VicenzaPiù n.111, 5 luglio 2008

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

La beffa Aim

di Francesco Di Bartolo Non prendo spunto dalle cronache giudiziarie. Non mi interessano. Vorrei cercare di capire attraverso i fatti e i numeri usciti ufficialmente da Contrà San Biagio. E per capire meglio ciò che accade oggi, occorre fare un passo indietro nel tempo. L’azienda è sorta nel 1906 per volontà del comune (che la controlla al 100%) il quale decide di cedere ad una società unica, l’AIM appunto, i servizi di luce, acqua e gas. Il settore illuminazione era gestito dal 1845 dalla lionese “Societè civile d’eclairage par le gaz des villes de Padove, Vicenze et Trèvise”.

Anno 3 - Numero 111 - Sabato 5 luglio 2008

Il danno

Aim allo sfascio? Non più, dice Variati.

Ma il buco c’è.

Peccato che sia in gran parte dovuto alla non-gestione dell’ultimo anno targato Zanguio.

Un santino intoccabile?

(continua a pagina 5)

La pazza idea di Giovanni Coviello

Vittorio Mincato, ex amministratore delegato dell’Eni, poi delle Poste e membro del Cda della nuova Parmalat, e Paolo Scaroni, prima n. 1 dell’Enel, ora amministratore delegato dell’Eni: cos’hanno in comune oltre al fatto di essere indubbiamente dei manager di livello mondiale, abituati, ovviamente nel bene e nel male, a ‘trattare’ anche con la politica? Che entrambi sono vicentini. E che vicentini! Poco ‘utilizzati’ qui in città, però. Scaroni è stato, sì, presidente del Vicenza Calcio dal 97 al 99, e ora Mincato sta portando a una crescita insperata di prestigio e di equilibrio economico la Fondazione Cuoa, di cui è da poco nuovo Presidente. (continua a pagina 15)

Parchi e centri giovani, ecco gli spazi che mancano da pagina 6

Cheap e trendy, il boom della cocaina

a pagina 9

Acque sporche, nelle falde bassanesi trielina e benzene

Costa e la lettera a Parisi: roba da regime

a pagina 10

a pagina 15

tutte le partite del vicenza calcio in diretta

da pagina 4

13 notiziari locali e

16 notiziari nazionali al giorno

tutto quello che succede a vicenza e provincia CI PUOI ASCOLTARE

la musica che vuoi

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Se 6 Goloso di Musica e Notizie

Piscina Comunale nale Scoperta - Viale iale Forlanini, Forl rlanini, 13 - tel. 0444.924758 Dal 17 Maggio all’8 Giugno no dal lunedì al venerdì 12.00-19.30; 00-19 30; sabato e domenica 9 9.00-19.30 00-1 Dal 9 Giugno al 31 Agosto lun-mar-gio-sab-dom gio-sab-dom 9.00-19.30; mer-ven 9.00-21.00 Palazzetto del nuoto - Viale Ferrarin, 71 - tel. e fax 0444.924868 • segreteria@nuotovicenza.it - www.piscinedivicenza.it

Peppe Clemente studio Cheste,Venezia

Progetto realizzato da: ACIES, Associazione Culturale Cell.: 335 6779953 Ideazione e direzione artistica Elisabetta Brusa

Giardini del Tempo Risonanze del Paradiso in Terra Dal medioevo alla contemporaneità Architetture, voci, parole, suoni, immagini, luci…

Comune di Follina Assessorato alla Cultura

Comune di Ferrara di Monte Baldo Assessorato alla Cultura

Abbazia di San Zeno Archetipi biblici: dal giardino dell’Eden alla Gerusalemme celeste Verona, 21 giugno, ore 20.00

Abbazia di Santa Maria in Follina

Santuario della Madonna della Corona

Acque, sorgenti e fonti battesimali

Sacri monti e alberi della conoscenza

Follina (TV), 28 giugno, ore 20.00

Spiazzi, Ferrara di Monte Baldo (VR), 5 luglio, ore 18.30

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opinioni

Un ex giornalista che ha lavorato per qualche anno in città ci manda un saluto tutto speciale Con dentro sindaci, yankee e piccanti “seconde vite”

Palladio, l’oro e l’uva Addio, pallosa Vicenza La vendetta, si sa, è un piatto ricordo vicentino, oggi che si da servirsi freddo. Con la cani- blatera ovunque di pacchetti cola di questi giorni, quasi un sicurezza e misure anti-Godregalo da gourmet al lettore. zilla: una città percorsa in ogni Purché di spirito, anche se vi- suo punto cardinale, ad ogni centino… Ma non anticipiamo ora del giorno e della notte, nulla. Stiamo ai fatti. E soprat- provando lo stesso brivido per tutto, cominciamo dall’inizio. l’imprevisto, la stessa botta di Chi vi scrive ha lasciato da adrenalina, che si può avverqualche tempo la città del Pal- tire trovandosi all’improvviso, ladio (con tutto il rispetto: uno dopo una curva di un sentiero passato a miglior vita oltre 400 di montagna, di fronte a una anni fa, ma da considerarsi an- mucca all’alpeggio. cora oggi tra le personalità vi- Va bene: pura cattiveria di un centine più vivaci) cattivo cronista ordopo un biennio di mai rientrato – al servizio alla nobile sicuro dopo quel causa di informabiennio vissuto re il cittadino su Vicenza è pericolosamente quanto accadeva a una città nella sua roccaforte due metri dal suo tranquilla. trevigiana.

Invenaso. Nella Vicen- Molto. Si ro, basta volgere za di allora, quella dorme bene le cose in positivo: pre-Dal Molin - fiVicenza è una città nalmente assurtranquilla. Molto. ta agli onori della Si dorme bene. E cronaca nazionale chiamalo “poco”. appunto 400 anni dopo l’Ar- Come noto, per il vicentino, il chitetto - quasi un’impresa ti- mattino ha l’oro in bocca. D’actanica. A meno di non buttar- cordo, battuta fin troppo facile la in politica, dove qualcosa si snocciolata chissà quante volte. inventano sempre loro e quindi Però giuro che il sottoscritto ha si ha buon gioco, giornalisti- tentato in tutti i modi di libecamente parlando, nel fare lo rarsi del vetusto binomio (chisstesso. Ed ecco allora il primo sà se originario di 400 anni fa)

Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Corso Padova, 12 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Corso Padova, 12 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redazione LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO DANIELE BINAGHI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI Opinionisti: ALBERTO BELLONI FRANCESCO DI BARTOLO MATTEO RINALDI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Corso Padova, 12 – Vicenza tel. 0444 923362 – 922766 Fax 0444 926780 info@piu-media.com Stampa Stampato da Pentagraph Srl via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 5 luglio 2008

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

tra Vicenza e l’oro, fino alla resa totale, allorché l’amatissimo nemico di allora, l’ex sindaco Enrico Hüllweck – che saluto attraverso queste pagine perché so essere stato afflitto nell’aprile scorso da una grave forma di trombage, malattia non rara ma fastidiosissima in po- Andrea Palladio, una delle “personalità vicentine più vivaci” litica - rivelò il suo “sogno più pazzo” per sugosa vetrina all’altra, e – una rilanciare (400 anni dopo) la mattina poco dopo le sette – cultura vicentina: “organizza- mezzo esercito degli Stati Uniti re un bel festival dell’oro e del- tutto preso a interpretare una l’uva”. Era l’ottobre del 2004: variante edulcorata di “Apodata storica della mia perso- calypse Now”. Sugli americani nale Caporetto rispetto a ogni a Vicenza, quelli del celebre tentativo di liberazione dai racconto di Parise a cui la città luoghi comuni di cui ero intri- è piaciuta così tanto da infilarso. Se quello era il Primo citta- cisi a vita con anfibi e mimetidino, chissà il terzo e il quarto, ca, si mettano il cuore in pace e poi giù fino all’ultimo. i No Dal Molin. Sugli yankee Però l’idea dell’uva mi pare an- qui non si scherza: sono come cora valida, da riproporre as- l’oro (e l’uva), ormai vicentini solutamente all’attuale sindaco d’adozione. E chi più ne ha, più Achille Variati. Che pure salu- ne metta. E poi sono discreti to, felice di vedere finalmente e si fanno gli affari loro, mica una faccia nuova occupare lo tolgono nulla alla leggendaria scranno di Palazzo Trissino. vicentinità. A proposito della Ai vicentini piacciono molto le quale, ho un bell’aneddoto. novità. Come attesta il ricordo Il vicentino più interessandi una discussione tra due per- te mai conosciuto, è stato tale sone di mezza età ad un bar, Antoine, nome d’arte per il a cui feci caso basito il giusto, ben più prosaico Toni - indusulla bontà o meno della scelta strialotto locale - incontrato di chiudere al traffico il corso dentro Second Life, il famoso centrale - quello intitolato ad sito Internet dove ognuno può un famoso architetto di cui ora Rettifica come ora non ricordo il nome – decisione risalente agli anni Sessanta, sindaco Giorgio Sala, che saluto e basta. Vivaddio, retaggio dei mitici Sixties, «Nello scorso numero l’articome dire roba fresca: giusto colo a pagina 9 contiene aldiscuterne. cune inesattezze: Luisa Da Dei miei personali strusci avanSchio precisa di non essere ti e indietro il Corso non potrò una commerciante, di non mai dimenticare le tante belaver mai fatto parte dell’aslezze vicentine – mai una volsociazione “I portici di corso ta che una mi abbia degnato di Fogazzaro” (dal momento uno sguardo (anche sdegnato), che a tale associazione può impegnate com’erano ad intingere gli occhi sapidi da una

giocare dal proprio computer di casa in una specie di mondo virtuale, appunto una “seconda vita”. Entrati in confidenza, Toni (sulla cui vicentinità non nutro alcun dubbio) mi ha raccontato delle sue calde notti beriche da scambista, rigorosamente accompagnato dalla consorte. Ma sarebbe ingiusto pensare che in questo modo i vicentini spendano i lauti proventi dell’oro. Uno se la sfanga come può: la noia è un male di qualsiasi città di provincia. In fondo tutte uguali, tutte un po’ pallose. O palladiane. A questo punto non mi resta che un ultimo saluto ai tanti amici lasciati a Vicenza. Con una promessa: dopo questo tuffo nei bei ricordi berici giuro che non mi farò più vedere. Almeno per i prossimi 400 anni. Se per voi saranno sufficienti.

Davide Lombardi

Portici di Corso Fogazzaro, una precisazione prendere parte solo chi gestisce un’attività commerciale, e questo non è il suo caso), e di non avere informazioni su eventuali finanziamenti del Comune alla suddetta associazione. Le affermazioni date al giornalista sono state riportate in maniera imprecisa.»

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approfondimenti

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Il buco di bilancio 2007 dovuto in gran parte alle non-scelte del commissario Ma non doveva essere pro-tempore?

Estate, tempo di bilanci per Aim La cura Zanguio ha fatto danni DI ALESSIO MANNINO

vero che lo smaltimento dei rifiuti è l’affare su cui punAim, tempo di tano tutte le multiutility; è bilanci. Anstata mandata al macello per che per l’amaver messo in mezzo un perministratore sonaggio come Carlo Valle, pro-tempore e questo sì va imputato alla (ancora per passata gestione); 4) quello quanto temdel gas è il frutto amaro di pore?) Mauro un anno, come hanno giuZanguio. L’alstamente scritto gli ex contro giorno, il siglieri di amministrazione 30 giugno, il sindaco Achilin una lettera inviata la setle Variati ha mostrato, con timana scorsa, perso “senza tanto di lavagna, i conti delfare acquisizioni e/o fonderl’azienda cittadina. Era ora si con le altre società venete (e bisogna dargli atto di aver di vendita e fare massa cridato un primo contributo tica”. In pratica lasciandolo alla chiarezza, con un taglio marcire; 5) i mutui accesi Un allegro Achille Variati (ma su Aim non c’è molto da ridere) netto rispetto al passato hulcon le banche sono meno del lweckiano fatto di segretezze Diciamo così: la celerità non rigorosamente manageriale, previsto, ma non si sa ane dati scodellati a metà). Il è il suo forte. Ma tant’è, come slegato dalla nuova maggio- cora la loro composizione: passivo del 2007 è di 4 mi- dice Variati: “Aim non è allo ranza targata Pd. Ma buttar- quanti sono dovuti a investilioni 933 mila euro. I debi- sfascio, ma deve rilanciarsi, la in politica sorvolando bel- menti veri e propri, capaci di ti sono così suddivisi: 900 con strategie industriali che lamente sul merito tecnico rendere. L’allarme però pare mila euro igiene ambien- indicheremo a breve”. Noi dei problemi, è un rientrato (tanto tale, Aim Bonifiche (Mar- rammentavamo un’altra ver- pessimo servizio è vero che Variaghera) 1,6 milioni, trasporti sione della storia: “Aim allo alla multiservizi ti afferma che di 1 milione, Aim sfascio non si può sfascio”, “disastro al 100% dei cittaVendite (gas) 4,2 Fa specie Aim”, “una logica dini di Vicenza.

Ma il debito è parlare. milioni. Il fattuallora sentire che spartitoria a tratti Si dice: profondo in gran parte “le risultanze del rato resta di tutvergognosa, forse rosso da 5 milioto rispetto: 428 bilancio conferdelinquenziale”. ni. Innanzitutto dovuto alla milioni. Mentre Sorpresa: Così diceva Va- è bene ribadire malagestione mano la fondatezl’esposizione con l’azienda za delle denunce e riati. Invece non che si riferisce al del 2007 le banche, data non è più del lavoro portato è così. Però c’è il 2007, anno amin questi mesi sui allo sfascio avanti in particodebito di quasi 5 ministrato da 160-170 milioni, lare dai colleghi milioni. Ora, ve- Zanguio. Se poi si si ridimensiona a consiglieri Ubaldiamo di capirci va a vedere senza quota 125. qualcosa. pregiudizi la composizione e do Alifuoco e Marino QuareEra ora, dicevaPremessa. Che la la qualità dei debiti, si sco- simin”, come ha detto il conmo, perché quello lottizzazione sfac- pre che: 1) quello dell’igiene sigliere Pd Pierangelo Candei numeri di bilancio dove- ciata sia la tabe che carat- pubblica è dovuta al manca- gini: quelle denunce si rifeva essere la primissima mis- terizza la gestione dei beni to adeguamento delle tarif- rivano agli anni precedenti, sione del soldato Zanguio. E pubblici come l’Aim, questo fe, ora fra le più basse d’Ita- e a noi pare siano smentite, anche l’ultima. Invece abbia- lo scriviamo da quel dì. Il lia; 2) quello dei trasporti, quanto meno nel tono da camo atteso un anno e mezzo. centrodestra l’ha praticata settore fisiologicamente in senza remo- perdita, si potrebbe facilre, piazzando mente ripianare facendovi i suoi uomini rientrare il redditizio comnell’ex cda parto della sosta, adeguando di San Bia- i finanziamenti regionali al gio secondo tasso d’inflazione e dando il il consue- via – altra cosa a cui Zanguio to manua- non ha mai dato seguito, le Cencelli come i suoi predecessori del interno.

E resto – alla fusione con Ftv a t t e n d i a m o per eliminare i doppioni; 3) fiduciosi che quello della famigerata piatVariati dia taforma di Marghera è dovuuna svolta ta al fatto che è tutto fermo a l l ’ a n d a z z o per espressa volontà di Zan“spartitorio” guio, che la considera “fuori mantenendo mission aziendale”, ma che la promessa prima o poi bisognerà pure di nominare valorizzare (fra parentesi: Mauro Zanguio un vertice non è fuori mission, tanto è La piattaforma Aim di Marghera

taclisma).

Stupisce leggere dichiarazioni come quella del consigliere comunale di Vicenza Capoluogo Stefano Soprana, che sembra non accorgersi di attaccare il ‘suo’ Zanguio nel momento stesso in cui lo elogia: “Il centrodestra deve ringraziare il Cireneo di turno, il dottor Zanguio, che con grande spirito civico ha accettato di dirigere una barca in mare aperto: doveva essere un breve periodo per conoscere i dati, si è tramutato in 14 mesi di lavoro, visto che la politica era interessata ad altre cose”. Di grazia, ringraziare di che? Il grosso del buco, il gas, è figlio di una delle poche decisioni nette del commissario, e cioè la vendita della società Elettrogas, che obbiettivamente andava bene. Risultato: non ha saputo – non ha voluto? non è stato capace? – governare il conto annuale.

L’ex presidente Beppe Rossi si sente un capro espiatorio. I sei ex consiglieri (Renato Bertelle, Sandro Bordin Bruno Carta, Silvio Fortuna Alessandro Moscatelli, Giuliano Tricarico) si sentono dei capri espiatori.

La magistratura è al vaglio delle loro posizioni sul piano giudiziario. Ma una cosa a noi pare certa: Zanguio, che pare l’amore estivo del centrosinistra, non ne esce affatto bene, anzi. E torniamo a chiederci: per quanto tempore starà ancora lì?

