VicenzaPiù n.187, 20 marzo 2010

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Integrazione rap, i ragazzi della seconda generazione pag 3

68 NEWS IL TELEGIORNALE““LIBERO LIBERO DI DI PARLARE “ 68 NEWSORARI: IL19,15 TELEGIORNALE PARLARE “ – 20,30 – 22,35 – 00,45 – 03,30 – 06,00 – 07,00 – 10,00

Aim, Assindustria, nuovo corso nuova sconfitta fuori legge? per gli Amenduni pag pag 7 10

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Basta cemento

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Il movimento per lo stop al consumo di territorio propone un nuovo modello di pianificazione urbanistica basato sul blocco delle nuove costruzioni e sul recupero dell’esistente In giro per l’Italia c’è chi ci è riuscito In provincia, invece, sono in arrivo milioni di metri cubi di cemento

Ciàcole

P

Silenzio colpevole

rovate ad immaginare cosa succederebbe se qualche decina di delinquenti comuni mettesse in piedi una serie di rapine con bottino milionario. Facile no? Allarme, proteste un giorno sì e l’altro pure, manifestazioni in piazza, dichiarazioni veementi di politici di ogni colore. Se poi i colpevoli fossero stranieri, non ne parliamo: le proteste sarebbe più infuocate, le manifestazioni più partecipate, le dichiarazioni più affilate. Provate ora, per contrasto, a dare un’occhiata a cosa sta succedendo in queste setti-

mane attorno ad Arzignano.

Dove le indagini delle forze dell’ordine stanno sollevando il velo su una situazione di malaffare che coinvolge uno dei distretti economici più importanti del Veneto, quello della concia.

La situazione è stata descritta alla perfezione da Andrea Pasqualetto sul Corriere del Veneto: decine di indagati tra gli imprenditori della zona, anche con nomi eccellenti, accuse che coinvolgono figure di spicco della Guardia di Fiannza e funzionari dell’Agenzia delle Entrate, evasione ipotiz-

zata per decine di milioni di euro, false fatturazioni, frodi, mazzette. Eppure sulla vicenda, al di là degli aggiornamenti giudiziari delle cronache dei quotidiani, è calato il silenzio.

Nessuno che ne parli, nessuno che si interroghi, nessuno che approfondisca. Siamo nel pieno della campagna elettorale, e ci fosse un politico, uno, che ponga la questione. Anche solo per concludere, come ironizza giustamente Pasqualetto, che va tutto bene, e che la cosa strana è l’inchiesta. Un silenzio, quello della politica, decisamente inaccettabile.

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il fatto

187 del20 marzo 2010 pag3

numero

I ragazzi 2G, integrazione rap

LA FORZA DALLA

Dalla valle dell’Agno, storia di un gruppo di ventenni figli di migranti Che a ritmo di hip hop parlano di integrazione, disoccupazione e pregiudizi

flickr.com/r mal

flickr.com/stuttermonkey

Committente responsabile Paola Scanagatta L. N. 515/93

PARTE DEI DEBOLI di Giulio Todescan

I

l tema e dell’integrazione dei migranti, nel dibattito pubblico, è quasi sempre declinato al futuro. Sembra che al presente appartengano solo i problemi, le paure e le scintille sociali provocate dall’epocale fenomeno migratorio. Invece è al futuro che si pensa quando si parla di un’Italia multietnica. Si dimentica che il futuro è già qui, ed ha il volto, ad esempio, di un gruppo di ragazzi ventenni che parlano con l’accento della valle dell’Agno, sono figli di immigrati da diverse parti del mondo e cantano insieme in un gruppo rap: The Kufros Klan. Perciò, abbiamo pensato di chiederlo a loro, cosa ne pensano di tutto questo.

web www.claudiorizzato.eu email info@claudiorizzato.eu

28 E 29 MARZO, ELEZIONI REGIONALI

DA E Rizzato H SC RDE VE

Segna con una X il simbolo del Partito Democratico. Sulla riga vuota a destra del simbolo, scrivi RIZZATO.

SCHEDA

V E R D E

Il 28 e 29 marzo vota Rizzato

Partiamo dalla storia del gruppo: come è nata la vostra collaborazione, da quanto suonate insieme e cosa avete fatto fino ad ora?

“Il nostro gruppo è nato quattro anni fa, ma le prime produzioni musicali risalgono al 2007. La sua nascita è stata determinata principalmente dai comuni ideali e modi di vivere che ci legavano: come nel resto d’Italia, è molto frequente che i figli di immigrati si ritrovino in gruppi di amici.

Per noi, però, è stato di più! Ritrovarci tra amici ha significato dar vita ad un pensiero nuovo e coeso che, forzatamente, avrebbe dovuto prendere forma musicale. Nei tre brani che abbiamo pubblicato fino ad ora, abbiamo condensato molto di quello che abbiamo passato e vissuto in questi anni e che continuiamo a vivere tutt’oggi insieme”.

Al di là dell’aspetto prettamente musicale, la vostra particolarità è di essere tutti ragazzi cresciuti in Italia da genitori immigrati. Ci raccontate le vostre biografie?

| Qui sopra i ragazzi dei The Kufros Klan

“The Kufros Klan è, come detto sopra, l’incontro di diversi ragazzi di “seconda generazione”, non è solamente una collaborazione musicale, ma anche e soprattutto una “big famiglia”, dove siamo tutti fratelli. Ci sarebbero quindi diverse biografie da stilare, qui ci limitiamo a chi di noi in questo momento canta. Mike (MKGW) e Mathieu (SHO MEDIO) sono i due fratelli di sangue del TKK. Sono nati entrambi in Italia, da genitori di due nazionalità diverse (madre delle Mauritius e padre della Costa D’Avorio) e vivono dalla nascita in questa zona, oggi a Trissino.

Mike è nato a Palermo nel 1989, da dove, dopo quattro mesi dalla nascita, si è spostato per giungere in Veneto. Nel 1992 è nato poi Mathieu a Valdagno. Alfonso (P.I. SLAM) è nato a Valdagno nel 1991, da genitori albanesi. Ad oggi risiede a Cornedo Vicentino, paese in cui è cresciuto. Karim (CK) residente a Vicenza, è nato in Marocco nel 1989 da padre italiano e madre marocchina. E’ giunto in tenera età a Vicenza, dove è poi cresciuto”.

Negli ultimi tempi anche in Italia si è acceso un dibattito sulle “seconde generazioni” di immigrati. Persone italiane in tutto e per tutto, ma con meno diritti, vedi ad esempio le difficoltà per ottenere la cittadinanza. Voi avete la cittadinanza? E cosa ne pensate delle “seconde generazioni”, è un’etichetta che vi sta stretta o pensate che chi nasce in un paese da genitori migranti abbia davvero una identità particolare, multipla, o uno sguardo diverso sulle cose?

“Essere di seconda generazione significa essere “cittadini del

mondo”: con questo si intende, appunto, l’essere rappresentanti di diverse culture che, amalgamandosi, danno vita ad una concezione di pensiero nuova, che elimina qualsiasi barriera e discriminazione. Non risulta quindi “di peso” l’etichetta di 2G, anzi è un elemento di identità personale e globale che prenderà sempre più piede in futuro in Italia e ha già preso vita in altri paesi del mondo, con i risultati stupendi che conosciamo (vedi Obama)”.

Di cosa parlano i vostri testi?

Com’è l’integrazione dalle vostre parti, una parola vuota oppure un percorso che con fatica si fa comunque strada?

E’ più difficile metterla in pratica in piccoli paesi?

“I nostri testi hanno l’intento principale di far riflettere chi ascolta le nostre canzoni su temi rilevanti nella vita di ogni giorno: ad esempio le tre canzoni pubblicate parlano della crisi economica e delle conseguenze principali della stessa (povertà, mafia...), del razzismo e della discriminazione, e della musica hip hop come mezzo di comunicazione di messaggi e idee. Parlando di discriminazione e di integrazione, per noi non è il caso di fare un discorso basato sui luoghi comuni del provincialismo.

E’ più utile concentrarsi su un problema che tocca la maggior parte del paese con uno sguardo globale: è noto a tutti che il numero di stranieri in Italia è aumentato negli ultimi anni, con le conseguenze note. Ma bisogna tener conto, oltre che dei pregiudizi di molte persone, anche di come vengano stimolati, ingigantiti e massificati alcuni avvenimenti che riguardano gli stranieri (furti, rapine, violenze sessuali…) agli occhi delle

persone di questa nazione. Bisogna rendersi conto che le parole di alcuni politici che si schierano principalmente contro gli extracomunitari pesano, hanno notevole importanza per molti italiani.

Riteniamo dunque che la strada per l’integrazione è ancora lunga, ma serve che tutte le istituzioni politiche, i mezzi di comunicazione, gli artisti e le persone di spicco nel paese si adoperino per una migliore convivenza reciproca”.

Ora che la crisi economica ha fatto crescere la disoccupazione, molti immigrati scelgono di tornare ai paesi d’origine. Secondo voi il ritorno in patria può essere una soluzione?

“Nel TKK, Mike e Mathieu hanno conosciuto il problema della disoccupazione tramite i loro genitori. Loro padre, a seguito della cassa integrazione dell’azienda in cui lavorava, è tornato in Costa D’avorio per alcuni mesi, dove ha tentato di avviare una attività agricola per poter aiutare appunto il resto della famiglia, rimasta in Italia. Ora è tornato qui, fortunatamente ha ripreso a lavorare, ma vuole comunque portare avanti il suo progetto, per un futuro definitivo rientro in patria. Qual è il problema in tutto questo? Semplicemente che la richiesta di fondi per il ritorno

in patria non ha un iter semplificato: gli aiuti dati sono spesso di Onlus che fanno del loro meglio, ma che non saranno mai a livello degli aiuti statali. In sintesi, ogni immigrato, anche se non è facile, vorrebbe tornare in patria un giorno, ma perché si possa permettere questo serve ancora una volta l’intervento delle istituzioni (anche locali), con leggi o decreti mirati”.

Avete contatti con altri gruppi di “seconda generazione”?

“Sì, conosciamo un altro gruppo di seconda generazione simile al nostro, si chiamano Extra e sono di Torino. Qui in zona pochi ragazzi di seconda generazione si interessano al mondo della musica hip hop a livello di produzione musicale. Voglio comunque ricordare altri membri del The Kufros Klan, di seconda generazione, che collaborano con noi: Sparkboy, Marskrane, Richy, Tboj. Inoltre il nostro fotografo, Francesco Brazzale, che ringrazio per il suo grande lavoro”.

