VicenzaPiù n.102, 3 maggio 2008

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Direttore editoriale Giovanni Coviello

Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Una vittoria di squadra di Giovanni Coviello

Dei mille e uno motivi della sconfitta di Lia Sartori al ballottaggio si parla diffusamente in altre pagine di VicenzaPiù, così come se ne è discusso su tutti media (vicentini e non solo), visto l’eco nazionale del ribaltone di Vicenza, nel recente passato rampa di lancio inarrestabile di mille e una pulsioni del centro destra, strappo Berlusconiano in Fiera in primis. Uno, però, lo sottolineo, ed è il mancato gioco di squadra della sua coalizione. (continua a pagina 3)

Il tallone d’Achille di Francesco di Bartolo

Mancava solamente il due di briscola. Il ballottaggio doveva essere una mera formalità. Eppure Lia Sartori è riuscita a perdere le elezioni contro ogni previsione. Nei numeri scorsi di Vicenza Più avevamo scritto della candidata forzista: “a meno di clamorosi errori, la maggioranza dei votanti sceglierà lei come sindaco”. Già: a meno di clamorosi errori. E Lia Sartori di errori ne ha commessi, eccome.

Anno 3 - Numero 102 - Sabato 3 maggio 2008

Achille il conquistatore Variati torna a fare il sindaco di una città che l’ha nettamente preferito alla favorita Sartori (con un’incetta di 6 mila voti in più rispetto al primo turno).

I retroscena della sua campagna elettorale. E l’elenco delle sue promesse da pagina 6

tutte le partite del vicenza calcio in diretta

(continua a pagina 8)

13 notiziari locali e

16 notiziari nazionali al giorno

tutto quello che succede a vicenza e provincia

Arciragazzi: subito uno sportello per bambini

Aim, Amcps, Ipab: il viavai di poltrone

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Inceneritore, Pdl favorevole.

Il Pd? Non contrario

Fimon, un lago in guerra contro traffico e speculazione turistica

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3 MAGGIO 2008

interventi

La proposta. Le richieste dell’Arciragazzi a Variati: “Istituire un ufficio per i più piccoli: anche loro devono avere gli strumenti per partecipare alle decisioni sulla città”

Dal Molin e feste rock, la parola ai bambini Come presidente di un’as- non troveranno mai reale sociazione di bambini e applicazione fino a che gli ragazzi, la prima cosa che adulti, gli amministratochiederei al nuovo sindaco ri, non cominceranno ad è di rimettere in discussio- attuare progetti che diano ne il progetto Dal Molin. Lo ai bambini gli strumenti abbiamo già detto in altre per poter esprimere il loro occasioni, e lo ribadiamo, parere sulle decisioni imche tra i cittadini che non portanti riguardanti la cithanno potuto esprimere il tà in cui vivono e vivranno proprio parere in merito domani. Parliamo di tutti alla nuova base americana, i bambini, anche dei figli ci sono soprattutto i bam- delle famiglie immigrate bini. Non siamo che sono nati qui abituati come e che qui divenadulti e ammini- L’istituzione teranno adulti. stratori a pensaNon si tratta di di un Ufficio re che i bambini qualcosa di imsiano in grado Città dei possibile. Nella di esprimere Bambini è vicina Schio, ad u n ’ o p i n i o n e : una proposta esempio, esiste tutti li vogliamo un ufficio comumolto proteggere, tutti nale finanziato ci commuovia- concreta che si chiama mo nel veder- che faccio al Ufficio Città dei li soffrire, ma nuovo sindaco Bambini, che si sono pochi queloccupa di coinli che si adoperavolgere bambini no nel rispettare i loro di- e ragazzi nella progettazioritti. Parliamo del diritto di ne partecipata degli spazi essere ascoltati, del diritto cittadini. Le attività sono a vivere in pace, del diritto rivolte anche alle famiglie al gioco. Tutti diritti garan- e agli insegnanti, perché titi dalla Convenzione dei nessuna idea progettata diritti dell’infanzia, ma che dai bambini potrà trova-

re attuazione senza degli adulti che si prendano la responsabilità di ascoltare. L’istituzione di un Ufficio Città dei Bambini è una proposta molto concreta che faccio al nuovo sindaco di Vicenza.

Questa è una città molto particolare rispetto ad altre realtà venete, una città che si è sempre caratterizzata da un’importante partecipazione dei giovani alla vita sociale e culturale. Questa, per dirne una, è la città delle feste rock, che vuol dire che dagli anni ’90 gruppi di ragazzi e ragazze di ogni quartiere si sono auto-organizzati, autogestiti per arrivare ad offrire a tutta la città musica e spettacolo gratuitamente senza costi per il Comune.

Soltanto degli amministratori ciechi come il duetto Hullweck-Abalti potevano lasciarsi sfuggire questo patrimonio di partecipazione civica e cultura dal basso. Mi auguro quindi che i nuovi amministratori si adoperino quanto meno nel non intralciare

A Schio esiste già da tempo un ufficio comunale finanziato dedicato ai bambini

ulteriormente la strada a queste esperienze, già seriamente compromesse a causa delle politiche giovanili dei loro predecessori. La questioni degli spazi sociali per i giovani e le associazioni di volontariato è centrale. Vicenza è piena di luoghi pubblici e privati abbandonati a loro stessi, vuoti e inutilizzati.

Parliamo dell’ex-Domenichelli, dell’ex-Lanerossi, dell’ex-macello e di tanti altri “ex-“ che potrebbero

essere ristrutturati e concessi in autogestione ad altrettanti gruppi di giovani e associazioni.

Credo che tutto questo permetterebbe realmente, al di là di tante parole e inutili delibere mai attuate, di vivere in una città più a misura di bambino e di ragazzo, una città dove anche gli adulti vivrebbero meglio.

Alessandro Valle Presidente Arciragazzi Vicenza

Troppi consiglieri disinteressati al ballottaggio: un’altra chiave di lettura delle Comunali Fatti, personaggi e vita vicentina www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile GIAMPAOLO ZORZO Editori PIÙ MEDIA SRL Corso Padova, 12 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Corso Padova, 12 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redazione LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ANDREA BASSO DANIELE BINAGHI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ STEFANO FERRIO GIOVANNI MAGALOTTI Opinionisti: ALBERTO BELLONI FRANCESCO DI BARTOLO MATTEO RINALDI Redazione di Verona Via Nizza, 8 Pubblicità Corso Padova, 12 – Vicenza tel. 0444 923362 – 922766 Fax 0444 926780 info@piu-media.com Stampa Stampato da Pentagraph Srl via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizzazione Tribunale di Treviso n. 1132 supplemento di Treviso Sette del 26 aprile 2008

Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

Successi effimeri e promesse da mantenere segue dalla prima Una coalizione sulla carta mastodontica, nei fatti frenata dai personalismi che hanno portato gli aspiranti consiglieri della maggioranza predestinata per diritto divino (e bocciata dalla volontà umana) a fare i salti mortali nell’auto-promuoversi, ma non a dare un’identità al loro progetto politico, se ne avevano uno reale e comune per la città. Al primo turno, quindi, sono andati tutti a caccia di voti che ne definissero la pole position nella lotta per gli assessorati o per l’occupazione di uno scranno in consiglio; al ballottaggio, invece, (anche per i motivi illustrati all’interno e per i seggi conquistati da alcuni leghisti eccellenti a Roma, preferita nei fatti a Vicenza) sono stati attirati più dal sole del weekend che dal lumicino del desiderio di dare un futuro migliore alla città. Un esempio su tutti, e non ce ne voglia il giovane rampante del-

la politica berica, è stato quello di Marco Zocca, il più votato di tutti con oltre mille voti al primo turno, forte com’era del dono del super assessorato ottenuto da Hüllweck (in cambio della sua discesa dall’Aventino che lo aveva portato ad un passo dall’espulsione da Forza Italia), e del sostegno del padre, ex discusso Dc di lungo corso.

Bene, raccolto il super consenso, Zocca ha tappezzato la città di manifesti, prima del ballottaggio, non per invitare i vicentini a rendere realmente importanti quei voti scegliendo la sua leader, Lia Sartori, ma per specchiarsi nel suo personale (ed effimero) successo con un “Grazie mille” stampato a lettere cubitali.

Peccato, per lui e per chi non ha capito che la politica non po’ essere solo autoreferenziale, e buono per Variati e la sua squadra, che, almeno finora, ha lavorato all’unisono senza prime donne. Ma sono bastati la metà dei voti del suo

trionfo personale, 527 X messe sulla faccia di Achille invece che su quella della Sartori, a decretare il successo del perdente pronosticato, che ha giocato con maestria le carte della concretezza vicentina, la parente migliore dell’umiltà (quella peggiore rimane la rassegnazione).

Dopo le analisi, più o meno condivisibili, ora al nuovo Sindaco spetta il compito più difficile: forte, come lui stesso ha umilmente ammesso, della non esaltante esperienza precedente, deve scegliere la squadra che lo dovrà aiutare a realizzare le sue promesse.

Un solo consiglio: affianchi agli assessori (politici) nuovi dirigenti comunali e nuovi manager all’altezza nei singoli settori e che ne sappiano tradurre le enunciazioni in fatti. A quel punto anche tutta Vicenza potrà scrivere sui manifesti: Grazie 527.

Giovanni Coviello

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fatti&notizie

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Chi resta e chi se ne va nei tre più importanti centri d’interesse politico del Comune

Gli altri palazzi del potere: poltrone Aim, Amcps, Ipab

DI ALESSIO MANNINO

di comando. In ogni caso Zanguio, presumibilmente entro Con Achille l’anno, dovrà fare le valigie.

Variati nuovo A quel punto sarà insediato sindaco, tutti un nuovo consiglio di ammisi aspettano nistrazione con non più di 5 aria nuova. membri, che dovrà procedere Non solo a Pa- alla nomina dei cda delle sinlazzo Trissino, gole partecipate e controllate. ma anche ne- A meno che non si continui gli altri palaz- nel solco del progetto presenzi del sottopotere vicentino. tato dallo stesso Zanguio, seIn Aim sarà una bella scom- condo il quale la holding Aim messa vedere se il neo-sinda- si suddividerebbe in ‘sezioni’, co vorrà spezzare l’intreccio sfoltendo di brutto la giungla perverso fra partiti e affari, delle quote azionarie in quasi chiudendo il mandato di Zan- 40 società (tagliando le relatiguio e installando suoi uomi- ve poltrone, s’intende). ni. Ecco: quanto suoi? Saran- Un problema, a questo prono iscritti ai partiti di maggio- posito, potrebbe essere rapranza? O rappresenteranno presentato dalla Grande Sointeressi forti di privati? La rella di Aim, l’azienda Sit. Tre chiave di volta sarà mettere giorni prima del ballottaggio mano al metodo di nomina e Variati-Sartori, Zanguio ha alla riforma societaria. L’Ipab ottenuto le dimissioni dell’ex invece se lo ritropresidente Beppe verà appaltato an- In Aim sarà Rossi da Sit e ha cora una volta al- una bella nominato ammil’azzurro Meridio scommessa nistratore unico e al centrodestra, Franco Cera, sua vedere che ha provveduvecchia conoto in zona cesarini se il neoscenza in quanto a metterci il suo sindaco vorrà ex direttore della personale politi- spezzare Centrale del Latte co. Per Amcps la l’intreccio (di cui Zanguio è domanda è invece perverso fra stato liquidatore se e come seguifine degli anni partiti e affari alla rà l’indicazione di ’90). In realtà la settori di sinistra tempistica fa pensullo spezzettarla fra Comune sare al successo in extremis e Aim, in pratica abolendola. di un commissario che doveO si accontenterà di rinnova- va portare a tutti i costi l’Aim re il cda? ripulita dalla passata gestione Rossi in tempo per il varo delAim, via Zanguio la nuova consiliatura in Sala Oggi, a capo di Aim, c’è il ‘tecnico’ Mauro Zanguio, chiamato un anno fa a tamponare l’emergenza politico-finanziaria della multiservizi berica (l’intero ex cda guidato da Beppe Rossi indagato e 160 milioni di debiti contratti con le banche). Ma dopo le elezioni, la galassia societaria di San Biagio subirà di certo interventi e cambiamenti.

Quanto profondi, è tutto da vedere.

Il nodo, infatti, è tutto politico. Nel senso che la nuova amministrazione comunale dovrà decidere se continuare a lottizzare i vertici della spa pubblica come da copione, oppure riformare il meccanismo Gerardo Meridio, presidene Ipab

Bernarda.

Di certo la riorganizzazione di San Bagio costituirà il piatto forte della spartizione di posti del 2008 vicentino. Variati ha promesso di tenere fuori la politica da San Biagio. Sarà così o trombati, non eletti, amici e sodali troveranno come al solito lì la loro sistemazione? Il vero interrogativo però non è su quale politico siederà nella stanza dei bottoni Aim. Ma se vi troverà un ruolo qualche consulente di privati che nel mercato delle utilities vuole un posto al sole per i profitti del gas e dello smaltimento dei rifiuti, i settori di punta.

Ipab, l’eterno Meridio L’Ipab, l’ente assistenziale cittadino (50 milioni di bilancio, più di 600 dipendenti, circa 1000 gli assistiti, specie anziani), è un buco nero. La lunga gestione del forzista Gerardo Meridio ha finora prodotto opacità (i sindacati sono furibondi perché non conoscono lo stato contabile dell’istituto) e ambiguità (l’importante patrimonio immobiliare è ignoto). Ma come se tutto ciò non contasse, due giorni prima che il suo mandato scadesse, l’ex sindaco Enrico Hullweck ha nominato il nuovo cda. Confermando Meridio alla presidenza e insediando le seguenti persone: Alessandra Barbieri, Valeria Porelli, Gianluca Brunello e Salvatore Risuglia in quota Forza Italia; Luigino Bastianello in quota Lega Nord; Diego Beltramelli, Lorenzo Casetto e Francesco Rucco in quota Alleanza nazionale.

Nessun posto per Giampietro Belloni dell’Udc, penalizzato perché a febbraio il partito di Casini era in piena rotta con il centrodestra.

Il blitz, certamente legittimo sotto

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Mauro Zanguio, a capo dell’Aim

il profilo legale (la durata del An, in queste elezioni ha corcda è di cinque anni), è stato so nella civica neo-centrista quanto meno inopportuno dal di Chiara Garbin), il cda di punto di vista politico. Sareb- Amcps lascia in eredità l’anbe stato più corretto rinviare nosa questione dello ‘spreco’ il faldone delle nomine alla di tenere in vita un’azienda prossima giunta. Ma così Me- riassorbibile in parte nelle ridio si è assicurato la conti- funzioni Aim e in parte sotto nuità in questo vero e proprio il cappello del Comune. Noncentro di potere. Si spera che ché un’inchiesta per abuso almeno voglia dimettersi da d’ufficio a Grolla, accusato da consigliere comunale, data un inquilino di case popolari l’incompatibilità fra lo scran- (la cui manutenzione spetno in Sala Bernarda e il posto ta ad Amcps) di essere stato nell’istituto. Così come per danneggiato nella graduatoRucco, anche lui sicuramente ria e per mancati lavori di riconfermato in consiglio. Ma parazione. non c’è da sperarci Ma l’incognita troppo. Lo stesso vera è questa: reRucco e la Porelli, sterà al suo posto nella passata condi direttore geneVariati ha siliatura, sedevano rale Gianfranco nel cda Ipab man- promesso di Ledda, ormai lì da tenendo contem- tenere fuori quindici anni suoporaneamente la la politica da nati? Professiopropria targhetta San Biagio. nista preparato, di consiglieri co- Sarà così? nessuno meglio munali. di lui conosce la macchina Amcps.

Amcps, fuori E difatti ne è ditutti (o quasi) fensore accanito, Lo Statuto del Comune dice come quando ha più volte che col cambio del consi- fatto notare che se l’azienda glio, cambia anche il vertice venisse scorporata e canceldi Amcps, che si occupa del lata come soggetto unico con patrimonio comunale. Addio contratto esclusivo col Coquindi al presidente Natale mune, a guadagnarci sarebGrolla dell’Udc, a Pietro Co- bero solo i privati, per nulla sta e Nereo Galvanin di For- attenti a tutti quei piccoli laza Italia (quest’ultimo anche vori ordinari che sono la vera assessore provinciale), a Sil- forza dell’impresa di viale via Maino della Lega Nord e Sant’Agostino. Sacrosanto. a Giuseppe Siotto di Allean- Con tutto ciò, meglio non acza Nazionale. Nominato nel cettare lo status quo di posti 2005 dopo un travagliato pe- a vita, forieri di nepotismi e riodo di proroghe al manda- personalismi inaccettabili nel to di Stefano Barbi (allora in settore pubblico.

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fatti&notizie Con il riassetto di Aim il consiglio dovrà affrontare anche la questione termovalorizzatore Prime reazioni a un’idea che trova consensi su tutti e due i fronti

Inceneritore, idea bipartisan?

