non violando i patti nazionali.

Gli operai vicentini cosa dicono? Il fumogeno contro Bonanni della Cisl e il caso delle tre tute blu di Melfi cacciate dalla Fiat per “comportamento anti-aziendale” sono campanelli d’allarme di una tensione sociale che si avverte anche qui?

La tensione si sente anche qui. Il clima è pesante, c’è insofferenza, soprattutto nelle aziende più sindacalizzate. I lavoratori avvertono che gli accordi vengono presi sulla loro testa.

Ma bisognerà pure parlare delle ragioni che portano ad

| Giampaolo Zanni

azioni così eclatanti e rabbiose.

Atti come quello contro Bonanni o come quello degli RdB contro la Porto non sono giustificabili. Anzi danneggiano me che poi faccio fatica a rendermi credibile proprio nel voler spiegare quelle stesse ragioni.

Spieghiamole, allora.

Il problema a monte è la democrazia sindacale. Non è tollerabile che Cisl e Uil decidano di far votare su un ricatto come quello di Pomigliano e poi su accordi nazionali e aziendali non vogliano che i lavoratori votino. E poi c’è la questione della rappresentatività.

Prendiamo il contratto nazionale delle coop metalmeccaniche, quasi tutte concentrate in Emilia.

Il 90% delle Rsu sono della Fiom, eppure come se niente fosse Uilm e Fim hanno firmato il contratto.

Perché sulla rappresentanza non ci sono regole come nel pubblico impiego? Perché ci sono sindacati complici di un modello autoritario di relazioni industriali, ecco perché. Bisogna dirlo.

Ma se lo dite rischiate di essere accusati di radicalismo, passatismo, talebanismo sindacale.

Rispondo dicendo che qui in Veneto, a Vicenza, lo stesso operaio che vota Lega Nord poi si affida a noi della Fiom per difendere i propri diritti. Poi magari ci sono più iscritti alla Cisl per via del fattore tradizione bianca, ma il consenso va a noi. C’è sempre più paura per il futuro, e perciò i lavoratori stanno con noi. Temono che crollino anche gli ultimi baluardi, la gente ha bisogno di essere rassicurata.

Si chiedono quale pensione, quale sanità, quali diritti avranno i propri figli. Noi della Fiom diciamo che c’è un limite all’orgia della

flessibilità, ed è la dignità. Il lavoratore non è un pacco postale, il lavoro non è una merce.

Per “rassicurare” si può fare anche come il segretario Cgil di Treviso, Barbiero, che si è detto d’accordo con una politica più restrittiva nei confronti degli immigrati?

Non condivido Barbiero, perché si limita a registrare l’aria e a seguire l’onda. Noi dobbiamo avere un’altra funzione: pedagogica, indicando quale progetto abbiamo per il futuro per renderlo migliore del presente. Non fare come Berlusconi o la Lega, che governano sentendo solo la pancia della gente, cioè non governano. Quella di Barbiero è pura demagogia, scimmiotta la Lega e basta.

E così vi diranno ancora una volta che chiudete gli occhi di fronte ad una realtà che non è più quella di trent’anni fa.

Noi siamo un sindacato dei lavoratori che difende gli interessi della nostra categoria ma non in modo corporativo, bensì come soggetto politico generale, cioè guardando anche all’intera società. E siamo autonomi dal governo, dai partiti e naturalmente dai padroni. E questo significa guardare anche agli interessi di chi sta meglio, in un’ottica appunto generale, collettiva, e questa ad esempio è la differenza coi Cobas. Essere sindacato non vuol dire, come vorrebbe Sacconi, ridursi a dare servizi o addirittura sparire del tutto facendo spazio ai soli contratti individuali fra azienda e singolo lavoratore, ma essere, ripeto, un soggetto negoziale, politico, generale e autonomo. Certo che poi, se per “innovare”, ci devo rimettere solo io lavoratore, allora negoziare significa dire dei no. www.vicenzapiu.com

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ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com

Giornale chiuso in redazione alle ore 24,00 di mercoledì 8 settembre 2010

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198 del24 settembre 2010 pag4

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Alberto Filippi passa all’attacco

sotto lo ‘scudo’ di Umberto Bossi

di xxxx

P

rima “l’alto patrocinio di Bossi”, che a una domanda rivoltagli durante la registrazione di Ballarò di martedì scorso col suo solito stile ha risposto così: “Imbecilli... Voi ricevete da magistrati alcune informazioni e poi create...

Il militante della Lega di Vicenza, Filippi è il suo nome, ha detto che è tutto falso. E voi avete fatto un servizio in tv sparando a destra e a manca, ma sono tutte cose false”.

Poi le risposte alle domande poste a Filippi, che aveva già anticipato querele verso i media che lo avevano accusato di aver sponsorizzato (con ristorni economici) la squadra di calcio a 5 di Arzignano.

Squadra presieduta da quell’Andrea Ghiotto, assurto alle cronache per la maxi evasione della concia nella valle del Chiampo e per la sfrontatezza dimostrata davanti alle accuse mossegli da Guardia di Finanza e inquirenti e alle telecamere di Presa diretta di domenica scorsa, che nel tema dell’evasione con fatture false relative al pellame aveva inserito il filone sponsorizzazioni gonfiate.

“Mai nulla - ha iniziato Filippi - mi è stato restituito per i versamenti fatti a favore del club di calcio a 5, che finanziavo con l’azienda per amore della squadra e per veicolare l’immagine mia e dell’Unichimica. L’Unichimica versava all’Arzignano Grifo circa 150mila euro all’anno, eccetto l’anno dello scudetto che ha richiesto da parte nostra, ovviamente, un investimento maggiore. La competenza fiscale, come documentato dai libri contabili, è la seguente: euro 100 mila per l’anno 2003, 200 mila per l’anno 2004, 151 mila per il 2005 euro e 518 mila nel 2006, l’anno dello scudetto. Tra l’altro come avrei fatto a mentire al giornalista di Presa Diretta (e ho tutta la registrazione dell’intervista, senza... tagli!) quando l’Unichimica aveva risposto il 23 ottobre 2009 al questionario inviato dalla Finanza sui rapporti intercorsi con la società Arzignano Grifo srl, incluse le 5 fatture ricevute? Forse c’è stata la volontà di diffamarmi a livello nazionale perché difendo gli interessi di una realtà che in questa fase è in difficoltà”.

“Ovviamente - continua il senatore vicentino - ho conosciuto già nel 2003 Andrea Ghiotto, che era il presiden-

te dell’Arzignano Grifo, la mia squadra del cuore, ma mai ne sono diventato amico al punto, tanto per intenderci, di andare al ‘Principe’. E ancor meno ho frequentato Luigi Giovine (il comandante locale della Guardia di Finanza, poi arrestato per corruzione, n.d.r.). Se mi hanno chiesto soldi? Perché mai avrebbe dovuto chiedermeli Giovine, che avrei denunciato immediatamente?

Ghiotto sì in continuazione, ma perché voleva, in senso buono, ‘spremermi’ come sponsor sfruttando i miei sentimenti verso la città, la squadra e il mio desiderio di apparire in pubblico”.

“Le faccende di Ghiotto evasore - Filippi è un fiume in piena - non potevo certo conoscerle, se non altro perché ho avuto rapporti con lui dal 2003 fino agli inizi del 2006, quando ancora non ero ai vertici della politica. Solo dopo il 2006, per quello che posso sapere, Ghiotto è entrato nel mondo della pelle sporca e nell’evasione dell’Iva, col relativo tenore di vita da nababbo, ma prima per me era solo il presidente della squadra che amavo come il mio territorio del cuore, Arzignano”.

“Sul fatto - e qui l’atteggiamento di Filippi torna senatoriale - che alcuni imprenditori e alcuni leghisti abbiano detto che l’evasione era un metodo per sopravvivere alla crisi, alla concorrenza cinese, al cambio e al Sud, io rispondo solo che nessuno può permettersi di generalizzare e di crocefiggere un’eccellenza imprenditoriale come quella di Arzignano. Qui gli errori si pagano e si dovranno pagare senza scuse e senza falsi pianti, non certo tipici di queste zone. Ma se sbagliare è

stato, comunque, umano nessuno pensa di poter perseverare! Quindi nessuno si permetta di infliggere pene di morte mediatiche sostituendosi all’autorità giudiziaria. Io, poi, non ho frodato né tanto meno ho mai pagato qualcuno per ottenere vantaggi fiscali. E neanche chi nella vita ha provato a ricattarmi! E mai nessuno, nemmeno il mio peggiore avversario politico o imprenditoriale ha mai pensato e, tanto meno, riscontrato un mio comportamento non trasparente nei confronti delle istituzioni! Se, però, degli imprenditori hanno pagato per evitare delle tasse, credo che, come spesso accade per ben altre professioni, chi paga lo fa a fronte di una richiesta e quindi penso che ci sia stata una forma di concussione più che di corruzione”.

“In questa vicenda personale - e per un attimo Filippi torna pensieroso - mi hanno profondamente amareggiato tutti coloro che, pur conoscendomi, hanno creduto alle calunnie su di me e non mi hanno neanche fatto una telefonata. E allora, siccome ho una fidanzata meravigliosa, forse è ora che a 44 anni cominci a pensare a una famiglia, in cui trovare anche gli anticorpi alle malignità altrui. Sono un politico, ma prima ancora, per tradizione, sono un imprenditore e un ‘lavoro’ ce l’ho.

Per cui fin dall’inizio di questo squallido tentativo di mettermi alla gogna non mi ha mai creato problemi l’idea di dover anche ‘offrire’ le dimissioni al mio partito per difenderlo da eventuali speculazioni. Tuttavia non ci penso, perché non ho commesso errori”.

“Ma anche questo lo vedo come un errore da non commettere - precisa il giovane senatore - nonostante alcune nostre zone subiscano accertamenti a dir poco asfissianti! Il Veneto ha un’evasione strutturale di poco superiore al 20%, la Lombardia è sotto tale soglia, mentre dalla Campania in giù siamo sopra il 50% e in Calabria si raggiunge il 93%! Dove si evade di più scarseggiano i controlli e i recuperi e su questo una riflessione andrebbe fatta. Come andrebbe fatta una riflessione sui costi ulteriori della burocrazia e sull’esistenza di alcune imposte come l’Irap che sarebbero ingiuste e concettualmente illecite, oltre che contrarie ai principi e ai valori del nostro ordinamento tributario. Ovvio che se va avanti così, pur pagando le tasse, i nostri imprenditori e i nostri artigiani e professionisti dovranno cercarsi un Robin Hood!”.

“Oltretutto - Filippi torna sulle illazioni dei media -, lo stesso Ghiotto ha dichiarato di avermi accusato in maniera falsa solo quando sul Giornale di Vicenza resi merito alla Procura e alla Guardia di Finanza per il suo arresto. Fui l’unico politico, nessuno lo dimentichi, a farlo, e Ghiotto se l’era legata al dito. Una vendetta!”

“E ora, dopo che Umberto Bossi, mi ha difeso pubblicamente conclude un Alberto Filippi ben più aggressivo di come lo avevamo sentito dopo la ‘batosta’ di domenica 5 settembre - non c’è nessuna ragione per cui io debba immolarmi. La difesa di Bossi è la prima buona notizia da allora, quando su Rai Tre si è voluta distruggere la mia immagine, anziché riferire i fatti per quelli che erano. La fiducia di Bossi mi dà nuova carica a proseguire il mio lavoro sul territorio e in Parlamento!”.

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Una replica in Presa diretta Domenico Iannacone, inviato di punta del popolare programma di Rai3, parla della puntata che ha sconquassato Arzignano e respinge al mittente le accuse di Filippi

di Marco Milioni

«In parte uno si abitua. È normale quando si raccontano storie che in qualche maniera toccano tanta gente e tanti big».

Va bene, ma in questo caso le reazioni sono state dure. omenico Iannacone, roIl senatore Alberto Filippi mano d’adozione, molisavi accusa di averlo fatto pasno d’origine, ha il volto sempre sare per bugiardo quando le sorridente, lo sguardo vispo e i cose secondo lui non stanno raggi X negli occhi. La sua proaffatto così. Di più, Filippi fessione, è uno dei reporter più sostiene che le sue dichiaraaffermati del Paese, lo ha portazioni siano state in qualche to a vedere di tutto e a vincere maniera manipolate. Il paranche diversi premi; l’uomo però lamentare leghista usa poi è lontano anni luce dallo stereouna espressione forte. «... tipo del business televisivo. Gecompagno di merende del sticola, ironizza, cerca di prengiornalista che mi ha interdere gli impegni e sé stesso con vistato...». Voi come replicaquel filo di leggerezza «che non te? fa mai male». Quando si fa serio «Noi ci siamo semplicemente lila sua voce diventa appena apmitati a riportare ciò che abbiapena roca: «La puntata dedicata mo registrato. Il che era ovviain parte alla concia che abbiamo mente collegato al tema trattato girato in Valchiampo per Presa e sempre nell’ottica di tempi ovDiretta assieme a Danilo Proviamente ristretti. L’intervista a caccianti è stata una faticaccia.

Filippi è stata molto lunga. Non La nostra è stata una inchiesta si può riportarla inall’antica. Abbiamo tegralmente. Quanprodotto ore e ore di to al “compagno di immagini. Ci siamo merende” poi ramimmersi nel luogo mento al senatore fino ad assorbirne che l’unico mio comumori e sapori. Abpagno è la ricerca biamo consumato le della verità». suole delle scarpe e i battistrada delle Sì, però Filippi gomme dell’auto. Serata afferma sostanSolo il montaggio da due milioni zialmente che il del materiale è du- di spettatori servizio sia stato rato due mesi. Una montato ad arte. cosa immane. ParlaAddirittura sore di evasione fiscale stiene che siano già pronte in Italia senza scadere nell’ovvio nei vostri confronti azioni o nel banale non è facile, perpenali e civili. Come la metché alla fine oltre a raccontare tete voi? Come l’avete presa? una storia bisogna poi riuscire a «Noi siamo sereni. Anzi serenistratteggiare uno spaccato della simi per fare una battuta che si realtà». sposi con la terra veneta. Ad ogni buon conto siamo qui. Peraltro Avete quindi seguito questo nel racconto di Filippi c’erano binario anche per la puntadelle incongruenze e noi le abbiata del 12 settembre o no? mo riportate. Punto. È il nostro «Ovviamente sì. Siamo contenti mestiere che consiste nel racper il risultato e per il gradimencontare i fatti. Quando abbiamo to del pubblico». parlato delle fatture di Andrea Ghiotto e le abbiamo messe in reI dati che cosa dicono al rilazione alle società della famiglia guardo?

Filippi non abbiamo fatto altro «Abbiamo veleggiato sui 2,2 miche riportare i documenti contalioni di spettatori. Un bel colpo bili nonché le parole dello stesso vista la programmazione e la Ghiotto. Le quali peraltro sono concorrenza delle altre reti». da tempo acquisite presso l’autorità giudiziaria. A questo punto “Evasori”, la puntata del 12 Filippi dovrebbe querelare anche settembre, qui nel Vicentigli inquirenti ma pure Ghiotto. no ha però scatenato un puLo farà? Sarebbe una notizia». tiferio. Ve lo aspettavate?

D

Sempre Filippi, ma non solo lui per vero, contesta in qualche maniera alla trasmissione di avere demonizzato il distretto della concia e più in generale il Veneto.

Sono critiche corrette?