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approfondimenti L’azienda nata per garantire i servizi pubblici è stata stravolta da liberalizzazioni e spartizione politica. E adesso deve respingere l’assalto dei privati

San Biagio, la mission perduta e l’ombra lunga dei privati segue dalla prima I settori luce e gas erano strettamente collegati in quanto l’illuminazione pubblica avveniva attraverso lanterne a gas mentre il settore acqua aveva una copertura ridotta (vista anche la presenza di fontane e pozzi autonomi dai quali i vicentini si rifornivano).

Nel 1911 l’azienda prende in mano anche la gestione del tram elettrico che durerà fino al 1927 anno in cui Vicenza, prima in Italia, verrà dotata della filovia.

Tra la fine dell’’800 e gli inizi del ‘900 numerose città italiane costituiscono aziende municipalizzate per la gestione di importanti servizi. Il Comune è l’ente che ha come scopo primario il benessere dei concittadini. Per assicurare loro beni di fondamentale importanza, come l’acqua, il gas e l’energia, i comuni si fanno carico di gestire la distribuzione di tali beni. Con ciò si evita anche che un privato monopolista possa imporre prezzi arbitrari. Il Comune, invece, attraverso l’azienda municipalizzata è in grado di offrire i beni a basso costo. Non solo, ma attraverso gli utili ricavati è in grado di far fronte a quelle altre spese di sua competenza: manutenzione strade, fognature, sanità, assistenza e servizi ai cittadini, ecc.

Tutti liberisti Agli inizi degli Anni Novanta si fa strada il nuovo verbo che si può riassumere così: quanto più un’economia è libera, tanto migliori possono essere le sue prospettive future di crescita e occupazione; con un’economia libera la concorrenza produce benefici per i contribuenti.

In nome del nuovo verbo tutti diventano liberisti, si invocano le liberalizzazioni, le privatizzazioni. Anche i comunisti che non vedono l’ora di scrollarsi l’abito di statalisti, inneggiano ai “nuovi” valori. Ministri comunisti come Pierluigi Bersani e Linda Lanzillotta si arrabbiano ferocemente appena qualcuno fa qualche osservazione.

La prima ondata di liberalizzazioni si è vista proprio negli anni novanta: Telecom, banche, energia elettrica, assicurazioni, autostrade. Ma i benefici tanto annunciati nessuno li ha visti. Al contrario: tariffe cresciute, rincaro dei prezzi, accordi illeciti per frodare il libero mercato, tanto che

alla fine vincerò qualcosa”. Ma uno del genere, come minimo, bisogna bandirlo dall’occuparsi di aziende!

Le Aim vicentina al centro, ormai da tempo, di una fitta ragnatela di assalti ed intrighi

le varie Authority sono intervenute multando banche e assicurazioni. Ad arricchirsi sono state poche famiglie: i Colaninno, i Benetton, i Tronchetti Provera e tanti altri furbetti che in un Paese privo di materie prime e con una situazione economica fragile, hanno preferito delocalizzare all’estero le loro aziende per occuparsi in Italia della grande torta delle privatizzazioni.

Nonostante la bufala, i proclami riprendono con vigore agli inizi del 2000: liberalizzare è la parola d’ordine. Così i cittadini avranno più operatori, potranno scegliere, la qualità aumenterà e le tariffe si abbasseranno.

E così inizia l’assalto alle municipalizzate: il Comune non può fare l’imprenditore in un mercato concorrenziale, deve cedere le sue aziende ai privati che sono più bravi e ci sanno fare, le aziende devono allearsi con altre aziende per ridurre i costi e per far fronte ai colossi che entrano nel grande mercato, i cittadini ci guadagneranno. Questo è quanto vanno ripetendo quasi quotidianamente giornali e media asserviti agli interessi dei furbi padroni. Alla fine, anche lettori digiuni di economia, si convincono e straparlano per il corso Palladio, che bisogna liberalizzare e privatizzare.

Anche a Vicenza, in un momento in

Nel decennio passato il Centrosinistra non ha mai avuto una sola idea su Aim

cui settori trainanti dell’economia, sono profondamente in crisi, ecco che clan di imprenditori si lanciano, pronti anche a scannarsi, a tradire, a stipulare nuove alleanze, per accaparrarsi la preda delle municipalizzate.

Occupazione partitica Nel 1998 l’AIM viene occupata da Alleanza Nazionale e da Forza Italia. Di fronte alle novità imposte dal nuovo mercato, ronzano attorno all’azienda faccendieri, portaborse, questuanti di varia origine politica. L’azienda viene assalita da muratori che non hanno mai tenuto una cazzuola, avvocati che si inventano manager, commercialisti che al massimo sono in grado di tenere la contabilità del fruttivendolo. I nuovi padroni si fanno subito strabilianti stipendi d’oro.

Per fare un confronto con un Paese un po’ più serio, la Germania, qui un manager ci mette almeno vent’anni per incassare uno stipendio simile a quello degli occupanti dell’AIM. Pagano fior di parcelle per pareri e consulenze discutibili e mai utilizzati.

Fanno investimenti che solo nel paese dei balocchi di Pinocchio possono trovare realizzazione. Il tutto sotto gli occhi di un padrone (il sindaco) che gioca a rubare gli utili, questo è quanto emerge dall’avviso di garanzia al dott. Hullweck. Secondo l’avviso, il pediatra, apprendista stregone economista, avrebbe accentrato su di sé ogni potere di controllo aumentando in maniera arbitraria per il biennio 2002-2003 gli importi dovuti da Aim

per i servizi di depurazione, fognatura, gas e altro ancora per recuperare i soldi che non erano entrati sotto forma di bollette elettriche.

Adesso scopriamo l’enorme indebitamento dell’AIM. L’ex presidente Giuseppe Rossi ha candidamente dichiarato al nostro bravo Alessio Mannino: “è un indebitamento fisiologico dovuto a una crisi di crescita” (VicenzaPiù n. 110 del 28/6/2008). Ma c’è investimento e investimento. E’ come se io dicessi: mi sono indebitato perché ho investito nei giochi nei casinò di Las Vegas. Aspettate e vedrete che

In pasto agli industriali?

E i politici? Buoni questi. Gli occupanti nel decennio 1998-2008 sono usciti con le ossa rotte e con le indagini penali. In questo periodo, gli avversari degli occupanti non hanno mai avuto una idea, una sola, per dire cosa intendesse fare l’opposizione dell’azienda del Comune. Si sono comportati come coloro che aspettano lo sfratto dell’inquilino, pronti a occuparne il posto. In realtà i nuovi postulanti sanno bene qual è la posta in gioco: lo si leggeva a chiare lettere, imperativo incluso, sulla carta stampata vicentina il 21 agosto del 2006 in piena crisi AIM : “l’Aim dovrà cercare alleanze tattiche con alcuni gruppi industriali vicentini”. Signori lettori, questa è la posta in gioco: l’AIM dovrà finire in mano ad alcuni gruppi industriali vicentini! Al punto in cui siamo è una lotta tra gruppi industriali per mangiarsi la prelibata preda. In questa situazione cosa farà il povero Achille Variati? Da quale parte si schiererà? Venderà un gioiello dei cittadini per favorire quali privati? In un momento in cui l’AIM non da più risorse al comune e lo Stato ha eliminato pure l’ICI, cosa sarà capace di inventare il sindaco, in quanto politico, per assicurare il benessere dei suoi concittadini? Per quanto ci riguarda, come comune cittadino, vigileremo attentamente.

Francesco Di Bartolo

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inchiesta

Dagli impianti sportivi dei Ferrovieri alla piastra dei Pomari all’eterna questione degli spazi per i giovani Zona per zona, tutte le (piccole) opere che potrebbero migliorare la vita dei vicentini

Parchi, palestre e centri giovanili Ecco cosa manca nei quartieri DI LUCA MATTEAZZI

osserva Mattia Pilan, ex consigliere di circoscrizione Impianti sportivi poco utilizzati che per Sinistra Derischiano l’abbandono, parchi di cui mocratica. Tra le si parla da anni e che finora sono prime proposte rimasti solo sulla carta, palestre messe in campo che potrebbero portare una boccadalla nuova amta d’ossigeno alle associazioni e alle ministrazione società sportive dei quartieri. Al di c’è proprio quellà dei grandi progetti di cui si è dila di un centro scusso in campagna elettorale – ad giovanile all’ex esempio quello per il nuovo stadio Domenichelli: - in giro per la città si registra la bisognerà vedere mancanza di una serie di strutture, se questa volta ci più piccole ma non per questo meno sarà la volontà e importanti, al servizio dei residenti Zona 3 - Lo spazio dell’ex campo da baseball la determinazione delle varie zone: dagli spazi per gli degli studenti sia delle associazioni, di portarla avanti. anziani ai parchi gioco, per arrivare allora faremmo i salti di gioia”.

Nell’attesa, si potrebbe mettere all’annosa questione del centro giomano anche ad altre idee, nate per vanile. Ecco, dunque, zona per zona, Zona 3 – San Pio X tentare di coniugare la vocazione che cosa servirebbe per arricchire Estesa dal cavalcavia di viale delturistica del centro con l’esigenza l’offerta culturale, sportiva e sociale la pace fino ai confini con Torri di di offrire servizi ai residenti. Per il di Vicenza. Un elenco a metà tra il Quartesolo e Quinto, la ex circoscriproblema dell’abbandono di Camlibro dei sogni e il vademecum delle zione 3 e i suoi oltre 20 mila abitanti po Marzo, suggerisce ad esempio cose da fare per la nuova amminisono finiti a più al centro di alcuni Giorgio Baschirotto, ex consigliere strazione comunale. dei più importanti progetti di cui si di Forza Italia in circoscrizione 1, si è discusso in città. Lì avrebbe dovupotrebbe pensare ad una struttura Zona 1 – Centro storico to trovare posto il nuovo stadio, se stabile per attività culturali e ricreaÈ il quartiere più vecchio della città, l’operazione abbozzata da Vicentive. E nei locali dell’ex fiera dei e non solo dal punto di vista archiza Futura fosse andata in porto. Lì giardini Salvi si potrebbe immatettonico. Eppure, anche in centro si era immaginata anche la nuova ginare una palestra comunale. “Non storico, in cima all’elenco dei desisede della Fiera (a San Pietro Intrivedo perché si debba essere obblideri c’è la richiesta di uno spazio gogna), prima che l’ente di viale delgati a pagare 100 euro al mese per per i giovani. Quel centro giovanil’Oreficeria decidesse di sistemare e fare attività fisica”, conclude. le tante volte annunciato dalla preampliare i padiglioni attuali. E ad un cedente amministrazione - prima certo momento era stata messa sul Zona 2 – Riviera Berica alla Rocchetta, poi alle elementari tavolo anche l’opzione di realizzare Non fosse per il traffico della RivieGiusti, quindi all’ex Macello - e mai lì invece che al Dal Molin il raddopra Berica e della tangenziale, la zona realizzato (con l’eccezione di una pio della caserma Ederle. Chi vive della circoscrizione 2 (Monte Berico, sala prove all’interno della scuola tra San Pio X e la Stanga, in realtà, si Campedello, Riviera Berica) sarebmedia Maffei, in via di ultimazione). accontenterebbe anche di iniziative be un piccolo paradiso: comoda al Uno spazio per trovarsi, suonare, meno ambiziose ma probabilmente centro, circondata dalla campagna e programmare attività e, perché no, più utili alle attività del quartiere. dai colli, e pure ben fornita di servitirare qualche pallonata come faceUna su tutte, la realizzazione di un zi: ci sono centri per anziani a Camvano una volta i ragazzini tra piazcentro giovanile a San Pio X: pedello e a Santa Croce Bigolina, c’è za Erbe e piazza Biade. “E sarebbe mentre gli anziani possono contare l’ex scuola Fogazzaro trasformata importante farlo diventare un punsul centro civico La Rondine, infatti, in biblioteca e sede di associazioni to di socializzazione anche per gli i ragazzi della zona non hanno punti (dal gruppo speleologico Proteo al immigrati, in modo che possano di ritrovo al di fuori delle struttugruppo micologico Bresadola), ci trovarsi anche al di fuori dei bar”, re gestite dalla parrocchia. Non a sono palestre e caso del centro giovanile si parla da campi da calcio. anni; ma, nonostante gli annunci e “Quello che manle mezze promesse, l’idea è ancora ca, caso mai, è un solo sulla carta. L’area ci sarebbe centro di aggregagià, quella dell’ex campo da baseball zione per i giovalungo via Della Scola; così come c’è ni, che al di fuori già un progetto di massima che predella parrocchia vede la creazione di una struttura non hanno spazi polivalente per giocare a basket e – commenta l’ex calcetto, e di un edificio in cui popresidente Loretrebbero trovare spazio associazioni na Bastianello -. e iniziative varie. Sembrava ci fosse Se poi ci facessero anche un finanziamento di 200 mila anche una piastra euro, che però non è mai bastato a polivalente alla far partire i lavori. “È una proposta scuola Scamozzi, tirata fuori sempre in occasione dea disposizione sia Zona 1 - La Rocchetta di viale Mazzini, proposta per il centro giovanile

gli appuntamenti elettorali e poi lasciata lì – spiega Luigi Volpiana, per anni consigliere in circoscrizione e ora in consiglio comunale nelle fila del Pd -. Eppure è questa la cosa più urgente”.

Nell’elenco dei sogni ci sono poi alcune iniziative che potrebbero rivitalizzare le frazioni: a Casale, ad esempio, si sente la mancanza di una palestra in cui i ragazzi, i gruppi sportivi e gli anziani possano fare un po’ di attività fisica. Chi vive a Bertesina, invece, attende da anni la realizzazione di una piazza e di un parco giochi per completare gli spazi comunitari davanti alla chiesa.

Anche qui, però, è tutto fermo.

Zona 4 – Via Quadri, Saviabona, Ospedaletto “Il territorio della ex circoscrizione 4 è più lungo che largo”, scherza l’ex presidente Mauro Marchetti. Vero, visto che la zona si estende da Borgo Scroffa, alle porte del centro storico, fino ad Ospedaletto, unendo quartieri e frazioni che hanno ancora, almeno in parte, l’area del piccolo paese. L’ex zona 4 della città è, in effetti, una vasta (e lunga) zona prevalentemente residenziale, tutto sommato ben dotata di strutture e servizi. Tanto per fare un esempio, tra Araceli, Sant’Andrea, San Francesco, Saviabona e Anconetta Zona 3 - L’area davanti alla chiesa di Bertesina sono sparpagliati verde nell’area delle Montagnole, ben tredici parchi gioco. “Gli spazi anche questa al centro da tempo di verdi ci sono, a parte ad Ospedaletuna complicatissima vicenda urbato, dove il parco è davvero piccolo nistica e legale (i proprietari vorreb– commenta Marchetti -. Ma si tratbero costruire; i residenti chiedono ta sempre di spazi piuttosto piccoli: di salvare l’ultimo fazzoletto di verquello che manca è un parco di grande in una zona piena di condomini e di dimensioni, dove la gente possa abitazioni). andare a fare una passeggiata o una Per il resto, con una ludoteca che corsetta”. Il problema si potrebbe funziona bene, un nuovo teatrino risolvere con la creazione del parco appena risistemato ad Ospedaletto, Astichello, di cui si parla da anni. e un discreto ventaglio di attrezzaOppure con la creazione di una zona

7 ture sportive (c’è anche il palazzetto della scherma), i servizi sono garantiti. “Servirebbe comunque una palestra ad Ospedaletto, che non ha impianti ed è costretta ad utilizzare quelli di Lisiera”, puntualizza l’ex presidente. Quello che si fa sentire anche qui, come in tutta la città, è l’eterno problema della mancanza di spazi per i giovani, fossero anche solo un paio di stanze per suo-

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inchiesta nare e provare assieme al proprio gruppo. “Si era parlato di realizzare qualcosa nell’ex sede della circoscrizione in via Mainardi, ma non se ne è fatto nulla” commenta Luca Balzi, ex consigliere del Partito Democratico in zona 4, oggi in consiglio comunale. La soluzione, in questo caso, potrebbe essere trovata “fuori casa”. “Io credo molto nel progetto di creare un centro giovanile all’ex Domenichelli, vicino a viale Milano – continua Balzi -. Viste le dimensioni di una città come Vicenza, potrebbe essere la risposta anche ai problemi delle zone più periferiche”. C’è da dire, comunque, che la carenza di centri di aggregazione è attutita dalla vitalità delle parrocchie della zona. E il discorso vale sia per i giovani che per gi anziani, che riescono spesso a trovare un punto di incontro vicino alla chiesa. “Con le sei sagre organizzate in zona è come se avessi sei centri per anziani – riprende Marchetti -. Ma pensiamo ad esempio al caso dell’Araceli, dove ci sono pure il cinema e l’oratorio”.