Prossime date in vista?

“Il 27 marzo dalle 21 presso la discoteca Nuovo cuore matto (ex Jammin) a Vicenza, ci sarà un nostro live con altri gruppi. Rimandiamo comunque alla nostra pagina su MySpace: myspace.com/ thekufrosklan”.

www.vicenzapiu.com Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com

Redazione via Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIULIA GALVAN GIOVANNI MAGALOTTI Giancarlo Marcotti Marco Milioni Roberta Pileggi ANDREA RAGAZZI MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN

ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com

Impaginazione e grafica Mosè Foto Design info@edimose.it

PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 18 marzo 2010.

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Asiago, sfida al cemento

Crescita zero, l’altra faccia dell’urbanistica Di fronte alla cementificazione dilagante degli ultimi decenni, il Movimento per lo stop al consumo di territorio propone un nuovo modello di pianificazione Che bandisce le nuove edificazioni e punta tutto sul recupero dell’esistente

cupazione alle pressioni apparse sulla stampa contro la Giunta e la maggioranza del Consiglio Comunale”.

U

na battaglia a colpi di mattone. E’ quella che si sta combattendo da qualche anno sull’Altopiano di Asiago e che in queste ultime settimane sembra essersi inasprita ulteriormente. Con tanto di scambio di battute al vetriolo tra i protagonisti. Da una parte l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Gios, determinata, anche nel suo secondo mandato, ad imporre uno stop alla costruzione di nuove seconde case. Dall’altra i costruttori, che si lamentano del rallentamento di quello che definiscono lo sviluppo urbanistico del paese, ma che sentono minacciato soprattutto il futuro economico delle loro aziende. Ora anche Italia Nostra, associazione da sempre in prima linea quando si parla di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio storico del nostro Paese, si schiera senza mezze misure, intervenendo in difesa delle scelte della giunta Gios: “Siamo favorevoli ad una inversione di tendenza rispetto alle scelte delle amministrazioni precedenti” spiega la presidente provinciale Giovanna Dalla Pozza Peruffo. “Assistiamo con preoc-

| In alto uno scorcio della campagna di Cassinetta di Lugagnano. Sotto l’aeroporto di Malpensa, che si trova poco distante

C

entinaia di migliaia di metri quadrati di terreno. Anzi, quasi sicuramente svariati milioni di metri quadrati. È questa, a spanne, la quantità di nuove costruzioni - nuove case, nuovi capannoni, nuove strade, nuove infrastrutture - che sta per essere calata sulla nostra provincia. A spanne perché una stima esatta non c’è: ma in un momento in cui in tutto il Vicentino, dai comuni più piccoli al capoluogo, si stanno discutendo e approvando i nuovi strumenti urbanistici che manderanno in pensione i vecchi piani regolatori, si fa presto a fare due conti. In città, il solo progetto del nuovo stadio prevede oltre centomila metri quadrati di nuove edificazioni; ai confini con la provincia di Verona, attorno a Montebello, l’area del Cis ne mette in forno circa il doppio; nella varie frazioni del comune di Roana, nell’Altopiano, sono previste zone edificabili per mezzo milione di metri quadrati. Poi ci sono tutti gli altri 118 comuni della provincia, ognuno con le sue lottizzazioni, le sue aree produttive, le sue opere pubbliche. Una montagna di cemento, per ora solo virtuale, che andrà a cadere in un territorio in cui negli ultimi decenni si è già costruito fin troppo: nel cinquantennio che va dal 1951 al 2001 la superficie urbanizzata del 324 per cento, a fronte di un aumento della popolazione del 32 per cento. E, pur con qualche flessione, il trend è continuato anche in tempi più recenti: solo tra il 2001 e il 2006, sono stati autorizzati, tra edifici residenziali e fabbricati con altre destinazioni, altri 34 milioni di metri cubi di cemento.

Stop!

Da queste parti, insomma, non pare trovare troppo ascolto quella linea di pensiero che si propone di ridurre al minimo, se non di

Il caso Cassinetta Di fronte a questa situazione, l’appello del movimento è rivolto agli amministratori pubblici. Perché cambino registro e mettano al centro delle loro politiche urbanistiche il principio della crescita zero, mettendo Un cancro insafine alla creazione di ziabile nuove lottizzazioni L’idea di base è sem- Uno degli e indirizzando le laplice: “L’Italia è un ostacoli vorazioni del settore paese meraviglioè trovare edile sulle ristruttuso. Ricco di storia, razioni dell’esistente arte, cultura, gusto, un’alternativa e sull’adeguamento paesaggio - si legge agli oneri nella premessa al di urbanizzazione energetico. Difficile? Sicuramente. Ma manifesto programnon impossibile. Lo matico -. Ma ha una dimostra proprio il malattia molto grave: caso del Comune di Cassinetta il consumo di territorio. Un cancro di Lugagnano, il primo ad averci che avanza ogni giorno, al ritmo provato e, cosa più importante, di quasi 250 mila ettari all’anno. ad esserci riuscito. Cassinetta è Dal 1950 ad oggi, un’area grande un paese di circa duemila anime quanto tutto il nord Italia è stata alla periferia sudoccidentale di Seppellita sotto il cemento […] Il Milano: terra di campagna (solo consumo di territorio nell’ultimo il 19 per cento dei 3 km quadrati decennio ha assunto proporzioni di superficie è urbanizzato) finita preoccupanti e una estensione denel mirino della grande metropovastante. Soltanto negli ultimi 15 li, che proprio su questi terreni anni circa tre milioni di ettari, un ancora in gran parte agricoli contempo agricoli, sono stati asfaltati centra la propria “incontinenza e/o cementificati. Questo consumo edilizia” (la definizione è di Dodi suolo sovente si è trasformato in menico Finiguerra, sindaco di puro spreco, con decine di migliaia Cassinetta). Lì, però, nel 2002 ha di capannoni vuoti e case sfitte”. vinto le elezioni una lista civica Poco oltre si aggiunge: “Non vi è che aveva messo nero su bianco in angolo d’Italia in cui non vi sia alcima al proprio programma urbameno un progetto a base di gettanistico la volontà di non procedete di cemento: piani urbanistici e re a nessun nuovo piano di insespeculazioni edilizie, residenziali diamenti residenziali. E che, per e industriali; insediamenti commantenere le promesse, non ha merciali e logistici; grandi opere esitato nemmeno di fronte ad uno autostradali e ferroviarie; porti e dei grandi tabù della politica di aeroporti, turistici, civili e militari.

casa nostra: l’aumento delle tasse.

Per prima cosa l’amministrazione è stata infatti obbligata a rivedere la propria politica di bilancio, in modo da slegare tutta la parte corrente e quasi tutti i programmi di investimento dagli oneri di urbanizzazione, da sempre una delle voci di entrata più consistenti per le finanze dei piccoli comuni.

Al posto degli oneri, il Comune è andato a caccia di finanziamenti provinciali, regionali e statali, oppure di sponsorizzazioni. Oppure ha leggermente ritoccato le tasse, ad esempio alzando l’ici per le attività produttive. “Si fa notare - spiega sul suo blog il sindaco - che se non avesse scelto l’opzione crescita zero, l’amministrazione avrebbe potuto ridurre, e di molto, la pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese”. Detto così sembrerebbe un suicidio politico. E invece, sottolinea ancora il sindaco, alle elezioni del 2007, “la lista civica (rosso-verde) è stata riconfermata con oltre il 63% dei voti, in netta controtendenza rispetto a tutta la provincia di Milano, dove il centrosinistra ha perso in comuni importanti come San Donato Milanese, Rho, Pieve Emanuele, Buccinasco, Monza”.

Il segreto? Solidità della maggioranza, impermeabilità alle pressioni esterne e - conclude Finiguerra - condivisione delle scelte con la comunità.

Macchia di leopardo Lentamente - ma non c’è da stupirsene viste le difficoltà da superare - l’esperimento milanese sta comunque facendo scuola. Su una lunghezza d’onda simile si sono mossi, ad esempio, i piccoli comuni astigiani di Refrancore e Vinchio, con l’approvazione di varianti urbanistiche che riducono le cubature previste dai precedenti piani regolatori. E, più recentemente, un’iniziativa in linea con quella di Cassinetta è stata avviata dalla Provincia di Torino, che nel nuovo piano di coordinamento territoriale pare intenzionata a vietare la costruzione di nuovi edifici su terreni vergini. Un po’ ovunque, poi, sono nati movimenti locali che portano avanti piccole battaglie di difesa del territorio: ce ne sono a Bologna, a Carpi, a Voghera, nelle Langhe, a Lucca e, un po’ più vicini alle nostre parti, a Bolzano (contro progetti edilizi nella collina del Virgolo e nell’Altopiano del Renon) e a Feltre (contro nuovi condomini progettati dall’architetto inglese David Chipperfield). Nel Vicentino ci sono Asiago e Gallio, che con mille problemi hanno rivisto al ribasso le proprie stime di espansione edilizia (vedi anche articolo a fianco): troppo poco, però, di fronte al solito andazzo degli altri 119 comuni.

I limiti della cementificazione Italia Nostra non si tira indietro, e nei giorni immediatamente successivi, in una presa di posizione ufficiale, parla di “agghiaccianti e ricattatorie affermazioni” e di una “sfrontatezza di egoistici presupposti”. “Già nelle prime riunioni dedicate alla discussione del Pat, nei primi mesi dell’anno scorso, la nostra associazione ha preso posizione in difesa del territorio e dell’identità dell’Altopiano.

Già allora gli edili appartenenti a Confindustria avevano difeso il loro diritto a costruire” ricorda la presidente. “Ma ora assistiamo all’arroganza di alcuni che si dicono vittime del sistema, mentre sono la causa del degrado”. Un degrado che non sembra minacciare solo Asiago: a Roana, ad esempio, il piano regolatore prevede 1,5 milioni di metri cubi di cemento.

Nuove case, chiuse per la maggior parte dell’anno: un bene rifugio che spesso però è poco utilizzato. All’insegna del pendolarismo

Per le Elezioni al Consiglio Regionale Veneto 28 - 29 marzo 2010

scrivi Beraldin

BERALDIN (preferenza unica)

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di Luca Matteazzi

Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto”.

