Il Quindicinale 1065 - 25 aprile 2024

Cambiano le colline

QUARTIER DEL PIAVE

A pag 18

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1065 Informazione cultura e tempo libero Anno XLIII n.8 | 25 aprile 2024 | € 2,50

Fondato da Dario De Bastiani nel 1982

Una vita per la pallavolo

Bruno Da Re

Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS TV - Periodico di informazione, cultura e tempo libero - Anno XLIII n.8 - 25 aprile 2024 - Euro 2,50 - Contiene I.P.

Il mio amore per Leonardo

Stimata da tutti, ha portato avanti battaglie civili

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CONEGLIANO

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Cinquant’anni di scout

Commosso addio ad Adriana Costantini ISSN 2784-9716

VITTORIO VENETO

PRIMO PIANO

Sottorete, ma sul podio.

Anche con la Sisley

Dai campi dei patronati al Trentino Volley, passando per l’epopea della Sisley Treviso: il vittoriese Bruno Da Re racconta i suoi 38 anni da general manager

L

a palla ha cambiato colore, da bianca ora è colorata. E pure le regole sul campo: un tempo il set si chiudeva a 15 punti, ora ne servono 25. Ma la passione di Bruno Da Re per la pallavolo è rimasta sempre tale. Nata e cresciuta sui campi dei patronati vittoriesi. Esplosa quando è diventato general manager – cioè incaricato dell’attività organizzativa, sportiva e commerciale di una squadra – della Sisley Treviso, tra le più

di Claudia Borsoi forti squadre di pallavolo che l’Italia abbia mai avuto. E molti anni dopo, passando per il Casa Modena, questa passione è sempre viva, ora che da general manager è diventato presidente del Trentino Volley.

Una vita per la pallavolo quella di Bruno Da Re, vittoriese, nato a Serravalle, ma dall’età di un anno cresciuto a Ceneda, 69 anni (70 il prossimo 6 ottobre), residente in città anche se la pallavolo lo ha portato a

girare l’Italia e il mondo. Ragioniere, si è trovato a coltivare fin da ragazzo la passione per uno sport – la pallavolo – che all’epoca, erano gli anni Sessanta, era uno sport minore. «Il primo incontro con la pallavolo? Tantissimi anni fa, più di 50 – ripercorre Da Re -. A me piaceva giocare a pallavolo, sport che all’epoca non era molto frequentato. Erano gli anni in cui si giocava nei campetti all’aperto dei patronati, a Serravalle, in Duomo, a Meschio.

Alla fine degli anni Sessanta c’erano diverse squadre di pallavolo, una cosa un po’ insolita, e si giocava un campionatino tra di noi a Vittorio Veneto: c’era la squadra di Santi Pietro e Paolo, quella del Duomo, di Serravalle, di Meschio… Era una pallavolo molto artigianale, giocata all’aperto e con i guanti». Negli anni la cosa si è strutturata. «Ci siamo trasferiti al collegio Dante dove c’era la

Bruno Da Re

Giovedì 25 aprile 2024 | 3 Il Quindicinale

PRIMO PIANO

Da Re sul palco dei festeggiamenti per il Trentino Volley

palestra – ricorda – e si faceva anche qualche allenamento al coperto. Poi ci siamo spostati nella palestra di via Berlese, a Santi Pietro e Paolo. Ma il grande salto di qualità c’è stato con l’apertura del palazzetto dello sport».

Il 10 ottobre 1971 la città inaugurava il suo primo palazzetto costruito con i fondi concessi dallo Stato al comune per il cinquantesimo della fine della Grande Guerra. «Lì – ricorda – abbiamo iniziato a giocare le nostre partite in modo più impegnativo. Quanti ricordi: eravamo in 12 ad allenarci con un pallone. Oggi una

La presentazione a Modena nel 2009

squadra si allena con 45 palloni e li cambia ogni tre mesi… Quell’unico pallone che avevamo ogni tanto finiva per rimanere incastrato tra le travi del soffitto del palazzetto e così, oltre a terminare l’allenamento, dovevamo procacciarci un altro pallone». Da Re in quegli anni giocava come schiacciatore-attaccante. «A 21 anni mi sono però reso conto che ero sì un buon saltatore, ma nulla di più – ammette -. Ed ho così deciso di fare il dirigente della squadra di pallavolo in cui giocavo, il Vittorio Veneto, e aiutare i miei amici.

Con me, ricordo, c’era come segretario

Michele De Conti (altro vittoriese che ha fatto carriera nella pallavolo e che oggi è presidente della Federazione italiana pallavolo Treviso-Belluno ndr). Insieme abbiamo fatto crescere il Vittorio Veneto che dalla serie D, è poi passato in C e B».

Nei primi anni Ottanta la pallavolo Vittorio Veneto, approdata in serie B, si fonde con la pallavolo Codognè che aveva come presidente Giovanni Lucchetta (che molti anni dopo avrebbe presieduto la Spes Volley), dando vita all’Antares Vittorio Veneto. «Abbiamo fatto un paio di campionati – ricorda oggi Da Re, riportando indietro la memoria a quell’epopea della pallavolo cittadina – e al termine del campionato del 1986/87 siamo stati promossi in serie A2. E noi, dei ragazzi, non potevamo mettere tanti soldi per questa nuova impresa: non c’era la forza economica, né l’impianto sportivo. E siamo entrati in contatto con la famiglia Benetton, che ci ha aperto le sue porte. Ed è nata la Sisley Treviso che, oltre a qualche ragazzo dell’ex Antares Vittorio Veneto, coinvolse pallavolisti del calibro di Pier Paolo Lucchetta, Kim Ho-Chul ed Andrea Anastasi».

La stagione 1987/88 si concluse per la Sisley con il primo posto e il passaggio in A1. E da lì la carriera da general manager di Da Re, uno dei dirigenti della pallavolo italiana maschile più apprezzati e conosciuti anche in campo internazionale, ha preso il volo.

