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Le emergenze archeologiche lungo la via Severiana
Come è noto la via Severiana partiva dalla periferia costiere di Ostia fiancheggiando, all’inizio, molti edifici termali (le terme di Porta Marina, quelle dello scheletro e di Musiciolo) per attraversare poi l’attuale complesso infrastrutturale della strada per l’aeroporto, la via del Mare, la via Ostiense e la ferrovia Roma-Ostia. Dopo il Procoio, procedeva rettilinea fiancheggiata da ville costiere, qualche sepolcro e almeno una struttura termale. L’area è stata scavata negli anni ‘70 del novecento e molte delle strutture sono state invase dalla vegetazione. La cartina prodotta da Heinzelmann mostra le emergenze archeologiche principali. Ben visibili sono una struttura termale ed una grande sostruzione appartenente ad una grande villa costiera.
37-38 scavi della strada che costeggia le terme di Porta Marina e la Sinagoga
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35 Basilica di Piana Bella
39 tomba
40 villa costiera con parte della strada
41 villa costiera
42 villa costiera (130 x 80 m.).
43 villa costiera (240 x 170 m.).
44 cisterna
45 terme
46 villa costiera (60 x 90 m.).

47 villa costiera (200 x 220 m.).
48 luogo della scoperta del miliario
La mappa è tratta dal sito http://www.ostia-antica.org e riflette in pieno l’integrazione tra Ostia ed i porti imperiali. Grazie alle indagini geofisiche ed ai successivi sondaggi è stato individuato un vasto patrimonio edilizio legato per lo più a funzioni commerciali e di immagazzinamento. Le strutture scavate e note si addensano nella parte settentrionale dell’Isola. Vanno citate la necropoli lungo la via Flavia, almeno due edifici termali ed un Iseo collocato in prossimità dell’antica linea di costa. E’ stato individuato con certezza anche il canale di collegamento tra Porto ed Ostia. All’epoca tardo imperiale (fine IV secolo) appartiene la basilica Cristiana di Sant’Ippolito costruita in parte sopra edifici preesistenti.
La passeggiata (2.5 km) avrà inizio dalla Basilica di Pianabella dove è possibile parcheggiare l’auto.

L’appuntamento è alle 9. Dalla Basilica ci si dirigerà, se possibile, alle terme di Matidia. Di lì si raggiungerà il primo gruppo di tombe (la cosiddette tombe ONC) da cui si raggiungerà a piedi l’ingresso della necropoli
(costo 6 Euro). Dopo la visita, si tornerà alle auto parcheggiate a Sant’Ippolito.

La Basilica di Sant’Ippolito

La Basilica a tre navate è stata scavata nel 1970 ed era dedicata al martire Ippolito. Risale al V secolo e fu costruita su edifici preesistenti dal Vescovo di Portus Heraclida. Fu saccheggiata dai Vandali nel 455 e fu successivamente ricostruita in una data non esattamente nota. La ricostruzione avvenne ad opera del Vescovo Petrus e fu finanziata da un altro Vescovo (Stephanus) e dai Papi Leone III (che donò nell’VIII-IX secolo uno splendido ciborio) e Leone IV. Sotto l’altare fu rinvenuto un sarcofago contenente le ossa di molti individui. L’iscrizione del IX secolo recita: Hic requiescit Ypolitus mar(tyr). La chiesa, che fu per qualche tempo (IX secolo) sede del Vescovo di Porto, era in rovina già nel XV secolo. Il campanile è l’unico elemento strutturale sopravvissuto e fu utilizzato, vista la sua altezza, come torre di avvistamento nel sistema difensivo alla foce del Tevere, composto di varie torri e da alcune fortificazioni come il castello di Ostia. La mappa sulla sinistra (Pani Ermini, 1975-1979) mostra i risultati più significativi della campagne di scavo.
A: strutture preesistenti
B: luogo del ritrovamento del sarcofago di Ippolito

D: resti di un impianto termale
E: battistero medievale


G: abside più antica (edificio distrutto dai Vandali)
Dell’epoca di Leone III
L’Episcopio e la Basilica Cristiana di Porto
Anche se la Basilica e l’Episcopio non sono sull’Isola Sacra, ci sono in qualche modo, strettamente collegati. La Basilica è nota dal 1865 e lo scavo fu completato in due fasi, negli anni ’30 e negli anni ’90 del ‘900. La dedica, per cui è stata fatta l’ipotesi di Pietro e Paolo, è ancora oggetto di dibattito. L’edificio ha una lunga storia edilizia ed ha assunto l’aspetto di basilica a tre navate intorno al V secolo. Anche l’Episcopio ha una lunga storia edilizia: è costruito su un edificio Romano ed il nucleo fortificato, successivamente inserito nel complesso episcopale, ha funzionato già dal IV-V secolo come torre di avvistamento. La chiesa all’interno era dedicata a San Lorenzo




Le terme di Matidia
Queste terme, sorte nelle vicinanze del ponte (di Matidia) che univa Porto all’Isola Sacra, sono state costruite nel II secolo e profondamente ristrutturate nel IV-V secolo. Sono state utilizzate fino al VI secolo. La struttura attualmente visibile è quella più tarda. Si trattava come è frequente negli edifici termali, di una struttura polifunzionale circonadata da negozi (9). L’ingresso principale immetteva in un grande atrio (1) da cui si accedeva in uno spogliatoio (2). Da (1) si entrava nel frigidarium (3) con due vasche fredde in una delle quali era installata una fornace per la produzione della calce. Attraverso due stanze (4) veniva raggiunto il tepidarium (5) e il calidarium (6). L’alimentazione idrica era garantita da una noria collocata nell’ambiente (8).