I favorevoli e i non contrari DI GIULIO TODESCAN

no per superare l’emergenza ha dei rifiuti attraverso la genesi di detto: «Un termovalorizzatore energia”, “si auspica di favorire La nuova amministrazione Va- in città? Credo sinceramente la produzione di energia attrariati dovrà mettere mano alla che dobbiamo occuparci di cose verso la futura realizzazione di giungla Aim: una situazione, serie e lavorare con le persone un termovalorizzatore”... Intanquella del dissesto della azien- serie di questa terra. Dall’emer- to, a Schio, iniziavano a girare da municipale di servizi, che genza si esce facenvoci insistenti sulla ha aspetti economici – il buco do la raccolta difpossibilità di raddi bilancio – ma anche un lato ferenziata, facendo doppio del termoambientale. Perché il gruppo funzionare bene i Volpiana valorizzatore di Ca’ Aim, oltre a gas, energia, riscal- Cdr e attivando un (Pd): “Tutti Capretta, voci che damento e autobus, vuol dire patto trasparente ormai vanno in breve tempo hananche raccolta e smaltimento fra tutti gli attori in questa no fatto montare dei rifiuti. E, per citare un per- istituzionali». un movimento che direzione. sonaggio del best seller di Sa- Intanto però, qui di sapere Ma vediamo pretende viano, Gomorra: “La munnezza in Veneto il goverdi più sui rischi per è oro”. natore Giancarlo come la salute portati dalTorniamo indietro di qualche Galan ebbe gioco realizzarlo” le sostanze emesse mese, a gennaio, quando la crisi facile nel dipingere dall’impianto. dei rifiuti campani arrivava al- il virtuoso Veneto Cosa ne pensano, a l’apice: la parola “termovaloriz- come un modello da seguire: in Vicenza, i nuovi consiglieri cozatore”, oggetto conosciuto an- effetti in regione si contano già munali? Giriamo la domanda a che come “inceneritore”, inizia quattro impianti di questo tipo: due esponenti del Pdl, nonché a circolare con sempre maggio- a Padova, Venezia, Verona e ex assessori, che ora siederanre insistenza, sulla scorta di un Schio. Negli stessi giorni di gen- no all’opposizione. Maurizio messaggio di fondo naio, nel frattempo, Franzina ci tiene a sgomberare che passava martela Vicenza si discu- subito il campo dagli equivoci: lante sui principali Zocca (Pdl): teva di Aim fra un «Magaddino non ha mai detto mezzi di comunicarinvio e l’altro del di fare un impianto a Vicenza, “È l’unica zione: i napoletani consiglio comunale, nel territorio comunale, ma su fanno le barricate soluzione e l’assessore ai rap- un terreno da individuare di perché non voglio- per ridurre porti con l’azienda proprietà di Aim. Primo perché no le discariche, i rifiuti, le municipale, Pietro a Vicenza non c’è un’area adatta, ergo costruiamo discariche Magaddino, propose secondo perché la pianificazione più inceneritori. non sono più un piano – poi boc- viene fatta a livello regionale».

Pochi hanno ripreciato in consiglio, E se non a Vicenza città, allofattibili” so invece il parere in favore del piano ra, dove? «Si era ipotizzato un del nuovo assessore redatto da Zanguio terreno in provincia di Verona. regionale campano – in cui si faceva Logisticamente sarebbe la solufresco di nomina, Walter Gana- riferimento con una certa insi- zione ideale, perché a regime un pini, che presentando il suo pia- stenza al tema: “valorizzazione termovalorizzatore può brucia-

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re tra le 300 e le 400 tonnellate al giorno di rifiuti, un bacino che potrebbe corrispondere alla zona fra Verona e Vicenza, attingendo anche alla bassa pianura, verso Rovigo». Un secondo impianto nel veronese, in sostanza, sarebbe la soluzione più efficiente secondo Franzina: «Se ad Aim venisse assegnata la costruzione di un impianto, sarebbe una grande opportunità, si diminuirebbero i rifiuti, e si produrrebbe Raccolta dei rifiuti urbani: da costo si trasforma in risorsa energia e acqua non è più una tecnologia specalda» conclude l’ex assessore. rimentale, abbiamo alle spalle L’entusiasmo sale quando a corpose analisi. In Scandinaessere interrogato è Marco via, figuriamoci, costruiscono Zocca, uscente responsabile inceneritori perfino nel cendell’urbanistica della giunta tro delle città. E qui vicino, Hüllweck, tornato in sala Ber- a Brescia, tutti parlano bene narda come consigliere: «Non di come si è riusciti a unire sono favorevole, di più. Intan- ricavi economici e produzioto comporterebbe una forte ri- ne di energia». Sentito il Pdl, duzione dei costi, visto che ora proviamo a rivolgerci al Pd, portiamo molti rifiuti a Ca’ Ca- nuovo partito di maggioranza pretta, Schio, spendendo una in consiglio. Luigi Volpiana marea di soldi – spiega Zocca è un neo-consigliere, e viene – E poi l’in- dalla Flaei-Cisl, sindacato per ceneritore è cui ha anche seguito alcuni l’unica solu- aspetti della vicenda Aim. Sul zione oggi per tema specifico, preferisce non ridurre il volu- esporsi troppo, e si capisce, a me di rifiuti, le giunta nemmeno insediata. discariche non «Posso dire che bisogna torsono più fatti- nare alla missione originale bili per man- di Aim, quindi sì alla raccolta canza di terri- e allo smaltimento, no al busitorio disponi- ness dei rifiuti – dice Volpiana bile, e perché – Agli inceneritori non sono quando sono contrario, perché tutti ormai piene rendono vanno in quella direzione. Ma inservibili aree biogna vedere come: mi va molto vaste di bene se i cittadini ne hanno dei territorio». E il vantaggi, se invece è un modo timore crescen- per guadagnare alle spalle dei te di rischi per cittadini non sono d’accordo». la salute? «A Forse, prima di tutto, occorrequanto ne so io rebbe mettersi d’accordo per sono pratica- cosa si intende per vantaggio o mente nulli i ri- profitto, e se in questi concetti schi – risponde è contabilizzata anche la salute Zocca – Ormai dei cittadini.

L’inceneritore di Schio. In progetto uno anche sotto i monti Berici?

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approfondimenti Analisi del voto. I quattro fattori che hanno permesso a Variati di ribaltare i pronostici E che invece hanno sottratto alla Sartori una vittoria fin troppo sicura

Variati - Sartori 4 a 0 La rimonta inattesa Il vincitore La persona Se c’è una cosa che queste comunali hanno dimostrato, è che a livello amministrativo la persona può fare la differenza. Il centrodestra avrà anche messo in fila una lunga serie di errori, finendo col naufragare a causa delle proprie contraddizioni interne, ma la vittoria del centrosinistra è soprattutto una vittoria personale di Achille Variati. Nel confronto con la Sartori, Variati ha fatto valere la propria vicentinità, il proprio seguito personale, il fatto di essere conosciuto. In più, ha saputo presentarsi come un candidato meno legato alle logiche di partito, agli apparati, ai meccanismi della politica tradizionale.

Riuscendo nella missione apparentemente impossibile, per uno che mastica politica da trent’anni, che è stato il pupillo di Rumor e che ha fatto tutta la trafila della Democrazia Cristiana e della Margherita, di essere percepito come qualcosa di nuovo. Il successo dell’operazione, e del peso del “fattore Variati”, è dimostrato dal risultato della sua lista civica, che ha raccolto quasi gli stessi voti del Pd. Decisivo, poi, il suo no senza tentennamenti sulla questione Dal Molin. Sfidando chi lo metteva in guardia dal rischio di prendere decisioni troppo nette in una città moderata come Vicenza, Variati si è schierato fin dall’inizio contro la nuova base: ha sfilato nei cortei, si è messo in gioco nei dibattiti televisivi, riuscendo così a non perdere il contatto anche con la parte più radicale del centrosinistra. E alla fine è stato premiato con i voti decisivi degli elettori della lista No dal Molin e della sinistra Arcobaleno.

Le alleanze Il cammino di Variati non è stati dei più semplici: partito con un progetto di coalizione che coinvolgeva tutto il centrosinistra, ha dovuto superare una serie di ostacoli e aggiustare più volte la rotta. Prima ha dovuto fronteggiare l’opposizione, tutta interna al Pd, di quell’area del partito che avrebbe preferito correre da sola fin dal primo turno. Poi ha dovuto affrontare la rottura con la sinistra Arcobaleno. Il suo merito

è stato quello di riuscire comunque ad affermarsi come figura di riferimento dello schieramento.

Il segreto, forse, sta nel fatto che buona parte delle decisioni chiave sono avvenute alla luce del sole, e non nelle segrete stanze delle riunioni di partito. Il Pd si è confrontato nei “congressi” di inizio anno; Variati e Giuliari si sono sfidati nelle primarie. In più c’è stata l’operazione ImmaginateVi che, pur con molti limiti, ha rappresentato uno sforzo innovativo di apertura alla città. La candidatura di Variati ne è uscita rafforzata. E nel momento decisivo anche gli avversari della prima ora hanno lavorato per lui. Senza le defezioni o i cali di entusiasmo che invece hanno afflosciato il centrodestra.

L’astensionismo Seimila voti in più rispetto a quelli raccolti al primo turno sono tanti.

Ma Variati è stato anche favorito dal calo complessivo dei votanti: lui, che sulla carta poteva contare su 27 -28 mila voti potenziali, per vincere doveva sperare che il totale di chi si recava alle urne non fosse troppo alto. Va detto, però, che Variati ci ha messo del suo, riuscendo a mobilitare il suo elettorato in modo che in pochi avevano immaginato. E probabilmente riuscendo anche a fare breccia in qualche vicentino che al primo turno aveva scelto Cicero o l’Udc. Così, mentre le truppe sartoriane si sono sfaldate nel momento decisivo, i sostenitori di Variati hanno guadagnato fiducia strada facendo, e sono andati a votare compatti. E il colpaccio “impossibile” è riuscito.

Candidature ombra Variati non ha dovuto fare i conti con candidature fantasma tipo quella della Dal Lago. Caso mai, lo spettro che aleggiava sulla sua corsa verso Palazzo Trissino era il rischio dell’effetto “minestra riscaldata”. I vicentini avrebbero accettato la figura del sindaco di ritorno, o l’avrebbero bocciata come avevano fatto con Sala nel 98? A chi glielo faceva notare, lui rispondeva senza scomporsi troppo che sì, il rischio c’era, ma che era sicuro che alla fine il suo precedente mandato sarebbe stato un vantaggio. E ha avuto ragione.

L.M.

La sconfitta La persona Contando molto di più il voto sulla persona del candidato sindaco che non il voto d’appartenenza alla coalizione o al partito, Lia Sartori è partita e ha continuato a essere nettamente svantaggiata rispetto allo sfidante.

La Sartori, pur abitando in città, non è stata considerata una vicentina di città. Troppo politicamente legata a Thiene per il passato e a Venezia (Galan) per il presente. Poco o per nulla conosciuta dalla gente comune.

L’aura di una candidata catapultata dall’alto, dalle decisioni semi-segrete prese ai vertici di Forza Italia e del Popolo della Libertà, con un pedigree politico ignoto ai più e un seguito personale pari a zero. Se ci aggiungiamo una certa dose di estraneità e di impreparazione ai temi caldi del capoluogo, e un’invincibile impressione di dirigente politico d’apparato, la debacle personale della candidata Sartori è tosto spiegata.

La controprova sta nel fallimento clamoroso della lsita civica Vicenza Viva collegata al suo nome, e nel fatto che al secondo turno la fuga di elettori alleati (Cicero, Pecori, ma anche leghisti) ha inviato un chiarissimo segnale di sfiducia verso di lei, dato che al ballottaggio conta più il candidato.

Le alleanze Gli accordi ‘tecnici’ con Vicenza a 360° di Claudio Cicero e l’Udc di Massimo Pecori non ha portato un voto. Sentita come troppo distante, coloro che avevano scelte queste due liste sono andati in montagna o al mare.

La manovra brancaleonesca di intruppare tutti sulla nave sartoriana ha avuto il sapore di una mossa forzata, politicista, freddamente ‘tecnica’, appunto.

L’elettorato leghista, fisiologicamente restio a dare il proprio consenso a candidati non suoi, ha fatto lo sgambetto alla Sartori (e forse qualcuno ha pure preferito Variati, come del resto qualche ‘infedele’ dell’Udc e persino qualche sparuto ‘ciceriano’ non marcatamente di destra).

E dire che se la scalcagnata falange Pdl-Lega-Cicero-Udc andava compatta al primo turno, la vittoria sarebbe stata quasi certa. Quasi, perché allora sarebbe stato tutto da vedere se molti scontenti di centrodestra che si sono identificati nell’ex assessore alla mobilità o nell’ex difensore civico avrebbero obbedito docili agli ordini di scuderia. Un dubbio più che legittimo, visto che hanno ‘tradito’ al ballottaggio.

L’astensionismo 15 mila voti in meno rispetto al primo turno di votazioni sono una cifra enorme. Dato normale, per carità: la tensione subisce un calo, e in più non c’era più il traino d’interesse dell’accorpamento con le elezioni politiche nazionali. L’alta astensione ha penalizzato solo la Sartori, visto che Variati ha rimontato alla grande. Può aver contato l’eccesso di sicurezza e la presunzione di vittoria che animavano i supporters del centrodestra. Ma ciò che ha influito maggiormente è stato il voltafaccia di tanti elettori leghisti e dello stesso Pdl, nonché di Cicero. La Sartori è stata vista come un hiksos, un corpo estraneo. E la superiore motivazione degli avversari, nonché lo charme del ‘già noto’ emanato da Variati hanno, fatto il resto, mandando a votare, in proporzione, più fans del candidato Pd. Candidature ombra Qualche leghista l’ha detto esplicitamente: con Manuela Dal Lago al posto della sconosciuta Sartori si vinceva. La linea prevalsa nel Carroccio, dettata dal rivale della Dal Lago, Stefano Stefani, ha fatto cilecca.

La Dal Lago, che mesi addietro era data come possibile alternativa alla forzista (magari con una propria, e presumibilmente molto forte, lista civica personale), è la sola vincitrice nel campo di centrodestra. Sarà lei, ancora una volta, a guidare l’opposizione in consiglio comunale. Complice una Sartori che non fa mistero di volersi occupare esclusivamente del suo scranno nel parlamento europeo, e non di una Vicenza che l’ha nettamente rifiutata.

A.M.

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3 MAGGIO 2008

approfondimenti

Dalla nuova giunta all’urbanistica passando per il Dal Molin, inventario degli impegni presi dal neo-sindaco Pd

Tutte le promesse del Variati 2 DI ALESSIO MANNINO

Primo provvedimento. Un piano straordinario per la manutenzione di strade e marciapiedi.

26 aprile 2008 Internet. Internet gratis per tutti. 26 aprile 2008 Giunta. Penso a una giunta di persone veramente capaci al di là della tessera di partito, in cui possano sedere anche alcuni esponenti di mondi politici e culturali esterni al centrosinistra. 26 aprile 2008 Mi attesterò sui 10 assessori. 29 aprile 2008.

Pat. Va rivisto perché deve essere garantito l’equilibrio tra i vuoti e i pieni, ma nel giro di un semestre deve essere approvato. 30 marzo 2008 Campo Marzo. Ridiamo vita a Campo Marzo con musica, artisti per strada, musei all’aperto. La città deve riappropriarsene. Perfino uno spazio per chi porta i cani a passeggio, può servire. Voglio pensare a questo parco come si fa in Europa, con quei grandi giardini pieni di gente. 5 marzo 2008 ZTL. La zona a traffico limitato si può allargare. Anche fino al nuovo teatro. A patto che il centro venga reso accessibile, altrimenti muore.

23 marzo 2008 Tav. Bisogna superare l’ostacolo dei Berici. La soluzione migliore è il tunnel. Ma bisogna fare in fretta per il Veneto. 23 marzo 2008 Ex Q8. Trattandosi di una nuova realizzazione, il progetto avrebbe dovuto passare attraverso il consiglio comunale con la presentazione di un apposito piano urbanistico. E invece Venezia manda un giovane commissario che effettua un vero e proprio colpo di mano. (…) Denuncio la grave responsabilità della giunta regionale, che mostra disprezzo per le indicazioni del consiglio comunale, e chiamo in causa Sartori, esponente e candidata di quelle stesse forze politiche che governano la Regione. 26 marzo 2008 Tolleranza zero. La polizia locale dovrà essere valorizzata come strumento di contrasto di ogni devianza. E andrà ripresa una battaglia dimenticata dall’amministrazione uscente: quella per dare a Vicenza una Questura con più ruolo e personale. 28 marzo 2008 Dal Molin 1. Per prima cosa pretendere quelle informazioni che il governo non ha mai fornito: sui patti internazionali, sui limiti, sulle ragioni di questo insediamento. … Come seconda cosa, ribadire la assoluta negatività nei confronti di quel progetto dal punto di vista urbanistico… . Infine, sentire il parere della città: qualcuno ha parlato di referendum, io non so se sarà possibile usare l’istituto referendario, ma ci sono tante forme di consultazione. (…) Se sarò eletto, non sarò il sindaco che si mette davanti alle ruspe. (…) Prima di tutto ascoltare la volontà dei citta-

dini. E se questa sarà chiara, come della città e non alla speculazione io credo, fare in modo che la base per gli interessi di pochi. 1 marzo non si faccia lì. 1 marzo 2008 2008 Dal Molin 2. Mi metterei al taInceneritore.