«All’epoca seguivo la Sisley come secondo lavoro, perché lavoravo all’Irca a San Vendemiano, ma con la

Una carriera scandita dai successi Carriera come General Manager: 1974-1987 Vittorio Veneto (Campionati vari) 1987-1988 Sisley Treviso (Campionato serie A2) 1988-2009 Sisley Treviso (Campionato serie A1) 2009-2013 Casa Modena (Campionato serie A1) 2013-2024 Trentino Volley (Campionato serie A1) Le vittorie: 11 Campionati Serie A1: (1994, 1996, 1998, 1999, 2001, 2003, 2004, 2005, 2007, 2015, 2023) 1 Campionato Serie A2: (1988) 5 Coppa Italia: (1993, 2000, 2004, 2005, 2007) 8 Supercoppa italiana: (1998, 2000, 2001, 2003, 2004, 2005, 2007, 2021) 1 Campionato del Mondo per Club (2018) 4 Champions League: (1995, 1999, 2000, 2006) 1 Coppa delle Coppe: (1994) 5 CEV Cup: (1991, 1993, 1998, 2003, 2019) 2 Supercoppa Europea: (1994, 1999) 1 Campionato Serie A2 femminile: (2023)

Il Quindicinale 4 | Giovedì 25 aprile 2024

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promozione in serie A della squadra ho iniziato a dedicarmi interamente alla pallavolo». E così in questi ultimi 36 anni. «Quella con la Sisley è stata una grande storia, scandita da moltissime vittorie. Sono stati – ricorda – 22 anni di successi, dal 1987 al 2009: una vittoria di campionato A2, 9 di serie A1, 5 Coppe Italia, 7 Supercoppa Italia, 4 Champions League, 1 Coppa delle Coppe, 4 CEV Cup e 2 Supercoppa Europea».

Dal 2009 al 2014 Da Re è stato dirigente del Casa Modena, altra squadra con cui ha vinto parecchi titoli. Come tanti sono i successi del Trentino Volley, di cui fino al 2021 è stato direttore generale e ora ne è presidente.

«Trentasette campionati sempre ai vertici» riassume. Trentasette anni in cui la pallavolo si è evoluta, anche dal punto di vista regolamentare. «Questo sport – evidenzia – non ha mai trovato pace. La pallavolo che giochiamo oggi è diversa da quella che io giocavo 50 anni fa, ma anche da quella di 15 anni fa: dal pallone bianco a colorato, dal tocco della rete nelle battute non permesso e ora sì; poi l’introduzione della figura del libero; la possibilità di toccare la palla con i piedi, mentre una volta era doppio fallo, ma soprattutto siamo entrati nell’era che ad ogni azione corrisponde un punto e della maggiore appetibilità televisiva delle gare, visto che se prima le partite duravano in media tre ore e mezza, risultando difficili per i palinsesti televisivi. Ora hanno tempi più ridotti e televisivi.

L’impatto sui media è così aumenta-

to e ora anche i giocatori di pallavolo guadagnano centinaia di migliaia di euro. Oggi la pallavolo è il primo sport di squadra per tesserati dopo il calcio».

Trentotto anni da dirigente sportivo sono una vita, come evidenzia lo stesso Da Re. «Una vita dedicata a questo lavoro e a questo sport, con tanti momenti di gioia per lo più legati alle vittorie, ma anche scandita da momenti peggiori, legati a sconfitte e delusioni. Se le vittorie le “digerisci” in un paio di giorni, le sconfitte rimangono per sempre, te le ricordi anche a distanza di anni…». Trentotto anni nel mondo della pallavolo. «Un mondo fantastico, che ti dà tanto, molto familiare. I giocatori sono persone molto umane, sono ragazze e ragazzi a tutti gli effetti. Quello della pallavolo è un mondo che piace alle famiglie: lo testimonia ad ogni partita le centinaia di persone che aspettano, fuori dai palazzetti, i loro idoli per scattarsi un selfie. La pallavolo è uno sport ancora genuino: dentro ai palazzetti non succedono scontri tra tifoserie. I toni sono sempre moderati e gli insulti si sentono raramente».

A Vittorio Veneto Bruno Da Re ha sempre vissuto, a parte qualche anno in cui ha risieduto a Modena. E oggi pur lavorando a Trento, continua a vivere a Vittorio Veneto con la moglie e i due figli. «Vittorio Veneto mi piace, mi dà serenità – confida -, e quando ci sono cerco di viverla per quello che posso, mi piace passeggiare tra le colline, fare un giro a Serravalle, mangiare un gelato seduto sul muretto del Meschio. Chiaramente lavorando

fuori ho perso nel tempo molti legami umani».

Avendo girato il mondo – Da Re è stato anche presidente della Lega Pallavolo Serie A (dal 1997 al 2000 e dal 2002 al 2004), presidente della Commissione Mondiale Fivb Sport Event Council (dal 2004 al 2009), membro della Commissione Europea CEV Cup (dal 2000 al 2004) e del Consiglio Federale Nazionale Fipav (dal 2004 al 2012) -, gli chiediamo come vede oggi Vittorio Veneto. «Avrebbe bisogno di una sveglia – replica – perché se ci guardiamo attorno ci sono città che hanno fatto di più. Diciamo che Vittorio Veneto negli anni si è un po’ adagiata ed è un po’ sonnacchiosa.

Dal punto di vista sportivo e culturale mi piacerebbe vederla più viva.

L’eccellenza sportiva oggi manca».

Per Da Re il luogo del cuore rimane «il Domo», là dove tutto è partito quando era un ragazzo, dove ha iniziato a giocare a pallavolo e ad intrecciare amicizie, a cantare nel coro e a frequentare il patronato. «Ora mi spiace vedere Ceneda così spenta» ammette.

Progetti futuri? «La pensione. So che oggi conduco una vita a cento all’ora, sono sempre in giro, con il telefono sempre acceso. La forza fisica mi direbbe di andare avanti. La testa mi dice ogni tanto che è ora di guardare la vita in modo diverso. Se guardo indietro, però, rifarei tutto: ho visitato mezzo mondo, ho conosciuto tante persone e tutto questo grazie al mondo della pallavolo, un mondo che però mi ha chiesto anche dei sacrifici».

Da Re con Anastasi e Kim Ho Chul ai primi tempi della Sisley Treviso In alto a sinistra: la squadra del Vittorio Volley nei primi anni Ottanta

Giovedì 25 aprile 2024 | 5 Il Quindicinale

NOTIZIE DALLA MARCA

Oltre 90 arresti nel 2023 nella Marca I dati della Questura di Treviso in occasione dell’anniversario di Fondazione della Polizia TREVISO . Il 10 aprile, nella cornice della ex Chiesa di S. Teonisto, la Polizia di Stato di Treviso ha celebrato il 172° Anniversario della sua Fondazione. Nell’occasione è stato fatto un bilancio dell’atività svolta nel 2023. La Divisione Anticrimine, in sinergico raccordo con le altre Forze di Polizia, ha emesso nell’ultimo anno 140 provvedimenti di ammonimento per atti persecutori e violenza domestica, più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. 53 soggetti pericolosi per la sicurezza pubblica sono stati allontanati da diversi comuni della provincia, con il divieto di ritorno. 29 i provvedimenti di divieto di accesso a bar e esercizi pubblici adottati nei confronti di pregiudicati ritenuti pericolosi. 7 le persone ritenute pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica sottoposti alla misura della Sorveglianza Speciale della Pubblica Sicurezza, di cui 5 per condotte di violenza domestica e di genere. Sul versante della Polizia Amministrativa, l’enorme aumento di richieste di passaporti, determinato

