VicenzaPiù n.191, 15 maggio 2010

VICENZAPIU.COM: Online il quindicinale diventa quotidiano con i commenti ai fatti del giorno - www.vicenzapiu.com

Vicenza

Pigato (Aci): la mia città a misura d’auto pag il buon gelato artigiano 3 Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378

Centro storico, Caso Olimpias, abitanti in via la favoletta d’estinzione dell’azienda etica pag pag 4 9

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Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378

il buon gelato artigiano n° 191 15 maggio 2010 euro 1,00

Quindicinale di fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi

In edicola il sabato

Nel centrosinistra chi osa criticarlo viene messo alla gogna (Balzi), ma anche Variati ha dovuto chiedergli conto della situazione di Aim Roberto Fazioli è al centro delle polemiche.

Sotto accusa, la sua gestione della multiservizi di S. Giuliano Milanese Intervista al sindaco del comune lombardo

L’Intoccabile Ciàcole

D

abbiamo 130 anni e non ci siamo mai sentiti così giovani quest’anno la Libreria Galla di Piazza Castello aumenta le dimensioni e l’offerta: i lavori sono iniziati, preparati al cambiamento. www.galla1880.com • da 130 anni nel cuore della città

Cambio della guardia

a questo numero non sarò più il direttore di VicenzaPiù, incarico che passerà direttamente nelle mani di Giovanni Coviello, il fondatore del nostro periodico e delle 5 testate web che lo affiancano. Dalla storica www.vicenzapiu.com hanno infatti preso vita quelle che riguardano le aree di Montecchio, Schio, Thiene e Bassano, con commenti e informazioni quotidiane. Do per scontati i ringraziamenti, comunque autentici e sinceri, a chi mi ha consentito questa esperienza e a tutti quelli che in questi due anni mi hanno affiancato, aiutato e sostenuto.

E non mi dilungo a sottolineare come in questo periodo, grazie al contributo di tutti, VicenzaPiù sia cresciuto e si sia consolidato, ritagliandosi un suo spazio nell’informazione della città.

L’avvicendamento, questo sì va spiegato, nasce dall’incrociarsi di una serie di esigenze diverse ma convergenti. Da un lato c’è la necessità da parte mia, per motivi personali, di alleggerirmi da una serie di impegni che si accompagnano inevitabilmente all’incarico di direttore.

Dall’altra c’è la disponibilità e la volontà da parte del fondatore a spendersi in prima persona

per la crescita coordinata del giornale cartaceo e delle testate web, di cui pure assume la direzione, in modo da rispondere al meglio alle esigenze della nostra piccola casa editrice.

Dal punto di vista pratico per il giornale non cambierà molto.

Anzi, mi auguro che qualcosa migliori, potendo ora dedicare più attenzione alla sua ‘scrittura’ e continuando a dare il mio contributo come caporedattore con l’impegno di sempre. E con il supporto, più diretto e alla luce del sole, del neo direttore, a cui va il più caloroso “in bocca al lupo”. (L. M.)

si fa in 5 www.vicenzapiu.com www.schiopiu.com www.montecchiopiu.com www.thienepiu.com www.bassanopiu.com

Informazioni e commenti quotidiani per tutta la provincia

l’intervista

191 del15 maggio 2010 pag3

numero

flickr.com/uberto

Pigato (Aci):

auto, ergo sum 68 NEWS IL TELEGIORNALE “ LIBERO DI PARLARE “

ORARI: 19,15 – 20,30 – 22,35 – 00,45 – 03,30 – 06,00 – 07,00 – 10,00

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Intervista a Romano Pigato presidente dell’Automobile Club di Vicenza da dodici anni in prima fila in difesa degli automobilisti “Le nuove strade? Necessarie. I blocchi del traffico? Una violenza inutile Bici e mezzi pubblici? Palliativi”

di Luca Matteazzi

“

“Tanti. Speriamo che facciano la Pedemontana, che potrebbe risolvere molte cose. Noi siamo senza circonvallazione, al Villaggio del Sole non si circola più...”

Io sono un automobilista. Ed essendo un automobilista sono sempre, costantemente, incazzato come una bestia”. Il cattivissimo automobilista dall’arrabbiatura perenne, una delle macchiette più popolari e divertenti di Zelig, si presenta così ogni volta che sale sul palco. Romano Pigato non ha il suo furor né la sua ferocia. Ma, come il personaggio tutto giubbotto nero e occhiali da sole creato da Gioele Dix, è diretto, schietto, sanguigno e senza mezze misure. E, soprattutto, inguaribilmente dalla parte degli automobilisti. Imprenditore nel settore delle estrazioni e del cemento (è titolare, tra le altre, della Vibeton), da dodici anni Pigato è alla guida dell’Aci vicentino.

E, che si parli di buche nelle strade o di blocchi del traffico, non si tira mai indietro quando si tratta di difendere chi si muove su quattro ruote o di denunciare qualcosa che, a suo avviso, non funziona. A cominciare dalla situazione della viabilità di città e dintorni. “Un disastro. Le strade sono insufficienti, e quelle poche che ci sono, sono impresentabili, quasi da terzo mondo. Guardiamo alle buche che ci sono”.

Invece di fare nuove strade, non sarebbe ora di provare a ridurre il numero di auto in circolazione?

“Come presidente dell’Aci dico no. Le macchine sono tante, sono d’accordo, ma non è che negli altri paesi ce ne siano di meno”.

Il Comune, però, sta puntando molto su un piano di asfaltature. E i lavori, in giro, si vedono.

“Guardi, io lavoro nel settore e di asfaltature non dovrei parlare. Ma finché i lavori vengono assegnati solo con il criterio del massimo ribasso, non ci si può aspettare granché. Se dopo sei mesi ci sono le buche sull’asfalto nuovo, vuol dire che il lavoro non è stato fatto con le caratteristiche dovute. Il massimo ribasso va bene, ma ci vogliono delle garanzie: ad esempio, chi esegue i lavori dovrebbe assumersene la responsabilità per tot anni”.

No. Ma in città la bici è spesso più rapida della macchina. E in molti casi si usa l’auto solo per abitudine. Non crede?

“Fino ad un certo punto. Il sabato e la domenica mica si lavora, eppure traffico ce n’è molto, e gli incidenti più gravi sono in quei giorni. Io sono un imprenditore e vivo fuori città: come faccio a venire in autobus se in qualsiasi momento mi può arrivare una telefonata e devo spostarmi in fretta?”

Insomma, molti lavori stradali sono fatti male?

“Eccome. Per carità, lavori fatti bene ce ne sono. Ma ce ne sono anche tanti fatti male: la maggior parte, direi”.

Tra città e dintorni, quali sono i punti critici della viabilità?

L’Italia, a dire il vero, è il paese con più auto in Europa.

“Mah, di poco. Le differenze sono poca roba, mi creda” In ogni caso il discorso è un altro. Prendiamo l’autostrada A4: quando è stata fatta sembrava enorme, poi è stato necessario aggiungere la terza corsia. Adesso, è di nuovo intasata e si parla di raddoppio. Se anche lo si facesse, tra qualche anno saremmo di nuovo al punto di partenza.

Ha senso continuare così?

“A me fanno ridere quelli che parlano di biciclette o di cose così.

Guardiamo ai fatti: tutti usano l’auto come prima scelta. Si dice: cambiamo il sistema. Ma non è possibile tornare indietro. Cosa facciamo, torniamo alle carrozze a cavalli?”

Nel suo caso d’accordo. Ma se chi ha orari fissi o più prevedibili usasse i mezzi pubblici, tutto il sistema funzionerebbe meglio.

“E’ facile parlare, ma per realizzare certe cose, come un buon trasporto pubblico, ci vogliono risorse. Il problema è quello. E pensiamo anche al mondo dell’economia: quante persone rimarrebbero a casa se si fermasse il settore dell’auto? Quelli che propongono di sostituire le auto

con le bici o con gli autobus sono ridicoli: sono solo palliativi, e parlo con cognizione di causa, perché l’Aci ha fatto studi specifici su questo. Muoversi in auto costa, se la gente lo fa è perché ne ha davvero bisogno”.

Una frase che lei ripete spesso è che gli automobilisti sono mucche da mungere. “È verissimo, è sempre stato così.

Gli automobilisti sono il terzo o il quarto contribuente dello Stato.

Se non ci fossero le auto, lo Stato sarebbe messo male. Pensiamo alla benzina: la paghiamo cara, e tre quarti se ne va in tasse. Poi c’è l’assicurazione. Poi c’è il bollo, che è una tassa, e magari dopo avertelo fatto pagare non ti fanno circolare”.

Ecco, i blocchi del traffico.

Lei è sempre stato molto critico.

“Mi viene da ridere quando chiudono il traffico per l’inquinamento. Lo sanno tutti che non serve a nulla: a Vicenza, quando hanno provato a fermare il traffico, le polveri si sono alzate. Le auto sono solo una piccola parte dell’inquinamento. I blocchi sono quasi una violenza: quando fai pagare a qualcuno una tassa per avere l’auto, poi non puoi imporgli di tenerla in garage”.

All’appello delle spese mancano le multe. Secondo lei i comuni ci marciano per fare cassa e sistemare i bilanci, o sono gli automobilisti ad essere un po’ troppo indisciplinati?

“I comuni ci marciano di sicuro, ma c’è anche indisciplina da parte di chi guida, anche se io sono convinto che la grande maggioranza sia corretta. Quello che io contesto è che a volte gli autovelox sembrano piazzati apposta per coglierti in fallo. E poi un conto è andare a 60 dove c’è il limite dei 50 all’ora, un conto è sfrecciare ai 150. Oltretutto, certi limiti non hanno senso: con il nuovo codice hanno confermato il limite dei 130 in autostrada. Io non sono d’accordo: in autostrada, se hai una macchina adeguata, almeno i 150 li puoi fare. Chiaro, se hai una vecchia utilitaria no, se no non ti fermi più”.

Un altro argomento di cui si parla spesso e l’allargamento

| Qui sopra il presidente dell’Aci Romano Pigato. Sopra, ingorgo nel traffico milanese

della zona a traffico limitato.

Lei è d’accordo?

A me, tutto quello che limita le auto non piace. Poi il centro è una situazione particolare: si potrebbero fare più sensi unici e chiudere dove davvero serve. Ma a Vicenza non è che ci sia tutto questo bisogno, si è già chiuso anche troppo”.

Non mi dica che lei tornerebbe alle auto in corso Palladio?

“No, quello no. Ma se guardo ad altre città ad esempio a Milano, si arriva dappertutto in auto”.

Ma a Vicenza si vive un po’ meglio. O no?

“Mah, non sono troppo d’accordo”.

Capitolo parcheggi. Come giudica la situazione della città?

“Male. Per fortuna c’è il Verdi, ma servirebbe almeno un altro parcheggio simile dall’altra parte di Campo Marzo. O, meglio, in piazza Matteotti”.

Parlando di viabilità e strade, tra Hullweck e Variati cosa è cambiato?

“Non c’è nessuna differenza. Non voglio andare contro l’ammini-

Direttore Responsabile GIOVANNI COVIELLO g.coviello@manymedia.it Editore e pubblicità MANY MEDIA SRL Viale Milano, 17 Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 info@manymedia.it Redazione Viale Milano, 17 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Capo redattore LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

strazione, ma a me pare che nessuno dei due ci capisca granché, di strade. Non è il loro mestiere”.

Lei, come presidente dell’Aci, ha un ruolo istituzionale. E come imprenditore opera anche nel settore dei lavori stradali. Non c’è un conflitto di interessi?

“No, nessuno. Noi qua non facciamo strade: abbiamo un’impresa, ma lavora in Trentino. Qui al massimo vendiamo i conglomerati”.

Non fa molta differenza: se lei mi dice che serve la Pedemontana, qualcuno potrebbe obiettare che lo dice perché le conviene poi vendere il cemento a chi la costruisce. “È vero che ci lavoro. Ma se non lo facessi io lo farebbe qualcun altro.

Come con il Dal Molin: io ero favorevole, e adesso ci sto lavorando”.

Appunto. Questo non indebolisce il suo ruolo pubblico?

“No. Io ero anche pronto a dimettermi da presidente. Poi il consiglio, che è composto da persone splendide, mi ha chiesto di restare. Non vedo conflitti di interessi: l’Aci non assegna lavori. Si basa tutto sul volontariato, e il nostro compito è solo quello di sostenerlo. Non c’è nessun conflitto”.

www.vicenzapiu.com Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIULIA GALVAN GIOVANNI MAGALOTTI Giancarlo Marcotti Marco Milioni Roberta Pileggi ANDREA RAGAZZI MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN Impaginazione e grafica Mosè Foto Design info@edimose.it Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 13 maggio 2010.

Stampa GALEATI INDUSTRIE GRAFICHE Via Selice, 187/189 - 40026 IMOLA (BO) - Italy Tel. (+39) 0542.646711 Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 1181 del 22 agosto 2008 Associato Unione Stampa Periodica Italiana Copyright: Le condizioni di utilizzo dei testi e delle foto sono concordate con i detentori. Se ciò non è stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere il giusto compenso.

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Centro storico,

come saprei amarti io Comune e commercianti si confrontano sul rilancio del cuore della città Noi diamo voce ai residenti: ecco le piccole grandi difficoltà quotidiane e le proposte di chi vive all’interno delle mura trecentesche

di Luca Matteazzi

C

entro storico, che fare? Il destino del cuore della città è un tema che attraversa come un fiume carsico la politica cittadina. In alcuni momenti scorre impetuoso e attira attenzioni e preoccupazioni (l’ultima volta un mesetto fa), in altri sprofonda nel silenzio. Di solito, però, quando se ne parla gli attori sono sempre gli stessi: il Comune da un lato, gli operatori economici, commercianti in testa, dall’altro. Impegnati a studiare soprattutto il rilancio economico dell’area: “Il cuore di Vicenza può diventare un grande attrattore turistico, culturale, enogastronomico, dell’acquisto di qualità”, ha detto il sindaco Variati al termine dell’ultima riunione con esercenti e associazioni. Chi invece rischia di rimanere perennemente in secondo piano sono i residenti del centro. Che non sono pochi: nel perimetro delle mura storiche vivono oltre dodicimila persone, con una densità degna di una grande metropoli e con una concentrazione di anziani quasi record (gli over 60 sono il doppio degli under 19: quasi quattromila contro circa 1900).

Noi abbiamo provato a sentirli.

Lasciando da parte le diatribe politiche e le contrapposizioni, il più delle volte infondate, tra abitanti e commercianti. Per ascoltare dalla loro voce come si vivono gli eterni problemi del centro: lo spopolamento, la viabilità, la vita che costa cara, la mancanza di certi servizi.

Ma anche l’amore per un luogo dal fascino particolare e da cui nessuno, a conti fatti, pare disposto ad andarsene.

UNA ZONA UNICA. ANCHE NEI PROBLEMI Se c’è una cosa su cui i residenti paiono tutti d’accordo, è proprio il

fatto che in centro, nonostante tutto, vale la pena viverci. “Io ci sono nato e cresciuto, e non mi sposto - conferma Flavio Cocco, che vive nella zona del vescovado -. È vero che ci sono dei grossi problemi, ma il centro è unico”. E sono in tanti a pensarla come lui. Poi, però, basta farci quattro chiacchiere per finire a parlare proprio di quelli, dei problemi. I temi si conoscono: i negozi che non ci sono più, i parcheggi che mancano, l’eterna apatia di una città sonnolenta. Ma chi ci vive li tocca con mano ogni giorno. “Parliamo dei parcheggi - attacca Cocco -.

In teoria noi residenti abbiamo le strisce gialle. In teoria, perché mio figlio, quando ha preso la patente, ha dovuto aspettare un anno prima di avere un posto. E questo è assurdo, quando poi vedi che molti spazi sono occupati da gente che viene da fuori. Il Comune avrebbe dovuto cominciare trent’anni fa ad obbligare chi costruisce, o chi ristruttura, a fare dei garage interrati”. Non è stato fatto, e oggi il parcheggio è uno dei primi crucci per chi vive dentro le mura trecentesche: le linee gialle non bastano, i garage sono pochi e quei pochi che ci sono costano caro. E così trovare un posto vicino a casa, magari per scaricare la spesa o per far salire in auto un parente anziano, diventa spesso un terno al lotto. “Senza un posto auto sicuro, in tanti non ci pensano nemmeno di venire a vivere qua - osserva Cocco -. Del resto, anche invitare delle persone a casa può diventare un problema: se è bel tempo ci si può fare un bella passeggiata. Ma se piove...”.

Casa carissima casa Se i parcheggi sono cari, le case non sono certo da meno. “I prezzi degli affitti sono difficilmente abbordabili: se uno ha una busta paga pesante bene, altrimenti lascia perdere”. Si spiega così la struttura demografica del cuore della città: molti anziani - alcuni

benestanti, altri che hanno semplicemente continuato a vivere nelle case in cui sono nati e cresciuti -, una buona percentuale di famiglie agiate, un certo numero di stranieri (che occupano spesso i palazzi non ancora ristrutturati), ma poche giovani coppie. E lo stesso problema, costi e affitti più alti della media, affligge anche i negozianti. Risultato: anche l’offerta commerciale si sta impoverendo.

“Verissimo - riprende Cocco -. I negozi ormai sono una porcheria.

Le vecchie gestioni hanno chiuso, sia nell’abbigliamento, sia nell’alimentare, sia il piccolo ferramenta; mancano i negozi tipici, i negozi di vicinato, le botteghe in cui ti conoscevi. E per gli anziani che faticano ad andare al centro commerciale, fare la spesa è un problema”.

Più movida, grazie A sorpresa, però, contro il luogo comune che li vorrebbe in prima fila contro concerti e confusione, i residenti non disdegnerebbero un centro più vivo. Anzi. “Qua la domenica, se qualcuno ti chiede dove andare a mangiare, lo devi mandare sui colli. Guardi, io sono nato che avevo le macchine e i tram che passavano sotto casa: adesso sarebbe improponibile, ma piuttosto di questo mortorio farei cambio.