Zona 5 – San Bortolo, Laghetto Dire che a San Bortolo, dove c’è la cittadella dello sport mancano impianti sportivi può apparire un controsenso. Eppure è proprio così: pur con la presenza delle piscine, del palazzetto dello sport, del pattinodromo, della pista di atletica leggera e della palestra di atletica pesante, infatti, in zona pesa la perdita del vecchio campo da calcio federale. E la mancanza di una palestra per le attività di quartiere. “Riacquistare il campo federale sarebbe molto importante – conferma l’ex presidente della circoscrizione Marco Bonafede -, visto anche che il progetto di piruea è stato ritirato dopo la contrarietà espressa in circoscrizione. E anco-

ra più importante sarebbe recuperare l’ex piscina del palazzetto per trasformarla in una palestra al servizio delle attività di quartiere”. A Polegge, invece, manca un centro civico per le associazioni e i gruppi anziani. “Con un progetto di lottizzazione abbiamo recuperato 200 mila euro, adesso da un altro progetto dovrebbe arrivare il terreno, e quindi le condizioni per farlo dovrebbero esserci”, aggiunge Bonafede.

Tutto tranquillo, invece, a Laghetto: immerso nel verde, con la sede distaccata della Bertoliana e gli spazi dell’ex circoscrizione a disposizione per associazioni e attività dei gruppi, e con palestre e campi da calcio per tutti, il quartiere dei Laghi si conferma come una delle zona più vivibili e invidiate della città.

Fornaci”), ma deve fare i conti con delle difficoltà impreviste e solo apparentemente banali. Qualche esempio? L’impianto idraulico che non è mai stato allacciato, e che lascia a secco fontanelle e rubinetti (andreste a giocare al parco in una calda giornata di luglio senza avere la possibilità di bere nemmeno un goccio d’acqua?).

O l’impianto di illuminazione, che non è ancora attivo e che rischia di mandare in fumo i buoni propositi di apertura serale del parco. “Così rischia di essere un’occasione sprecata”, chiosa Tapparo.

In una delle zone più popolose della città, inoltre, si sente la mancanza di spazi di aggregazione. A San Lazzaro c’è il centro civico Tecchio, a Maddalene e al Villaggio del Sole dei centri per anziani, è vero; ma ci sono quartieri come quello di San Felice o di Santa Bertilla dove gli unici spazi sono quelli delle parrocchie. E anche le associazioni stentano a trovare una sala per riunirsi, dopo che l’ex sede circoscrizionale di villa Lattes è stata in buona parte destinata ad ospitare i servizi sociali di zona che prima trovavano posto a fatica presso il distretto di via Albinoni. “Diciamo che i punti di ritrovo sono in quantità limitata rispetto al numero e alle esigenze della popolazione”, conclude Tapparo.

Zona 6 – San Lazzaro, Cattane Con i suoi trentamila abitanti, l’ex circoscrizione 6 è una città nella città. Qui, più che di costruire nuovi impianti, il problema è impedire che quanto realizzato negli ultimi anni vada perso a causa dell’incuria e dell’abbandono. Il riferimento è in particolare alla piastra polivalente dei Pomari: il campo da basket o da calcetto c’è, il prefabbricato per il deposito attrezzi e i servizi pure, ma il complesso non è mai stato completato e sta precipitando verso una situazione di abbandono sempre più pesante. “Fortuna che almeno nei fine settimana ci sono gli immigrati indiani e pakistani che ci vanno a giocare a criquet e che la tengono viva”, commenta l’ex consigliere di Sinistra Democratica nel parlamentino di zona Andrea Tapparo.

Una situazione simile rischia di ripresentarsi anche con il parco Fornaci, pure questo realizzato ma non del tutto finito.

Chi vive in zona vorrebbe farne un centro per la vita del quartiere, con iniziative culturali e sportive (e infatti si sta organizzando l’Associazione “Amici del parco Zona 6 - La piastra polivalente dei Pomari, fatta e poi abbandonata

Zona 7 - Ferrovieri Nel libro dei sogni della circoscrizione 7, la più piccola della città, c’è l’idea di una piscina comunale per i residenti della zona. E, magari, di una pista da bmx o di un campo scuola per il golf. Ma si tratta, per l’appunto, di sogni, o quasi. In cima alla lista delle priorità c’è invece la necessità – questa sì molto concreta - di una nuova palestra in zona Ferrovieri, dato che quelle esistenti orami non ce la fanno ad accontentare tutte le richieste che arrivano. “Quella della scuola è abbastanza malmessa, e quella di via Baracca è completamente intasata di attività – conferma Mariano Magnabosco, ex vicepresidente della circoscrizione -. C’è bisogno di spazi, non solo per le società sportive, ma anche per chi vuole semplicemente fare un po’ di attività fisica”.

La soluzione potrebbe sbloccarsi se andasse in porto l’idea di realizzare al confine tra Ferrovieri e Sant’Agostino i nuovi campi da rugby, e con loro anche una palestra; peccato che del progetto, ultimamente, si siano un po’ perse le tracce.

Magnabosco mette poi sul piatto un’altra proposta: il recupero e l’apertura definitiva al pubblico, dopo i tentativi a singhiozzo degli anni scorsi, del parco di villa Bedin Aldighieri, tra la Gogna e Monte Berico, un’area verde di proprietà dell’Ipab tra le più belle della città. Sarebbe un valore aggiunto per tutta la zona, che comunque può già contare sul Parco Retrone e su una serie di spazi più piccoli disseminati nei quartieri e utilizzabili anche per spettacoli e manifestazioni.

Basta circoscrizioni? Ecco i rischi dell’accentramento “Va bene pensare ai nuovi parchi, centri civici, palestre.

Ma bisognerebbe anche chiedersi chi li gestisce una volta realizzati”. Maurizio Finizio, ex presidente della circoscrizione 1, non ha tutti i torti.

Uno dei vuoti più grossi lasciati dalla cancellazione delle circoscrizioni rischia di essere proprio questo: la gestione ordinaria di tutti quegli spazi

e tutte quelle attività che prima avveniva a livello di parlamentini decentrati, attività fondamentali per la vita di un quartiere, ma troppo piccole o troppo variegate per poter essere seguite da vicino da una struttura centralizzata. Prima passavano per le circoscrizioni i contributi alle associazioni, i bandi per la gestione degli spazi comuni, gli incentivi ad

iniziative e progetti culturali, sportivi o ricreativi, perfino l’organizzazione delle vacanze per anziani. Era un filtro che assicurava trasparenza (maggioranza e opposizione erano obbligate a confrontarsi) e conoscenza degli effettivi bisogni del territorio, e che adesso rischia di andare perso, visto che tutto dovrebbe passare nelle mani dei dirigenti e degli

impiegati di palazzo Trissino.

Che ci metteranno competenza e correttezza, ma che difficilmente potranno controllare da vicino la situazione come avveniva prima con chi viveva quotidianamente nei quartiere e nelle contrade. “Dal centro è difficile ricordarsi del brolo Giordan, solo per fare un esempio”, commenta Mariano Magnabosco, ex vice-

presidente della 7, riferendosi ad un’area verde inaugurata da poco ai Ferrovieri e già un po’ trascurata. “Le circoscrizioni avevano una funzione di monitoraggio del territorio, ma questo dà fastidio – conclude Finizio -. Perché vuol dire fare le pulci a quello che si sta facendo”.

L.M.

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La presidente forzista dell’istituto che finanzia le antiche case palladiane parla del suo lavoro. E si toglie qualche sassolino

La Qualarsa si gode le Ville Venete “Opposizione a Vicenza? Sia seria”

DI ALESSIO MANNINO

precisare) l’istituto che dà assistenza economica alle E’ distante ville di Palladio, di Scamozzi, dalle baruffe di Muttoni e dei loro epigovicentine, la ni sparpagliate nel Veneto e vicentina Na- in Friuli. In tutto, la bellezza dia Qualarsa. di 4270 edifici, di cui il 90% Si compiace privati e la metà vincolati. del suo lavo- “La sfida del secolo”, esordiro come pre- sce un po’ pomposamente, “è sidente del- cercare di farle diventare un l’Istituto Ville Venete, è tut- segmento d’attrazione turita contenta se deve andare stica, un volano economico”. a Roma a mostre e convegni Col non piccolo problema, organizzati dal neoministro tuttavia, della “discrasia fra della cultura Bondi, e si at- il grande numero e gli alti tiene a un rigido protocollo costi da una parte e l’esiguidi risposte precotte quando tà dei fondi dall’altra”. la si stuzzica sul duo Galan- Vecchia storia: gli enti, gli Sartori, suoi compagni di istituti e quant’altro fioriscopartito ma avversari interni. no per la gioia della convePerò ci concede l’intervista gnistica e dei tagli di nastri, sul manto verde però i soldi sono dei Chiostri di pochi. Più esattaSanta Corona nel mente, 5 milioni giorno in cui si di euro. “Questo sono riuniti i Cir- Scandalo è il nostro bilancoli della Libertà portaborse? cio complessivo di Michela Bram- Ma quando stanziato dal mibilla, propaggine mai. nistero. Siamo un disprezzata dal Sono altri ente sano - metgovernatore vele mani avangli scandali te neto. ti la Qualarsa -, La Qualarsa, sespersino in attivo. sant’anni, arriCome statuto noi vata alla politica agiamo come una nel 1994 con la Lif dell’ex banca: eroghiamo fondi. Lo senatore Renato Ellero, non facciamo con mutui a tasso ha fatto gavetta nella sua agevolato, dando il 15% a natia Lusiana. E’ passata di- fondo perduto e con un interettamente in Regione, dove resse che è la metà rispetto è stata consigliere per due alla banche private”. Di più: mandati (dal 1995 al 2005). “dall’11 luglio si parte con Dal 2006 presiede (“con 730 un’intesa con la Carive suleuro d’indennità”, tiene a le nuove norme per il bando

La Qualarsa in compagnia di Sartori e Galan, quando ancora i rapporti non erano incrinati

Nadia Qualarsa

di mutui. Finora, elargivamo fino 250 mila euro per un proprietario privato e fino a 300 mila per uno pubblico. Poca cosa, per i costi di mantenimento di una villa.

D’ora in poi arriveremo fino a 1 milione e mezzo, e questo per un periodo sperimentale di tre anni. 700 mila li mettiamo noi, gli altri 800 mila li giriamo alla Carive e interveniamo in conto interessi e con un contributo del 2,5% in conto capitale”.

Sugli schei che girano nei palazzi della politica c’è da un bel po’ vento di tempesta (sempre più debole, a dire il vero). La Qualarsa, di professione maestra elementare (in pensione), è lì in quota Forza Italia. Lottizzata anche lei, viene da dire. “No, non mi sento affatto lottizzata. Meritocrazia, non partitocrazia! Io credo di meritarmelo, perché la politica l’ho sempre fatta in mezzo alla gente, ed è un lavoro impegnativo”. In Regione è scoppiato lo scandalo dei portaborse dei politici assunti a tempo indeterminato… “Ma quali portaborse! E’ gente che prende mille euro al mese, io quand’ero consigliere regionale ne avevo uno con tre figlie che si faceva un sacco di strada per venire a Venezia ogni giorno… E’ stata tutta una strumentalizzazione”. Messa in atto prima di tutto dal suo governatore,

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Senta ma lei come avrebbe condotto la campagna elettorale, per non perdere (se proprio non si vuol parlare di vincere)? “Io stimo la Sartori, è una gran lavoratrice.

Ma io avrei adottato un approccio diverso. Io tendo a umanizzare la politica, a far sì che il partito sia davvero democratico e che le teste pensanti non vengano ghettizzate”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Qualche consiglio a un centrodestra locale ancora frastornato dall’inattesa sconfitta? A ogni votazione in consiglio comunale l’opposizione si alza e se ne va. Aventino tutta la vita? “Consigli… finirla con le frizioni interne, lavorare per gli ideali. E sopratGiancarlo Galan, che ha spa- tutto stare vicino alla gente e rato a zero contro il partito, portare le loro istanze nelle favorevole (col Pd) alla leg- istituzioni”. gina. “Sono troppo occupa- Vabbè ma oltre al pronta, non mi accorgo di queste tuario del buon politico, in cose. Sono altri gli scanda- concreto? “No agli ostruzioli”. Scusi, quali? “Io dico che nismi, alla ricerca di poltrosono altri”. Mistero. ne. Ho visto troppi saltimA proposito di Galan: il suo banchi, per i quali il molto libro s’intitola Il Nordest non è mai troppo”. Quindi? sono io. Il Nordest è lui? “Bi- “Io ricordo di aver sempre sognerebbe chiederlo a lui. garantito il numero legale.

Certamente una personalità L’opposizione va fatta all’incosì forte ha improntato di terno del consiglio, però, lo sé il Veneto”, risponde di- scriva, non sono al corrente plomatica la Qualarsa. Tra- di come sta agendo il partiduzione: se lo dice lui... E to a Vicenza”. Una parolina con la Lia Sartori, che è pap- sulle feroci guerre di potepa e ciccia con Galan, come re che si consumano sotto va? Tutti dicono la Basilica dalle molto male. “Non parti della Cameho sentito nulra di Commercio, la al riguardo”. Il di Assindustria, Perché ha fallito centrodestra della Fiera e dei nella corsa elet- si batta in vari potentati torale per il Coche l’anno scorConsiglio. mune di Vicenza? so hanno visto la “Uhmm… ci sono E basta con lotta frontale fra tante motivazio- la caccia alle gruppo Galanni…”. Si sforzi, poltrone Sartori (con Ireme ne dica almene Gemmo e Elio no una. “Direi la Marioni al seguiframmentazione to) e quello, oggi nel Pdl, che non ha giovato a pezzi, Amenduni-Calearo? per andare in carrozza…”. “Non so se esistito questo Non che la Sartori come gruppo d’interessi, però dico candidata ha mostrato tutta che la politica non ha aiutala sua personale debolezza? to a unire, anzi si è adopera“Credo che se il partito ha ta per dividere”. Messaggio scelto lei avrà fatto le sue in codice. Indovinate contro giuste valutazioni”. Già, an- chi? Per carità, nessun livoche perché il partito, a Vi- re. La Qualarsa vive beata cenza e a Venezia, è la Sar- nell’empireo delle ville paltori. ladiane…

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fatti&notizie I dati Sert sulle tossicodipendenze nel Vicentino conferma che l’uso di cocaina è in continuo aumento. Così come i mix con altre droghe o alcol

Facile, economica e alla moda Cocaina, la regina della notte DI LUCA MATTEAZZI

Sempre più numerosi, sempre più giovani, sempre più difficili da individuare. Ma anche sempre più seguiti da una rete di servizi ormai collaudata ed efficiente. In linea con le tendenze registrate a livello nazionale, anche nel vicentino il consumo di droghe e sostanze stupefacenti è in continua crescita, con una progressione che negli ultimi anni è stata lenta ma costante. La fotografia della situazione nella città e nei dintorni arriva dal Sert, il servizio per le tossicodipendenze dell’Ulss 6: nel 1990 le persone seguite dal centro erano poco meno di 400, nel 2000 sono salite attorno alle 800, negli ultimi due anni hanno superato quota mille, confermando un trend che continua ormai da due decenni.

E che trova riscontro anche nei numeri delle persone seguite per alcolismo (“Le cifre sono più basse, ma l’andamento è lo stesso”, conferma il direttore del Sert Vincenzo Balestra), e nella situazione da tutto esaurito delle comunità di recupero: “In effetti in questi ultimi anni il numero di persone ospitate nella nostra comunità è costante e sempre ai livelli di piena capienza – osserva Emanuele Goldin, responsabile della cooperativa Nuova Vita -. E le richieste sono sempre tante”.

più se si considera che Sert e comunità di recupero intercettano solo la classica punta dell’iceberg: chi si presenta a San Domenico, o in una delle altre sedi della rete di servizi dell’Ulss, è chi è già arrivato ad una situazione di dipendenza o di grave abuso, con tutte le relative complicazioni sul piano clinico, sociale, relazionale. Ma resta fuori tutto il sommerso, cioè la maggior parte di quanti consumano droga in modo occasionale oppure usano sostanze che non danno, almeno nel breve periodo, forme di dipendenza troppo evidenti.

Cannabis, alcol e cocaina Come la cannabis, insieme all’alcol probabilmente la droga più diffusa.

“Anche se non così diffusa come si tende a pensare – puntualizza Balestra -. Le indagini più attendibili ci dicono che, in fase adolescenziale, fa uso di cannabinoidi almeno una volta all’anno un 30 - 35 per cento dei ragazzi”. O come la cocaina, il vero fenomeno nuovo degli ultimi anni. “Il numero di consumatori di eroina si è ormai stabilizzato – spiega Balestra -, mentre è decisamente in aumento l’uso di cocaina.

Fino a qualche anno fa era una cosa molto rara, mentre nel 2006 e nel 2007 le persone che abbiamo seguito e che indicavano come sostanza primaria la cocaina sono state oltre 70”.

