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Ciclismo Stile Di Vita

Ciclismo STILE DI VITA

LA DICIASSETTENNE SOFIA COLLINELLI, FIGLIA D’ARTE, È REDUCE DA IMPORTANTI SUCCESSI A LIVELLO MONDIALE ED EUROPEO NELL’INSEGUIMENTO SU SQUADRA E INDIVIDUALE.

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La panterina ravennate figlia d’arte, recentemente selezionata tra gli 84 azzurri spediti ai Giochi Olimpici Giovanili di Buenos Aires, continua a fare incetta di premi e riconoscimenti confermando la sua classe e personalità.

La diciassettenne Sofia Collinelli, supportata dal papà Andrea – specialista nell’inseguimento (medaglia d’oro ai Mondiali ‘96 a Manchester e oro a Perth l’anno dopo nella sezione a gruppo) e campione olimpico nella sezione individuale nel 1996 ad Atlanta – considera la sua attività sportiva come uno stile di vita e ha recentemente rappresentato il tricolore insieme a Tommaso Dalla Valle nella specialità strada. Campionessa del Mondo ed europea nella specialità inseguimento a squadre, Sofia ha ottenuto anche la medaglia di bronzo nell’inseguimento individuale all’Europeo.

Ai Mondiali e agli Europei hai ottenuto dei riconoscimenti e bei risultati, provando forti emozioni. Ce ne parli?

“Con la nazionale italiana siamo state circa un mese in Svizzera per prepararci a queste sfide. Ci allenavamo a Montichiari (in Lombardia) una volta a settimana ma, dopo la chiusura, siamo state costrette a partire prima. Ai Mondiali ho corso con le mie compagne in quartetto e, soprattutto nelle fasi iniziali, avevamo il miglior tempo. In finale abbiamo affrontato la Nuova Zelanda ed è stato bellissimo, anche grazie alla presenza della mia famiglia. Pochi giorni dopo, agli Europei, abbiamo vinto nell’inseguimento a squadre come gruppo e mi sono classificata terza nella sezione individuale, vincendo il bronzo. Essendo al primo anno, è stata una soddisfazione inaspettata, oltretutto colta nella mia specialità preferita. Emozione tripla, considerando che era anche la specialità in cui mio padre vinse alle Olimpiadi”.

Com’è proseguita la stagione 2018? Penso, in particolare, ai Giochi Olimpici giovanili.

“Sono andata a Buenos Aires dall’1 al 20 ottobre. Cinque giorni consecutivi di gara, dal 13 al 17, da affrontare a coppie, sia su strada che in mountain bike. Vinceva la coppia che raccoglieva il maggior numero di punti nelle prove previste e ci siamo classificate al settimo posto”.

In passato hai definito il ciclismo come uno stile di vita. Cosa intendi?

“Il ciclismo è sempre stata una passione di famiglia e, mio padre in particolare, mi ha contagiato in questo senso. Corro in bici da quando ho sei anni e sono sempre stata abituata ad allenarmi dopo scuola, impegnandomi molto e compiendo sacrifici. Ma lo faccio volentieri, perché amo questa strada. Per questo è uno stile di vita e solo gli obiettivi che riesco a raggiungere nel ciclismo mi danno così tanto”.

Come sei riuscita a coniugare studio e sport in un Paese che, notoriamente, non aiuta gli sportivi e poi si lamenta che non ce ne sono?

“È molto impegnativo, perché a volte sono stata costretta a saltare giorni scolastici per potermi allenare. Cerco di fare il massimo quando sono a scuola, prendendo moltissimi appunti e stando molto attenta, dal momento che a casa non ho molto tempo. Grazie a un nuovo progetto del Coni, tuttavia, i docenti devono concordare le verifiche con gli atleti, in modo da poter sostenere umanamente le due cose e questo è positivo”.

Chi è Sofia Collinelli quando non è in bici o immersa nella sua più grande passione?

“Mi piace uscire con le amiche e svagarmi, come andare al cinema, fare shopping in centro per negozi o passare le giornate al mare. Penso di essere molto tranquilla in tal senso”.

Ripercorriamo la tua carriera dai primi fasti a oggi.

“Le mie prime esperienze sono state con la Rinascita Ravenna, nella categoria giovanissimi. Da esordiente secondo anno ho ottenuto le prime vittorie, sette su strada, cimentandomi in seguito anche nei campionati italiani della medesima specialità. Da lì al primo anno ho vinto i primi campionati italiani (oltre a quelli giovanissimi) cronometro individuale su strada e il campionato nostrano inseguimento individuale su pista. L’anno dopo mi sono riconfermata nel campionato italiano a chilometri individuale su strada, nel campionato nostrano a seguimento individuale su pista e nella cronometro a squadra e sono stata campionessa tricolore su pista a punti. In seguito ho portato a casa quattro titoli italiani da allieva al secondo anno e due titoli italiani da allieva al primo anno. Dal secondo anno ho vinto una gara su strada e, da Junior, ho primeggiato in una gara su strada diventando anche campionessa italiana Omnium su pista. Da allieva al secondo anno ho disputato anche i giochi europei in Ungheria, una tappa importante prima dei recenti successi”.

Quanto è importante per te, tuo padre Andrea?

“Dallo scorso anno papà è anche mio allenatore e abbiamo un bellissimo rapporto. Siamo sempre insieme nelle gare e c’è molta chimica tra noi, non finirò mai di ringraziarlo”.