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Le posizioni più ricorrenti nelle rappresentazioni del Buddha
Per quanto riguarda la posizione in piedi, il Mudra più comune è Abhaya. Il Buddha è in piedi con una mano alzata e offre protezione ai suoi discepoli e una rassicurazione atta a liberare le persone dalle proprie paure. Il gesto è usato anche nell’iconografia induista, per esempio, nelle rappresentazioni di Shiva, Vishnu, Ganesha e Hanuman.
Per la posizione seduta il Mudra più ricorrente è invece detta Bhumisparsa e rappresenta il Buddha con la mano sinistra appoggiata sulle gambe e la mano destra che tocca il suolo. In realtà nelle statue la mano spesso è appoggiata sul polpaccio sinistro, piuttosto che in terra, con le dita che puntano verso il terreno.
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Un’altra rappresentazione del Buddha seduto è Dhyana.
In questa posa le mani sono appoggiate sulle gambe all’altezza della pancia ed entrambi i palmi sono rivolti verso l’alto, con la mano destra sopra la sinistra a simboleggiare uno stato di meditazione.
Asana, le posizioni del corpo del buddha
Come già accennato, nell’iconografia Buddista, l’Illuminato viene raffigurato in molte posizioni, ciascuna delle quali assume un significato e coincide con un periodo preciso della sua esistenza terrena.
Buddha seduto
Il Buddha seduto rappresenta la meditazione ed in base alla posizione delle mani assume diversi significati, come viene spiegato più avanti nell’articolo. La posizione è quella più diffusa e conosciuta in occidente.
Buddha sdraiato
La posizione del Buddha sdraiato rappresenta la conclusione dell’esistenza terrena dell’illuminato. Se in questa rappresentazione viene raffigurato con gli occhi aperti è addormentato, con gli chiusi ha già raggiunto il Nirvana.
Buddha sdraiato con gli occhi aperti

Buddha in piedi
La posizione in piedi rappresenta il Buddha nell’atto dell’insegnamento.
Rappresentazione del Buddha in piedi ad Angkor Wat

Buddha che cammina
La raffigurazione del Buddha che cammina sta ad indicare protezione e benevolenza nei confronti dei suoi discepoli
Tutti i Mudra del Buddha
Mudra è una parola usata per descrivere gesti delle mani, sono gesti ovviamente simbolici ed ognuno di essi esprime un significato preciso.
Bhumisparsha Mudra
Bhumisparsha è il mudra più diffuso. Il Buddha è sempre seduto, con la mano destra appoggiata sul polpaccio o sul ginocchio e le dita rivolte verso la terra. La mano sinistra è sulla coscia con il palmo rivolto verso l’alto.
Questa posizione delle mani ricorda il momento della meditazione sotto l’albero della Bodhi in India, dove il Buddha raggiunse l’Illuminazione dopo essere stato tentato da Mara, che rappresenta il Male. In questa posizione il Buddha tiene un contatto con la terra, ricevendo dalla natura la forza per contrastare le tentazioni ed un aiuto a resistere fino a perseguire l’Illuminazione, che secondo le scritture avvenne proprio in questa posizione.

Bhumisparsha significa letteralmente toccare la terra. È noto anche come Mudra del testimone della terra. Bhūmī-Devī nell'induismo è la personificazione della Madre Terra. (Bhumi Wisdomlib)

Anche in questo caso il Buddha è quasi sempre seduto e le mani sono entrambe appoggiate sulle cosce, con la mano destra sopra la sinistra, a volte i pollici si toccano, formando il triangolo mistico. È la posizione della saggezza e della meditazione.
Talvolta, soprattutto in Cambogia, l’immagine è sovrastata da una corona di Naga, i mitologici serpenti della tradizione Induista e Buddhista, che proteggono il capo del Buddha, facendo riferimento alla narrazione su Buddha e Mucalinda.
A questo proposito leggi anche l’articolo: Naga, i mitologici serpenti in Cambogia
Dhyana è un termine sanscrito che nell'accezione comune identifica un tipo di meditazione. Da questa parola derivano i termini Chan in cinese e Zen in giapponese.
Dharmachakra Mudra
Dharmachakra Mudra è la posizione dell’insegnamento
In questa posizione il pollice e l’indice di entrambe le mani si toccano e formano un anello, che simboleggia la Ruota del Dharma.
Un altro significato di questo anello è anche l’unione del metodo e della saggezza. Le altre tre dita di entrambe le mani rimangono tese: il medio della mano destra rappresenta gli ascoltatori degli insegnamenti del Buddha, l’indice rappresenta i realizzatori degli insegnamenti e il mignolo rappresenta il Mahayana o il grande veicolo.