Un piccolo boom. Che si spiega con

L’età di chi si rivolge a Sert e comunità è in continuo decremento

La punta dell’iceberg La tendenza, dunque, è chiara. Tanto

Un rave party, dove spesso alcol e droga sono ospiti fissi

il calo dei prezzi – oggi una dose di coca è alla portata di tutti, o quasi -, con le caratteristiche della droga che ne fanno uno stupefacente alla moda, diffuso in tutte le classi sociali (la cocaina è un eccitante, e viene spesso percepita come un aiuto in quei contesti in cui si vuole essere un po’ su di giri o migliorare le proprie prestazioni), e dal fatto che la dipendenza non è immediata. E quindi si riesce spesso a mascherarla, almeno fino a quando la situazione non precipita.

“Quando si arriva alla dipendenza, è drammatica”, avverte Balestra.

Anche perché, spesso, la situazione è particolarmente complicata. All’abuso di sostanze stupefacenti sono sempre più frequentemente associati disturbi di carattere psichiatrico, dalla depressione ai disturbi psicotici (è quella che gli addetti ai lavori chiamano doppia diagnosi). Oppure l’uso combinato di più droghe, spesso in associazione all’alcol. “Oltre all’aumento del numero di dipendenze da cocaina, è sempre più diffuso il caso del policonsumatore – aggiunge Goldin -. Cioè di chi ha utilizzato varie sostanze. Ad esempio, ci capita di incontrare persone che sono diventati dipendenti dell’eroina dopo essere stati per molto tempo consumatori di cocaina”.

Giovani tentazioni L’uso di sostanze stupefacenti, insomma, sta cambiando. Il tossicodipendente emarginato che si “buca” negli angoli bui della città, o l’immagine della droga come trasgressione “proibita” sono ormai un ricordo.

Oggi una buona parte delle persone

seguite dai servizi di assistenza conduce una vita apparentemente regolare, conserva un lavoro, cerca di tenere in piedi una famiglia. Quando ce l’ha, una famiglia. Perché sempre anche dalla nostre parti l’età in cui si ha il primo contatto con la droga, e in cui si cominciano a manifestare i primi problemi, è in continua abbassamento. Al Sert, la maggior parte delle persone in terapia ha tra i 25 e i 39 anni, ma nel 2007 ci sono stati una cinquantina di contatti con ragazzi minorenni. E lo stesso si trova, pari pari, nelle comunità terapeutiche: “Le età si stanno abbassando notevolmente – conferma il responsabile della cooperativa Nuova Vita -. Noi abbiamo ragazzi di 20 – 22 anni che una volta non si vedevano. In parte perché, con i servizi oggi disponibili, e non si può più nascondere il fenomeno. In parte perché, ma questa è una mia opinione, le sostanze che circolano oggi intaccano prima il sistema nervoso. E in parte perché si comincia prima; se il primo contatto

con l’alcol avviene a 12 - 13 anni, a 15 si arriva agli spinelli, a 17-18 alla cocaina e attorno ai 20 all’eroina”.

Non solo droga A complicare il tutto si aggiunge poi il fatto che, accanto alle sostanze stupefacenti classiche, si stanno diffondendo anche forme di dipendenza nuove. Meno diffuse, meno al centro dell’attenzione, ma non per questo meno insidiose. È il caso della dipendenza da gioco d’azzardo (videopoker, scommesse, casinò e, in misura minore, lotto ed enalotto), che la cooperativa Nuova Vita segue già da alcuni anni. Ma non solo: “Vediamo persone che hanno problemi nel rapporto con il cibo, ma anche giovani che non possono fare a meno di usare il telefonino o di passare ore attaccati ad Internet, con i genitori che non sanno più cosa fare – conclude Balestra -. O, anche se in pochi casi, mi

è capitato di vedere delle persone con problemi di dipendenza dalla pornografia”.

Le nuove sostanze L’aumento dell’uso di cocaina non è l’unica novità degli ultimi anni. Da segnalare la progressiva retromarcia di una droga che spopolava fino a qualche tempo fa come l’ecstasy, sostituita da sostanze come la chetamina, un anestetico per animali che dà effetti psichedelici insieme ad una forte sensazione di separazione

dal corpo. O, ancora, la diffusione dell’eroina da fumare, che sta trovando sempre più spazio, in sintonia con una modalità di consumo che oggi tende ad evitare l’iniezione endovenosa. Come dire che è meglio sniffare, o fumare, piuttosto che bucarsi.

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fatti&notizie

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La Regione certifica l’inquinamento del sottosuolo di una zona del bassanese. È l’ennesimo caso di contaminazione legato alle attività industriali. E passato sotto silenzio

Chiare, fresche dolci acque? Macché In falda trielina, tritolo e benzene DI ANDREA ALBA

In un silenzio di cronaca quasi assoluto, la Regione Veneto ha confermato un altro caso di pesante contaminazione del terreno e della falda acquifera nel vicentino, più precisamente nel Bassanese, ai confini fra Tezze sul Brenta e Rosà. I fatti: in via dell’Industria a Rosà, nel sottosuolo di un’ex industria di vernici ci sono novanta bidoni sepolti e un bacino di sicurezza definito dai tecnici regionali “del tutto inidoneo a garantire la tenuta in caso di perdite”. Oltre, soprattutto, a un inquinamento di agenti chimici quali tricloroetilene, tricloroetano, benzene, tetracloroetilene, toluene e dicloropropano in un sito “oggetto di importanti contaminazioni in particolar modo in relazione alla matrice acqua sotterranea”. Il tutto è stato rilevato da numerosi sopralluoghi dell’Arpav, testimoniati da una deliberazione della Giunta regionale (numero 47, 6 maggio 2008). L’azienda è la Orlandi Vittorio srl di Rosà: la deliberazione firmata da Galan e Zaia – che è peraltro una risposta a una specifica interrogazione dell’anno scorso presentata dalla battagliera consigliera leghista di Bassano Mara Bizzotto – suggerisce al Comune di bonificare da sé l’area per poi rivalersi sui proprietari. Il processo di depurazione ad oggi non è ancora stato avviato.

inizia in realtà a fine 2005. Nessuna ipotesi né opinione, è sufficiente la lettura della deliberazione regionale datata inizio giugno 2008: “Fin da ottobre di quell’anno (2005) sono state avvertite forti esalazioni provenienti dalla pavimentazione interna dello stabilimento”. L’attività produttiva – l’azienda era attiva dal 1978 nella produzione di solventi – era peraltro terminata del tutto proprio in quel periodo. Il testo precisa da subito che “la principale causa di contaminazione è rappresentata dalla gestione inadeguata dei serbatoi interrati e dalla non corretta azione di allontanamento dei solventi contenuti”. Quale contaminazione? Quella rilevata dall’Arpav il 24 ottobre 2005: “il dipartimento provinciale ha effettuato in quella data una serie di indagini sul sito, evidenziando la presenza di liquidi raccolti in una vasca di recupero e provenienti da un serbatoio dismesso che si era accidentalmente rotto.

Risultavano ancora presenti nel terreno n° 30 serbatoi a scafo singolo, n° 40 serbatoi a scafo doppio e n° 20 serbatoi ad asse verticale: inoltre, il bacino di sicurezza si presentava assolutamente inidoneo a garantire la tenuta in caso di perdite”.

La principale causa di contaminazione è rappresentata dalla gestione inadeguata dei serbatoi interrati

La storia E’ stata recentemente raccontata dalla Rai del Veneto e da qualche giornale locale, non dei più diffusi.

Segnalata alla stampa a metà 2007,

Dalla trielina al benzene Il testo continua spiegando che “i liquidi presenti nella cisterna, che dopo l’allontanamento effettuato dalla Orlandi Vittorio Srl avevano subito il dilavamento di acque meteoriche, sono stati sottoposti ad analisi chimica dall’Arpav: in data 20 dicembre 2005 l’Agenzia ha trasmesso un rap-

Ecco come le falde acquifere possono essere inquinate da serbatoi sotterrati danneggiati

porto tecnico dal quale si evinceva la presenza di tricloroetilene, ferro, tricloroetano, benzene, tetracloroetilene, toluene e dicloropropano in quantità considerevoli”. I nomi tecnici degli agenti chimici non dicono molto ai più. Ma con una rapida verifica si scopre che il tricloroetilene è meglio noto col nome commerciale di trielina, prodotto sintetico dall’odore caratteristico e sospetto cancerogeno; il benzene è invece un idrocarburo aromatico, e prima di essere riconosciuto come cancerogeno trovava largo impiego come additivo nella benzina verde oltre che nella produL’azienda Orlandi Vittorio srl di Rosà, accusata dell’inquinamento zione del napalm; il tetracloroetilene è un derivato del cloro, nonchè un composto classificato come “rifiuto gio 2007, si svolge una conferenza Cosa dicono i residenti pericoloso”, nocivo per inalazione e dei servizi fra i soggetti interessati Emanuele Bonin è un cittadino di pericoloso per l’ambiente; il toluene per esaminare il Piano e questo vieTezze sul Brenta, che passeggiando è un sostituto un po’ meno tossico ne bocciato. Alla ditta viene ingiunnei pressi della Orlandi qualche giordel benzene, oltre che essere il printo di modificare il testo nel modo no fa ha avvertito ancora i famosi cipale ed indispensabile ingrediente più opportuno, la Orlandi replica odori e ne è rimasto sgradevolmendel tritolo (tnt). Infine il tricloroetafacendo sapere di aver incaricato te incuriosito. Analizzando l’area ha no: solvente industriale in uso fino al un professionista dell’adeguamenscoperto i pozzetti di controllo del1996, quando to del Piano. l’Arpav: successivamente ha deciso è stato bandito Dopo ulteriori di andare a fondo di tutta la storia, dal protocollo analisi tecnied è lui che l’ha recentemente divuldi Montreal in che su terreno gata alla stampa attraverso il sito quanto ritenue falda dell’Arhttp://salutetezze.splinder.com to responsabile pav, e numeroNel blog sono presenti sia il docudell’allargasi passaggi fra mento regionale che l’interrogaziomento del buco Comune, Prone presentata già nel 2007 da Mara dell’ozono, vincia, Arpav, Bizzotto (con cui la consigliera chiemortale per regione e imdeva l’immediato avvio delle bonifiinsetti e specie presa stessa, si che). “Siamo di fronte all’ennesimo acquatiche, e Chiare, fresche, dolci acque... arriva al 2008: caso di inquinamento – commenta che colpisce a gennaio la Bonin - ma sembra ci si voglia nal’uomo al sistema nervoso centrale ditta ha trasmesso al Comune dati scondere dietro a delle scartoffie con sintomi classici quali intossicasui monitoraggi effettuati. La relaper non bonificare. Dalla documenzione, vomito, confusione mentale, zione regionale termina suggerentazione risulta che la Orlandi ha riincoscienza e nei casi più gravi mordo al Comune di Rosà di avviare la pulito l’area, e che però le “pulizie” te. bonifica e poi rivalersi sul propriesono state successivamente bocciate tario: “La situazione dai vari enti preposti.

L’accordo c’è, la depurazione ambientale sul quale Quello che io chiedo, e no sorgeva la OV Orlandi che penso sia un sentiLa deliberazione regionale spiega di Rosà è quindi core comune della cittacome in seguito il Comune di Rosà stantemente monitodinanza, è che anzitutabbia incaricato l’azienda di effetrata dalle autorità di to vengano fatte tutte tuare la bonifica e il ripristino amcontrollo e dovrebbe le operazioni di depubientale. “Il 5 agosto 2006 la Orlandi condurre la società razione necessarie e Vittorio srl ha svolto le operazioni di Orlandi ad adempiere solo successivamente aspirazione e pulizia di sei serbatoi agli obblighi che desi pensi alle responsacontenenti gasolio e nafta nonché rivano dalla gestione bilità: ora è necessario della vasca di accumulo, rimuovendi un sito che è stato agire in fretta, perché do un serbatoio rotto e svuotando il oggetto di importananche se l’acqua delpozzo perdente; il giorno 15.02.2007 ti contaminazioni, in la falda inquinata da ha quindi depositato presso gli uffici particolar modo in relazione alla questi agenti chimici non va neldel Comune un documento formalmatrice acqua sotterranea. In ogni l’acquedotto potrebbe per ipotesi mente denominato “Piano di carattecaso le procedure e gli interventi di andare in qualche allevamento delrizzazione” anche se sostanzialmente bonifica possono essere effettuati la zona attraverso pozzi artesiani, e improprio in quanto privo dei requidal Comune territorialmente comfinire sulle nostre tavole nel pollo o siti tecnici richiesti dalla normativa petente con rivalsa nei confronti del nel manzo sopra al piatto. La priodi settore”. Quali requisiti mancasseproprietario nei limiti del valore di rità, allora, in questo momento è ro non viene reso noto, fatto sta che mercato dell’area”. Ad oggi, tuttabonificare e ripristinare la sicurezza esattamente tre mesi dopo, il 15 magvia, la bonifica è ancora da avviare. ambientale”.

“Siamo di fronte all’ennesimo caso di inquinamento, ma sembra ci si voglia nascondere dietro a delle scartoffie

T R Fatti, personaggi e sport vicentino SPO Direttore editoriale Giovanni Coviello

Volley La Minetti Infoplus “blinda” De Gennaro pagina 12

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Anno 3 - Numero 69 - Sabato 5 luglio 2008 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°111

Il giovane velocista vicentino Matteo Galvan “tradito” dai compagni di staffetta Ora dovrà giocarsi l’ingresso ai giochi di Pechino nei 200 metri individuali. Ma serve il primato personale

Corsa contro il tempo DI FRANCESCO CAVALLARO

Basket A1 Famila Schio: un mercato di lusso pagina 13

Calcio C2 Bassano, attesa ripescaggio pagina 14

Hockey Giovani, professionisti e vincenti pagina 14

Dalle stelle alle stalle. Con la speranza che non sia vero.

Il velocista Matteo Galvan, 20 anni il prossimo 24 agosto, alla fine potrebbe non andare alle Olimpiadi. Si era fatto un gran parlare di lui nell’ultimo anno; il vicentino aveva inanellato sui 200 metri – la sua specialità una serie di risultati tali da convincere anche gli addetti ai lavori più scettici. Qualche giorno fa la notizia che non ti aspetti: due suoi compagni della staffetta 4x400 hanno rinunciato a gareggiare nelle competizioni di qualificazione per Pechino 2008 mettendolo automaticamente fuori gioco. Ora dipende solo da Matteo conquistare il lasciapassare per le terra cinese. L’atleta può Galvan per arrivare a Pechino deve bloccare il cronometro a 20” e 59 centesimi solo sperare di fare il tempo minimo previsto per la spe- zione personale. Non è giu- po. Io a Pechino ci voglio cialità dei 200 metri, cioè 20 sto, la Federazione doveva andare”. Tocchiamo ferro secondi e 59 centesimi, per intervenire. Prima di tutto per Matteo. Chissà che il andare a Pechino per conto viene la maglia azzurra; solo suo sogno si possa davvero suo; tre le possibilità da qui dopo ognuno può pensare a realizzare. Intanto Matteo ci al 23 luglio, data ultima per sé stesso. Ci hanno messo fa qualche pronostico sulle ottenere il visto: il 6 luglio a in difficoltà quando Pechino gare di velocità: “I favoriti?

Rieti, il 13 a Ginevra e la set- sembrava ormai raggiunta. timana successiva Sono molto amaai campionati ita- “Sono reggiato. Indieliani a Cagliari. tro non si torna, comunque C’è solo un pic- fiducioso: adesso penso solo colo problema. Il a qualificarmi per mi sento suo miglior temconto mio”. po di sempre è bene, sia Cosa servirà 20 secondi e 87 fisicamente per raggiungere centesimi. Trop- che psicol’obiettivo? “Dupo alto per anda- logicamente. rante le gare di re alle Olimpiadi. Ce la posso qualificazione ai “Io sono comunblocchi di partenfare” que fiducioso – za dovrò avere la commenta l’atleta vicentino massima concentrazione. La -; mi sento bene, sia fisica- mente dovrà essere sgombra mente che psicologicamen- da ogni pensiero, altrimenti te. Ce la posso fare ad arri- rischio di perdere centesimi vare ai fatidici 20 secondi per niente. Sarò teso, come e 59 centesimi. Mi dispiace mi capita sempre quando per il comportamento che c’è qualcosa di importante hanno avuto i miei due com- in palio. Tuttavia, trasforpagni della staffetta; hanno merò l’emozione in carica rinunciato a correre per la per correre non solo contro squadra e si sono concentra- gli avversari, ma anche – e ti solo sulla loro qualifica- soprattutto – contro il tem-

I soliti. Statunitensi e giamaicani su tutti. Gli italiani dovranno stappare lo spumante se arriveranno nella batteria finale. Purtroppo siamo ancora lontani anni luce dai tempi degli americani”.

Dopo le Olimpiadi, vada come vada, Matteo riprenderò la sua attività nella Fiamme Gialle di Vicenza (ora è allievo finanziere). “E’ il mio lavoro. Per rimanere dentro le Fiamme Gialle devo continuare ad esprimermi su alti livelli e credo di averne le potenzialità. Sto pensando anche di iscrivermi all’Università, ma mi porterebbe via troppo tempo per gli allenamenti. Per ora la mia vita è questa e mi trovo a mio agio.