«Sono critiche che non stanno né in cielo né in terra. E per di più non sono congruenti. Noi ci siamo limitati a descrivere gli accadimenti e a fornire un’analisi dei fenomeni. Il problema è che il cosiddetto sistema concia posa di fatto su di un blocco sociale. Non lo dice Rai3; lo dicono le carte in possesso della magistratura, lo dicono molti articoli di stampa che hanno puntato i riflettori sull’argomento».

Ma allora come vi siete comportati?

«Il nostro compito è stato quello di scattare una istantanea il più possibile nitida di questo spaccato sociale. Ad essere onesti che ad Arzignano ci sia un sistema lo ha detto senza mezzi termini pure un noto esponente leghista che fino a pochi mesi fa aveva un ruolo apicale nelle istituzioni locali e nel Carroccio, proprio il partito di Filippi. Come mai il senatore non commenta queste frasi gravissime? Frasi che durante la puntata sono state ascoltate da milioni di italiani. Debbo dire poi che le sanzioni disciplinari prese dal Carroccio nei confronti del segretario della sezione arzignanese Giulia Danese e dell’ex presidente del consiglio comunale della città del Grifo (si tratta di Gianmarco Tommasi, Ndr) mi hanno fatto un po’ sorridere».

E perché?

«Stranamente sono arrivate dopo la trasmissione. Ma queste cose non si sapevano prima che arrivasse a Vicenza Presa Diretta? La storia poi che si voglia colpire il Nord è ridicola. Abbiamo parlato anche di Roma. Abbiamo fatto vedere in faccia i protagonisti. Abbiamo documentato il lavoro nero nei cantieri del capoluogo laziale. Abbiamo spiegato che nell’edilizia, solamente nella provincia della capitale, l’evasione è stimata in due miliardi di euro annui. Ma come si fa a dire che si voleva colpire il Veneto? Si tralasciano i fatti e si dà spazio alle opinioni. Un giochino logoro. Ora si badi bene che un giudi-

| Domenico Iannacone foto di Igor Francescato

zio molto duro sulla politica locale e sugli industriali del Nord lo dà anche il procuratore di Vicenza Ivano Nelson Salvarani».

in onda i passaggi salienti. Perché il capo della giunta non ha voluto rispondere alle nostre domande?».

Sulla Lega arzignanese si è abbattuto un uragano dopo il vostro programma. Come rispondete a chi come Filippi vi accusa di avere mistificato la realtà?

«Noi le stesse cose le avremmo raccontate anche se di mezzo ci fossero stati esponenti di altri partiti. Di tutti i partiti. Ma la questione centrale è Filippi equipara un’altra».

E quindi?

Filippi che fa, contesta anche lui? Lo querela? E poi ci sarebbe un’altra cosa da ricordare».

Quale?

«Nella videointervista rilasciata a VicenzaPiù il 19 settembre Filippi finisce per accostare, con una metafora non proprio azzeccata, l’evasione fiscale ad un parcheggio in divieto di sosta. l’evasione alla Vale a dire?

Parla di irregolarità sosta vietata «Io non mi merafiscali da parte dei viglio della polemititolari d’azienda e ca seguita ad una sorvola sulle loro repuntata che fotografa una realsponsabilità penali. Vorrei capità scomoda. Mi meraviglia non re se parla da imprenditore o da poco invece il silenzio degli impolitico». prenditori. Sono la principale parte in causa. I loro fari Emma Va detto però che si è lamenMarcegaglia, che è presidente tato di voi anche il sindaco di Confindustria nonché Mario di Arzignano, il dottor GiorDraghi, governatore di Bankigio Gentilin. Si lamenta a talia, definiscono l’evasione una ragione? macelleria sociale. Quest’ultima «Credo proprio di no. Gli ho viene pure biasimata dai vertici chiesto ripetutamente di essere della chiesa cattolica che la deintervistato. Lui ci ha di fatto finiscono un grave peccato. E scaricati sul vicesindaco Massil’imprenditorìa vicentina è semmo Signorin. Il quale al termine pre stata molto attenta al mondo dell’intervista era pure baldancattolico. Nonostante tutto ciò zoso per come riteneva di avere gli imprenditori della Valchiamtenuto testa alla stampa. Ovpo e i loro rappresentanti nella viamente all’appuntamento noi sezione berica di Assindustria siamo andati preparati. Quindi invece tacciono. Eppure noi avese il primo cittadino definisce vamo chiesto la loro opinione in partigiano il montaggio dell’indiverse occasioni. Non c’è stato tervista sbaglia bersaglio; se poi verso. Non si sono fatti vivi per il suo vice fa la figura che ha fatrispondere ai nostri quesiti. Teto se la prenda con lui. Noi non mevano o temono qualcosa?». abbiamo fatto altro che mandare

198 del24 settembre 2010 pag6

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Concia e dintorni, bufera continua

Pettenò (FSV) lancia un siluro contro gli indagati Marcigaglia e Rigon. Rizzoto (LiVi): «Che fine ha fatto l’inchiesta sul depuratore di Montebello?» per evasione fiscale nell’ambito di una inchiesta sulla concia: era stato Il Gazzettino di domenica scorsa il primo a dare la notizia. di Marco Milioni Gli attriti all’interno del Carroccio però rimangono. Da settimane opo la puntata di Presa Diretinfatti si vocifera di una fronda ta del 12 settembre l’affaire in seno al partito veArzignano continua neto, pronta a chiea distillare colpi di dere le dimissioni da scena. Al di là delsenatore di Filippi lo scontro al calor in ragione delle sue bianco sulla gestione presunte liason col dell’informazione tra faccendiere Andrea l’autore della puntata Ghiotto. Fronda che Domenico Iannacosarebbe stata blocne e il senatore leghi- Contro Filippi cata sul nascere dal sta Alberto Filippi, una fronda capo del Carroccio, arrivano novità da nel Carroccio Umberto Bossi in altri fronti. persona.

Ma ad aprire un nuoA sorpresa in questi vo fronte, stavolta in consiglio giorni Giulia Danese, segretaria regionale, ci ha pensato la Fededel Carroccio arzignanese, ha conrazione della Sinistra Veneta con fermato che la sezione cittadina è una interrogazione del consigliere stata commissariata, ma ha smenPietrangelo Pettenò nella quale si tito seccamente di essere indagata

D

chiedono lumi alla giunta su Acque Chiampo e Medio Chiampo, le due spa cui fanno riferimento tra gli altri i comuni di Arzignano e Montebello per la gestione del ciclo idrico e dei fanghi di conceria.

Nel documento Pettenò spara a zero su alcuni membri dei cda delle due compagnie. Sulla graticola finiscono così Renzo Marcigaglia (nei suoi confronti ha preso provvedimenti anche il suo partito, la Lega Nord) presidente di Acque Chiampo e indagato nell’ambito di una inchiesta per evasione fiscale.

Pettenò però chiede al governatore Luca Zaia di accendere i fari, verificandone i requisiti giuridici e morali, anche su altri membri del medesimo cda: Alberto Pretto e Santo Mastrotto. Quest’ultimo è uno degli imprenditori conciari più noti della Valchiampo. Santo è il fratello di Bruno, il ras della concia arzignanese finito anche lui nell’inchiesta della magistra-

bello che mette in allarme Carlo Rizzotto, ex coordinatore provinciale dell’Idv, uscito dalla politica attiva e oggi a capo di una assoTuttavia lo stesso trattamento ciazione civica denominata LibePettenò lo riserva anche a Pierri Vicentini (LiVi): «Sono molto giorgio Rigon, vero dominus popreoccupato. Ormai è cinque anni litico del comprensorio di Monteche la procura porta bello, presidente di avanti un’inchiesta Mediochiampo spa, che coinvolge rapinfluente membro porti economici, madel Lions di Arzignanager pubblici, polino nonché indagato tici di centrodestra e dalla procura berica centrosinistra. Una (assieme ad una sesinchiesta che potrebsantina di persone) I Mastrotto be avere una portata per presunti illeciti nel mirino colossale visto che di ambientali nella gefatto mette in discusstione degli impianti della sinistra sione l’intero distretdi depurazione con- regionale to conciario e i suoi trollati dalla spa di scarichi. Sui giornali cui è presidente. Al si legge che è in arrij’accuse di Pettenò vo il processo, ma il tempo passa. fino ad ora non è giunta alcuna La prescrizione è in agguato menreplica. tre nel silenzio generale la gente rischia di essere avvelenata».

Ed è proprio la vicenda di Montetura dopo avere ammesso il pagamento di una mazzetta.

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Zuccato: “ripensare il futuro della valle del Chiampo”

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i chiama “Progetto di rilancio economico e sociale della valle del Chiampo e dei suoi distretti produttivi”. Le associazioni di categoria dell'area avevano chiesto alla Camera di Commercio - in considerazione della sua centralità nel sistema economico provinciale - di porsi alla guida di un progetto per far uscire la Valle del Chiampo e i suoi distretti produttivi da una situazione di difficoltà dovuta da un lato alla recessione mondiale, dall’altro al pesante calo d’immagine legato alle vicende tributarie. Il Gruppo di lavoro che sta sviluppando il progetto è guidato dal Presidente Vittorio Mincato, si avvale dell’apporto scientifico di docenti dell’Università di Padova e Verona, del CUOA, del CPV- Fondazione G. Rumor e del contributo di professionisti e imprenditori. Il progetto si fonda sulla collaborazione diretta delle categorie economiche, delle istituzioni e degli enti locali, individua elementi di supporto e di sostegno a vantaggio dell'area per delineare in un arco temporale di medio lungo respiro percorsi di riconversione industriale, sviluppo economico, progresso culturale e valorizzazione del territorio. L’esperienza proposta potrà diventare un modello di riferimento da replicare in altre aree del vicentino interessate da criticità del sistema produttivo e dell’ambiente. Tutti i settori economici sono interessati: dalle attività industriali alle artigianali, al commercio, al turismo, all’agricoltura, al credito. Grande attenzione viene data all’impatto sociale delle diverse azioni e sono

previsti interventi per la formazione e qualificazione delle risorse umane, la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, la sostenibilità. “Da parte nostra abbiamo creduto fin dall'inizio in questo progetto di rilancio della valle del Chiampo - ha sottolineato il presidente di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato a margine della presentazione -, nella convinzione che possa diventare uno strumento importante per rimettere in moto la ripresa dell'area, per favorire quel rilancio generale di cui la vallata ha bisogno in questo momento. Siamo reduci da tre anni per tutti noi particolarmente difficili, ricchi di insidie e di problemi: la Valle del Chiampo ha vissuto questi problemi in modo ancora più sensibile, per le caratteristiche della struttura produttiva ed economica del territorio. Ora che il peggio sembra passato e che la grande maggioranza delle imprese ha mostrato di saper reagire alle difficoltà, si tratta per la vallata di saper cogliere tempestivamente le occasioni di ripresa che si presenteranno. Questo studio è un punto di partenza autorevole e concreto”. “E' un progetto interessante e ricco di stimoli - commenta da parte sua Filippo De Marchi, presidente di Apindustria Vicenza -. La situazione di difficoltà creata dalla crisi economica di questi anni non è un problema soltanto della valle del Chiampo, ma riguarda tutta la provincia. Questa iniziativa può essere da esempio per l'intero Vicentino e fare da battistrada per aiutare a individuare, sperimentare e applicare soluzioni da pionieri”.

La camera di commercio presenta alle categorie economiche il progetto di rilancio della vallata

L’Opinione

Ovest Vicentino, è tempo di voltare pagina di Enrico Soli

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iciamo le cose come stanno: qualche volta è bello sentirsi vicentini. Abitanti del capoluogo, intendo. Accade soprattutto quando si pensa alla vita dei nostri conterranei dell’Ovest. Quanti chilometri separano Vicenza da Arzignano? Diciassette-diciotto, non di più. Eppure andando verso occidente sembra di entrare in un altro mondo, che evoca più le brutture industriali lombarde che le bellezze naturali del Veneto. Il territorio vicentino si può dividere in quattro zone corrispondenti ai quattro punti cardinali: a Sud i colli, a Est la campagna, a Nord i monti. E a Ovest? A Ovest la puzza della concia, la puzza dei soldi, con la qualità della vita equiparata al mero benessere economico.

La villetta con lo squallore intorno, la strada statale piena di traffico, l’inquinamento, le case orribili, i capannoni e i grandi magazzini. Lungo l’asse viario da Ponte Alto alla Valle del Chiampo si è raccolto negli ultimi decenni il meglio e il peggio della vicentinità: l’intraprendenza e la produttività che vanno di pari passo con il cattivo gusto e l’ignoranza.

Non si può avere tutto dalla vita - si dirà -, non si può essere imprenditori e al tempo stesso filantropi o forti lettori. Di assi viari orribili il Veneto sa offrire altri famigerati esempi: nel suo ultimo libro (“Tristissimi giardini”), ad esempio, Vitaliano Trevisan descrive acutamente il disastro della statale che collega Vicenza a Treviso. L’apice del grottesco viene raggiunto quando, lasciando la provincia di Padova per addentrarsi in terra trevigiana, si viene salutati dal gigantesco cartello: “La Marca, se la vedi ti innamo-

ri”. Ti guardi intorno, bloccato tra un semaforo e l’altro, e davvero ti senti preso per i fondelli. Di cosa mai dovrei innamorarmi?

Spesso penso che, dopo aver fatto evacuare chi lo abita, l’Ovest vicentino andrebbe raso al suolo.

Poi però mi assale un dubbio atroce: e se gli abitanti e gli amministratori locali ricostruissero tutto come prima e più di prima? Credo ne sarebbero capaci, e al pensiero mi assale l’orrore. Più opportuno allora lasciar tutto com’è, che la storia segua il suo corso, e attendere che il baldanzoso e rampante imprenditore di oggi evolva col tempo in qualcosa di meglio.

Magari tra vent’anni ci ritroveremo con un Ovest assennato e acculturato, mentre a Sud, invece della bella civiltà dei colli Berici, troveremo - lungo la Valdastico Sud- un nuovo squallido agglomerato industriale. Qualcuno sarà contento, altri molto meno, ma così gira il mondo.

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Profondo rosso Il buco nel bilancio dei magazzini generali rischia di sfociare in una inchiesta penale, ma c’è chi denuncia coperture e possibili speculazioni edilizie non aveva dato grane particolari ai soci.

Il quadro Magazzini Generali, o MG, è una

società a prevalente capitale pubblico detenuto pariteticamente da quattro soggetti. Comune, provincia, camera di commercio e Banca Popolare di Vicenza. L’attività principale della società è quella di offrire riparo temporaneo per merci movimentate da operatori terzi (di solito ditte e spedizionieri). I depositi si trovano in via delle Fornaci e in zona Foro Boario dove MG ha preso in affitto da diversi anni un ampio spazio dalla associazione provinciale degli allevatori. Oltre allo stoccaggio delle merci MG, tramite la controllata Mge, offre ai clienti anche servizi di imballaggio e altre attività assimilabili. Si tratta quindi di un contesto industriale tutto sommato semplice, che negli anni

| Diego Xausa

| Zeffirino Filippi

| Athos Santolin

di Marco Milioni

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’affaire Magazzini Generali da caso politico rischia di trasformarsi in un esempio di pessima amministrazione mentre all’orizzonte appaiono le prime avvisaglie di una querelle giudiziaria di vasta portata che può portare sconquasso nei palazzi del potere berico. Ma c’è di più, a palazzo Trissino già si parla di possibile speculazione edilizia che aleggia sui terreni dell’ente di via delle Fornaci.