L’Iseo
Al di là del viadotto della strada per l’aeroporto è stato individuato, insieme ad un altro impianto termale e forse un tempio dedicato ad Iside Pelagia, protettrice della navigazione. Il tempio, molto vicino all’antica spiaggia, è stato scavato dal 1969 al 1984. Risale al II secolo e gli ultimi restauri sono del IV secolo. Nel complesso si riconosce una grande cisterna, probabilmente utilizzata per l’edificio termale sito nell’area coperta dalla vegetazione. In una delle stanze è stata rinvenuta una statua di Iside ed un ritratto di Settimio Severe rappresentato come Serapide.
La necropoli
La necropoli sorta intorno alla via Flavia, che garantiva il collegamento tra Ostia e Portus, è nata all’indomani della costruzione dei porti imperiali, per gli abitanti ed i lavoratori della grande struttura portuale; sono assenti le grandi famiglie e pochissime sepolture sono certamente ascrivibili ai Cristiani che probabilmente avevano la loro necropoli a capo due rami. Pertanto, la datazione delle tombe va generalmente dalla fine del I secolo fino al V secolo ed oltre. Un arco temporale così ampio ha fatto sì che molte tombe siano state riutilizzate, modificate, ampliate e spesso costruite ex novo sopra tombe più antiche. La tipologia delle tombe è estremamente varia (a camera, a cassone, a cappuccina,…) e riflette le possibilità e le scelte dei proprietari delle sepolture anche perciò che riguarda i riti funerari, inumazione o incinerazione, con la prima prevalente per le tombe più tarde. Molte tombe hanno sotto i pavimenti strati sovrapposti di “formae” e un recinto esterno con biclini per i banchetti funebri. Un elemento di estremo interesse di queste necropoli è l’appartenenza dei proprietari ai ceti medi mercantili e artigianali della città portuale. Spesso, le tombe offrono preziose informazioni sul tipo di attività svolta dal defunto in vita. Lo scavo della necropoli risale agli anni ‘20 del ‘900 ed è continuato fino agli anni ‘30. Gli scavi e le indagini sulle tombe già scavate sono ripresi negli anni ‘70. Le ultimi indagini hanno permesso di identificare il tracciato della via Flavia ed il già citato canale di collegamento Porto-Ostia. La necropoli non sembra proseguire attraverso l’Isola Sacra. Va in ogni caso detto che la eventuale necropoli Cristiana non è stata ancora individuata.

Le tombe ONC
Queste tombe sono parte del nucleo più consistente noto come necropoli di Porto (100 tombe). Sono state scavate nel 1923 e non sono attualmente visitabili, anche se visibili dall’esterno. Sono tombe del tipo a camera e I tipi di sepolture testimoniati sono misti. Questo gruppo di tombe era parte integrante della necropoli Portuense di cui, dopo lo scavo sono state reinterrate le tombe più settentrionali, lasciando in vista il solo settore meridionale.

La 100 tombe
Costituiscono il nucleo più consistente della necropoli Portuense. Le tombe (100 appunto) sono allineate lungo la via Flavia, l’importante strada di collegamento con tra Porto e Ostia. E’ stato accertato che la strada è nata nel I secolo in concomitanza con la costruzione del porto imperiale. Non può essere perciò identificata con il primo tratto della via Severiana (realizzata due secoli dopo) che anche la tabula Peuntingeriana mostra chiaramente iniziare da Ostia. Le tombe sono numerate da 1 a 100 e questa numerazione è quella generalmente utilizzata per tutte le descrizioni della necropoli. E’ chiaro che in questa sede è necessario operare una scelta: si porrà perciò l’accento sulle sepolture più significative prima di tutto per il tipo di informazioni che danno per capire gli aspetti quotidiani della vita (anche se può sembrare paradossale cercarli in un luogo di morte…) e poi per tipologia, decorazioni, ed elementi architettonici. Le tombe qui descritte sono evidenziate
La 100 tombe
Tomba 1: una tomba a piramide parzialmente interrata. Secondo l’iscrizione appartiene a un pittore originario della provincia di Aquitaniam, Caius Annaeus Atticus : D(is) M(anibus) D(is) M(anibus) C(ai) ANNAEI ATTICI PICT(onis) C(ai) ANNAEI ATTICI PICT(onis) EX AQVITANICA PRO(vincia) DEF(uncti) EX AQVITANICA PRO(vincia) DEF(uncti) ANN(orum) XXXVII DOMESTICI ANN(orum) XXXVII DOMESTICI EIVS PONENDVM CVRARVNT EIVS PONENDVM CVRARVNT

TTombe 19-21: la tomba 19 è la più antica ed aveva una decorazione pittorica eccellente. è una tomba del II secolo interessante per le modifiche che ha subito ed un arcosolio dipinto.
Tomba 29: è una tomba elegante architettonicamente me non visitabile. L’elemento più interessante sono i due rilievi fittili in facciata che evocano la professione del proprietario. Sicuramente un fabbro.

Tomba 43: è una tomba di età Severiana. Il mosaico davanti alla soglia rappresenta il faro di Portu con due imbarcazioni. L’iscrizione Greca recita: qui (è) la cessazione di ogni dolore
Tombe 52-53: sono due tombe a cassone. Quella in primo piano (Adrianea) è più precisamente a bauletto e l’iscrizione è stata dettata da Iulia Sal(o) per il marito Marcus Iulius Mercurius. La tomba in secondo piano, più articolata architettonicamente è stata dedicata dalla madre Sergia Ianuaria al figlio Marcus Valerius Fortunatus morto prima di compiere 4 anni.


