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Le imprese tornano a respirare

Nel 2022 scende la cassa integrazione e aumenta l'occupazione. Salgono anche esportazioni e fatturati

La Federlazio ha effettuato, tra febbraio e aprile di quest’anno, la consueta indagine periodica sullo stato di salute delle imprese del Lazio. Tale lavoro ha permesso di verificare in quale misura si stia consolidando la stagione di rilancio e rinnovamento del sistema imprenditoriale del territorio.

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Secondo quanto emerso dall’indagine, gran parte delle aziende del Lazio sono riuscite a consolidare i risultati positivi del 2021, recuperando il terreno perduto nel corso della pandemia. Questi risultati sono stati ottenuti affrontando con coraggio anche la crisi economica e sociale causata dagli effetti della guerra in Ucraina: l’incremento eccezionale dei costi dell’energia, delle materie prime e dei semilavorati e le difficoltà nel reperimento delle stesse. Le imprese che hanno introdotto soluzioni innovative e di digitalizzazione, rafforzandosi, hanno raggiunto i migliori livelli di competitività.

L’auspicio è che anche le aziende ancora in difficoltà, possano cogliere opportunità di sviluppo attraverso nuove tecnologie e digitalizzazione e riprendere quote di mercato.

L’INDAGINE FEDERLAZIO IN CIOCIARIA

Qual è l’andamento delle attività aziendali nell'anno 2022. Il saldo tra le imprese nate e cessate in provincia è del 1,13%, le esportazioni sono cresciute del 6,4%, mentre l’occupazione è aumentata dell’1,9%, con un tasso complessivo per il 2022 del 56,2%, superiore ai livelli pre-pandemici (48,2% del 2019); la Cassa Integrazione Guadagni è scesa del 45%.

Le imprese che hanno registrato una crescita del fatturato sono il 40%; il 6,7% mantiene stabile il fatturato e il 53,3% non riesce a confermare i risultati ottenuti nel 2021, dichiarando una contrazione. I risultati indicano uno scenario incerto con una polarizzazione tra situazioni di difficoltà e potenzialità di crescita.

Rispetto ai dati dell’occupazione, il 23,5% delle aziende dichiara una crescita, il 41,2% rimane stabile, mentre per il 35,3% degli intervistati diminuisce. La difficoltà nel reperimento della manodopera, che causa un rallentamento dell’occupazione è riscontrato dal 53% delle aziende.

In riferimento alla pandemia energetica, si registra che il 30% delle imprese hanno avuto un impatto significativo ma sostenibile, mentre per il 41% l’impatto è stato molto o abbastanza grave, con rischio di sospensione delle attività aziendali e comunque con una forte riduzione dei margini aziendali.

Previsioni E Prospettive

Circa la metà delle PMI esprime aspettative di ripresa, un terzo invece di rallentamento: il 46,7% delle aziende ha espresso aspettative di incremento del fatturato; il 33,3% si attende una riduzione; il 20% prevede una stabilità.

Le aspettative sull’occupazione sono positive, poiché il 56,3% delle aziende dichiara che l’occupazione rimarrà stabile ed il 25% si attende un leggero o significativo aumento.

Rimane debole la propensione agli investimenti delle aziende: il 17,6% dichiara di averne già programmati; il 29,4% dichiara di non prevedere investimenti; mentre il 52,9% si dichiara possibilista.

“Le PMI crescono, seppur in uno scenario di incertezza caratterizzato da sentimenti di cautela. Questo clima si coglie molto bene tra gli imprenditori della nostra provincia, i quali sono più cauti e pongono il focus sulle mancate opportunità di crescita per i mesi a venire. Nonostante tutto, il 2022 si è dimostrato migliore rispetto alle aspettative, disattendendo le previsioni recessive dei primi mesi dell’anno. Questi dati, sostanzialmente incoraggianti rispetto alla tenuta delle imprese, richiedono un impegno altrettanto forte da parte degli stakeholders istituzionali, economici e sociali, al fine di raggiungere i risultati e gli obiettivi previsti dal PNRR, affinché le misure contenute possano produrre effetti benefici sulle imprese".

"I dati occupazionali sono favorevoli, benché la mancanza di profili specializzati, ma anche generici, continui ad essere un tema attuale e un fenomeno in forte aumento. Per migliorare le competenze, è necessario massimizzare l’utilizzo dei fondi destinati alla formazione e contemporaneamente creare sinergie tra imprese e enti di formazione superiore, stringendo una relazione proficua e di valore tra le eccellenze imprenditoriali della provincia e il mondo accademico.”

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