dagli effetti della pandemia sommati alla Brexit, è stato affrontato con consistenti misure organizzative. La Questura ha emesso nell’ultimo anno oltre 58.000 passaporti, e si prevede nei prossimi mesi di riportare la situazione a normalità. Sempre intenso l’impegno dell’Ufficio Immigrazione, che, oltre alla gestione dei 100.000 stranieri residenti in questa provincia, anche nell’ultimo anno ha affrontato il significativo aumento dei flussi di immigrati. La Polizia Stradale nell’ultimo anno ha messo in campo ogni energia per arginare il tragico primato relativo al tasso di incidentalità mortale nelle strade della Provincia, che ha registrato un lieve calo del 10% rispetto all’anno precedente. Sono state elevate più di 3000 sanzioni per il mancato uso delle cinture di sicurezza, 1400 per uso del telefono alla guida e 2800 per eccesso di velocità. Al fronte della repressione, si è accompagnata l’attività di divulgazione della cultura della sicurezza stradale, con 82 incontri, di cui 55 nelle scuole, a cui hanno partecipato 19.000 studenti. Polizia Postale e delle comunicazioni. Furti di dati, truffe e attacchi informatici (oltre 400 denunciati o rilevati nell’anno dalla Polizia Postale di Treviso) in danno di privati e aziende, sono attività illegali in costante aumento e sono produttive di rilevanti danni

economici, come indica il globale volume delle 215 truffe on line trattate dalla Sezione di Treviso, che supera i 3 milioni di euro. Significativo l’impegno nel contrasto dei delitti contro la persona, in particolare la pedopornografia: 10 sono state le indagini su casi di adescamento di minori dai 10 ai 16 anni, con 6 vittime identificate e 4 autori denunciati, 69 le denunce di stalking, molestie e sex extortion.

Polizia Ferroviaria.

Costante l’opera di controllo con un’ininterrotta attività di pattugliamento e l’identificazione di oltre 21.000 persone, con le scorte a bordo treno e con una efficace attività di polizia giudiziaria. L’Ufficio di Polizia di Frontiera area di Treviso, presidio a tutela della sicurezza dei voli e delle persone in transito, si è distinto per una intensa operatività, operando 28 arresti, individuando soggetti gravati da provvedimenti di cattura o trovati in possesso di documenti falsi o resisi autori di furti. Ha inoltre operato 193 respingimenti alla frontiera di persone non aventi titolo per l’ingresso in Italia.

Treno investe tre pecore San Biagio di Callalta. Martedì 9 marzo un treno passeggeri sulla tratta Oderzo - Portogruaro è stato coinvolto in un incidente nei pressi di Fagaré, tra il 17° e il 18° chilometro. Tre pecore sono state investite poco prima delle 19:00.

Dopo l’impatto, il convoglio è stato costretto a fermarsi, attendendo l'intervento delle forze di polizia per rimuovere i corpi degli animali. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco della stazione di Motta di Livenza e la Polfer, che hanno lavorato per identificare il proprietario delle pecore.

Sono in corso gli accertamenti per comprendere le dinamiche precise dell'incidente

Suoni di Marca, svelate le date Due settimane di musica e concerti a Treviso TREVISO. Il festival più atteso dell’estate trevigiana si prepara a tornare con due settimane di concerti ed eventi. L’appuntamento è dal 12 al 27 luglio sulle Mura di Treviso.

Per la 34esima edizione di Suoni di Marca. Il festival ha ufficialmente annunciato le date giovedì 11 aprile, attraverso i suoi canali social. Si parte venerdì 12 luglio e si termina sabato 27 per 16 giornate di musica per tutti i gusti.

Confermato anche quest’anno l’ormai tradizionale “Percorso Del Gusto”

con gli stand enogastronomici e le bancarelle della mostra-mercato lungo le Mura. “Siamo pronti a rendere speciale anche questa estate in centro a Treviso. I primi annunci degli ospiti della 34esima edizione stanno per arrivare”, annunciano sui social gli organizzatori della manifestazione che ogni anno richiama migliaia di persone. L’attesa ora si sposta sugli artisti che saliranno sul palco della kermesse: già nei prossimi giorni dovrebbero essere annunciati i primi ospiti. Suoni di Marca 2024 sarà patrocinato anche quest'anno da Comune e Provincia di Treviso, oltre che da Regione Veneto e Camera di Commercio di Treviso.

Isabella Loschi Giovedì 25 aprile 2024 | 7

Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Cinquant’anni di scoutismo vittorie

Centenario dello scoutismo nel mondo festeggiato in Piazza del popolo a Vittorio Veneto nel 2007

“

Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout”. Tutte le avventure dei ragazzi che sono entrati a far parte della grande famiglia degli scout sono iniziate così, con la “Promessa”.

Oggi la formula rischia di suonare un po’ anacronistica, ma bisogna ricordare che la storia di questa associazione

ha radici antiche. Lo scoutismo, movimento fondato da Robert Baden Powell in Inghilterra, nasce addirittura nel 1907, e la sua base pratica e ideologica è costituita da un metodo basato sull’attività all’aria aperta e ispirato alla vita nei boschi dell’esploratore o dell’uomo di frontiera.

Le prime “tracce” di scoutismo a Vittorio Veneto risalgono invece al giugno del 1917. Attraverso una strada parecchio tortuosa, fatta di tante aperture e chiusure, il gruppo vittoriese è riuscito ad arrivare fino ai giorni nostri.

L’attuale compagine è figlia dell’ultima fondazione, quella del 1973, ed è per questo che ad inizio maggio il

I festeggiamenti

G

li Scout di Vittorio Veneto festeggiano i loro 50 anni presso l’area Fenderl. L’appuntamento è per il 3,4 e 5 maggio. Si parte venerdì sera con la conferenza sui “nuovi adolescenti” a cura della psicologa Michela De Iaco. Sabato 4 maggio partono invece la mostra interattiva dedicata alla storia dello scoutismo vittoriese e i laboratori sulle tecniche scout. Alle 21 ci sarà il concertone con la band toscana “L’ostile Scout”. Domenica 5 maggio i festeggiamenti si concluderanno con il torneo di scoutball e con gli altri giochi Scout. Le attività, sostenute da Banca Prealpi SanBiagio, Ariele e Label Store, sono gratuite e aperte a tutta la cittadinanza.

Il Quindicinale 8 | Giovedì 25 aprile 2024

gruppo scout vittoriese festeggerà i suoi primi 50 anni di attività.

“Sotto la cenere c’erano ancora delle braci non spente che si riaccesero in due punti della città: a Serravalle, col sottoscritto nell’ottobre del ’73, e grosso modo l’anno dopo nella parrocchia dei santi Pietro e Paolo, con Antonio Marta” racconta Flavio De Bin, uno dei fondatori del gruppo cittadino.