Ogni tanto penso al futuro a medio-lungo termine. Sono consapevole che a 30 anni la mia carriera sarà già finita.

Il massimo sarebbe restare dentro al mondo dell’atletica”. Per quello c’è tempo.

Ora Matteo rincorre il visto per le prossime Olimpiadi. Con la certezza che, alla fine, ci sarà.

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5 LUGLIO 2008 Volley. La società biancorossa ha già legato a sé parecchie atlete con accordi pluriennali L’ultima in ordine di tempo è il libero De Gennaro “blindata” per altri 3 anni

Minetti Infoplus già pronta Anche Moky firma il rinnovo DI PAOLO MUTTERLE

Per il prossimo campionato di A1 la squadra biancorossa è già bell’e pronta. Per la stagione 2009/2010 servirà solo qualche ritocco. Per quella ancora successiva… il mercato è a buon punto. Sembra una battuta, ma è la

realtà. La Minetti Infoplus ha già legato a sé parecchie atlete con accordi pluriennali (Tirozzi, Paccagnella, Ikic, Devetag, Rroco, Strobbe, Bertone per citarne alcune). A queste si è aggiunta da poco il libero Monica De Gennaro, che ha firmato in un sol colpo per la sua settima, ottava e nona stagione in

Il libero biancorosso giocherà a Vicenza le sue prossime tre stagioni

biancorosso. Il decennale è ormai alle porte…

La giovane bandiera Da circa un mese la bella Moky è presente quasi giornalmente in molte case italiane, grazie allo spot televisivo della Wind con Aldo, Giovanni e Giacomo; i tifosi vicentini, che già la conoscono da sei anni, la vedranno giocare al PalaRewatt almeno fino al 2011. Assieme a Stefania Dall’Igna il libero sorrentino (ma ormai vicentina d’adozione) è ormai una vera e propria bandiera del club. Con una ‘piccola’ differenza rispetto ai Baresi e ai Maldini: la biancorossa ha compiuto 21 anni a gennaio. Lei però minimizza: “Sono molto attaccata a questa maglia, qui lavoro e sto bene, ma mi sento una giocatrice come le altre, anche se mi fa piacere che la società punti molto su di me. Io penso solo a giocare, a divertirmi e a dare il massimo in campo. Sapere che nei prossimi anni giocherò con molte delle mie attuali compagne è stata per me un’ulteriore spinta a rimanere altri tre anni a Vicenza. Siamo un bel gruppo e ci conosciamo già quasi tutte, saremo una squadra affiatata e penso e spero che sapremo renderci competitive.

Abbiamo voglia di levarci qualche bella soddisfazione”.

Cuore e tecnica Il prolungamento contrattuale di De Gennaro non ha ovviamente solo ragioni affettive, ma anche (e soprattutto) tecniche. Con il forte libero lanciato da Peppe Nica, da anni nel giro del-

la nazionale, la Minetti può contare su un cardine di sicuro affidamento in seconda linea per quanto riguarda ricezione e difesa. Fondamentali nei quali Moky a detta degli esperti non è inferiore ai migliori liberi in circolazione.

Si tratta della classica giocatrice la cui presenza in campo infonde sicurezza e tranquillità a tutte le compagne. Precisa, veloce, istintiva, perfezionista, Monica è sempre pronta a prendersi le sue responsabilità e nonostante la giovane età nello spogliatoio parla già da leader. E mentre immaginiamo coach Fangareggi (ancora impegnato con la nazionale turca come secondo allenatore di Polidori) festeggiare la notizia letta su internet o ricevuta via sms, al suo posto a gongolare è il vice allenatore della Minetti Infoplus Icio

Baraldo: “Moky la vedo da anni anche in allenamento. Oltre alla sua bravura indiscutibile, che la fa giustamente considerare tra le più forti in Italia nel suo ruolo, è dotata di una grinta fuori dal comune che la rende una vera trascinatrice in campo. Oltretutto è una professionista meticolosa in palestra e nella preparazione fisica, un esempio da imitare per tutti. La società ha fatto benissimo a confermarla. Non sono molte le giocatrici così giovani ma già con così tanta esperienza in A1; e se ha giocato bene l’anno scorso nonostante i grossi problemi fisici al gomito, dopo una buona riabilitazione non potrà che fare meglio. Per noi che punteremo molto sul gruppo, una giocatrice con il suo carattere non può che aiutarci”.

Abbonamenti: parte la nuova campagna Passa alla Minetti Infoplus. Per un anno (di grande pallavolo) due abbonamenti al prezzo di uno.

A parità di testimonial, l’offerta biancorossa è molto più vantaggiosa di quella della compagnia telefonica pubblicizzata dalla minettina Moky. Occorre però fare una precisazione: l’offerta è valida fino al 31 luglio, data entro la quale acquistando una tessera valida per tutte le partite casalinghe al PalaRewatt della squadra di A1 vicentina si riceverà in omaggio

un secondo abbonamento di pari valore. Con l’allargamento del Campionato a quattordici squadre, saranno tredici le partite a Vicenza, due in più rispetto alle passate stagioni. I vantaggi non finiscono qui: gli abbonati avranno uno sconto del 10% sulle consumazioni al bar del palasport e l’ingresso gratuito alle partite della Novello Fidas Vicenza di Serie B. P.M.

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5 LUGLIO 2008 Basket A1 Donne. Dalla Spagna arriva la play guardia della nazionale iberica Nura Martinez Ma per le campionesse d’Italia questo non è l’unico colpo di mercato

Martinez, Feaster e Braxton Mercato di lusso per il Famila DI TOMMASO QUAGGIO

È Nuria Martinez, il nuovo importante acquisto del Famila Wuber Schio per la stagione 2008 2009. Fresca di convocazione con la sua Nazionale per le Olimpiadi di Pechino 2008, è stato il primo pesante colpo di mercato per la squadra campione d’Italia che nella prossima stagione affronterà anche l’Eurolega. Si tratta di un’atleta di grande esperienza internazionale che nell’ultima stagione ha giocato nella Dynamo Mosca. Nata a Vilassar de Mar il 29 febbraio 1984, alta 174 cm, per 72 kg., preferisce giocare nel ruolo di play, anche se non disdegna di essere utilizzata come guardia. E’ considerata anche un ottimo difensore, soprattutto nelle situazioni uno contro uno, ma

Nuria Martinez

è anche atleta dalla mano molto “calda” sia nel tiro da due come in quello da tre. Vanta 52 presenze nella Nazionale spagnola, seconda classificata agli ultimi Europei di Chieti e sesta alle Olimpiadi di Atene. ha vinto anche due edizio-

Kara Braxton

ni della Coppa de la Reina e vanta inoltre un’esperienza in WNBA con Minesota Lynks.

Si è detta molta contenta di essere arrivata nella formazione allenata da Sandro Orlando: “sono venuta qui per vincere e per trovare delle soddisfazioni anche a livello personale”.

Gli altri colpi di mercato per le arancioni sono stati: l’ingaggio per un biennio della fortissima guardiaala Allison Feaster franco-americana, classe 1976 e 180 cm di altezza. Allison ha un curriculum sportivo di altissimo livello: 5 anni a Valenciennes con altrettanti anni di Eurolega con una media di 12 punti a partita, final four sempre di Eurolega con il Ros Casares Valencia e l’ultima stagione a Leon, avversaria di Schio nei play off di EuroCup. Insieme a Macchi e Masciadri formerà un trio di esterne di grande valore in attacco come in difesa.

L’arrivo di Kara Braxton 25 anni, 198 cm e 96 kg di peso, wnba a 10 punti e 6 rimbalzi con Detroit e vittoria Campionato polacco 2007/08; questi i numeri del nouvo pivot di Schio che ha accettato di venire al corte del Presidente Cestaro nonostante le numerosissime offerte. E quello di Masha Maiorano, classe 1982, guardia di 1,80 mt è il primo rinforzo italiano di Schio. La gioca-

trice approda alla corte del Presidente Cestaio dopo aver militato per 10 anni a Sesto San Giovanni, Broni, Ivrea, e poi ancora in A1 a Rovereto, Viterbo ed infine a Parma.

Il General manager Paolo De Angelis: “Feaster è l’ennesimo rinforzo di qualità di questa stagione, la conoscevamo e seguivamo già da tempo, averla incontrata in EuroCup ci ha facilitato il compito. La ragazza è stata felicissima di venire a Schio per 2 anni e noi abbiamo raggiunto l’obiettivo di avere 3 esterne che nelle rotazioni sul campo non di-

minuiranno il livello tecnico del quintetto. Allison ha un carattere straordinario e sicuramente sarà una delle pedine fondamentali anche fuori dal campo. Stiamo costruendo una squadra fortissima come difficilmente se ne sono viste a Schio, il nostro allenatore avrà l’onore-onere di guidare giocatrici tutte dello stesso livello; Orlando ha chiesto anche tramite interviste sulla carta stampata che la società facesse un salto di qualità, bene, possiamo dire che noi il salto lo abbiamo fatto mettendo a sua disposizione un roster di grandissimo valore”.

Atletica. Ai Giochi Estivi della Gioventù di Alpe Adria Vicenza conquista un bronzo e 3 argenti

L’AV si fa valere anche in Ungheria Ai Giochi Estivi della Gioventù di Alpe Adria, precisamente a Szombathely, in Ungheria, con la rappresentativa veneta si sono comportati in modo eccellente i giovani atleti vicentini Jacopo Paccagnella, Eugenio Incerti, Tommaso Renso e Andrea Cracco. Gli allievi di Atletica Vicentina, convocati a questa manifestazione di grande importanza hanno portato preziosi punti alla nostra regione, partecipando così al bottino finale di 4 ori, 10 argenti e 6 bronzi.

Nella velocità ha ottenuto il 3°

posto il bravo Paccagnella, che ha corso i 100m in 11”22, favorito anche da un vento piuttosto forte, e che ha poi portato la staffetta 4x100m a cogliere un bel 2° posto. Stessa posizione è stata ottenuta da Incerti, impegnato nei 400 metri, corsi in 51”47, mentre l’ottimo Tommaso Renso nei 1500m ha strappato la medaglia d’argento con il tempo di 4’07”09.

Fuori dal podio Cracco nel lancio del martello.

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5 LUGLIO 2008

Calcio. Persa la prima divisione i giallorossi potrebbero fare il salto di categoria entrando dalla porta di servizio Il verdetto arriverà ad agosto. Caporello: “Sono fiducioso: la dirigenza ha degli ottimi programmi”

Roulette ripescaggi, Bassano vede la C1 DI FRANCESCO CAVALLARO

Bassano in C1? Potrebbe anche essere. Le ultime indiscrezioni danno i giallorossi favoriti nella roulette dei ripescaggi. Persa la Prima Divisione (questo il nuovo nome della serie C1) sul campo ora la banda di mister Glerean punta alla promozione “sulla carta”. Che non sarà la stessa cosa di quella gettata al vento contro il Portosummaga; ma poco importa.

La scorsa settimana abbiamo incontrato Carlo Caporello, preparatore dei portieri del Bassano, in un bar di Rubano, vicino Padova. Come va, come non va, alla fine il tecnico si è sbilanciato: “Il Bassano andrà in serie C1 al 90%; i presupposti per una buona riuscita del sospirato ripescaggio ci sono tutti. In ogni caso la società vuole allestire una grande squadra, pur se dovessimo ripartire dalla Seconda Divisione, la nuova C2. Sono fiducioso: la dirigenza ha degli ottimi programmi a medio-lungo termine”.

C’è da credergli. Il patron Renzo Rosso non sta scherzando e ha tutta l’intenzione di investire – come d’altronde ha già fatto in questi anni – sui colori giallorossi. Il suo sogno proibito è portare il Bassano in serie B e costruire uno stadio di proprietà della società da 20mila posti. Se dovesse arrivare la promozione in serie C1 (ad inizio agosto la conferma ufficiale) sarebbe solo un primo passo verso il Paradiso sportivo. A questo proposito buone anche le notizie che arrivano dall’Ufficio Stampa della società. “A margine dell’ultima assemblea di Lega i nostri dirigenti hanno incontrato il presidente Mario Macalli – spiega l’addetto stampa -; ebbene, lo stesso presidente ha fatto

Hockey pista. Il vivaio della società bassanese avrà un struttura professionistica. Direttore tecnico Giudice

Bassano H54, rivoluzione ragazzi

Dopo la delusione nella finale con il Portogruaro, la fiammella della speranza si riaccende

una certa pressione perché presentassero al più presto la domanda di ripescaggio. E’ stato lui, di persona, che ha detto questo; ciò significa che esiste più di qualche possibilità per ripartire assieme a Verona, Padova, Venezia, Cremonese e Reggiana”.

Tanto più che la Spal, una delle più temibili avversarie nel campionato dei ripescaggi, ha già comunicato che non farà nessuna domanda. Per i biancazzurri ci sono grossi problemi dopo il recente cambio di proprietà.

In termini di numeri, secondo lo stesso Macalli sarebbero addirittura 20 le squadre tra serie B e serie C (a proposito: che senso ha cambiare il nome in Prima e Seconda Divisione?) che non avrebbero i requisiti per iscriversi ai rispettivi campionati.

“Niente sconti quest’anno – ha sottolineato in più occasioni il presidente -; chi non ha le carte in regola e non ha compiuto i necessari adempimenti fiscali non potrà iscriversi al campionato”. Buon per il Bassano

Clicca!

che è sempre stato puntuale con i pagamenti degli stipendi; e poi, diciamola tutta: con che coraggio si può escludere dalla C1 la squadra che quest’anno ha vinto la Coppa Italia di C e la Coppa Disciplina, perdendo all’ultimo la promozione diretta?

Mister Ezio Glerean non lo dà a vedere (“La serie C1? Per ora sono solo fantasie. Ufficialmente sappiamo che dobbiamo ripartire da dove eravamo rimasti”), ma ci spera eccome in un ripescaggio. I parametri per andar su non sono molto chiari, è più un gioco di conoscenze e rapporti. Radio mercato dà Renzo Rosso, insieme al direttore generale Massimo Tolfo, molto impegnato per strappare il fatidico documento. Non si tratta di rubare niente a nessuno, solo di riprendersi ciò che è stato ingiustamente tolto ai giallorossi. Fra qualche tempo ne sapremo di più; per il momento non ci resta che incrociare le dita e sperare.

La prossima potrebbe essere la stagione dei mille derby. Magari.

www.adige.tv Per avere le notizie del Nord Est

Dopo 6 anni ai massimi livelli, il Bassano Hockey 54, ha deciso di dare una sterzata alla propria organizzazione con una serie di novità, alcune delle quali probabilmente uniche nel panorama hockeystico nazionale. Oltre alla prima squadra, che avrà sempre una identità unica ai vertici della Serie A1, anche il Settore Giovanile avrà un’identità propria e forse unica a livello nazionale, un riassetto totale per la crescita dei ragazzi.

Con il cambio di strategia della Lega Nazionale Hockey con la diminuzione drastica degli stranieri, il Bassano Hockey 54 ha iniziato proprio nelle ultime settimane un nuovo corso per sviluppare ancora di più il proprio vivaio già uno dei primi in Italia (negli ultimi anni ai trofei Bonacossa è sempre tra le prime cinque). Il Settore giovanile giallorosso avrà una struttura indipendente e soprattutto di tipo professionistico. La figura di riferimento sarà come negli ultimi anni Daniele Merlo con il ruolo di Direttore Generale del settore giovanile, ma le novità sono in un altro fronte quello prettamente tecnico.

Il Bassano Hockey 54 ha ingaggiato come Direttore tecnico di tutte le prossime squadre del vivaio, Massimo Giudice. Ex allenatore della prima squadra e del Salerno, ha accettato la proposta del Bassano 54 di rimanere in città trasferendosi così in toto da Salerno curando in maniera particolare a tempo pieno tutta l’attività giovanile. Una “figura” importante, unica forse in Italia, che sarà accompagnata da un altro “big” dell’hockey italiano.

E’ Carlo Battistello, ex allenatore e preparatore atletico del Breganze, che seguirà tutta la preparazione atletica delle squadre giallorosse dai Ragazzi alla seconda squadra sino alla Serie

A1.

Il Presidente Eros Merlo esprime tutta la sua soddisfazione per aver raggiunto un accordo con due figure fondamentali dell’hockey italiano che si dedicheranno a tempo pieno alla causa bassanese: “Il nuovo corso del settore giovanile avrà un progetto triennale. Entrambi hanno sposato con entusiasmo questo progetto: Massimo, che ringrazio per l’ottimo lavoro svolto con la prima squadra, avrà la responsabilità dell’intero settore giovanile, a partire dalla Serie B e fino al Progetto Scuola. La sua attività sarà a carattere professionale, al fine di garantire al nostro vivaio la migliore crescita tecnica possibile. mentre Carlo curerà anche la preparazione dei portieri oltre a quelli di tutti gli atleti giallorossa. Naturalmente ci sarà la preziosa coordinazione di Daniele Merlo, persona per noi insostituibile nel suo ruolo. Rafforzeremo sicuramente anche il parco allenatori.”