Anche per i miei figli: che cosa possono fare i giovani se non trovarsi al bar a bere spritz? Una volta c’erano gli oratori, e ci si trovava tutti lì a giocare a calcio, ma oggi?

Mancano i centri di aggregazione, qualcosa che possa dare un’alternativa al bere”.

Altro? “La nettezza urbana - conclude Cocco -: dovrebbero curarla di più, e penso prima di tutto ai cittadini, non solo all’amministrazione. Io ho i raccoglitori delle immondizie sotto casa, e soprattutto il sabato e la domenica è un disastro: la gente, se trova pieno, lascia le borsette in strada. E siamo a 50 metri dal duomo”.

MALEDETTA TELEVISIONE Il signor Umberto in centro ci abita da una vita, e lo conosce a menadito. Finché passeggiamo a due passi da casa sua, tra il duomo e campo Marzo, mostra quello che secondo lui è uno dei problemi principali.

“Io non ne voglio fare un discorso politico. Non critico questa o quella amministrazione, sia chiaro.

Ma una cosa che noto sempre è la mancanza di manutenzione: non la fanno, non la sanno organizzare.

Guardi”. Siamo in campo Marzo, all’esedra di viale Roma: alcune mattonelle della pavimentazione sono rotte, molte altre ballano.

Dall’altra parte della strada, le griglie con le prese d’aria del park Verdi hanno ceduto. “Erano già così dopo un anno dalla fine dei lavori. È possibile?”. Stesso discorso sotto porta Castello: cubetti di porfido mancanti e strada rattoppata.

“L’anno sistemata tre o quattro volte negli ultimi anni, ed è di nuovo così. È possibile?”. “Una volta c’era un caposquadra che guidava tre o quattro operai - continua -. Basterebbero un paio di squadre così, con operai che sanno quello che fanno, per migliorare la situazione. Invece, vorrei fare i miei complimenti a chi in Aim fa le pulizie: sono bravi, gentili, e puliscono delle situazioni davvero vergognose”.

Pane e latte fresco Le manutenzioni però sono solo un aspetto. Sulla vivibilità del centro storico influiscono anche altri aspetti. La viabilità, ad esempio: problematica per forza di cose in una realtà fatta di strade a misura di carrozza. “Qua in contrà Mure Pallamaio hanno fatto molte battaglie per togliere gli autobus: io non credo che sia giusto, perché gli autobus svolgono un servizio pubblico. Ma dovrebbero moderare la velocità, come previsto anche da una delibera comunale, e invece non lo fanno. E così è normale che la strada sia devastata”. O, ancora,

la scomparsa dei negozietti, che sarà anche un luogo comune, ma ha effetti molto concreti. “C’erano piccoli negozi di abbigliamento, e molti negozi di alimentari - riprende il signor Giampaolo, raggiunto nel frattempo anche dalla figlia Paola -. Un tempo c’erano Geremia, Panarotto, il Ceppo, Colombara, e molti altri. Alla mattina ti portavano a casa il latte fresco, poi il pane, poi il giornale, e nel pomeriggio c’era anche l’edizione serale, quando avevi bisogno arrivavano frutta e carne. C’erano i garzoni di bottega che erano di casa. Adesso sei obbligato a cambiare mentalità, e devi andare al supermercato. Di fruttivendoli ce n’è due: gli anziani dove vanno a fare la spesa?”

Gli scomparsi La morte delle botteghe d’antan rispecchia un altro fenomeno, ben noto a chi in centro ci vive: il calo della popolazione. “Non c’è gente. Se guardo indietro di qualche anno, la situazione era ben diversa.

All’angolo tra piazza castello e corso Palladio c’era il vecchio bar Italia, che nella bella stagione aveva anche un centinaio di tavolini fuori in piazza; di fronte, dove adesso c’è una banca, c’era il bar Castello.

Venti metri più in là l’osteria Crosara, appena passata porta Castello la gelateria da Remo, e dopo un altro po’, dove oggi c’è il Pam, c’era il Colotti. Ognuno aveva la sua clientela: al Colotti andavano i giovanotti, quelli che allora erano chiamati i gagà, da Remo le famiglie con bambini, da Crosara si giocava a carte, al Castello c’era un pubblico misto, e il bar Italia era il ritiro della Vicenza borghese e degli sportivi: Nereo Rocco, quando passava da queste parti, si fermava sempre a mangiare i toast. Ora tutto questo non c’è più, e chi l’ha distrutto è stata la tv”.

Signora televisione ha vinto ancora, direbbe Ligabue. Il fatto è che, con meno gente in giro c’è

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| Nella pagina accanto, anziani al bar: il centro storico ha la concentrazione di over 60 più alta della città.

Qui sopra, la piazza affollata per una manifestazione, uno dei tanti negozi storici che hanno chiuso le saracinesche, e uno dei bar più frequentati del momento.

anche meno vivacità. “Certe sere la città è proprio morta, una tristezza - osserva la signora Paola -. Ci sono periodi, come a Natale, o in certi momenti dell’estate, in cui c’è movimento. Altre volte esci dal cinema alle 10 e trovi un mortorio”. E c’è pure meno sicurezza. “Come donna, quello che posso dire è che si nota un degrado sempre maggiore. Fino a non troppo tempo fa c’era una dimensione più umana, più tranquilla, non avevi paure. Adesso qualche pensiero in più, quando esci, ce l’hai: c’è una sensazione di minor sicurezza. Faccio solo un esempio, banale ma che rende l’idea: una sera stavamo tornando a casa in auto per contrà Motton San Lorenzo. Ad un certo punto abbiamo trovato la strada sbarrata da delle transenne: erano di un cantiere lì vicino, e un gruppo di ragazzini, avranno avuto tredici, quattordici anni, le avevano spostate in mezzo alla carreggiata. E sono rimasti lì a ridere finché noi siamo scesi a spostarle per passare”.

UN’IDEA DI CITTA’ A tirare un po’ le somme ci pensa Giuseppe Longo. Che di professione fa l’insegnante, e che nel mescolare osservazioni pratiche e riflessione teorica si trova a suo agio.

“Le mie osservazioni nascono da un’idea di città - chiarisce subito -. E non sono in alcun modo legate ad uno schieramento o ad una posizione particolare, questo ci tengo a precisarlo”. Qual è, dunque, quest’idea di città? “È la città del Prete Bello di Parise, della libreria

Do Rode di Scapin, del commissario Pepe - continua -. Cioè una città interclassista e popolare, in cui vivevano le persone agiate ma anche le persone in condizioni economiche normali. Una città che è il luogo della vita, della produzione, del commercio, della cultura. Una città in cui vive bene chi ha il garage e chi non e l’ha, chi ha attività commerciali e chi fa l’artigiano, chi ha il negozio di lusso e chi fa il casolin. In cui si deve poter fare la spesa senza troppi disagi, vivere di stipendio in modo dignitoso, parcheggiare l’utilitaria vicino a casa”.

Qualità della vita Un po’ di nostalgia forse c’è (“la città in cui sono cresciuto era così”), ma è difficile dargli torto. “La mia non è un’idea passatista: so bene che la Vicenza di trent’anni fa non esiste più, ma si può cercare un continuità”. Partendo, magari, proprio dal sostegno ai residenti.

Anche, se non soprattutto, a quelli che non hanno conti in banca a cinque o sei zeri. Perché certi interessi sono di tutti.

“Se uno ha possibilità economiche, in centro ci vive benissimo. Ma ad esempio per una giovane coppia i costi sono elevati: sono care le abitazioni, è cara la sosta, è cara la vita. E poi ci sono i problemi materiali: se uno deve aspettare un’ora per trovare un posto auto vicino a casa, è chiaro che la sua qualità della vita si abbassa. Io di coppie che ci hanno provato e non ce l’hanno fatta ne ho viste parecchie. E dobbiamo interrogarci tutti su queste questioni: se uno vuole solo una casa dignitosa in cui poter

abitare con uno stipendio, la trova?

Chi non può permettersi un garage, che fa? In centro non vivono solo i benestanti: ci vivono anche le fasce deboli. E se se ne vanno è un peccato. Grave. Noi stiamo rendendo tutto anodino, edulcorato, scintillante: bene, ma la vita di una città è fatta anche da chi non può vivere nel palazzo”.

Interessi comuni Il filo conduttore di tutto il ragionamento è lo sforzo di trovare un punto di equilibrio tra i vari interessi in gioco.Interessi che solo ad uno sguardo superficiale sono contrapposti. “Sono convinto che trovare un’integrazione tra le varie esigenze, sia possibile. Il problema non è il conflitto, e invece sto vedendo troppe voci di conflitto: chi dice che bisogna proteggere i commercianti, chi i residenti. Invece no, bisogna proteggere tutti. Rifiuto l’idea di privilegiare qualcuno: i commercianti hanno ragione a dire che ci sono delle difficoltà, ma ragioniamoci insieme: magari certe soluzioni convengono a tutti”.

Anche perché il centro ridotto a centro commerciale, o a luogo in cui trovare dei servizi, non conviene a nessuno. “È vero che l’offerta commerciale si è ridotta - continua il professor Longo -. Io ho dei ricordi nettissimi legati al mio passato: vicino a Scapin c’era la gastronomia del famoso Geremia; in piazza dei Signori, ripeto, in piazza dei Signori, c’era la gastronomia Panarotto, con le botti piene di baccalà e un profumo di mostarda che si diffondeva dappertutto; in corso Palladio c’era

la drogheria Nardini, con i suoi vasi pieni di chiodi di garofano e spezie. Non parliamo poi delle latterie che c’erano in ogni rione, o delle attività artigianali. Quando ero ragazzo avevo due falegnamerie vicino a casa: adesso se ho bisogno di un falegname dove vado? Ma la domanda da porsi è un’altra: se uno volesse aprire un negozietto del genere oggi, avrebbe la possibilità di farlo? E avrebbe un giro di clienti sufficiente per mantenersi? Le due cose vanno di pari passo”.

Le due facce della medaglia Come dire che residenza e commercio sono due facce della stessa medaglia. Aumentare il numero di abitanti significa allargare la clientela potenziale dei negozi; e aumentare e diversificare i negozi del centro vuol dire offrire più servizi ai residenti. “Siamo sicuri che il giro d’affari del centro debba basarsi principalmente sul flusso di gente che viene dall’esterno?

Che il centro debba essere solo un punto di offerta economica o un distributore di servizi per chi viene da fuori? Secondo me no: non può essere solo un centro commerciale, magari per acquisti d’élite, o un centro amministrativo. Se è solo uno di questi aspetti non è più una città: diventa qualcosa di diverso. Io invece immagino una città in cui ci sia un’interazione continua tra dentro e fuori.

Una città multistrato, multiforme, con facce diverse e forme di economia diverse. Ho letto la documentazione del Pat, e mi pare che questa idea ci sia. Speriamo ”.

Identikit

della popolazione

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econdo gli ultimi dati elaborati dall’ufficio statistica del Comune (dicembre 2008), nei 2,27 chilometri quadrati racchiusi all’interno delle mura storiche vivono 12.442 persone, con una densità di 5.400 abitanti per chilometro quadrato, una delle più alte di tutta la città. Molti di loro sono anziani: gli over 60 sono il doppio degli under 19 (quasi quattromila contro circa 1900 ragazzi), l’indice di vecchiaia è di 223 contro una media cittadina di 161 (significa che, in centro, ogni cento giovani tra 0 e 14 anni ci sono 223 persone con più di 65 anni: solo la zona di Monte Berico ha una concentrazione maggiore), mentre l’indice di dipendenza è di 61, 6 punti in più rispetto alla media complessiva della città, che è di 55 (l’indice di dipendenza calcola, per ogni 100 residenti in età “produttiva”, cioè tra 15 e 64 anni, il numero di residenti “improduttivi”, cioè giovanissimi o pensionati). L’età media, infine, è di tre anni più alta rispetto al resto della città: 46,8 contro 43,8. L’anzianità della popolazione si rispecchia anche nella struttura delle famiglie: oltre la metà delle 6,241 famiglie residenti in centro sono infatti composte da un’unica persona. Una percentuale altissima. Molti sono anche gli stranieri: in tutto circa 1800, il 14 per cento della popolazione. E questa volta, tutto sommato, il dato è in linea con la media cittadina.

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Da San Giuliano con furore:

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Nessuno tocchi Roberto?

il commento

“Fazioli ha combinato guai”

Meglio vederci chiaro

Gina Greco, sindaco Pd del comune milanese, spiega come l’attuale presidente Aim ha lasciato la multiservizi Genia. “Ho portato le carte dai giudici”

di Alessio Mannino ina Greco è la sindaco di San Giuliano Milanese, un comune dell’hinterland del capoluogo lombardo, dall’estate scorsa. E’ del Partito Democratico, praticamente un animale raro in una regione feudo di Pdl e Lega. Con Roberto Fazioli, dimessosi nel novembre 2009 dalla presidenza dell’azienda multiservizi comunale, Genia, dopo cinque anni, ha rotto. Il caso è stato portato fin qui a Vicenza dal consigliere comunale, anche lui del Pd, Luca Balzi, che ne ha tratto spunto per un attacco politico alla gestione Fazioli. Il sindaco di Vicenza, Achille Variati (Pd, tutto in famiglia – si fa per dire) non l’ha presa bene, liquidando la mossa di Balzi come dannosa, controproducente e addirittura “speculativa”. Noi abbiamo voluto vederci più chiaro. I motivi per cui Fazioli non è più ben visto nel paese vicino Milano ce li spiega la stessa Greco in questa intervista (che ci ha rilasciato in forma scritta).

Può spiegare al lettore vicentino, in estrema sintesi, il nocciolo del dissidio con Fazioli quand’era presidente di Genia?

“Nel mese di agosto 2009, a un mese dal mio insediamento e da quello della nuova Amministrazione Comunale, abbiamo appreso dell’esistenza di un rilevante indebitamento di Genia Energia srl nei confronti di ENI spa, per la

flickr.com/fazen

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| Gina Greco, sindaco Pd di San Giuliano Milanese. fornitura di gas naturale, per circa 11 milioni di euro.

Il CdA di Genia spa, società esercente la direzione ed il controllo di Genia Energia, ha ritenuto che il debito nei confronti di ENI, gravato da un rilevante interesse moratorio, non potesse essere onorato in modo diverso che dalla cessione alla stessa ENI del ramo d’azienda di Genia Energia, attraverso la creazione di un nuovo soggetto societario, funzionale a consentire la cessione di tale cespite. Questa operazione, alle condizioni prospettate, pareva non allineata alle norme che regolano la materia della dismissione del patrimonio pubblico, con particolare riguardo alla necessità di espletare procedure ad evidenza pubblica. Tali premesse, hanno portato l’Amministrazione Comunale a effettuare preventivamente un approfondimento circa l’affidabilità patrimoniale del gruppo Genia, attraverso la predisposizione di un’analisi dettagliata delle cause che hanno determinato

l’indebita mento, e la conseguente elaborazione di un piano industriale.

della Magistratura e alla Corte dei Conti, compito a cui ho adempiuto sempre nel mese di marzo”.

Qual è oggi la situazione ecoQual è il motivo tecnico per nomico-finanziaria di Genia cui il prof. Bratta, che ha fat(esposizione bancaria a fronto da consulente alla comte di investimenti, missione d’inconto economico, chiesta sull’opepatrimonializzarato di Fazioli, ha zione)? E come ha ritenuto di consilasciato Fazioli gliarla di spedire Per sanare l’azienda? le carte alla Procura di lodi e alla il debito con Eni “La situazione, come attesta la relazione Corte dei Conti? E il cda di Genia lei lo ha fatto? voleva vendere del Prof. Bratta, è di criticità. lo stes“Il Prof. Bratta è stail ramo Energia forte so quadro di tensione to individuato, con economica - finanselezione pubblica, dell’azienda ziaria è riportato per supporta re in dalla relazione della materia economiconuova dirigenza di Genia spa illufinanziaria la commissione d’instrata al Consiglio Comunale il 30 dagine istituita su richiesta dei marzo scorso, che evidenzia, tra gruppi consiliari; la sua relazione l’altro, un’elevata situazione deinfatti è allegata al documento bitoria nei confronti delle banche predisposto dalla Commissione, e un pesante arretrato nei pagaapprovata dal Consiglio Comunale menti ai creditori. ilei marzo scorso. Nella stessa, si invitava il Sindaco a segnalare la Quanto pesa il bilancio di Gesituazione riscontrata dalla Comnia sui conti del Comune di missione, ai competenti organi

San Giuliano? E perché, secondo lei, Fazioli ha commentato la sua rielezione definendola “un embolo politico”?

Genia è una società multiservizi a totale proprietà comunale, che gestisce servizi di pubblico interesse, quali: la manutenzione delle strade, la raccolta rifiuti, la gestione del verde, la manutenzione degli edifici pubblici etc. l’impatto delle criticità della società sul bilancio comunale determinano incertezza nel breve periodo, derivante da un ipotetico intervento finanziario a supporto del gruppo Genia, qualora non si riescano ad attuare le azioni di risana mento in corso di definizione, per riportare ad una condizione di equilibrio la finanza locale.

Per quanto concerne l’elezione della sottoscritta, da anni impegnata nel volontariato cittadino e prima donna Sindaco del nostro Comune, manager nel settore farmaceutico prestata alla gestione della città, non mi è nota tale affermazione, ma in ogni caso, ognuno è libero, e responsabile al contempo, delle proprie opinioni.