La lottizzazione della discordia Per capire il riferimento è necessario fare un piccolo passo indietro. Risale a pochi giorni fa infatti una lettera aperta di doglianze, pubblicata con grande risalto su certa stampa vicentina, di Valentino Barbierato, legale rappresentante di Immobiliare Alpina, storica società attiva da 49 anni sull’Altopiano. “Se Gios continua a bloccare le attività delle immobiliari io chiudo tutto e licenzio i dipendenti”: questo il succo della lettera. Tra le righe il costruttore prende di mira le “scelte politiche radicali” della giunta, che a suo dire porterebbero a conseguenze economiche non previste. Tanto gravi da doverlo costringere addirittura a licenziare una decina di dipendenti. Il sindaco risponde picche: già troppe le seconde case ad Asiago. Il progetto di Barbierato, 100 nuovi appartamenti intorno al laghetto di Lumera, sarebbero carenti da un punto di vista infrastrutturale, mancando una adeguata rete viaria e un numero congruo di parcheggi. Nessuna antipatia insomma, solo carenze tecniche. Ma il dibattito rischia di

assumere le tinte di uno scontro tra opposte e forse inconciliabili visioni dello sviluppo economico in una delle zone della provincia dove le bellezze paesaggistiche e il territorio sono messi più a rischio da indiscriminate cementificazioni.

la tua ragione in regione www.mauroberaldin.it

della villeggiatura. Chi sale dalla pianura spesso va e viene in giornata o al massimo nell’arco di un weekend. E il vantaggio per l’economia locale è relativo. Le stesse imprese edili utilizzano per la maggior parte manovalanza e fornitori provenienti dalla pianura. Tanto più che lo sfruttamento massiccio del territorio da parte delle ditte immobiliari ha avvelenato negli ultimi anni il mercato.

4 - 5.000 euro al metro quadro sono prezzi che una giovane coppia di residenti non può certo permettersi. Ecco perché l’idea degli attuali amministratori è quella di favorire nuove costruzioni solo per i residenti, dato che il mercato delle seconde case ormai appare saturo.

Le alternative Nel piano del sindaco Gios c’è spazio per il recupero dell’esistente, come nel caso di vecchie case risalenti agli anni successivi alla Grande Guerra. Ma si guarda di buon occhio anche allo sviluppo dell’accoglienza per grandi numeri, con l’auspicio che si metano in cantiere centri benessere e hotel a 3 o 4 stelle. Creando così quelle occasioni di lavoro che eviterebbero quelle serie ripercussioni sull’occupazione paventate da Barbierato. “Ma c’è anche il serio problema della viabilità” prose-

gue la professoressa Dalla Pozza.

“Le strade di accesso ad Asiago nei momenti di alta villeggiatura sono già adesso impercorribili.

Con ancora nuove abitazioni si creerebbe una situazione insostenibile”. Le soluzioni vanno cercate altrove. E come ricorda Italia Nostra, nella stragrande maggioranza dei casi la consapevolezza dei beni paesaggistici ha portato maggior sviluppo rispetto al cemento indiscriminato. “Qui spesso le case offerte ai villeggianti sono squallide. Bisogna prendere esempio dall’industria dell’ospitalità che esiste in Trentino o in Alto Adige” sottolinea ancora la presidente. “Bisogna salvaguardare il paesaggio, i boschi, i prati, le malghe, i percorsi della Grande Guerra. Un altro aspetto da incentivare è quello degli agriturismo, ancora poco sfruttato”. E poi iniziative per far scoprire la natura ai bambini che vengono dalla città, la salvaguardia delle strade bianche, progetti di bioarchitettura.

Anche un’associazione come Italia Nostra si chiede allora se davvero oggi è ancora valido l’assioma sviluppo economico uguale a consumo del territorio. “Purtroppo oggi si sta pensando ancora solo a seconde case e a cave. Non c’è fantasia nel pensare ad un modello alternativo di sviluppo, è questo il problema”.

BERALDIN

flickr.com/luca castellazzi

L’Altopiano si stanno sperimentando nuove strategie urbanistiche L’amministrazione stoppa la costruzione di seconde case i costruttori protestano e minacciano licenziamenti | Qui sopra, il paesaggio dell’Altopiano e, a sinistra, uno Italia Nostra: “Non si riesce ad immaginare uno sviluppo alternativo” dei tanti cantieri per la costruzione di case per turisti

Andrea Fasulo

azzerare, l’avanzare di nuove aree edificabili. Il movimento, che sta facendo proseliti un po’ in tutta Italia, si chiama “Stop al consumo di territorio”: nato dall’esperienza del comune di Cassinetta di Lugagnano, il primo comune italiano che si autodefinisce a crescita zero, è promosso, tra gli altri, dal Movimento per la decrescita felice, dal portale di urbanistica Eddyburg, dalll’Associazione dei Comuni virtuosi. Tra i primi sottosrcittori ci sono nomi come quelli del meteorologo Luca Mercalli, del teorico della decrescita Maurizio Pallante, dell’urbanista Edoardo Salzano, di Francesco Gesualdi, del sociologo Giampaolo Fabris e dell’ambientalista Vandana Shiva.

187 del20 marzo 2010 pag5

numero

Mauro

primo piano

187 del20 marzo 2010 pag6

focus

Abbiamo chiesto ai candidati alle prossime regionali di presentare un punto forte del loro programma Ecco le prime risposte

Roberto Ciambetti capolista Lega Nord elezioni regionali

No al nucleare

È uno strumento privilegiato per favorire una reale apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione sulle decisioni e sugli obiettivi locali e sulla distribuzione degli investimenti, superando le tradizionali forme solo “consultive” e creando un ponte tra la democrazia diretta e quella rappresentativa.

Si deve quindi poter ricostruire nel tempo e in maniera collettiva il concetto di bene comune, trasformando le tensioni sociali in progetto condiviso all’interno di spazi gestiti dalla società civile, siglati da una interazione dialogica con le istituzioni.

Tra i suoi obiettivi: la crescita etica delle istituzioni, l’aumento del senso civico degli abitanti e della loro capacità di leggere in modo maturo la complessa profondità del territorio, ma anche il riequilibrio delle distorsioni generate dalla società di mercato, a maggior ragione in un momento in cui congiunture negative internazionali si stanno diffondendo a macchia di leopardo su tutti gli aspetti sociali.

L’estensione quindi del “diritto alla città” a tutti coloro che la abitano e la vivono e la diffusione di un senso di solidarietà che permea l’equa distribuzione delle risorse pubbliche. Trasparenza è uno dei nostri motti.

Il coinvolgimento delle diverse generazioni, è uno dei nostri obiettivi: progetti incentrati anche sull’utilizzo diffuso dei computer e di Internet, mettendo in funzione dei centri Internet, nei quali giovani, donne, anziani possono essere formati all’uso dei mezzi informatici, potendo così poi discutere sul bilancio anche via Internet, con la presenza di un moderatore.

Creare dei Consigli di Quartiere e incontri pubblici su tematiche quali l’educazione, la sicurezza, lo sviluppo delle relazioni sociali, la casa, l’ambiente. La politica vera deve essere parte integrante della vita di ognuno di noi.

No al nucleare, il Veneto non ne ha bisogno. La mancata approvazione del Piano Energetico Regionale in materia di fonti rinnovabili da parte di Pdl e Lega è l’ennesima dimostrazione di una mancanza di programmazione e di strategia per il Veneto. Il mio “no” al nucleare non è una questione ideologica, ma ragionata. Le fonti di energia non sono inesauribili e hanno costi elevati. Ridurre i consumi e l’impatto delle emissioni inquinanti è possibile: al primo posto c’è il risparmio energetico, una vera e propria sfida per il futuro. E poi in Veneto si possono e si debbono incentivare le produzioni di energia a basso impatto ambientale.

Con la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle, la nostra regione raggiungerà il 90% di autosufficienza energetica. La parte restante, ma in prospettiva destinata a crescere, si può ottenere in altri modi. Si debbono rimettere in funzioni le centrali, micro e mini, idroelettriche: grazie alle nuove tecnologie e alle nuove turbine, l’efficienza è molto alta. Ho visitato una scuola a Fregona, nel trevigiano, scaldata da una caldaia alimentata a biomasse. Altri esempi di centrali a biomasse ci sono nel padovano o nel vicentino, ad Asiago. E poi il fotovoltaico: Padova produce il 60% dei pannelli italiani, e sta incominciando a installarli su edifici pubblici. Infine il solare, o il geotermico: scelte possibili, vocazioni già presenti che vanno valorizzate. E che creano occupazione, studio e innovazione, rispetto per l’ambiente e una regione più vivibile. Il nucleare, in questo contesto che immagino, non ha senso. E poi i tempi almeno 15-20 anni - e i costi sono proibitivi. Le stesse risorse possono essere utilizzate per sostenere le energie rinnovabili.

Giuseppe Bortolussi Candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Veneto

Il nucleare non serve Sabrina Tessari Candidata PNV Partito Nasional Veneto

E così è arrivato alla Gazzetta nei giorni scorsi il decreto per il nucleare italiano. Nonostante tutto i “Signori” vanno avanti perché

Manca una delibera specifica votata in consiglio sul riassetto interno Grave incoerenza sulla scelta in house Che non poggia su solide basi di legge Un bel pasticcio per Variati e Fazioli

flickr.com/amyzzz1

Il Bilancio partecipativo

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Aim, lo spettro dell’illegittimità

Crisi, partecipazione, nucleare La parola ai candidati Evitare che la crisi economica collassi in crisi sociale.

Il nuovo Consiglio regionale dovrà affrontare assieme al nuovo presidente della Regione, chiunque egli sia, l’emergenza lavoro e intervenire con azioni concrete a sostegno della piccola e media impresa e dei lavoratori e tutelare chi ha perso il lavoro, combattendo il dumping sociale e la concorrenza sleale. I piccoli imprenditori, il popolo delle partite Iva, le famiglie vivono momenti di profonde e dure ristrettezze e tutti hanno una crescente difficoltà ad accedere al credito bancario; troppe banche non svolgono in questi mesi la loro funzione sociale, che non è solo quella di generare profitti, bensì di avere un ruolo positivo nel tessuto socio-economico: anche le banche devono rinunciare a lauti profitti e contribuire a salvare il nostro tessuto sociale ed economico. La Regione deve attivare, da subito, una cabina di regia operativa coordinandosi con le rappresentanze sindacali dei lavoratori e le associazioni di categoria, le fondazioni bancarie, Veneto Sviluppo e Veneto Lavoro, per finanziare iniziative immediate di sostegno all’impresa e ai lavoratori con progetti mirati il cui finanziamento è ammesso anche dall’Unione Europea, mentre per alcune aree svantaggiate, penso ad alcuni ambiti montani nel Vicentino, ritengo sia necessario attivare la cosiddetta fiscalità di vantaggio; contestualmente il Consiglio regionale può approvare in tempi brevi la mia proposta, fatta propria dall’intera Lega Nord, di uno Statuto del Lavoro Autonomo, già depositata, che tuteli chi è imprenditore di sé stesso, i lavoratori autonomi e chi ha contratti di lavoro atipici. Questi mesi sono tanto duri quanto difficili e necessitano di interventi veri: siamo come quel maratoneta che sa di essere a pochi chilometri dall’arrivo che non vede ancora, ma sente nei muscoli e nella testa la fatica estrema di una gara durissima. Non c’è tempo da perdere, la situazione si sta aggravando: la crisi economica può collassare in crisi sociale. E una crisi sociale sarebbe devastante.