Un progetto che si abbatterà non solo nel futuro anche sulla prima squadra, la vetrina del Bassano Hockey 54, ma anche sul problema sempre irrisolto degli spazi per l’attività sportiva. Il Bassano Hockey 54 si è adoperato con tantissimi sforzi economici alla costruzione di una propria pista per gli allenamenti ad un paio di km di distanza dal PalaBassano. Una scelta dovuta per crescere ed espandersi sempre di più, visto che negli ultimi anni il tempo di allenamento per le squadre è diminuito drasticamente negli spazi comunali. Scelte difficili ma necessarie, avvicinandosi sempre di più alle gestioni ed organizzazioni delle società spagnole ed iberiche, il vero obiettivo del Bassano 54.

T.Q.

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5 LUGLIO 2008

opinioni La lettera in cui l’inviato di Prodi dava suggerimenti all’ex ministro Parisi, una testimonianza di doppiezza

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Così scriveva Costa, il commissario del popolo

«Caro Ministro, è giunto il voler sottoporre il progetto momento di prendere de- a Via. Dal che non possono cisioni definitive per im- che derivare intuibili ostaprimere una inerzia posi- coli capaci di essere supetiva alla realizzazione del rati con l’estremo rimedio progetto ed eliminare alla della delibera del Consiradice le componenti locali glio dei Ministri, ma con del dissenso. Occorre po- le conseguenti lacerazioni ter arrivare molto presto che penso sia preferibile a dire che il nuovo insedia- evitare. Secondo i pareri mento altro non è che un da me raccolti si può fonriuso, con qualche espan- datamente sostenere che il sione, della sola area ad progetto non sia soggetto a ovest della pista di avia- Via, in quanto procedimenzione già utilizzata dall’ae- to amministrativo relativo ronautica militare italia- ad “opere destinate alla na e che, quindi, l’area ad difesa nazionale”», Paolo est della pista, Costa, ex comil grande prato missario per il verde che sarebDal Molin, all’ex be stato distrut- Il tono da ministro della to dall’interven- questurino Difesa, Arturo to previsto nella che deve Parisi. La riporproposta che ha tiamo tutta, la soffocare scatenato l’opmissiva riservaposizione loca- il dissenso ta scritta dalle, rimane in- è roba da l’esponente del tatto. Se si può regime Pd nominato dal aggiungere che governo Prodi Vicenza verrà con il preciso ricompensata compito – a queper questo suo “sacrificio” sto punto possiamo dirlo con il completamento del- senza tema di smentita – di la tangenziale a nord della far ingoiare il rospo ai vicittà e con eventuali altri centini. Benissimo ha fatto interventi in tema di uni- il Codacons (vincitore asversità e di sanità, il pac- sieme ai comitati no base chetto completo dovreb- del primo round del ricorbe spianare la strada al so, col Consiglio di Stato progetto. È assolutamente che ha rinviato tutto a fine prevedibile l’intenzione del mese bloccando i lavori) a ministro dell’Ambiente di pubblicarla. Perché Costa

Paolo Costa

e Parisi sono politici pagati dalla collettività, da noi, per difendere i nostri interessi (almeno in teoria). E quindi abbiamo tutto il diritto di sapere quali manovre si nascondevano dietro le belle parole di rassicurazione con cui l’ex governo e il suo proconsole indoravano l’amara pillola. Con modi che ricordano vagamente la doppia faccia di regimi come quello cinese. Come altro definire espressioni da commissari sì, ma del popolo di sovietica memoria, quali “eliminare alla radice il dissenso”? Come non parlare di propaganda spuria quando si suggerisce di “dire” che l’area est rimarrà intatta e che ci saranno compensazioni (tangenziale nord, università, sanità), mentre nella realtà tutto questo è sogno e vanteria? Non è gravissimo che un inviato del governo proponga di osteggiare l’iniziativa di un suo altro componente, il ministro dell’Ambiente, nella legittima e, aggiungiamo noi, doverosa richiesta di valutazione d’impatto ambientale (Via)? L’unico elemento su cui la lettera di Costa restituisce una luce di oggettività – dolorosa per i No Dal Molin, speranzosa per i Sì Dal Molin – è il richiamo alla “difesa nazionale”, l’extrema ratio in mano a Roma per tagliare la testa al toro e decapitare ogni considerazione localistica. Ma che questo argomento lo si condisca con un tono punitivo e da questurino che deve soffocare il dissenso, anima della democrazia, è roba da regime. O da partito che deve rimpinguare di 250 milioni di euro le cooperative amiche vincitrici dell’appalto?

A.M.

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La provocazione. Perché non interpellare i due vicentini per il rilancio dell’ex municipalizzata?

Scaroni e Mincato al capezzale di Aim segue dalla prima Ma, forse, ben di più Vicenza poteva e, pazza idea (mi perdoni Mina), potrebbe avere da concittadini così illustri. Pazza idea? Si, pazza e forse non praticabile, ma non riesco a trattenermi dal parlarne se non altro per non avere il rimpianto, da cittadino di Vicenza, di non averlo fatto, salvo poi, sollecitata la discussione, verificarne la fattibilità, pratica, Paolo Scaroni legale e politica. La pazza Cuoa, una tavola rotonda, un cheidea (anche folle, sempre citando ck up, come vi pare, cioè, signori Mina) sarebbe quella di convocare della politica) a meno che non sia i due super manager al capezzale impossibile farlo legalmente per di Aim, loro ex piloti da Formula una qualche incompatibilità; an1 di aziendine che con l’energia che se questo parrebbe strano in e col gas pare che sappiano farun paese tristemente sempre più ci, Enel ed Eni appunto. Magari con la p minuscola, dove è spesso l’amministratore unico attuale evitata la compatibilità dei ruoli Mauro Zanguio, il nostro manager (cioè l’imparzialità) e sempre più Docg (a Denominazione di Origisponsorizzata l’incompatibilità, ne Controllata e Garantita, n.d.r., in molti settori eretta a Sistema. un comunque pur sempre ottimo Magari troverebbero qualche idea Recioto di Soave, cioè, a scanso di realizzabile almeno per il settore equivoci), potrebbe chiedere loro energia (e immagino che anche qualche consiglio (ho detto conper gli altri potrebbero indicare siglio, non consulenza, almeno delle linee guida, meno particoall’inizio!) sulle strategie e sugli lari e meno provinciali di quelle scenari nazionali e internazionali attuali). a cui un’azienda come Aim deve Per Aim potrebbe essere lo stiguardare, anche se in enorme e molo a ripartire, oltre che mancolpevole ritardo, per non esalare tenendo l‘elevato livello attuale il suo ultimo respiro. E sarebbe il di servizi ai cittadini, anche percolmo, perdonatemi la facile batseguendo una sana e profittevole tuta, per un’azienda che (anche se gestione, tanto più lodevole visto non soprattutto) di gas dovrebbe che a goderne sarebbe il Comuvivere! ne e, quindi, tutti i cittadini. E se Il sindaco Achille Variati, poi - che tra le possibili idee di Scaroni e sta maneggiando non una patata Mincato ci fossero anche percorbollente, ma una vera bomba innesi (onestamente ineludibili) col scata da chi l’ha preceduto - e che coinvolgimento di imprenditori dell’Aim rappresenta il 100% della privati, locali e nazionali, almeno proprietà come il suo predecessotutto si potrebbe dire, tranne che re ora in possibili ambasce anche la loro sarebbe una “pazza idea”, giudiziarie, potrebbe avvalersi visto il pulpito da cui verrebbe (per consigli ma a questo punto proposta. Sono folle nel proporre anche per progetti reali di ritorno questa discussione? Può essere. al mercato) di chi con l’energia ha Ditemelo, però, e con chiarezza. A reso ricchi i colossi parastatali nafutura memoria. zionali. Questi vicentini e, ripeto, che vicentini!, varrebbe la pena Giovanni Coviello almeno sentirli (uno studio del

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interventi

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Messaggio in bottiglia. Il bomber biancorosso appende le scarpe al chiodo Ha vissuto il passaggio dal calcio pretelevisivo a quello del satellite e del digitale

www.minettigroup.com DI ALBERTO BELLONI

Caro Stefan, questa vuol essere una specie di lettera di raccomandazione. Sai, come quando uno lascia il posto e gli si consegnano le note di servizio, utili per facilitare l’inizio di una nuova occupazione. Perché, in fondo, potrei dire che anche tu, adesso, sei un lavoratore in esubero. Non suonasse offensivo per tutti coloro che stanno a spasso, riguardando malinconicamente un vecchio cedolino da 1200 euro al mese. Per il momento t’hanno piazzato sui manifesti, a propagandare i campi scuola. Che è una specie di cassa integrazione, per chi ha onorevolmente calcato i campi di mezza Italia calcistica, anche in piazze di un certo rilievo, come Torino e Napoli. Ma forse proprio quella di mettere la propria esperienza al servizio dei giovani potrebbe rivelarsi la soluzione più giusta. Perché, professionista esemplare, lo sei stato certamente. Senza

Schwoch, l’addio del capitano Un talento al servizio dei giovani

www.minettigroup.com

Ma tu sei sta- in campo e fuori, senza alto diverso dai largarti troppo. Ed assieme cannonieri che a qualche altro “senatore” restano nella hai inventato all’ombra del memoria dei Palladio il gioco di prestigio tifosi, Coman- della “spalmatura” degli indini, Luiso, gaggi. Ricavandone l’aureoOtero, Bucchi, la di salvatore della Patria Kallon, Mar- e di uomo disinteressato al giotta, persino vil metallo. Il che mi sembra di Luca Toni. persino troppo, perché altriHai qualcosa menti ci toccherebbe dare il di Roby Bag- Nobel della generosità anche gio nel piede. alle banche, che per aiutarCome diceva ci con i tassi troppo onerosi Gianni Brera, ci consentono di pagare gli sei stato ba- stessi soldi con qualche rata ciato da Eu- in più… palla, la Musa Di certo hai segnato il pasdel calcio. Sto saggio tra due epopee. Quelparlando della la prima delle televisioni e scintilla di ge- quella dopo. Rivoluzione che nio, per capir- ti consegna agli spezzoni delci. le cineteche RAI per un verEppure chiuso e all’universo digitale dei Grande affetto per Stefan Schwoch da parte dei tifosi, che gli hanno dedicato un sito web di la carrie- nuovi network dall’altro. Ne di questo, come mai arriva- ce di ritagliarti un ruolo da ra come un marginale. Un potrai raccontare di storie, re a 38 anni capace ancora icona. E non solo per i 99 gol border line. Avresti potuto tu, ai tuoi allievi. Ti tocchedi stare in campo con atleti messi in fondo al sacco (score essere un grandissimo, vi- rà smettere di vestirti come che anagraficamente potreb- che ti colloca, comunque, tra sta la dubbia qualità di molti un teenager, naturalmente. bero essere stati (quasi) tuoi i massimi bomber della No- attaccanti che vanno per la Nell’autorevolezza del maefigli? bile Provinciale, quarto per maggiore in serie A. Invece stro verso il discepolo ci sta Qui a Vicenza sei stato capa- la precisione (subito dopo chiudi il viaggio come un dio pure lo stacco linguistico e di Tino Marchetti, minore, ben noto look. con 106 e trenta ai cultori di cose Non mi resta che augurarti gol meglio di Luis Chiudi il viaggio pallonare ma sco- buona fortuna, Stefan. Mi sa “Leone” Vinicio). come un dio nosciuto al gran- che non ti lasceranno a lunSarebbe bastato de pubblico dei go ad insegnare le diagonaminore, ben che il portiere del non calciofili. Lo li e il pressing. Nel grigiore Lecce non cavasse noto ai cultori sport ti ha dato del management calcistico fuori dal cilindro di cose molto, ma forse italiano, degli orfanelli di il coniglio di una pallonare ma meritavi qualcosa Moggi, insomma, uno come parata impossibidi più. Non fosse te può essere molto utile. E sconosciuto le, per regalarti la altro che per aver quando non ne potrai più, rete delle tre cifre ai non cercato di usci- pensa a quei 99 gol e ai soe uno splendido calciofili re, qualche vol- gni che ci hai regalato. Non regalo da appenta, dal cliché dere al chiodo asdel campiosieme alle scarpette bullona- ne della pedata. Quelli te. che le interviste le puoi Molli da capitano. Grande scrivere ancora prima di capitano biancorosso. All’al- parlarci, tanto impera la tezza di Santagiuliana e di banalità delle risposte.

Savoini, di Ferrante, Falop- Sai di cosa sto parlando, pa, Lopez e Di Carlo. Nell’im- vero? maginario collettivo dei vi- Qualcuno ha detto che centini, ti ha favorito essere sei mancato quanto a canato attaccante. Il bomber è risma. Che non sei mai la quintessenza del gioco del stato un leader in spopallone e tu hai interpretato gliatoio. Sarà… Ma a me il ruolo da istrione. Uno stop sembra che in questo a seguire, un dribbling stret- calcio ci sia sempre meno to, una finta sul difensore e posto per i giocatori banpoi il tiro micidiale. Il Menti diera, per gli esempi di ha goduto delle tue prodez- comportamento, per le ze come non gli succedeva guide morali. Hai predai tempi di Toto Rondon. ferito fare il tuo dovere L’ormai ex capitano del Vicenza

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giovani

Da Schio al Mexico, l’irresistibile ascesa di una band che spazia dalla psidechelia all’elettronica E che hanno sorpreso tutti con i concerti dell’Operazione Salsa Bianca

Necrofilia, Morricone e chitarre acide Quei pazzi indipendenti degli Eterea DI GIULIO TODESCAN

A vederli sul palco, tute gialle da lavoro in plastica e ingombranti maschere antigas addosso, viene naturale accostarli alla band simbolo della new wave robotica e plastificata degli Anni Ottanta, gli americani Devo. Loro invece sono gli Eterea, uno dei gruppi più interessanti e ironici della “scena rock” – se mai ne è esistita una – della provincia vicentina.

Base operativa, Schio. «Più che altro con i Devo abbiamo in comune la geografia industriale delle nostre zone. Nonché il concetto leghista di devolution» spiega il chitarrista GG Funcis. Il loro curriculum è piuttosto fitto: partecipano a due edizioni del festival Arezzo Wave (nel 2 0 0 5 e nel 2006), suonano alla Street Parade estiva di Bologna, vengono messi sotto contratto da una delle più interessanti etichette indipendenti italiane, la Wallace Records, con cui fanno uscire il disco “La Chiave del 20” concepito e realizzato insieme agli Uochi Toki, surreale band hip-hop. Aperti ad incursioni in campi extra-musicali, gli Eterea arrivano a realizzare la colonna sonora per un video-

gioco per Discovery Channel, collaborando con Molleindustria, una casa di videogiochi indipendenti e irriverenti. La scrittura per i videogiochi sembra essere il loro ambiente naturale, dato l’alto tasso ludico contenuto in tutta la loro produzione musicale.

Ora sono in lizza per il Pimi, il premio italiano musica indipendente, un riconoscimento che da qualche anno viene assegnato al Meeting Etichette Indipendenti di Faenza dopo una votazione on line (si può votare dal sito http://www. rockstar.it/pimi.asp): il loro album “La chiave del 20” è uno dei venti dischi selezionati per quest’anno, insieme a nomi ben noti n e l l’ambiente i n d i pendente (Giardini di Mirò, Ardecore, Tre Allegri Ragazzi Morti).

Il suono degli Eterea spazia dal rock psichedelico all’elettronica. Tutti i pez- zi si basano sull’attitudine sperimentale e l’ironia, ingredienti che li accomunano agli Uochi Toki. L’incontro fra le due band, gli Eterea lo raccontano così: «A un controllo dei carabinieri, a Vicenza, fermano i Uochi Toki per un alcool test, e la macchina dava zero. Fermano intanto anche il

nostro furgone, sottopongono l’autista al test il risultato dà: fuori scala. I carabinieri non ci capiscono più niente e ci portano tutti in caserma per risottoporci al test.

Nella lunga attesa, abbiamo fatto amicizia».

Per promuovere l’uscita del disco – un vero “concept” ambientato all’interno di una discoteca Dopo il successo dell’album “La chiave del 20”, gli Eterea sono già al lavoro sul nuovo album del Nordest – Dateci un’occhiata. che il nuovo materiale tratti di l’estate scorOra i quattro componenti del necrofilia, suite orchestrali lesa gli Eterea si sono inventati gruppo Rigon, Pol, Lelesd e gate alla tradizione italiana di l’”Operazione Salsa Bianca”.

Gg Funcis – si sono rimessi al composizione di colonne sonoUn tour notturno a bordo di un lavoro per il nuovo disco.