Variati sbaglia a derubricare il caso Genia come estraneo Perché il modus operandi del manager emiliano è lo stesso

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uca Balzi, il pierino del centrosinistra, ha posto un problema reale: non sarebbe meglio farsi chiarire un paio di cosette (lui ha formulato una decina di domande) dal presidente Aim Roberto Fazioli in merito alla sua discussa gestione di Genia, l’omologa di San Biagio nel Comune di San Giuliano Milanese? Che Balzi sappia farsi i suoi conti su come sopravvivere in una maggioranza targata Pd che non lo sopporta più, sono fatti suoi. Ciò non toglie che, ripetiamo, la questione sia vera: non viene intaccata nemmeno di poco, almeno sulla carta, la credibilità di un manager il cui operato in un altro comune ha provocato l’indizione di una regolare commissione d’inchiesta che ha generato carte finite in Procura e alla Corte dei Conti? Secondo il sindaco Achille Variati, no. Testuale: «Non sono affare mio, fino a che non dovessero emergere chiare e gravi responsabilità gestionali di Fazioli, il problema di Genia Spa o le vicende politiche del Comune di S. Giuliano Milanese su cui Balzi ha voluto portare, a mio av viso impropriamente, l’attenzione di Vicenza». Un po’ come se un vostro lontano parente (la sindaco di San Giuliano, Gina Greco, è una “parente” di Variati, visto che anche lei è del Pd) vi facesse sapere, magari tramite un vicino di casa puntiglioso, che l’attuale amministratore del vostro condominio, quando svolgeva questa mansione da lui, avesse fatto

è uscito indenne dalle accuse rispettivamente di truffa aggravata e abuso d’ufficio. Gli ex consiglieri Renato Bertelle (Lega Nord), Sandro Bordin (allora Forza Italia), Bruno Carta (Forza Italia), Silvio Mitologie Fortuna (allora An), AlessanLa realtà la chiarisce bene dro Moscatelli (Fi), Giuliano l’intervista qui a fianco. Con Tricarico (Lega Nord) sono poche e semplici parole, senstati infatti tutti prosciolti con za polemica, la collega di Vaarchiviazione decisa dal gip. E riati mostra che anche Fazioli poi perché, come abbiamo già può sbagliare. E che sarà mai, spiegato su questo giornale in aggiungiamo noi. Nessuno è varie occasioni (20 un totem, e nessufebbraio 2010 “Gas na critica dovrebdel futuro, Aim è be essere tabù. A esclusa”, 6 marzo maggior ragione 2010 “Aimopoli, un se ad ogni minimo gioco durato tropstormir di fronda Fazioli po”, 20 marzo 2010 il centrosinistra tende a “Aim, lo spettro vicentino e Fazioli imporre del l’i l leg g it t imistesso non trovaovunque tà”), non solo una no di meglio che parte rilevante del ripetere a macchi- il suo modello deficit ereditato netta la storia che di multiutility dal passato va adloro hanno salvato debitata al penol’azienda comunale so intermezzo del dal baratro in cui commissario Zanguio (2007l’avevano lasciato Beppe Rossi 2008), ma soprattutto le ome il centrodestra (Variati: «Chi bre sulle scelte vicentine di oggi cerca di gettare fango su Fazioli sono già individuabili Aim, faceva parte ieri di queleccome. Questo non scagiona la maggioranza la cui gestione politicamente gli errori comè consegnata al giudizio della messi dalla passata amministoria»). Una verità talmudica, strazione e dai suoi uomini a eseguita come un mantra. Ma San Biagio, ma fa piazza pulita ormai una mezza verità, ov vedel comodo ma irrealistico gioro una mezza bugia. Anzitutto co del capro espiatorio (“tutta perché, a parte l’ex presidente colpa del centrodestra”), e riRossi, il faccendiere Carlo Valdimensiona, per il bene di un le e l’ex advisor Gianni Giglioli bene pubblico com’è Aim, ogni (già assessore in questa giunpericolosa mitologia salvifica ta) tutti e tre ancora indagati, (“tutto merito del centrosinil’intero ex cda di Aim assieme stra”). all’ex sindaco Enrico Hullweck sforare il bilancio, e voi, incuranti della notizia, per tutta risposta gli diceste che la cosa non vi riguarda, e che insomma si facesse un po’ i fatti suoi.

tuazione economico-finanziaPrudenza ria di San Biagio, rappresenta Seguendo il filo delle dichiaun tassello fondamentale per razioni di Variati volte a rassile casse comunali. (Il “questiocurare l’opinione pubblica, c’è nario” del sindaco girato urbi infine una considerazione squiet orbi al responsabile della sitamente tecnica da fare. Dice “sua” multiservizi potrà appail sindaco, lapalissianamente, rire anche una pantomima, ma riferendosi al mancato sì al meglio così dei tempi di Hullbilancio da parte del reprobo weck e Rossi, in questo sì verBalzi: «La situazione di Genia, gognosamente bui, quando sui la società di San Giuliano Milaconti e sulle strategie di Aim nese presieduta fino a qualche era apposto il segreto di stato). mese fa da Fazioli e al centro E anche qui, occhio a ciò che delle polemiche rilanciate da dice la Greco: l’imBalzi, è una cosa, e patto di eventuali i conti del Comune sbagli nell’ex mu(di Vicenza, ndr) nicipalizzata può un’altra». Si dà il comportare dover caso che Fazioli, correre ai ripari ovunque si insedi E’ l’unico drenando quattri(l’elenco delle pre- a mettere ni dal bilancio cosidenze, consulenze in discussione Che possa e poltrone varie è il libero mercato munale. succedere a Genia lungo), tenda a imporre il suo model- Ma nemmeno lui nella lontana San Giuliano, non silo di multiutility, è intoccabile gnifica che debba coi suoi pro e i suoi succedere anche contro: in house qui, d’accordo. Ma (proprietà pubblinon significa neppure, stante il ca e controllo analogo da parte modus operandi di Fazioli, che del Comune azionista) e global non possa succedere né ora né service (tutti i servizi e tutti, o mai. Nessuna crociata, signor quasi, i beni immobili comusindaco, ma banale prudenza: nali facenti capo all’azienda).

Fazioli è simpatico proprio perSu questa seconda gamba del ché emiliano (e non, paludosapiano, Variati stesso gli ha rimente, vicentino), e lo è ancora sposto picche facendo rispedire di più perché è uno dei pochi, al mittente una delibera che in forse l’unico in Italia, a mettere pratica avrebbe reso Aim pain discussione l’idolatria del lidrona del patrimonio del Cobero mercato (anche se la legge, mune (patrimonializzazione). di derivazione europea, è contro Ma resta che il bilancio di Aim, di lui). Però intoccabile non lo è che Fazioli non ha voluto renancora. San Giuliano insegna. dere noto prima del tempo rifiutandosi di dare risposta alle Alessio Mannino 11 domande di Variati sulla si-

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i una cosa bisogna dar atto alla Lega Nord: di solito dice in modo molto chiaro quello che pensa, senza preoccuparsi troppo del politicamente corretto. Guardiamo il caso dell’assalto alle banche, come è stato descritto da buona parte della stampa nazionale.

“E’ chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo”, ha tuonato qualche tempo fa Umberto Bossi, spiattellando davanti ai microfoni quello che tutti i suoi colleghi politici pensano ma non dicono. Cioè che le banche sono lo snodo centrale per il controllo dell’economia e della finanza: senza il loro appoggio, la politica è morta. La Dc, non a caso, ha tessuto la sua rete di influenza sul mondo bancario per decenni. La Lega, che certi meccanismi che stavano alla base del consenso di cui godeva la Balena Bianca li ha capiti bene, prova a fare altrettanto. Ovviamente con i suoi modi e la sua dialettica a base di federalismo e difesa del territorio: “Non è possibile chiedere fondi a Treviso, per parlare del mio caso, e vedere che chiamano le Isole Vergini per avere un’autorizzazione. Serve un rapporto più vicino al territorio”, ha dichiarato nelle settimane scorse il neogovernatore Luca Zaia. È nata così la discussione sulle fondazioni bancarie che tanto spazio ha avuto nelle cronache delle ultime settimane. Perché il primo passo della strategia leghista parte proprio da lì, dalle fondazioni, che distribuiscono ogni anno centinaia di milioni e che, cosa tutt’altro che secondaria, sono protagoniste di primo piano quando si tratta di nominare i vertici degli istituti di credito.

Una montagna di euro Partiamo dal primo punto: i finanziamenti sul territorio. Nel vicentino parlare di fondazioni bancarie significa essenzialmente

parlare della Fondazione Carverona; ma se si allarga lo sguardo a livello regionale nell’elenco vanno inserite anche la trevigiana Fondazione Cassamarca e la padovana Fondazione Cariparo.

Tutte riversano sulle aree di loro competenza una pioggia di finanziamenti. La Cariverona, tanto per restare sull’esempio più vicino, ha chiuso l’ultimo bilancio con un avanzo di esercizio di 187 milioni di euro, mettendo così a disposizione della propria attività istituzionale qualcosa come 150 milioni di euro. Soldi che verranno distribuiti, come previsto dallo statuto, tra progetti pluriennali, sanità, formazione, arte e cultura, volontariato, solidarietà internazionale e, in piccolissima parte, anche all’ambiente. Sfogliando l’elenco dei progetti sostenuti, è facile rendersi conto dell’impatto.

Tra le altre cose, sono stati possibili (solo) grazie all’intervento della Cariverona interventi come la realizzazione del nuovo polo universitario in viale Margherita (stanziamento complessivo di 13,5 milioni di euro), il restauro della Basilica Palladiana (14 milioni) e quelli di Santa Corona (6 milioni), di villa Cordellina (900 mila euro), del teatro civico di Schio (3,2 milioni) o la costruzione della cittadella degli studi a San Paolo (circa 8 milioni). In cantiere ci sono anche il restauro del convento di Santa Lucia (2,4 milioni), il restauro dell’ex caserma Cimberle Ferrari a Bassano (10 milioni), la costituzione di un laboratorio di terapie cellulari per le malattie tumorali presso l’ulss 6 (1,7 milioni), la sistemazione dell’ex seminario vescovile (1,5 milioni solo per il primo stralcio). E si tratta solo di alcuni degli interventi maggiori: a questi vanno aggiunti tutti i contributi da qualche decina o qualche centinaia di migliaia di euro, distribuiti in modo capillare in tutta la provincia. E programmi analoghi nelle province di Vero-

| Il governatore Luca Zaia vuole banche più vicine al territorio

na e, in misura minore, Belluno, Mantova e Ancona. Nel 2009 si è arrivati, alla fine, ad un totale di 900 finanziamenti.

Se si considera che Cassamarca e Cariparo fanno altrettanto, il giro d’affari governato ogni anno assume proporzioni davvero imponenti. Quando Zaia osserva che le fondazioni “ devono fare la loro parte: in questo momento di crisi potrebbero usare le loro erogazioni per stimolare l’occupazione invece di creare solo eventi culturali” si riferisce proprio al modo in cui viene spartita la torta. È qui che potrebbe farsi sentire fin da subito l’influenza leghista: spostando fondi da un’area all’altra, o da una zona all’altra.

Le mani sulle banche Ma questa è solo un aspetto della partita, e forse nemmeno il principale. Quello che di solito ci si dimentica, e che le polemiche delle ultime settimane hanno invece riportato sotto gli occhi di tutti, è che le fondazioni controllano anche le banche vere e proprie. La fondazione Cariverona ha il 5 per cento delle azioni Unicredit (è il secondo azionista dopo un fondo libico), mentre CassaMarca ne ha in tasca lo 0,8 per cento; Cariparo, da parte sua, controlla il 4 per cento di IntesaSanpaolo, l’altro colosso del credito italiano. Riuscire ad alzare la voce nelle fonda-

zioni, dunque, vuol dire farsi sentire anche quando si tratta di nominare amministratori delegati e cda delle banche. Che, a loro volta, a cascata, influiscono su assicurazioni e finanza, dalle Generali a Mediobanca. Significa, insomma, mettere il piede nei salotti che contando davvero. E magari poter dire la propria quando si tratta di decidere le politiche aziendali, come le modalità per la concessione del credito. Nel Veneto delle piccole imprese, degli artigiani e delle partite Iva, vorrebbe dire avere in mano uno strumento formidabile.

Compromesso obbligato Queste sono le intenzioni. Riuscirci davvero, però, è un altro paio di maniche. La nomina dei consigli delle Fondazioni è molto complessa, studiata apposta per evitare che qualcuno possa prenderne il controllo. Quello della Cariverona, è composto da 32 membri. Quattro sono scelti dal sindaco di Verona, uno a testa dai sindaci di Vicenza, Bassano, Mantova, Belluno, Legnago, Feltre, Pieve di Cadore e Ancona. Una nomina tocca anche ai presidenti delle province di Verona e Vicenza e ai presidenti della rispettive

camere di commercio. E fin qua, più o meno, siamo nell’ambito della politica. Poi però ci sono anche i vescovi di Verona, Vicenza e Belluno (un consigliere a testa), i rettori delle università (due nomi per Padova, uno a testa per Verona e Vicenza), i soprintendenti ai beni ambientali, i direttori delle ulss, l’Accademia Olimpica e l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona (tutti con un consigliere ciascuno). Infine, vanno scelte anche sei personalità di “chiara fama”. La Lega può contare in modo diretto sui sindaci di Verona, Legnago e Feltre e sul presidente Schneck, cioè su 7 consiglieri su 32. Per il resto dovrà affidarsi ad un complicato lavoro di mediazione e compromesso. Che riuscirà finalmente a far sentire la sua voce anche nel mondo dei salotti finanziari, dopo il fallimentare esperimento della Banca Padano Credieuronord, è certo. Ma scalzare dalle loro posizioni il presidente di Cariverona Paolo Biasi (area cattolica) e il suo collega trevigiano Dino De Poli (che in passato ha già avuto più di qualche contrasto con Zaia) sarà tutt’altro che facile.

L. M.

| L’assessore regionale Elena Donazzan ha criticato duramente il gruppo Benetton

L’assessore regionale Elena Donazzan critica la Benetton, “poco umana” perché chiude la tintoria di Grumolo Ma i discorsi sull’etica aziendale sono parole al vento: le imprese moderne hanno come unico obiettivo la ricerca del profitto

flickr.com/redvers

Dopo il trionfo alle regionali, il Carroccio ha messo nel mirino le fondazioni bancarie Obiettivo: controllare finanziamenti milionari e incidere sulla politica delle banche Ma il compromesso sarà una scelta obbligata

flickr.com/morrissey

Il gran ballo delle fondazioni

L’Olimpias, le verginelle e i pianti greci di Alessio Mannino

L

a cosa che dà più fastidio, quando 127 persone vengono buttate sulla strada come accadrà ai lavoratori della fabbrica tessile vicentina Olimpias, non è tanto che il maggior partito di sinistra o presunta tale, il Pd, neppure citi nel suo comunicato ufficiale i responsabili diretti, i “progressisti” Benetton. In questo siamo nella normalità del fiancheggiamento interessato, come coi Colannino, i Passera, i Profumo, i De Benedetti (tessera n° 1 del partito di Bersani e D’Alema). No, a farci cascare le braccia e anche qualcos’altro è l’ipocrisia o, a voler esser buoni,

l’incomprensione del meccanismo che sta a monte di queste tragedie sociali. Ciò che nessuno capisce o fa finta di non capire, a destra e a sinistra, è che l’industrial-capitalismo non ha che una logica: quella del massimo profitto. Là dove esso viene meno, in quanto una produzione non è più conveniente perchè così decide la strategia aziendale, l’imprenditore chiude baracca e burattini e lascia a piedi la gente che lavora. La questione si riduce, drammaticamente, solo e soltanto a questo.

Una che ha il prosciutto sugli occhi, ad esempio, è l’assessore Elena Donazzan. «Il Gruppo Benetton, un’imprenditoria sempre meno umana e legata al territorio e sempre più finanziaria e priva di interesse nazionale»: questa la

condanna della record-girl di voti in Veneto, che ragiona come se un’impresa avesse un cuore. Ma l’impresa, qualsiasi essa sia, un cuore non può averlo, se non al limite per fare beneficienza e foraggiare tutte quelle pelose iniziative caritatevoli mirate al tornaconto d’immagine e quindi, in ultima analisi, ad attirar quattrini. L’imprenditore, evoluzione moderna del mercante, segue solo il cervello, agisce in base al calcolo, e insegue unicamente il plusvalore, cioè il guadagno. La sua responsabilità “sociale”, se c’è, viene sempre dopo e in subordine all’imperativo del proprio interesse. Punto. Le considerazioni umanitarie e localiste, nella mente di individui che badano solo al bilancio e allo sviluppo del proprio capitale, sanno

di ridicolo paternalismo, e infatti lasciano il tempo che trovano. Se poi si tratta, come nel caso dei Benetton, di una multinazionale con interessi nei campi più disparati, al centro dei grandi intrecci della finanza nazionale, pare davvero infantile rimproverarla di essere cattiva e dispettosa. Se invece ci si vuole raccontare le favole e accusare il leone di non avere pietà per la gazzella, la gazzella continuerà a essere sbranata. Fuor di metafora: se ci si balocca con idee che nulla hanno a che vedere con il brutale principio intrinseco che, al di là delle intenzioni del singolo capitalista, regola il mercato, siamo destinati a sentire lamentele e pianti greci (Grecia docet) come quello della Donazzan, e non ci accingeremo mai ad affrontare il

problema dei problemi: il primato dell’economia sulla vita, del denaro sulla dignità. Dell’arrogante diritto della crescita aziendale sul diritto ad una vita decente e serena. Per tutti.

L’industria moderna, specialmente nella sua ultima versione globalizzata e borsificata, cioè slegata dal territorio d’origine e dall’epica del rischio individuale, è programmata nella sua stessa essenza ad escludere ogni criterio e ogni valore che non siano riassumibili nella ricerca del profitto.

L’etica che secondo politici e sindacalisti un imprenditore dovrebbe avere, se per etica intendiamo una condotta dettata da idealità e non solo dal conto economico, è una pia illusione. Spiegatelo, alle finte verginelle.

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| Il progetto della nuova università, finanziato dalla Fondazione Cariverona

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in breve

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opinioni

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Facebook in ufficio? flickr.com/Robert Donovan

Conviene a tutti uno strumento assodato nell’attività quotidiana, meno della metà delle aziende afferma di essere presente sui social network, l’aspetto più noto del Web 2.0. Il social network più conosciuto e più utilizzato dalle aziende è Facebook, seguito da LinkedIn, da YouTube e da Twitter. Altri servizi di pubblicazione, come ad esempio Slide Share, Flickr o Scribd, sembrano essere ancora poco conosciuti o comunque poco usati.