Oggi, dopo mezzo secolo di attività, il gruppo conta circa cento soci d’età compresa tra gli 8 e i 70 anni.

Struttura Il gruppo è diviso in tre fasce d’età (le cosiddette “branche”) ed è guidato dalla Comunità Capi, che è formata dagli educatori adulti.

“Il gioco dello scoutismo inizia da piccoli, in branco, dove sono accolti bambini e bambine dagli 8 agli 11 anni: i lupetti e le lupette per il branco e i coccinelli e le coccinelle per il cerchio – spiega il capogruppo Stefano Dal Moro -. L’esperienza del branco ha come ambientazione pedagogica “Il libro della giungla” che, attraverso il gioco, offre ai bambini la possibilità di misurarsi con loro stessi, nonché di

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

ese

esprimere fantasia e creatività”.

Poi, per i ragazzi dagli 11 ai 15 anni, arriva la vita in “Reparto”. In questa fase gli esploratori e le guide sperimentano l’avventura, si mettono in gioco e imparano – letteralmente - ad usare le mani. Forse lo stereotipo dello scout che vive in tenda, cammina con la borraccia sempre attaccata allo zaino, accende il fuoco e si inoltra nel bosco nasce proprio dal mondo tutto adolescenziale del “Reparto”.

Alla fine del percorso, invece, lo scoutismo inizia ad assumere una valenza sociale. Ai giovani del Clan e del Fuoco (16-19 anni) si chiede, gradualmente, l’assunzione di una responsabilità diretta nei confronti del prossimo.

Strada, comunità e servizio costituiscono i tre pilastri che caratterizzano le attività concrete della vita di branca.

Il fazzoletto vittoriese Il fazzolettone vittoriese, segno distintivo del gruppo, nasce dall’incontro tra i simboli di due gruppi scout. “Dopo un’uscita con il gruppo di Spresiano, ci siamo scambiati il fazzolettone: noi abbiamo dato loro quello di Ceneda, rosso con la croce bianca, e loro ci hanno dato quello azzurro con la striscia rossa – racconta ancora De Bin -. Tornato a casa ho pensato di mettere, accanto alla striscia rossa, quella bianca di Vittorio Veneto. Con me c’era anche Lara Giustiniani, lo abbiamo realizzato insieme”.

Lo scoutismo ai tempi dello smartphone I fondamenti del movimento risalgono ai primi del ‘900, e gli Scout sono

ancora – in tutto e per tutto – un’associazione di stampo cattolico. Eppure le liste di attesa per entrare nel gruppo vittoriese sono chilometriche. Come si spiega l’attualità di una realtà così antica? Ce lo spiega Francesca Rancan, la giovane capogruppo che insieme a Dal Moro coordina gli Scout di Vittorio Veneto.

Francesca, che cosa significa essere scout oggi?

Aderire al nostro movimento significa decidere di mettersi in gioco. Essere scout implica senso di responsabilità e un impegno costante nel tempo. La cosiddetta “Partenza”, il rito del passaggio che si affronta al termine dell’avventura da animati, è una vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti della comunità.

Che cosa ti ha dato lo scoutismo?

Mi ha dato tutto. Il carattere e l’intraprendenza che ho oggi vengono da questa esperienza. Lo scoutismo ha tirato fuori il meglio di me e mi ha fatto scoprire i miei punti forti.

Che cosa c’è al centro dell’esperienza Scout?

Il punto di partenza è sempre il ragazzo.

Noi facciamo di tutto perché cresca nel modo migliore e sia felice. Deve essere il protagonista della sua crescita e della parte attiva e critica nella comunità.

Di cosa vive la vostra associazione?

Per quanto ci è possibile ci autofinanziamo: per la conduzione ordinaria organizziamo attività di vario genere, per progetti straordinari utilizziamo invece i canali delle donazioni e delle raccolte fondi. I ragazzi le organizzano in autonomia anche per sostenere attività da loro progettate.

Ci spieghi il vostro motto?

“Estote parati” significa “siate pronti”.

In inglese, la lingua di Baden Pawell, si dice “be prepared”. Richiama un’espressione presente sia nel Vangelo di Luca sia in quello di Matteo: “Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”. Rimarca l’importanza di essere sempre pronto a tutto, di superare ogni difficoltà, di saper aiutare gli altri, e soprattutto di agire con competenza nei momenti difficili. Il desiderio di voler fare bene non basta, occorrono anche capacità e coraggio.

A sinistra: Comunità Capi Festa dei passaggi

Francesca Rancan

A sinistra: Clan Fly High - Route sulle dolomiti nel 2023

Giovedì 25 aprile 2024 | 9 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Voglio dare alla città orgoglio, dignità e entusiasmo” Giovanni Braido torna sulla scena politica da candidato sindaco

GIOVANNI BRAIDO, 58 anni, avvocato.

Leghista, è stato vicesindaco della città dal 1999 al 2009 durante le due amministrazioni Scottà

G

iovanni Braido è il candidato sindaco della coalizione composta da quattro liste: due partiti (Lega e Fratelli d’Italia) e due civiche (Braido Sindaco e Forza Vittorio).

Perché ha deciso di candidarsi sindaco?

«Dopo il 2009, dopo dieci anni da vicesindaco, mi sono ritirato dalla vita politica e per 15 anni ho fatto l’avvocato. Ho riscontrato che le ultime amministrazioni non hanno brillato né per entusiasmo né per autorevolezza.

Ci sono cose che non mi sono piaciute e che non mi piacciono: non vedo le asfaltature delle strade e i punti luce, il Quadrilatero è tutto chiuso, c’è la piscina da sistemare, l’ex Carnielli ferma e nessuno diffida il proprietario per la questione inquinamento. Dobbiamo non fare voli pindarici: la città va manutentata. Come fatto da noi dal 1999 al 2009: grande decoro urbano e poi fai determinate opere».

Per la prima volta il centrodestra non sarà unito…

«Il centrodestra esiste ed è rappresentato da me. Il resto sono chiacchiere e distintivo».

Tre priorità?

«Piscina innanzitutto: sarà fatta. Poi un riordino della città, dal punto di

Il Quindicinale 10 | Giovedì 25 aprile 2024

vista dell’ordine pubblico e della sicurezza, tipo non vedere più le bici sui viali pedonali e una presenza più attenta della polizia locale, sanzionando dove si sbaglia. Se ci sono le cosiddette baby gang al Quadrilatero, ci sono dei motivi per cui le persone che fanno questo sanno anche che non vengono sanzionate e possono fare quello che vogliono… se c’è un’amministrazione autorevole e che sul fronte dell’ordine pubblico si fa sentire, non dico che risolvi il problema, ma qualcuno sta più attento».

Cosa fare di villa Papadopoli e dove trovare le risorse necessarie?