Specularmente le tre dita estese della mano sinistra rappresentano i tre gioielli dei princìpi buddisti. Sono: Buddha, Dharma e Sangha. In genere le mani sono alte davanti al lato sinistro del petto, o davanti al cuore, a significare che gli insegnamenti provengono direttamente dal cuore del Buddha.
Ci sono molte varianti del Dharmachakra Mudra dove le mani assumono posizioni diverse a seconda delle epoche storiche e delle influenze esterne.
DharmaChakra è la ruota del Dharma. Il sostantivo sanscrito Dharma significa ciò che è stabilito o fermo e quindi in un certo senso ha il significato di Legge.
Mahayana in sanscrito significa grande veicolo e si riferisce al percorso del Bodhisattva per raggiungere l'Illuminazione ed aiutare a sua volta tutti gli esseri senzienti a liberarsi dal dolore e dalle. Questo è chiamato Bodhisattvayana o Veicolo del Bodhisattva.
Abhaya Mudra
Questa posizione simboleggia il coraggio e la capacità di scacciare ogni paura, un gesto di pace.
La tradizione narra che il Buddha si trovasse in difficoltà a causa di un elefante ubriaco che voleva attaccarlo perché istigato da Devadatta, un cugino del Buddha protagonista di uno scisma. Proprio grazie all’imposizione della mano nell’atto di questo Mudra, l’Illuminato riuscì a fermarlo ed a ricondurlo alla ragione.
Nel buddismo Theravada, di solito il Buddha in questa posizione è in piedi e raffigurato con la mano destra alzata all’altezza delle spalle, il braccio piegato e il palmo rivolto verso l’esterno con le dita dritte e unite, mentre la mano sinistra è lasciata sul fianco. In Thailandia e Laos, questo mudra è associato al Buddha che cammina, spesso mostrato con entrambe le mani nella stessa posizione. Nel buddismo Mahayana, spesso questo Mudra è usato in abbinamento ad altre pose.
Abhaya in sanscrito significa “assenza di paura”, ed è il nome di una delle più importanti mudrā, gesti o atteggiamento raffigurati nelle immagini divine ed usati anche nel culto delle medesime.
Varada Mudra
In questa posizione del Buddha il braccio destro è disteso verso il basso con il palmo aperto e le dita distese. Questo Mudra indica un atto di generosità, sincerità, pazienza, impegno e compassione.
Un altro significato è quello dell’offerta, dell’accoglienza e della carità. Il Varada Mudra può essere rappresentato con il braccio leggermente piegato e il palmo offerto leggermente rivolto verso l’alto o nel caso del braccio rivolto verso il basso il palmo presentato con le dita dritte o leggermente piegate. Come già detto è quasi sempre accompagnato dall’Abhaya mudra. A volte viene confuso con il Vitarka mudra, a cui assomiglia molto.
Un altro significato è la connessione tra il dono e il perdono. Chi dona sarà perdonato, mentre chi perdona sarà ricompensato e benedetto. Il perdono è un aspetto stimolante della natura umana e la mano aperta lo incoraggia.
Varada in sanscrito significa concedere un vantaggio o può indicare un evento propizio o un benefattore. Un altro significato e quello di offrire una preghiera o concedere un dono. (DDSA: The Practical Sanskrit-English Dictionary)
Karana Mudra
Karana mudra è anche conosciuto come il gesto che allontana il male.
Nel Karana Mudra la mano destra del Buddha è in posizione verticale o orizzontale, con il palmo rivolto in avanti o verso il lato sinistro. Il dito medio è tocca la punta del pollice formando un anello e anche l’anulare è curvato verso il basso mentre l’indice e il mignolo puntano verso l’alto. A voler essere irrispettosi assomiglia allo scaramantico gesto delle corna.
Questo Mudra simboleggia la rimozione degli ostacoli e della paura. È un gesto che indica protezione e aiuta a tenersi lontani dal male e da altre influenze negative. Il Mudra indica la rimozione delle emozioni negative come ansia, paura, depressione e favorisce le emozioni positive come felicità e appagamento.
Karana è un parola sanscrita che significa fare
(Wikipedia)
La posizione della mano in Karana mudra esprime un’energia con la quale viene respinta l’energia negativa. Questo gesto della mano serve ad allontanare il male.
Vitarka Mudra
Questo è il Mudra del dibattito o della discussione e si può osservare sia nelle statue del Buddha seduto che in piedi.