Profondo rosso La botta però arriva agli inizi della primavera quando i soci vengono avvisati che qualcosa non va.

Di più, la ragioneria generale del comune diretta dal dottor Mauro Bellesìa, uno dei più stimati manager pubblici nel Vicentino, avvisa la giunta municipale che i conti di MG presentano delle enormi ambiguità. Poco dopo, a fine aprile 2010, arriva la notizia delle doppie dimissioni del presidente del cda Gaetano Bettenzoli e del direttore generale di Mge Silvano Saggioro.

Una coincidenza che non promette nulla di buono. Anche perché i media riferiranno di lì a poco no-

vecchio cda di via delle Fornaci?

Gaetano Bettenzoli è un politico di lungo corso che a Vicenza ha militato nelle fila della Dc, di Sempre a fine aprile 2010 il presicui fu consigliere comunale, per dente pro-tempore Giandomenico poi avvicinarsi al centrodestra Albanese abbozza una difesa d’ufcon l’avvento di Silvio Berlusconi ficio. Parla di conti sotto controllo. sulla scena nazionale. Sua figlia Poi la situazione crolla. A luglio la Sung Ae è stata consigliere comustampa locale racconta di un buco nale forzista durante gli anni in che oscilla tra i quattro e i sette cui il centrodestra ha governato a milioni di euro. Il cda residuo si palazzo Trissino. L’ingegner Betdimette in blocco. I soci nominatenzoli, ex dirigente dell’Ulss 6, è no un commissario pro-tempore, anche stato consulente speciale ovvero un amministratore unidell’ex presidente della camera co che dovrà fare luce su quanto di commercio beaccaduto. Si tratta del rica Dino Menarin. commercialista Diego Del quale ha curaXausa partner e preto la parte stratesidente dello studio gica nell’acquisiAdacta oltre che conzione della nuova sulente del tribunale di sede dell’ente in Vicenza. La domanda zona Pomari. Una da sette milioni di euro chiacchieratissima è semplice da porre, Bettenzoli: operazione da 25 difficile invece trovare fiduciario milioni di euro che una risposta: il buco ha visto protagoniè solamente il frutto di Mincato sta il gruppo Incos di una gestione votadi Gaetano Ingui. ta all’incompetenza o E dentro MG Bettenzoli è stato peggio il vecchio management si è anche l’uomo di fiducia del sucmacchiato di qualche reato? I soci cessore di Menarin alla camera abbozzano qualche commento di commercio, Vittorio Mincato. sulla stampa, ma la tensione, speI due infatti hanno fortissimacie negli enti pubblici, si taglia col mente voluto la nascita di un polo coltello, perché c’è il rischio che il logistico in collaborazione con dissesto finanziario sarà pagato alcune cooperative dell’alto Vidai cittadini. centino. Collaborazione poi materializzatasi in Mge, controllata Cavalli di razza da MG. Ma chi sono gli otto uomini del tizie di strani movimenti sui conti correnti dello stesso Saggioro.

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| In alto a destra: Vittorio Mincato

Gli interrogativi della Equizi “Le questioni Mg richiederebbero la presenza di un esperto in materia penale da affiancare a Xausa E la figura più adatta, perché fuori dai giochi di potere, sarebbe il professor Renato Ellero.”

tavilla. De Gaspari ha anche riZeffirino Filippi, detto Ceo, è coperto il ruolo di revisore dei invece un noto imprenditore conti in Costef, il consorzio che del ramo vernici nonché un infa capo ad Assindustria e che si fluente membro del cda della occupa dello smaltimento delle Banca Popolare Vicenza. Athos terre di fonderia. Completano Santolin è il presidente dell’oril quadro i revisori dei conti o dine dei commercialisti della membri del collegio sindacale provincia. Il suo studio è uno che sono: il presidente Vittorio dei più quotati nel ramo dell’auTonato e Nicola Ravazzolo, Paolo diting aziendale. Mauro Barban Sabbadin, Giuliano Campanella. e Giandomenico Albanese sono Fra questi spicca l’ultimo, che è invece espressione della politica. anche segretario generale della I due sono infatti in quota Pdl camera di commercio. Campaanche se Albanese ha un passato nella, come Bettenzocol centrosinistra li, ha seguito da vicino ed è stato pure le vicende della nuova membro del Cda sede camerale. di Cis spa. Anche Gianfranco MorI dubbi soletto (ex assesMa che cosa c’è vesore leghista allo ramente dietro la visport al comune di Campanella: cenda MG? Chi non ci Vicenza) è espres- un altro big vede chiaro è Maurizio sione della politidella Camera Franzina, capogruppo ca. Idem dicasi per del Pdl in municipio.

Luigi Stocchiero, di Commercio Franzina parla con imprenditore nel cognizione di causa ramo della cartoperché suo è stato per grafica. Uomo di molti anni l’assessorato all’urbapunta della associazione-lista nistica: «In passato si manifecivica Vicenza Capoluogo è stastarono gli interessi del Gruppo to nominato dal sindaco Achille Ingui sul maxi lotto che ospita i Variati in quota al centrosinimagazzini. Non vorrei mai che stra. E sempre a Variati fa rifequalche imprenditore giocasse rimento la nomina di Giampiesui traballanti conti di MG per tro De Gaspari. Quest’ultimo è mettere a segno una speculazione un consulente industriale con edilizia, il peso della quale sarebun passato da dirigente presso be patito solo dai cittadini». le fonderie Gruppo Safas di Al-

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ranca Equizi, ex consigliere comunale leghista, in sala Bernarda denunciò per il caso MG «gli appetiti dei costruttori» su un comparto che eventualmente «va riqualificato a beneficio di tutta la città».

«Sulla stampa di queste settimane - parte la Equizi - già si parla di valorizzazioni immobiliari, di cambi di destinazione d’uso. Sarebbe una sciagura perché l’urbanistica non deve essere l’occasione per affari poco puliti o il modo per saldare i debiti dovuti alla incapacità di manager più o meno pubblici i quali, invece dei consigli di amministrazione, dovrebbero frequentare i banchi del vicino mercato ortofrutticolo per vendere carciofi e melanzane».

Pronto l’esposto Per la Equizi, oltre alla querelle urbanistica, bisognerebbe accertare come si sia arrivati ad una situazione così grave sul piano dei conti. «Come diavolo è possibile che i soci debbano chiamare una sorta di commissario straordinario come Xausa, già consulente speciale in Aim durante la debacle di San Biagio, quando venne nominato dal cda marcato Beppe Rossi assieme ai consulenti Gianni Giglioli e Maurizio Borra. E poi come mai si deve ricorrere ad uno come Xausa, che sarà tecnicamente preparatissimo, quando nel management hai, tra gli altri, un consigliere della Popolare di Vicenza, il presidente dei

commercialisti berici, per di più specializzato in controllo aziendale interno, e un segretario generale della camera di Commercio come Campanella che è tra i manager pubblici più pagati della provincia?

Ed è possibile che il Santolin di turno si sia fatto passare sotto il naso un ammanco del genere? Delle due l’una. O il presidente dell’ordine ha subito un raggiro degno della Spectre oppure è meglio che gli associati alla sua categoria se lo portino a Monte Berico».

Ed Equizi è un fiume in piena: «E che cosa dire di Mincato che di Bettenzoli e Xausa è grande sponsor?

Ne sta sbagliando una dietro l’altra. Qualcuno gli dica di fermarsi perché dopo Aim e MG le società pubbliche da massacrare sono finite. E poi dove sono i consiglieri provinciali? Dove sono i consiglieri comunali? Perché sulla vicenda si sta stendendo una cortina fumogena? Come mai questa differenza di comportamento col caso Aim che tanto gli assomiglia? È vero che uno dei più influenti consiglieri comunali del Pd a palazzo Trissino è stato in ferie con uno dei sindaci di MG? Come possono destra e sinistra permettere ogni sorta di macelleria messicana sulla pelle del cittadino contribuente? Per questi ed altri motivi - aggiunge Equizi - presenterò un esposto in procura. Sperando che la prescrizione non divori tutto come con l’affaire San Biagio».

L’ex leghista infatti chiede lumi «sulle modalità con cui si è messa in piedi Mge, sugli affidamenti, gli appalti, le commesse, gli stipendi, i mutui bancari ed ipotecari. Sono questioni - precisa Equizi - che richiederebbero la presenza di un esperto in materia penale dell’impresa da affiancare a Xausa al fine di fare una pulizia radicale. E la figura più adatta, perché fuori dai giochi di potere, sarebbe il professor Renato Ellero che MG la conosce bene perché in quel consiglio di amministrazione sedette tanti anni fa. Ad ogni modo - conclude Equizi - prima di sparare idiozie più o meno volute sulla svendita degli immobili di MG si recuperi il maltolto e si individuino i colpevoli. Poi si discuterà il resto. E chi non è d’accordo con questa linea o è in malafede o è un cretino». di Marco Milioni

| Franca Equizi

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Il Baccalà alla vicentina rappresenta l’Italia come la pizza

Il piatto locale premiato a livello europeo e applaudito dal governatore Luca Zaia

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prodotti nazionali dalla lunga traome è tradizione a settembre, dizione: il Brasato al Barolo (Pienel Vicentino prima si festegmonte), i Cannoli di Ricotta (Sicigia la Madonna di Monte Berico lia), il Castagnaccio (Toscana), la e poi il caro baccalà. I santi proPizza Margherita (Campania). Le tettori di questo tipico piatto lospecialità italiane, assieme ad alcale sono ovviamente quelli della tre 65 selezionate nel resto d’EuroVenerabile Confraternita fondata pa, ora possono essere conosciute Sandrigo nel 1987, su iniziativa approfonditamente da tutti coloro dello scomparso Michele Beneche sono, per passione o per ricertazzo. In questi anni il consumo ca, interessati all’alimentazione e la vendita dello stoccafisso sono tradizionale, attraverso l’opera di triplicati nel Vicentino ed è stata divulgazione messa costituita una rete di in campo dal prooltre quaranta ristogetto europeo. Sul ranti dove il piatto è sito www.eurofir.net normalmente inseriè possibile scaricare to nei menù. La Festa la scheda (in italiadel Bacalà, in prono ed in inglese) che gramma nelle piazze riassume la storia, la sandricensi tra il 23 e Previsto un ricetta tradizionale, il 27 settembre, cele- gemellaggio la preparazione ed bra quest’anno il rico- con il Mais infine i valori nutrinoscimento ottenuto Marano zionali. “Il Bacalà dall’EuroFIR, il proalla Vicentina - dice getto europeo che ha Righi- è riuscito a inserito il piatto tra superare la concorrenza di altre i cinque rappresentativi dell’aliillustri specialità gastronomimentazione tradizionale italiana. che nazionali, soprattutto grazie Martedì 21 settembre, nella sede all’opera di recupero storico e vadella Giunta Regionale a Palazzo lorizzazione messo in campo dalBalbi, il governatore Luca Zaia, la Confraternita. Abbiamo infatti affiancato dal presidente della messo a disposizione dei ricercaConfraternita Luciano Righi, ha tori impegnati nello studio la dovoluto sottolineare il significativo cumentazione storica di un piatto traguardo raggiunto, ricordanle cui origini risalgono addirittura do come questo piatto, per la sua al 1400, nonché tutte le altre inforlunga tradizione, sia rappresentamazioni sulla ricetta, sui metodi tivo di tutto il Veneto. A fare comdi preparazione e sulla diffusione pagnia, nel progetto EuroFIR, al nel territorio, utili per lo sviluppo Bacalà alla Vicentina, altri quattro

del progetto”. I ricercatori incaricati dall’EuroFIR, telecamera alla mano, hanno anche filmato tutte le fasi necessarie alla realizzazione del piatto (che ha un tempo di preparazione di circa 3 giorni) ed hanno poi inviato campioni della pietanza a laboratori accreditati, i quali hanno proceduto alla caratterizzazione nutrizionale, vale a dire a ricavare, tramite analisi chimica, i valori nutritivi della specialità alimentare. Si stima che il 20% delle tremila tonnellate di stoccafisso (vale a dire il merluzzo, essicato ingrediente base della ricetta tipica) che un paese leader

in questa produzione come Norvegia esporta in Italia finiscano in Veneto. Nel corso della kermesse di Sandrigo saranno consumate più di ventimila porzioni di questa gustosa specialità. Una gran quantità, certo, ma nel rigoroso rispetto della ricetta tradizionale e con la supervisione della Confraternita a garanzia della qualità del prodotto. Durante la Festa è attesa una nutrita delegazione proveniente dalla Norvegia, con a capo il sindaco dell’isola di Rost, situata nell’arcipelago delle Lofoten e da vent’anni gemellata con Sandrigo.

L’apertura della manifestazione

|Luca Zaia incontra la Confraternita del Bacalà

sarà tutta dedicata all’importante traguardo raggiunto dal Bacalà alla Vicentina: il 23 settembre alle 20.30, infatti, più di 500 commensali renderanno omaggio al piatto tipico con uno speciale Gran Galà Europeo. Poi la festa riprenderà lo stile che la caratterizza da sempre, vale a dire l’abbinata tra i lunghi tavoli dove sedersi in compagnia a gustare un’abbondante porzione di bacalà alla vicentina accompagnato da polenta e vino Vespaiolo (della Doc Breganze) e i numerosi eventi collaterali in programma, tra cultura, musica e divertimento. Domenica 26 settembre, a partire dalle 10.30, verranno svelati i nomi dei nuovi confratelli scelti tra personaggi noti del mondo della cultura, dell’arte, dell’economia, della gastronomia e del giornalismo. Oltre quaranta confratelli (tra onorari ed effettivi) accoglieranno, nella caratteristica mantella grigia (simbolo del bacalà), cappa gialla (polenta) e medaglione distintivo, i nuovi “ambasciatori” del piatto vicentino. A conclusione della cerimonia, poi, verrà ufficializzato il gemellaggio tra la Confraternita del Bacalà e la Confraternita del Mais Marano, associazione, quest’ultima, che promuove la valorizzazione di un prodotto tipico del territorio vicentino, il Mais Marano appunto, dal quale si ottiene una polenta molto apprezzata per accompagnare proprio il bacalà.

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La Cooperativa Insieme porta in passerella il “cool sostenibile”

Dopo l’incendio che ha colpito la sede di via Dalla Scola la scorsa primavera, la coop inaugura la stagione autunnale con una sfilata di abiti e oggetti di seconda mano e sfiziosità culinarie a chilometro zero

“

per presentare l’usato come sinoSerata del consumo sosteninimo di una cultura cool e sostebile” e “Abiti che scottano”: nibile - afferma il vicepresidente questi gli ingredienti della serata Giovanna Dal Sasso - L’evento inorganizzata venerdì 24 settembre vita a ripensare ai comportamenti dalla Cooperativa Insieme per imposti dalla società dei consumi, festeggiare la riapertura dopo il dimostrando che spesso le cose rogo dello scorso maggio. La sfilache buttiamo via possono essere ta annuale di abiti usati e vintage recuperate, valorizzate e considequest’anno è stata intitolata aprate come oggetti ancora utilizzapunto “Abiti che scottano”. Oltre bili, spesso insoliti e particolari, sessanta soci e amici della coop per un’interpretazione personale sfilano sfoggiando abiti usati prêtdelle mode e nel rispetto dell’amà-porter per promuovere la cultubiente”. Durante la sfilata, che ra del consumo critico, del riciclo per la prima volta viene ospitata e del riuso, e dimostrare il fascino all’interno del punto vendita, il indiscreto dell’abbigliamento vinnuovo bar “al barco”, inaugurato tage. Questi abiti sono stati acculo scorso luglio, propone cocktail ratamente selezionati e valorizzati d’autore e finger food dal gruppo di lavoro nostrani ispirati alle che si occupa della ricette dello chef filiera del tessile su vicentino Amedeo un volume di circa Sandri.