«Prire (Rota e Morricone su tutti), camioncino fra i baracchini che ma della partenza di Lelesd per richiami al paese delle meravivendono panini al popolo della il Mexico, ci siamo rintanati in glie e nuovi orizzonti elettronotte: «Il prossimo fine settiun rifugio segreto dalle parti nici impastati con synth e chimana discoteche, club esclusidi Isola Vicentina e per quattarre acidissime». Il disco è in vi, festival musicali vedranno tro giorni interi abbiamo profase di elaborazione: «Quando le incursioni dissonanti ed indotto, composto e arrangiato toccherà le 88 miglia orarie, quietanti di un furgone sospetquelli che sembrano essere ne vedremo delle belle», proto che a suon di decibel porterà oramai i nostri nuovi pezzi mette GG Funcis. Non ci resta note stonate e ritmi sghembi – lascia trapelare il chitarrista che aspettare il suo passaggio nelle sedi del divertimento Non ci sono dei titoli uffi ciala bordo strada, pronti a fare le mordi e fuggi, della socialità a mente uffi ciosi, ma da una soffoto con il telefonino. pagamento, creando il panico fi ata ci sembra di aver capito tra gli avventori, insinuando insicurezze sonore, mettendo in dubbio il dopo lavoro proSALUMI VALLIGIANI DELL’ALTO ASTICO E POSINA grammato, liberando il tempo SPECIALITÀ: SALAMI • SOPPRESSE • VALLIGIANE libero, vendendo fumo a chi vuole la certezza di una serata a inseio guire minigonne» umific l a S (così presentavano l’azione: niente male, vero?). «Fu un esperimento scientifico per testare la velocità con cui la gente metteva mano al videofonino. I risultati sono stati sbalorditivi», conferma oggi GG Funcis. A riprova delle sue parole, una ricerca su YouAzienda certificata Salumificio VERZA di Toniolo Andrea Tube porta alla luce UNI EN ISO 36010 Cogollo del Cengio (VI) esilaranti tracce vi9001: 2000 Via delle Calcare, 1 (Zona A) deo delle loro fulCERT. n. 3134 Tel./Fax 0445 320512 CSQA Email salumificioverza@libero.it minee incursioni.

“VERZA ”

Tute gialle da lavoro e maschere antigas sono il marchio di fabbrica dell’ironico gruppo scledense

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Tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

Berlusconi&Saccà: gnocca e guai Con questo titolo «Libero» ha accolto la pubblicazione di nuove intercettazioni sui maneggi di Berlusconi e sodali fra le cosce di soubrettine inclini al mercimonio e gli onorevoli da ammorbidire per far cadere il governo. (…) Il problema non è però nella parolaccia, ma nella tesi che essa veicola o - più precisamente - circoscrive. È necessario fare un passo indietro.

Si può discutere a lungo di giustizialismo, di intercettazioni (sia detto en passant, pochissimi Paesi le regolamentano con la severità in vigore oggi in Italia), dell’opportunità di pubblicare le conversazioni fra personaggi che occupano cariche pubbliche, di lotte fra procure, di decreti salva-premier e ferma-processi, ma è un fatto che in qualsiasi altro Paese democratico e civile una telefonata come quella fra Berlusconi e Saccà sarebbe bastata per rendere palese l’inadeguatezza del Cavaliere Agostino Saccà come candidato premier, per non parlare del suo ossequiente inferiore, tuttora incardinato (ancorché in attesa di un pronunciamento) nell’or-

ganigramma RAI. Il problema del rapporto fra gli italiani e i posti di pubblica responsabilità non è solo complicato ma annoso. Fuori dai confini italiani, le batoste elettorali avrebbero portato alle dimissioni di D’Alema prima e di Veltroni ora (e, perché no?, anche di Berlusconi, quando è stato battuto per ben due volte da Romano Prodi). Più indietro ancora, è difficile immaginare un altro Paese in cui due politici implicati a vario titolo in misteri, stragi&depistaggi, sospetti o acclarate connessioni con la criminalità organizzata e con gruppi eversivi come la P2, avrebbero potuto compiere il cursus honorum di personaggi come Andreotti o Cossiga, deprecati per decenni nelle conversazioni di innumerevoli italiani, ma puntualmente premiati dal responso delle urne (almeno sino a quando ne hanno avuto bisogno).

Con la celebre discesa in campo di Berlusconi però, l’inamovibilità da cariche e poltrone fa un salto di qualità e assume una connotazione «antropologica» in cui non c’è

La capacità di Berlusconi di dettare l’agenda politica è sempre più grande

processo, scandalo, proble- della Scomparsa dei fatma o fallimento concreto ti messa a fuoco da Marco che produca effetti con- Travaglio in un fortunato seguenti. Gli esempi sono libro edito dal Saggiatore. innumerevoli e, talvolta, Ciò di cui non si parla, non paradossali. Il leghista esiste. Anziché argomenCalderoli fa una tare su un fatto bravata da bar concreto, prosport (la famosa Con la celebre vare a smentire maglietta anti- discesa in una risultanza islamica al tg1) campo di è infinitamenche costa la vita Berlusconi te più efficace a undici civili in distruggere chi Libia? Pronto un l’inamovibilità la racconta o, posto in lista e da cariche e meglio ancora, la rielezione ga- poltrone fa impedire che sia rantita. Un ra- un salto di raccontata. gazzo viene picLa prima fattichiato a morte qualità specie consente nel pieno centro di tornare alla di Verona, dove sineddoche del il sindaco aveva stravin- quotidiano di Feltri per rito la campagna elettorale cordare che «il guaio» non con l’unica proposta di tol- è certo «la gnocca» bensì, leranza zero e sicurezza a con ogni evidenza, la manoogni costo? Lasciamo lavo- vra in cui le prorare il povero Tosi! clivi attricette di E si potrebbe andare avan- Berlusconi&Co.. ti per pagine: è di ieri, ad rientrano come esempio, la sentenza che mera merce di stabilisce che il giudice scambio, per Clementina Forleo non ha corrompere uocommesso illeciti nell’inda- mini politici e gine che adombra respon- far cadere illesabilità inquietanti del- citamente un l’onorevole D’Alema e del governo eletsuo fido scudiero La Tor- to. Un’altra di re nelle criminose scalate quelle situazioni bancarie del 2005. Il tutto, in cui un Paese ben inteso, senza neppure normale avvieiniziare ad addentrarsi nel rebbe una proginepraio di processi dai cedura contro il quali l’attuale primo mi- corruttore e non nistro si difende ormai da contro il giornaanni e con consumata abi- lista che ne dà lità (…). notizia o il magiPer spiegare questo scarto, strato che vi inquesta involuzione, è uti- daga. Ma il fatto le ricorrere alla categoria non sussiste se

chi dovrebbe raccontarlo, scodinzola al padrone con la prona dedizione dei dipendenti (mai qualifica fu più azzeccata) di «Libero».

Ecco allora la frase da osteria, la conclusione che tutti apparenta e tutto livella: «Eddai, diciamoci la verità», ammicca il titolo del quotidiano: «a chi non piace la gnocca?». Vengono in mente le scritte allegramente sgrammaticate che si trovavano nei vespasiani o negli spogliatoi di certi campetti di paese: «Chi gli piace la figa / qui sotto tiri una riga». E giù tutti a ridere, mentre il fatto diventa indistinto, impreciso o, più semplicemente, scompare. È il caso degli spauracchi che hanno dominato la

Ormai anche le veline, loro malgrado, entrano nell’arena politica

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campagna elettorale. (…) religiosi non ci sono esitanon parlandone o parlan- zioni o falsi imbarazzi nel done meno, non sembra es- denunciare apertamente serci più l’emergenza-mon- le analogie tra l’ordinanza nezza o le truffe e il traffi- per le schedature e le legco di rifiuti per cui diversi gi razziali varate da nazisti collaboratori di Bertolaso e fascisti. In Italia invece sono finiti sotto indagi- la reazione dominante onne. A cinquanta deggia fra tiepigiorni dal voto de perplessità e altri proble- Il fatto diventa scoperto fastimi incombono: indistinto, dio. La percezioRete4, il costo impreciso o, più ne che l’opinione delle intercettaha delle semplicemente, pubblica zioni e la violacensure internazione della vita scompare. zionali è la stesprivata, la ma- E’ il caso degli sa a cui ricorre gistratura poli- spauracchi che spesso e volenticizzata e le ca- hanno dominato tieri il presidenriche dello Stato la campagna te del consiglio: da proteggere un complotto, elettorale contro le indaun imbroglio, un gini di quest’ulfastidio per non tima, i processi «che non ci lasciarci lavorare in pace. fanno lavorare». (…)

Delle due l’una: o la magAltro esempio: fra i molti gioranza del popolo italiainterventi con cui la UE si no è stata repentinamente sforza di ricordare all’Italia colpita da un contagioso che essere parte di una co- appannamento delle facolmunità internatà di giudizio zionale signifio, per quanto ca anche tenere l’opposizioconto di regole ne minimizcomuni (due inzi e si tenga frazioni recenalla larga da tissime: il prequesto spistito-ponte per noso probleAlitalia e i salti ma, l’opiniomortali per prone pubblica teggere le freè manipolaquenze illegali bile dalla podi Rete4) spicca tenza di fuoora la forte cenco di un’insura con cui la Vittorio Feltri, direttore di Libero formazione Commissione al servizio UE e il Consiglio d’Europa permanente di un solo pacriticano l’iniziativa leghi- drone. L’anomalia, tante sta di schedare le impronte volte denunciata con grave dei bambini rom. Da tutte fastidio di chi, come il cenle parti d’Europa, … si le- trosinistra, avrebbe dovuto vano critiche all’iniziativa intervenire per risolverla, del ministero presieduto è sempre più invadente e da Roberto Maroni. Da po- pervasiva. (…) litici, sociologi, operatori e In questi giorni appare più

di Artini Roberto & C. s.a.s.

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che mai chiaro che l’Ano-

Negri è tuttora.

immesse o sottintese quasi

Marco Travaglio, grande fustigatore della “casta”

malia italiana nel campo 14 anni: una generazione: dell’informazione non sia possibile che tutti i giovani solo una faccenapprodati negli da d’influenza ultimi tre lustri dell’elettorato alla professione al momento del L’opinione del giornalismo voto, ma una pubblica, anche abbiano una favera e propria la più avvertita, miglia numerosa forza di persuadi bocche da sfasione: l’opinione viene esposta mare? Possibile pubblica, anche ogni giorno che sia questa la la più avverti- a un massivo pietosa ragione ta, viene espo- bombardamento che li tiene insta ogni giorno chiodati, obtorto a un massivo mediatico collo, all’uno o bombardamenall’altro dei meto mediatico che dia che plasmaplasma l’agenda politica e no l’informazione a suon l’ordine d’importanza de- di titoli cubitali, di sofismi gli interventi, sfumando lambiccati, di opinioni del ad arte problemi e scandali Padrone pretestuosamente («Il guaio è la gnocca») o - più semplicemente - decidendo di ignorarli. (…)

Tuttavia scaricare su Feltri (o Giordano, o Belpietro e gli altri fedelissimi) la scelta dei titoloni compiacenti e servili sul «Guaio della gnocca» o su «PM sovversivi e democrazia a rischio» è una scusa comoda, come lo è la logora argomentazione della «libertà assoluta di scrivere e dire ciò che si vuole». Davvero questo discorso può bastare per giustificare a se stessi ciò che (pur scritto in adamantina libertà) viene stampato dietro a quel genere di titoli? O forse vale l’eterna giustificazione italiana del “tengo famiglia”?

Ma chi la tiene la famiglia?

Sono passati 14 anni da quando Montanelli pubblicò il suo ultimo articolo su «Il Giornale», affidato poi all’obbediente Vittorio Feltri affinché ne facesse quel megafono di Forza Italia che Berlusconi desiderava e che il quotidiano di via

a ogni riga?

Il sospetto è invece che, più dei familiari da mantenere, contino considerazioni prosaiche, come lo stipendio o la visibilità. Se non fosse - questa sì - una violazione della privacy, verrebbe voglia di proporre la pubblicazione di quegli stipendi, giusto per quantificare in valuta corrente quanto costa comprarsi gli ideali di una persona per mettere al loro posto l’obbedienza di un servo.

Teo Lorini da www.ilprimoamore.com 30 giugno 2008

Per Alitalia, nonostante i clamori della campagna elettorale, non si intravede ancora un compratore

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economia

Nonostante profitti record, la più importante banca d’affari italiana vede le proprie quotazioni ai minimi storici Ecco perché tutti consigliano di vendere quando la cosa più logica è comprare

Lo strano caso di Mediobanca DI MARCO ZACCARIA

Questa settimana voglio parlarvi di Mediobanca, banca d’affari che fu costituita nell’immediato dopoguerra per iniziativa della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa San Paolo S.p.A.) alla quale si associò subito il Credito Italiano e successivamente il Banco di Roma (ora UniCredito Italiano S.p.A.), per “soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici” e per stabilire un “rapporto diretto fra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese”. “L’idea di Mediobanca - come ricordò negli anni ‘80 Enrico Cuccia - ha una data di nascita o, forse, sarebbe meglio dire, di concepimento: qualche giorno dopo il ferragosto del 1944 Mattioli ed io parlammo per la prima volta della nuova creatura”.

Inizialmente, in conformità alle disposizioni allora vigenti, le operazioni dell’Istituto furono limitate al medio termine.

Nell’ottobre 1973 fu deliberato di estendere l’attività alle operazioni di finanziamento con scadenza fino a 20 anni. Fin dai primi esercizi sociali, Mediobanca è intervenuta in settori collaterali alla propria attività tramite affiliate. Fra queste, Spafid nelle gestioni fiduciarie (1948), Compass nel credito al consumo (1951) e Selma, ora SelmaBipiemme Leasing, nel leasing (1970). Nel marzo 1956 le azioni Mediobanca furono ammesse alla quotazione in Borsa.

Questa è la storia, utile per capire che stiamo parlando della più grande banca d’affari italiana e riconosciuta da tutti come il “salotto buono” del nostro Paese, uno di quei salotti in cui l’entrata è diciamo pure, riservata. Oggi, tra gli azionisti, ci sono colossi bancari come Unicredit, Mediolanum e Commerzbank, gruppi industriali come Pirelli, Ferrero, Fineldo, Fondiaria Sai, Assicurazioni Genera-

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Le attività del Gruppo Mediobanca (nella figura sotto, il grafico dell’andamento in Borsa) li, Italcementi, Fininvest e Dorint (Della Valle), altre ad alcuni soci internazionali.

Come descritto nel diagramma raffigurante le attività del Gruppo Mediobanca, si può scorgere, tra le tante partecipazioni del Gruppo, un 14,1% di Assicurazioni Generali. Per molti questa potrebbe sembrare una quota di minoranza, ma la realtà è un’altra. Questa partecipazione nel maggior gruppo assicurativo italiano vale oggi da sola oltre 5 miliardi di euro (dopo che anche le azioni di Generali hanno visto scendere le proprie quotazioni). Mediobanca vale sul mercato 7,5 miliardi e guadagnerà nel 2008, noti-

zia di questi giorni, un miliardo (l’anno scorso aveva guadagnato 950 milioni di euro). La crisi del mercato subprime non ha nemmeno sfiorato questo istituto.

E perché allora il titolo che un anno fa quotava poco meno di 20 euro ad azione oggi ne vale 10?

La risposta è un po’ complessa: le variabili in gioco sono innumerevoli e l’una ha influenza sull’altra; tuttavia cercherò di utilizzare un’“accetta” laddove bisognerebbe usare un “laser” per limitare la difficoltà del concetto da che devo esporvi.

Il fatto è che che le banche d’affari, quando si ritrovano in tasca molti soldi da investire (cioè quando la raccolta tramite i fondi è alta) fissano target price (obiet-

tivi di prezzo) sui vari titoli azionari a volte sin troppo generosi: per esempio molte banche consigliavano l’acquisto di Fiat quando il titolo era oltre quota 20 euro ad azione; oggi che il titolo quota 10 euro, consigliano di venderlo.

Un controsenso se ci pensate. Oggi che la raccolta di denaro da investire è ai minimi storici in seguito alla riduzione di fiducia da parte dei privati che hanno visto una mostruosa erosione dei propri risparmi (peraltro gestiti dalle banche che gli hanno fatto comprare Fiat a 20 euro per cederle oggi a 10), gli istituti di credito che vedono ulteriori richieste di riscatto da parte della propria clientela sono obbligati a svendere tutto ciò che

hanno comprato tempo addietro, magari quando c’era un po’ troppo ottimismo nell’aria. Come ho già spiegato in un mio articolo qualche settimana addietro, le banche europee ed italiane in particolare, sono state colpite dall’eccessivo pessimismo che dilagava sui titoli bancari del mondo intero.

Guardando con attenzione il grafico del titolo Mediobanca che ho voluto riportare nell’articolo di oggi, potete notare che le quotazioni in Borsa Italiana del titolo sono idealmente racchiuse in un canale moderatamente rialzista (effetto tempo e inflazione) in cui la retta di regressione lineare, cioè la retta che meglio rappresenta l’andamento del titolo nell’intervallo di tempo considerato (8 anni e mezzo nel nostro caso) in questo momento conferma che il titolo Mediobanca sta vivendo un momento di eccessive pressioni sul mercato, per cui, in un’ottica di medio periodo il titolo appare largamente sottovalutato.