Tra le ragioni che hanno portato le aziende a decidere di entrare nei social network, compare anzitutto la ricerca di potenziali

clienti/utenti, seguita dalle attività di promozione di prodotti e servizi. Sulla decisione di entrare nei social network, inoltre, incide anche il basso costo dell’operazione. Sull’utilità non ci sono ancora valutazioni precise, ma la prima impressione è generalmente positiva: soltanto per un 2% dei rispondenti l’esperienza è da abbandonare, mentre il 48% intende consolidare questa presenza, insieme ad un 20% che ha intenzione di espandere la propria presenza in altri ambienti social oltre a quelli già adottati. Da fenomeno di moda, insomma, Facebook

Falde e Dal Molin,

a cena nelle cantine L’Assoartigiani lancia un’iniziativa per valorizzare i prodotti del territorio. Tra buone cucina, arte e storia

L’assessore Paolo Pellizzari alle Commissioni Consiliari: “La situazione non desta preoccupazione. Manterremo alta la guardia”

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flickr.com/US Army Environmental09Command

Qualità e della quantità dell’acqua Non è stata rilevata alcuna alterazione. Lo scostamento della falda riscontrato è fisiologico e non desta preoccupazione. In 5 piezometri si è tuttavia riscontrata la presenza di tracce di tricloroetilene, che dovrebbe invece trovarsi nella falda profonda. La questione è allo studio e sarà oggetto di ulteriori analisi. Ulteriori analisi sono anche previste per il superamento dl limite del cloruro di vinile e del dicloropropano in alcuni pozzi: è da verificare se possono rientrare nell’episodio di inquinamento per cui è già in

atto una procedura di bonifica o se sono da attribuire ad altre contaminazioni.

Acque superficiali: ristagni e scarichi Il ristagno delle acque verificato in superficie è da addebitare ad un fattore meteorologico. Specifici sopralluoghi effettuati autonomamente a una decina di giorni dalle ultime precipitazioni hanno fatto rilevare terreno asciutto.

Non sono stati verificati scarichi sospetti nel Bacchiglione.

20% del tempo trascorso in ufficio - sono più produttive di circa il 9% rispetto a chi non lo fa”.

In circa il 65% dei casi viene indicato che c’è stato un risultato positivo dall’accesso dei dipendenti ai social network, che si traduce principalmente nella creazione di nuove idee (per il marketing o per lo sviluppo del business); nell’insieme, le risposte raccolte possono indicare che l’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti può portare vantaggi all’azienda, a patto che li si “usi bene”, per impedire che diventino un’inutile perdita di tempo.

Risorgimento,

un mito da riscrivere Quando anche Calderoli può avere ragione. Sull’Unità la retorica di Napolitano&Co vorrebbe sommergere il pensiero critico, necessariamente revisionista L’Italia come Nazione, in realtà, non c’è mai stata

Ville e gusto:

le rassicurazioni della Provincia essun pericolo per l’acqua nell’area dell’insediamento americano presso l’aeroporto “Dal Molin” . E’ quanto è emerso dall’incontro tra l’assessore provinciale alle risorse idriche Paolo Pellizzari e le commissioni consiliari problemi istituzionali e governo del territorio, incontro durante il quale l’assessore ha illustrato il rapporto sulle acque superficiali e sotterranee frutto di una attenta analisi da parte dei tecnici della Provincia, di Arpav e del Centro Idrico di Novoledo.

Ecco i punti principali della relazione.

&Co. stanno diventando normali strumenti di lavoro.

Ci sono, però, ancora molte resistenze. In circa 6 casi su 10 ai dipendenti è consentito l’accesso ai social network. In realtà, questo significa che nel 40% dei casi è stato volutamente scelto di impedire l’accesso ai social network dai computer aziendali.

Può essere, tuttavia, interessante citare, a questo proposito, l’indagine dell’Università di Melbourne, che evidenzia che: “Le persone che navigano in Internet per divertimento al lavoro - con un limite ragionevole che non superi il

Fornitura dell’acqua La quantità di acqua utilizzata è quella oggetto di contratto: 500metri cubi al giorno con attingimento da acquedotto. C’è un unico pozzo artesiano preesistente all’insediamento americano, ma non è utilizzato. L’sssessore Pellizzari chiederà che venga chiuso.

Depurazione C’è uno specifico progetto di Aim per il recupero delle acque reflue e il loro convogliamento nel depuratore di Casale

oniugare i sapori e i profumi della cucina vicentina con le bellezze del territorio: cantine, ville, paesaggi. È con questo spirito che ripartono le iniziative del gruppo Ristoratori dell’Associazione artigiani: dopo il calendario delle «Cene Palladiane» (che verranno riproposte anche quest’anno a partire da giugno), dopo l’iniziativa «Tempo de ovi e sparasi» (che prosegue fino a giugno inoltrato), ora arriva l’invito di recarsi «A cena nelle cantine», per un “viaggio” alla scoperta del patrimonio enogastronomico vicentino con cinque serate informali dedicate alla degustazione dei vini autoctoni e dei prodotti del territorio.

Durante le serate sarà quindi possibile assaporare e scoprire gustosità enogastronomiche, visitare la cantina con la guida dei proprietari, conoscere storia, racconti e aneddoti su vini e prodotti alimentari tipici grazie a preparate “guide” in materia, divertirsi con gli intrattenimenti e accompagnamenti musicali. E, come di consueto, non mancherà un souvenir della serata: in questo caso un portacalice con il logo dell’Associazione.

Quanto agli appuntamenti il via è fissato per giovedì 13 maggio alla Cantina Dal Maso di Selva di Montebello Vicentino per sco-

prire come i vini di Gambellara sposino i prodotti della Lessinia.

Ci si sposterà poi a Costozza di Longare dove, giovedì 20 maggio, si svolgerà presso l’Azienda Villa Da Schio una serata dedicata a “L’ambientazione della Villa, i profumi dell’azienda vinicola, i piatti dei Colli Berici”. Il terzo dei cinque appuntamenti vedono protagonisti, giovedì 27 maggio, alla Cantina Scaroni di Breganze, la Pedemontana, i suoi vini e le specialità dell’Alto Vicentino.

Ancora, giovedì 3 giugno, ci si sposterà alle pendici dei Berici per scoprire il Tai e la cucina del Basso Vicentino, ospiti alla Cantina Piovene di Toara di Villaga.

La tappa finale sarà a Lonigo giovedì 10 giugno al Palazzo del vino per assaporare i vini Doc della zona leonicena esaltati dai piatti del territorio. Le portate di ogni serata, opportunamente studiate dai Ristoratori Assoartigiani, rientrano nella filosofia del Menu Artù che prevede l’utilizzo e promozione di quei prodotti vicentini che si distinguono per genuinità, stagionalità, freschezza, valorizzando la filiera corta produttore-consumatore.

Tutte le serata prenderanno il via dalle 19.30. I dettagli sulla manifestazione si possono consultare anche nel sito www.acenanellecantine.it

Idea federale Resta che l’idea federale è la più di Alessio Mannino congeniale alla composita realtà del nostro Paese, forti della cona cos’avrà mai detto di tanto sapevolezza ignobile che essa era dall’Annunziaradicata e difta il ministro fusa nello stesCalderoli? Ha so, variegato semplicemente movimento affermato, da risorgimentale leghista, che (chiamiamolo l’unità d’Italia così giusto per si potrebbe più capirci: che degnamente cosa mai sarebfesteggiare be “ri-sorto”, con l’attuaziodi grazia?). Per ne del federalinon citare il smo. Sia chiasolito intelletro: noi, alla rituale lombarforma federale do Cattaneo, di questo gopersino Cavour verno, varata ma ben lungi | Qui sopra il ministro Calderoli. era per un’Italia nient’affatto dall’essere reunitaria bensì alizzata, non confederata. Poi, da animale pocrediamo neanche un poco. Anzi, litico abituato a misurare e mupensiamo sia l’ennesima bufala tare la propria bussola sulla base del Carroccio per spostare ancora dei cambiamenti, si convertì giouna volta in avanti, campandoci coforza all’unificazione divenuta di rendita, il fatidico traguardo, fatto compiuto in seguito all’ime nel frattempo espandere il propresa garibaldina (Garibaldi, queprio potere. Semmai, l’Annunsto nostro Che Guevara, cuore geziata avrebbe dovuto chiedere a neroso, pasticcione e sempre oltre Calderoli e i padani ben sistemati l’ostacolo). L’unico a perseguire a Roma se provano anche solo una chiara visione unitarista era un po’ di vergogna nel darsela da Mazzini, il quale rappresentava anti-italiani e poi, come se nulla un’esigua minoranza della già fosse, giurare sulla Costituzione minoritaria fazione che sognava e percepire lauti stipendi pagauna nazione italiana (si legga in ti coi soldi di tutti, meridionali proposito il libro di Arrigo Petaccompresi.

M

co uscito un anno fa, “Il regno del Nord. Il sogno di Cavour infranto da Garibaldi”, Mondadori).

Una nazione mai nata Una nazione che non è mai veramente nata. Ha scritto uno storico non imputabile di simpatie bossiane, il cattolico Franco Cardini: «Di quali “Fratelli d’Italia” andiamo mai blaterando? Questo è forse, dal punto di vista storico, il principale ostacolo da affrontare quando si parla di una “identità italiana”. La costruzione del processo unitario nazionale nel nostro paese non solo è stata recente (datando al massimo dalla fine del Settecento, ma in realtà piuttosto dalla metà dell’Ottocento): essa si è realizzata sulla base dell’adozione di un modello, quello centralizzatore di giacobina e bonapartistica memoria, ch’era per molti versi congruo con la tradizione storica del paese nel quale era nato, la Francia, ma che non era per nulla coerente con la storia della penisola. Ch’è storia policentrica, regionale, municipale, comprensoriale, cittadina, addirittura familiare (…). Storia di varie “patrie” senza dubbio incoerenti e magari reciprocamente incompatibili, ma tuttavia profondamente e lungamente vissute, praticate, sentite: e soprattutto amate» (www. francocardini.net).

possa fare alla nostra, nonostanRetorica rivoltante te tutto, Italia. Che poi le fanfare Oggi più di allora, dopo centoe i tromboni siano invocati da cinquant’anni di forzate centraun Presidente della Repubblica, lizzazioni (il modello prefettizio Napolitano, che da scelto dalla Destra comunista ossequiaStorica e confermava quell’egemonia di to, seppur con ritocsinistra che tacciava chi, dalla speculare Sinistra), contro- La nostra storia di “fascista” chiunque facesse appello producenti nazio- è policentrica, ai valori patriottici, nalizzazioni delle regionale, è veramente rivolmasse (la roboante tante. La sinistra cartapesta fascista, municipale, ex internazionalista finita in tragedia), addirittura ma sì-global, vendupermanenti lacera- familiare ta al pensiero unizioni ideologiche fra co liberal-liberista, opposti universache si aggrappa al lismi (Dc e Pci, che mito dell’unità nadel tricolore non sapevano che zionale pur di dire farsene), la retorica patriottarda qualcosa. dell’Unità è il peggio Che pena. servizio che si

flickr.com/liquene

orpresa: usare i sociale network in ufficio conviene. Anche all’azienda. Anzi, sono ancora troppo poche a sfruttarne le potenzialità. La Fondazione Cuoa ha realizzato un sondaggio per raccogliere dal mercato informazioni su come le aziende si stanno muovendo verso il modello Web 2.0.

L’indagine, lanciata ai primi di marzo e articolata in 18 domande da compilare online, si è rivolta ad un campione di 215 manager con diversi ruoli, tutti principalmente di responsabilità in azienda.

Dall’indagine emerge che, se il Web “1.0”, per così dire, è ormai

flickr.com/ziodave

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Un’indagine del Cuoa con risultati a sorpresa I social network sono poco usati dalle imprese. Ma per chi ci prova i vantaggi ci sono

| In basso una statua che ricorda l’incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II

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Parcheggio “vip” in Campo Marzo?

Il no di Italia Nostra

E

gr. sig Sindaco,

il progetto di Variante per la Riqualificazione di Campo Marzo Settore Est -Primo Stralcio del Dicembre 2008, presenta nella Relazione tecnica a firma dell’ing.

G. Fichera, al punto 1 della Premessa e sintesi degli interventi la “ Realizzazione di prato portante per un tratto compreso fra Vle. Dalmazia e sentiero Roggia Seriola in prossimità del Bar Moresco”.

Nella Relazione ambiguamente non è stata specificata per iscritto la finalità di tale prato portante, mentre sappiamo come i residenti siano stati avvertiti con lettera e dopo un incontro con l’Assessore alla Mobilità A.. Dalla Pozza con comunicazione verbale, che l’area

sarà destinata a parcheggio per n.

20 posti macchina per i dipendenti e Consiglieri Comunali.

Ci sembra utile ricordare che Italia Nostra si occupa della tutela del Campo Marzo dal lontano 1969, e che guarda con desolazione a tutti i progetti di “ valorizzazione” sinora attuati, dal progetto Mamoli al ritorno delle Giostre di grandi dimensioni , quando la Giunta Hullweck si era impegnata con la Soprintendenza di dare il permesso solo a quelle piccole, pur di far riaprire a Settembre il parco dei divertimenti tradizionale, spostato per i lavori di riqualificazione, nell’area ex Montecatini, e al recentissimo recinto per cani. Campo Marzo è parco cittadino con vincolo storico e paesaggistico e come tale va

conservato, tutelato gelosamente dalla pubblica amministrazione. Il manto erboso gravemente alterato al ripetersi del passaggio dei mezzi pesanti per il posizionamento delle giostre, comporta un costante pericolo di degrado.

Ora la tav.5 al n. 6 del progetto di Variante per la riqualificazione prevede questa area a verde e non ci risulta che questo intervento in parco vincolato sia stato oggetto di una Variante specifica con delibera da parte del Consiglio Comunale e con la necessaria preventiva autorizzazione della Soprintendenza.

Inoltre che questo parcheggio sia previsto ad uso comunale, ci sembra una ulteriore aggravante, dato che il comune sentire vorrebbe che Consiglieri e impiegati si recasse-

ro ad espletare le loro funzioni di servizio pubblico, con mezzi propri come tutti i normali cittadini, magari in bicicletta, per dare il buon esempio, o che parcheggiassero nei Park di scambio e venissero in centro con il bus navetta. Del resto se questo deve essere un parcheggio per i Consiglieri, ci sembra davvero lontano dalla Sala Bernarda, scomodo d’inverno col buio, e pensiamo che si possano trovare altre soluzioni favorevoli, a S. Corona per esempio.

Italia Nostra ritiene che non si possa far passare in assoluto l’idea di un parcheggio “ provvisorio” di superficie in Campo Marzo; tale decisione va contro la difesa ambientale e paesaggistica stabilita per legge, costituisce di per sé un

abuso e una violazione delle prescrizioni vincolistiche.

Si fa presente infine che è stata stralciata dal progetto di Riqualificazione in itinere, la costruzione di un wc autopulente nell’area, socialmente e igienicamente importante in un luogo molto frequentato, dove spesso i possibili fruitori, specie di notte non si comportano con la dovuta educazione. L’uso in alternativa delle toilettes del Parking Verdi è impraticabile perché lontane e di fatto e giustamente, riservate solo a chi vi parcheggia, e il renderle pubbliche comporterebbe una gestione di controllo ora non prevista ma necessaria.

di Luca Matteazzi

L

e grandi manovre sono cominciate. Obiettivo: il congresso cittadino in calendario a giugno e, più in prospettiva, la capacità di influire sulla scena politica comunale nei prossimi anni. Nei giorni scorsi è tornato a riunirsi il direttivo cittadino del Partito Democratico: in discussione, tra le altre cose, c’era anche un ordine del giorno con il quale l’ex consigliere della circoscrizione 3 Stefano Romani, vista la débacle delle ultime regionali, chiedeva le dimissioni del segretario regionale Rosanna Filippin. L’ordine del giorno è stato bocciato, ma conserva comun-

flickr.com/mstefano80

Export ed occupazione, un 2009 pieno di spine Continua l’analisi del rapporto Unioncamere sull’economia della regione Calano Pil, esportazioni e posti di lavoro. Ma ci sono settori in crescita E la Cina è un’opportunità ancora poco sfruttata

di Giancarlo Marcotti

P

roseguiamo ad analizzare l’economia del Veneto nel 2009 e le prospettive dell’anno in corso, ricordando che ci avvaliamo dei dati forniti dal Centro Studi e Ricerche Economiche e Sociali di Unioncamere Veneto.

Variati nel mirino

solo il primo passo di una battaglia di portata ben più ampia. Un po’ come sta avvenendo a livello nazionale, infatti, l’analisi post elettorale fornisce alle varie anime del Pd lo spunto per rialzare | A destra il sindaco Achille Variati. la testa e provare a rimettere in Sopra il segretario regionale discussione l’assetto del partito. del Pd Rosanna Filippin A muoversi sono soprattutto gli fano Romani), che all’epoca delle scontenti; cioè, in una situazione comunali 2008 aveva proposto, come quella vicentina dove tutte uscendone sconfitto, una linea alle posizioni di spicco, a cominciaternativa a quella di Variati, e che re dalla poltrona di primo cittada allora è rimasto in secondo piadino, sono occupate da esponenti no. La tattica potrebbe essere quedella vecchia Margherita, gli ex sta: chiamare a raccolta gli ex Ds Ds. Così in molti tengono d’occhio contro lo strapotere degli ex Marle mosse di un Claudio Rizzato, gherita, e provare a riprendersi il rimasto fuori alle ultime regiopartito. O almeno a riconquistare nali a favore di due margheritini qualche posizione di peso. E non come Berlato Sella e Fracasso, o è solo una questione di nomi e di di un Ubaldo Alifuoco (considecorrenti: in ballo c’è la possibilità rato molto vicino proprio a Ste-

| La meccanica (a sinistra) è stato uno dei settori più colpiti dal calo dell’export. Qui sopra, folla per il Carnevale di Venezia: il turismo è uno dei settori che ha assorbito meglio il contraccolpo della crisi

Giovanna Dalla Pozza Peruffo Presidente Italia Nostra Vicenza

Il Pd alle grandi manovre, que un significato politico che merita una riflessione.