140.000 chili di lavoGli arredi In linea con la culrato per l’anno 2009. tura di sostenibilità Di tale cifra, circa il del nuovo bar 25% viene destinato sono recuperati a 360°, “al barco” è un locale unico nel ai diversi punti ven- riadattati suo genere, in cui dita della cooperatie soprattutto tutto, dall’arredava, mentre il restante mento alle tazzine 57% viene suddiviso in vendita da caffè, è riciclato e tra le altre attività recuperato, oltreché di recupero e riciclo progettato per proe solo il 18% diventa muovere attivamente l’educazione inevitabilmente rifiuto inutilizzaal gusto e alla qualità dei prodotbile. Per la Cooperativa Insieme ti, con particolare attenzione ai si tratta di un appuntamento improdotti di stagione, al biologico e portante, insignito lo scorso anno al chilometro zero. Tra un caffè e dal prestigioso premio “Golden uno spunciotto, al barco è possiStars Award” dalla Commissione bile acquistare il pane biologico di Europea, nell’ambito del progetto una cooperativa del territorio, ma internazionale “Re@life” intitolaanche la sedia “ricondizionata” su to “Decrescita e stili di vita, sostecui ci si siede, oppure ancora si ponibilità ambientale, partecipaziotrà sfogliare un libro antico o visine e convivialità… in Europa”. “La tare una mostra sul riciclo e riuso. serata vuole essere un’occasione

Il tutto accuratamente studiato per informare ed educare sull’importanza di stare bene insieme in maniera consapevole e sostenibile. L’arredamento e i complementi di arredo del nuovo bar sono prevalentemente recuperati, riadattati, riusati, e soprattutto in vendita. Grazie alla manodopera di artisti locali specializzati nell’ecodesign, l’arredamento del barco sarà costituita da collezioni di restauro contemporaneo, in un continuo alternarsi di stili e colori. A parte il bancone del bar rivestito di porte di case antiche, unico elemento di arredo permanente, tut-

to il resto del bar è acquistabile, a partire dalla lampada anni ’70 o dalla tazzina da the bavarese per arrivare alla sedia in alluminio ‘rinata e rivestita’. La cultura del consumo critico riguarda anche l’offerta delle bevande che lo stesso bar ha formulato in collaborazione con il SER.T., in linea con la campagna “- alcol + gusto”. In occasione della serata vengono inoltre presentati gli abiti e gli accessori d’arte realizzati con materiali di recupero della collezione “Abito con te” di Elvezia Allari e le borse “INARIA”, in gomma riciclata da camere d’aria, di Isa Doro.

Elvezia Allari, crea allestimenti, monili e opere di textile design artificiali realizzati con materiali insoliti e di recupero impiegati in modo inconsueto per “vestire d’ironia” gli ambienti, con oggetti sorprendenti e sintetici. Le creazioni “INARIA” di Isa Doro sono invece realizzate con materiali poveri come la gomma delle camere d’aria dismesse, le cinture di sicurezza e i bottoni spaiati che vengono rimessi a nuovo per diventare originali borsette da passeggio e borse per bici, astucci, portatabacco, portafogli, portacomputer.

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Vicenza senza saggi Comune in difficoltà nel raccogliere candidati per il comitato degli esperti in istanze referendarie

di Enrico Soli

amministrativa e una domanda corredata da curriculum vitae da presentare alla segreteria generale del Comune di Vicenza.

Cinque esperti story.

Difficilmente il nuovo comitato icordate il comitato degli dei cinque “saggi” potrà vivere esperti, soprannominato dei un momento di visibilità parago“cinque saggi”, che tra il 2006 e nabile a quello vissuto da questo il 2007 tanto fece penare quella organo grazie alla vicenda Dal frangia dei “no base” che confiMolin. Erano ancora i tempi della dava in un referendum? Bene, al giunta Hűllweck e il Coordinamomento i nuovi candidati non mento contro il Dal Molin guidato arrivano a cinque. Mancano orda Giancarlo Albera cozzò a lunmai pochi giorni alla scadenza per go contro le lungaggini legali dei la presentazione delle domande, cinque esperti capitanati allora ma le candidature tardano ancora dall’avvocato Silvano Ciscato. una volta ad arrivare. Ancora un Nell’occasione si scatenò anche volta, sì, perché il termine era già un identikit dei singoli compostato prorogato dalla fine di agonenti della cinquina che portò i sto al 30 di settembre proprio per ricorrenti “anti-base Usa” a ricucarenza di adesioni. Un altro mese sare l’avvocato Antonio Ferretto a disposizione è servito a ben poco per presunta faziosità. “Troppo e non dimentichiamo che, oltre ai vicino all’amminicinque membri efstrazione Hűllweck, fettivi, il consiglio della quale è stato comunale dovrebbe consulente, per poeleggere anche cinter essere imparziaque supplenti. I volti le” l’osservazione nuovi dovrebbero rimossa da Albera e cevere l’imprimatur compagni. Vero che del centro-sinistra Bocciarono era stato consulente (o, per meglio dire, tre volte il in materia urbanistidella maggioranza referendum ca, ma a quanto pare raccolta intorno a ciò non bastava a Variati) dopo il de- “No Dal Molin” renderlo né incomcennio del centropatibile con la caridestra. ca né tantomeno ricusabile (di riIl comitato degli esperti è infatti cusazione si può parlare ad esemun organo straordinario di nomipio nei casi di “nota inimicizia”). na politica, competente ad espriCiscato invitò il primo cittadino a mere il giudizio di ammissibilità decidere la sorte di Ferretto. “Per di istanze referendarie comunali me non c’è alcuna incompatibi(con potere consultivo, non abrolità - disse l’allora sindaco - ma gativo), e contro il quale il Comula decisione spetta ad un giudice ne non può fare ricorso. Ai canordinario”. E così ripassò palla didati ovviamente sono richieste a Ciscato. Quest’ultimo, riferenesperienza in materia giuridico-

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dosi alla proposta referendaria sul Dal Molin, spiegò che si trattava di un caso che avrebbe fatto scuola. In pratica i saggi- volenti o no- avevano rubato la scena al referendum. Lo spettro di allungare i tempi convinse il gruppo di Albera a lasciar perdere i sospetti su Ferretto per andare avanti. L’avvocato tornò al suo posto tra i magnifici cinque, poco gradito ai “no base” per aver negato in precedenza addirittura la procedibilità del quesito referendario. Era il mese di gennaio del 2007 e il tempo previsto per la discussione del

tema, cioè l’ammissibilità o meno del referendum, era andato bruciato tra riunioni interlocutorie, quesiti riformulati, presunte valenze abrogative e il “caso- Ferretto”. In quei primi giorni dell’anno però si diceva che persino l’allora ministro Arturo Parisi attendesse un “sì” o un “no” dei saggi vicentini sul quesito presentato da Albera. Balle ministeriali visto che Prodi si sarebbe espresso sul caso Dal Molin pochi giorni dopo, per l’esattezza il 16 gennaio, da Bucarest. Quando i saggi si ritrovarono al tavolo con Albera, i giochi

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erano già stati fatti e il quesito fu giudicato inammissibile. La sigla “opera di difesa nazionale” diventò un leit motiv. Ma il leader del Coordinamento non mollò e tornò alla carica a maggio con un altro quesito, stavolta sottoscritto dal comitato “Più Democrazia”. Si ripartì a giugno, mese in cui l’ex sindaco di Venezia Paolo Costa esordì a Vicenza in veste di commissario governativo per la risoluzione della vicenda Dal Molin.

A settembre la decisione definitiva dei cinque saggi: referendum cassato.

opinione

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La Jannò, i cinesi e il vero “nemico” Le Vetrine del Centro protestano contro il “pericolo giallo” Ma il problema di fondo è aver detto sì alla globalizzazione economica

di Alessio Mannino

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nna Jannò, la gioielliera delle Vetrine del Centro, ha dichiarato guerra ai negozi cinesi in centro storico. Concorrenza sleale e licenze irregolari, questa l’accusa mossa dalla commerciante vicina al Pdl: «Che in contrà Cesare Battisti, a due passi da Piazza dei Signori, ci siano botteghe che vendano borse a dieci euro piuttosto che negozi che commerciano merce varia a partire da 2 euro credo non sia corretto» (Giornale di Vicenza, 8 settembre 2010). L’assessore allo sviluppo economico, Tommaso Ruggeri, allarga le braccia e minimizza: «Non vorrei che in qualche caso la situazione "invasione straniera" fosse ingigantita e non corrispondesse alla realtà, come nel caso degli acconciatori-estetisti, visto che in città sono 800 gli artigiani attivi e 4 sono le botteghe cinesi, pari all'0,5%. Comunque su questo fenomeno il Comune si è già attivato muovendosi su due fronti: prima di tutto verificare, grazie al lavoro della Guardia di Finanza, la lecita provenienza dei capitali utilizzati per acquistare o

affittare i locali, e poi promuovere attraverso la polizia locale e in collaborazione con l'Ulss, controlli sui prodotti utilizzati, sulla merce venduta e sul trattamento del personale impiegato (…). Altro come amministrazione non possiamo fare» (Domenica di Vicenza, 10 settembre 2010).

Il problema che pone la Iannò è molto più grande dell’ottica immediata, seppur legittima, di chi si vede rubare i clienti a colpi di prezzi stracciati. L’infiltrazione, lenta ma continua, dei cinesi nel commercio al dettaglio è una conseguenza della globalizzazione economica. E’ questo sconvolgimento di portata storica la chiave per capire le ragioni profonde della colonizzazione delle nostre botteghe, delle nostre città, del nostro quotidiano. La legge che regola la nostra vita, piaccia o non piaccia, è la dura legge del mercato. Che non bada alla razza o al paese di provenienza, ma solo e unicamente alla convenienza in termini di quattrini. In centro storico gli affitti sono alti, lo shopping strada per strada è stato messo fuori gioco dalla transumanza nei mega centri commerciali fuori città, le banche sono avare con chi vuole aprire un’attività. Perciò, se si presenta

un compratore senza problemi di soldi e con voglia di rischiare, che abbia gli occhi a mandorla o no, il negozio se lo cucca lui e tanti saluti all’italianità.

Squallido, sia chiaro. Ma è la logica del sistema che ci siamo scelti, basato sul liberismo globale, sul denaro come unico valore.

E il denaro non conosce confini né ammette limiti che non siano quelli della domanda e dell’offerta. I cinesi vendono la loro merce a meno, e, fatto salvo il controllo sulla natura legale dei loro capitali, in tempi di crisi come questo, tanto basta al cliente. La soluzione sta nell’invertire rotta e cambiare modello, abbandonando il mito del libero mercato. Non crediamo che questo sia fattibile nell’immediato, ma la direzione è quella, o almeno, se davvero si vuole combattere gli effetti negativi del globalismo, dovrebbe essere quella. Perché portare fino in fondo la richiesta di “protezione” che reclama la Iannò, vorrebbe dire quanto meno fissare una linea oltre la quale la dittatura dell’economico non può andare.

Facendo prevalere altri criteri, non più dettati dal laissez-faire caro ai liberisti ma ispirati ad altri valori. Ad esempio, quello della tradizione e del localismo (che non

è una parolaccia, anzi). Due anni fa, a Pistoia, il comune ha varato un regolamento secondo cui entro il perimetro della piazza principale della città, Piazza della Sala, gli esercizi commerciali sono tenuti a vendere prodotti esclusivamente del posto. Niente cinesi, ma nemmeno kebabbari o MacDonalds.

Piccolo esempio positivo, a nostro parere, di come mettere un freno all’espropriazione dei luoghi storici in nome di un’economia del profitto che distrugge tutto ciò che ad essa non si piega.

Quello che non torna è il fatto che poi i commercianti che gridano all’invasione straniera non alzino altrettanto la voce contro i politici che non solo non muovono un dito contro la globalizzazione commerciale e finanziaria considerata come un fatto compiuto, ma che per giunta la esaltano o se va bene la giustificano. Cioè tutti, perché ad eccezione di qualche oscurata minoranza di tardo-comunisti e vetero-fascisti, privi di credibilità nel loro abbarbicarsi ad ideologie superate dalla storia, l’intera politica attuale è succube del pensiero unico globalista. Al massimo c’è la Lega che fa speculazione elettorale agitando barriere neo-protezioniste proprio contro la Cina e che

tuttavia si guarda bene dall’attaccare il modello di sviluppo in sé (che ha portato la Cina nel Wto, per dirne una). E’ il classico caso di chi accetta una logica, in questo caso quella di mercato, purchè non tocchi i propri interessi. Troppo facile, così. Cari piccoli commercianti, se è solo una questione di meno schei in cassa, avete poco da lamentarvi: il nemico non sono i cinesi, è il sistema economico - e di vita - che noi bravi occidentali abbiamo reso vincente nel mondo.

Ora la stiamo pagando. Quando la Cina era comunista (adesso è un regime di capitalismo selvaggio garantito da uno stato di polizia), concorrenti cinesi qui non li avreste immaginati neanche nei vostri peggiori incubi. Meditate, tossicomani del massimo profitto, meditate.

La Porto come Bonanni, ecco perché è giusto contestare

La segretaria Cisl Veneto presa di mira ad un incontro fra sindacati e industriali. Squadrismo? Ormai la democrazia non esiste più

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ranca Porto come Raffaele Bonanni, vittima di “squadristi” di estrema sinistra? Comoda e vile scorciatoia per evitare di affrontare le ragioni che stanno dietro alle dure, anche maldestre, ma significative contestazioni contro la Cisl, il sindacato “cattolico”. Il segretario confederale Bonanni, appecoronato all’arroganza di Marchionne sulla Fiat di Pomigliano, mancato per un soffio da un fumogeno durante un vero blitz di protesta alla festa nazionale del Pd? Un grave errore, questo del fumogeno, controproducente per la battaglia contro i sindacalisti filo-padronali, che ha oscurato il messaggio fondamentale, reso creativamente con una banconota da 50 euro effigiante Bonanni stesso: se la controparte dei lavoratori è il padrone, il nemico è il sindacato venduto al padrone. È ovvio. La segretaria regionale Porto viene bersagliata dai volantini dello stesso tenore lanciati da un esponente Rdb-Cub, Federico Martelletto, portato via a forza dal

convegno organizzato dalla Cgil lunedì 21 settembre alla presenza del capo della Fiom, Landini, del presidente degli industriali veneti Tomat, del segretario nazionale Uil, Pirani, e dei vertici locali cgiellini? Nessun accenno di violenza, in questo caso, solo un atto dimostrativo, provocatorio come tanti altri, di legittimo disturbo.