Gli oscillatori collocati sopra al grafico inoltre, mostrano una configurazione già vista in passato. Anzi, una conformazione pressoché identica a quella di fine 2002, periodo in cui il titolo ha fatto segnare un minimo molto importante.

Allo stesso modo un anno fa gli oscillatori, posti tutti contemporaneamente in aree molto elevate, mostravano una condizione di eccessivo ottimismo sul titolo Mediobanca. Il mio consiglio in questo caso è quello di valutare bene quanto accaduto al titolo: Mediobanca guadagna più dell’anno scorso e vale la metà. Certo, l’anno scorso il prezzo era probabilmente eccessivamente caro, ma le banche consigliavano di acquistare.

Oggi, che il titolo vale la metà, le banche consigliano di vendere. Il mio consiglio?

Usate la testa e rileggete le ultime righe dell’articolo. Saprete sicuramente trarre conclusioni interessanti…

I negozi e le attività amiche di VicenzaPiù Le testate di Più Media Comunicazione (società del gruppo Vicenza Volley) ereditano il programma VicenzaVolley Point ampliando i vantaggi offerti dalla precedente iniziativa.

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Ascom. Svendite anticipate per non subire la concorrenza delle Regioni vicine Il decalogo per i consumatori

Tempo di sconti, al via i saldi di inizio stagione Verrebbe quasi da chiamarli saldi di inizio stagione. Anche a Vicenza, come in tutto il resto del Veneto, sabato 5 luglio cominciano ufficialmente i saldi estivi. Una scadenza attesa da tanti, che quest’anno arriva particolarmente in anticipo rispetto al passato, rispetto agli anni scorsi: “La scelta di anticipare la data di inizio dei saldi - spiega Renato Corrà, presidente dell’Associazione provinciale dettaglianti tessili e abbigliamento della Confcommercio - è stata dettata dalla necessità di adeguarci alle altre regioni confinanti, per essere competitivi, anche se la crisi dei consumi, con l’abbigliamento e il settore calzature che stanno perdendo quota, non lascia spazio ad eccessivi entusiasmi nemmeno per la prossima stagione dei saldi”.

Per Corrà, la difficoltà che da tempo sta attraversando il settore abbiglia-

mento dipende sia dalle lentezze del sistema distributivo e da regole superate nella gestione dei rapporti tra i commercianti e i fornitori, sia dagli effetti dell’entrata diretta dell’industria sul mercato: “Outlet, stock house e spacci sono in “saldo tutto l’anno” e a questo si aggiunge il fenomeno, mai sopito, dell’abusivismo e della contraffazione, che rappresentano comunque una grossa fetta di mercato”.

Molti commercianti aspettano comunque il via alle vendite di fine stagione che rappresentano un modo pratico per “fare cassa” e compensare una stagione primaverile difficile. Restano sempre valide, le regole a garanzia dei consumatori. Ricordiamo che il negoziante ha l’obbligo di indicare sul cartellino il prezzo normale di vendita del prodotto, la percentuale di sconto e il prezzo finale. La merce sottoposta a ribassi va ovviamente separata

in modo chiaro ed inequivocabile da quella eventualmente in vendita a prezzo normale. Quanto alla possibilità di cambiare o meno il capo venduto, la disciplina generale degli acquisti durante il periodo di saldi lascia piena discrezionalità al negoziante, a patto però che non si tratti di prodotti danneggiati o non conformi.

La prova dei capi da parte del cliente prima dell’acquisto non è invece un obbligo da parte del negoziante. I prodotti proposti in saldo, poi, devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo, ma non devono necessariamente appartenere alla stagione in corso. E per il pagamento, le carte di credito devono essere accettate dal commerciante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesti la relativa convenzione.

Cambio al vertice dell’Associazione che cura la programmazione musicale del nuovo teatro

Orchestra Teatro Olimpico, Coppola nuovo presidente

Si rinnova il vertice dell’Associazione “Orchestra del Teatro Olimpico”.

Il nuovo presidente è Livia Coppola, medico chirurgo anestesista rianimatore presso l’ospedale della nostra città, già Vicepresidente durante l’ultimo triennio. Livia Coppola succede a Massimo Mander, presidente per due mandati triennali.

Sono stati anni decisivi per l’orchestra, quelli della grande crescita artistica e delle importanti collaborazioni internazionali. “Ringrazio sentitamente il Sindaco Achille Variati e l’Assessore alla cultura Matteo Quero per aver voluto rispettare le scelte dei soci, che mi hanno indicata come nuovo presidente dell’Associazione - dichiara la dott.ssa Coppola -. Ringrazio anche il pastpresident Massimo Mander con il quale ho lavorato negli ultimi mesi con totale sintonia di intenti. L’orchestra ha raggiunto con lui ottimi

5 LUGLIO 2008

aziende&associazioni

livelli artistici e grandi risultati professionali.

Resta ancora molto cammino da percorrere, per continuare a crescere e raggiungere gli ambiziosi obiettivi che l’Oto si prefigge. Il mio desiderio, e un traguardo che mi pongo, è di far crescere l’or- Livia Coppola chestra nel cuore dei vicentini, con un affetto e una partecipazione pari a quella per la squadra di calcio cittadina. Mi auguro che l’Oto possa essere sentita da tutti come un bene che appartiene alla città e a ciascuno di noi”.

Dal punto di vista operativo, la

nuova presidenza intende lavorare in armonia con tutte le altre realtà musicali vicentine, anche in ragione della delega di direzione artistica per la musica che la Fondazione del Teatro Comunale ha dato all’Oto per la prossima stagione 2008-2009.

Mercati, ecco i nuovi posteggi liberi Sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della del Veneto di venerdì 4 luglio il provvedimento della Direzione Commercio regionale con l’elenco dei posteggi liberi in mercati di nuova istituzione del Veneto a disposizione nei singoli Comuni. Per la provincia di Vicenza è interessato il solo comune di Asiago.

La FIVA (Federazione Italiana Venditori Ambulanti)- Confcommercio di Vicenza ricorda che tale pubblicazione

non è finalizzata all’assegnazione del posteggio ma ha lo scopo di dare la massima diffusione dell’avvenuto riconoscimento regionale. L’assegnazione definitiva dei posteggi, infatti, farà seguito ad una successiva pubblicazione che terrà conto, ai fini della graduatoria, delle presenze a titolo precario effettuate a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione nel Bur del 4 luglio 2008.

Assoartigiani. Assemblea della categoria Preziosi “La Fiera deve valorizzare il territorio”

Artigiani e Fiera, strategie a confronto Strategie della Fiera e rilancio del settore orafo. Sono stati questi i temi al centro dell’ultima assemblea della categoria metalli preziosi dell’Associazione Artigiani, aperta dal presidente Maurizio Facco e a cui hanno partecipato anche il presidente provinciale Giuseppe Sbalchiero e ospiti come Dino Menarin, presidente della Fiera, Vladimiro Riva, rappresentante del Distretto, Dino Secco, vicepresidente della Provincia e assessore alle Attività Produttive e Antonio Trevisan, presidente degli Orafi Cna, Durante il dibattito non è mancata una domanda a Menarin sulla recente linea strategica della Fiera, che in occasione del salone “Charm” di maggio ha avuto una scia di polemiche riferite soprattutto a scelte ritenute discutibili circa posizioni privilegiate assegnate a piccole imprese straniere rispetto quelle vicentine. Dal canto suo Menarin, non escludendo alcuni errori di percorso, ha osservato che la nuova linea necessita di una messa a punto nel tempo, ribadendo comunque la disponibilità al dialogo con gli orafi e confermando la centralità del settore nel business della Fiera, che potrà anche trovare un corretto riposizionamento in

base alle diverse specializzazioni con l’ampliamento dei padiglioni nel giro di un paio d’anni. Lo stesso Menarin ha comunque evidenziato la necessità strategica di elevare la percentuale di aziende espositrici straniere al livello di quelli delle altre fiere orafe competitrici, proprio per ribadire l’internazionalità delle rassegne beriche. Un aspetto, questo, che trova d’accordo gli orafi vicentini, «purché nel rispetto delle regole di una competizione leale»: la Fiera di Vicenza - ha osservato l’assemblea - è organizzata prima di tutto per promuovere il nostro prodotto orafo, che negli anni ha contribuito a elevare nel mondo il Made in Italy e che i buyer vengono qui a cercare. Pertanto, come ha rilevato anche Vladimiro Riva, non servono “nuovi nomi” per attirarli, basta “Vicenza Oro”.

23 Carciofini sott’odio

Colpi di sole di Alessio Mannino

Popcorn. Grande noir firmato dal regista David Ayer. Con un Reeves e un Whitaker strepitosi

Torbido viaggio al termine della notte DI GIULIANO CORÀ

Gli ipocriti. Forse non se n’è reso conto, ma è come se avesse bestemmiato in chiesa. Dopo aver srotolato il rapporto sull’evasione fiscale nella regione (triplicata in un anno, 4 miliardi di euro), il comandante della Guardia di Finanza del Veneto, Mario D’Alonzo, si è augurato che le “linee guida” dell’attuale governo per stanare i furbetti delle tasse rimangano “le stesse” rispetto a quello precedente. Cioè quelle dettate dall’ex sottosegretario più odiato dai contribuenti veneti, Vincenzo Visco. D’Alonzo ha messo il dito nella piaga: una lotta senza sconti al sommerso e agli evasori – spesso totali: 47 nel Vicentino – dà i suoi frutti. Frutti benedetti. Perché che tutti paghino il dovuto alla collettività è un atto di giustizia, punto e basta. Perché i lavoratori dipendenti, con la trattenuta alla fonte, non possono neanche se vogliono. Perché se chi ha i tuoi stessi problemi per far andare avanti l’azienda ma fa il suo dovere di cittadino mentre tu evadi, il bastardo sei tu. Perché tutti questi padroni e padroncini che piangono miseria e poi fanno le vacanze sullo yacht (non dichiarato, figuriamoci), fanno solo ribrezzo. E perché Visco avrà pure la faccia da Dracula, però ha semplicemente fatto rispettare la legge. Che in Veneto, se si tratta di schei, è un optional. Salvo poi essere reclamata con la bava alla bocca contro i poveracci, i rom, gli immigrati e i ladri di polli da questi farisei che la infrangono per ingrassare il portafoglio.

Santini fasulli. Circola una strana convinzione fra i vicentini contrari alla base americana, e cioè che se alle prossime presidenziali americane vincesse Obama, a Washington un ripensamento sarebbe più che un’eventualità. Non diciamo cazzate, per favore. Basta farsi un veloce ripassino di storia per sapere che fra i più belligeranti presidenti Usa ci sono stati dei Democratici: Kennedy (il guerrafondaio del Vietnam), Johnson (il grigio successore che si fece consigliare da quel Metternich al napalm di Henry Kissinger), Clinton (l’allegro sassofonista che bombardò Belgrado e il Sudan). Ma non è tanto questo. Inconsapevolmente, bene ha fatto il sindaco Variati a indirizzare una lettera aperta sia ad Obama che all’avversario repubblicano McCain.

Perché il punto è che, democratic o repubblican, un presidente statunitense è prima di tutto americano: applica la strategia imperiale di una nazione che si crede unico faro della civiltà, pretendendo di esportarla ovunque coi suoi soldati.

Come quelli che si ammasseranno nella Ederle 2. Le differenze sono sfumature: il colore della pelle (che Obama sia nero, a noi, non ce ne può importare di meno), le buone maniere nei rapporti internazionali, il fascino straccione e artefatto di un candidato che viene dall’Africa, depredata dalle manovre di coloro che finanziano sia lui che McCain, in testa banche d’affari senza scrupoli come la Goldman Sachs.

5 LUGLIO 2008

tempo libero

Un magnifico noir americano, da un soggetto di James Ellroy e dall’autore di Training Day (A. Fuqua, USA, 2001) e di Harsh times (USA, 2007). Siamo a Los Angeles, ma gli angeli sono fuggiti da un pezzo lasciandosi dietro solo malvagità e dolore. Rimane il detective Tom Ludlow. Sua moglie è morta, e con lei l’anima di Tom, che ora esiste solo per uccidere. Beve, poi esce e massacra. E’ un soggetto prezioso per i suoi capi: nessuno come lui sa fare certi lavori, anche falsificando prove. Jack Wander, il suo capitano, lo protegge: insieme sono inattaccabili e potenti. Quando muore un poliziotto

che stava indagando su Tom e lui sembra essere l’autore del delitto, il capitano lo copre ancora. Ma Tom non è soddisfatto. Quel poliziotto un tempo era un amico, e lui vuole capire, e parte per una sua indagine personale. Tutti lo invitano a lasciar perdere, gli spiegano che anche in questo caso lui è al sicuro. Ma lui non vuol capire. Prosegue il suo viaggio, ma si rende conto che forse avevano ragione. Perché quello che scopre è una melma torbida e velenosa, in cui “tutti fottono tutti”, e la ragione è sempre una sola: il denaro e il potere. Ad un certo punto qualcuno decide che Tom sta arrivando troppo vicino al fondo, e deve essere fermato: ora non è più in pista solo per cercare la verità (“non frega niente a nessuno della verità”) ma per salvare se stesso. Forest Whitaker è ormai uno dei più grandi attori viventi. Keanu Reeves disegna con

Keanu Reeves, poliziotto dai metodi quanto meno “discutibili”

maturità ed introspezione un uomo distrutto. Un capolavoro, questo La notte non aspetta, ed anche un film che in Italia sarebbe impossibile fare. Ricordiamo le proteste di Forza Italia, una quindicina di anni fa, contro La Piovra, uno dei prodotti più intelligenti della televisione italiana, accusata di ‘disfat-

tismo’. Ancora una volta si comprende come la forza della società americana, nonostante tutti i suoi problemi, stia anche nel coraggio di raccontare storie come queste e di sopravvivere ad esse. Nonostante i suoi molti mali e delitti, a tutti noti, quella si riconferma una cultura di libertà.

Sul comodino. Negli articoli del giornalista scomparso si ritrovano i grandi momenti sportivi degli ultimi dieci anni. Ma anche la riscoperta dei valori sportivi

Tosatti, storie di campioni. E di sconfitti DI GIOVANNI MAGALOTTI

ne sono due esempi.

Il secondo motivo, e più importante, riguarda l’autore. In tem“Se questo è pi di giornalismo (sportivo e non sport”, che insolo) urlato, di presunzione e di sieme al precearroganza diffuse, fa piacere ridente volume cordare un professionista come “Tu chiamale, Tosatti che della pacatezza e delse vuoi, emola competenza ha sempre fatto i zioni” raccosuoi cavalli di battaglia. Chi l’ha glie una serie conosciuto per i suoi di articoli interventi televisivi, scritti dal giornalista Giorsempre all’insegna di gio Tosatti (1937-2007) sui un invidiabile equiquotidiani cui collaborava, librio, può ritrovare presenta almeno due motivi nelle belle pagine di interesse. di questo volume la Il primo riguarda il contenustessa perizia e mito. Attraverso questi pezzi, sura. Va anche seil lettore appassionato ha Giorgio Tosatti gnalata la speciale modo di rivivere alcuni fra i attenzione da lui riservata agli momenti più emozionanti della sconfitti (nello sport come nella recente storia calcistica naziovita): non si tratta di una scelta nale: dalla finale del campionato del mondo negli Stati Uniti del 1994, a quella di Champions League fra Juventus e Milan nel 2003, per ricordare solo due eventi importanti. Oppure ha la possibilità di osservare meglio, attraverso l’occhio di un giornalista particolarmente interessato agli “uomini dietro ai campioni”, alcuni grandi personaggi dell’universo del calcio: da Giampiero Boniperti a George Best, Giorgio Tosatti da Diego Maradona a Salvatore Se questo è sport. Campioni, vittorie e sconfitte degli ultimi 20 anni di calcio e dintorni Schillaci. E non solo del calcio: Mondadori, 162 pp., € 17 Valentino Rossi e Marco Pantani

gratuita, ma di un atteggiamento nobile e per certi versi romantico, che nasce da un amore incondizionato per l’essere umano e le sue debolezze, e rivela, fra le

righe, un invito alla riscoperta di alcuni fra i valori più autentici della disciplina sportiva (lealtà, senso dei propri limiti e accettazione della sconfitta).

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Presidio No Dal Molin agli statunitensi Il Gazzettino 2 luglio 2008

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Critica della naturalizzazione del paradigma della crescita, elaborazione culturale di un nuovo paradigma basato sull’abbandono dell’ossessione della crescita, finalizzato alla frugalità, alla produzione ad alta intensità di sapere, alla solidarietà, e alla pigrizia, e al rifiuto della competizione. (…)

Dobbiamo diventare l’esempio vivente di uno stile di vita in cui il benessere sia unita alla frugalità, la felicità alla generosità, e la produzione sia unita con la pigrizia e il dolce far niente.

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