A prima vista non la richiesta era del tutto legittima: la Filippin ha dalla sua molte scusanti - è stata eletta tardi, e in pochissimo tempo ha dovuto fare i conti con una situazione disperata, tra l’altro senza ricevere nessun aiuto da dei vertici nazionali, apparsi ondivaghi e indecisi come non mai - ma la sconfitta di fine marzo è stata pesantissima. Che si discuta delle scelte fatte in campagna elettorale, dei candidati, e delle strategie del partito ci sta.

Questa volta, però, c’era dell’altro.

Stando a quanto si racconta tra i democratici vicentini, l’atto d’accusa contro la Filippin, che nella geografia interna del Pd è della stessa corrente di Variati, sarebbe

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La lettera

Lettera aperta sull’ipotesi di un parcheggio per consiglieri comunali vicino al caffé Moresco “Quell’area è vincolata, sarebbe un abuso Piuttosto, i consiglieri usino bus, biciclette e park di interscambio”

di dettare al Pd una linea meno appiattita sulle posizioni del sindaco. In altre parole, di incidere sul governo della città.

In questo momento, dunque, si discute della Filippin, ma tra qualche mese la posta in palio potrebbe essere ben diversa. Due anni fa Variati riuscì a portare tutto il partito dalla sua parte. Adesso è partito col piede giusto. Ma i bene informati dicono che la guerra è appena cominciata.

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interventi

sull’occupazione: abbiamo assistito ad un calo di 47.000 unità di lavoro e gli occupati sono scesi a 2 milioni 112 mila.

Un dato che raramente viene comunicato è quello della aziende in difficoltà, più che triplicato nel corso del 2009 (1.189 rispetto alle 335 del 2008): tutto ciò in presenza di quasi 82 milioni di ore autorizzate di cassa integrazione.

Come se ciò non bastasse dobbiamo rimarcare anche una diminuzione della produttività del lavoro, scesa in due anni di 1,5 punti percentuali (da 52,3 a 50,8 mila euro per unità di lavoro).

Tasti dolenti Avevamo terminato l’articolo apparso sul numero precedente con il dato sul Pil della Il crollo delle nostra regione, dimiesportazioni nuito lo scorso anno Ma torniamo alle del 4,8%, un calo esportazioni, parte inferiore a quello re- Nel corso importante dell’ecogistrato a livello nadel 2009 nomia veneta. Rizionale (-5,1%), ma cordiamo infatti che comunque molto ri- le aziende la nostra regione levante, soprattutto in difficoltà contribuisce per il se si tiene conto che sono più 13,2 percento alle già il 2008 aveva viche triplicate esportazioni naziosto una contrazione nali, risultando, in dello 0,8%. questa particolare Sull’economia veclassifica, seconda solo alla Lomneta ha pesato enormemente il bardia. crollo delle esportazioni (-23,5%), Disaggregando il dato complesal quale ovviamente si è associasivo si può notare come ad aver to un analogo decremento delle avuto la maggiore contrazione importazioni (-24,8%). Pesanti, nelle vendite all’estero sia stata di conseguenza, le ripercussioni

la metallurgia (-43,1%) seguita dai mezzi di trasporto e componentistica (-39,1%). E’ interessante inoltre constatare che non si sono salvati neppure settori in cui vantiamo una gloriosa tradizione come i gioielli (-25,4%), il legno (-24,3%), i mobili (-23,6%) e la concia (-22,3%). Per trovare note meno amare, ma pur sempre in calo, dobbiamo riferirci al comparto alimentare (-7,7%) e delle bevande (-5,8%).

La geografia dell’export E’ interessante anche vedere dal punto di vista “geografico” come sono variate le nostre esportazioni. Detto dei forti cali verso Russia (-37,8%), Spagna (-29,8%), Regno Unito (-28,7%) e Usa (-28,5%) arriviamo al primo segno positivo in questa interminabile successione di cali: ci riferiamo alla crescita dell’8,2% delle vendite verso la Cina. Occorre però rilevare che il colosso asiatico rappresenta il secondo partner economico (dopo la Germania) se guardiamo all’import (con 2.910 milioni di euro), ma risulta soltanto al dodicesimo posto (con 932 milioni di euro) nell’export; ci sono quindi ancora ampi margini di miglioramento in questa direzione.

In definitiva, quindi, il saldo commerciale del Veneto nel 2009,

Tabella. Il censimento delle aziende in Veneto negli ultimi due anni FORMA GIURIDICA

2008

2009

VAR. %

Società di capitale

78.097

79.816

2,20%

Società di persone

98.364

96.999

-1,40%

Ditte individuali

279.502

274.756

-1,70%

Altre forme (Coop. ecc.)

6.604

6.781

2,70%

risultato dalla differenza tra l’export e l’import, è stato positivo per 8,55 miliardi di euro, circa 2 miliardi meno dell’anno precedente.

tore turistico.E’ continuato un fenomeno già in atto da alcuni anni: crescono le imprese di capitali (+2,2%) a scapito delle società di persone (-1,4%) e ditte individuali Radiografia delle (-1,7%). La tabella n°1 imprese raggruppa e confronTerminiamo danta i dati riguardanti do un’occhiata alla La Cina è solo la forma giuridica struttura produttiva al dodicesimo delle aziende venete della nostra regione. negli ultimi due anni. posto per Nel 2009 le imprese Ed infine un’ultima registrate in Veneto l’export amara constataziosono risultate pari a Ci sono ne, per la prima volta 506.000, circa 3.300 margini dal 2000 il saldo tra meno rispetto al nuove iscrizioni di per migliorare 2008. La flessione imprese e cessaziomaggiore riguarda ni, è stato negativo il comparto agri(-1.021 unità) un ricoltura, caccia e silvicoltura, a sultato interamente dovuto al calo seguire le attività manifatturiere di nuove iscrizioni. e quelle legate all’edilizia.Ha tenuto il terziario, in particolare con (Continua) aumenti nel settore della sanità e servizi sociali, bene anche il set-

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Musei sotto le stelle Dalla pinacoteca di Palazzo Chiericati alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sabato 15 anche Vicenza partecipa alla Notte dei Musei Ecco tutti gli appuntamenti in programma in città

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Giovane, regista e precario A colloquio con Ceron, trentenne autore cinematografico di Nanto Il suo corto sulla violenza alle donne verrà mostrato al prossimo festival di Venezia | Il cortometraggio di Corrado Ceron affronta il tema della violenza sulle donne

di Alessio Mannino

A

vvertenza: sarò fazioso. L’intervistato e oggetto di questo articolo, infatti, è un mio caro amico e compagno di liceo (il classico Pigafetta). Ne verrà fuori un ritrattino benevolo, anche se il nostro non ha colpe da farsi perdonare. Non ancora, almeno: lo dirà, se lo dirà, la storia del cinema.

Corrado Ceron, 1980, famiglia benestante e cattolica, figlio dell’ex sindaco di Nanto (alpino, dedito al volontariato, faccia simpatica), ha sempre e solo voluto fare il regista, da “grande”.

Allori romani Strimpellava la batteria, ascoltava rock, si è laureato in filosofia alla Cattolica di Milano (professore: Giovanni Reale), ma il suo sogno è sempre stato quello: mettersi dietro la cinepresa. Ci sta riuscendo. Il suo cortometraggio, “Il primo schiaffo”, è arrivato primo su seicento al concorso internazionale “Action for women 2010” aggiudicandosi la partecipazione (fuori gara) alla prossima Mostra cinematografica di Venezia. Per agguantare la prestigiosa vetrina del festival Corrado è partito da qui, da Vicenza: nell’aprile dello scorso anno il corto è stato proiettato in occasione della prima edizione del festival “Cinema d’Arte Provincia di Vicenza”, organizzato

ve più alle, utilissime, pubbliche dalla Provincia di Vicenza e Therelazioni, a raccogliere contatti». ama Teatro in collaborazione con Anche nel cinema contano cono“Asolo Art film festival”. Visto che scenze e raccomandazioni, inCeron ha trattato il tema della viosomma. Sicuramente più di aver lenza domestica sulle donne (la studiato filosofia all’università: storia di un’adulta e di una bam«Ho fatto... il giro largo, diciamo. bina, entrambe vittime), l’opera è Poi ho preso il diploma di regia a stata iscritta all’Action for women Cinecittà, a Roma, e mi sono fatdedicato appunto a questo dramto un anno di accademia teatrale matico argomento. Non una roba per imparare a dirigere gli attori». da poco: indetto dall’Istituto Luce Attore lo è stato anche lui: «Per di Cinecittà e promosso dalla Caanni ho fatto teatro a Vicenza, ma mera dei Deputati, dal Consiglio sul palco». Con la cinepresa si è d’Europa e da YouTube, il cui pocimentato in vari corti autopropolo ha premiato il film di Ceron dotti, cose che a un profano poscliccandoci sopra. La giuria era sono apparire filmini composta da fior di di pochi minuti dal registi come Giusepsignificato misteriope Tornatore e Fransamente esoterico, cesca Comencini (ma ma che in realtà naanche da ex dirigenti scondono un gran Rai dal discutibile lavoro di pensiero passato come l’ono- La follia e tecnica. Certo che revole Deborah Ber- la metto sul set però, per arrivare a gamini, intercettata Per il resto trent’anni dopo quea suo tempo mentre sta già buona gavetta, inciuciava al telefono voglio una vita serve ciò che serve a coi suoi omologhi di abitudinaria tutti per campare e Mediaset per accorrealizzarsi: i soldi. darsi su palinsesti e «Per poter fare il restrategie gradite a gista non dico che bisogna essere Lui). E’ così che Corrado, il riserricchi, ma star bene economicavato Corrado, è finito alla Camera mente sì. Devi avere il tempo madei Deputati per ricevere l’alloro teriale per ideare e scrivere, per dal ministro della gioventù, Giorcoltivare i rapporti, per discutere gia Meloni. e preparare. E sicuramente fin qui la mia famiglia mi ha aiutato molSoldi e politica to». Per “sfondare”, invece, che «E’ un biglietto da visita che può cosa bisogna fare? «Se sei in Italia favorire, la targa di per sé non è e non hai agganci politici e cineimportante», si schermisce, ma matografici, è impossibile. Anche con realismo, il giovane regista. perché a finanziare sono sempre Essere a Venezia, per dire, «ser-

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quelli». “Quelli”, per esempio, è la Medusa del gruppo Berlusconi, con cui anche i Tornatore e i Placido, notoriamente di sinistra, producono i loro film. Ceron si dice «libero dalla politica, nel senso che se oggi la Lega, faccio per dire, mi dà i soldi, io lavoro con la Lega, ma non certo per propagandare i suoi ideali». Pragmatismo per sopravvivere: questa la ricetta ceroniana.

Poi dipende anche da che genere di film si propone. Corrado definisce i suoi «un compromesso fra quelli autoriali, cioè dei registi che fanno film per sé, e quelli commerciali: cioè film personali ma che possono vedere tutti».

Per finanziarli, bisogna bussare alla porta di enti e imprenditori illuminati: «qualcuno ce n’è anche in Veneto», afferma lui. Per realizzarne in Italia uno di profilo low-budget il costo, ci spiega, si aggira «sugli 800 mila-1 milione di euro. Io mi accontento anche di 100 mila euro». Sicuro di trovarli, fra i capitani d’industria veneti, di solito sparagnini e avari con la cultura che non frutti palanche?

«Per il finanziatore c’è il ritorno d’immagine. Per incentivarli bisognerebbe che gli enti pubblici promuovessero un circuito, una Cinecittà veneta che unifichi tutte le forze cinematografiche del territorio. Questo attrarrebbe turismo». E la strizzata d’occhio va al neo-assessore al turismo, il leghista Marino Finozzi, amico di suo padre. Staremo a vedere se lo ascolta.

Non-personaggio D’altronde, Corrado finora s’è guadagnato la pagnotta firmando documentari turistici per enti locali, o video promozionali per istituzioni e aziende. Il brodo culturale vicentino, per lui, «è meglio di una volta. Nel teatro, ad esempio, con la Compagnia di Piergiorgio Piccoli e il teatro d’avanguardia, all’Odeon e al San Marco resistono i cineclub, dove fanno vedere i film che piacciono a me». A noi, però, sembra manchi estro, vivacità e, se permette il gioco di parole, colpi di teatro che risveglino la città e facciano da richiamo per la gente.

Forse mancano i personaggi. Ecco, sarà che lo conosciamo da un pezzo, ma anche intervistandolo ora, davanti ad un caffè, Corrado sembra tutto fuorchè un personaggio.

Non serve anche quello, ad un regista? Penso a Fellini, Rossellini, per non dire del misantropo Kubrick o il borderline delle manette Polansky. «Gli attori sono i più schizzati.

Ai registi serve invece lucidità, per pianificare e dirigere. La follia la metti sul set, per il resto voglio una vita più abitudinaria possibile, per riversare tutta l’altra parte, quella folle, nell’arte. E poi… sono pigro, anche se non ho una vita standard: faccio su e giù da Roma», dice ridacchiando. In fin dei conti Corrado, che è senza un’occupazione stabile, in balìa dei finanziatori, sballottato fra un video-marchetta e un soggetto impegnato, anche lui è un precario: «Già, sono il massimo della precarietà. Anche psicologica».

anzoni risorgimentali, fantocci voodoo e cacce al tesoro tra le icone russe. Sabato 15 maggio, fino alle 24, torna la Notte dei musei, un’occasione dal fascino particolare per assaporare le bellezze artistiche conservate nei musei cittadini: i musei civici (Pinacoteca di Palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza, Museo Naturalistico Archeologico), il Museo diocesano e le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari.

Lanciata in Francia nel 1999, l’iniziativa del Ministero della cultura e comunicazione francese proponeva l’apertura gratuita dei musei in orario serale in una domenica di maggio; dal 2001 il rendez-vous primaverile è stato accolto da 40 paesi firmatari della convenzione culturale del Consiglio d’Europa, che partecipano con i loro circa 2.900 musei all’edizione di quest’anno. Ecco cosa c’è nel cartellone vicentino.

limitati per i lavori in corso in sede), a cura di Italia Nostra per gruppi di 20 persone al massimo.

Alle ore 22 nell’atrio di Palazzo Chiericati ci sarà un intrattenimento musicale con Alice Testa 4et, fino ad esaurimento dei posti disponibili.Informazioni: 0444 222811.

Pinacoteca di Palazzo Chiericati La Pinacoteca rimarrà aperta gratuitamente dalle 21 alle 24 e proporrà visite guidate (su percorsi

Museo del Risorgimento e della Resistenza (viale X Giugno 115) Al Museo di Villa Guiccioli, aperto dalle 21 alle 24 con entrata gratuita, andrà in scena un’anteprima delle celebrazioni in programma l’anno prossimo per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: un Filò della memoria: dai moti del 1848 all’Unità d’Italia, con racconti e memorie legati al Risorgimento nazionale accompagnati dal suono evocativo della fisarmonica.

Lo spettacolo, un happening di

Museo Naturalistico Archeologico “I reperti del Museo Naturalistico Archeologico raccontano: cibo e alimentazione tra natura e archeologia” è l’iniziativa proposta al Museo Archeologico che attraverso visite speciali consentirà di conoscere le due sezioni del museo.

L’ingresso è gratuito. Sono previste visite interattive con percorsi laboratoriali: il pubblico sarà riunito in piccoli gruppi a partire dalle ore 21 fino alle 24 con turni di circa mezz’ora (sono previsti tre turni alle 21, alle 22 e alle 23). Informazioni: 0444 222815.

letture e musica, sarà interpretato dall’Associazione Culturale Mondonovo. Tra i brani da ascoltare, alcune delle pagine più rappresentative della storia risorgimentale: Sant’Ambrogio di Giuseppe Giusti, Verso l’ergastolo di Luigi Settembrini, I Mille a Palermo di Giuseppe Cesare Abba, La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini. Non mancheranno riferimenti poetici al periodo storico, all’immigrazione e alle nostre campagne, alla vita contadina come I va in Merica di Berto Barbarani o le filastrocche della tradizione popolare veneta ottocentesca. Ai visitatori sarà offerto, nei giardini del museo, un “aperitivo risorgimentale” con marsala & savoiardi.

Informazioni: 0444 222820.

Museo Diocesano Per il quarto anno consecutivo il Museo diocesano partecipa alla Notte dei Musei, con un allestimento ancora più suggestivo grazie all’illuminazione del chiostro del vescovado a lume di candela e alla possibilità di ammirare due nuovi pezzi importanti che hanno arricchito le collezioni del Museo: il lampadario bizantino di bronzo e la Croce di Novoledo. La visita alla collezione storica della Diocesi di Vicenza è libera. Bisognerà invece pagare il biglietto ridotto (3 euro) per scoprire le raccolte etnografiche solitamente aperte su prenotazione. Le visite si svolgeranno a partire dalle 21, ogni 45 minuti: un accompagnatore condurrà il

| Al museo di villa Guiccioli si rievocheranno i canti popolari del Risorgimento.

In basso, la loggia di Palazzo Leoni Montanari

pubblico attraverso l’importante raccolta di maschere, trofei, statue, tessuti e fantocci wodoo che conducono in un viaggio suggestivo nelle culture del mondo accompagnati dalle musiche rituali africane, asiatiche e precolombiane.

Informazioni: 0444 226400.

Gallerie di Palazzo Leoni Montanari Le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari propongono una Caccia ai Tesori notturna dedicata ai bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, un’ escursione nelle Gallerie alla ricerca di capolavori delle collezioni, con una piccola sorpresa finale. Ogni partecipante potrà svolgere in autonomia il proprio percorso tra gli affreschi, le sculture e i quadri esposti. Ad ognuno verranno consegnate le istruzioni per svolgere, nei tempi e modi preferiti, l’attività che prevede una durata minima di circa mezz’ora.