«Dipendente se vogliamo essere politici o realistici. La ragione ti dice che, per onestà intellettuale, per sistemare la villa ci vogliono molti soldi, quindi se riesci ad ottenere un finanziamento di un certo livello, sì, altrimenti è molto difficile che un’amministrazione comunale riesca a sistemarla. Per altro abbiamo 28mila abitanti e bisogna poi anche riempirla, perché se fa la fine di palazzo Todesco o di villa Croze…

Bellissima villa Croze. Ci abbiamo speso milioni: ma chi ci va? Ci costa di manutenzione tra i 50 e 100mila euro all’anno. Ci farei qualcos’altro: sarà da confrontarsi tra maggioranza

e opposizioni. Bisogna garantire una fruibilità degli immobili».

Serravalle pedonale?

«Merita una riflessione: da una parte ci sono le attività produttive, dall’altro c’è il normale cittadino.

Personalmente non ho una visione di cosa sia meglio, sarà una cosa da valutare all’interno della compagine. Certo che una fluidificazione del traffico sarebbe auspicabile».

Ceneda: piazza Giovanni Paolo I, cosa fare?

«La piazza è bella, ma è altrettanto vero che viene fruita da moltissime persone come parcheggio. Non ho sentito grande entusiasmo su un suo riammodernamento. Intanto metterei a posto la fontana, insieme a quella degli arditi a Salsa. Per la piazza si può sentire i cittadini con un referendum consultivo e lo stesso vale per San Giacomo, un comune nel comune: nelle ore di punta c’è un tasso di smog molto elevato e secondo me sarebbe meglio creare un collegamento alternativo».

Uno degli ultimi progetti approvati da questa giunta è il recupero del sentiero di Santa Augusta: cosa ne pensa?

«Sicuramente è una cosa importante, dal punto di vista turistico e culturale, non mi trova contrario».

Conosce i suoi avversari?

«Posocco lo conosco, con Balliana ci ho parlato qualche volta. Sono entrambi persone a modo. Poi bisogna vedere le capacità».

Perché i vittoriesi dovrebbero votare per lei e per la sua squadra?

«Perché sono un concreto, non una persona che la tira lunga. Perché ho a cuore la mia città e soffro anche per come è stata ridotta in questi ultimi anni. E perché vorrei fare qualcosa, come già fatto, per riuscire a darle un po’ di orgoglio, di dignità e di entusiasmo».

Claudia Borsoi

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Voglio dare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini” A tu per tu con Mirella Balliana, alfiere di liste civiche e centrosinistra

M

irella Balliana è la candidata sindaco della coalizione composta da cinque liste: quattro civiche (Rinascita CivicaPartecipare Vittorio, Progetto Vittorio Futura, Vittorio Vive in Europa e Mirella Balliana Sindaco) e dal Partito Democratico.

Perché ha deciso di candidarsi sindaco?

«Ho sempre vissuto l’impegno politico come servizio alla comunità. Ho accettato la candidatura perché penso di aver acquisito, in tanti anni di attività, le necessarie competenze per coordinare una squadra che punti al rilancio della città, a realizzare ciò che non è stato fatto in questi cinque anni e a trovare risposte adeguate ai bisogni dei cittadini».

Mai prima d’oggi il centrosinistra si era presentato unito: un cambio di passo?

«Siamo convinti che per il bene della comunità sia necessario unire le forze e le competenze. Questa coalizione nasce dalla collaborazione di gruppi strutturati con esperienza amministrativa, ma trova nuova linfa nella partecipazione di molti cittadini impegnati per la crescita della città».

Tre priorità?

«Rendere la città attrattiva per le giovani coppie, rafforzando le politiche abitative e i servizi per l’infanzia e i giovani. La cura della città, dalle piccole cose alla realizzazione di alcune importanti opere pubbliche, dalla ristrutturazione delle piscine al recupero del complesso Papadopoli. Potenziamento del nostro ospedale».

Cosa fare di villa Papadopoli e dove trovare le risorse necessarie?

«Villa Papadopoli è il cuore di Ceneda, dovrà diventare assieme ai nuovi spazi della biblioteca, al parco e ai musei, il fulcro attorno al quale il quartiere ritroverà vigore. Per la valorizzazione della villa ricercheremo un’interlocuzione con gli imprenditori delle nostre azien-

MIRELLA BALLIANA, 52 anni, insegnante di educazione fisica, civica, è consigliera comunale uscente di opposizione con il gruppo Rinascita Civica

de e il ministero dell’istruzione per verificare l’ipotesi di istituire un ITS, scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma.

Spiace constatare che l’amministrazione Miatto-Posocco abbia perso il treno del Pnrr per la sua ristrutturazione».

Serravalle pedonale?

«L’eventuale pedonalizzazione deve avvenire in accordo con i residenti e i commercianti. In ogni caso deve essere sostenuta da un progetto strutturato che, partendo da un’analisi della situazione attuale del centro storico, delle sue funzioni sociali ed economiche, individua interventi di breve, medio e lungo periodo sulla mobilità, accessibilità e riqualificazione».

Ceneda: piazza Giovanni Paolo I, cosa fare?

«Il recupero di dovrà realizzarsi in sinergia con la riqualificazione del complesso Papadopoli e comunque con costi minori rispetto ai cinque milioni preventivati dal progetto dell’amministrazione Miatto».

Uno degli ultimi progetti approvati da questa giunta è il recupero del sentiero di Santa Augusta: cosa ne pensa?

«Il sentiero andava regolarmente manutentato negli anni, ora è fortemente

compromesso. Il suo recupero necessita di un’importante spesa che andrà sicuramente sostenuta per l’alto valore storico e religioso che esso ricopre».

Conosce i suoi avversari? Come sarà il confronto?

«Conosco l’attività amministrativa di entrambi. Non vivo il confronto elettorale come una gara: è un appuntamento democratico nel quale i vittoriesi sono chiamati a decidere per il futuro della nostra città. Sono convinta che ci sia molta voglia di rinnovamento».

Perché i vittoriesi dovrebbero votare per lei e per la sua squadra?

«Siamo convinti di poter dare di più alla città rispetto all’amministrazione uscente. La città ha bisogno di una squadra dinamica e competente che intervenga rapidamente sulle questioni.

Crediamo che Vittorio Veneto debba in primis essere curata, anche nei particolari, e che debba recuperare quel ruolo di traino dell’Alto Trevigiano: lo merita per la sua storia e la sua tradizione.

Massima sarà l’attenzione al mondo del lavoro, ai servizi all’infanzia, all’adolescenza, alle categorie più fragili.

Vittorio Veneto deve curare il proprio spirito di comunità plurale, per aprirsi, integrarsi, ed attrarre».