Sono azioni che qualcuno può anche considerare sgradevoli, e che se oltrepassano la soglia dell’incolumità fisica, come per Bonanni, risultano inaccettabili in una democrazia. Ma siamo ancora in una democrazia? Prendiamo proprio il settore del lavoro. Da un punto di vista dei diritti sociali (che con quelli civili e politici forma il trittico basilare di un regime pienamente democratico), l’attacco sferrato dai padroni del vapore e dai loro lacchè nei partiti in questi ultimi vent’anni, con l’ondata di precarietà alias flessibilità imposta come necessità divina e da ultimo la messa in discussione dei contrat-

ti nazionali in nome del supremo bene dell’azienda (con tanti saluti a quello generale, collettivo) non è forse il sintomo di un’erosione inesorabile della dignità e della stessa umanità di chi lavora? Sull’altare della compressione dei costi, dell’aumento della produttività, dell’ossessiva rincorsa alla competitività, non si sta già violando l’articolo 36 della Costituzione (“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”)?

E come chiamare un sindacato che invece di fare il suo mestiere, cosa che contempla anche dire dei “no” quando occorre, si piega alla logica primitiva, da primo industrialismo, del ricatto, per cui o si accettano le condizioni imposte dal padrone (chiamiamo com’è giusto chiamare una grande industria ingrassata a soldi pubblici, con nefaste responsabilità nel di-

storto sviluppo economico d’Italia, come la Fiat) o tu, dipendente ribelle, rimani a casa? E per quale motivo, per quale sommamente ipocrita idea del bon ton civile chi prova una sacrosanta rabbia per vedersi sfruttato da industriali rapaci e delocalizzatori, e per giunta preso in giro da sindacalisti servi e mezzemaniche, per quale ragione non dovrebbe infuriarsi e andare a dirgliene quattro a chi considera un cialtrone?

Abbassare i toni? Chi recita questi fiacchi mantra di rito dimostra di non aver capito nulla della situazione: c’è assoluto bisogno che i toni, al contrario, si alzino. A partire dal sindacato - s’intende: quello vero, se è rimasto - che deve far sentire la sua voce come mai prima d’ora ha fatto. Se necessario urlando, altro che mettere la bocca a culo di gallina e biascicare il rosario del “dialogo”. Dall’altra parte, infatti, non abbiamo gente che vuole dialogare per migliorare la vita di tutti, ma solo per agguantare un’altra

fetta della poca torta che ancora si riesce a produrre, e un’altra ancora, e poi un’altra, tutto e sempre a spese del lavoratore. Sull’altra barricata c’è un socialista della mutua, il ministro del Welfare Sacconi, che vorrebbe azzerare il sindacato in quanto tale, o tutt’al più ridurlo ad una specie di federconsumatori, un ufficio sbriga-pratiche. O, per stare nel nostro Veneto, un industriale duro e puro come Tomat, che per giustificare nuovi giri di vite ai diritti del lavoro se ne esce con questa teoria: «La Cina è un sistema autocratico e questo, piaccia o no, è un fatto che cambia le regole del gioco». Come dire: se in Cina decidono di sottopagare i lavoratori o, che so, di frustarli per renderli più produttivi, poco ci manca che dovremmo imitare i cinesi per star loro dietro. Ebbene, ce n’è di che per imbestialirsi. E se protestare, oggi, significa essere squadristi, allora ben venga lo squadrismo.

Alessio Mannino

tecnologia

198del24 settembre 2010 pag14

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Tecnologia

L’hi tech cinese apre a San Lazzaro Tra i negozianti dell’elettronica si è diffusa la voce della apertura di un maxi emporio orientale dedicato alla tecnologia L’ipotesi non è peregrina stica da un paio d’anni spopola su Ebay. I pionieri erano stati alcuni microimprenditori che si erano di Marco Milioni messi a comperare direttamente dalla Cina, o addirittura erano i tech e spy tech a prezzi mini utenti Ebay che dall’Asia improvin un maxistore interamenvisavano negozi on-line dedicate dedicato al made in China. La ti al mercato europeo, nel quale notizia è da prendere con le moll’Italia, si sa, stravede per la telele, ma l’indiscrezione sta gettando fonia mobile. Poi alcuni grossisti lo scompiglio tra i manager dei italiani si sono organizzati; hanno negozi che in città si occupano di cominciato a modificare i cellulaelettronica. ri, a curarne il software con le esigenze In zona San Lazzaro della clientela italiaun gruppo di investina, a controllarne la tori cinesi potrebbe qualità e a fornire aprire prestissimo un la garanzia biennale grande emporio deprevista dalla legge dicato alla tecnologia I cinesi evitando al cliente dell’estremo Oriente. hanno fatto finale ogni rogna Soprattuto cellulari, doganale. Il risultato repliche legali di pal- un salto è stato l’esplesione mari blasonati come di qualità delle vendite sui siti Iphone. E poi tablet di aste e sui siti spepc simili all’Ipad, cializzati. Marche microspie, microcacome Cect, I-pro, Anycool, A-Pad mere, attrezzatura per la sorvesono diventati un must tra gli apglianza e molto altro ancora. passionati che fino a poco tempo fa si rivolgevano a questo mercato In realtà questo tipo di oggetti-

H

o per avere delle copie (anche se a prestazioni inferiori) di cellulari più famosi come l’Iphone di Apple o perché le marche cinesi offrono la possibilità di alloggiare la doppia sim. Una opportunità molto apprezzata dai lavoratori stranieri in Italia che così possono utilizzare una scheda per le chiamate nazionali e una per chiamare in patria a prezzi vantaggiosi.

Da alcuni mesi però i cinesi hanno fatto un salto di qualità. Per 100-120 euro hanno cominciato ad offrire palmari touch screen che funzionano non solo con lo standard di prima generazione GSM, ma che lavorano anche con lo standard UMTS noto anche come 3G, quello che in sostanza permette anche di videochiamare o navigare sul web col telefonino. Un passo simile è avvenuto pure per i pc a tavoletta, ormai di moda dopo l’avvento dell’Ipad. Gli apparecchi cinesi (va detto che il 90% dei marchi blasonati produce comunque in Cina anche se con la supervisione della casa madre)

un gruppo di operatori asiatici che hanno base nella provincia berica.

Ed effettivamente la presenza cominciano ad cinese non è una novità nel Viessere offerti con centino. Oltre ai bar e ai primi una memoria volatile, la bazar, gli orientali hanno aperRAM, che ormai ha raggiunto to grandi strutture al dettaglio i 512 mega o il giga: il che rende come quella a ridosso delle Pirai computer touch screen low cost midi o come quella a ridosso del molto più performanti rispetto centro commerciale al passato. Il tutto a Palladio (si chiama prezzi che veleggiaDasarà) che dopo un no sui 150-200 euro. periodo di rodaggio Ben tre, quattro volte stanno facendo affain meno dei marchi ri alla grande. Segno più noti. Il piccolo evidente che le merci miracolo tra l’altro è un tempo prodotte reso possibile dal fatin Asia e rivendute to che gli apparecchi Pronti tramite negozianti non usano nel siste- i tablet pc italiani ora verranno ma operativo sof- a 100 € proposte al cliente tware proprietario, direttamente dai ma software libero. cinesi che da questo Principalmente Anpunto di vista hanno fiutato un droid, un efficiente programma business promettente. E intanto sviluppato da Google e messo a i manager dei negozi specializzadisposizione di tutti gli svilupti tremano, o quanto meno sono patori. Sicchè l’idea di vendere al preoccupati. minuto non sarebbe sfuggita ad

economia&mercati

198del24 settembre 2010 pag15

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economia&mercati

La sfida del Giappone

a colpi di yen per sopravvivere a Cina e America

Per favorire le esportazioni, la Bank of Japan è intervenuta direttamente sui cambi, provocando così un’alterazione del libero mercato e la protesta degli Stati Uniti

di Giancarlo Marcotti

S

pesso si identificano i mercati finanziari con le grandi Borse internazionali sulle quali avvengono gli scambi di azioni delle società quotate. E’ opinione diffusa ritenere che sia in quel contesto che avviene la maggior parte delle transazioni finanziarie. Non è così. Esiste un mercato finanziario molto più ampio, il cui giro d’affari medio giornaliero è superiore ai 2 trilioni di dollari, una cifra iperbolica. Tanto per avere un termine di raffronto, l’ammontare di tutte le transazioni che avvengono sui mercati azionari statunitensi non raggiunge il 3% di questo importo.

Qual è quindi questo mercato gigantesco? Il mercato valutario.

Ciò che gli anglosassoni chiamano Foreign Exchange o, per usare un acronimo ormai entrato nell’uso comune, Forex. Il Forex, per semplificare, è il mercato sul quale vengono negoziate le monete dei vari stati nazionali e quindi si stabiliscono i tassi di cambio fra le varie divise, il cui rapporto, in termine tecnico, prende il nome di cross. E’ facile ora intuire quale importanza assuma questo mercato e perché muova volumi così straordinariamente elevati. Capite bene che le cosiddette “guerre economiche” fra i vari stati nazionali non vengono combattute sui mercati azionari, bensì sul Forex.

Spesso queste “guerre” non sono neppure dichiarate, ma i loro effetti sulla popolazione sono co-

munque dirompenti, anche se non percepiti come tali. I mezzi di comunicazione di massa, infatti, giornalmente informano sulle variazioni degli indici azionari, più saltuariamente si parla del tasso di cambio, e quasi esclusivamente lo si cita in funzione del prezzo della benzina. Nella realtà il cross euro/dollaro, ad esempio, ha riflessi sull’intera economia dei Paesi aderenti alla moneta unica, ed i suoi effetti vanno ben al di là del prezzo alla pompa del carburante. Stabilire che il cambio sia 1,20 anziché 1,30 può risultare decisivo per la concorrenzialità delle aziende esportatrici e si sa quale importanza rivesta, proprio in questo contesto economico, la voce esportazioni. Il boom fatto registrare dall’economia tedesca nel secondo trimestre dell’anno in corso, va ascritto senz’altro al miglioramento (nel senso della diminuzione) del valore dell’euro sia nei confronti del dollaro che dello yen. Non occorre essere indovini per prevedere che, se il rafforzamento della moneta unica continuasse, ben differente risulterà la bilancia commerciale tedesca in questo e nel prossimo trimestre.

Ma in questo articolo non vogliamo occuparci della nostra moneta, bensì di uno scontro (non vogliamo usare il termine guerra, anche se sarebbe più appropriato) in atto fra il dollaro e lo yen.

Non dobbiamo illuderci che, pur trattandosi di due monete di Paesi che sono, geograficamente, distanti da noi, gli effetti di questa “guerra” non abbiano ricadute anche sulla nostra economia.

sua campagna elettorale sul “rafSenza ombra di dubbio il fenomefreddamento” della moneta. In no dei carry trade, cioè quelle opepratica Ozawa aveva promesso, razioni per le quali ci si indebita in qualora fosse stato eletto, di far una valuta che ha tassi di interesintervenire direttamente la Bank se bassi per investire in una con of Japan che avrebbe venduto yen tassi molto più elevati, gioca un sul mercato aperto per far scenruolo importante, ma non vogliadere la quotazione rispetto al dolmo entrare nei tecnicismi, ciò che laro, e dar così un po’ di ossigeno ci preme è valutare l’effetto che all’industria in difficoltà. Il Preprovoca questo continuo apprezmier Kan, pur manifestandosi più zamento della moneta nipponica. prudente, in campagna elettorale, L’economia giapponese non si sta il giorno successivo alla riconferdistinguendo affatto per vitalità ma al vertice, sollecitato da più ed efficienza, eppure la propria parti ad agire con sollecitudine, moneta continua ad apprezzarsi ha fatto proprio il programma del e ciò ha, come ricaduta, di deprisuo sfidante. Il 15 settembre, alle mere ulteriormente l’industria tre di notte ora italiana (le venmanifatturiera del Paese del Sol tidue a New York), Levante che, come quindi con tutti i noto, è molto immercati occidentaprontata all’export. li chiusi, la Bank of Questa situazione, Japan è intervenuavete già intuito, I media parlano ta direttamente sul porta ad una spirale mercato vendendo che, lentamente, ma di rado del tasso 100 miliardi di yen progressivamente, di cambio e solo (circa il controvaloavvinghia l’intera in funzione del re di un miliardo di economia giappoprezzo della euro), in pochi seconnese in una stretta di, quindi, il cambio asfissiante e, alla benzina. rispetto al dollaro lunga, mortale. Tutè passato da 82,85 to ciò è acuito da a 85,65 yen, con un una situazione poliincremento quindi di circa 280 tica a dir poco confusa, in cui gli punti base. L’Istituto Centrale scandali si susseguono ed hanno giapponese ha comunicato di aver portato al cambio di tre premier agito autonomamente, pur sottosoltanto nell’ultimo anno. E salineando il fatto di aver informarebbero potuti essere quattro se, to dell’operazione sia l’americana nelle recentissime elezioni che Federal Reserve che l’europea hanno riguardato il partito atBce, le quali non hanno comtualmente al governo (il Partito mentato l’accaduto. Da sei anni, Democratico) il presidente in caufficialmente, la Bank of Japan rica Naoto Kan non avesse sconnon interveniva direttamente sui fitto, di misura, lo sfidante Ichiro cambi. E’ innegabile che un inOzawa, che aveva puntato tutta la

tervento diretto di un Istituto di emissione porta ad una alterazione del libero mercato e dagli Stati Uniti, paladini del libero mercato, soprattutto quando torna a loro vantaggio, si sono alzate voci di protesta. Il Premier Kan, però, si è detto sicuro che, nel prossimo incontro che avrà con il presidente Obama, riuscirà a convincerlo del fatto che l’intervento fosse ineludibile, ma ha anche ammonito che qualora il tasso di cambio avesse ancora variazioni significative in senso sfavorevole agli interessi dell’economia nipponica, la Bank of Japan è pronta a ripetere l’operazione anche per diverso tempo.

Citiamo, solo di sfuggita (ma l’argomento meriterebbe un articolo a parte), che quella che sembra una “guerra” a due fra Usa e Giappone, nella realtà è a tre, perché nella partita c’è anche lo yuan cinese che le Autorità monetarie del colosso asiatico si ostinano a mantenere ad un valore prefissato nei confronti del dollaro, cosa che ovviamente aggrava la situazione dello yen.

I rapporti fra Cina e Giappone non sono mai stati così freddi, a causa della contesa sulle isole Senkaku/Diaoyu e sullo sfruttamento di giacimenti di petrolio e gas naturale nel Mar della Cina orientale. E’ quindi evidente che la Cina stia usando anche la potentissima arma valutaria con intenti ricattatori. Capite bene quali interessi ci siano in gioco, altro che le variazioni di qualche punto percentuale sui mercati azionari: sul Forex si giocano i destini di intere nazioni.

movida

198de24 settembre 2010 pag16

numero

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movida

Un circo di DJs

alla conquista del mondo A tu per tu con Andrea “Facka” Atanasio, ideatore e direttore della “F*ck* Records”, un progetto musicale che sta prendendo piede nei locali vicentini.

di Eduardo Lupo Mele

A

ndrea, descrivici cos’è la F*ck* records? Quando nasce il progetto e perché?

“Innanzitutto direi che la F*CK* records è un progetto ideato per supportare gli artisti musicali che vogliono partecipare a feste ed eventi rilevanti nel territorio berico. Nasce per dare la possibilità al DJ, come artista, di occuparsi esclusivamente dell’aspetto musicale dell’evento, potendo inoltre confrontarsi con altri DJs. Una sorta di congregazione di DJs, se vogliamo”.

Chi sono i djs che operano all’inteno del tuo gruppo?