L’entrata è gratuita per i bambini e i ragazzi fino ai 14 anni e per un adulto accompagnatore. Per adulti

“non accompagnati dai bambini”, e per chi volesse approfondire la conoscenza del palazzo, dalle 21 alle 24 verranno anche proposte visite guidate alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari e alle collezioni permanenti di Intesa Sanpaolo. Le visite guidate gratuite partiranno al formarsi dei gruppi. E’ previsto il solo costo di ingresso ridotto alle Gallerie di 3 euro. Informazioni al numero verde 800.578875 e a informazioni@ palazzomontanari.com, www.palazzomontanari.com.

Museo Storico Naturalistico del Seminario vescovile Per la Notte dei Musei quest’anno aprirà le sue porte anche il Museo storico naturalistico del Seminario vescovile di Vicenza. Il Museo si propone completamente rinnovato, grazie anche al sostegno di Cariverona che ha contribuito con un importante intervento di restauro e nelle strutture espositive.

Sabato 15 maggio il Museo riallestito rimarrà aperto al pubblico dalle 21 alle 24.

Quattro tappe alla scoperta del vino Al via un percorso di avvicinamento al vino e alla grappa tra le aziende vicentine del marchio Qualithos A Brendola si parla di viticoltura e vinificazione

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arte sabato 15 maggio all’Azienda Agricola Le Pignole di Brendola (VI) il percorso di avvicinamento al vino e alla grappa “Quattro per Qualithos”, organizzato dalle quattro aziende dei Colli Berici (Vicenza) associate sotto il marchio Qualithos (Le Pignole, Dal Maso, Piovene Porto Godi, Brunello). Il primo appuntamento sarà dedicato alla presentazione degli aspetti legati alla coltivazione, alla vinificazione e all’affi-

namento del vino. “Porteremo gli appassionati alla scoperta dei segreti e delle ricchezze racchiusi in queste fasi di lavorazione - spiega Paolo Padrin, titolare dell’azienda - partendo dalla centralità del lavoro in vigna, l’unico che consenta di pervenire a risultati di vera eccellenza”. Seguirà la degustazione guidata di tre vini da parte dell’enologo Domenico Frigo.

Gli iscritti potranno scegliere se frequentare l’incontro del mattino

(dalle ore 10 alle 12) o del pomeriggio (dalle ore 15 alle 17). (Per informazioni contattare l’azienda al numero 0444 405440 o via mail info@lepignole.com).

“Quattro per Qualithos” proseguirà nelle settimane successive con le altre tappe. Sabato 29 maggio Tomaso Piovene dell’Azienda Agricola Piovene Porto Godi di Toara di Villaga racconterà le caratteristiche del territorio dei Colli Berici e delle varietà che vi

vengono coltivate. Sabato 5 giugno Paolo e Giovanni della Distilleria Fratelli Brunello di Montegalda faranno una deviazione sull’arte della distillazione. Infine sabato 19 giugno Nicola e Anna dell’Azienda Agricola Dal Maso a Selva di Montebello, approfondiranno gli aspetti legati alla degustazione del vino.

Ogni appuntamento prevede la degustazione guidata di almeno tre vini (o tre grappe per la distil-

leria) e si potrà sempre scegliere tra l’incontro del mattino o del pomeriggio. Il costo di iscrizione è di 10 euro per ogni lezione e dà diritto ad un buono omaggio di pari importo da spendere all’interno dell’azienda agricola. Iscrizioni presso le quattro aziende Qualithos, fino ad esaurimento posti.

Ulteriori informazioni su www. qualithos.it

cultura

191 del15 maggio 2010 pag16

movida

Ipazia, la martire (pagana) dimenticata

Popcorn

A metà giugno Vicenza ospiterà la prima edizione di It’s my film Festival Rassegna in cui si mescoleranno pellicole di famiglia e creatività cinematografica Una serie di cortometraggi uniti dal filo conduttore dell’identità europea

al 17 al 19 giugno Vicenza sarà la sede della prima edizione di “It’s my film Festival 2010”.

Un evento unico nel panorama italiano ed europeo di contaminazione tra pellicole di famiglia (8mm, Super8, 9.5 Pathé Baby, 16mm) e creatività cinematografica. Per tre giorni registi, critici del mondo cinematografico, rappresentanti di associazioni culturali e istituzionali, professionisti dell’audiovisivo si riuniranno per un festival ricco di contenuti e che avrà come filo conduttore il tema dell’identità europea. Ci saranno innanzitutto i 12 “corti” in concorso per l’ EHMN.2010, girati da altrettanti giovani cineasti europei che hanno previsto e utilizzato, per la produzione dei loro film, materiale proveniente da archivi privati di tutta Euro-

pa: 12 racconti che attraversano momenti cruciali della storia europea ancora vivi nella coscienza collettiva, come la Guerra Fredda e le trasformazioni familiari, sociali e culturali del Novecento.

Le scuole Una sezione particolare sarà dedicata ai cortometraggi prodotti dagli studenti delle scuole superiori, invitati ad esprimersi sul senso dell’identità europea nel loro vissuto quotidiano. Per questa prima edizione del festival il progetto coinvolge 40 studenti di tre istituti superiori vicentini (Liceo Classico “A.Pigafetta”, Liceo Scientifico “P.Lioy” e Liceo Scientifico “A.Quadri), che hanno seguito un breve, ma intenso corso di linguaggio cinematografico, sceneggiatura e montaggio, assistiti da

docenti ed esperti che si concluderà con la proiezione dei “corti” prodotti durante le giornate del Festival. Nel corso del prossimo anno scolastico, il progetto verrà esteso anche agli studenti dei paesi partner del programma EHMN (Slovenia, Ungheria e Grecia) con l’obiettivo di costruire una rete di scuole europee che, attraverso la tecnologia e il linguaggio degli home movies, produca e raccolga i contributi giovanili sul tema dell’identità europea..

Sezioni collaterali Tre, infine, le sezioni collaterali del Festival. La retrospettiva “Storie private e identità collettiva”, a cura di Paolo Simoni e Gianmarco Torri presenterà, in prima nazionale, filmati europei della seconda metà del ‘900. “Incontri d’autore”,

Barolini, cent’anni di poesia (e quaranta di scuola) La città ricorda il centenario della nascita dello scrittore Alle medie di San Pio X una serata evento e una mostra

| Paolo Morandini, autore del libro “Antonio Barolini, 1910 - 1971”, con l’attrice Paola Rossi

I

l 29 maggio 2010 nasceva a Vicenza Antonio Barolini. Poeta, giornalista e scrittore più conosciuto fuori dalle nostre mura che in patria, come dimostra la tavola rotonda che l’Accademia Italiana di New York gli ha dedicato lo scorso 30 aprile. Il centenario dalla sua nascita verrà celebrato dalla sua città natale non solo con il convegno dell’Accademia Olimpica e dalla Biblioteca Bertoliana a fine mese ma, ancor prima, grazie alla seconda serata (l’altra si è svolta il 29 gennaio scorso) in programma nell’aula magna della scuola media che da Barolini prende il nome in via Palemone 20, a San Pio X, venerdì 21 maggio, con inizio alle ore 20.30. Ad organizzarla, il Comprensivo 4, il Centro territoriale

permanente “Vicenza Est” ed il gruppo pensionati “La Rondine”.

Dopo l’introduzione affidata agli allievi dell’indirizzo musicale, reduci da un concorso nazionale che li ha visti protagonisti a Castiglione delle Stiviere, si entrerà nel vivo dell’evento con la presentazione del libro di Paolo Morandini “Antonio Barolini 1910-1971”: una ricostruzione della vita e del percorso letterario di Barolini compiuta attraverso l’analisi dei suoi scritti, facendo emergere aspetti delle famiglia, dell’amicizia, del lavoro, della fede e dei valori di riferimento dell’autore de “La gaia gioventù” e de “La memoria di Stefano”. L’attrice teatrale de “La Piccionaia-I Carrara” Paola Rossi leggerà quindi alcuni brani letterari e poetici tratti dalle

opere più importanti di Barolini, mentre gli alunni delle classi terze presenteranno disegni e riflessioni preparati con gli insegnanti. Nella seconda parte della serata (ad ingresso libero) verrà inaugurata la mostra sui primi quarant’anni della scuola media “Barolini”, dove troveranno spazio documenti, oggetti, attrezzature e foto d’epoca, con racconti e testimonianze dirette dei protagonisti. Spazio quindi alla presentazione dell’audiolibro “Storie di bici, moto, auto e morose”, che si aggiunge ai due volumi già editi all’interno del Progetto Memoria. Nella settimana successiva è in programma infine l’incontro della figlia di Barolini, Susanna, con gli studenti delle terze.

A.L.

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ViPiù

Tutta l’Europa in un filmino D

movida

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Agorà rende onore alla matematica e astronoma uccisa dalla Chiesa nel 415 e cancellata dai libri di storia Ma non si tratta di un pamphlet anticristiano

| I documenti privati di Cineconfidenziale sono materiale prezioso per ricostruire la memoria storica

curato da donata Gallo, regista documentarista, affiancherà alla proiezione di film autobiografici l’incontro con registi ed autori contemporanei.

Interverranno Giacomo Campiotti con “Tre donne”, Amedeo Fago con “A Laura”, Fiorella Infascelli con “Pa’”, Italo Moscati con “Occhi sgranati”, Stefano Rulli con “Un silenzio particolare”. E “Cineconfidenziale 2010”, che prevede la proiezione di documenti filmici privati e amatoriali, materiali preziosi per la memoria collettiva e fonti documentarie essenziali per lo studio

di Giuliano Corà

M

dell’evoluzione storica e antropologica del territorio, raccolti a Vicenza durante l’edizione del 2009.

La manifestazione si svolgerà nello splendido scenario di piazza Matteotti, mentre il cinema Odeon offrirà uno spazio al coperto.

Entrambe le sedi dell’evento saranno ad accesso libero e gratuito.

Basilica per piano solo, arriva Philip Glass D

opo il jazz degli Incognito, le melodie di Philip Glass, uno dei compositori più innovativi e importanti della musica contemporanea. Continuano, in piazza dei Signori, i concerti gratuiti organizzati dal Comune all’interno dell’iniziativa “Vicenza di not(t) e”. “Vicenza e il suo centro costituiscono un palcoscenico unico e irripetibile dove si terranno i tre concerti di qualità - aveva commentato il sindaco Achille Variati al momento della presentazione - che offriamo gratuitamente non solo ai nostri cittadini, ma anche ai turisti. Infatti in questo modo l’iniziativa assume tutt’altra dimensione aprendosi oltre le mura cittadine e diventando così un luogo di eccellenza artistica da vivere in questa primavera 2010”.

Domenica 23 giugno, dunque, sul palco salirà Philp Glass, maestro indiscusso del minimalismo che ha prestato la sua arte alle più eclettiche contaminazioni: dalla musica alla danza, fino al teatro e soprattutto al cinema.

Così, sull’edizione di maggio di Citylights, il direttore artistico del Novara Jazz Festival Corrado Beldì descrive il musicista: “Il signor Glass ha scritto le opere più importanti degli ultimi trent’anni. Una trilogia dedicata ad uno scienziato rivoluzionario (Einstein on the beach), ad un politico rivoluzionario (Satyagraha, sugli anni di Gandhi in Sud Africa) e ad un religioso rivoluzionario (Akhnaten, il faraone che per primo impose il monoteismo)”.

Studente di matematica, idraulico e tassista per anni per sbarcare il lunario mentre scriveva musica, Philip Glass “è il più grande compositore americano vivente, dunque il più grande compositore vivente, e ha una serie infinita di fan che si dicono suoi discepoli, tra i quali David Bowie, Brian Eno, Paul Simon, Suzanne Vega ed Aphex Twin”.

Domenica 30 maggio, infine, altro concerto gratuito con un nome noto al grande pubblico, l’artista israeliana Noa che chiuderà la quattro giorni della sesta edizione del Festival Biblico 2010 quest’anno dal tema “L’ospitalità delle scritture”. Noa con la sua musica internazionale e multietnica, che intreccia jazz, pop, rock e sapori mediorientali, diffonde un messaggio di pace e di dialogo fra i popoli.v

orta nell’anno 415 dell’Era Cristiana - ma molto probabilmente lei avrebbe preferito che quell’anno venisse denominato come il 1168esimo dalla fondazione di Roma - Ipazia visse ad Alessandria d’Egitto. Era figlia di Teone, filosofo, matematico e custode del Serapeo, il tempio dedicato a Giove Serapide che era anche sede della famosa e preziosissima biblioteca, che custodiva i tesori del sapere greco. Fu anche lei matematica e astronoma di immenso valore, prodigiosamente in anticipo sui tempi. Nonostante, come vedremo, delle sue opere nulla sia rimasto, sembra estremamente probabile che essa fosse giunta a intuire l’esistenza di quello che oggi chiamiamo Sistema Copernicano e dell’ellitticità delle orbite celesti.

Ciò nonostante - anzi, proprio per questo - Ipazia entrò presto in contrasto col clero cristiano, che, dopo le persecuzioni dei primi secoli, con Costantino prima e soprattutto con Teodosio poi (Editto di Tessalonica, 380 d.C.) aveva rialzato la testa, divenendo potentissima gerarchia e sistema di potere. A Tessalonica esso era rappresentato da Cirillo (oggi Santo e Dottore della Chiesa), un fanatico sanguinario che prima perseguitò ferocemente i pagani, poi rivolse il proprio odio contro gli Ebrei: a lui si deve l’invenzione del termine e del concetto di ‘Deicidio’, che tanta ‘fortuna’ conoscerà nei secoli avvenire in ambito cristiano. Quelli che - nei primi pogrom della Storia: Cirillo fu un precursore - non venne-

ro cacciati dalla città, vennero massacrati a migliaia, e i loro cadaveri bruciati in pubblici roghi; anche qui, Cirillo fu fiero antesignano dei futuri orrori che avrebbero segnato i rapporti col mondo ebraico. Ipazia non poteva certo sottrarsi a quella furia.

Malvista perché pagana e ‘politeista’, nemica perché assertrice del diritto di pensare liberamente - di contro a una Chiesa che esigeva la sottomissione cieca e ottusa alle Scritture (“Inginocchiati!” impone il Vescovo Sinesio al Prefetto Imperiale; ed era vissuto anche prima, nel II° secolo, l’apologeta Tertulliano, cui viene attribuita l’affermazione: “Credo quia absurdum”, ‘Credo in quanto è assurdo’) - odiata perché donna che pretendeva di agire liberamente in una società che, da semplicemente maschile, il Cristianesimo stava trasformando in ferocemente misogina, anch’essa soccombette alla barbarie montante. Rimasta sola dopo l’assassinio di Teone, tradita dai vecchi allievi, tutti ben presto riparatisi sotto l’ala protettrice della nuova Chiesa, alla fine venne arrestata dai Parabolani, una Militia Christi composta di fanatici ignoranti, veri e propri sicari agli ordini di Cirillo.

Venne lapidata, le vennero cavati gli occhi mentre ancora respirava, poi venne squartata. Le sue opere vennero bandite e bruciate e di esse oggi non rimane nemmeno un rigo. Successivamente, la Chiesa operò nei suoi confronti anche una vera e propria damnatio memoriae, se è vero che, prima del film di Amenabàr e di alcune opere a stampa uscite di recente, rarissimamente la storiogra-

LIBRERIA TRAVERSO

fia e forse mai la letteratura si erano occupati di lei. Agora - l’Agora delle città greche, lo spazio nel cuore della città ove filosofi e cittadini si recavano liberamente a filosofare - le rende finalmente onore, strappandola dalle nebbie dell’indistinto e narrando pubblicamente il suo genio, la sua storia e la sua tragedia. Non è stato facilissimo nemmeno questa volta, squarciare il velo del silenzio, tant’è vero che, uscito due anni fa in Spagna con grandissimo successo, il film ha incontrato forti quanto misteriose e vaghe resistenze per essere distribuito in Italia. Niente di nuovo, comunque. Perfino i fumettoni di Dan Brown hanno conosciuto la persecuzione e l’ostilità delle gerarchie cattoliche: figuriamoci se non sarebbe accaduto lo stesso per questo film, che non di fantastiche sciocchezze narra, ma di quel fanatismo e intolleranza che sono stati la cifra della storia del Cristianesimo, e le cui manifestazioni sono ben vive ancor oggi. Eppure sbaglierebbe - e Amenabàr l’ha pubblicamente ed esplicitamente affermato - chi volesse vedere in Agora un pamphlet anticristiano. Certo: la ‘fondazione del Mito’ cristiano avvenne nel sangue, e se mai è accaduto che il Cristianesimo sia stata una religione d’amore e di pace, certo non lo fu in quei secoli, quando i detentori del potere erano degli assassini seriali impegnati solo a difendere se stessi, mentre le gerarchie ecclesiastiche non avevano altra funzione che di fornir loro il supporto ideologico adatto.