187 del20 marzo 2010 pag7

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| Il ritorno al nucleare è uno dei temi forti della campagna elettorale

seppur in pochi hanno molti interessi di ritorno. Deve essere così perché non c’è’ altra spiegazione.

Non si può prendere in giro la gente dicendo che sarà un’energia pulita , abbondante e a buon mercato e oltretutto che porterà nuovi posti di lavoro.

Intanto rimango sconvolta dalla notizia riportata su www.qualenergia.com. Sono venuti alla luce alcuni documenti riservati delle compagnie nucleari EDF e Arvea: queste compagnie avrebbero studiato modi per migliorare la modulazione di potenza dei reattori ERP (quelli scelti per l’installazione in Italia) per ottimizzare il rendimento economico della centrale. Piccola controindicazione: le “migliorie potrebbero portare ad una fusione del nucleo e quindi ad una esplosione del reattore”. Per l’azienda EDF sarebbero solo scenari ipotetici ma ci si chiede come si faccia ad assumersi rischi molto concreti di incidenti nucleari solo per l’obiettivo di trovare una giustificazione economica.

E’ vero che non bisogna fare allarmismi su esplosioni e pericoli , ma il fatto è che il nucleare non ci serve proprio. Intanto perché si può agire su altre strade per esempio migliorando l’efficienza energetica con la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico che porterebbe, raggiungendo l’obiettivo di arrivare ad un saldo di energia in pareggio, “ad un risparmio sulla bolletta petrolifera di 450 milioni di euro ogni anno, creando 150mila nuovi posti di lavoro nella sola fase di cantiere e generando un impatto positivo sull’economia di circa 28 miliardi di euro” (www.qualenergia.it).

E poi perché c’è’ molto da fare con le energie rinnovabili. Se pensiamo di poter ricoprire ogni capannone industriale, in questo Veneto industrializzato, con pannelli fotovoltaici introdurremmo nel

circuito un’energia di molto superiore a quella che potrebbe darci una centrale.

Nonostante tutto, ciò che sento in giro tra la gente comune, al bar, è che, tanto, siamo circondati dalle centrali e quindi farcene una in casa non cambia la situazione se non per il fatto che invece di andare a chiedere energia alla Francia ce l’avremmo a casa nostra. Peccato che non si consideri che così si rimarrà comunque dipendenti a grandi potenze militari non italiane per le forniture di uranio e plutonio.

Anche la signora Donazzan (PDL), presente in una riunione studentesca che presentava i vari partiti ha dichiarato di non essere contro le centrali nucleari ma che deve ancora fare le sue analisi costi/ benefici. Cosa aspetta? Che ci siano enormi sprechi d’acqua pubblica (visibile nel ricarico delle nostre bollette) atta a raffreddare la centrale? (Fonte : Institut Francais de l’Environnement) Aspetta che i casi di leucemia aumentino per quei bambini che cresceranno vicino alla centrale ? (fonte : Università di Mogonza). Aspetta che si decida un sistema redditizio per smaltire le scorie prodotte dalle nostre centrali dismesse, quando ad oggi non esistono soluzioni concrete al problema dello smaltimento?

Di contro crescono e si moltiplicano i siti internet , blog, forum sulle energie rinnovabili. Si spera che questi portatori sani non arrivino solo sulla rete, ma contagino l’informazione di ogni giorno, la gente comune. Io mi batterò perché queste energie pulite vincano sul nucleare e perché la nostra Regione , e lo Stato inizi con incentivi e finanziamenti adeguati in questa direzione di energia sostenibile.

Valentina Tisato Candidata Movimento 5 Stelle

di Alessio Mannino

A

hi ahi ahi, cari Variati e Fazioli, siete un po’ distratti. Il nuovo corso in Aim, salutato dalla maggioranza di centrosinistra come radiosa svolta dopo gli anni bui di Beppe Rossi e soci, potrebbe non avere tutte le carte in regola sotto il profilo legale. Stiamo parlando di due aspetti precisi: il varo del piano industriale e la scelta, dai contorni opachi, dell’in house che, secondo una tesi che comincia a circolare tra i politici della città, potrebbero presentare profili di illegittimità.

Delibere mancanti La giunta guidata da Achille Variati, eletto nella primavera del 2008, ha fornito il quadro al quale la multiservizi al 100% del Comune di Vicenza deve attenersi in due delibere approvate dal consiglio comunale: gli “Indirizzi generali di governo” e gli “Indiriz-

zi specifici per gli amministratori delle società di proprietà comunale”. Fin qui, tutto bene. Il piano industriale col riassetto interno della holding di San Biagio, invece, non è stato sottoposto a nessuna specifica deliberazione del’organo sovrano della città. Sono state votate tre delibere sulla fusione fra Aim e Amcps (ma non quella sul “global service”, con grande disappunto di Fazioli). Il mancato via libera consiliare, e qui sta la prima contestazione, contravviene al Testo Unico degli Enti Locali (TUEL Decreto Legislativo 267/2000) nell’articolo 42 (“attribuzione consigli”), che avoca al consiglio comunale le decisioni in merito agli indirizzi strategici delle aziende municipali. Non basta.

Per far adottare la riorganizzazione data da Fazioli ad Aim, sarebbe stato prima necessario abrogare la delibera del precedente riassetto, risalente al cosiddetto “piano Interdonato”, e poi anche le modifiche apportate nell’anno sabbatico gestito dal commissario Zanguio. Niente di tutto questo è stato fatto.

Eccezione inesistente La delibera del piano Fazioli dovrebbe sottostare a due condizioni: la convenienza economica per il Comune e il parere del garante della concorrenza sull’in house. Ed è ragionevole supporre che il motivo per cui il piano non è stato messo ai voti in aula consiste proprio nel voler schivare la questione dell’in house, evitando una probabile bocciatura dell’Autorità per la concorrenza e il mercato. Questa potrebbe mettersi di traverso in base alla legge, molto chiara e severa. Secondo l’articolo 23 bis della legge 133 del 2008, la scelta di restare secondo il vecchio regime in house, ossia di non affidare i servizi alla popolazione (luce, gas ecc) mediante una gara di mercato, dev’essere un’eccezione. In pratica si può evitare la gara solo a condizione che esistano - citiamo dalla norma - “particolari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento che non permettono un efficace e utile ricorso al mercato”. Ma Vicenza non si trova sul cocuzzolo di una montagna o non ha subito, grazie

al cielo, eventi catastrofici o bancarotte del tesoro comunale. Insomma non sembra presentare motivi eccezionali tali da giustificare una misura eccezionale. L’ente locale, in ogni caso, dovrebbe corroborare la scelta con un’analisi di mercato e trasmettere un rapporto al garante.

Incoerenza Non è finita qui. L’amministrazione di centrosinistra, nei suoi documenti programmatici (gli “indirizzi di governo” e quelli su Aim), ha scritto nero su bianco che ogni decisione riguardante quali settori affidare al mercato e quali no deve passare per il consiglio, proponendo una via che non è né carne né pesce. Il rilancio, infatti, deve attuarsi, sempre secondo Variati&co, “distinguendo tra i settori da portare al confronto con il mercato e quelli con una chiara vocazione in house” (Linee programmatiche del governo del sindaco), e “prevedendo l’affidamento diretto per quei servizi che presentano uno sviluppo essenzialmente locale” (delibera sugli indirizzi ai nuovi amministratori Aim). Tale direzio-

ne è stata smentita dai fatti, poiché tutti i servizi di Aim sono rimasti in house. Un’incoerenza lampante (e preoccupante).

Il che significa: primo, che l’intero gruppo Aim assume l’etichetta di gruppo “essenzialmente locale”, chiudendo la porta ad alleanze, aggregazioni, fusioni ecc; secondo, che il Comune proprietario deve poter controllare la sua azienda come fa con gli altri servizi (sociale, edilizia, ecc) secondo il cosiddetto “controllo analogo”; terzo, che i privati non possono mettere piedi nella società, che deve rimanere interamente pubblica. Paletti molto rigidi, perfettamente comprensibili e legittimi nel momento in cui si voglia l’in house a tutti i costi. Ma che cozzerebbero palesemente con la legge. E anche, pur prescindendo da ogni valutazione politica sulla preferibilità del mercato o del pubblico, con la tendenza dominante che va inesorabilmente verso l’apertura al privato, alle alleanza societarie e allo sbarco in Borsa. Prospettiva che può non piacere, ma che è quella imposta dal legislatore.

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187 del20 marzo 2010 pag9

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Innovazione Formazione

Lavoro

Montagna

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Lega contro il Pat, torti e ragioni di un j’accuse

| Attorno al teatro e nell’area ex Domenichelli (in alto) si concentrano

Energia

Convivenza

Coraggio

Stefanofracasso.blogspot.com

Stefano Fracasso

Committente responsabile lUCa laZZaroni l. n. 515/93

Metropolitana

alcuni dei progetti più delicati del Pat. Sotto, Manuela Dal Lago in consiglio comunale

Il Carroccio si è mosso contro il Pat di Variati e della Lazzari Muovendo un’accusa che è giusta e ingiusta al tempo stesso. Vediamo perché

di Alessio Mannino

L

a deputata Manuela Dal Lago, capogruppo leghista in consiglio comunale, col fido Alessio Sandoli ad un fianco e il nuovo acquisto Andrea Pellizzari (ex Forza Italia) dall’altro, ha presentato un dossier, dal titolo “Fatti e misfatti”, che denuncia il pesante sbilanciamento di sei dei nove accordi siglati dal centrosinistra con privati, allegati al Piano di assetto territoriale. All’ingrosso, la pattuglia della Lega ha ragione, anche se non in tutti i casi e non sempre per i motivi ufficialmente dichiarati. Scorriamole, queste intese già approvate col Pat ma che potranno subire modifiche e, tranne forse che per il nuovo stadio a Vicenza Est, dovranno trovare conferma con l’approvazione, progetto per progetto, del Piano degli Interventi (la seconda fase in cui i singoli piani sono vagliati e messi ai voti in aula consiliare).