C.B. Giovedì 25 aprile 2024 | 11 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“Con me una squadra di persone capaci” Intervista al candidato Gianluca Posocco

GIANLUCA POSOCCO, 48 anni, agente di commercio e assicuratore nel settore agricolo, ex leghista, è vicesindaco uscente della giunta Miatto

Gianluca Posocco è il candidato sindaco della coalizione composta da tre liste: due civiche (La persona al centro con Gianluca Posocco e Toni Da Re per Posocco) e Forza Italia.

Perché ha deciso di candidarsi sindaco?

«Perché sono sostenuto da un gruppo di persone capaci, una squadra che, se eletto, mi darà un importante supporto. Non ci sarà, dunque, un uomo solo al comando, ma un gruppo unito. E poi amo la mia città e voglio portare avanti progetti e visioni a cui tengo molto».

Per la prima volta il centrodestra non sarà unito…

«Questo mi rammarica, perché non è ciò che avrei voluto e come me pure il popolo del centrodestra. Però, al di là dei partiti, esistono le persone e per governare insieme bisogna innanzitutto andare d’accordo, non basta cioè mettere insieme più anime per prendere più voti. Mi sento affiancato da un gruppo compatto, cosa che non sarebbe stata di là…».

Tre priorità?

«Ordine urbanistico: abbiamo sempre meno residenti e sempre più immobili, spesso vecchi e ricevuti in eredità e Il Quindicinale 12 | Giovedì 25 aprile 2024

sui quali non si interviene perché non c’è la forza economica né l’interesse.

Ecco che il contributo per chi abbatte e il credito edilizio potrà rappresentare una svolta per creare quartieri dignitosi e attrarre persone giovani. Zona industriale, una città nella città con i suoi 6mila lavoratori e le oltre 130 imprese: c’è da lavorare su viabilità, ad esempio in attesa della bretellina sarà da prendere per mano via Cal de Livera percorsa da molti camion, e sui servizi. Terza priorità la messa in sicurezza delle strade provinciali a Longhere, a Carpesica via del Bersagliere e a San Giacomo via Isonzo».

Cosa fare di villa Papadopoli e dove trovare le risorse necessarie?

«La villa era stata tolta dal piano alienazioni con una raccolta firme promossa da De Bastiani che ha avuto come risultato ridurre l’immobile allo stato in cui si trova oggi. Con la giunta Miatto abbiamo tentato di venderla: i contatti sono stati innumerevoli, ma non si è chiuso nulla. Ora di sicuro bisogna intervenire.

Stiamo lavorando, con il gruppo, ad una strada per intercettare le risorse necessarie, che non è quella del Pnrr perché non

coprirebbe l’intera somma. Chiaramente se uno arriva e ci offre 15 milioni di euro e ci lascia il parco, non abbandoniamo la vendita. Stiamo comunque lavorando per trovare le risorse per intervenire e nel caso trasferire qui la biblioteca e creare un polo culturale».

Serravalle pedonale?

«Serravalle non è stato concepito come un centro storico per essere chiuso alle auto, passandoci storicamente una statale. Negli anni ho capito, parlando con i commercianti, che prima di chiudere alle auto va avviato un processo per fare capire alla gente la progettualità.

Serravalle avrebbe bisogno, se si vuole renderla pedonale, di un parcheggio e in area Borca si è persa un’occasione.

Qualcuno ha parlato di una colata di cemento, ma non sarebbe stato così, perché poteva essere un parcheggio sullo stile di quello di Castelbrando. Ora il centro storico si può chiudere solo in certe occasioni, rispettando l’orario dei negozi, quindi dopo le 19, o la domenica».

Ceneda: piazza Giovanni Paolo I, cosa fare? «È una bella piazza, ma va sistemata: anche qui c’è il tema dei parcheggi da risolvere tenuto conto che ci sono il museo e la cattedrale. Senz’altro ha bisogno di una freschezza e l’amministrazione Tonon con l’illuminazione le ha dato più bellezza. Il restauro della fontana sarà una delle priorità».

Conosce i suoi avversari?

«Sono due rispettabilissime persone che conosco ed apprezzo. Ci sono squadre diverse e la differenza ritengo la faccia fa la squadra, non la figura del candidato sindaco».

Perché i vittoriesi dovrebbero votare per lei e per la sua squadra?

«Perché è una squadra mediamente giovane e con tante competenze. Perché abbiamo progetti e visione della città nel lungo termine, oltre i 5 anni di mandato, e siamo un gruppo non condizionato da ideologie e fatto di persone che si confrontano e si ascoltano».

C.B.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Rispunta il traforo fino all’ospedale L’opera è stata inserita nel contratto di programma tra Ministero delle infrastrutture e Anas

S

e il primo stralcio della variante alla statale Alemagna La Sega-Rindola che ha bucato il colle di Santa Augusta ha tenuto banco in città negli ultimi vent’anni, difficile dire se nei prossimi venti il secondo stralcio fino a Costa, tornato in auge a marzo con l’inserimento dell’opera nel nuovo contratto di programma 2021-25 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Anas, possa concretizzarsi o rimanere una pagina del libro dei sogni.

A tre anni dall’apertura del traforo di Santa Augusta – inaugurato il 24 marzo 2021 – ecco che si è fatto strada il secondo stralcio che ormai

tutti davano per affossato: il prolungamento della variante fino all’ospedale bucando il colle della Madonna della Salute. In passato c’erano stati sondaggi del terreno e sopralluoghi.

Poi più nulla. Fino alla notizia che nelle settimane scorse è rimbalzata da Roma a Vittorio Veneto. Ma in municipio, che tra i 44 miliardi di euro stanziati ci siano risorse anche per il Veneto e per la variante di Vittorio Veneto non sono arrivate comunicazioni ufficiali.

«Sapevo che quella procedura era ancora in corso, tanto che la progettazione del sottopasso della Salute andava avanti anche con delle analisi sul terreno – commenta il sindaco Antonio Miatto -. Può essere che il finanziamento sia rimasto, ma con la mia amministrazione al momento non c’è stata alcuna interlocuzione».

Per il capogruppo Pd Marco Dus si tratta solo di propaganda elettora-

le: «Con tempismo svizzero, a poche settimane dalle elezioni spunta improvvisamente un finanziamento milionario, annunciato dal segretario regionale della Lega, per la “variante di Vittorio Veneto” di cui per 5 anni nessuno ha mai sentito parlare.

In questi 5 anni i cittadini vittoriesi l’unica cosa hanno visto è l’incapacità di spendere i soldi per le piccole cose quotidiane. In cassa ci sono 11 milioni di euro e le strade sembrano sempre più dei sentieri silvo-pastorali. Se la destra che ci governa avesse messo lo stesso impegno nell’amministrare come sta litigando per le poltrone, forse avremo qualche strada asfaltata in più». C.B.