“La Dee J, l’unica ragazza DJ del team, dall’aspetto Glam e sexy.

Fabio Phard, Dj techouse e tecnico del suono, probabilmente il più esperto della squadra. I Drunk

Twinz, un duo di DJs giovanissimi ma dall’incredibile talento e versatilità musicale. I Beat Bros, altro “furioso” duo universitario di DJs impazziti per l’elettronica.

Il Signor Sam, una vecchia conoscenza che suonò ai primi eventi che organizzai anni fa, esperto e preparato. In più altri cinque, ancora in prova per poter essere accettati da questo gruppo di ‘super eroi’. Ma non posso svelare tutto sennò rovino le sorprese! (ride)” Chi fino ad oggi si è distinto riscuotendo maggiore successo tra il pubblico?

“Senza togliere nulla a nessuno, direi La Dee J. Tutto è iniziato con lei e devo dire che ci ha portato fortuna, difatti è in assoluto la più acclamata e richiesta. Probabilmente l’essere donna la aiuta in parte... e l’essere sexy anche di più! Ha iniziato in tempi abbastanza recenti ad approcciarsi alla consolle, ma in breve si è dimostrata molto capace e per questo sempre più seguita da fan e esperti del settore”.

fatto prima e grazie ad uno struIn che locali vi esibite per il mento di comunicazione come Inmomento ed in quali avete ternet penso potrebbe riscuotere intenzione di esibirvi in fuanche un buon successo”. turo?

“Le Pois, Maxxxi, Dolcevita, Geco Ho sentito parlare di una lounge cafè, PEOPLE club, Civisquadra di cheerleaders… cotto, A4, Myà, Martini 47, Barcosa mi dici a riguardo?

Lioy, Holyday ed altri. In ogni “Ho cercato di non perdere quecaso spero che il nostro circo possta occasione! Saputo che esistesa essere portato ancora in molva una squadra di cheerleaders a ti posti e, chissà, magari anche Vicenza, ho pensato fuori dal Vicentino o subito di contattarle. dall’Italia”.

Mi sono immaginato F*ck* records è un i festini alla “Animal progetto solo muHouse” tanto rappresicale o comprensentati nelle commede altri ambiti? die americane ed ho “In realtà vorrei riprendere un mio pro- Il successo arride pensato che sarebbe il massimo affiancagetto precedente di soprattutto re ai DJs delle ragaznome “F*CK* tv”, in ze pon-pon! Le checui realizzavo video a La Dee J, erleaders di consedivertenti che poi brava e sexy guenza, sono ottime venivano inseriti su ballerine, acrobate e youtube, allo scopo vestite col costume di dare ironicamente tipico. Un mix perfetto per esibirsi consigli di savoir faire. Unirlo a in discoteche o locali. Ne vedrete questo progetto musicale vorrebdelle belle, garantisco!” be dire creare un qualcosa di mai

È possibile vivere di un’attività come questa o è semplice passione? Che futuro vedi per voi o solo per alcuni di voi?

“Sicuramente per i DJs è possibile col tempo riuscire a guadagnarci discretamente entrando nel meccanismo della produzione di brani o sale studio, o anche venendo ingaggiati per feste private ed altro. Per quanto mi riguarda confido su qualche possibile sponsor che abbia intenzione di promuovere il mio sistema di intrattenimento, ma il motore che ci sprona è sicuramente la passione e la volontà di essere presenti”.

Come è possibile mettersi in contatto con voi?

“Contattando me personalmente su Facebook o uno qualunque dei miei DJs, o anche al mio indirizzo myspace: myspace.com/fackatv in cui sono presenti le informazioni sugli spettacoli che offriamo nei vari locali”.

popcorn

198del24 settembre 2010 pag17

numero

Il mostro in laguna l’ha lasciato Sofia Coppola Il film ha trionfato tra scene lentissime e piatte che non esprimono niente Un’ora e mezza a guardare l’orologio attendendo impazienti la fine.

di Giuliano Corà

M

ai, nella mia vita di cinefilo, avrei pensato di dovere un giorno parlar male di un film di Sofia Coppola, ma il troppo è troppo, soprattutto quando, dopo tre capolavori (Il giardino delle vergini suicide, 1999; Lost in translation, 2003; Marie Antoinette, 2006), il suo quarto film è una vuota nullità; soprattutto quando questa nullità viene premiata col Leone d’Oro, per ragioni che, francamente, ci sfuggono. A meno che non si debba dar retta ai pettegolezzi sull’influenza che avrebbe avuto sulla scelta la passata liaison tra il Presidente della Mostra e la regista: ma, sinceramente, a questo non vogliamo nemmeno pensare. Comunque, le cose stanno così. Johnny è un attore divorziato, che trascorre giornate inutili tra alcol, droghe, sigarette e sesso senza volto. Improvvisamente, la ex moglie gli scarica per alcune settimane la figlia Cleo, undicenne: dovrà occuparsene fino alle vacanze estive. La normalità e la semplicità di Cleo e la

naturalità del suo affetto scuotono e turbano Johnny, che, grazie ad esse, viene a poco a poco indotto a riflettere sulla mancanza di senso della propria esistenza. Dopo averla accompagnata alla partenza, Johnny improvvisamente dà un taglio a tutto il suo vivere precedente, lasciando dietro di sé, mentre s’incammina nel deserto, il simbolo più bello della sua vita apparente. Attenzione, però.

Quello che vi abbiamo raccontato non è un film: è uno story board, sono note a margine, didascalie, sono le ‘finestre’ che nel cinema muto intervallavano le scene per spiegare (appunto), commentare (appunto) e introdurre. Perché niente, nel film, assolutamente niente di quel che vedete ‘parla da solo’, niente ‘esprime’, niente ‘simbolizza’. Quella che vedete è una serie senza fine di scene lentissime e piatte, quasi a sé stanti, di cui intuite quale dovrebbe essere il significato (come se alla base dello schermo stesse scorrendo il copione), ma che mai, nemmeno una volta, acquistano vita propria, si gonfiano di sentimenti, emozioni e ‘significati’. Si consulta ossessivamente l’orologio, seduti in sala, mentre passano implaca-

bili novantotto minuti di nulla, di rado interrotti da micidiali banalità, cui si stenta perfino a credere (“La mamma non so quando torna, e tu non ci sei mai”. “Mi dispiace di non esserci mai”). Lasciando perdere le incongruenze. Ma chi manda gli sms? La sua ‘metà oscura? Gli alieni nel suv nero? Il Grillo Parlante? La performance attoriale, chiamiamola così, è coerente col tutto. Elle Fanning sembra uscita dal set di “Piccole modelle crescono”, inconsistente ed inespressiva; Stephen Dorff sembra appena alzato dal letto, senza saper bene che fare di sé. Dopo il primo minuto (sessanta infiniti secondi: cronometrateli), in cui una Ferrari gira in tondo nel deserto da destra a sinistra, un bello spirito, che evidentemente aveva già capito tutto, ha udibilmente mormorato dal fondo: “Tranquilli, nel secondo tempo gira da sinistra a destra”. Molti hanno sghignazzato, qualcuno lo ha guardato male. Ma anche loro, alla fine, l’hanno cercato per stringergli la mano.

SOMEWHERE (S. Coppola, USA, 2010) - Leone d’Oro alla 67a Mostra del Cinema di Venezia 2010

In TV

P

er rifarci la bocca e l'intelletto, proviamo a consolarci con questo film elegante ed intelligente, passato praticamente inosservato nelle sale: Caché (Niente da nascondere), di M. Hanecke, Francia/Austria, 2005, in onda sabato 25 settembre alle 22.45 su Rai Movie.

Georges è un parigino, intellettuale di successo. Conduce in televisione una trasmissione di libri molto raffinata, sua moglie lavora presso un editore amico di famiglia, il figlio adolescente va a scuola. Una fredda normalità abita i suoi giorni e i suoi affetti.

Un giorno, però, una dissonanza viene ad infrangere questo nitido cristallo borghese. Georges e la moglie cominciano a ricevere strane videocassette anonime.

Nelle prime, una camera fissa inquadra per ore la facciata della loro casa, lo scorrere delle abitudini quotidiane. Ma le successive indicano a Georges degli indizi, che lo rimandano alla sua infanzia, a rancori sepolti, a colpe dimenticate o negate, al suo rapporto conflittuale con un coetaneo ospite allora della sua ricca famiglia, figlio di due algerini vittime della strage operata dalla polizia a Parigi,

nell’ottobre del 1961, sulle rive della Senna. Intanto, pian piano, insensibilmente, anche l’universo perfetto di Georges comincia a mostrare qualche incrinatura.

Georges risale la pista, ritrova quel bambino ormai adulto, ha con lui un tragico confronto. Ma non per questo scopre l’autore e il mittente delle cassette, e dopo che la questione appare ‘risolta’, esse continuano ad arrivare. Chi guarda Georges, è la domanda che lo spettatore si fa. Ma quella che dovrebbe farsi è: chi guarda noi tutti? Chi guarda nella nostra coscienza, nelle nostre storie, e nella nostra Storia? La telecamera nascosta e l’operatore ignoto sono per Haneke metafore inquietanti della coscienza negata e sepolta, ma ribollente sotto la superficie, dell’occidente fiero e sicuro. Sotto la patina di certezze che ricopre la nostra realtà molti sono i fantasmi che ci guardano, spiano in noi le prime crepe, aspettano la nostra crisi.

Per Georges, i segnali da un altro mondo sono le cassette; per lo spettatore sono i telegiornali inquadrati di sfuggita, gli accenni all’Algeria, i corridoi bui della casa di Majid. E’ il nostro mondo, che ha qualcosa da nascondere.

volontariato

198del24 settembre 2010 pag18

numero

ViPiù

Volontariato

Pagina redazionale realizzata in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato

“Azioni Solidali 2010” Decennale Festa provinciale del Volontariato

Le Associazioni di Volontariato si incontrano e si raccontano T

orna il tradizionale appuntamento annuale promosso dal Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Vicenza, che quest’anno vivrà la sua decima edizione. Sabato 2 ottobre, per tutta la giornata, nel cuore di Vicenza, il volontariato abiterà Piazza dei Signori, Piazza Duomo e Piazza Garibaldi (Piazza Poste).

“Ecco la novità di quest’anno, spiega Maria Rita Dal Molin, presidente del CSV - il volontariato vicentino abiterà tre piazze e non più una. Piazza dei Signori sarà il luogo dell’incontro, mentre Piazza Poste sarà dedicata all’operatività e Piazza Duomo alle realtà che si occupano di minori, il tutto legato da un’armonia di intenti e di valori che sprigionerà la solidarietà di questa grande rete per dare voce alle tante, tantissime “Azioni Solidali” presenti in tutto il percorso della manifestazione.”

La manifestazione aprirà il primo ottobre con il convegno “Verso un piano nazionale sulle malattie rare - I protagonisti si incontrano” che si terrà presso la sala congressi della Fiera di Vicenza. “Ciascun uomo è un’umanità, una storia universale” è un pensiero di Jules Michelet che racchiude il motivo della scelta di un convegno interamente dedicato alle malattie rare.

Offrire uno spazio per dare voce alle Associazioni Vicentine che si occupano di Malattie Rare è un modo di riconoscere la persona come fondamento della società, evidenziando al tempo stesso il bisogno di attuare quanto prima un piano nazionale. Il meeting, che sarà aperto dagli interventi della presidente del CSV Maria Rita Dal Molin, dai saluti del Sindaco di Vicenza Achille Variati e del Direttore generale dell’ULSS 6 di Vicenza Antonio Alessandri, vedrà presenti tra i relatori le massime personalità nazionali in questo campo. L’incontro sarà senz’altro un’occasione di confronto e approfondimento per ricercatori e medici di strutture ospedaliere, ma vedrà fra i protagonisti anche le associazioni di volontariato.

L’evento è patrocinato dalle istituzioni e dalle maggiori associazioni attive nel campo delle malattie la cui partecipazione evidenzia l’attenzione crescente per una tematica che per troppo tempo non ha avuto il giusto riscontro in termi-

ni di interesse e visibilità.

“Azioni solidali” continua il giorno seguente con il momento più atteso dalle 354 associazioni di volontariato vicentine. Nella giornata del 2 ottobre infatti le associazioni che hanno dato la loro adesione, avranno la possibilità di incontrare la cittadinanza e svelare il loro quotidiano impegno a favore delle tante tematiche che fanno del volontariato un costante impegno sociale di attenzione e di promozione dei valori e dei diritti delle persone, nessuno escluso…

Dalle 9.30 i volontari esporranno i loro progetti, esperienze e documentazione per condividere le diverse espressioni dell’essere volontari. Scenario di questa festa è il centro cittadino che vedrà Piazza dei Signori come il cuore pulsante dell’intero evento. Nella tarda mattinata arriverà il saluto ai volontari nelle varie aree espositive da parte della Presidente, del Consiglio direttivo del CSV e delle Autorità presenti. L’occasione di confronto fra le tante anime del volontariato vicentino prenderà ulteriormente forma nello spazio di incontro allestito in Piazza dei Signori dove si potrà assistere agli interventi dei responsabili delle varie Associazioni. Tuttavia il CSV non ha pensato esclusivamente ai più grandi, organizzando nel pomeriggio momenti di animazione sia per i più piccoli che per gli adulti a cura delle Associa-

zioni presenti. La lunga giornata che animerà fino a sera le vie del centro si chiuderà alle 19.00 con il concerto gospel dei New Generation Gospel Crew, gruppo composto da 40 coristi e 3 musicisti il cui repertorio si rifà principalmente ai brani gospel contemporanei senza tralasciare, tuttavia, le radici più autentiche e tradizionali di questo genere musicale che sfocia nello spirituals. Durante tutta la manifestazione funzionerà lo stand gastronomico a cura dell’ANA (Associazione nazionale Alpini di Vicenza) e si potranno sorseggiare i cocktail analcolici proposti dall’Associazione ad occhi Aperti per Creare Giustizia di Asiago, che grazie al finanziamento ottenuto dal CSV di Vicenza ha coinvolto l’Istituto Superiore di Asiago in una importante iniziativa che promuove bevande analcoliche per i giovani.

Il 3 ottobre, a conclusione di questo intenso fine settimana dedicato al mondo del volontariato vicentino, ci sarà la tradizionale Santa Messa per le Associazioni di Volontariato che sarà celebrata da Don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas Diocesana di Vicenza, presso la Basilica di Monte Berico.

La manifestazione è aperta a tutti i cittadini che volessero, grazie a questo momento, avvicinarsi al mondo del volontariato e conoscere da vicino le tante persone

impegnate quotidianamente a favore della nostra Comunità. Con la speranza di una presenza sempre più nutrita e festosa, il CSV dà appuntamento a tutti per sabato 2 ottobre a Vicenza per condividere insieme questo importante momento.

volontariato

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Bando 2010

Linee rossa, verde e blu Prima, seconda e terza tranche il csv assegna contributi Per un totale di euro 1.128.864,27

E

cco il momento più atteso dalle associazioni vicentine che finora hanno risposto al bando 2010 del CSV: il Consiglio Direttivo del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Vicenza, riunitosi giovedì 19 agosto e 16 settembre c.a., ha deliberato l’erogazione di altri contributi per un ammontare complessivo di 792.229,93 euro prima tranche, di 191.368,14 euro seconda tranche e 97.230,20 euro terza tranche.

