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Editoriale

Impariamo dal Convivio

Cari lettori, lo spunto per questa mia periodica chiacchierata con voi arriva, questa volta, da Luca Mari. Luca è un’inesauribile sorgente di “food for thoughts”, come direbbero i miei amici americani, e questa volta tocca un punto che, a mio parere, va ben oltre l’ambito a cui egli stesso fa riferimento. Non voglio togliervi il piacere di leggere il suo articolo, per cui vi anticipo il minimo indispensabile. Il problema che l’autore pone riguarda la complessità delle definizioni del nuovo SI: definizioni che, come scrive Luca, non sono immediatamente comprensibili a chi non abbia qualche base di fisica. Per dirla con Amleto, this is the question. Il problema non riguarda solamente la comprensione delle nuove definizioni delle unità di base. Temo che il vero problema sia nella velocità con cui scienza e tecnica stanno progredendo, ormai divenuta ben più alta di quella con cui le novità possono essere assimilate dal bagaglio culturale medio di ciascun individuo, tecnici inclusi. Non voglio addentrarmi in considerazioni sociologiche, che non mi competono. Sembra però che il problema non sia tanto recente, se già Dante, col suo Convivio, si preoccupava della disseminazione della cultura. Ma, allora, dobbiamo preoccuparci di scrivere definizioni comprensibili, anche a rischio di mancare di rigore, oppure, lasciate le definizioni al loro rigore, dobbiamo preoccuparci di spiegarle, rendendole accessibili anche a chi non possiede tutte le necessarie basi di fisica e, molto probabilmente, non ha neppure bisogno di comprenderne tutte le sfumature? La faccenda non riguarda solo le nuove definizioni delle unità di base. Provate a spiegare la definizione d’incertezza tipo composta a qualcuno che non sa cosa siano le derivate parziali, e vi rendete immediatamente conto del problema. La GUM ci prova a spiegare a parole quella formula. Io di solito la uso come esempio di quanto incomprensibile possa essere tentare di spiegare a parole ciò che una formula, a saperla leggere, rende immediato. Il problema è in un certo senso aggravato dal fatto che, a differenza delle nuove definizioni del SI che non toccano in via immediata il tecnico di un tipico laboratorio metrologico industriale, l’implementazione della formula dell’incertezza

tipo composta dovrebbe costituire, per quel tecnico, pane quotidiano! Qui si aprono, a mio parere, due scenari. Il primo ci tocca da vicino, sia in qualità di docenti sia, più in generale, in qualità di autori di Tutto_Misure e, quindi, di divulgatori. È nostro il compito, non certo facile, di spiegare concetti che, senza conoscenze avanzate di matematica e fisica, rischiano di diventare immediatamente incomprensibili. Non è semplice trovare il giusto equilibrio tra semplicità e rigore, ma non ci possiamo arrendere se vogliamo evitare che si allarghi in modo pericoloso e difficilmente recuperabile la forbice tra la metrologia che si sviluppa nei centri di ricerca e quella che si applica nei laboratori industriali. I guasti causati dall’ignoranza della normativa, GUM in testa, e perfino del vocabolario (c’è ancora chi si ostina a spiegare la differenza tra taratura e calibrazione…!) diventano particolarmente pericolosi quando li si ritrova in testi di legge, come il recente DM 93/2017. Il secondo scenario, di più ampio respiro, riguarda la scuola, che appare pericolosamente carente nell’aggiornare i propri programmi all’evoluzione delle conoscenze. Spesso si confonde l’aggiornamento con l’inseguire qualche tecnologia alla mo - da, trascurando aspetti di base molto più utili: per esempio, quanti dei nostri studenti delle scuole me - die (superiori, non inferiori!) possiedono nozioni po - co più che risibili di probabilità? Stiamo formando la generazione che sarà chiamata a districarsi tra i big data e non le raccontiamo cosa sia una correlazione!? Se pensate che si tratti di un’impresa difficilissima, date un’occhiata a questo sito: www.mariocigada.com/mariodocs/origanova.html. Scoprirete che esiste chi riesce a spiegare la statistica tramite gli origami, senza perdere di rigore. Oppure a questa pagina del sito del NIST: www.nist.gov/kids. Scoprirete che si possono insegnare i fondamenti della metrologia ai bambini usando i supereroi dei lo ro cartoni animati preferiti, mantenendo un incredibile rigore terminologico. Grazie Luca per aver gettato il sasso nello stagno. Sta a noi raccogliere la sfida, sapendo che altri lo hanno fatto. C’è nessuno con un po’ di fantasia? Buona lettura!

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