Monte Asolone, Montagnole, Federale Fra via Monte Asolone e il fiume Astichello, la proprietaria del terreno, la Marte Srl, cederà chiavi in mano al Comune una nuova area verde di 18.500 metri quadri in cambio di una lottizzazione residenziale da 3600, e altri 2200 andranno per parcheggi e aree pedonali. Fin qui, sembrerebbe tutto bene. Una clausola, però, dice che 390 metri quadrati di edilizia residenziale pubblica e 150 metri quadrati destinati a residenza per disabili potrebbero non essere mai realizzati perché la Marte, non volendo deprezzare il valore degli immobili residenziali mettendoci intorno strutture per poveri e han-

Scontro a San Felice dicappati, al loro posto potrebbe Con la Ivem del gruppo Beltrame demolire ciò che resta della Cen(ma dentro c’è anche Carlo Valle, trale del Latte e costruire un altro coinvolto nell’indagine Aim) e con po’ di opere pubbliche nel quartiel’Immobiliare Maddalena sono re. Lo svantaggio per il pubblico, stati stipulati accordi rispettivain questo caso, non è poi così scanmente per l’ex Corte Pellizzari e daloso. Più evidente è quello in via l’ex Domenichelli. Nella prima Riello, dove il verde delle Monverrà costruito un polo di case, uftagnole, un lotto di 16.600 metri fici, negozi e officine artigiane in quadri che verrà ceduto al Comucambio, in sostanza, della bonifine, sarà scambiato con la possica e di un parcheggio; nella seconbilità, concessa alla Lisitalia Spa, da sorgerà un nuovo municipio di edificare nell’ex Pp6 in via Btg. da 2500 metri quadri (ceduti dal Framarin, la zona a ovest del nuoprivato al Comune), e accanto un vo teatro. Lì i proprietari potranno edificio misto, residenziale comrealizzare edifici con una superfimerciale e direzionale. In realtà, cie utile superiore del 30 per cento a parte l’inquietante presenza di rispetto a quanto avrebbero potuto Valle nella Ivem, questi due casi fare a Sant’Andrea. Inoltre, al di non presentano smaccate specufuori del parco rimane una fetta di lazioni a danno del terreno comunale di pubblico. La verità è 3.300 metri quadri un’altra: con le due in cui viene concesso pre-intese separate, ai privati di edificare. è saltato il vecchio E rimane anche un Da Hullweck piano contenuto nel lotto di mille metri a Variati Ftv-San Feliquadri già edificato, sono cambiati piruea ce, molto più vantaga cui sarà concesgioso per la Provincia so un ampliamento gli interessi (a guida leghista con massimo del 30 per e i modi l’attuale presidente cento del volume. di soddisfarli Schneck come con Una montagna di chi l’ha preceduto, soldi in cambio di cioè proprio la Dal qualche Montagnola Lago) e per altre “potenze” immoverde. Quanto al Campo Federale biliari, come il gruppo Ingui. Ora, di via Goldoni, la milanese Aton mentre per Monte Asolone l’alSrl si impegna a consegnarlo al larme è ingiustificato, mentre le Comune con relativo parcheggio, e Montagnole e il Campo Federale il come contropartita potrà costruire guadagno privato è effettivamennell’ex Pp6, esattamente nell’area te sproporzionato, nel quadrante corrispondente al parcheggio del di San Felice emerge, naturalmenteatro. Cosa costruirà, però, è late non a occhio nudo, lo scontro sciato nel vago (si individua, come d’interessi contrapposti. destinazioni d’uso possibili, il residenziale-direzionale, i pubblici Corsie preferenziali esercizi, il commercio al dettaglio, Uno scontro che giganteggia l’artigianato di servizio e le attività nell’ultimo e più grosso affare alberghiere). Lisitalia e Aton, codel Pat, il nuovo stadio a Ca’ Balmunque, si accaparrano senza colbi. Qui, tuttavia, i leghisti hanno po ferire fette di terreno comunale ragione da vendere. La cordata di gran pregio e di grande potenaggiudicataria, Vicenza Futura zialità economica.

(composta dalla Maltauro, da Caoduro, dalla Unicomm e dalla Bilding Immobiliare, in cambio del nuovo impianto sportivo e della demolizione del vecchio Menti potranno dare vita a un complesso commerciale (ma anche direzionale e residenziale) di 110 mila metri quadri. Una colata di cemento che si mangerà una parte considerevole della superficie agricola ancora libera in città, il cui esatto valore in termini economici rimane opaco (il rapporto fra area disponibile e quella che verrà effettivamente edificata potrebbe lievitare), per la quale non c’è uno straccio di convenzione per le future attività commerciali, e i cui tempi di realizzazione possono allungarsi a fisarmonica fino a dieci anni. Ma condizioni ancora più gravi, che denotano come la controparte abbia voluto chiudere l’intesa a doppia mandata, sono: primo, che i privati potranno recedere dall’accordo se per caso il consiglio comunale dovesse approntare modifiche a loro non gradite; secondo, che ambiguamente si prevede un iter che agevoli il passaggio in consiglio (il Piano degli Interventi, si legge, “potrà anche definire ogni esigenza regolativa senza necessità di successivo strumento attuativo”). Ha sintetizzato la Dal Lago: «i privati avranno il via libera per fare quello che vogliono senza alcun controllo pubblico. Ci si vuole sottrarre al doveroso controllo da parte del Consiglio comunale, unico organo delegato a tutelare gli interessi della collettività».

Maquillage Dicevamo all’inizio che la requisitoria leghista è contemporane-

amente giusta e ingiusta. Giusta nel concreto di alcuni piani, primo fra tutti quello di Vicenza Futura. Ma ingiusta, o meglio ipocrita, perché in altri punti è animata da motivazioni d’interesse. E poi perché quando al governo della città c’erano loro con Forza Italia e An, la svendite e i regali ai privati non cadevano di certo dal cielo. Ai loro tempi, molto restava bloccato, ostaggio delle guerre intestine al centrodestra dietro cui si combattevano questo e quel potentato del mattone. Il che non giustifica il piglio autoritario con cui il centrosinistra vuole oggi passar sopra al dibattito sul Pat come un carro armato. In realtà, questa amministrazione ha sposato certi interessi in modo organico ma col buonsenso di accontentare anche qualche comitato cittadino (vedi Pp10 e piano Lodi), facendo sempre tutto in regola in modo da evitare contenziosi legali, e con una bravura decisamente superiore nel darsi un’immagine di belli e buoni. Ma la differenza con chi c’era prima, nella sostanza (e non nelle intenzioni, che per esempio nella Lazzari sono adamantine), sta solo nella gradazione di ossequio ai poteri forti.

187 del20 marzo 2010 pag10

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economia&mercati

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187 del20 marzo 2010 pag11

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ViPiù

Assindustria, una Waterloo

economia&mercati

sono aggiunti alcuni nomi inaspettati e di grande peso. Nomi riconducibili ad alcune delle più importanti aziende del settore, e tutti in prima fila nella precedente giunta di Assindustria: come Michele Amenduni, delle acciaierie Valbruna, già vicepresidente all’epoca di Massimo Calearo; come Susanna Magnabosco, candidata alla successione di Calearo proprio con il sostegno degli Amenduni, (e battuta da Zuccato); o come Adamo Dalla Fontana, anche lui vicepresidente con Calearo. Da eleggere c’erano i 12 membri del consiglio di sezione, e ogni delegato poteva assegnare al massimo 8 preferenze secondo una prassi consolidata all’interno dell’associazione, e studiata per garantire alle eventuali minoranze una rappresentanza sicura (in questo caso almeno quattro posti su dodici). Bene, l’esito dello scrutinio non ha lasciato molto spazio all’immaginazione. Gli otto più votati sono tutti nomi vicini alla linea dell’attuale presidente; i big del vecchio corso, invece, non sono riusciti nemmeno a rientrare nei quattro eletti di minoranza. Eppure giocavano in casa - la sezione meccanica è la “loro” sezione. Ed avevano dalla loro la forza dei numeri, dato che in Assindustria le aziende hanno a disposizione un pacchetto di voti che varia in base alle loro dimensioni: quelle pic-

cole possono dare un unico voto; quelle più grandi, come la Valbruna, possono arrivare a venti. Ma non è bastato. Il grosso dei delegati ha diretto altrove le proprie preferenze. E né Michele Amenduni, né Susanna Magnabosco, né Adamo Dalla Fontana, né Alberto Zamperla (anche lui tra i candidati considerati legati alla precedente dirigenza) sono riusciti ad entrare nel consiglio di sezione.

Per Zuccato è la conferma che il percorso di rinnovamento e normalizzazione avviato in questa prima metà mandato - percorso cominciato con l’indicazione di Vittorio Mincato alla presidenza della Camera di Commercio, proseguito con il cambio alla direzione del Giornale di Vicenza e con la nuova presidenza della Fiera - va nella direzione giusta. E che la grande maggioranza dell’associazione sta dalla sua parte. Per i suoi avversari interni è una bocciatura con poche possibilità di appello.

Anche perché, tagliati fuori dal consiglio della loro sezione, e in scadenza nei rispettivi mandamenti territoriali, i pezzi da novanta della vecchia Assindustria si trovano ora completamente esclusi dalla giunta dell’associazione. Cioè dal vero fulcro delle decisioni che contano.

Luca Matteazzi

La finanziaria che fa capo agli Amenduni consolida il proprio pacchetto azionario

L

a Ferak, finanziaria che fa capo alla famiglia Amenduni Gresele delle Acciaierie Valbruna, tramite la Effeti, società al 50% tra Fondazione Crt e Ferak stessa, ha rilevato mercoledì 17 mazo una quota in Generali del 2,26%, che si va ad aggiungere all'1.7% già posseduto direttamente. La Crt (Fondazione Cassa di Risparmio di Torino) non aveva, invece, azioni del gruppo di Trieste.

Le 35.300.587 azioni ordinarie Generali (pari a circa il 2,26% del capitale) sono state cedute da Unicredit, che è uscita totalmente dalla partecipazione nel colosso assicurativo di Trieste per i vincoli imposti dall'Antitrust, e la Effeti le ha rilevate al prezzo di 18 euro per azione (circa 635 milioni di euro in totale il controvalore dell'acquisto).