In questa posizione la punta del pollice e dell’indice sono unite, mentre le altre dita rimangono distese, similmente all’Abhaya e al Varada. L’anello formato dal pollice e dall’indice simboleggia il flusso costante di energia e informazioni. La mano con le punte del pollice e dell’indice unite insieme è tenuta attaccata al petto (più vicina della posizione Abhaya) ed il palmo è rivolto verso l’esterno. Le altre tre dita della mano sono rivolte verso l’alto.
Vitarka è una parola sanscrita usata per descrivere il pensiero, il ragionamento, la discussione positiva o l'insegnamento.
Namaskara Mudra
Nella posizione del Namaskara Mudra le mani sono giunte, con le dita estese verso l’alto e i pollici che si toccano sulla punta. In genere si ritiene che puntino al chakra del cuore, allo sterno, o al chakra del terzo occhio..
Questa posizione rappresenta un gesto di saluto, preghiera e adorazione e nel Buddismo Vajrayana l’unione delle due palme simboleggia in alcuni casi l’esistenza di due regni del Grembo e del Diamante fusi in un’unica entità, le due sfaccettature di un’unica vita spirituale.
In realtà le statue del Buddha non si vedono quasi mai fare questo Mudra (o l’anjali che è simile), in quanto il Buddha non ha bisogno di mostrare la devozione perché è l’unica potente energia della luce e divina.
Namaskar deriva dalla parola sanscrita namaha che significa pagare/rendere omaggio
Altre rappresentazioni del Buddha
La bellezza Interiore del Buddha che cammina
Il Buddha che cammina rappresenta la grazia e la bellezza interiore. Buddha ha la mano destra alzata e rivolta verso l’esterno e la mano sinistra che si muove accanto al corpo con il piede destro avanti. Questa postura raffigura il ritorno del Buddha sulla terra dopo aver pronunciato un sermone in paradiso. La mano destra simboleggia un gesto di rassicurazione.
La raccolta delle offerte
In alcune rappresentazioni il Buddha ha le braccia congiunte, che portano una ciotola utilizzata per la raccolta delle offerte del Tak Bat.
Nel Buddismo Theravada questa è una vera e propria cerimonia che si ripete quotidianamente da oltre 2,500 anni ed è descritto Vinaya Pitaka, uno dei tre libri del
Canone Pali. La raccolta si svolge una volta al giorno, all’alba ed il cibo donato dovrà essere l’unica forma di sostentamento dei monaci e deve essere rigorosamente consumato il giorno stesso, senza avanzi.
In teoria le offerte devono rigorosamente essere solo cibo ed i fedeli non dovrebbero offrire altri beni e, soprattutto, devono astenersi dall’offrire denaro.
Questa rappresentazione rappresenta la compassione per tutti gli esseri senzienti.
La medicina
Una delle figure più ricorrenti, ad esempio, in Giappone è
Il Buddha della Medicinao Yakushi Nyorai, è particolarmente ossequiata e venerata dalle persone con problemi di salute.
L’immagine è caratterizzata dalla mano destra con il palmo rivolto all’esterno e leggermente abbassata verso il suolo, mentre la mano sinistra porta un ciotola contenente le erbe medicinali.
L’insegnamento
Tale immagine, caratterizzata dalla mano destra alzata al livello della spalla, con il palmo rivolto verso l’esterno, fa riferimento al primo insegnamento del Buddha dopo aver raggiunto l’Illuminazione (vedi Dharmachakra Mudra)