Camatta, la candidata sindaco di Rete Civica Luisa Camatta : una proposta indipendente e partecipativa

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ittorio Veneto si prepara ad un’interessante competizione elettorale con l’emergere di Rete Civica come nuova forza politica. Fondata come un movimento indipendente e autofinanziato, la lista ha annunciato la candidatura di Luisa Camatta come sindaco per le prossime elezioni ammi-

nistrative dell'8 e 9 giugno. Camatta, giovane mamma e professionista laureata in psicologia, si presenta come un volto fresco e innovativo per la città, sottolineando la sua totale indipendenza dai partiti politici tradizionali. Accompagnata da un gruppo di cittadini attivi e motivati, Rete Civica si propone di portare un vento di cambiamento a Vittorio Veneto, con programmi e idee volte a migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Mauro Della Coletta e Michele

Antonio Miatto

Luisa Camatta

Bastanzetti, due figure di spicco della lista, ribadiscono l'apertura e la partecipazione come valori fondamentali del loro progetto politico, invitando tutti i cittadini interessati a contribuire con idee e azioni concrete per il bene della comunità.

Con l'ingresso di Luisa Camatta nella corsa per la carica di sindaco, il panorama politico di Vittorio Veneto si arricchisce ulteriormente, con quattro candidati in lizza per guidare la città verso il futuro.

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VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“All’ospedale ho trovato un ambiente recettivo” Intervista al dottor Rossi, primario del nuovo reparto di chirurgia maxillo-facciale

D

al 16 gennaio è attiva, nell’ospedale di Vittorio Veneto, la chirurgia maxillo-facciale.

Una novità introdotta dal direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi per potenziare l’offerta ai pazienti, non solo trevigiani, che devono ricorrere ad interventi testa-collo (fino a prima eseguiti solo a Treviso per tutta la provincia). L’unità lavora in team che il reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Costa, eccellenza veneta e nazionale per il trattamento del tumore alla laringe.

A dirigere questo nuovo reparto è il dottor Marco Rossi che arriva dal Ca’ Foncello di Treviso, dove è operativa l’altra chirurgia maxillo-facciale dell’Ulss 2, qui codificata come “unità operativa complessa”, mentre quella vittoriese è un’“unità operativa semplice dipartimentale”. Ad affiancare il primario la dottoressa Valentina Basile. A breve è previsto l’arrivo di un terzo medico.

Dottor Rossi, come è stato l’avvio di questa nuova chirurgia nell’ospedale di Vittorio Veneto?

«Molto positivo. Personalmente sono molto contento di questo nuovo incarico. Siamo partiti con le sedute ambulatoriali e la risposta della popolazione è stata molto positiva. Ad oggi abbiamo un paio di mesi tutti programmati e il feedback dei pazienti è sempre molto positivo. Il 28 febbraio hanno preso avvio anche le sedute operatorie, che stiamo cercando di modulare, essendoci un’unica piastra per le varie specialità chirurgiche. Il clima è comunque di assoluta collaborazione e comprensione».

Di che cosa si occupa il suo reparto?

«In generale delle patologie chirurgiche che riguardano il testa-collo e in particolare della chirurgia orale avanzata, inclusa quella dentale e ossea. E poi della traumatologia che riceviamo dal territorio. Oltre all’oncologia, con

interventi su neoplasie del cavo orale e della faccia. E poi ci occupiamo delle patologie delle ghiandole salivari e di chirurgia delle atrofie dei mascellari.

A breve ci saranno anche gli interventi chirurgici su malformazioni ossee e cranio-facciali».

Ritiene strategico aver portato in questo ospedale anche questo tipo di chirurgia in abbinata a quella dell’Orl? Quali le potenzialità della collaborazione?

«Noi completiamo il lavoro che svolgono i colleghi dell’otorinolaringoiatria, che vantano una tradizione ultradecennale e una grandissima scuola, cercando di portare quel valore aggiunto sulle patologie del cavo orale e sulla gestione delle complicanze legate alla radioterapia come la patologia ossea di radionecrosi. In futuro speriamo di implementare la chirurgia ricostruttiva».

Lei arriva dall’ospedale di Treviso.

La realtà vittoriese è ben più piccola: quali sono le prime impressioni di questa nuovo incarico?

«Positive, ho trovato un ambiente molto recettivo, personale molto disponibile e motivato. Sono molto felice di collaborare con i medici e con il personale infermieristico, che è assolutamente molto impegnato e volenteroso, personale che ci tiene ad essere coinvolto, informato e formato. Con il personale infermieristico porto avanti settimanalmente incontri con discussione dei casi che saranno ricoverati per la sala operatoria. E i pazienti che sono stati operatori sono stati molto contenti del trattamento chirurgico e dell’assistenza infermieristica ricevuta».

Da dove arrivano i suoi pazienti?

«Prevalentemente dal bacino del vittoriese, ma anche da Belluno. Ora la speranza è di attrarre qualche paziente anche da fuori regione vista la vicinanza della provincia di Pordenone».

In Ulss 2 l’altra chirurgia maxillofacciale si trova a Treviso: al Ca’ Foncello vengono eseguiti interventi diversi rispetto a Vittorio Veneto?

«No, sostanzialmente sono gli stessi, anche se a Vittorio Veneto è meno gestibile la traumatologia maggiore

essendo questa centralizzata nell’hub (l’ospedale Ca’ Foncello ndr). Questo, dall’altro, ci consente di essere più dinamici sulle patologie di nostro interesse».

L’attivazione dei posti letto di terapia intensiva anche nell’ospedale di Costa potrà essere un vantaggio per il suo reparto?

«Non vedo l’ora che ciò avvenga: potrà permettere di implementare anche il lavoro e la complessità degli interventi».

Esiste una lista d’attesa anche nel suo reparto?

«Avendo iniziato con le sedute ambulatoriali a metà gennaio, al momento la situazione è abbastanza serena.

Abbiamo sì una certa domanda e al momento (metà marzo ndr) abbiamo una trentina di pazienti in lista d’attesa».

Claudia Borsoi

Il dottor Marco Rossi, direttore della nuova unità operativa di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale di Vittorio Veneto

Giovedì 25 aprile 2024 | 15 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Primo: accettarsi

L’importanza dell’autoaccettazione.

La storia di Patrizia Nadal, disabile, laureata in Scienze della formazione in un libro autobiografico

Patrizia Nadal

N

ata a Vittorio Veneto nel 1975, Patrizia Nadal soffre da quando è nata di una disabilità motoria.

Dopo le scuole superiori ha frequentato l’università ottenendo una laurea in Scienze della formazione, specializzandosi poi sulle tematiche di disabilità e bioetica. Pubblicato nel 2012, “Domande per l’incontro”, un primo libro, un carteggio con persone afflitte anch’esse da disabilità motorie, ha deciso di pubblicare una biografia

con la quale cerca di avvicinare il più possibile i giovani e educarli all’attenzione e al rispetto verso la disabilità.