L'operazione di rafforzamento delle quote in Generali da parte degli imprenditori vicentini è stata perfezionata prima della scadenza del termine della presentazione delle liste per il nuovo Cda di Generali, termine fissato al 6 aprile. Effeti, con sede a Torino, è presieduta da Andrea Comba, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.

L'operazione rappresenta sicuramente per la Ferak un inve-

stimento strategico in una delle più importanti compagnie di assicurazione a livello mondiale. I principali soci della holding Ferak sono col 38,8% la famiglia Amenduni (Acciaierie Valbruna), Palladio e Finint (24% ciascuno), Veneto Banca Holding (9,92%) e Gianfranco Zoppas (3,71%).

Il bilancio di Ferak chiuso al giugno 2009, prima dell'operazione di incorporazione in Generali delle controllate Alleanza e Toro, ha registrato un utile di 15,3 milioni e riportava come investimenti stabili 15,2 milioni di azioni Generali (0,98% del capitale contro l'1,03% nel 2008) e altre 4,4 milioni come trading (5,9 nel 2008).

Fra le quote stabili c'erano anche 1,7 milioni di titoli Alleanza, poi incorporata in Generali. Il valore del portafoglio azionario di 300 milioni si confrontava con i 500 milioni del bilancio 2008 che aveva chiuso in perdita di 19,5 milioni, a causa essenzialmente di attività di investimento e gestione del portafoglio. Nel recente Cda e' stato nominato alla Presidenza della holding, che vanta un patrimonio netto di 423 milioni di euro (407,7 a giugno 2008), Maurizio Amenduni Gresele mentre il ruolo di A.d. e' stato affidato a Andrea De Vido.

Liceo musicale al Pigafetta, la fortuna di avere amici influenti E

h sì, e il Preside del Liceo A. Pigafetta, sul GdV del 13 marzo, non si tira certo indietro: una bella letterina, che più che una nota informativa pare proprio una lista di dovuti ringraziamenti a chi - chiamiamo le cose col loro nome - ha fatto lobbying per Vicenza, affinché il treno del Liceo Musicale facesse un’eccezione e si fermasse anche qui. Uno per uno, sono elencati, così possono

U

n modo per capire la gravità della crisi economica che stiamo attraversando è quello di rivolgere la nostra attenzione ai tassi di interesse, sui minimi storici ormai da diversi mesi.

Nell’area euro la Banca Centrale Europea sta continuando a mantenere il tasso di riferimento all’1%, e negli Stati Uniti anche lo scorso 16 marzo la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi invariati nel range tra lo 0 e lo 0,25%. Il rialzo del tasso di sconto Usa (allo 0,75%) avvenuto qualche settimana fa, aveva forse fatto ritenere, a qualche economista, che una analoga decisione sarebbe stata presa anche per i Fed Funds, invece nulla di tutto questo; anzi, il Governatore della Fed, Ben Bernanke, ha ribadito che “i tassi rimarranno straordinariamente bassi ancora a lungo”.

flickr.com/ete studenti massa

Opinioni

Incognita ripresa, una questione di tassi di Giancarlo Marcotti

Tassi troppo bassi...

Vogliamo sottolineare come la decisione di mantenere inalterato il costo del denaro non sia stata presa all’unanimità. Thomas Hoenig, Presidente della Fed di Kansas City, ha espresso un voto contrario, preferendo un ritocco all’insù dei Fed Funds. E’ la seconda volta che Hoenig si distingue dagli altri nove governatori federali: per lui infatti il mantenimento di tassi così bassi può portare squilibri finanziari sul lungo periodo.

Le preoccupazioni di Hoenig sono tutt’altro che prive di fondamento. È infatti molto probabile che la gravità della crisi che stiamo attraversando sia dipesa anche dall’aver mantenuto troppo a lungo i tassi eccessivamente bassi dopo lo scoppio della bolla internet del 2000.

L’allora Governatore Alan Greenspan fu fortemente criticato per aver mantenuto troppo a lungo una politica monetaria eccessivamente espansiva (cioè per l’appunto tassi di interesse bassi, ndr): secondo molti economisti

| Una protesta contro la riforma Germini.

vedersi sul giornale: l’Assessore Provinciale all’Istruzione Morena Martini, l’Assessore Regionale alle Politiche dell’Istruzione Elena Donazzan, il Consigliere Regionale Roberto Ciambetti e, ciliegina sulla torta, l’ex Sindaco di Vicenza Enrico Hullweck (che nel frattempo ha fatto carriera, ricoprendo attualmente la funzione di Capo della Segreteria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Per

quali meriti culturali non si sa, ma se Bondi può fare il Ministro, lui certamente può fare il Capo della Segreteria). Ad aleggiare su costoro, a mo’ di Spirito Santo, “l’illuminata decisione ministeriale” che ha sancito il tutto.

Beh, che dire: avere degli amici così son fortune. Sarà perché alle Elementari e alle Medie certi amici non li abbiamo, che a noi invece le cose vanno da schifo. Nessuna

illuminazione, anzi: tenebre fitte.

Invece, riduzione generalizzata dell’orario: da 36 ore a 30; azzeramento delle attività opzionali; alle Elementari, quest’anno è saltato un pomeriggio, l’anno prossimo ne salta un altro; falcidie delle ore di compresenza (quelle in cui non leggevamo la Gazzetta dello Sport, come certi ‘illuminati’ hanno voluto far credere, ma aiutavamo i bambini in difficoltà a pro-

gredire e a mettersi in pari); nelle Superiori, l’anno prossimo verranno tagliati 15.000 dei 25.600 posti complessivi; le classi di tempo prolungato perderanno (altri) 1700 posti. Eccetera eccetera.

Alla faccia dell’illuminazione. Ché poi, rileggendo la lista degli amici, una riflessione ci viene alla mente: forse, per essere illuminati, è necessario spostarsi verso destra?

Giuliano Corà

flickr.com/nestor galina

L

’ennesima battaglia della lunga guerra di posizione che si sta giocando all’interno di Assindustria si è chiusa con un risultato chiaro. E forse, questa volta, definitivo. Da un lato una conferma del gradimento per il nuovo corso impostato dal presidente Roberto Zuccato, dall’altro una debacle con pochi precedenti per il vecchio gruppo dirigente. È difficile dare una lettura diversa di quanto avvenuto un paio di settimane fa con le elezioni del nuovo consiglio della sezione della meccanica e della metallurgica. In apparenza un passaggio di routine, un semplice rinnovo di cariche interne: in realtà uno snodo cruciale per gli equilibri dell’Associazione. E, a cascata, per tutti quelli che dipendono da Palazzo Bonin Longare. Perché la sezione meccanica è la più importante tra tutte quelle della Confindustria provinciale (da sola raggruppa un terzo degli iscritti, e nomina in giunta ben sei rappresentanti, quando tutte le altre sezioni ne hanno uno, al massimo due). E perché in quella votazione, ancora una volta, si sono fronteggiate la linea del presidente Zuccato, eletto nel 2008 soprattutto grazie al consenso della base di piccoli imprenditori, e quella della “vecchia” dirigenza.

I fatti sono andati così. Negli ultimissimi giorni prima della votazione, alla lista dei candidati si

E intanto Ferak cresce in Generali

| In alto, la sede newyorchese della Federal Reserve. Sotto un pozzo petrolifero

Con una scelta discussa, Federal Reserve e Banca Centrale Europea non hanno alzato i tassi d’interesse Intanto l’economia sembra ripartire Ma l’auspicato cambio di passo è stato solo di facciata infatti questa decisione è alla base dell’esplosione del fenomeno “derivati”, che ha successivamente provocato il tracollo dei mercati finanziari al quale abbiamo assistito. … o debito troppo alto?

La realtà è che nell’attuale sistema economico/finanziario il vero fattore destabilizzante è l’eccesso di “debito”, sia privato che pubblico.

Per risolvere problemi derivanti da un eccesso di debito, si adottano politiche espansive, immettendo nuova liquidità e quindi “potenzialmente” creando le premesse per una nuova futura crisi.

Hoenig quindi ha la sua parte di ragione, ma questo Bernanke lo sa perfettamente e qualcosa in tal senso comincia a vedersi.

Exit strategy Ai margini della riunione del Fomc (Federal Open Market Committee), nella conferenza stampa che segue la comunicazione delle decisioni prese dai vari Governatori Federali, un accento particolare è stato posto a quella che, nel gergo ormai accettato da tutti, va sotto il nome di exit strategy. E’ stato infatti rimarcato come, tra i programmi straordinari di iniezioni di liquidità, l’unico rimasto ancora attivo sia il Term AssetBacked Securities Loan Facility, in pratica quegli aiuti riguardanti i mutui ipotecari commerciali, programma che comunque scadrà il prossimo giugno.

Ritorno alla normalità Si sta così, molto lentamente, tor-

Ricambio di facciata nando verso la normalità: i dati E’ proprio questo l’aspetto che positivi, infatti, fortunatamente, a noi preoccupa maggiormennon mancano. In particolare il te, i grandi investimenti per una mercato del lavoro, che desta atnuova economia “verde”, tanto tualmente le maggiori preoccupasbandierati dall’Amministrazione zioni per il Presidente Obama, e Obama, stentano a decollare (per non solo per lui, si sta stabilizzanusare un eufemismo). Forse si ardo; anche gli ultimi dati al mese riverà ad una soluzione bipartisan di febbraio vanno in questa direnel campo dell’assizione. stenza sanitaria, ma I consumi delle famil’abbandono, o la riglie, compatibilmente duzione significativa, con la situazione ocdella dipendenza dal cupazionale, stanno L’aumento petrolio sembra forse lentamente crescendel prezzo ancora più lontana rido. E al momento spetto a qualche anno sembrano ancora lon- del petrolio fa. tani i pericoli inflazio- è una spia A proposito, l’oro nistici: quello dell’au- della ripresa nero è tornato sopra mento dei prezzi poquota 80 euro, e ce trebbe essere uno de- economica ne siamo accorti gli effetti collaterali tutti recandoci alle devastanti, dovuto pompe di benzina; da un certo al mantenimento per un periodo punto di vista la notizia non può eccessivamente lungo di tassi “a essere interpretata solo in modo zero”. Al momento, però, siamo in negativo. Il prezzo del greggio è una fase prematura, non c’è alcun anch’esso una spia molto imporsegnale che possa indicare il surtante della ripresa economica: riscaldamento dell’economia. ricordiamo infatti che sono le Infine, ma non per questo meno industrie le principali “divoratriimportante, il mercato immobici” di energia, quindi una ripresa liare sta dando i primi segnali in dell’attività produttiva coincide controtendenza rispetto agli ulcon un incremento della domanda timi anni. Non stanno salendo i di petrolio. prezzi degli immobili, se escludiaIn conclusione quindi, dobbiamo mo limitatissime eccezioni, ma certamente essere soddisfatti per perlomeno si stanno stabilizzanalcuni indicatori economici, ma do e sembrano scongiurati nuovi per non trovarci daccapo tra alcrolli. cuni anni, la domanda da porci è: L’economia, nel suo complesso, ma questa crisi ha portato il tanto sembra ripartire, non si sa se col auspicato cambio generazionale piede giusto o meno: sarà una ripartenza vera o si torneranno nella classe dirigente? Abbozziaa commettere gli errori del pasmo la nostra risposta: forse, ma sato? solo di facciata.