L’impiantistica, volo con il governo forte di questo compreso il termovalorizzatore, è no a dire: la base non si fa. E se ci doverosa. Dove? A Vicenza? Serve fosse una ragion di Stato così inun patto provinciale: va individuaderogabile dovremmo ragionare to un luogo idoneo, non può essesul luogo più adatto e vorrei capire re costruito in mezzo alle case. 30 cosa riceverebbe in cambio Vicenmarzo 2008 za. 11 aprile 2008 Bressanello. Non conosco LorelDal Molin 3. È vero che non è la Bressanello. Penso che il Comucompito del Comune interessarsi ne abbia necessità di un direttore di politica internazionale, ma è suo generale, che siederà in giunta e compito interessarsi di urbanistiavrà il compito dell’esecuzione ca. Il referendum è l’unico modo degli orientamenti politici assunti di dare potere contrattuale al sindall’amministrazione. Usiamo il daco che verrà. 24 aprile 2008 superlativo: sarà una figura di altisCoop rosse. Gli affari non sono sima managerialità. Con me non ci né di destra né di sinistra. Sono sarà alcun incarico pseudopolitico degli imprenditori e per me è irfra i dirigenti. 30 marzo 2008 rilevante chi abbia vinto. 11 aprile Amcps. Mi sono definito il “sin2008. daco del marciapiede”. Qualche Teatro. Il teatro dovrebbe essetempo fa, la signora Maria, che abire sfruttato il più possibile, essere ta a S. Andrea e ha una sorella in aperto a tutti, non solo dalle cincarrozzina, mi ha raccontato il suo que in poi. 1 marzo 2008 sogno: portare la sorella da S. AnAim 1. La mia ricetta è la manadrea in centro. Vogliamo darglielo gerialità. Le nomine le farò io e ne questo piccolo sogno? A cosa serve discuterò in consiglio comunale.

Amcps se non fa questo? 30 marzo E cercherò figure 2008 straordinarie nella Presidio Permamanagerialità, per nente. Se è abusivo è “Sul Dal Molin, abusivo. Ma attenziodotare l’azienda di piano industriale. ascoltare la ne: non si agisce per Abbiamo bisogno di volontà dei dare un messaggio un rinnovato patto cittadini. politico. In fondo quel con l’imprenditoria. è il luogo in E, se questa Presidio 30 marzo 2008 cui i cittadini si sono Aim 2. Mai più no- sarà chiara, ritrovati per esprimere mine secondo i crite- fare in modo un diritto di protesta ri della lottizzazione è garantito dalla che la base che partitocratica.

Da nostra Costituzione. sindaco io chiamerò non si faccia lì” 30 marzo 2008 solo manager esperti.

Se quel presidio è 2 aprile 2008 abusivo, l’ordinanza Aim 3. Dico sì ad alleanze provinverrà mantenuta. 24 aprile 2008 ciali, per rafforzare la componenPiste ciclabili. Occorre riqualifite vicentina al futuro tavolo delle care e mettere in sicurezza quelle aggregazioni regionali. 26 aprile esistenti. E bisogna costruirne di 2008 nuove per collegare i diversi quarPiano Ftv. Deve essere rivisto, tieri attraverso un reticolo di percon un orientamento all’interesse corsi sicuri. Per finanziare questo

sforzo, sono favorevole all’impiego sa fare altrettanto. 11 aprile 2008 di parte dei proventi ricavati dalle Anziani. È compito del Comune rafforzare l’assistenza domiciliare e soste nei parcheggi a pagamento. una politica delle rette più sosteni31 marzo 2008 bile per gli anziani e le famiglie. Ed Nuovo stadio. Non spenderò un è compito del Comune operare per soldo dei vicentini. Se nasce una rafforzare l’offerta dei servizi sanitacordata seria, si valuterà. 1 aprile ri sul territorio. 22 aprile 2008 2008 Fiera. Il futuro della Fiera è all’inFiumi. Perché non pensare ad un terno del polo fieristico del Veneto e percorso pedonale o anche ciclabile forse del Nordest, altrimenti ci trolungo l’argine? Perché non ipotizveremo a discutere di archeologia zare di rivitalizzare ad uso dei cittafieristica. Il Comune deve restare in dini, una porzione di città, un amquesta delicata fase; poi potrà fare biente naturale ora assolutamente un passo indietro. 22 aprile 2008 inutilizzato? 3 aprile 2008 Ici. Andrò da Bossi. E gli dirò: sono Wisco. La strada giusta è far capipronto a firmare un patto. Questo: re in Regione che il depuratore di togliete pure tutto il resto di Ici coSant’Agostino già oggi per il carico munale che già non ha tolto il pasche ha non è compatibile. Un sinsato governo, mandate a Vicenza daco determinato può dare un paun’adeguata quota di imposte che rere tecnico che stoppi l’impianto. oggi vanno allo Stato. Le incasserò 5 aprile 2008 senza metterci tasse in più locali e Commercio. Istituire un ossergestirò i servizi di competenza del vatorio sui prezzi dell’intera fiComune senza lamentarmi dello liera produttiva, dal produttore Stato cattivo o della Regione troppo al consumatore, per segnalare la lontana. 23 aprile 2008 situazione dei listini. Attivare un Pomari. Bisogna trasformare i Ponumero verde per dare ai cittadini mari in un quartiere vero e proprio, la possibilità di segnalare le anocon una piazza e altri luoghi identimalie, i rincari improvvisi. Definire tari, grazie a piani urbanistici che d’accordo con i venditori di tutta la consentano di vivere al meglio. 24 città un “paniere” a prezzi controlaprile 2008 lati, certi e segnalati, a protezione Giovani. Nel mio programma ho di chi a redditi bassi e per autocalinserito lo studio di un centro giomierare alcuni prodotti-base. Dare vanile di grande valore architettoniin cambio, come Comune, impegni co nell’area ex Domenichelli, vicino e atti concreti per una battaglia a alla stazione. Sarebbe un ampliadifesa dei piccoli negozi di quartiere mento della biblioteca e per un freno all’aperBertoliana, dove i ratura di macro-centri gazzi studiano, vedocommerciali. 5 aprile “Voglio no film, sperimentano 2008 una città espressioni artistiche Legalità. Sì, la noe musicali, si constra città ha bisogno più pulita: frontano. Un center di una radicale opera occorre un di portata europea. In di pulizia. Non mi riripensamento quell’area, che oggi è ferisco solo alle strade e ai parchi, che pure della mobilità, degradata, farei vivere Vicenza di notte. presentano un pano- come la Come vede, è un prorama spesso indegno creazione di getto ben diverso daldella Vicenza che meritiamo. Penso a una un metrotram” lo Ya Basta o dai centri sociali autogestiti. grande stagione di 24 aprile 2008 legalità che dobbiamo Asili. Oltre agli asili nido e agli asili inaugurare, a un’opera di profonda integrati, vorrei anche istituire sermoralizzazione della vita pubblica. 7 vizi di babysitteraggio e microasili. aprile 2008 Dobbiamo fare in modo che i costi Ipab. Quando sarò sindaco prendedei servizi degli asili non superi mai rò una scopa. E chi ha certi incarichi il 10 per cento del reddito familiare. pubblici, come l’Ipab, può lavorare 24 aprile 2008 gratis. 11 aprile 2008 Sanità. Come neo-presidente delRicerca. Vicenza dovrà pensare ad la conferenza dei sindaci, chiedeun polo tecnologico-scientifico e un rei che quando l’Ulss non riesce a incubatore d’impresa che sviluppi le rispettare la direttiva regionale sui sinergie tra impresa e università. 11 30 giorni di lista d’attesa il costo agaprile 2008 giuntivo per l’esame privatistico sia Berici. Un Parco dei Berici… avreba carico del sistema sanitario regiobe promettenti ricadute anche sotto nale. 25 aprile 2008 il profilo dello sviluppo economico, Metrotram. Voglio una città più specialmente nei settori dell’agripulita: occorre un ripensamento turismo e dell’enogastronomia. 11 della mobilità, anche attraverso alaprile 2008 cune scelte forti e moderne, come la Zona industriale. L’insediamento creazione di un metrotram. 8 aprile in zona industriale a Vicenza di atti2008 vità innovative nel campo dell’enerSindaco. Sarò molto più presente gie rinnovabili. 11 aprile 2008 di qualsiasi altro sindaco a BruxelFisco. Ci sono città che hanno conles a Venezia o a Roma perché in cordato con lo Stato una quota di Irquei posti non ci vedano come dei pef da trattenere, rinunciando a Ici e volgari arricchiti di stampo leghialtri trasferimenti: se diventerò sinsta. 11 aprile 2008 daco candiderò Vicenza perché pos-

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3 MAGGIO 2008

approfondimenti Jacopo Bulgarini, responsabile della campagna di Variati, e i segreti della vittoria a sorpresa: “Abbiamo preso le distanze dai partiti. E portato il confronto su un terreno personale”

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Comizi all’americana e niente simboli Come vincere una battaglia persa

DI LUCA MATTEAZZI

Niente simboli di partito, slogan all’americana e comizi come non se ne vedevano da tempo. Tra i motivi del successo di Achille Variati c’è anche una campagna di comunicazione azzeccata, che è riuscita a mettere in risalto i punti di forza della sua proposta, a nasconderne debolezze e contraddizioni, e a segnare in modo evidente le differenze con la strafavorita Lia Sartori. Una campagna rischiosa, per certi versi, che ha avuto il coraggio di mettere in preventivo qualche possibile figuraccia pur di portare una ventata di novità, almeno a livello comunicativo, in un panorama politico molto tradizionalista. D’altra parte, Variati e i suoi “spin doctor” potevano osare sapendo che avevano poco da perdere. E che se anche fosse andata male, nessuno avrebbe potuto rimproverarli più di tanto, visto lo svantaggio iniziale da cui partivano.

Dietro i manifesti con la rondine, le cartoline con la Basilica immersa nel verde e le “gite” in barca sul Bacchiglione, c’è il lavoro dell’agenzia di comunicazione Alias, di Jacopo Bulgarini d’Elci. Un passato da responsabile del mensile di informazione del Comune Citylights, da un annetto a questa parte Bulgarini (e i suoi collaboratori) sono una presenza fissa dietro le quinte delle campagne elettorali del centrosinistra. Prima hanno lavorato per Pietro Collareda in occasione delle Provinciali (“ma siamo arrivati molto tardi, quando il materiale era già in tipografia”, ricorda); poi si sono adoperati per le primarie del Partito Democratico, su incarico di

Giuseppe Doppio e Angelo Guzzo, che gli chiesero di sostenere la candidatura di Letta; infine hanno affiancato Variati, conosciuto proprio durante il lavoro di preparazione per le primarie, nella sua lunga rincorsa a Palazzo Trissino.

“Abbiamo lavorato su due filoni – spiega Bulgarini -. Da un lato il cosa del messaggio, dall’altro il come”. La scelta di fondo è stata quella di prendere le distanze dagli schieramenti ideologici.

“Sapevamo che la città esprime un voto tendenzialmente di centrodestra. La nostra partita, quindi, non poteva essere politica, soprattutto una volta che è stato chiaro che si sarebbe votato lo stesso giorno per amministrative e per il parlamento. Dovevamo per forza differenzia-

re, uscire dalla logica della scelta di campo che ha usato la Sartori, e puntare sulle cose concrete di cui dovrebbe parlare un sindaco, e cioè i problemi della città. Cosa che, tra l’altro, a Variati viene facile, perché nonostante gli impegni e gli incarichi in regione, non ha mai smesso di vivere la città anche nelle cose più spicciole, come fare la spesa al supermercato”.

Le parole d’ordine, dunque, sono state fin dall’inizio spoliticizzare e spartitizzare. Quindi, niente programmi chilometrici, ma interventi mirati su problemi precisi, e spesso con iniziative fuori dagli schemi: la biciclettata, l’uscita in barca sul Bacchiglione, la conferenza stampa a Ponte Alto, la visita ai mercati generali alle prime luci dell’alba. Ancora, niente simboli di partito nei manifesti e nelle cartoline che hanno accompagnato l’iniziativa “ImmaginateVi”, così come in quelli che poi hanno scandito tutta la campagna elettorale; al loro posto, una rondine su campo blu (“anche questo un colore nuovo per noi”), e im-

magini capaci di catturare l’attenzione almeno per un attimo; piazza dei Signori trasformata in un prato, una stormo di rondini sopra il Dal Molin, una mamma con quattro passeggini a spasso per campo Marzo. Sempre seguendo la stessa logica, niente foto in posa e manifesti coi faccioni, sostituiti da uno scatto del comizio di Monte Berico in cui Variati appare un po’ scomposto, con la bocca aperta (cosa sconsigliata in tutti i manuali di marketing politico) e con il nodo della cravatta fuori posto. “È un’immagine sbagliata, lo sapevamo, ma è talmente sbagliata da essere giusta”, precisa Bulgarini.

L’immagine che si voleva far passare era quella di un cittadino tra i cittadini, più che quella di un uomo di partito. Cosa non facile, se si considerano i lunghi trascorsi politici di Variati. “Non c’è nessuna possibilità di fare una campagna che funzioni se si dopa troppo il cavallo – ribatte però Bulgarini -. Molte delle idee che noi abbiamo utilizzato erano sue, una su tutte l’idea di sottolineare il concetto di futuro che è alla base dello slogan “ritorna il futuro”. Noi abbiamo colorato, ricamato, rielaborato input suoi”.

Qualche forzatura c’è stata. L’idea di rilanciare i comizi in stile primarie americane, ad esempio, è nata più dall’ufficio comunicazione che da una volontà del candidato. Così come il suggerimento di usare termini un po’ più coloriti di quelli che ci si potrebbe aspettare in bocca ad un democristiano di lungo corso (“su Aim siamo incazzati, non arrabbiati”, ha detto Variati in uno degli ultimi comizi). “Ma lui ha dimostrato di saperci

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fare – commenta Bulgarini -. E’ riuscito a coinvolgere le persone, e i comizi sono stati importanti. Quello iniziale, a Monte Berico, ha segnato fin da subito una differenza netta rispetto alla Sartori, che ha annunciato la sua candidatura in una conferenza stampa tradizionale, con le bandiere di partito dietro la solita scrivania con una sacco di gente. Gli ultimi, in piazza dei Signori, sono stati un’iniezione di fiducia fondamentale per galvanizzare l’elettorato”.

Piccole cose, forse, ma che alla fine hanno fatto la differenza. Un po’ come l’uso di Internet, che Variati ha sfruttato prima e in modo più completo della rivale, con le pagine su Facebook e i video su YouTube. “Anche qui, sapevamo che non c’è ancora la cultura necessaria, e che i numeri sarebbero stati relativamente piccoli. Ma quando si vince per 500 voti, tutti sono importanti”. La mossa finale è stata alzare i toni nelle ultime due settimane, con una serie di slogan basati sul confronto diretto tra i due candidati: quelli di “Sartori: Aim politica – Variati: mai più nomine di partito”.

Anche qui, tutto per uscire dagli schemi di partito e portare la competizione sul terreno del confronto personale.

Alla fine, missione compiuta, seppur di un soffio, e via ai festeggiamenti. E adesso? Troveremo Bulgarini al fianco di Variati anche come portavoce in Comune? “Non dipende da me – risponde lui -. Quello che posso dire è che aver condiviso questa avventura è stata un’esperienza straordinaria sia dal punto di vista umano che professionale. Per il resto, non ci sono accordi prefirmati, esattamente come non ce ne sono per la composizione della giunta”.

Editoriale. Eletto grazie a scelte coraggiose, Variati deve preoccuparsi soprattutto delle tenuta della sua maggioranza

Gli errori di Lia, il coraggio di Variati

continua dalla prima Ha disertato importanti appuntamenti con i vicentini, dando l’impressione di una persona a disagio nella ricerca di sintonia con la città. Nulla è stato fatto per rendere ‘popolare’ la candidata, dando per scontato che ciò che era stato deciso negli interiora corporis del potere sarebbe stato ratificato dagli elettori.

Ma l’errore più clamoroso è stato quello di non aver saputo comunicare all’elettore se la sua figura rappresentava una rassicurante continuità con la gestione Hullweck, o un cambiamento in positivo rispetto all’amministrazione uscente.