Tali contributi costituiscono una linfa preziosa che permetterà a tutte quelle persone che hanno fatto della

solidarietà e dell’attenzione agli altri uno stile di vita di continuare a svolgere la loro attività.

“Sono i contributi legati al bando linea rossa (Solidarietà - Estero Attrezzatura e supporto integrativo per mezzi), linea verde (Attrezzatura informatica e d’ufficio) e linea blu (Formazione - Eventi e Pubblicazioni - Idee e Creatività) che vengono assegnati da questo consiglio direttivo, rispetto al bando 2010. Il consiglio ha deliberato in data 19 agosto di finanziare un totale di 135 progetti, in data 16 settembre di finanziare altri 55 progetti per un totale

LINEA ROSSA SECONDA TRANCHE (Solidarietà - Estero - Attrezzatura e supporto integrativo per mezzi) Euro 174.820,00

LINEA VERDE SECONDA TRANCHE (attrezzatura informatica e d’ufficio) Euro 16.548,14

A.N.F.F.A.S. Onlus - Sez. Di Vicenza (14.600,00 euro), A.V.I.S.B. Associazione Veneta Per L’idrocefalo E La Spina Bifida (7.200,00 euro), Amici Del Cuore Alto Vicentino onlus (14.850,00 euro), Autismo Triveneto onlus (15.000,00 euro), Circolo Arcobaleno Onlus (5.000,00 euro), Coordinamento Associazioni Volontarie di Protezione Civile della provincia di Vicenza (7.500,00 euro), Culture Amiche Rossano Veneto (12.470,00 euro), Donne Immigrate In Veneto (5.000,00 euro), Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori - Sez. Provinciale (14.000,00 euro), Linfa Associazione Contro il Cancro onlus (4.800,00 euro), Oncologica Volontariato Raggio Di Sole (14.400,00 euro), Pro Senectute (15.000,00 euro), Questa Città (15.000,00 euro), S.O.S. Bambino International Adoption (15.000,00 euro), UN.A.V.Vi (15.000,00 euro).

A.Ge. Associazione Italiana Genitori di Thiene ( 809,32 euro), A.Gen.Do Onlus ( 1.222,44 euro), A.N.A. Sez. Valdagno ( 1.600 Euro), A.V.I.S. Comunale Di Valdagno ( 2.000 euro), Anffas Onlus Vicenza ( 1.600 euro), Associazione di Volontariato "Solare" Onlus ( 404,00 euro), Associazione Donatori Sangue Cav. Pietro Trevisan ( 800,00 euro), Cantare Suonando ( 944,8 euro), Coordinamento Associazioni Volontarie di Protezione Civile provincia di Vicenza ( 2.000 euro), Donne Immigrate in Veneto ( 1.854 euro), Gruppo Volontari Ospedalieri e Case di Riposo ( 681,58 euro), Insieme Per Voi onlus ( 1.872 euro), Linfa Associazione Contro il Cancro onlus ( 760,00 euro) LINEA BLU TERZA TRANCHE (formazione - eventi e pubblicazioni e idee e creatività) Euro 97.230,20 A.C.A.T. Vicenza (3.978 euro), A.Ge. Associazione Italiana Genitori di Thiene (4.000 Euro), A.Ge. Associazione

C’è ancora tempo per le OdV per presentare progetti in questo gruppo di bandi fino al 31/10/2010.

Pagina redazionale realizzata in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato

complessivo di 190 progetti. Tutti i progetti sono stati esaminati dalla Commissione “bandi e progetti”.

Ricordiamo che nei mesi di maggio e luglio il Consiglio direttivo aveva già deliberato per il bando 2010 - linea blu, contributi per Euro 48.036,00, per un totale di 15 progetti.

Italiana Genitori di Thiene (4.000 euro), A.I.T.Sa.M. - Sez. Di Schio (3.800 euro), A.N.P.A.N.A. Ass. Naz. Protezione Animali, Natura e Ambiente - Sez. di Bassano (4.000 euro), A.R.S.A.S. Ass per il Recupero e la Salvaguardia degli Archivi Storici (3.700 euro), A.V.O. Associazione Volontari Ospedalieri Sez. di Thiene (3.200 euro), A.V.O. Associazione Volontari Ospedalieri Sez. di Thiene (4.000 euro), Aprirsi - Associazione Per le Reti Italiane di Reciproci Scambi di Saperi (3.800 euro), Associazione Gruppo Vulcano (4000 euro), Assogevi onlus (4.000 euro), Babele Associazione (4.000 euro), Comitato di Arzignano per il Progetto Cernobyl (4.000 euro), Diapsigra Italiana (4.000 euro), Donna Chiama Donna (2.460 euro), Dottor Clown Vicenza (3.680 euro), Dottor Clown Vicenza (3.000 euro), Iess - Itinerari Eco Socio-Sistemici (4.000 euro), La Casa sull'Albero (4.000 euro), Occhi Aperti Per Costruire Giustizia (4.000 euro), Protezione Civile Breganze (3.064 euro), Psiche 2000 (4.000 euro), Pubblica Assistenza Volontaria Lonigo Soccorso (3.956 euro), Sorgente Di Vita onlus (989,00 euro), V.A.D.A. "Guido Negri" Volontari Amici degli Anziani (3.000 euro), Volontaria Protezione Civile Altavilla Vicentina (3.964,2 euro), Volontaria Protezione Civile Altavilla Vicentina (2.639 euro)

“Racconta le Azioni Solidali” Il concorso della decima edizione

“

Azioni solidali” non si conclude con la giornata del 3 ottobre, poiché in occasione del decennale il CSV di Vicenza ha deciso di promuovere il concorso “Racconta le Azioni Solidali” per coinvolgere le tante persone che affolleranno le vie di Vicenza nel corso della manifestazione.

“Racconta le azioni solidali” ha lo scopo di alimentare la creatività dei partecipanti all’evento. Il concorso premierà le opere che, attraverso foto, video, quadri, disegni, racconti e poesie, fisseranno un momento significativo

di Azioni Solidali 2010. La voce della presidente Dal Molin spiega da dove arriva questa originale idea: “L’idea nasce dalla voglia di lanciare dei messaggi e di fare in modo che la manifestazione duri nel tempo e ci accompagni fino al 5 dicembre, dandoci così la possibilità di incontrarci ancora, per promuovere il volontariato e per dare voce ai tanti volontari che con il loro impegno permettono conquiste per una migliore qualità di vita per tutti. Il 2011 è stato proclamato l’Anno Europeo del Volontariato, noi non vogliamo fare celebrazioni, vogliamo preparaci a viverlo valorizzando il volontariato vicentino.”

La partecipazione è rivolta a tutti coloro che abbiano compiuto il sedicesimo anno d’età e siano residenti in provincia di Vicenza. I lavori possono essere presentati da singole persone o da gruppi e gli elaborati (che non saranno restituiti) dovranno essere inviati presso la sede del CSV entro il 29 ottobre 2010. I vincitori saranno premiati con una serata speciale il 5 dicembre 2010 nell’ambito dei festeggiamenti della “Giornata Internazionale del Volontario”.

Per ulteriori informazioni riguardanti le modalità di iscrizione e i formati delle opere, è accessibile il sito internet ufficiale del CSV: www.csv-vicenza.org.

LINEA ROSSA - PRIMA TRANCHE (Solidarietà - Estero - Attrezzatura e supporto integrativo per mezzi) Euro 720.728,84 A.C.A.T. Bassano - Asiago (15.000,00 euro), A.Fa.D.O.C. Onlus (7.500,00 euro), A.GEN.DO. Onlus (15.000,00 euro), A.I.S. sez. Agno-Chiampo Onlus (4.984,19 euro), A.I.D.O. sez. Vicenza (12.000,00 euro), A.I.S. sez. di Montecchio Maggiore (3.908,00 euro), A.I.S. sez. Marostica (7.500,00 euro), A.I.T.SA.M. - sez. di Schio (14.130,00 euro), A.N.A. Sez. Valdagno (6.463,00 euro), A.N.D.O.S. Ovest Vicentino (15.000,00 euro), A.N.G.S.A.- Ass. Naz. Genitori Soggetti Autistici sez.

Veneto (15.000,00 euro), A.R.S.A.S. Associazione per il Recupero e la Salvaguardia degli Archivi Storici (15.000,00 euro), ACAT sez. Vicenza (2.000,00 euro), A.R.S. Amici della Radio Sarcedo - (4.775,00 euro), ANFFAS Onlus di Schio (7.116,00 euro), Aprirsi - Associazione per le Reti Italiane di Reciproci Scambi di Saperi (8.000,00 euro), Associazione Societa' di San Vincenzo De Paoli Consiglio Centrale di Vicenza Onlus (5.000,00 euro), Associazione Volontari di Protezione Civile di Nove (7.500,00 euro), Associazione Volontari Protezione Civile "Valdastico" - Gruppo Dueville (7.500,00 euro), Auser Territoriale Vicenza (5.600,00 euro), Babele Associazione (10.400,00 euro), Brain Onlus Associazione Traumi Cranici (14.950,00 euro), Breganze Solidale Onlus (15.000,00 euro), C.A.V. centro Aiuto alla Vita sez. Noventa Vicentina (2.397,60 euro), Calimero non esiste (14.800,00 euro), Cantare Suonando Onlus (10.207,00 euro), Casa a Colori (1.781,00 euro), Casa di Pronta Accoglienza Sichem Onlus (7.040,00 euro), Centro Missionario Fr.Vittorio Faccin (5.000,00 euro), Circolo Ricreativo Culturale Eta' Libera Auser di Conco (14.804,00 euro), Colceresa Volontari di Protezione Civile e Ambientale (3.164,78 euro), Comitato di Creazzo Prog. Cernobyl di Legambiente (4.600,00 euro), Comitato Volontario di Protezione Civile "El Castelo" Lugo di Vicenza (6.696,00 euro), Comitato Volontario Protezione Civile Montebello-Zermeghedo (7.500,00 euro), Comitato Volontario Protezione Civile Montecchio Maggiore - Onlus (4.500,00 euro), Contro L'esclusione Onus (15.000,00 euro), Costruire Insieme (4.865,35 euro), Don Gianfranco Sacchiero (14.950,00 euro), El Filo' Mossano Anteas (2.400,00 euro), Eldy Associazione (15.000,00 euro), Energia e Sorrisi Onlus (7.500,00 euro), F.I.D.A.S. Vicenza (15.000,00 euro), Famiglie Insieme (5.000,00 euro), F.A.A.V. Federazione Associazioni di Archeologia del Veneto (14.600,00 euro), Fileo Onlus (5.000,00 euro), G.V.A. Gruppo Volontario Arzignano Onlus (2.101,44 euro), Genitori de "La Nostra Famiglia" Sez. di Vicenza (12.800,00 euro), Giemme Onlus (5.000,00 euro), Gruppo 8 Marzo Onlus (4.060,00 euro), Gruppo Famiglia con amore senza frontiere (5.600,00 euro), Gruppo Protezione Civile “Clipeus” (6.800,00 euro), Gruppo Volontari Colli Berici Protezione Civile (4.341,06 euro), Gruppo Vulcano (15.000,00 euro), Il Faro C.V.A. (2.600,00 euro), Insieme per Comunicare Onlus (6.835,00 euro), Insieme per Voi (15.000,00 euro), Integrazione Onlus (7.500,00 euro), Karibuni Onlus (14.400,00 euro), La Casa sull'Albero (15.000,00 euro), La Tenda Aperta (2.506,00 euro), Legambiente "Parco Retrone" (14.900,00 euro), Movimento per la Vita - Centro Aiuto alla Vita - sez. di Chiampo (7.500,00 euro), Olosmed Onlus (14.292,00 euro), Orsa Maggiore (3.200,00 euro), Ozanam (11.200,00 euro), P.C.M. - Gruppo Volontari Protezione Civile Malo (7.500,00 euro), PAV Lonigo Soccorso

(4.740,00 euro), Progetto Adozione e Accoglienza (14.130,00 euro), Progetto Cernobyl Legambiente Onlus di Monticello Conte Otto (1.550,00 euro), Protezione Ambientale e Civile Squadra Leogra Timonchio (3.594,50 euro), Protezione Civile Breganze (7.500,00 euro), Protezione Civile Sarcedo (7.434,00 euro), Psiche 2000 (7.475,00 euro), Pubblica Assistenza Croce Verde Vicenza (7.455,00 euro), Rete Famiglie Aperte (7.936,00 euro), S.O.G.IT. I Giovanniti sez. AgnoChiampo (1.322,32 euro) S.O.G.IT. I Giovanniti sez. Brendola (7.499,00 euro), Sandrigo Ambiente Pollice Verde (7.500,00 euro), Sankalpa Onlus (2.000,00 euro), Solidarieta' e Speranza (2.296,00 euro), U.I.L.D.M. sez. Vicenza (15.000,00 euro), Unità Cinofile da Soccorso Balto (6.729,60 euro), Utopie Fattibili (7.500,00 euro), Vicenza Tutor Onlus (14.800,00 euro), Volontari Prot. Civile Amb. comune di Fara e Zugliano (15.000,00 euro).

LINEA VERDE - PRIMA TRANCHE “ATTREZZATURA INFORMATICA E D’UFFICIO” Euro 71.501,09 A.C.A.T. sez. BASSANO (1.600,00 euro), A.D.A.V. - Associazione Diabetici Alto Vicentino (2.000,00 euro), A.D.DI.MA Associazione per la Difesa dei Diritti del Malato (1.743,55 euro), A.D.M.O. Associazione Donatori Midollo Osseo Vicenza (1.378,00 euro), A.Fa.D.O.C. Onlus (1.920,00 euro), A.N.A. Sez. Monte Grappa (2.000,00 euro), A.R.S. Amici della Radio Sarcedo (1.554,00 euro), A.R.S.A.S Associazione per il recupero e la Salvaguardia degli Archivi Storici (2.000,00 euro), A.S.A. Associazione Solidarietà in Azione Onlus (1.497,00 euro), A.V.I.S. Comunale dell’Altopiano Asiago (2.000,00 euro), A.V.I.S.B. Onlus (898,00 euro), Andos Ovest Vicentino Onlus (2.000,00 euro), Anpana (1.593,16 euro), Associazione La Fami| Ixxx glia (741,52 euro), Associazione Volontari Assistenza Anziani (900,00 euro), Associazione Volontariato Alzheimer Onlus - Zane' (1.560,00 euro), Avis Sez. San Pietro di Rosa' (719,04, euro), Centro Aiuto alla Vita sez. di Schio (1.920,00 euro), Circolo Arcobaleno Onlus (692,99 euro), Civiltà del Verde (1.665,19 euro), Contro L'esclusione (800,00 euro), Costruire Insieme Onlus (736,00 euro), Curare a Casa (437,00 euro), Diantha (764,80 euro), Diapsigra Italiana (1.689,00 euro), Eldy Associazione (1.918,52 euro), Energia e Sorrisi Onlus (2.000,00 euro), F.I.D.A.S. Vicenza (1.679,60 euro), Famiglie Affidatarie (709,00 euro), Famiglie Insieme (2.000,00 euro), Genitori de "La Nostra Famiglia" Sez. di Vicenza (838,00 euro), Gruppo Cinofilo I Lupi Del Brenta Sez. Vicenza (608,00 euro), Gruppo Famiglia con Amore Senza Frontiere (2.000,00 euro), Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza Onlus (1.487,00 euro), IESS - Itinerari Eco Socio-Sistemici (1.219,00 euro), Integrazione Onlus (2.000,00 euro), Mir Montecchio Precalcino (600,00 euro), Mo.V.I. Federazione Provinciale Vicenza (1.896,00 euro), Movimento per la Vita di Vicenza (1.740,40 euro), Oncologica Volontariato Raggio di Sole (1.600,00 euro), PCM Gruppo Vol. Prot. Civ. Malo (1.524,37 euro), Protezione Civile Misquilese Onlus (1.632,00 euro), Protezione Civile Volontari Anticendi Boschivi Solagna (1.234,20 euro), Protezione Civile Valdastico - Gruppo Dueville (1.512,00 euro), Pubblica Assistenza Volontari Lonigo Soccorso (1.551,15 euro), S.O.S. Bambino International Adoption (1.846,00 euro), SOGIT Agno Chiampo (1.195,90 euro), UN.A.V.VI (1.920,00 euro), Unità Cinofile da Soccorso Balto (846,70 euro), Vicenza Tutor (1.134,00 euro).