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L’elezione del nuovo consiglio della sezione meccanica consolida la linea del presidente Zuccato Bocciati, invece, gli esponenti della dirigenza precedente

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per i vecchi poteri forti

cultura

187 del20 marzo 2010 pag12

ViPiù

cultura

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Si a apre a palazzo Leoni Montanari la rassegna dedicata all’arte poetica Fino al 7 maggio incontri con alcuni dei più importanti autori contemporanei Tra gli italiani ci saranno Edoardo Sanguineti e Patrizia Valduga

on poteva esserci occasione migliore della Giornata mondiale della poesia per dare il via alla seconda edizione di Dire Poesia, la riuscita rassegna ideata l’anno scorso dal Comune e da Intesa Sanpaolo e riproposta quest’anno con la stessa formula (incontri con grandi autori contemporanei) e qualche innovazione (lo spazio per i giovani poeti stranieri che scrivono in italiano, la sezione on/off). I fili conduttori dell’edizione 2010 saranno il tema dello spaesamento, inteso

sia in senso geografico, come esilio o lontananza dal paese di origine, sia in senso linguistico, e il confronto fra culture, lingue, tradizioni e punti di vista diversi.

Si comincia, infatti, domenica 21 marzo a Palazzo Leoni Montanari con l’incontro con il greco Titos Patrikios, interprete di una poesia che si distingue per la vigorosa valenza civile. Nato ad Atene nel 1928, partigiano durante la resistenza, al confino tra il 1951 e il ‘54 e poi in esilio tra il 1958 e il ‘64, Patrikios ha pubblicato volumi di racconti e numerosi e importanti saggi letterari, sociologici e giuridici, oltre a raccolte di versi tradotte in tutto il mondo.

Il calendario della manifestazione continua poi il 25 marzo con Armando Romero, poeta, narratore e saggista colombiano, estroverso

letterato la cui opera poetica è ispirata soprattutto dai suoi numerosi viaggi (sempre alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari) e con Yang Lian, uno dei maggiori poeti cinesi contemporanei, voce della dissidenza, candidato al Nobel nel 2002 (il 22 aprile, a Palazzo Chiericati).

La poesia italiana sarà rappresentata da due nomi di altissimo rilievo, Edoardo Sanguineti e Patrizia Valduga. Ad ospitare l’incontro con Sanguineti saranno, il 28 aprile, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. La sua poesia, nota per un ardito sperimentalismo, si intreccerà alla perizia musicale di Stefano Scodanibbio, importante compositore e contrabassista marchigiano, che si incaricherà di aggiungere significati e suggestioni a testi di per sé già molto ricchi.

Patrizia Valduga, i cui testi sanno coniugare l’intemperanza dei sentimenti con il temperamento della forma, sarà la protagonista, ancora a Palazzo Montanari, dell’incontro conclusivo della manifestazione, il 7 maggio.

con Chaplin e Fellini Al Ridotto del Comunale continua la rassegna Domeniche di danza Il 21 marzo un appuntamento dedicato alle colonne sonore dei grandi del cinema

D

a Chaplin a Fellini passando per le musiche di Nino Rota per approdare al dolce sorriso di Amelie. E’ un viaggio tra le più famose colonne sonore dei film che hanno fatto la storia del cinema quello che “Omaggio al cinema”, spettacolo della rassegna Domeniche di danza particolarmente indicato per i ragazzi a partire da 7 anni, propone il prossimo 21 marzo alle ore 16.00 al Ridotto del Teatro Comunale Città di Vicenza.

Un universo fatto di suoni, immagini, danza ed effetti scenici multimediali dove la danza si fa coin-

volgente percorso per tutti e dove il pubblico, fin da subito, viene chiamato a partecipare con i danzatori del Gruppo Spaziodanza Junior e i coreografi. Lo spettacolo si inserisce nella rassegna Domeniche di danza, pensata per far incontrare, in un giorno di festa, le generazioni di genitori e figli, nonni e nipoti. La rassegna si conclude il 28 marzo prossimo con “Sulla strada per Brema”, spettacolo di musica suonata con strumenti e corpo, ideazione e regia di Laura Moro, adattamento musicale di Marcella Campagnaro, con la partecipazio-

ne della sezione SUZUKI del Conservatorio di Musica di Vicenza “A. Pedrollo”, formazione d’archi costituita da giovanissimi musicisti ( età massima 12 anni).

In occasione della Domenica ecologica è possibile raggiungere il Teatro Comunale Città di Vicenza parcheggiando al Park Via Farini e prendere la linea 20 direzione centro, con fermata in via Cairoli (dove si trova il teatro). Il servizio bus è gratuito ed attivo anche alla fine dello spettacolo. Costo biglietti: interno 7 euro; under 16/ over 60 euro 5.

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Un incontro, che cade nel cuore della rassegna (il 16 aprile a Palazzo Chiericati), sarà dedicato al fenomeno letterario della poesia della migrazione italofona. Interverranno autori che, costretti ad abbandonare la loro terra natale, hanno deciso di scrivere in italiano (come l’argentina Candelaria Romero) o hanno mantenuto i contatti profondi con la loro cultura attraverso l’idioma (come il bosniaco Božidar Stanišić). Ad accompagnarli e introdurli sarà presente Mia Lecomte, poetessa in proprio e curatrice della fortunata antologia Ai confini dei verso. Poesia della migrazione in italiano.

All’interno dell’iniziativa trovano inoltre spazio i giovani poeti emergenti, per i quali è stato creato un apposito contesto, denominato Dire poesia “off ”, sulla falsariga del teatro off di Broadway. I vicentini Alessandra Conte e Roberto Cogo saranno, il 9 aprile, all’Officina arte contemporanea. La friulana Antonella Bukovaz, che sarà accompagnata dalla compositrice

arpagnacchi, Esse, Ri-gati, Biscotti al tarassaco, Pandoi de Schio. Sono solo alcuni dei prodotti che i pasticceri artigiani del Consorzio La Gata presenteranno al pubblico sabato 20 marzo a partire dalle 14.00 in occasione del Gata Day. Fino alle 18.00 Piazza Castello a Vicenza sarà animata dai sapori e profumi di quelli che, scherzosamente, sono stati chiamati Gatei, perché figli del dolce tipico di Vicenza: La Gata.

Molti mesi e molte riunioni sono state necessarie per mettere a punto la gamma completa dei 21 nuovi prodotti che vogliono essere espressioni autentiche della provincia berica, dalla bassa vicentina fino all’altipiano di Asiago. “Saremo in piazza uniti per presentare i nostri nuovi prodottidichiara il presidente del Consorzio Carlo Pozza - e

Inutile Burton, meglio il cartone

| Il poeta greco Titos Patrikios

slovena Hanna Preuss, sarà il 5 maggio ad AB23 con la sua arte al confine tra parola, suono e video, mentre la giovane trentina Ariadne Radi Cor porterà all’Officina di Vicenza un suo particolarissimo “film noir”, incrociando ancora una volta parole e immagini (il 6 aprile).

Nei giorni dei reading, infine, alcuni caffè del centro storico di Vicenza si trasformeranno in “teatri della poesia”: le bevande in tazza saranno servite ai clienti accompagnate da preziosi bigliettini, sui quali saranno impressi frammenti di poesie inedite degli autori in programma, in modo da aggiungere a un gesto quotidiano un tocco di novità e di eleganza.

Il consorzio di pasticcieri “La Gata” presenta 21 nuovi prodotti Appuntamento il 20 marzo per scoprire i “figli” della Gata

P

Popcorn

Per Alice il passaggio dal cartoon al film è disastroso e il regista è assente Non contiene una sola scintilla di originalità e di provocazione

Pandoi e parpagnacchi, vicentini magnagatei

Danzando

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movida

Il piacere di Dire Poesia

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movida

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saremo a completa disposizione di tutti per informazioni e per svelare alcuni dei nostri segreti”.

Un occhio di riguardo andrà ai più piccoli, con un angolo animato da un clown che realizzerà sculture feline con i palloncini e decorerà i visi dei bambini per dare loro le sembianze di un gatto.

L’appuntamento si inserisce nel programma della Settimana dell’Artigianato promossa dall’Associazione Artigiani della provincia di Vicenza. Appuntamento sabato 20 marzo dalle 14.00 in Piazza Castello a Vicenza.

di Giuliano Corà

A

hi-ahi-ahi: e due... Nel 2008 Burton ci aveva lasciato con Sweeney Todd, la storia vera del barbiere londinese che nell’Ottocento uccideva e trasformava le sue vittime in pasticci di carne a prezzi popolari. Fu quello un eccezionale esercizio di stile, una grande dimostrazione di mestiere, ma anche un film sostanzialmente vuoto, che non scendeva di un pollice sotto l’elegantissima superficie. Perdonabile tuttavia: e, appunto, per la solita, grande abilità dimostrata e perché - si pensò - anche gli artisti come lui hanno bisogno di un po’ di relax. Lo si aspettava alla prova successiva,

quella Alice di cui si favoleggiava da tempo. Quale soggetto migliore per un visionario dark come Burton, dissero moltissimi suoi fans? È vero, dissero subito molti altri, ma stiamoci attenti, perché proprio per questo il Nostro corre uno dei rischi peggiori: quello di fare un film ‘alla Burton’, senza riuscire nemmeno questa volta a raggiungere le radici della sua ispirazione. Stiamo a vedere. Ora abbiamo visto, e avevano ragione loro. Dopo Mars Attacks (1996) e Il pianeta delle scimmie (2001), questo è certamente non tanto il film più brutto di Burton, quanto il più inutile. Acuto è il rimpianto del cartoon disneyano del 1951, col quale questo film è strettamente imparentato, non solo per il soggetto, quanto - ed è questo il punto - per la produzione. Paradossalmente però, il passaggio

dal cartoon al film non solo non ha giovato, ma è stato disastroso.