Questo è, in fondo, ciò che gli elettori di centro destra volevano sapere da lei.

Inoltre, nelle ultime settimane più di

qualcuno ha mugugnato sospettando che la candidata, una volta eletta, a Vicenza si sarebbe vista poco, preferendo le sedi degli organismi e del parlamento europeo. In tanti hanno pensato che Vicenza, anche con la Sartori sindaco, non avrebbe contato granché nello scenario regionale. L’asse Padova-Venezia-Treviso da una parte e Verona dall’altra, sono le aree che contano. Vicenza è poco più che una colonia che subisce le decisioni assunte altrove. E Lia Sartori ha sempre deciso sulla ‘pelle’ di Vicenza dall’esterno, senza mai confrontarsi con i vicentini. Ha perso per presunzione e sufficienza. Manuela Dal lago non avrebbe perso, per capirci.

Ciò non deve far sminuire la portata della vittoria di Achille Variati, perché la sua

è una vittoria vera e autentica. Variati ha avuto il coraggio, merce rara tra i politici di oggi. Ha saputo dire no ad accordi pasticciati. Ha detto no a vecchi simboli ideologici oramai non credibili. Ha detto no ad apparentamenti che avrebbero offuscato la linearità della sua immagine. Ha detto no a possibili accordi che avrebbero potuto condizionare la sua libertà d’azione. Variati ha saputo comunicare il volto di un uomo, figlio della sua gente. Con la sua opposizione, ferma e coerente, al raddoppio della presenza militare americana, ha saputo esprimere un autentico sentimento di amore per la sua terra. Certa informazione locale lo ha deriso per una sua presunta incoerenza: mentre a Roma il governo Prodi era d’accordo con i progetti americani,

Variati a Vicenza si dichiarava pubblicamente contrario. L’informazione delle sacrestie lo prendeva in giro perché mentre Veltroni sosteneva le decisioni di Prodi, qui Variati andava in giro per le piazze a manifestare con i suoi concittadini.

Variati ha creduto nel risultato, pur sapendo che tutti i pronostici erano sfavorevoli. Per questo suo credere, per questo suo modo di presentarsi, Variati ha recuperato consensi. Non certo perché adesso qualche lista possa accampare meriti nel risultato elettorale. Questo coraggio costituisce ora la sua forza. Gli oppositori sanno che dovranno trattare con un sindaco che ha acquisito autorità e, soprattutto, autorevolezza. Variati non ha nulla da perdere: ha imboccato

una strada e sa bene che la coerenza e il mantener fede agli impegni elettorali lo ripagheranno. Paradossalmente il suo ‘tallone’ sta invece nella maggioranza che lo dovrà sostenere. Dalle urne è venuta fuori una maggioranza pittorescamente variegata. Non saranno i suoi avversari istituzionali a porgli le più serie difficoltà.

In una città in cui l’informazione fa più politica dei partiti e delle istituzioni, Variati dovrà saper fare in modo che la sua maggioranza sia compatta, seriamente impegnata a conseguire risultati politici coerenti e innovativi. Diversamente non arriverà a concludere il mandato.

Marino Quaresimin, che se ne intende, potrebbe dargli qualche consiglio.

Francesco di Bartolo

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Il segretario cittadino del Carroccio e i motivi della débacle: “Candidatura imposta dall’alto. Ripartiamo da Verona”

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Sandoli (Lega) e il candidato sbagliato “Con la Dal Lago avremmo vinto”

Come un fulmine a ciel sereno i risultati delle urne hanno visto l’affermazione del centrosinistra a Vicenza. Per prima cosa dobbiamo chiederci se sono stati di più i meriti di Variati o i demeriti della coalizione di centrodestra.

Sicuramente bisognerà fare una seria riflessione al nostro interno senza nasconderci dietro la solita scusa dell’astensionismo al ballottaggio che penalizza sempre il centrodestra.

Se la città alle politiche ci ha ampiamente premiati mentre alle amministrative ci ha voltato le spalle evidentemente qualcosa non ha funzionato.

Non ha senso adesso scaricare le colpe su l’uno o l’altro partito accusandosi reciprocamente di non essere andati a votare anAlessio Sandoli che perché sarebbe impossibile sapere la verità e sarebbero solo lizzati dalla presenza dell’ex ascongetture strumentali. sessore Cicero, prima mitizzato L’unico dato certo è che il cen- dal suo ex partito Alleanza Natrodestra è riuscito zionale come “genella missione imnio” delle rotatorie possibile di perdere e poi scaricato sen“Invece di Vicenza, evidenteza un motivo appamente la lezione di puntare sul rente a pochi mesi Verona che aveva candidato dalle elezioni salvo portato all’elezione vincente poi recuperarlo al di Zanotto non ha abbiamo ballottaggio con un insegnato nulla. accordo semi uffiseguito la Senza tanti giri di logica della ciale. parole, i cittadini Sono molti i fattori vicentini si sono spartizione” che hanno portato a ritrovati con un questo disastro eletcandidato calato torale e speriamo di dall’alto dai partiti in base agli imparare dagli errori commesschemi degli accordi nazionali mentre il candidato che il popolo del centrodestra, e non solo, si aspettava era la Manuela Dal Lago. Bastava sentire cosa diceva la gente per strada durante questa campagna elettorale e bastava leggere i sondaggi che ci dicevano che il nostro candidato ci avrebbe fatto vincere a mani basse. Ci è stato detto che non era possibile perché altrimenti la Lega diventava troppo forte, non poteva avere anche Vicenza oltre che a Treviso e a Verona.

Invece di puntare sul cavallo vincente abbiamo seguito la logica della spartizione e questi sono i risultati.

Come Lega Nord ci siamo attestati su un ottimo 15% a livello comunale con un incremento del 50% mentre la somma di FI e AN che 5 anni fa dava il 39% questa volta si è fermata al 24%.

Senza dubbio siamo stati pena- Manuela Dal LAgo

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Referendum Dal Molin e riassetto Aim: queste le sfide su cui Achille si gioca tutto

Signor sindaco, non commetta questi due errori

si. Di sicuro la Lega Nord farà la sua opposizione in base al mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori e ci batteremo in primis per la difesa dei diritti dei vicentini e affinché la città non venga svenduta ai centri sociali e agli extracomunitari.

A Verona dopo gli anni bui del centrosinistra con Zanotto hanno un sindaco leghista che sta riportando all’antico splendore la città scaligera. Anche a Vicenza lavoreremo per questo.

Alessio Sandoli Segretario cittadino Lega Nord

E’ una vecchia e ben sperimentata regola della politica quella secondo la quale, potendo acquistare allo stesso prezzo l’originale e la copia, l’elettore sceglie, ovviamente, l’originale. Così è andata a Roma, dove tra l’originale – i proclami viriloidi di Alemanno su legge e ordine – e la copia – i grotteschi e affannosi tentativi di Rutelli di tenergli dietro, aggiungendo ogni giorno un paio di manette in più – la gente ha scelto l’originale. Così, invece, non è andata a Vicenza, dove tra una candidato di destra distintasi per la sua invisibilità politica e la versione locale del buonismo veltroniano, l’elettore ha scelto le ‘chiacchiere’ di Variati. Buon per lui, per carità.

Significa che i vicentini, notoriamente poco inclini a prestar fede alle ciance magniloquenti della politica, hanno creduto di vedere nelle sue parole un di più di verità, di credibilità e di ‘onestà’ politica e personale. Se è andata così, per lui è già un titolo di merito, e può ampiamente congratularsene con se stesso. Tuttavia, stia attento, perché le elezioni vere, quelle del ‘fare’ e della coerenza, Variati le deve ancora vincere. E se le giocherà su due questioni fondamentali: il Dal Molin e l’Aim. Sulla nuova base americana, sin dall’inizio della sua campagna il neosindaco non solo ha sempre apertamente dichiarato di essere contrario alla sua costruzione, ma soprattutto ha sempre promesso che, se fosse stato eletto, avrebbe indetto sul tema un referendum. Ora, probabilmente tutti i vicentini sanno che, data la particolare legislazione che regola il tema delle strutture Nato sul territorio nazionale, il referendum potrà essere solo simbolico, vale a dire che il governo sarà padronissimo di non tenerne alcun conto.

me settimane, smaltita l’euforia da vittoria, gli venga la tentazione di dire alla gente: ‘Che lo facciamo a fare un referendum che non decide niente? Oltretutto buttiamo via i soldi dei contribuenti’. Se ne guardi bene. Sarebbe tutt’altro che ‘inutile’, infatti, un referendum, sia pure solo consultivo e giuridicamente senza valore, nel senso che lo spettacolo di un governo che, con rispetto parlando, si pulisse il culo con una consultazione in cui la stragrande maggioranza dei votanti si fosse espressa contro – ché tale ne sarebbe, con ogni probabilità, l’esito – avrebbe una tale risonanza, locale ed ancor più nazionale, da ferire forse a morte tutti i proclami sul ‘nuovo’ e sulla politica ‘de noantri’ su cui la destra e in particolare la Lega hanno costruito le loro fortune. Quanto ad Aim, giustissimamente Variati ne ha attribuito la rovina alla lottizzazione con cui i loro precedenti padrini politici l’hanno spartita e devastata. Benissimo, ma ora un nuovo assetto a questea Aim bisognerà pur darlo, e a questo punto un’altra tentazione potrebbe frullare per il capo al buon Variati: di metterci dei consiglieri ‘suoi’. Anche in questo caso significherebbe dissolvere quelle promesse di trasparenza e di non compromissione su cui ha costruito la sua credibilità. I cinici vicentini commenterebbero: ‘I xe tuti compagni, xe tuto on magnamagna, ‘ndè in mona tuti quanti’, e la meteora Variati si spegnerebbe presto nel cielo politico della città, accompagnata anche da parecchi sghignazzi. E’ questo che vuole il nuovo sindaco? E’ questo che vogliono coloro che l’hanno aiutato ad arrivare fin lì? Crediamo di no, speriamo di no. Staremo a vedere, e con noi, ne siamo sicuri, tutta la

E poiché lo sa bene anche Variati, c’è la possibilità che nelle prossi-

città.

Giuliano Corà

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3 MAGGIO 2008

fatti&notizie

Per anni al centro di progetti più o meno invasivi, adesso il lago dei vicentini sta riscoprendo la propria vocazione naturalistica e archeologica. Traffico e cemento i problemi ancora aperti

Fimon, il lago sopravvissuto Sopravvissuto a secoli di alluvioni, passato indenne (o quasi) attraverso qualche decennio di turismo “balneare”, risparmiato (finora) dall’espansione edilizia che ha stravolto alcuni degli angoli più belli della provincia, e scampato all’impatto di progetti monumentali come la Tav, il Lago di Fimon può adesso guardare al futuro con un briciolo di ottimismo in più. Sperando che i vicentini lo apprezzino per quello che è: semplicemente un’oasi ambientale e storica dove immergersi nella natura o scoprire una fetta del proprio passato.

La storia della più classica delle mete per le gite fuori porta si perde, come si dice in questi casi, nella notte dei tempi. Abitata fin dalla preistoria, la zona del lago è rimasta fino ad un centinaio di anni fa un angolo di campagna paludosa, animato solo da qualche borgo di pescatori che vivevano del commercio di anguille, luci e pesci gatto, e dal lavoro dei contadini che lottavano con i denti per cavare qualcosa da un terreno difficile.

Le cose cominciarono a cambiare subito dopo la fine della prima guerra mondiale: le foto ingiallite di quegli anni raccontano delle prime scampagnate domenicali dei vicentini di città, della pista da ballo animata dalle melodie delle orchestrine, dell’imbarcadero Nettuno affollato di persone. Era l’antipasto di quello che sarebbe successo qualche decennio più tardi, negli anni del boom economico, quando il lago di Fimon si trovò ad affrontare la sua battaglia più difficile.

Il primo colpo arrivò con la costruzione della strada attorno al lago: la piacevole passeggiata di quattro chilometri che un po’ tutti conoscono, fu infatti una delle ferite più profonde per l’ambiente di Fimon.

Una veduta del lago di Fimon

“Oggi sono cresciute le piante, e l’impatto è molto attenuato, ma è stato un intervento innaturale e distruttivo – racconta Reginaldo Dal Lago, presidente dell’associazione “Lago e Valli di Fimon”, studioso di storia locale e protagonista delle tante battaglie che gli abitanti della zona hanno portato avanti nel tempo -. Distruttivo dal punto di vista ambientale, perché ha rotto la continuità ambientale tra boschi e lago che era sempre stata tipica di questa zona. Ma lo stesso discorso vale per il borgo: le abitazioni dei pescatori erano collegate al lago da una serie di fossi che permettevano alle barche di arrivare sotto casa, e con la nuova strada tutto questo non fu più possibile. Se poi pensiamo che ci si andava in macchina, con tutto il rumore e il caos che possiamo immaginare, il quadro è completo”.

Era solo l’inizio. Poco dopo arrivarono gli anni delle discoteche, dei fari stroboscopici sparati nella notte, dei caroselli di auto fino alle prime luci dell’alba, della tentazio-

ne, per certi versi comprensibile, di adeguare Fimon ai canoni del turismo di massa e agganciarsi così all’ondata di benessere che si stava allargando in tutto il Nordest. Attorno al mezzo chilometro quadrato di acqua incastonati tra le colline di Lapio, Villabalzana e Pianezze, si sono rincorsi progetti di vario tipo, tra cui anche la sparata, non si è mai ben capito quanto fondata, di costruire in zona un parco divertimenti in stile Gardaland. Ben più concreto era invece il progetto denominato Eco-Fimon che prevedeva, tra le altre cose, di creare vicino al borgo una piscina biologica - in pratica, un angolo di lago reso balneabile grazie ad un sistema di depurazione delle acque interamente naturale - che avrebbe potuto attrarre migliaia di turisti. Il progetto, fortemente osteggiato dai residenti, è andato incontro ad una serie infinita di intoppi e rinvii, e alla fine è stato molto ridimensionato, cancellando l’idea della bio-piscina e salvando la creazione di una serie di

solo dal carattere paludoso della piccoli impianti di fitodepuraziozona. Di contro, il livello di mane per risolvere i problemi di innutenzione è molto quinamento. “Tutto migliorato, e si molsommato ci è andata tiplicano le iniziative bene, dato che abbiaper far conoscere la mo evitato le cose più La strada storia e la cultura del invasive e deviato i lago. La prossima, soldi verso interventi attorno organizzata dall’assopiù utili”, commenta al lago è ciazione Lago e Valli Dal Lago, che era tra stata una di Fimon, prevede tre gli animatori del codelle ferite serate archeologiche mitato di protesta. e una serie di laboraOggi la mentalità ecologiche tori didattici. “Il fusembra cambiata. Se più profonde turo del lago dipende tra i turisti della doda cosa chiederà la menica può ancora gente – conclude Dal capitare di intercetLago -. Non ci resta tare commenti tipo che lavorare su questo”. “sarebbe bello avere una spiaggetta e degli ombrelloni”, l’idea che il L. M. futuro del lago stia nella conservazione e nella valorizzazione del suo patrimonio storico e ambientale ha fatto grossi passi avanti. Basta Una storia millenaria guardare i nuovi interenti messi in La zona del lago di Fimon era cantiere dalla Provincia, incentrati abitata fin dalla preistoria, sul miglioramento dei percorsi cicome dimostrano le tracce di villaggi di palafitte del neolitico clo-pedonali e su una nuova came dell’età del bronzo ritrovati in pagna di scavi archeologici, per zona: i resti di capanne, le serendersi conto del cambio di rotta, polture, il vasellame, gli utensili anche se i problemi non mancano. di uso quotidiano rinvenuti lunIl parcheggio e il traffico domenigo le sponde del lago rendono cale sono sempre una questione infatti Fimon uno dei centri araperta (“per quello servirebbe un cheologici più interessanti della cambio di mentalità, la gente doprovincia. In epoca romana e vrebbe capire che al lago ci si viene nell’Alto Medioevo si hanno inin bici o con i mezzi pubblici: non vece poche notizie del lago, forha senso perdere ore in coda o alla se perchè in quel periodo tutte ricerca di un parcheggio per venire le vallate dei dintorni erano in macchina”, osserva Dal Lago); spesso interamente ricoperte la nuova struttura in legno che d’acqua (il lago arrivava, in pradovrebbe fare da centro didattico tica, fino a Longara). È solo dal e informativo è spoglia e sotto-utiTrecento, e poi in modo più silizzata; l’espansione edilizia che ha stematico dal Quattrocento, che segnato le vicine frazioni di Torri in zona ricominciarono i lavori (“fino a vent’anni fa c’erano solo di bonifica e che il lago, e il picuna fattoria, un’osteria e quattro colo borgo di Fimon, assumono case, oggi sono duemila abitanprogressivamente la fisionomia ti”), Villabalzana e Villa di Fimon attuale. è sempre più vicina, tenuta a freno

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COMUNICAZIONI REALTIVE ALL’ANNO 2007 PER IL REGISTRO EUROPEO DELLE EMISSIONI E DEI TRASFERIMENTI DI INQUINANTI Il Ministero dell’Ambiente ha emanato una Circolare contenente delle indicazioni relative all’acquisizione delle informazioni ex articolo 5 del Regolamento (CE) n.