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sport

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ViPiù

sport

“Crisi di sponsor, non di talenti” Intervista all’assessore allo sport e presidente del Coni Umberto Nicolai per capire come sta cambiando la realtà sportiva cittadina

dino) è in crisi? Non proprio, a sentire l’analisi del presidente del Coni, nonché assessore comunale allo sport, Umberto Nicolai, sedi Edoardo Pepe condo il quale, in realtà, il discorso è molto più complesso. E dipen’era…no una volta la pallacade in sostanza dalla liquidità delle nestro femminile che vinceva proprietà. tutto in Italia e in Eu“Prendiamo ad ropa, quella maschiesempio il tennis le, scomparsa dopo femminile, che si è aver raggiunto la A2, battuto per lo scula Minetti Volley che detto: non è stato il arrivava alle semifirisultato di una conali scudetto, vinceva “Minetti struzione di talenti, la Coppa Cev (l’Uefa ma di una dispodella pallavolo), mille ultimo esempio nibilità economica scudetti giovanili e di gestione che ha consentito lanciava campiones- manageriale” di prendere le atlete se in continuazione, migliori. Adesso initaliane e ‘foreste’. E fatti non abbiamo più campioni del calibro una squadra femminile in serie A, di Roberto Cabalisti (baseball), dove è invece tornata la scherma Laura Bortolaso (ginnastica artimaschile. Sono sport individuali stica), Diletta Giampiccolo (lotta) che vivono di alti e bassi cronici. ed altri via ricordando che non L’esempio più bello che abbiamo hanno trovato degni eredi nelle avuto negli ultimi anni è stato rispettive discipline. l’hockey online, arrivato alle finali scudetto, ma è bastato che Questo significa che lo sport venisse a mancare lo sponsor per vicentino (inteso come citta-

C

ridimensionare gli obiettivi, anche se proseguiranno comunque l’attività, e questo va a loro merito, perché non è semplice”.

Quanto incide la mancanza di una prima squadra che faccia da traino?

“Dipende. Il volley femminile aveva vinto da poco l’ennesimo scudetto under 18 prima delle note vicende. Quanto al basket femminile, ricordiamoci che 20-30 anni fa non aveva come contraltare la pallavolo, quasi tutte le ragazze che svolgevano attività giocavano a basket, poi non c’è più stata la capacità di raccogliere talenti e sono spariti gli sponsor. Senza scordare che una volta il Paolo Rossi di turno si accontentava di qualche decina di milioni di lire, adesso il primo arrivato chiede subito migliaia di euro. Personalmente mi sono stupito del fortissimo movimento che ruota attorno alla pallacanestro, sia maschile che femminile, cui diamo oltre 250 ore alla settimana nella sola Vicenza città, senza che ci fosse

www.vicenzapiu.com News su sport vicentino e Vicenza Calcio

il supporto di società di fama, anche se il Vicenza Basket Giovane qualche talentino lo ha svezzato. C’è poco da fare, l’unica società impostata e gestita in maniera manageriale è stata quella di Coviello”.

E il calcio dilettantistico, come sta?

“Nel calcio Diquigiovanni è stato l’unico a mettere soldi in abbondanza, acquisendo e spostando società nel breve volgere di pochissimi mesi. Mi piacerebbe vedere cosa rimarrà tra due o tre anni, anche se intanto ha sanato i debiti di diversi club. In ogni caso, la situazione di Vicenza in quest’ambito dovrebbe essere invidiata da tutti, con società sane e campi nuovi in sintetico. Tornando ad altre discipline storiche, chi ha lavorato molto e bene è stata l’Atletica Vicentina, una società di provincia senza grandi sponsor arrivata ad essere molto competitiva”.

E negli sport cosiddetti minori, come vanno le cose?

“Il baseball ha prodotto uno dei massimi talenti nazionali, Roberto Cabalisti: poi gli abbiamo costruito il campo e sono spariti, ora stanno tornando anche con il softball. Se non ci sono sponsor alle spalle è dura, il miracolo è quello del rugby, che ha numeri da paura ed una struttura che consentirà a breve il salto in serie B. Altro esempio, la ginnastica artistica: una volta c’era solo l’Umberto I da cui è uscita una campionessa del calibro di Laura Bortolaso. Adesso abbiamo quattro società di ritmica e due di ginnastica artistica.

Il problema è che una volta c’erano sette discipline in tutto, oggi almeno una quindicesima, con una grande dispersione di iscritti, ma la qualità delle società si è alzata”.

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editoriali

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Concia e conciati… per le feste

...Segue dalla prima

U

n’etereogenea cricca composta, oltre che dai soliti imprenditori dediti all’evasione programmata, anche da stimati commercialisti - consigliori - e da numerosi funzionari del locale Ufficio delle Entrate corrotti, nonché, ciliegina sulla maleodorante torta, da un ex godereccio maresciallone della Guardia di Finanza. Per farla breve un vero e proprio sistema delinquenziale che vede coinvolte, delle circa 600 aziende operanti nella concia, ben 400 tra indagate e sottoposte a verifica. Un sistema che, come ha sottolineato il Procuratore della Repubblica di Vicenza Nelson Salvarani, nella recente intervista rilasciata alla trasmissione “Presa Diretta” di RAI 3, era noto a tutti, al punto che tanti vi si erano adeguati per poter continuare a lavorare.

Tutti, ad esclusione dei su menzionati “imbecilli”, nel caso di specie i numerosi operai e dipendenti delle aziende coinvolte, che dopo aver per anni mischiato il proprio sudo-

re con acidi e veleni di lavorazione, ora corrono pure il rischio di perdere il posto e restare in mezzo ad una strada per la chiusura forzata della ditta. E come se non bastasse, a dimostrazione che il “delitto paga”, oltre a non restituire il maltolto, molti dei responsabili di questa tangentopoli locale, la faranno pure franca tra indulti, prescrizioni e determinazioni sanzionatorie coerenti all’attuale, drammatica ed astratta condizione in cui versa la nostra giustizia. Una consapevolezza, da parte di costoro, che è emersa già dalle intercettazioni operate nel corso delle indagini, in cui alcuni “rispettabili” si chiedevano che cosa andasse cercando da loro la Procura, trattandosi di reati già in gran parte estinti o privi dei necessari riscontri probatori, stante la scomparsa-occultamento non solo del corposo bottino, ma anche della documentazione contabile relativa alle operazioni irregolari. Una situazione che, a loro dire, faceva

apparire l’attività della Procura quasi un abuso per il quale era già stato chiesto da qualcuno a livello parlamentare l’intervento del Ministro e l’invio di solerti ispettori.

Millanterie di personaggi abituati al consenso del denaro. Che al posto del cervello e del cuore, hanno da tempo trapiantato un portafogli e per questo sono convinti di potersi comprare tutto a qualsiasi livello, come ahimè, in parte è avvenuto.

E, se non bastano i soldi, ci sono i regali quali auto, case o preziosi, e favori personali, ma che dico, personalissimi, come festini a base di champagne (?) e giovani escort.

Uno sprazzo effimero di bella vita, da cui la gente comune è normalmente esclusa, salvo che non abbia la “fortuna” o il coraggio di vendere al miglior offerente la propria dignità ed onestà della quale è “vittima” per educazione familiare. Ed è proprio per questo che il Dott. Salvarani nella sua intervista lamenta il fatto che proprio costoro non

hanno ufficialmente manifestato alcuna indignazione, come nessuna presa di posizione decisa c’è stata in ambito professionale e politico.

Pensate di chiedere ad un giovane se preferirebbe essere un gaudente “Corona” della concia che perde i biglietti da 500 € dalle tasche, oppure un puntiglioso inquirente a stipendio fisso, impegnato in una missione spesso ripetitiva e noiosa.

Credo che non vi siano dubbi sulla sua scelta. In altre parole ci troviamo di fronte ad un’involuzione etica per la quale dovrebbero essere rivisti ed imposti, ad ogni livello, diversi parametri emulativi. Un discorso che, purtroppo, vale soprattutto in ambito politico, oltre che professionale, in un’epoca che, con l’avvento del berlusconismo, ha trasformato definitivamente la politica in una lucrosa occupazione di tipo imprenditoriale. Non a caso, infatti, sono sempre più gli imprenditori che si propongono a livello politico saltando liberamente da un parti-

to all’altro (anche di casa nostra), visto che non vi sono più ideologie da difendere, ma solo programmi a carattere economico-finanziario fondamentalmente simili. Si è creata, dunque, una simbiosi tra denaro ed istituzioni che rende sempre più difficile la lotta al malaffare, il quale, a livello istituzionale, è divenuto pressoché inattaccabile, poiché laddove non si riesce a raggirare la legge, si ha il potere di modificarla.

Finisce così che siamo costretti a respirare sempre la stessa aria, rassegnati ad una “povertà” sovrastata da una ricchezza di cui diveniamo partecipi solo a livello mediatico.

Un’aria che come quella di Arzignano che, cambiando il vento, odora di un insopportabile marcio. Fetori a cui gli abitanti, forse a conferma di quanto sostenuto dal Dott. Salvarani, per diversi motivi, si sono abituati e non ci fanno più caso.

situazioni paradossali che caratterizzano la politica, è di nuovo nelle mani di Claudio Cicero. Che nel suo programma elettorale aveva scritto che “i blocchi del traffico non servono a nulla, al contrario disturbano i cittadini nelle attività quotidiane e lavorative”, e che la “stagione delle rotatorie” è destinata a proseguire. Le prime mosse del neoconsigliere delegato, a dire il vero, sono incoraggianti. Cicero ha infatti tirato fuori dal cassetto l’idea di una corsia per le bici in corso San Felice, progetto che potrebbe semplificare di molto la vita a chi la bici si sforza di usarla sempre, e non solo nei giorni istituzionali.

Il trucco c’è, e si vede Resta da vedere cosa si farà dopo il 26 settembre. Per incidere su una situazione come quella vicentina servono soldi e forte volontà politica. Di soldi, si sa, nelle casse comunali ce ne sono sempre meno. Se anche la determinazione viene sacrificata sull’altare del compromesso e del consenso immediato, allora c’è poco da fare. Le domeniche ecologiche resteranno solo un’imbellettatura per i giorni di festa: belle, sì, ma effimere come una passata di cerone.

Paolo Mele Senior

Domeniche a piedi, così non servono Ritorna l’appuntamento con la domenica ecologica Una giornata di festa che assomiglia sempre più ad uno spot: bello, ma che non incide su traffico e inquinamento ...Segue dalla prima

N

mangono iniziative isolate senza iente di particolarmente nessun seguito? Perché il problenuovo. Le domeniche a piema è proprio questo: ormai trafdi erano già state introdotte dalfico e inquinamento sono visti la giunta Hűllweck, e sono state come mali inevitabili e incurabiconfermate dall’amministrazione li, contro cui non vale nemmeno Variati, nonostante qualche picla pena di darsi troppo da fare. cola polemica e le solite critiche di Anche l’inverno scorso, complice chi le considera un palliativo inuil disinteresse totale da parte di tile. In realtà, la città ha mostraProvincia e Regione, le misure to di gradire, affollando il centro antismog sono state storico e occupando ridotte al minimo insorridente con bici, dispensabile, giusto pattini e skateboard quel tanto che basta i viali per una volta per evitare denunce sgombri dalle auto. in procura.

L’obiezione di fondo, però, rimane in Riforma mancata piedi. Anzi, l’accusa Cicero Eppure la riforma di essere solo uno rilancia della viabilità, che con spot senza alcuna incidenza sulla si- la pista ciclabile il tandem HűllweckCicero era stata fortetuazione viabilisti- in San Felice mente improntata al ca e ambientale, col miglioramento delle passare del tempo ha circolazione automoacquistato forza sembilistica, era una delle grandi propre maggiore: che senso hanno le messe di Variati. Per ora è rimasta domeniche a piedi se queste ri-

solo una promessa: qualche idea ogni tanto è venuta fuori - vedi l’allargamento della zona a traffico limitato - ma l’impressione è che chi si è occupato della materia, finora abbia dovuto muoversi col freno a mano tirato. Un po’ perché certi grandi progetti, come la linea elettrificata da Ponte Alto a Vicenza est, richiedono tempi molto lunghi.

Un po’ perché altre urgenze hanno avuto la precedenza. Infine perché toccare la viabilità vuol dire sollevare polemiche. E allora meglio evitare, rimandare, procedere a piccoli passi.

Il paradosso Cicero Adesso la palla, per uno di quelle

Luca Matteazzi

botta e risposta

198 del24 settembre 2010 pag23

numero

Gabriele

Scotolati età 48 anni luogo di nascita Vicenza titolo di studio Diploma di Primo Grado in Dottrina Cristiana

Il tratto principale del mio carattere L’aggressività camuffata dall’apparente timidezza La qualità che preferisco in un uomo La timidezza onde poter scatenare la mia aggressività La qualità che preferisco in una donna L’ebdomadosi stemperata nell’enfasi flirtaiuola Quel che apprezzo di più nei miei amici Il silenzio orale e rettale Il mio principale difetto L’effrosi irfida La mia occupazione preferita Irridere e deridere, altrimenti m’intristisco Il mio sogno di felicità Amare non frettolosamente Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia L’illosi segugnacea Quel che vorrei essere Grullone Finfolo Il paese dove vorrei vivere Tuttocielo Neverlandia

professione Estinto vivente segni particolari Formicolio alle cavità nasali

I miei pittori preferiti Escher, Doré, Piranesi, Durer, Canaletto I miei films preferiti “Le onde del destino” “Morte di un matematico napoletano” “Papà è in viaggio d’affari” Quel che detesto più di tutto L’essosi monotematica Il personaggio storico più ammirato Ullaò Propenso E quello più disprezzato Codone Grugnolo Il dono di natura che vorrei avere L’assunzione sospettosa

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Come vorrei morire Esente dall’Euro Stato attuale del mio animo Psicosazio Il mio prossimo impegno nella vita Elefantizzare le pseudopaure altrui Il mio credo politico o ideale Il calendario 2011

Il piatto a cui non so rinunciare L’orcino alle fessurine convesse

Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza Mi piace il Kebab, non mi attrae il Baccalà

I miei libri della vita “Le memorie di Scotolati”, G. Scotolladio: “500 anni d’architettura malsana”

Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Mi piace olfettare, ma non amo essere olfettato

I miei poeti preferiti Ilaria Carli Paris e la Sublime Carne dei Berici

Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Il rantolo e il ronfetto

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