Sarebbe tuttavia bastato solo che al film fosse stata allegato un’appendi-

ce, che si fosse andati avanti non di molto, di soli due secoli: e si sarebbe arrivati al 642 d.C., Anno 20esimo dall’Egira, quando un altro fanatico, il Califfo Omar, in nome di un’altra fede, l’Islam, bruciò nuovamente la Biblioteca di Alessandria. Si dice che la sua motivazione sia stata che “o in quei libri ci sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte: se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte”: se anche fosse leggendaria, come pare, è tuttavia perfettamente verosimile, e illuminante. La questione, infatti, non sta nel cercare di stabilire se esista un cristianesimo ‘buono’ e uno ‘cattivo’ (falso problema che Amenabar smonta subito mostrando la sostanziale identità tra la posizione di Cirillo e quella di Sinesio), né se esista parimenti un islam estremista e uno ‘moderato’. Il problema è semplicemente e radicalmente un altro, e si chiama religione rivelata. Qualsiasi Rivelazione - giudaica, cristiana, islamica - contiene di per sé l’idea di Verità assoluta, non discutibile perché derivante direttamente da Dio. Il ‘fedele’ (muslim: ‘devoto a Dio, fedele a Dio’) di ognuna di queste Rivelazioni ha, non il diritto, ma il dovere di combattere chiunque la pensi diversamente, che in quanto tale è negatore della Verità, cioè negatore di Dio, naturalmente l’unico. Il ‘Male Assoluto’ è dunque il concetto stesso di Rivelazione. Certo, Ipazia è stata una martire del Paganesimo e per questo la onoriamo, e libiamo ai suoi Mani - ma prima di tutto è

“…Non c’è conquista più grande che insegnare la magia della lettura a un bimbo di sei anni…”

J. Mcbride

Corso A. Palladio n 172 - Vicenza

stata una martire del monoteismo e dell’arroganza delle religioni rivelate. E sbaglierebbe anche chi volesse farne una specie di martire laica del Libero Pensiero, una specie di Santa illuminista. Non è il Libero Pensiero, quello che Ipazia rivendica, ma semplicemente la libertà di pensiero, la libertà di poter scegliere la visione del mondo preferita e di praticarla liberamente, senza scomuniche, senza persecuzioni e naturalmente senza chiese. Finché il Dio sarà sopra di noi, invece che dentro di noi, ciò non avverrà mai. Amenabàr racconta questa ‘storia’ con esemplare limpidezza. Tanto la ricostruzione storica è precisa e puntuale - persino il cielo notturno osservato da Ipazia è quello del tempo - quanto la narrazione è sobria e rigorosa, senza nessuna concessione a facili emotività, e l’ovvio romanzare delle vicende, che sempre si accompagna al film ed al romanzo storico, qui viene usato non per caricare a effetto bensì per alleggerire certe situazioni, che troppo irrazionale orrore avrebbero suscitato nel pubblico se mostrate nella loro verità: per esempio, appunto, la morte della filosofa. Un film, come ho scritto non molte altre volte, ‘da mostrare a scuola’, come lezione sulla libertà e sulla tolleranza, ricordando sempre, come bene ha scritto Ferdinando Menconi su “Il Ribelle” n. 19/2010 (www.ilribelle.com), che “la tolleranza può anche essere una potente arma data in mano a chi tollerante non è, e che essa non può essere applicata agli intolleranti”.

AGORA, A. Amenàbar, Spagna/USA, 2009.

amnesty

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Ogni prima settimana del mese presentermo un caso tra quelli seguiti da Amnesty International e una petizione che se vorrete potrete ritagliare e inviare alle autorità competenti. Amnesty International è un movimento internazionale indipendente da qualsiasi governo, parte politica, interesse economico o credo religioso. Dal 1961 lavora per la liberazione e l’assistenza di uomini detenuti ovunque per le proprie opinioni, il colore della pelle, il sesso, l’origine etnica, la lingua o la religione, a condizione che non abbiano usato né promosso l’uso della violenza. Si oppone alla pena di morte, alla tortura e a ogni altro trattamento crudele, disumano e degradante, secondo i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e delle norme del Diritto Internazionale in materia di diritti umani.

ViPiù

Un portale cinese vende cloni tecnologici a prezzi concorrenziali Un’occasione (con qualche rischio) per i privati che cercano l’affare Ma anche un’opportunità per chi vuole provare nuove forme d’impresa

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flickr.com/ryan fanshaw

i interessa un telefonino di ultima generazione a prezzo stracciato? Vi piacerebbe un Iphone ma vi accontentate di un clone?

Magari vi interessa mettervi in affari nel mondo dell’hi-tech persino aprendo un negozio su Ebay? Bene, il vostro Eldorado potrebbe essere il portale www.eemobi.cn.

Ovviamente il sito è cinese, ma come si sa la Cina ormai è la manifattura dell’universo, per cui se la

Occasioni e mezzi pacchi Ad essere pignoli Eemobi (M8cool il suo gemello in cinese) non è proprio una novità per gli italiani, tant’è che il sito di commercio on-line dagli occhi a mandorla ha messo in vendita il clone dell’ultimo modello di Iphone, quando questo tutt’ora non è sul mercato.

La voce si è sparsa sui forum di mezza Europa: l’acquisto made in China non è diventato solo un must per grossisti, ma anche per detta-

glianti “fai da te” e privati a caccia di una buona occasione.

Poco importa che in agguato ci siano costi di spedizione un po’ troppo variabili o diritti doganali che possono trasformare una occasionissima in un mezzo pacco (pacco intero se la macchina non risponde a dovere alle aspettative o non funziona). Il miraggio dell’hi-tech low cost stimola la fantasia degli internauti.

Bazar telematici M8cool ed Eemobi offrono un po’ di tutto nel ramo della telefonia.

Per certi aspetti sembra di entrare in quei bazar cinesi delle nostre periferie: ci trovi la merce di batteria come l’articolo interessante a prezzo modico. La cosa che stupisce è la varietà: telefoni classici, business oriented, a forma di uovo, di gatto, di banana, con la radio, la tv, dual sim, 3G, con o senza lettore multimediale, con la macchinetta fotografica incorporata o senza, col pannellino solare, con l’auricolare. Ultima moda: un cellulare superscarno grande come una carta di credito, sottile poco più al costo di 25 dollari.

Nuovi negozi Il vero business però l’hanno fiutato alcuni grossisti italiani dotati di un loro centro assistenza. Materialmen-

flickr.com/the U S Army

Un rapporto di Amnesty International denuncia: ogni mese vengono ferite o uccise centinaia di persone, molte delle quali per motivi religiosi, etnici o sessuali Ecco cosa si potrebbe fare

Iraq, civili sempre nel mirino pagina a cura di Silvia Calamati

I flickr.com/cote

di Marco Milioni

lingua asiatica non è il vostro forte e avete il pallino del prezzo basso, selezionate l’idioma inglese e via a tutto clic.

flickr.com/dvidshub

flickr.com/William Hook

Tecnologia

Telefonino low cost e business hi-tech, occasioni made in China

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Nel nome della trasparenza te infatti le industrie che costruiscoQuanto al rapporto commerciale no telefonini sono poche e spesso li poi i cinesi sono molto trasparenrealizzano su specifiche di marchi arti. Nella sezione di cinoti come Nokia, Lg, Eemobi dedicata ai Motorola e via discorbuyer le quantità di rendo. Per questo momerce da acquistare tivo proprio i grossisti Spese di per ottenere sconti dotati di una struttura su vasta scala sono tecnica (gli apparecchi spedizione si assomigliano un po’ e diritti doganali identiche per tutti.

La struttura tecnica tutti alla fine) hanno possono che opera per conto cominciato ad impordel venditore cinese tare vagonate di telefo- trasformare è anche in grado di nini, facendo cernita, l’affare personalizzare gli installando poi menu in in un mezzo apparecchi con maritaliano e fornendo gapacco chi o loghi richiesti ranzia ed assistenza. dall’acquirente. Le Il risultato? Prodotti cifre richieste per certificati e di buoiniziare a mettersi in affari sono nissima qualità. Così su Ebay come piccine piccine. su altre piattaforme indipendenti le compravendite hanno cominciato a macinare fatturato ed utili.

flickr.com/bombardier

tecnologia

n un nuovo rapporto diffuso questa settimana, intitolato “Iraq: civili nel mirino”, Amnesty International ha chiesto alle autorità irachene di migliorare urgentemente la protezione nei confronti della popolazione civile, al centro di una nuova ondata di violenza mortale. Secondo il rapporto di Amnesty International ogni mese vengono uccise o ferite centinaia di persone, molte delle quali prese di mira per motivi religiosi, a causa dell’origine etnica o dell’identità sessuale o perché hanno osato denunciare le violazioni dei diritti umani.

La perdurante incertezza sulla formazione del nuovo governo ha dato vita a una nuova spirale di attacchi, con oltre 100 civili uccisi solamente nella prima settimana di aprile. “La popolazione irachena vive ancora in un clima di paura, a sette anni dall’invasione diretta dagli Usa. Le autorità di Baghdad potrebbero fare molto di più per la sua incolumità, ma continuano a non assistere le persone più vulnerabili della società” , ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

I responsabili Pur attribuendo la responsabilità, in alcuni casi, alle forze di sicurezza irachene, alle truppe straniere o ad attori privati come le famiglie, Amnesty International sottolinea che la maggior parte delle uccisioni di civili vengono compiute dai gruppi armati, compreso al-Qaeda in Iraq, che mantiene una rilevante presenza nel paese nonostante la recente morte di tre suoi alti dirigenti.

Le vittime I difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli attivisti politici sono tra coloro che vengono assassinati a causa del loro lavoro. Il 13 aprile Omar Ibrahim al-Jabouri, direttore delle relazioni esterne

dell’emittente televisiva Rasheed, ha perso le gambe nell’esplosione della sua automobile, cui era stata fissata una bomba, mentre si stava recando al lavoro a Baghdad.

Le minoranze etniche e religiose continuano a loro volta a essere prese di mira. A febbraio a Mosul sono stati assassinati almeno otto cristiani. In un caso, il 17 febbraio, i due studenti cristiani Zia Toma (22 anni) e Ramsin Shmael (21 anni), sono stati bloccati da uomini armati a una fermata dell’autobus e costretti a mostrare i documenti. Immediatamente dopo, gli aggressori hanno aperto il fuoco, uccidendo Toma e ferendo Shmael.

Le donne e gli omosessuali Le donne e le ragazze sono particolarmente esposte alla violenza dei familiari e dei gruppi armati.

Il rapporto di Amnesty International denuncia poche condanne per stupro e frequenti casi di “delitti d’onore”, commessi dai parenti nei confronti di donne il cui comportamento è ritenuto contrario ai codici morali, come nel caso del rifiuto di sposare un uomo scelto dalla famiglia. Anche le attiviste per i diritti umani vengono colpite per essersi schierate dalla parte dei diritti delle donne.

Gli appartenenti alla comunità gay, in un paese dove l’omosessualità non è tollerata, vivono sotto la costante minaccia di violenza. Alcuni predicatori musulmani hanno chiesto ai loro fedeli di attaccare persone sospettate di essere omosessuali.

Indagini non esaustive Sovente le autorità non svolgono indagini esaurienti e imparziali sugli attacchi contro la popolazione civile, non arrestano i presunti responsabili e non portano questi ultimi di fronte alla giustizia. In alcuni casi le stesse autorità sono sospettate di coinvolgimento in atti di violenza.

Il risultato di questo clima di sicurezza è che centinaia di migliaia di iracheni, tra cui un’alta percentuale di appartenenti alle minoranze, sono stati costretti a lasciare le loro case. I profughi interni e i rifugiati sono ancora più a rischio di subire violenza e di at-

traversare difficoltà economiche.

Amnesty International chiede alle autorità irachene l’introduzione immediata di misure per rafforzare la sicurezza dei civili, attraverso una consultazione con i gruppi a rischio che porti a individuare i provvedimenti più efficaci per la loro protezione. Nel frattempo, sottolinea l’organizzazione per i diritti umani, è necessario che le autorità avviino adeguate indagini sugli attacchi contro i civili e sottopongano a processi in linea con gli standard internazionali i presunti responsabili, di chiunque si tratti.

Le milizie dovrebbero essere im-

mediatamente disarmate e dovrebbe essere eliminato l’obbligo di dichiarare sulla carta d’identità l’appartenenza religiosa. Amnesty International chiede altresì ai gruppi armati presenti in Iraq di porre immediatamente fine agli attacchi contro i civili, ai sequestri e alle torture.

Stop al rimpatrio Infine, l’organizzazione per i diritti umani sollecita la fine di tutti i rimpatri forzati di rifugiati in Iraq fino a quando perdurerà l’instabilità nel paese.

Diversi governi europei stanno eseguendo rimpatri forzati in

Iraq, persino nelle zone più pericolose del paese, in aperta violazione delle linee guida emesse dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Amnesty International ha parlato con un gruppo di 35 iracheni rimpatriati a forza dal governo olandese il 30 marzo. Tra di essi c’era un turcomanno sciita di 22 anni originario di Tal Afar, una città a nord di Mosul, dove negli anni scorsi sono state assassinate centinaia di persone per motivi religiosi e politici e dove la violenza regna incontrastata. Il ragazzo, un mese dopo, era ancora a Baghdad, in cerca di un riparo.

Il caso del mese

Ogni mese una petizione da sottoscrivere, tagliare e inviare per sostenere le battaglie in favore dei diritti umani.

Kenya: più di 50.000 persone a rischio di sgombero forzato Egregio Ministro, siamo simpatizzanti di Amnesty International, l’Organizzazione internazionale che dal 1961 lavora per difendere i diritti umani in ogni parte del mondo dove vengono violati.

Le scriviamo in riferimento allo sgombero forzato, previsto dalle autorità keniote, di oltre 50.000 persone, molte delle quali vivono Mercato lungo la linea ferroviaria di Nairobi, Kenya in insediamenti abitativi precari ©Amnesty International lungo la linea ferroviaria del paese, soprattutto nella capitale Nairobi.

Il 21 marzo 2010 la Kenya Railwais, la compagnia statale proprietaria delle ferrovie, ha diffuso un annuncio sulla stampa, avvisando le persone che vivono o lavorano nelle baracche presenti lungo la ferrovia che sarebbero stati denunciati se non avessero abbattuto e abbandonato le loro abitazioni entro 30 giorni (pochissimi per poter trovare una sistemazione alternativa dove vivere).

Uno sgombero forzato di così ampia portata comporterà, probabilmente, un uso eccessivo della forza da parte della polizia o di chiunque lo eseguirà. Saranno distrutte le case degli abitanti degli insediamenti abitativi precari e i banchi che usano per le loro attività commerciali.

Le chiediamo pertanto di assicurare che il Kenya adotti e implementi linee guida sugli sgomberi in conformità con gli standard internazionali sui diritti umani, prima di procedere con gli sgomberi previsti nel territorio della ferrovia.

Lasollecitiamo,inoltre,aidentificarenellaconsultazioneconlecomunità coinvolte, tutte le possibili alternative allo sgombero, garantendo le salvaguardie, procedurali e legali, per sviluppare un piano integrale di riallocazione e a prevedere risarcimenti per le comunità colpite.

Grazie per la sua attenzione.

firma

Affrancatura con posta prioritaria: € 0,85

Hon. John Mwau Viceministro dei Trasporti Ministero dei Trasporti Transcom House Ngong Road PO Box 52692 Nairobi, Kenya

sport

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sport

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ViPiù Provinciale è bello sport

Sport

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Campionati regionali

Fipav

il bilancio è servito

| Le tre neopromosse: da sinistra, Fulgor Thiene, Orgiano e San Vitale

Protecma San Vitale promosso in B2, ai playoff Tognetto Campiglia, Sandrigo e Marostica In serie D festeggiano Laserjet Orgiano e Fulgor Thiene. Retrocessione per Santa Croce, Torri, Brogliano e Romano

Mentre Asiago, Valdagno e Schio lottano per gli scudetti, Vicenza città rischia di perdere alcune realtà di alto livello: il volley è in crisi, basket, hockey e pallanuoto navigano a vista.

Solo il rugby pensa in grande...

di Paolo Mutterle

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n città nascono i campioni, in provincia si vincono gli scudetti. La fotografia dello sport vicentino d’élite? Schio (40.000 abitanti) ha già messo in bacheca la Coppa Italia nel basket femminile e domenica il Famila scende a Taranto per giocarsi il tricolore nella decisiva gara5; Asiago (6000 anime) ha già festeggiato i titoli di hockey ghiaccio e inline; Valdagno (30.000) ha eliminato Breganze (9000) nella semifinale playoff di hockey su pista, si candida a succedere a Bassano nell’albo d’oro ed è ancora in corsa anche per un successo europeo nella Final Six di Eurolega, in programma al Palalido dal 27 al 30 maggio. Non è solo questione di tradizione in sport “di nicchia” come possono essere quelli sui pattini o di una passione sfrenata per la palla a spicchi degli scledensi: per fare sport ad alto livello servono soldi, organizzazione, sponsor. Che, pur in tempi difficili, a Vicenza non dovrebbero mancare.

“La Provincia dei Campioni” intitolava il suo libro il professor Sergio Ceroni, testimonial di uno sport che sotto Monte Berico si regge sul volontariato, va fortissimo nelle scuole e riesce persino a sfornare talenti in quantità, ma che fatica ad arrivare (e a rimanere) nei campionati che più contano nelle discipline di squadra. E così Vicenza rischia concretamente di perde-

di Alida Pretto

S

| Da in alto a sinistra, in senso orario: la Migross Asiago festeggia il secondo scudetto; Betta Moro, capitana del Famila Schio; Davide Motaran, difensore dell’Isello Hockey Valdagno; gli Asiago Vipers ancora campioni di Europa

re molte delle sue realtà sportive i club di medio-alto livello e il di punta. caso della pallavolo è emblema“Lo sport in città è sempre stato tico, ma anche la pallacanestro visto soprattutto a livello proo il calcio stesso non possono mozionale - conferma l’assessodire di stare benissimo”. Tutto re competente Umberto Nicolai nero? No, qualcosa di buono c’è.

- fatta eccezione per alcune pa“L’hockey inline è tra le prime gine importanti come quelle del quattro in Italia, il tennis è in basket femminile e del calcio di serie A, il rugby sta salendo. E Paolo Rossi. Non è il materiale poi lo sport funziona benissimo umano che manca, anzi, abbiaa livello giovanile, grazie ai vomo grandissime individualità, lontari. La vocazione di Vicenza quello che non c’è mai stato sono resterà prettamente promoziole sponsorizzazioni di un certo nale, anche i ragazzi e le ragazze peso. Purtroppo gli imprenditori che emergono negli vicentini non credosport di squadra no nello sport come saranno sempre coveicolo d’immagine, stretti a migrare, se anzi, bisogna dire non cambia la menche in certi casi vetalità. Bisognerebbe niva visto solo come cambiare la testa una fonte di possibi- Nicolai: degli imprenditori: le guadagno. Le ban- A Vicenza vogliono che che aiutano, ma fino solo promozione tutti il Vicenza Calcio a un certo punto: rimanga vicentinon abbiamo gruppi Gli imprenditori no, ma chi si è fatto che investono ca- non investono avanti? Tutti quanti terve di soldi come succede in altre vorrebbero salvare città, penso ad Anil volley, ma finora tonveneta o a Monte dei Paschi. chi ha risposto all’appello?”.