166/06 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo all’istituzione di un Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE e 96/61/CE del Consiglio. L’articolo 5 Regolamento predetto prevede che i gestori dei complessi industriali in cui si svolge una o più delle attività elencate all’allegato I dello stesso Regolamento, al di sopra delle soglie di capacità ivi indicate, comunichino all’autorità competente, su base annuale, i quantitativi relativi agli eventi di seguito indicati, precisando se le informazioni sono il risultato di misurazioni, di calcoli o di stime: a) le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, ivi comprese quelle previste all’articolo 6 del Regolamento stes-

so, di ciascuna sostanza inquinante di cui all’allegato II al citato Regolamento nel caso di quantitativo superiore al relativo valore di soglia ivi indicato; b) i trasferimenti fuori sito di rifiuti pericolosi per oltre 2 tonnellate l’anno o di rifiuti non pericolosi per oltre 2.000 tonnellate l’anno, per qualsiasi operazione di recupero e di smaltimento, indicando con la lettera «R» o «D» se si tratta di rifiuti destinati rispettivamente al recupero o allo smaltimento e, in relazione ai movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi, il nome e l’indirizzo del soggetto responsabile dello smaltimento o del recupero dei rifiuti e il sito effettivo di smaltimento o di recupero; c) i trasferimenti fuori sito, in acque reflue destinate al trattamento, di qualsiasi sostanza inquinante indicata nell’allegato II al citato Regolamento per quantitativi superiori al valore di soglia di cui allo stesso allegato II, colonna 1b.

I predetti gestori dovranno anche comunicare all’autorità competente le informazioni per identificare il complesso in conformità a quanto stabilito all’allegato III del Regolamento(CE) n. 166/2006, a meno che le informazioni non siano già a disposizione dell’autorità. In applicazione a quanto detto quindi, i gestori predetti dovranno inviare la comunicazione relativa all’anno 2007 all’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, di cui il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare si avvale. La comunicazione deve pervenire entro il 30 giugno p.v. per via telematica e detta comunicazione costituirà l’adempimento dell’obbligo di trasmissione di cui all’articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n° 59 (Dichiarazione INES, MUD - Capitolo 2 - Emissioni).

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La “62^ FESTA DELLE ROSE” rappresenta un importante traguardo per la vita associativa del Comitato Pro San Bortolo ed è consuetudine un breve intervento, per poter ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e partecipato all’organizzazione di tale manifestazione, particolarmente sentita e voluta dal quartiere, dai suoi abitanti ma anche da tutta la città.

Quest’anno si festeggiano i 62 anni di vita della Festa e del suo Comitato, che spontaneamente, ancora nel “lontano” 1946, è sorto grazie ad alcuni amici, che, con lungimiranza, hanno pensato al futuro dell’immediato dopoguerra, rimboccandosi le mani- Alessandro Bonisolo, Presidente Comitato Pro San Bortolo, che per ricostruire quei consegna la targa ricordo della 61^ Festa delle Rose a legami, quelle amicizie, Marco Zocca, assessore del Comune di Vicenza quella serenità e quella società che purtroppo la degli obiettivi di aggregazione e di 2^ Guerra Mondiale si era portato crescita sociale. via, lasciando rovine, lutti e difficoltà La 62^ FESTA DELLE ROSE quemorale per rialzarsi in piedi. st’anno presenta diverse iniziative Mai, i nostri amici di quegli anni, in calendario, dal tempo libero allo avrebbero pensato che altri si sasport, dalla cultura al folklore, dagli rebbero impeganti nel tempo per incontri didattici e informativi agli portare questa FESTA nel 3° Milappuntamenti di carattere civicolennio. sociale, con numerose occasioni di Proprio per queste semplici ragioni svago, di giochi e di intrattenimenti, la “Festa delle Rose” è una maniche contribuiranno anche alla racfestazione ricca di significati, un colta di aiuti finanziari da destinare appuntamento per ricordare coloro a scopi benefici. che hanno avuto la brillante intuizioPertanto, nell’augurare a tutti un ne di avviare subito nel dopoguerra, buon divertimento, a nome del Coun’occasione per stare insieme e mitato Pro San Bortolo ringrazio per guardare avanti con fiducia e coloro che, sempre nel più vero e speranza. genuino spirito di volontariato, saAnche quest’anno il Consiglio Diranno gli attori e gli artefici della rettivo ha voluto ed ha saputo coin“62^ FESTA DELLE ROSE”. volgere i soggetti, le associazioni Un grazie per l’attenzione ed un e gli altri gruppi del quartiere, nella cordiale arrivederci al 2009 per la programmazione delle iniziative prossima Festa delle Rose. della Festa delle Rose, proprio per confermare lo spirito della più amIl Presidente pia collaborazione e condivisione Alessandro BONISOLO

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DOMENICA 4 MAGGIO 2008 Ore 15,00 “32^ FESTA ALPINA, CON I GIOVANI DI IERI” Intrattenimenti con giochi, sorprese e rinfresco Scuola e gara di ballo (GRUPPO ALPINI SAVEGNAGO SAN BORTOLO) Sala Polifunzionale “Casa della Comunità” – Via Medici

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Comitato Organizzativo Componenti: Bagnara Daniele; Boris Francesco; Brotto Alessandro; Busolo Remo; Cerin Silvio; Chilese Silvano; Dori Roberto; Fabris Enrico; Fantelli Augusto; Farisato Manuela; Fontana Antero; Fontana Mirco; Fontana Silvia ; Gaspari Enrico; Gecchelin Paolo; La Pietra Gianni; Manca Mariarosaria; Maturi Lino; Milan Davide; Nosilia Fabio; Piazza Silvano; Pigato Paolo; Pillan Settimio; Salvarese Ivano; Sbalchiero Cristina; Scalchi Ilaria; Secco Giancarlo; Segato Rino; Selmo Cristina; Simonelli Enzo; Striolo Cristiano; Tessaro Alessandro; Tonin Andrea; Trevisan Ivan; Valzan Luigi; Verde Giampietro; Zanin Luigi; Zocca Alberto.

Presidente: Bonisolo Alessandro; Vicepresidente: Battistella Franco; Segretario/cassiere: De Vicari Germano; Addetta stampa: Bottazzi Giorgia

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PROGRAMMA GENERALE VENERDI’ 23 MAGGIO 2008 Ore 18,30 Apertura STAND GASTRONOMICO “PIZZA FEST” - Pizze per tutti i gusti (PIZZAMANIA di SALVATORE) Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 19,30 FESTIVAL, TALENTI E PETALI DI ROSA SOTTO LE STELLE Serata con sorprese canore e musicali. Conduce e presenta Dino ANTONIAZZI Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 20,00 “FITNESS IN PIAZZA” Esibizione con il gruppo “JAZZERCISE” Piazzale Parco Giochi – Via Durando SABATO 24 MAGGIO 2008 Ore 14,30–19,00 VIENI CON NOI AL LUNA PARK in collaborazione con le Scuole Materne, Elementari e Medie del Quartiere (LUNA PARK BORIS) Parcheggio – Via Goldoni Ore 18,30 Apertura STAND GASTRONOMICO “PIZZA FEST” - Pizze per tutti i gusti (PIZZAMANIA di SALVATORE) Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 20,00 SERATA COVER Con i sosia di Vasco Rossi, Renato Zero e Adriano Celentano (PIZZAMANIA di SALVATORE) Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 22,00 “PIZZA ACROBATICA” Spettacolo col pizzaiolo campione del Mondo 2005, Salvatore Ferraro (PIZZAMANIA di SALVATORE) Piazzale Parco Giochi – Via Durando

Ore 21,00 “GRAN GALA’” di PATTINAGGIO ARTISTICO Saggio di fine stagione sportiva con la partecipazione di Campioni Internazionali di Pattinaggio Spettacolo (A.S.D. HOCKEY CLUB DIAVOLI BIANCOROSSI) Pattinodromo Comunale – Viale Ferrarin DOMENICA 25 MAGGIO 2008 Ore 18,30 Apertura STAND GASTRONOMICO “PIZZA FEST” - Pizze per tutti i gusti (PIZZAMANIA di SALVATORE) Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 19,00 “SERATA DEI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO” Intrattenimento musicale, balli e giochi con sorprese MUSIC SOUND SYSTEM Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 23,30 Chiusura della “62^ FESTA DELLE ROSE” Serata con sorprese finali (COMITATO PRO SAN BORTOLO) Piazzale Parco Giochi – Via Durando Ore 24,00 Chiusura del LUNA PARK BORIS Piazzale Parcheggio – Via Goldoni

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Volley1 Novello: ultima giornata al cardiopalma pagina 16

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Anno 3 - Numero 60 - Sabato 3 maggio 2008 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°102

Dopo la conquista della Coppa Italia, il Bassano getta al vento la promozione e adesso si gioca tutto nella lotteria dei playoff Al Vicenza mancano invece cinque punti per conquistare la salvezza

Roulette giallorossa

DI FRANCESCO CAVALLARO

Volley2 Doppia festa per l’Argine Volley pagina 16

Ciclismo Tino Valente si tinge d’argento pagina 17

Hockey in line Giovani Diavoli alla riscossa pagina 17

uscite) dei giallorossi; è tempo di “Ciao ciao azzerare tutto e Bassano” can- ripartire. Lo aveta a squarcia- va detto, o se lo gola la Reggia- aveva detto, mina. I granata, ster Ezio Glerean loro sì, hanno qualche mese vinto il girone fa: “Non serve a e sono stati niente essere in promossi in testa alla classifiserie C1. Un’impresa che fino ca a metà stagioa un mese fa era alla portata ne. L’importante di Pavesi e compagni. A metà è stare lì davanti aprile il patatrac. Solo Dio sa all’ultima giorcos’è successo dopo il pareggio nata”.

Appunconquistato a Reggio Emilia. Il to. Domenica in Bassano è incappato in una cla- casa del Cuoiomorosa sconfitta contro il Pra- pelli Cappiano to; poi altre due battute d’arre- (è in programma sto in casa del Portogruaro e al l’ultima giornata Dalle Nogare difende la porta del Bassano dagli attacchi del Prato Mercante contro il Gubbio (che di campionato) ringrazia la banda di Glerean; giocheranno le seconde linee; il Chievo); tuttavia, le ultime fra andata e ritorno gli umbri sei i titolari diffidati, inutile (buone) uscite di Zampagna e hanno portato a casa sei pun- correre rischi. compagni fanno ben sperare. ti su sei!). Peccato, davvero. I Archiviata la stagione rego- Chi l’avrebbe detto solo due giallorossi ammilare il mister dei mesi fa? Più per le sfortune rati nei primi mesi miracoli dovrà in- delle dirette avversarie che del 2008 avevano Per il Vicenza ventarsi una ricet- per meriti propri i biancorostutte le carte in re- finale da ta per rigenerare si sono riusciti a ribaltare la gola per strappare i suoi ragazzi. Di situazione e a rimettersi in brividi. il biglietto vincente fatto nulla è ancora careggiata. Nonostante questi subito, senza pas- Tuttavia le perso, ci sono an- risultati però il destino di misare per la lotteria, ultime buone cora gli estremi per ster Angelo Gregucci sembra chiamiamola con uscite della agguantare la proil giusto nome, dei squadra fanno mozione. In fondo play off. sarebbe la cosa più sperare Ora sì che sono dogiusta Reggiana e lori. Da qui a metà Bassano in C1. Engiugno ci sarà da trambe hanno dato lottare molto e soffrire di più. vita ad un campionato strepitoChe il primo avversario del- so, appassionante. Sì, se esiste le partite “dentro o fuori” sia una giustizia divina nel calcio il San Marino o la Spal poco allora i giallorossi – dopo esseimporta. Perché il Bassano ha re passati per la “porta stretta” il dovere di vincere, punto e dei play off – dovrebbero festop. Per farlo deve cambiare steggiare anche loro. Sarebbe atteggiamento; la squadra che il massimo per l’intera città. E è stata surclassata dal Gubbio con un risultato del genere il perderebbe anche con l’ultima patron Renzo Rosso potrebbe arrivata in terza categoria. Per decidere di investire sempre fortuna che fino al 18 maggio, di più nella squadra. Che beldata del primo turno degli spa- lo sognare. Prima però ci sono reggi promozione, c’è ancora quattro esami da superare. tempo. I ragazzi avranno la pos- Ai cugini del Vicenza ne mansibilità di recuperare energie, cano invece cinque per confisiche e mentali, per ricomin- quistare la salvezza. Il finale è ciare una nuova battaglia. Non da brividi (sabato prossimo in conta più niente l’ottimo cam- trasferta a Bologna e dopo due pionato (escluse le ultime tre settimane al Bentegodi contro

ormai scritto. Difficile che la società gli rinnovi la fiducia al termine di un campionato che definire “stentato” è ancora poco. L’unica consolazione è che, salvo sbandamenti dell’ultima ora, l’anno prossimo non dovremo assistere ad un derby fra Vicenza e Bassano in C1. Il sogno è sempre lo stesso: Vicenza in B e Bassano in C1.

Possibile?

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3 MAGGIO 2008

Volley. B1 femminile, a una giornata dal termine in coda è ancora bagarre Per la salvezza potrebbe essere decisivo un set. E le biancorosse dovranno aspettare il risultato di Padova-Udine

La Novello Fidas soffre di calcoli Finali del genere si erano visti solo nei cento metri di atletica.

Solo che qui siamo nella pallavolo e stiamo parlando di una corsa lunga 30 giornate. Tutto è ancora incerto nel campionato di B1: a un turno dal termine la Novello Fidas occupa la quartultima piazza “quasi” a pari merito con l’Atomat Udine.

Stessi punti (32) stesso numero di vittorie (10) e di sconfitte (17). A stabilire le gerarchie, allo stato attuale delle cose, è un centesimo di differenza, 0,74 a 0,73: il quoziente (numero di set vinti diviso quelli persi) premia, seppure di un soffio, la squadra friulana.

Rewind Riavvolgiamo il nastro. Dopo la sciagurata sconfitta interna con Ancona, un 2-3 che ha terribilmente complicato la strada verso la salvezza, le biancorosse di Nica hanno fatto il loro dovere a Piancogno, travolgendo la Foppa con uno 0-3 che non ha concesso repliche. Non altrettanto ha fatto la capolista Forlì (già promossa in A2…), che sabato è andata a Udine in versione gita regalando due punti d’oro alla principale concorrente delle vicentine. Ancona, che al PalaRewatt aveva già portato via con merito mezza salvezza, ha completato l’opera vincendo fuori casa contro un Cologno Monzese forse non al massimo delle motivazioni; le marchigiane con 35 punti hanno già raggiunto la tranquillità grazie al maggior numero di vittorie, e ospitano

Doppio successo per le ragazze del presidente Andrea Lora Serie D e Prima Divisione raggiunte. Soddisfazione anche nel 4x4 under 18

Festa doppia per l’Argine Volley DI ANNA MOLON

(UFFICIO STAMPA FIPAV)

Non è bastata la vittoria in Valcamonica: le novelline sono quartultime per via del quoziente set

questo sabato le veneziane del S. Donà cui basta un punto per trarsi in salvo.

Padrone del proprio destino Lo è l’Atomat Udine, che vincendo 3-0 all’ultima giornata si terrebbe dietro in qualsiasi caso la Novello. Non lo sono le biancorosse, che per sperare devono per forza fare meglio delle udinesi nell’ultima giornata in termini di differenza set, se non (ovviamente) in termini di punti. Ovvero: il quoziente set è così vicino che un parziale vinto o perso può determinare l’ordine di classifica. Per essere ancora più chiari, se Vicenza vince 3-0 e Udine vince 3-1, a salvarsi sono le nostre. Astarita e compagne devono quindi pensare a fare il loro compito sabato alle 18 al PalaRewatt, contro il forte Loreto (terzo della classe) le cui speranze di raggiungere i play-

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off sono però ridotte davvero al lumicino: servirebbe una vittoria del Club Italia (evento finora mai verificatosi) contro la Teodora.

Anticipo obbligato Qualsiasi risultato diverso dallo 03 non condanna né salva le novelline, che per festeggiare o disperarsi dovranno comunque aspettare domenica, quando l’Atomat scende in campo a Padova. Bisogna, insomma, confidare nelle cugine del Pan D’Este, che arrivano da due vittorie contro Milano e Club Italia precedute però da tre sconfitte consecutive. L’anticipo a sabato della Novello Fidas, che potrebbe in qualche modo agevolare le friulane, è presto spiegato: domenica l’under 18 targata Ottica Padrin dovrebbe essere impegnata nella semifinale regionale contro il S. Donà. Il condizionale è d’obbligo, dato che al momento della stampa non conosciamo i risultati dei quarti di finale, giocati il 1 maggio. Le rispettive rivali (Pool Volley e Tregarofani) sono però nettamente sfavorite e anche il fattore campo fa prevedere l’ormai classica sfida tra vicentine e veneziane.