Colpa anche dei sessant’anni trascorsi. Nonostante tutta la pruderie degli anni Cinquanta, tuttavia allora il politically correct era ancora un concetto abbastanza sconosciuto. Ne risultò così un cartoon acidino e cattivello, allusivo, inquietante anzichenò, che non a caso non è mai stato ai vertici delle preferenze dei bambini per quel che riguarda la produzione disneyana classica. Ma, appunto, il tempo è passato, Disney è diventata una major, muove somme favolose, e non può permettersi errori. Il risultato è dunque, questa volta, un film che più piccoloborghese non si può: politically very correct, pudico, beneducato.

Un film che non contiene una sola scintilla di originalità e di provocazione, e che si adagia in un per-

benismo familiare della domenica desolante. Un film in cui i ‘cattivi’ vengono liquidati in fretta, per evitare che qualcuno in sala si faccia domande (e c’è più trasgressione in un capello del Principe Azzurro di Shrek che in tutto il Fante della Regina Rossa) e i buoni sono loffi e noiosi. Un film in cui, tra l’altro, Burton è completamente assente: sparita la cattiveria irriverente di Beetlejuice (1988), spariti gli incubi dark e sanguinosi di Sleepy Hollow (1999), spariti i sogni e gli strazianti ricordi di Big Fish (2003). Rimane una storia banale, nello svolgimento e nella conclusione. ‘Istruita’ dalla sua permanenza in Wonderland, Alice diventa un mercante in Cina.

Fantastico! Tutto ‘sto casino per trafficare in oppio e schiavi?! Sarebbe questa la lezione ‘libertaria’ del personaggio?! Aridatece il car-

toon, per favore... Ad affossare definitivamente la storia contribuiscono massicciamente i trucchi.

Come ha scritto il critico di Liberazione - mi inchino a tanto sarcastico genio - il Cappellaio Matto sembra la caricatura del Mago G di Galbusera. E, aggiungo io, Anne Hataway, nella parte della Regina Bianca, pare la caricatura di Cicciolina, con l’aggravante di essere evidentemente in preda ad una grave crisi confusionale. Sarà stata una scelta registica o si era fatta un cannone prima di andare sul set? Non lo sapremo mai. Quel che sappiamo è che questo è un film fallito, che ci siamo annoiati a morte, che abbiamo buttato via i soldi, e che Burton è (era?) un altra cosa.

ALICE IN WONDERLAND, T. Burton, USA, 2010

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La nuova era del Longare Collaborazione con Castegnero e focus sul settore giovanile la ricetta ai piedi dei Colli Berici Indimenticabili gli anni d’oro della serie C e dei tifosi in pullman, ma ora si guarda avanti

Xcittà, un po’ free press, un po’ Facebook Tra limiti e speranze Il giornalismo partecipativo incontra il web in un network di 10 capoluoghi Ma mancano una home page generale e le notizie di approfondimento votate, rispondendo così all’idea partecipativa. Grazie agli strumenti tecnologici, ciascun redatdi Marco Milioni tore è sempre collegato all’altro, senza mai perdere il contatto con la sua città». Usa queste parole il Dopo il successo riscontrato quotidiano La Stampa nella sua negli Usa, il concetto di giorversione telematica proprio per nalismo partecipativo si fa strada lanciare una nuova piattaforma di anche in Italia. Il neonato progetgiornalismo partecipativo (http:// to di Xcittà.it si propone di essere www.xcitta.it). Attualmente il una sintesi tra due il modello edinetwork è esteso a dieci capoluotoriale dei giornalisti professionighi che sono Torino, Milano, Gesti e quello dei blogger e dei social nova, Bologna, Treviso, Firenze network. I primi documentano la Roma, Bari, Napoli e Palermo. propria realtà locale con inchieste L’obiettivo sulle notizie che gli stessi cittadini VicenzaPiu?:VicenzaPiù 17-03-2010 0:05 dichiarato Pagina 1su LaStampa.it è quello di raggiungere quota possono segnalare, commentare e

« | Le ragazze dell’under 13 e del minivolley

gano anche le atlete delle squadre incostante e con diverse debominori e, spiega la capitana Laulezze tecniche in una formaziora Vettore, “stiamo ottenendo un ne grintosa, molto determinata, di Alida Pretto buon risultato di cooperazione e ben messa in campo, veloce e con amalgama”. una tecnica complessiva più che a Pallavolo Longare ha comLa terza divisione viaggia a metà buona vista la giovane età. Gli piuto trent’anni nel 2007, ma classifica, mentre la terza diviultimi risultati lo dimostrano, e dall’anno scorso ai piedi dei Colli sione under 20, formata più che anche la classifica finale: è queBerici è iniziata una nuova era. altro da ragazze under 18, è ansto gruppo il futuro più prossimo La collaborazione con il Castecora a secco di vittorie. Scendendella Pallavolo Longare.”Il settognero, paese limitrofo di neanche do d’età, l’under 16 aveva chiuso re giovanile è diventata la nostra 3000 anime, ha ampliato il bail proprio girone, lo stesso delle priorità, - conferma il presidente cino di reclutamento, dando via campionesse provinciali del Joy Rossi - puntiamo a valorizzarlo a un progetto che punta sui gioVolley, al terzo posto, rimanendo sempre più; anche l’obiettivo delvani, spesso lasciati in secondo così fuori di un soffio dalla fase la seconda divisione è volto alla piano. finale. Adesso le ragazze stanno crescita delle ragazze, poi stanno Ora la società presieduta da Sildisputando il campionato di terza arrivando anche i risultati, il che, vio Rossi ha un florido settore divisione under 16, dove la scorsa ovviamente, non può che farci BabyVolley e MiniVolley, divisettimana è arrivata la prima vitpiacere”. so tra i due centri, e la metà dei toria. La “cura impegno” (con gli La massima formazione milita in suoi tesserati ha meno di 13 anni.

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Appena iniziato, insembrano unapparecchi gradino sopra le al-CISCO 13 e una under 12. Tutte le ravece, il cammino dell’under 14 tre, ma il Longare è a nove pungazzine allenate da Marc Giles nel Torneo Città di Vicenza. ti da loro (e a quattro dal terzo sono cresciute molto nel corso Negli anni d’oro, quando c’era anposto che vale i playoff) con una della stagione e l’under 13 Blu ha cora la divisione dei campionati partita in meno e le gare da diottenuto l’accesso seconda Vendita ealla creazione siti WEB e domini internet di serie C, il Longare ha militato sputare sono ancora otto.

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to insomma; un po’ meno spetto il paese seguiva le partite deltacolare per chi invece ha perso, la prima squadra. Anni in cui le ma lo ha fatto comunque a testa trasferte avvenivano addirittura alta contro una squadra compatcon un pullman di tifosi al seguita, tecnicamente ineccepibile, to, anni memorabili che la società che non ci sta ad essere seconda non dimenticherà mai. Ma serve e che ha voluto ribaltare il punpoco guardare al passato, si deve teggio dell’andata. La classifica guardare avanti, ed è quello che dice che i prossimi due incontri si è fatto e che si sta facendo. saranno i più pericolosi, poi si Dal 1995 la società ha anche una dovrebbe finire in modo transquadra maschile, che tanto bene quillo. I due punti di vantaggio ha fatto negli ultimi anni. Nella non sono tanti; ma il Cornedo ha stagione 2003/2004 era arrivata in calendario ancora due scontri anche la promozione in serie D, di alta classifica, quindi si fa ri“ma non avevamo la possibilità corso all’antica saggezza e si dice di compiere il salto e così siamo che “una rondine non fa primaveripartiti dai campionati provinra” e fin che il Longare continueciali”, spiega Rossi. Adesso la storà a divertirsi giocando ha tutta ria sembra in procinto di ripeterl’intenzione di stare in testa alla si (alcuni dei protagonisti sono classifica, com’è ora. pure gli stessi), anche se proprio L’ultimo appello lo lancia l’allesabato scorso è arrivata la prima natore della seconda divisione sconfitta nel campionato di prifemminile,tecnica Carlo Romio: “Spema divisione.

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trenta entro la fine del 2010, per poi replicare il progetto altri Paesi europei. Vicenza al momento non viene menzionata.

I dubbi Ma l’esperimento funziona? Anzitutto il sito web è molto romanocentrico visto che la homepage corrisponde alla pagina dedicata alla città di Roma. Gli articoli sono leggerini tanto da far assomigliare XCittà ad uno dei tanti free press che si trovano nelle metropolitane o al bar. Notizie poche, approfondimenti di rilievo quasi zero, per un prodotto che odora molto di

fanzine piuttosto che di operazione giornalistica. Il lavoro però è agli inizi. La piattaforma telematica infatti punta molto sul contributo dei lettori, che se ci saranno dovranno prima affezionarsi. Il look e l’impostazione sono molto “Facebook oriented” tanto che la priorità della testata sembra più improntata sull’esserci che sulle notizie scovate dai cronisti.

Cercasi valore aggiunto Rimane però da capire una cosa.

Le città toccate da XCittà possono già contare su testate telematiche e non già ben radicate tra i lettori.

Quale sarà il valore aggiunto per il nuovo quotidiano elettronico?

I redattori sono tutti giovani. Il direttore Fabio Amato, giovane pure lui parla di sé in terza persona: «Appassionato di letteratura, musica e storia del giornalismo.

Ossessionato dalla morale, dai numeri, dalla simmetria, dalla politica interna, dalla battaglia contro Hal. Dagli accendini rossi.

Nell’ordine scritto. Ha fatto un po’ di tutto nella vita. Violinista per otto anni, bassista per 13, magazziniere in un ipermercato per tre, libraio insolente per un anno e mezzo...». Se son rose fioriranno. mandatario elettorale: g. peserico

ALLEANZA DI CENTRO è la terza lista, insieme con PDL e LEGA, che sostiene Luca ZAIA Presidente

ALLEANZA DI CENTRO ha scelto la continuità e vuole contribuire al governo del Veneto per i prossimi cinque anni

Voto utile nella tradizione democratico-cristiana con

ZAIA per il VENETO

Elezioni Regionali 28-29 Marzo 2010

ScrIvI

Il cAmbIAmeNTO NASce dAll’eSPerIeNzA www.pdlpasinato.it

Avviso elettorale a pagamento.

Committente Responsabile: Marco G. Bonafede

PASINATO