L’amministrazione? La nostra Intanto, mentre delle situazioparte la facciamo e il prezzo per ni societarie del calcio e della l’utilizzo delle palestre cittadine pallavolo si sta scrivendo molto è tra i più bassi, ma non abbianei giornali, fuori tutto tace. A mo la disponibilità finanziaria sentire i dirigenti la situazione per fare di più. Per il Joy Volley il è tutto sommato tranquilla. “I sindaco si è mosso in prima pernostri programmi? Migliorare la sona presso alcuni imprenditori, salvezza ottenuta quest’anno in finora senza esito. La situazione serie B con molti rischi - spiega economica generale non agevola il tecnico dell’Associazione Spor-

È ancora presto per parlare del tiva Vicenza Loris Gorlin - La futuro per i Diavoli Biancorossi speranza è quella di aggiungere di hockey inline, che hanno conqualcosina per puntare alla poucluso da poco la stagione elimile promozione, budget permetnati in semifinale dagli Asiago tendo, e di continuare a ingranVipers poi campioni d’Italia, e dire il settore giovanile”. Settore per la Pallanuoto Vicenza, imgiovanile che, vista l’età media pegnata fino a giugno nel camdella prima squadra, è il punto pionato di Serie B e fino a luglio di forza del storico sodalizio citcon la squadra femminile di C. tadino, anche se “non navighiaAnche per quest’anno le due dimo certo nell’oro, ma almeno scipline sono legate dallo stesso l’iscrizione al campionato è sicumain sponsor, Caoduro. Meglio ra. Se arriva uno sponsor che ci non pensare all’ipotesi malaugupermette di fare il salto di quarata che l’azienda di lità bene, altrimenti Cavazzale decidesse punteremo ancora di togliere del tutto sulle nostre giovani il proprio investie sulle persone che mento, già ridotto al ci danno una mano, termine della passaa partire dall’eterno ta stagione. presidente Conca- Rangers Rugby, Per molti club della to”. Aria serena an- ecco il progetto: città che navigano che in casa Vicenza dal naif a vista, ce n’è anche Basket Giovane, a sentire il presiden- alla managerialità uno che pensa in grande. È il Rugby te Elio Peloso. “La del volontariato Vicenza, che ha presocietà è sana e non sentato nei giorni abbiamo problemi. scorsi il progetto Dal Speriamo nel ripenaif alla managerialità del voscaggio della squadra retrocessa lontariato. La società del presiquest’anno in serie D, anche se dente Sarracco non si nasconde: è ancora presto per dirlo: a fine l’obiettivo a medio termine è la mese dovremmo sapere qualcoserie A. Gli ingredienti? Un pool sa in più. Chi ci è vicino ha già di sponsor ormai fedelissimi, un confermato il suo impegno per grandissimo lavoro nella scuola l’anno prossimo, e poi il nostro e nel settore giovanile e sopratprimo sponsor sono i ragazzi che tutto i campi in costruzione ai diamo in prestito ad altre squaFerrovieri, destinati a diventare dre: sono atleti nostri che militala nuova casa dei Rangers. no in categorie superiori”.

i sono conclusi nello scorso fine settimana i campionati regionali di serie C, dove le squadre vicentine si sono ben comportate.

Le prime lodi sono per le ragazze del Protecma San Vitale, partite senza obiettivi dichiarati dopo la delusione dei play-off dello scorso, ma che a partire dalla quinta giornata non hanno mai abbandonato la testa dalla classifica, ottenendo così con una giornata di anticipo una storica promozione in serie B2. A fare la differenza non una singola bocca di fuoco, ma l’unità e la solidità del gruppo, con tutte le atlete che a ruota sono state fondamentali per i successi ottenuti di settimana in settimana: solo due sconfitte in ventisei incontri.

La seconda è arrivata alla terzultima di campionato, quando la tensione, dovuta alla consapevolezza che una vittoria avrebbe significato il salto di categoria, ha giocato un brutto scherzo alle castellane.

Ma “non è forte chi non cade, ma chi ha la forza di rialzarsi” Apprezzabile il sesto posto del Berti Audi Bassano, mentre la quarta piazza della Pallavolo Arzignano ha lasciato l’amaro in bocca, perché sarebbe bastato veramente poco di più per raggiungere i tanto agognati play off, un treno

perso solamente per un numero di vittorie inferiore - ma gli stessi punti - della Carinatese. Sbavature qua e là ce ne sono state diverse e alla fine sono costate caro.

Chi invece ai playoff ci è arrivato - e inizierà a giocarli stasera (sabato) - sono i ragazzi del Tognetto Costruzioni Campiglia, che il salto di categoria lo avevano già fatto l’anno scorso, prima che la società decidesse di vendere i diritti e ripartire nuovamente dalla serie C. Tra loro ed il Colle Brico, che in B2 ci è passato dalla porta principale, un solo punto, ma nessuna recriminazione, perché il traguardo raggiunto è stato frutto di una grande crescita della squadra e di un girone di ritorno perfetto con 38 punti conquistati sui 39 a disposizione (contro i 25 del girone d’andata). Tra i campigliesi e la serie nazionale c’è ora il Belluno.

Un pizzico di delusione per il Volley Castellana, partito con grandi ambizioni e finito invece con un comunque soddisfacente quarto posto, mentre soddisfazione per i giovani dello Schio, che per tutta la stagione hanno viaggiato a metà classifica, e per il Povolaro, che ancora una volta è riuscito, nonostante i mille problemi, a mantenere la categoria, chiudendo addirittura al sesto posto, con quattro posizioni scalate dopo il giro di boa. È invece retrocesso (per soli due punti) il Santa Croce, che ha af-

frontato il campionato con la stessa formazione che lo scorso anno aveva ottenuto la promozione in C, dovendo però fare i conti con qualche infortunio.

La stagione regolare dei campionati di serie D, invece, è giunta al termine l’ultimo fine settimana di aprile dove hanno festeggiato due formazioni vicentine: il Laserjet Orgiano nel femminile e il Fulgor Thiene nel maschile; per entrambe le formazioni si tratta del secondo salto di categoria consecutivo, visto che hanno centrato la promozione alla loro prima stagione nella categoria regionale.

Le ragazze di Stefano Marchetto avevano esultato con tre giornate di anticipo grazie al 3-1 inflitto all’allora imbattuta capolista Thermal Abano, raggiungendo un traguardo impensabile a inizio stagione, come dichiarato dal presidente Denis Franchetto, alla guida della giovanissima società sorta appena sei anni fa: “Sicuramente la squadra e il tecnico saranno confermati in blocco, con qualche possibile integrazione che valuteremo con calma per cercare una salvezza: questo l’obiettivo della prossima stagione, che equivarrebbe a una nuova promozione”.

Per i thienesi, invece, la “sofferenza” è durata fino all’ultima giornata, anche se contro il Conegliano il team di Chemello ha vinto age-

aspettare gli altri risultati, ma volmente, pregustando il successo anche per chi la salvezza l’aveva fin dai primi scambi dell’inconconquistata in anticipo, ma una tro. Il Fulgor è così riapprodato salvezza che considerando i tandopo dieci anni in serie C e lo ha ti problemi è valsa come oro. Si fatto contando sulle forze intertratta della Mosele Vicenza che ne, senza lanciarsi in disperate non ha mai usato la giovane età campagne acquisti. Il segreto? La (la squadra, composta dalle ravoglia di giocare e l’immancabile gazze dell’under 16, è la più giothermos di caffè bevuto negli spovane partecipante ad una serie gliatoi prima di entrare in campo. regionale) come alibi per giustiPoi ci sono lo Spegiorin Assicuraficare le sconfitte, non si è mai zioni Sandrigo e il Clima Comfort arresa e soprattutto Marostica, che hanno non si è mai posta superato le semifinali limiti.

Calendario dei playoff femminili alla mano, le bianed ora si giocheranno corosse hanno conil tutto per tutto negli quistato 11 punti nel ultimi due incontri girone d’andata con (andata e ritorno). Il Spegiorin il supporto di alcune Sandrigo ha superaatlete della Novello to il Tombolo ed ora Assicurazioni e FIDAS di serie B2, dovrà vedersela con- Clima Comfort 20 in quello di ritro la Veneto Banca si giocano il torno, in piena meMontebelluna. L’altra dia con le squadre semifinale è stata in- tutto per tutto che hanno chiuso il vece un derby vicencampionato nei piatino, con il Marostica ni alti. che continua il suo Delusione, invece, per le ragazze sogno dopo aver infranto quello dell’Imarc Rossano: il tie break delle cugine dell’Argine; sulla sua perso 19-17 nell’ultima partita strada ci sono adesso le patavine contro il Tombolo è costato l’escludel Nova Funghi. sione dai playoff delle bassanesi, Ma ad esultare sono state anche che hanno chiuso con gli stessi le squadre che hanno ottenuto punti delle terze e delle quarte ma la salvezza, come Il Grifone che con due vittorie in meno. nell’ultima partita ha messo a Un po’ di amarezza e retrocessiosegno il colpaccio, andando a ne (sempre in campo femminile) conquistare tre punti sul campo per il Thema Studio M2 Net Torri, della capolista Tre Garofani e il Brogliano e l’ECA Romano. rimanendo così in serie D senza

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191 del15 maggio 2010 pag22

numero

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LIBRERIA GIUNTI Corso Palladio, 186 “BAR ITALIA” Galleria Pozzo Rosso, 19 BAR “VICENZA” Corso Palladio BAR “BORSA” Piazza dei Signori COMUNE- PALAZZO TRISSINO Corso Palladio, 98 BAR “GARIBALDI” Contrà Cavour, 7 RISTORANTE “DAI NODARI” Contrà Do Rode, 20 BAR/PASTICCERIA “SORARÙ” Piazzetta Palladio, 17 BAR “ILLY” Contrà Muscherie BAR “CAFFÈ ROMA” Corso Fogazzaro BAR/RISTORANTE “IRIS” Corso Fogazzaro, 33 BAR “SAN LORENZO” Corso Fogazzaro, 62 PROVINCIA - PALAZZO NIEVO Contrà Gazzolle, 1 BAR “PEGASUS” Piazza Matteotti, 8 BAR “BARASTRA” Contrà Barche, 14

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UNIVERSITÀ Contrà Barche, 57

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BAR “CHIERICATI” Corso Palladio

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PASTICCERIA “LA VICENTINA” Corso San Felice e Fortunato LIBRERIA GALLA Corso Palladio 11 BAR “TORRIONE” Porta Castello, 3 BAR “CASTELLO” Piazza Castello SEDE CISL Contrà Cabianca, 20 BAR “PIGAFETTA” Contrà Pescaria PASTICCERIA “BOLZANI” Corso Padova, 146 PASTICCERIA “GAMBARATO” Contrà Porta Padova, 105 BAR “IV NOVEMBRE” Via IV Novembre, 79 BAR “BAR DEGLI ANGELI” Via IV Novembre

ZONA SUD PIZZERIA X GIUGNO Viale X Giugno, 25

PIAZZERIA DA LELLA Via Legione Antonimi,52

BAR/RISTORANTE “BOCCALETTO” Via Trieste, 81 BAR “CAPRICE” Galleria ParcoCittà STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Trieste BAR “PALAZZETTO” Via Anconetta, 46 PASTICCERIA “ARTIGIANA” Via Medici, 69 MACELLERIA “ZANELLATO” via Medici, 50 STAZIONE DI SERVIZIO Q8 via Medici PALESTRA INJOY Strada Marosticana, 24 EQUOBAR Strada Marosticana, 350 STAZIONE DI SERVIZIO TOTAL Viale della pace

FIDAS Via Baracca, 204

PASTICCERIA “TOMMINI” Strada Cà Balbi, 313

PASTICCERIA “VACCARI” Via Vaccari, 85

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LA BOTTEGA ARTIGIANA DEL PANE Via Zugliano, 49

STAZIONE DI SERVIZIO API Via Fusinato BAR/GELATERIA MONTE BERICO Via X Giugno, 84 PASTICCERIA “GALLA” Riviera Berica, 84 NEGOZIO “FORMAGGI TIPICI” Riviera Berica

PASTICCERIA “ALBERTONI” Via Paolo Lioy, 32

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PIZZERIA ENZO E VALENTINA Viale della Pace, 32

BAR “CAFFÈ COMMERCIO” Piazza Biade, 22

TRIBUNALE Contrà Santa Corona

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SEDE AIM Contrà Pedemuro San Biagio

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LIBRERIA TRAVERSO Corso Palladio, 172

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Via Mercato Nuovo, 35

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Editoria, comunicazione uffici stampa e marketing

ZONA EST E NORD

ASS CULTURALE LA GALASSIA Via Legione Galieno, 8 PALESTRA IKARO Via Legione Galieno, 35 Bar al Tucano

BAR “MERY’S BAR” Galleria Tiziano, 22 CENTRO ANZIANI “LA RONDINE” Via Calvi, BAR “SUSANNA” Via Calvi, 18 CENTRO COMMERCIALE PALLADIO Strada Padana verso Padova

ZONA OVEST BAR STUZZICO Via Mercato Nuovo, 29 BAR CARPE DIEM Via Quasimodo, 39 CENTRO HOBBY Viale S. Lazzaro, 87 EN PLEIN AIR Via Divisione Folgore, 2 PIZZA E PIZZA 2 Viale Trento, 314 PIZZERIA ALBERA Strada Pasubio, 13 PIZZERIA PANAREA Via Btg. Val Leogra, 38/V PIZZERIA CAPRICCIO D’ASPORTO

PIZZA SNACK Via E. Fermi, 80 ARTIGIANO DELLA PIZZA Viale San Lazzaro, 105 PIZZERIA LA PAUSA Viale San Lazzaro, 65 PIZZERIA MEXICO Viale Dal Verme, 158 ASSOCIAZIONE CORO E ORCHESTRA di VICENZA Viale Treno, 131 ASS CULTURALE THEAMA Via Nini Bixio, 4 ASS ITALIANA CULTURA E SPORT Via E. Fermi, 228 ASS. ITALIANA LOTTA PESI VICENTINA Via g. Carducci, 29 PALESTRA SPORT LIFE Via DivisioneFolgore, 37 CENTRO COMMERCIALE LE PIRAMIDI Torri di Quartesolo PALESTRA VICENZA FITNESS Via Olmo,49 - Altavilla RISTORANTE “2 FOGHER” Strada Pasubio, 2 FONTANA Strada Pasubio, 17 “PASTICCERIA SOLE” BAR “BABILONIA” Via Pecori Giraldi, 30

il fatto

191 del15 maggio 2010 pag23

numero

Luca

Bassanese età 34 luogo di nascita Vicenza titolo di studio Geometra

professione Attore, Scrittore, Musicista e Cantastorie…ma prima di tutto Essere Umano altri ruoli/incarichi Libero pensatore segni particolari Scarpe gialle

Il tratto principale del mio carattere: la sincerità

I miei film preferiti: “Delicatessen” di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, “Che cosa sono le nuvole” di Pier Paolo Pasolini, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini,“La dolce vita” di Federico Fellini, “Ecce Bombo” di Nanni Moretti, “Frankenstein Junior” di Mel Brooks

La qualità che preferisco in un uomo: la dolcezza La qualità che preferisco in una donna: l’intelligenza Quel che apprezzo di più nei miei amici: la sincerità Il mio principale difetto: dover essere sempre all’altezza della situazione La mia occupazione preferita: depositare su carta sensazioni ed emozioni Il mio sogno di felicità: ritrovarmi come per incanto in un mondo più “umano”

Quel che detesto più di tutto: l’indifferenza Il personaggio storico più ammirato: Mohandas Karamchand Gandhi ovvero il Mahatma e quello più disprezzato: disprezzare un personaggio pubblicamente crea il suo mito Il dono di natura che vorrei avere: volare

Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia: sapere con certezza che non può esistere un mondo più “umano”

Come vorrei morire: senza rimpianti e senza rimorsi, sulla cima di una montagna o tra le onde del mare

CINEMA PRIMAVERA Via Ozanam, 11

Quel che vorrei essere: libero da condizionamenti esterni

Stato attuale del mio animo: con forti tensioni

BAR “CILLYLOUNGECAFFÈ” Via Btg. Val Leogra, 80

Il paese dove vorrei vivere: in Kirghisia

CENTRO SPORT PALLADIO Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 29

Il piatto a cui non so rinunciare: pane e maionese

Il mio prossimo impegno nella vita: la presentazione del mio nuovo album dal titolo “Il Futuro del Mondo” il 21 maggio al teatro Astra di Vicenza

PASTICCERIA “VERONA” Via Legione Antonini

UIL Via Quasimodo, 47 BAR “CIRKUS” Via Enrico Fermi, 347 “RISTORANTINO GRAN CAFFÈ” Via Enrico Fermi STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale San Lazzaro, 106 BAR “MONTECARLO” Via Verona, 78 BAR “SARTEA” Corso San Felice, CENTRO COMMERCIALE AUCHAN PASTICCERIA “LA ROCCA” Corso San Felice, 255 SCUOLA ARTE E MESTIERI Via Rossini, 60 CSMR Via Vicenza, 204 - Altavilla

I miei libri della vita: “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi, “Storie e altre storie” di Jacques Prèvert, “La Società dello Spettacolo” di Guy Debord, “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, “Il sogno di un uomo ridicolo” di Dostoevskij, “Disegnare con la parte destra del cervello” di Betty Edwards, “Soltanto per amore” di un certo Luca Bassanese I miei poeti preferiti: Jacques Prèvert, Giuseppe Ungaretti, Dylan Thomas I musicisti che mi piacciono di più: Wolfgang Amadeus Mozart, Giacomo Puccini, Fabrizio De Andrè, Jacques Brel, Giorgio Gaber, Goran Bregovic I miei pittori preferiti: René Magritte, Henri Matisse, Savator Dalì, Edvard Munch

Laboratorio di assistenza tecnica Server e sistemi di rete Pc assemblati e delle migliori marche

Il mio credo politico o ideale: avere fiducia nel prossimo Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza: mi piace il suo essere a portata d’uomo ma non mi piace il suo provincialismo soprattutto nel pensiero e nell’azione Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini: Mi piace la concretezza, non mi piace la diffidenza

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A presto quindi!

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