Palladiogroup.it d’orgoglio Intanto la Palladiogroup.it ha salutato i propri tifosi sabato scorso guadagnando un punto tra le mura amiche contro il più quotato Conselice. Da segnalare la buona prova di Daniele Bellone, che ha saputo tenere a bada l’emozione dell’esordio in B1; un debutto che per il giovane regista rappresenta la ciliegina sulla torta dopo la fantastica stagione con la Mosele Elettronica, promossa in serie C. Come l’anno scorso, i ragazzi di Fangareggi chiuderanno a Cles un campionato avaro di soddisfazioni.

P.M.

Doppio successo in casa Argine Volley Vicenza, grazie alle prodezze delle ragazze di prima e seconda divisione. Dopo aver condotto uno splendido campionato senza battute d’arresto, la prima squadra, l’Ideabrill, in vetta alla classifica del girone 1, ha gettato da tempo un’ipoteca sul suo passaggio in serie D, e oggi infatti, con 63 punti all’attivo, a 17 lunghezze di distacco dalla seconda in classifica, può dirsi già matematicamente promossa. Una soddisfazione che ha tutto il sapore della rivincita, perché arrivata dopo un inizio di stagione segnato dalla delusione per la retrocessione in prima divisione. Le ragazze, allenate dal coach Giorgio Viale, hanno “affilato le armi” e recuperato la giusta grinta e determinazione per arrivare a riconquistare quanto avevano temporaneamente lasciato. “Per la prossima stagione – spiega il presidente Andrea Lora - l’obiettivo è mantenere la serie D, e per il futuro, se ci saranno le forze e le opportunità, si cercherà di fare il salto in C”. Festa grande anche per le portacolori di seconda divisione targata Sartorello, che, con la sconfitta del Longare ad opera del Sovizzo, hanno conquistato La Sartorello Argine la promozione in prima divisione, con due turni di anticipo. Il fiore all’occhiello di casa Argine, ha ottenuto ben due promozioni nel giro di due anni, senza dimenticare il quarto posto raggiunto nel L’Argine Under14

campionato Under 18 dallo zoccolo duro di questa forte e giovanissima formazione allenata da Gilberto Prandina. Trentatre anni di storia alle spalle, un centinaio di atleti all’attivo e ancora tanta voglia di incrementare il movimento della pallavolo, coinvolgendo e facendo crescere sempre più giovani. L’importanza di avere un proprio vivaio è stata, per l’Argine, una decisione coltivata negli anni che ha dato e che continua a dare i suoi frutti, tanto che tra le sue fila sono cresciuti giocatori che oggi militano in serie A e B dei campionati nazionali. Ma non è solo il parquet a regalare soddisfazioni in casa Argine Volley.

Anche sulla sabbia del campionato italiano 4x4, le biancorosse Giada De Mas e Elisa Ensabella hanno trionfato a Paestum nella categoria under 18. Già detentrici del titolo di campionesse provinciali nella categoria 2x2 insieme a Anna Ensabella e Martina Bertacco del Vicenza Volley hanno infatti conquistato il massimo traguardo nazionale per questa disciplina.

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3 MAGGIO 2008

Sport disabili. L’atleta non vedente scledense ha conquistato il secondo posto agli Assoluti a cronometro di Marina di Massa “Il mio doping? Solo gli obiettivi che mi pongo giorno per giorno”

Tino Valente d’argento contro il tic -tac DI ANDREA GENITO

“Voglio giocarmi al meglio le mie ultime cartucce”. Scherza, ma non troppo, Tino Valente, non vedente scledense classe 1960, fresco argento agli Assoluti a cronometro di Marina di Massa. Alle sue spalle sono arrivati molti degli azzurri che si stanno preparando per le Paraolimpiadi di Pechino: l’età non conta, evidentemente, per chi ha ritrovato stimoli ed obiettivi.

“Alla convocazione in nazionale oramai non ci penso più - specifica Valente, fratello di Silvana, bronzo olimpico a Sidney 2000 : la rifiutai dieci anni fa, quando ero al top della mia carriera, perché volevano impormi una guida diversa da quella che mi accompagnava negli allenamenti. L’ho fatto senza rimpianti, per coerenza e rispetto verso chi si sacrificava per me. Oggi ho ritrovato lo stesso entusiasmo, grazie ad un partner altrettanto motivato come Giampaolo Filippi. Lui mi ha fatto intravedere di nuovo la possibilità di togliermi altre soddisfazioni, tra cui vincere il Campionato Italiano su strada del prossimo 25 maggio, a Varese”.

“Ogni giorno sudo sui rulli e, quando possiamo, scolliniamo per 70/80 km qui attorno a Schio, dove non mancano percorsi naturali impegnativi. Non credevamo però di poter

Valente con il suo partner di gara Giampaolo Filippi

fare un tempo del genere (27’15” ndr) sui 20 km, lasciandoci abbondantemente dietro un certo Domenico Mini, tra i migliori agli ultimi Europei”. Davanti a loro solo l’altro azzurro Emanuele Bersini, guidato da uno dei migliori cronomen dilettanti, Moreno Pizzocri, avvantaggiato anche da una bici decisamente più sofisticata di quella dell’amatore Tino Valente, che corre per il Gruppo Sportivo non Vedenti Vicenza.

“La mia più grande soddisfazione è accorgermi che le gambe rispondono alle sollecitazioni come tanti anni fa. Il mio doping?

Solo gli obiettivi che mi pongo giorno per giorno, senza strafare. Io sono stato fortunato a trovare un compagno affidabile, purtroppo ci sono tanti atleti, molto più giovani e promettenti del sottoscritto, che debbono rinunciare alle loro ambizioni perché per loro è impossibile fare una programmazione regolare.

Mancano ciclisti vedenti che ci facciano da guida: pochi infatti se la sentono di dare la loro disponibilità costante. Eppure credo che queste esperienze possano rappresentare un ottimo rodaggio per chi magari corre ai margini del professionismo. Spero che almeno i miei risultati incoraggino qualcuno a farsi avanti per partecipare alle nostre vittorie”.

Hockey in line. La formazione dei giovanissimi sta crescendo, mentre la squadra dei ragazzi ha dominato il campionato e si è classificata al terzo posto

Giovani Diavoli, un anno di successi Stagione ormai terminata per i giovani di casa Caoduro Diavoli Vicenza che hanno riportato numerosi successi durante quest’anno e che chiudono con un bilancio positivo.

La formazione della categoria gioL’intero settore giovanile della Caoduro 2007/08 vanissimi, r a p p r e sentata dai più piccoli il novanta per cento dei classe 98-99, ha ormai gol vicentini dei Giovaterminato i concentra- nissimi. menti a livello dimo- Per quanto riguarda gli strativo con quello svol- Allievi, ragazzi degli tosi ad Asiago un paio di anni 94-95 fra i quali settimane fa e prosegui- spicca il trio di bomber rà le lezioni fino a fine De Lorenzi, Sartori e maggio. La squadra dei Baldan, dopo aver chiuragazzi, ha dominato il so in testa alla classificampionato e si è classi- ca della loro categoria, ficata al terzo posto nel non hanno avuto ugual girone Triveneto ai dan- fortuna nei play off, nei ni dell’Asiago Vipers, al quali si sono dovuti actermine di una finalina contentare del quarto incandescente ed entu- posto nel girone Trisiasmante, grazie alle veneto, sconfitti dagli prestazioni di un buon eterni rivali del Padova. gruppo guidato dai due La formazione Primapezzi da novanta Mat- vera, con atleti nati fra teazzi e Formaggio. il 1992 e 93, una formaQueste due formazioni zione molto giovane in hanno potuto contare cui sono inseriti molti sulla costruttiva e posi- della categoria allievi, tiva collaborazione con ha chiuso il campionala società veronese dei to al secondo posto in Blu Dogs di Montorio, classifica e quindi può diretta da Stefano Fag- essere soddisfatta del gion, dalla quale è arri- risultato. vato un folto numero di Una stagione, dunque, ragazzi che finora non che ha dato molte sodaveva mai fatto attività disfazioni ai ragazzi e federale e che così ha anche agli allenatori: avuto la possibilità di Bogdan Iordachioiu, cimentarsi per la prima ex nazionale romeno di volta in un campiona- hockey su ghiaccio che to ufficiale. Fra questi continua a contribuire anche il gioiellino Gio- alla crescita sportiva vanni Roncari, giovane del gruppo dei giovani promessa dell’hockey di casa Diavoli, Andrea veronese che ha segnato Bellinaso, giocatore e

assistant coach della prima squadra, Antonio Bellinaso, cresciuto hockeisticamente nella Caoduro Diavoli Vicenza ed ora stabile nella rosa della prima squadra.

Il settore giovanile concluderà l’attività entro la fine di maggio, ma prima della sosta estiva si svolgeranno tre tornei amichevoli: domenica 4 maggio a Montorio, domenica 18 maggio a Vicenza, nell’ambito delle manifestazioni della Festa delle Rose, e domenica 25 maggio a Padova.

“E’ stata una stagione positiva – ha dichiarato Andrea Bellinaso, uno dei responsabili del settore giovanile – Indipendentemente dai risultati in pista, che sono stati comunque positivi, abbiamo iniziato a raccogliere i frutti di un lavoro iniziato più di qualche anno fa che mira soprattutto a creare un buon gruppo di giovani, in grado di lavorare insieme con armonia e che possano garantire il futuro alla nostra società”.

S.N.

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3 MAGGIO 2008

storie Andrea Dellai, attore e autore teatrale, ha scommesso su sperimentazione e ricerca “A Vicenza non è facile: c’è un terreno fertile, ma mancano spazi”

Idoli, soffitte e turni in fabbrica Storia di un attore che odia gli attori DI LUCA MATTEAZZI

Per sua stessa ammissione, non gli sono mai piaciuti gli attori.

Eppure buona parte delle sue energie, e della sua creatività, le ha impegnate proprio nel tentativo di sfondare su un palcoscenico. E non è detto che prima o poi non ce la faccia, visto che l’età (ha solo 22 anni) e la determinazione sono dalla sua parte. Per il momento, Andrea Dellai, si accontenta di portare avanti un progetto piccolo ma coraggioso. E tutto dedicato al teatro di ricerca: quello meno facile, meno immediato, in cui non ci sono storie strappalacrime a coinvolgere o battute al fulmicotone a far scoppiare la risata. “Non credo che tocchi al teatro raccontare delle storie.

Quello lo fa già il cinema, su cui siamo tutti anche troppo imperniati – spiega -. Il bello del teatro è sempre stato, e credo che lo sarà sempre, avere delle persone che si donano al pubblico, la capacità degli attori di trasmettere il loro mondo. Quello che mi piace del teatro è che mette a nudo le emozioni: a teatro l’amore è puro, l’odio è puro, se abbracci

Andrea Dellai, attore ed operaio part-time

uno è perché gli vuoi bene, se gli dai uno schiaffo è perché gli vuoi male. Non ci sono le mezze misure, il sì anche, il ma però. Si crea un meccanismo che per un’ora, un’ora e mezza, immergere in un’altra dimensione, forse più vera della vita reale”.

Idee forti, che mescolano alcuni concetti abbozzati nei lavori di Niestche e molti dei punti chiave della drammaturgia di Jerzy Grotowsky. E che hanno preso corpo nel corso di una “carriera” cominciata molto preso (“ho ini-

ziato a 12 anni, con il laboratorio di Luisa Vigolo – racconta -. Lei era un’esperta di teatroterapia, e quest’idea del teatro che ti può aiutare ad esternare certe cose mi è rimasto dentro”), continuata al liceo, quando con un’amica aveva fondato il Nucleo Teatrale Associato Motore Immobile, e affinata poi negli anni dell’università a Padova, quando comincia a partecipare ai corsi della scuola del Teatrocontinuo. Con loro partecipa anche ad una serie di spettacoli in giro per l’Italia, animando palcoscenici non istituzionali come l’area archeologica di Paestum o la vecchia cattedrale di Torcello. Alla fine, però, qualcosa si rompe, e Dellai sceglie di andare avanti con le proprie forze: “Il rapporto si era incrinato. Un po’ ho deciso io, un po’ gli eventi – spiega -. Io volevo continuare a fare teatro, ma non volevo più subirlo, ero stufo di doverlo fare per altri. E anche l’ambiente teatrale mi aveva deluso”.

Ecco allora la sfida di mettere in piedi un lavoro proprio: una serie di testi che pescano liberamente da libri e canzoni, un protagonista che ha molti tratti dell’anti-eroe, un allestimento ridotto ai minimi termini, un paio di compagni di avventura e “Idolo”, questo il nome dello spettacolo, è pronto per essere presentato.

“Ho cercato di mettere in scena un attore che si fa odiare: che fa vedere quanto è bravo, ma allo stesso tempo anche il suo lato nero, la pochezza di quello che è.

Volevo che il pubblico fosse contento di assistere alla sua rovina, ma devo dire che alla fine questo spettacolo è catartico soprattutto per me che”.

La risposta del pubblico è tiepida,

per non dire freddina. Almeno qui in città, dove la presentazione allo spazio Bixio ha raccolto la metà degli spettatori che erano presenti alla prima padovana.

Segno che fare teatro a Vicenza non è così semplice, soprattutto per chi cerca di uscire dai canali tradizionali del teatro di prosa: “A Vicenza prima di tutto mancano spazi – commenta Dellai -: quando ero al liceo provavo in soffitta a casa di un’amica, ma questo può bastare per le scenette, non per fare qualcosa di più. Forse, più del grande teatro, sarebbe servito recuperare come piccoli teatrini spazi oggi poco utilizzati come le ex chiese o i teatri di quartiere, per offrire ai vicentini più scelta.

In questo senso lo spazio Bixio è una cosa m o l t o positiva, almeno in prospettiva”.

Nell’immediato, però, le possibilità sono quelle che sono. “In generale credo che a Vicenza ci sia un humus fertile per il teatro, ma c’è bisogno di coltivarlo. E prima di vederlo sbocciare c’è da innaffiarlo, innaffiarlo e innaffiarlo. Di certo non esploderà domani. E neanche dopodomani”.

Meglio Padova, dunque, con l’apertura e la disponibilità ti-

piche di una città dalla secolare tradizione universitaria e frequentata da migliaia di studenti.

Meglio anche per portare avanti i prossimi progetti, a cominciare dal gruppo Musa Fragile, appena creato attorno al progetto di “Idolo” e tutto da consolidare: “È la cosa più importante, per trovarsi e lavorare con costanza”. Poi c’è uno spettacolo da affinare e collaudare: “Non è ancora concluso, anche perché non c’è un regista che coordina il tutto. Io, anzi, vorrei lavorare per eliminare la figura del regista capo, per provare a sviluppare una comunità di attori capaci di decidere e lavorare in completa autonomia”.

Il resto, per il momento, sono pagine del libro dei sogni. Anche perché vivere di teatro è un’impresa quasi impossibile: “Io faccio l’operaio part-time per raggranellare un po’ di soldi – conclude il giovane autore -.

Per riuscire a fare solo teatro, o sei davvero molto molto bravo, o riesci ad inserirti nei giri giusti.

Ma non so se mi interesserebbe, io voglio fare teatro, non fare l’attore: sono due cose un po’ diverse. E per il momento voglio tenermi aperte più porte possibili”.

Grotowsky, chi era costui Tra i non addetti ai lavori lo conoscono in pochi. Ma il polacco Jerzy Grotowsky è considerato uno dei grandi maestri del teatro del Novecento, capace di stravolgere l’approccio tradizionale al teatro e al suo ruolo nella società. L’idea chiave del suo lavoro è quella di teatro povero: un teatro, cioè, in cui il rapporto dell’attore con il pubblico contassi di più dell’allestimento scenico, delle luci, dei costumi, della storia stessa. “Povero – riporta Wikipedia - significava l’eliminazione di tutto ciò che non era necessario e che avrebbe

lasciato l’attore ‘spogliato’ e vulnerabile”. Applicando questo principio, Grotowski si disfece di tutti i costumi e dell’allestimento scenico e preferì lavorare con allestimenti completamente neri e con attori che indossavano costumi di prova totalmente neri, almeno nel processo di prova.

L’importante per Grotowski era cosa avrebbe potuto fare l’attore con il suo corpo e la sua voce senza aiuti e unicamente con l’esperienza viscerale con il pubblico”.

L.M.

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3 MAGGIO 2008

cultura A tu per tu con Francesca Vignaga, giovane illustratrice di libri per ragazzi “All’estero gli artisti sono tutelati; a volte qui mi sembra di elemosinare”

Dafne e i disegni parlanti Tutto il mondo in una tavola DI FEDERICA CEOLATO

Francesca Vignaga, alias Dafne, è una giovane artista di Arzignano, dove vive e lavora. Nel suo studiolaboratorio, Francesca crea immagini che accompagnano e completano la narrazione di storie per bambini. E’ un’illustratrice, appunto, una professione fuori dall’ordinario, soprattutto nei nostri luoghi, dove il lavoro in ufficio, il traffico sulle strade e la routine aziendale hanno la meglio rispetto ai mestieri creativi.

Oltre la pagina A sfogliare Ridi, Coniglio!, l’ultima pubblicazione di Francesca con la Giunti Junior Editore, si percepisce solo in parte il grosso lavoro che ci sta dietro. “Dopo che la casa editrice mi contatta per una collaborazione, mi viene inviato il testo della storia su cui io lavoro in parallelo con le immagini. Ciò – precisa Francesca non significa accompagnare il testo con disegni, ma integrare ed arricchire la storia anche con altri particolari, che magari non compaiono nella narrazione. Capita spesso nelle mie illustrazioni di vedere personaggi o elementi non raccontati dalle parole, ma presenti nelle immagini a completare la storia”.

Nemo propheta in patria Passione e talento, sicuramente, ma altrettanta pazienza e perseveranza sono i colori fondamentali nella tavolozza dell’illustratore: cartellina sotto il braccio e via, tra una fiera e

Francesca Vignaga all’opera

un concorso, a proporre il proprio lavoro. “Il principale evento annuale dove si incontrano case editrici di tutto il mondo – racconta Francesca - è la Fiera del libro e dell’illustrazione per ragazzi di Bologna.

Da lì è scattata, infatti, anche la mia prima collaborazione nel 2003 con la Pelangibooks, in Malaysia, che mi ha pubblicato testi e illustrazioni che raccontano di “Amy and the blue strawberries” e di “Alfred”, l’elefante dalla lunga proboscide, così simpatico e tenero nelle sue avventure da diventare famoso ed essere scritto e pubblicato anche in altre lingue”.

Nella gavetta di Francesca c’è anche la pubblicazione di un libro di illustrazioni per bambini sulla biografia di Claude Monet per la casa editrice Acme di Taiwan. “Nel nostro Paese - spiega - riesci a pubblicare solo

se hai già fatto qualcosa all’estero; dopo cinque albi illustrati con case editrici straniere, sono riuscita a pubblicare le mie illustrazioni anche in Italia, con la Giunti Junior. A settembre uscirà il prossimo libro di favole sulla buonanotte accompagnato anche dai miei disegni”.

Disegno, che passione Illustrare per Francesca significa far scorrere le emozioni e animare i sogni, viaggiare con il pensiero, giocare con i colori, divertirsi con la creatività e assecondare Dafne, l’adulta bambina che prende forma nei suoi lavori artistici. “Ho iniziato a credere seriamente in quello che facevo nel 2002, quando ho vinto il primo premio al concorso internazionale di illustrazione Il gabbiano Jonathan Livingston di Torino – ricorda -. Da quel momento ho avuto fiducia in Dafne, nelle sue capacità e potenzialità, al suo essere illustratrice per passione e al suo fare l’illustratrice per professione. Prima di questo mestiere, ho lavorato anche presso un’agenzia grafica, ma mi sentivo più un’esecutrice che una creativa, e questo mi procurava malessere. Ho deciso, quindi, di cambiare e di seguire me stessa, anche nel lavoro. E’ una questione di scelte, di priorità. Certo non è facile per me oggi mantenermi con questa attività, poche anche le garanzie per il futuro, ma la motivazione è forte e supporta i miei sacrifici, anche economici”.

Non solo premi Oltre a numerosi premi e segnalazioni a concorsi nazionali ed internazionali di illustrazione, ad esaltare un talento coltivato fin dai tempi del liceo artistico, un grande successo per Francesca è arrivato

anche dai laboratori creativi per le scuole dell’infanzia e primarie organizzati all’interno della mostra personale presso Palazzo Fogazzaro di Schio, lo scorso dicembre. “Per due settimane ho accompagnato e guidato alla mostra i bambini, più di 800 in tutto tra materne e scuole elementari, che si divertivano tra i miei quadri e le illustrazioni.

Le attività sono poi proseguite con la rappresentazione degli stati d’animo che i bambini esprimevano con collages di cartoncini, acquerelli e disegni. È stata un’importante soddisfazione, ma anche un grosso lavoro – prosegue Francesca -. Se non fosse per il prezioso aiuto, tecnico e materiale nelle fasi di allestimento, ma soprattutto emotivo dei miei cari e del mio compagno, non so come avrei fatto e come potrei continuare a svolgere questo mestiere.

Mi seguono ovunque, tra laboratori, mostre e mercatini, e mi sostengono nelle mie attività creative.”

Difficoltà…

Un lavoro poco diffuso quello dell’illustratore, ma soprattutto poco

riconosciuto, soprattutto in Italia.

“Portare avanti e divulgare il proprio lavoro è doppiamente difficile quando manca il sostegno delle amministrazioni pubbliche, che invece di valorizzare i talenti e le risorse locali, rivolgono altrove gli investimenti culturali – spiega Francesca -. A volte mi sembra quasi di elemosinare uno spazio, oltre ad arrangiarmi in tutto l’allestimento, spesso rimettendoci anche nelle spese.

All’estero non è così, anzi. I giovani artisti sono aiutati, supportati e considerati perché danno qualcosa in più, una visione del mondo diversa, un plus alla cultura e alla società. In Francia, per esempio, la mia è una professione tutelata, riconosciuta e valorizzata, soprattutto dalle istituzioni”. … e progetti in cantiere Tenace e dinamica, raggiunto un traguardo Francesca ha già chiaramente in mente il prossimo. “Sto lavorando ad un progetto didattico che prevede laboratori d’arte pomeridiani da proporre alle scuole elementari per il prossimo anno scolastico. Inoltre, nei mesi di luglio e agosto sarò prima in provincia di Ascoli Piceno, a Monsampolo del Tronto, e poi a Positano per tenere dei corsi settimanali di illustrazione in collaborazione con i rispettivi Comuni all’interno del progetto Illustriamo una favola.

Sempre con tanta passione ed entusiasmo!”

L’angolo di Dafne Diplomata al liceo artistico “Boccioni” di Valdagno, Francesca frequenta corsi di illustrazione a Sarmede (TV) dal maestro di Zagabria, Svjetlan Junakovic. Matura la sua esperienza artistica soprattutto nel campo dell’illustrazione dedicata all’infanzia, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti: selezionata per la mostra internazionale “Le immagini della fantasia” e per il premio internazionale “Scarpetta d’oro” per quattro anni consecutivi; oltre al primo premio di Torino nel 2002, ha ottenuto il

secondo premio ad “Illustrissimi: acqua” di Riccione nel 2005 ed il terzo premio al concorso Baraccano di Bologna nel 2007, anno in cui pubblica “Paolino di Riciclandia” per l’editrice Millenium. Ha pubblicato cinque albi illustrati per l’infanzia in Malaysa e Taiwan e due libri per bambini in Italia con la Giunti editore. E’ attivo l’angolo di Dafne sul sito www.francescavignaga.com, per avvicinarsi al fantastico mondo dell’illustrazione.

F.C.

20

3 MAGGIO 2008

edicola

Tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

La dieta sana? Piena di grassi Le balle dell’industria alimentare Ma va’ là dieta mediterranea. Aprite bene le orecchie, e soprattutto lo stomaco. La mattina, per colazione, solo burro, pancetta, uova e pane. Latte e yogurt che siano interi, rifiutate categoricamente quelli scremati. Del pollo arrosto abbiate cura di mangiare la pelle. Spiluccate le cartilagini.

Succhiate ben bene il midollo delle ossa.

Mai lavorare di coltello per separare la carne rossa di una costata dal grasso che la circonda. (…) Come dite? Vi sentite già male? Su con la vita. Semmai a curarvi ci pensa il dottor Francesco Perugini Billi, medico chirurgo, diplomato in biotecnologie e medicina naturale (alla Statale di Milano), fitoterapia (all’Università di Siena), omeopatia, omotossicologia e ayurveda. È lui l’assertore di questi consigli alimentari, compendiati in uno slogan che è diventato anche il titolo di un volume con l’imprimatur di Gianni e Paola Mura, coppia gourmand del giornalismo italiano: Mangia grasso e vivi bene.(…)

Il dottor Perugini Billi, studioso equilibrato e dal girovita invidiabile che nel portapenne sulla scrivania tiene in bella vista una matita gialla promozionale dell’Emmentaler, è arrivato alle sue conclusioni grazie «a un amore viscerale per Madre Terra» e per tutto quello che ci cresce sopra.

«Sono nato con le piante in mano, a 4 anni tenevo i lombrichi e le formiche nelle tasche del grembiule». Si dice arcisicuro che l’umanità sia vittima di un complotto planetario scaturito da un dogma indimostrato: la teoria lipidica. Quella secondo cui l’aumento del colesterolo e dei grassi saturi è legato a una maggiore incidenza

delle patologie cardiovascolari, a cominciare dall’infarto.

Non è vero? «L’ha detto. Controprova: nei Paesi occidentali abbiamo fatto di tutto per “sgrassare” la nostra dieta. Via il burro, via il lardo, via lo strutto, via la panna, via l’olio d’oliva. Eppure la popolazione ingrassa sempre di più e il diabete dilaga.

Nella sola Europa l’obesità è aumentata del 50% negli ultimi 5-7 anni. Come si spiega?». Non facciamo più movimento, lavoriamo solo col cervello anziché con le mani, siamo sempre seduti. «Non basta a spiegare. Siamo in presenza di una bugia sesquipedale dettata da precisi interessi economici. Gli ultimi popoli cacciatori e raccoglitori consumavano fino al 60% di grassi ed erano snelli, asciutti. Ma a noi hanno tolto i grassi. Per cui siamo costretti a compensare con i carboidrati: pane, pasta, merendine. Cioè farine e zuccheri. Ora, già il famoso gastronomo Anthelme Brillat-Savarin, nel suo La fisiologia del gusto edito nel 1825, notava come l’obesità fosse la conseguenza di una predisposizione naturale unita all’eccessivo consumo di fecole e farine. I grassi non ingrassano: sono gli zuccheri che ingrassano. I grassi saziano prima e per maggior tempo. Se ne mangiamo troppi, provocano nausea. Di fronte a un panetto di burro, provi lei ad andare oltre uno o due cucchiaini. Di fronte a dieci pasticcini, invece, la sfido a fermarsi».

Chi ha interesse a farci ingrassare? «L’industria farmaceutica, che contro il colesterolo ci vende le statine. Gliele raccomando, quelle... E l’industria alimentare,

Anni di martellante propaganda ci hanno persuaso che il grasso si appiccica alle arterie fino ad occluderle.

Balle

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che s’è inventata le margarine, l’olio di semi, l’allevamento intensivo. È chiaro che il grasso, per non farci ingrassare, dev’essere grasso buono. C’è una bella differenza fra un maiale stabulato, rimpinzato di silati e soia, e una cinta senese che cresce in libertà.

Sono riusciti persino a trasformare la mucca, che è un erbivoro, in un Un bel piatto di spaghetti ed un bicchiere di vino: i simboli della “dieta mediterranea” granivoro. Lei sa che cosa sono gli omega 3?». Roba buona chimiche, ipertensione, radicali liberi e con la emme maiuscola che s’ispira alper il cuore. «Acidi grassi cardioprotetalle conseguenti reazioni riparative. Come l’aureo principio del primum non nocere, tori, sì, presenti soprattutto in salmoni, documentato su Lancet fin dal 1994, l’ateparto dai rimedi che fanno meno male, a sgombri e sardine, ma anche in certi orroma è formato per il 74% da acidi grassi cominciare da quelli naturali». (…) Dieci gani degli animali terrestri, come cervello, di tipo insaturo, dei quali il 41% polinsatuanni fa il 55% della popolazione americana occhi, ghiandole surrenali, gonadi, su cui ri. Sì, proprio quelli contenuti negli olii di diventò grassa da un giorno all’altro, connon a caso i popoli primitivi si gettavano semi. Li reclamizzano per scrostare le artro l’11-13% precedente. Il National heart, con avidità appena uccisa una preda. Gli terie e invece favoriscono l’ossidazione del lung and blood institute aveva deciso di omega 6 invece sono da mettere in relacolesterolo. L’80% delle persone colpite ridurre la soglia dell’obesità. Obbedì alle zione a patologie infiammatorie, degeneda infarto non presenta livelli di colesteroindustrie che vendono medicinali contro rative, cardiovascolari, tumorali. Ebbene, lo elevati». Come, dove e quando sarebbe la dislipidemia? «Fino a 25 anni fa l’ipernell’uovo deposto dalla gallina che vive iniziata questa congiura? «Il colesterolo colesterolemia riguardava gli uomini di allo stato brado il rapporto fra omega 3 e nel sangue è stato scoperto nel 1812. Nelmezza età con un valore oltre 240. Dopo omega 6 è di 1 a 4. Nell’uovo della gallina lo stesso secolo furono trovate anche le la Cholesterol consensus conference del d’allevamento è di 1 a 19. Siamo quello che placche nelle arterie coronarie. La conclu1984 i parametri cambiarono: sia maschi mangiano i nostri animali». sione fu che il colesterolo alimentare era che femmine con colesterolo sopra i 200 I vegetariani non mangiano grassi. Dola causa delle malattie coronariche. Nel milligrammi per decilitro di sangue andavrebbero essere tutti defunti. «Uova, latte, 1950 l’Associazione cardiologica americavano curati. Di recente il limite è stato ulformaggi fanno parte della dieta vegetana puntò il dito contro l’eccesso di grassi teriormente abbassato a 180. In America riana. Diverso è il discorso per i vegetaanimali nella dieta. Inutilmente il dottor 36 milioni di persone assumevano farmaliani, o vegani, che rifiutano qualsiasi cibo Dudley White, padre fondatore della carci per il controllo del colesterolo; adesso si di origine animale. E sbagliano di grosso. diologia, fece presente ai suoi infervorati aggiungeranno 7 milioni di nuovi pazienti.

Fra i popoli della Terra, nessuno è mai stacolleghi che l’infarto era praticamente Il fatturato di questo tipo di medicinali già to vegano. I bambini, per crescere, hanno inesistente fino al 1900, quando il consunel 2003 ammontava a 26 miliardi di dolbisogno di grassi. È criminale dare il latte mo di uova era tre volte superiore e non lari. Esporti il dato a livello planetario, lo scremato a un ragazzo, perché il cervello e avevano ancora inventato gli olii “leggeri”, aggiorni e mi dica lei quale altro business il sistema nervoso è fatto al 70% di grassi. tipo quello di mais. “Guardate”, disse, “io più redditizio si poteva inventare. (…)

I problemi cognitivi e la demenza seniho cominciato la professione di cardiologo Della dieta mediterranea che cosa pensa? le sono il risultato di questa maniacalità nel 1912 e fino al 1928 ho visto un unico «Non è mai esistita. Un artefatto di menti grassofobica. Bisogna mangiare meno e caso di infarto del miocardio, nonostante fantasiose per vendere prodotti “made in mangiare meglio, senza aver paura di i miei pazienti mangiassero solo burro e Italy”. Basta andare in Calabria a vedere mangiare grasso. I grassi sono fondalardo”. Nessuno gli diede retta. La teoria che cosa fanno del maiale: si mangiano mentali perché molti fattori protettivi lipidica parve a tutti plausibile, in special pure le orecchie. Oggi il pesce è forse una - vitamine, minerali, antiossidanti - sono modo all’industria farmaceutica. (…) Prodelle principali fonti alimentari di metalliposolubili». Si sciolgono solo nei grassi. teine e grassi non stimolano la produzione li pesanti e sostanze chimiche tossiche «Esatto, sono assimilabili solo in presenza di insulina. Invece zuccheri e carboidrati e cancerogene». Credevo fosse ricco di di grassi animali nell’intestino. Quindi con sì, perciò l’organismo sviluppa una dipenomega 3. «Solo il pesce azzurro, non certo un’alimentazione ossessivamente magra denza da essi in tutto e per tutto simile a il branzino o l’orata. Purtroppo però i peandiamo incontro senza accorgercene a quella provocata dalla droga. Zucchero sci più grassi sono anche quelli che accumalattie che spaziano dalla depressione chiama zucchero, pane chiama pane, pamulano più mercurio, policloruro bifenile all’osteoporosi, e questo a causa del mansta chiama pasta. Le merendine hanno sui e diossina». Tutto ciò che piace agli uocato assorbimento delle vitamine liposonostri figli un effetto oppioide simile, promini fa male alla salute. Come si spiega? lubili A, E, K e D, che sono fondamentali curano cioè una dipendenza sia insulinica «L’uomo non si nutre solo per la sopravper la nostra salute, di cui il burro è ricco. che cerebrale: quando gliele togli, vanno vivenza ma anche per il piacere. Il che ci (…) Anni di martellante propaganda hanin crisi d’astinenza come i tossicomani. porta spesso a fare scelte dannose per la no persuaso la gente che il grasso si appicCon tutti i sintomi correlati: mal di testa, salute. L’animale per istinto mangia solo cica alle arterie fino a occluderle. Balle. Il palpitazioni, ipotensione». (…) ciò che gli fa bene. L’uomo può scegliere grasso che circola nel sangue non è la cauChe rapporto ha con i farmaci? «Non li fra bene e male anche a tavola». sa dell’aterosclerosi. Le placche sono conseguenza di processi lesivi infiammatori dovuti a tossine, microbi, fumo, sostanze

uso mai. Ma all’occorrenza prescrivo anche gli antibiotici e il cortisone. Non sono uno sciamano. Mi considero un medico

Stefano Lorenzetto Da Il Giornale, 13 aprile 2008

I negozi e le attività amiche di VicenzaPiù Le testate di Più Media Comunicazione (società del gruppo Vicenza Volley) ereditano il programma VicenzaVolley Point ampliando i vantaggi offerti dalla precedente iniziativa.

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regione ovestvicentino

10 NOVEMBRE 3 MAGGIO 2008 2007

INIZIATIVE – Un progetto avviato nel 2006, i cui risultati sono stati presentati a Venezia, presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista

Adriatico e Baltico: presentato il progetto per il collegamento Verificare la prefattibilità di realizzazione di un corridoio multimodale che colleghi il Mar Baltico al Mare Adriatico.

E’ questo l’obiettivo che si è posto il progetto europeo, con leadership della Regione del Veneto, “Adriatic –Baltic Landbridge”, avviato nel 2006 e i cui risultati sono stati presentati a Venezia, presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista, nel corso di un confronto internazionale al quale hanno preso parte l’Assessore regionale alle Politiche della Mobilità e agli Interventi Strategici, Renato Chisso e il Presidente della Commissione Trasporti della UE, Paolo Costa, oltre ai rappresentanti dei Paesi e delle Istituzioni partners del progetto.

In una logica di mercato globale, lo sviluppo di un Corridoio multimodale che colleghi il Nord Europa e il Mar Mediterraneo, coinvolgendo i temi delle infrastrutture di trasporto, della logistica e della pianificazione, è ritenuto strategico per migliorare le opportunità di sviluppo socio – economico delle regioni interessate. Il progetto, alla luce delle criticità che attualmente caratterizzano il sistema dei trasporti, ha

preso in esame tre possibili corridoi multi- modali, che, partendo dai porti di Venezia, Trieste e Koper, collegano i porti baltici di Danzica, Stettino e Rostock.

Al termine è stata sviluppata una Road Map per i corridoi di collegamento, con la definizione di una cornice istituzionale per il programma di cooperazione Adriatico – Baltico e di una linea di condotta da seguire. Nel suo inter-

vento Paolo Costa ha definito il progetto più importante di quanto i proponenti non immaginassero. “Pensato nell’ambito di una strategia regionale europea – ha sottolineato – sta invece diventando cruciale, perché potrebbe essere una delle pochissime modifiche alle strategie di lungo periodo della Comunità per quanto riguarda la costruzione della rete transeuropea di trasporto, che per

norma dev’essere rivista nel 2010.

L’incontro di oggi – ha aggiunto – non potrebbe essere più tempestivo, infatti il 5 e 6 maggio prossimo, in Slovenia, si avvierà proprio la discussione che esaminerà, oltre alla questione dei finanziamenti, anche quella delle eventuali modifiche da apportare alla rete.

Il criterio per accettare le modifiche - ha annunciato Costa – sarà quello di rendere più facile il collegamento di una rete transeuropea con il resto del mondo, ovvero come collegarsi ai porti.

Sul lato occidentale dell’Europa stiamo già lavorando per mettere in collegamento Genova con Rotterdam, mentre ancora nulla è stato fatto sul lato orientale. Ecco quindi – ha concluso – che questo progetto diventa assolutamente strategico per l’Europa, perché ormai il 90% dei traffici avviene per via mare e ormai sul lato occidentale il traffico merci nei porti è in congestione ed è quindi necessario uno sbocco su quello orientale”.

Soddisfazione per quanto detto da Costa è stata espresse dall’Assessore Chisso, “perché un’idea della Regione del Veneto, che è

anche coordinatrice del progetto, è stata fatta propria dalla Commissione Europea. E’ un progetto – ha aggiunto – che noi riteniamo fondamentale non solo per la nostra economia, ma anche per l’economia dei paesi che si affacciano sull’Adriatico e sul Baltico.

Una vera piattaforma logistica nei confronti del Nord e l’Est Europa.

E’ una sfida soprattutto al sistema portuale del Tirreno, una sfida che possiamo vincere e per la quale stiamo lavorando da tempo”.

L’Assessore Chisso ha poi ribadito che utilizzare il mezzo navale significa togliere TIR dalla strada, significa trovare vie di collegamento più brevi, ottenendo, con questo, non solo benefici economici per la fluidità del traffico e per i tempi di percorrenza, ma anche ambientali.

“La Regione Veneto – ha concluso Chisso – si propone di continuare nel cammino intrapreso e si è fatta già promotrice di una nuova e più vasta iniziativa progettuale dal nome SoNorA – South Nord Axis, che comprende 25 partners più 29 istituzioni associate e del quale il Progetto Adriatic – Baltic Landbridge rappresenta di fatto la prima tappa”.

INTERVENTI - Marangon: “l’Italia ci guarda con interesse”. Ad oggi, la Regione del Veneto ha sottoscritto numerosi accordi di copianificazione

Territorio: i piani veneti protagonisti al congresso nazionale degli urbanisti Ad oggi, la Regione del Veneto ha sottoscritto Accordi di copianificazione sulla base della nuova legge urbanistica che hanno coinvolto 399 Amministrazioni Comunali (il 70% del totale) e attivato la redazione di 182 Piani di Assetto Territoriale comunali (PAT) o intercomunali (PATI).

Il dato ha fatto da sfondo alla partecipazione del Veneto al Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), svoltosi ad Ancona. “L’interesse suscitato a

livello nazionale dalla pianificazione del Veneto – ha sottolineato l’Assessore alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon – dimostra che la strada imboccata è quella giusta, pur se il cammino da compiere, in una materia destinata a mutare il volto del Veneto del futuro, è ancora lungo.

Il confronto con le strategie scelte dalle altre Regioni italiane, decisamente più conservatrici della nostra, è confortante. Il che, abbinato all’imminente presen-

tazione del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, indica con chiarezza che la programmazione per la nascita del ‘Terzo Veneto’ sta producendo gli effetti che ci attendevamo”.

Al Congresso dell’INU ad Ancona, l’attenzione si è particolarmente incentrata su sei importanti pianificazioni venete: i Piani di Assetto Territoriale Intercomunale (PATI) dell’Area Metropolitana di Padova, dell’Alpago (Belluno) e dei Comuni di Belfiore, Caldiero, Colognola ai Colli e

Lavagno (Verona); ed i Piani di Assetto Territoriale comunali (PAT) di Vicenza, Oderzo (Treviso) e Bassano del Grappa. In particolare, il PATI dell’Alpago (con il Piano strutturale di Bologna) è stato al centro di un’intera mattinata di confronto.

“Questo interesse – sottolinea Marangon – dimostra che la riforma del Veneto, pur non essendo tra le prime riforme regionali di settore in termini cronologici, è considerata estremamente moderna. E’ stato infatti

così possibile valutare i punti di forza e debolezza delle altre riforme, coniugandole con una propria idea di territorio unitamente alla possibilità di raggiungere una revisione degli strumenti pianificatori locali più aderente alle necessità che il territorio esprime”.

I sei Piani urbanistici veneti sono stati selezionati tra i migliori 80 d’Italia ed esposti nell’ambito di una Mostra dei Piani di ultima generazione allestita nella Mole Vanvitelliana di Ancona.

23 Carciofini sott’odio

Maledetto 1° Maggio di Alessio Mannino Cinque motivi per i quali non abbiamo festeggiato il 1° Maggio, Festa del Lavoro.

1. Un tempo lavorare stancava, annoiava, appassionava, dava una ragione per lottare in politica e società, forniva una coscienza di classe, faceva sentire degne le fatiche di vivere anche al più disgraziato. Oggi stanca e mortifica fare la questua dagli imprenditori per contratti a singhiozzo e con paghe da fame.

Ma questo è ancora Lavoro?

2. Lavorare dovrebbe servire a vivere, non il contrario. Ma la Festa della Vita se la sono già appaltata quelli che si appassionano alle cellule del feto nel primo mese di vita e magari ci fanno pure le liste “no aborto”.

Il Lavoro, dicevano i greci antichi che quanto a saggezza battono alla grande noi moderni, è una pena (un fardello, un peso inevitabile ma pur sempre un peso). Altro che festa.

3. Il Lavoro, dicono i sindacalisti, dovrebbe avere garanzie e diritti uguali per tutti. Il Lavoro, dicono gli imprenditori, non deve avere garanzie e diritti uguali per tutti. Entrambi non dicono che a furia di gonfiare i listini di produzione e di moltiplicare il commercio internazionale non è possibile né garantire tutti né tanto meno – ed è la realtà di oggi – garantire la giustizia sociale. Bisogna produrre, consumare, lavorare meno. Non chiedere, pretendere, sgobbare di più.

4. I politici che magnificano il Lavoro, in Italia, sono di vari tipi. Ci sono quelli che passano la vita a parlarne ma non lo hanno mai praticato. Ci sono quelli che hanno solo e sempre lavorato diventando mostruosamente ricchi e poi si fanno eleggere per diventare ancora più ricchi. E ci sono quelli che ne fanno una religione ideologica fermando le lancette all’Ottocento di Marx. In tutti questi casi, consigliamo di riscoprire i veri valori: l’ozio, la bellezza, il sesso, l’arte. E la politica (degli ideali). Non il Lavoro.

5. Il Lavoro abbrutisce. Fa pensare in termini economici, di costi/benefici, di perdite/guadagni. Disumanizza, specialmente ora che dipende dalle tecnologie e da ritmi parossistici. Fa pensare di star bene perché si ha realizzato tanto in modo meccanico e ripetitivo, quando questa è la vera formula dell’infelicità. Il Lavoro a dosi massicce ed eretto a senso della vita è una fregatura. Per tutti: poveri e ricchi. Anzi, più per i ricchi, i benestanti, i superlavoratori contenti come cretini nel passare gli anni a lavorare 14 ore al giorno. I soldi e il loro orgoglio suicida se li porteranno nella tomba.

3 MAGGIO 2008

tempo libero

Popcorn. L’ultimo film di Gus van Sant è un Amarcord in chiave americana. Tema: l’orrore della banalità

Paranoid Park, dove la normalità è angoscia DI GIULIANO CORÀ

Una chiave di lettura di questo film bello e intelligente di Gus van Sant è l’uso insistente del tema di Amarcord. Regista in apparenza lieve, Fellini è invece il narratore della ‘inquietudine delle cose normali’, quando non del loro orrore, e di ciò sono strumento le musiche di Nino Rota, mai semplice ‘colonna sonora’, ma intimo elemento narrativo. Perché dunque van Sant lo ha ripreso? Perché questo è un film di cose ‘normali’, che nascondono appunto inquietudine, e perfino orrore; un film di persone ‘normali’, che custodiscono segreti; un film di sentimenti ‘normali’, qua-

si banali, che tentano di soffocare la consapevolezza del Male. Alex è un adolescente. A casa “va tutto bene”, ma i suoi genitori stanno divorziando. Sua madre lo chiama ‘tesoro’, ma non ha il coraggio di penetrare sotto le sue menzogne. “Non è la fine del mondo che due genitori divorzino, ci sono cose peggiori, per esempio la guerra in Irak”: ma non è molto convinto, e suo fratello di tredici anni la sera vomita la cena per lo stress. A livello emotivo e umano, Alex pare galleggiare in una condizione onirica, un’atmosfera che il film rende splendidamente, con bellissimi slow motion, camere fisse sugli oggetti e magiche riprese in Super 8, e con un utilizzo dei suoni apparentemente incongruo ed invece originalissimo (le strida di uccelli inesistenti che riempiono la mente di Alex sotto la

Alex si confronta con il Male nell’onirica atmosfera del capolavoro di Gus van Sant

doccia, dove anche il suo corpo pare liquefarsi). Paranoid Park, il luogo che lo attrae particolarmente, è una pista di cemento per skaters. Da lì, una sera, parte per una bravata sui binari della ferrovia, durante la quale un poliziotto muore. Rimorso e paura cominciano ad abitare le giornate di Alex, ma il Male commesso non

diventa occasione di catarsi: è un elemento estraneo, che disturba, e da cui bisogna liberarsi. Come, glielo suggerisce un’amica: scrivere una lettera, e poi bruciarla, e tutto è finito. Pare non esservi stata soluzione di continuità. Riprende lo skate, forse si tornerà anche a Paranoid Park.

La vita continua. Ma è vita, quella di

Sul comodino. In un libro-inchiesta i racconti delle vittime di abusi da parte di sacerdoti: i silenzi, l’omertà, la voglia di andare oltre la violenza

Preti pedofili, gli orchi del Vaticano DI GIOVANNI MAGALOTTI

Il 1° ottobre 2006, l’emittente televisiva britannica BBC mandò in onda il documentario intitolato “Sex Crimes and Vatican” che sottolineava la responsabilità delle alte gerarchie ecclesiastiche nella copertura dei sacerdoti pedofili (un tema di scottante attualità dopo la scoperta di almeno cinquemila abusi solo negli Stati Uniti). Il documentario approdò da noi nel maggio del 2007 su un sito internet di informazione alternativa, Bispensiero. A sottotitolarlo aveva pensato la psicologa Vania Lucia Gaito, che

si era imbattuta nell’originale e ne era rimasta sconvolta. Nel giro di qualche giorno il filmato venne scaricato da centinaia di persone e i quotidiani iniziarono a parlarne. Il 17 maggio, finalmente arrivò anche in TV, grazie ad “Annozero”, la trasmissione di Michele Santoro.

Il volume “Viaggio nel silenzio”, come spiega l’autrice nella breve premessa,

Vania Lucia Gaito

nasce da qui.

L’argomento è di quelli da far tremare i polsi a ogni serio giornalista, dato il rischio di cadere nel sensazionalismo o nel giustizialismo. Ma la Gaito riesce a scansare entrambi i pericoli, scegliendo di dare voce semplicemente alle vittime degli abusi pedofili ed evitando commenti personali.

Questa galleria di dolenti testimonianze si chiude con una nota di Massimiliano Frassi, presidente dell’associzione Onlus “Prometeo. Lotta alla pedofilia e tutela dell’infanzia violata”, che fa il punto della situazione e sciorina una serie di cifre che non fanno meno impressione delle testimonianze dirette.

“Viaggio nel silenzio” è un testo import a n - te. Non solo perché pone fine al velo di colpevole omertà che ha vergognosamente coperto per anni queste vicende, ma anche per la “ricchezza umana” che lo contraddistingue. A lettura ultimata, infatti, l’impressione è che nelle vittime degli abusi il dolore (e il rimpianto) prevalgano sulla rabbia. E che piuttosto del distruttivo desiderio di vendetta, si affermi senza esitazioni la costruttiva speranza di un mondo da cui queste violenze siano definitivamente bandite.

Vania Lucia Gaito Viaggio nel silenzio Chiarelettere, 274 pp., € 13,00

HANNO DETTO

Questo risultato non ce lo aspettavamo. (…) Le scelte si fanno e se ne pagano le conseguenze, se dovevamo scegliere per vincere saremmo andati con Variati, visto che in molti lo davano per vincitore.

Massimo Pecori Corriere del Veneto 29 aprile 2008

Destra e sinistra non esistono. Esiste un gruppo di affari.

L’Italia è il suo business. Le nostre tasse sono le sue entrate. I media sono la sua voce.

Non esistono giornalisti buoni e giornalisti cattivi. Esiste l’informazione di regime. E’ solo una questione di sfumature tra l’Unità e il Giornale, tra il Tg1 e il Tg5.

Beppe Grillo www.beppegrillo.it 28 aprile 2008

Le quote di questa settimana VOLLEY World Cup Testa a testa risultato

Berlusconi è un essere sovrannaturale. Ha sempre eccelso in tutti i campi. Ha avuto successo nonostante tutti gli fossero contro. Per me è un esempio.

Stefano Ricucci La Stampa 7 aprile 2008

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VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060 VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137 ABANO TERME Via Previtali, 2 Tel. 049.667690