Quali sono le tematiche che affronta nel suo libro?

Il tema centrale è quello dell’amicizia e del viaggio. Un viaggio che può essere inteso in un duplice senso. Viaggiare vuol dire sicuramente conoscere nuovi posti, nuove culture, aumentare i legami con i propri amici.

Allo stesso tempo il viaggio ci permette di metterci alla prova, di scoprire i nostri limiti e cercare di superarli. Se c’è una cosa che ho imparato negli anni, è che, come dicevano i miei genitori, bisogna cercare di “mettere tra parentesi” la propria disabilità, pensando a ciò che possiamo fare, piut-

A SAN GIACOMO DI VEGLIA

Il Quindicinale 16 | Giovedì 25 aprile 2024

tosto a ciò che non possiamo fare. E questo vale per tutti. L’importante è vivere la disabilità senza abbattersi, facendo un lavoro di auto-accettazione di essa. Un punto da dove cominciare, per poi costruire delle relazioni sociali nella comunità. Spesso sento persone che si lamentano per come sono trattate le persone disabili e i disservizi, ma io credo che un punto di partenza per creare dei rapporti positivi sia di autoaccettarsi nella propria disabilità, a sorridere dei propri limiti, per aiutare l’altro a capirti.

Ha notato dei miglioramenti nei servizi per disabili negli anni?

Sì. Per esempio adesso nelle università è tutto più accessibile. Io ho potuto frequentare l’università grazie a dei servizi assistenziali. C’erano gli obiettori di coscienza che rinunciavano alla naia per aiutare noi con difficoltà.

Nei treni c’è una sala blu, un servizio che dà la possibilità a chi vuol viaggiare, nonostante delle difficoltà motorie, di essere accompagnato dal momento della partenza all’arrivo. E allo stesso modo funziona negli aerei.

Filippo Tonello

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Daniel, giovane banchiere sul set

I

l protagonista del film “Ennio Doris – C’è anche domani” è originario di Vittorio Veneto. Per i manifesti è stata usata l’immagine del noto Massimo Ghini, che interpreta il banchiere nella sua fase adulta, ma il volto del giovane Ennio Doris appartiene a Daniel Santantonio, attore originario di San Giacomo di Veglia.

Il 25enne ha studiato al liceo artistico “Munari” e all’Accademia da Ponte, e per il triennio 2018-2021 si è trasferito a Torino per frequentare la scuola del Teatro Stabile. Come tutti gli aspiranti attori, ha dovuto fare un bel po’ di gavetta. “Ho recitato con la compagnia Aliestese e nell’opera di Oderzo, ho studiato canto da privatista – spiega il giovane -. In passato ho fatto molto teatro e ho fatto una piccola parte nella serie tv ‘Volevo fare la rockstar’”. Poi nel 2023 è arrivata la grande occasione: ha fatto un provino con il regista Giacomo Campiotti ed è stato “amore” a prima vista.

“Ho sentito subito un grande feeling con lui – racconta il ragazzo -. Ho iniziato a girare il 25 settembre e ho finito il 2 novembre. Siamo stati a Milano, Este, Tombolo, Portobuffolè, Caorle”.

Per Santantonio è stata la prima esperienza da protagonista. Interpretare una figura come quella di Doris non è stato facile, vista anche la grande attesa che si è creata intorno al film.

“Per me è stato difficile, perché era tutto nuovo – ammette il 24enne -. La mia prima esperienza televisiva risaliva a 6 anni fa e si trattava di un ruolo secondario. Per fare Doris ho imparato la parte in poco tempo e ho dovuto studiare molto”.

Daniel si è preparato in modo scrupoloso per la parte: ha guardato molti filmati riguardanti la vita del banchiere, si è recato personalmente a Tombolo “per comprendere la figura di Doris” e ha intervistato diverse persone che avevano avuto a che fare con lui. “Ho conosciuto anche dei dipendenti, e nessuno mi ha parlato male di lui – ricor-

da Santantonio -. Lo ammirano ancora molto. Sul set ho tirato le somme di tutte le mie ricerche e delle storie che mi erano state raccontate”.

Il film si sviluppa lungo tre archi temporali: quello del bambino con una capacità d’osservazione straordinaria, quello del giovane uomo innamorato e con un sogno nel cuore e quello del banchiere entrato nell’immaginario di tutti. Si va dall'infanzia povera e felice a Tombolo, nel Padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali.

Per Santantonio, invece, questa pellicola potrebbe rappresentare l’inizio di una lunga carriera. “Sono molto soddisfatto di me stesso, spero che questo film mi lanci – aggiunge -. Ci vuole molta tenacia per fare carriera in questo settore. Me lo ha detto anche Massimo Ghini”.

Durante le riprese il 24enne ha avuto anche una spettatrice d’eccezione, mamma Ivana. “L’ho invitata a vedere il set a Portobuffolè – rende noto il giovane attore -. In quel momento avevo le lenti azzurre e i capelli biondi, e lei non mi ha abbracciato perché le sembravo un’altra persona. Poi, quando ha visto il trailer, si è commossa”. Daniel vive ancora a Torino, e per il momento non ha intenzione di muoversi. “Nei prossimi mesi rimarrò qui, poi si vedrà – annuncia -. Cercheremo di prendere la strada più giusta”.

Roberto Silvestrin

Daniel Santantonio in una scena del film In alto a sinistra: Daniel fuori dal set

A sinistra: Daniel con il regista Giacomo Campiotti sul set

Giovedì 25 aprile 2024 | 17 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Addio commosso alla grande Adriana Costantini

M

ondo politico vittoriese e veneto in lutto per la morte di Adriana Costantini. La notizia del decesso della 77enne si è diffusa alle prime ore di mercoledì 10 aprile. E in tanti ricordano Costantini per il suo grande impegno politico e amministrativo che lo ha portato più volte a sedere (fino al 2014) in consiglio comunale a Vittorio Veneto, ma anche in giunta, da assessore e anche da vicesindaco nei primi anni Novanta con il sindaco Mario Botteon. Nel 2009 – anno in cui vinse Gianantonio Da Re - era stata candidata sindaco per le liste “Sinistra Vittoriese” e “Di Pietro – Italia dei Valori”. «Vittorio Veneto è una città giovane, piena di energie; la nostra risorsa è il verde che gli altri non han-

Il Quindicinale 18 | Giovedì 25 aprile 2024

no, un tesoro da tenere e far fruttare – aveva dichiarato nel 2009 durante un confronto fra candidati sindaco -.

Le altre nostre risorse sono la cultura e l’istruzione».

Esponente del Partito comunista italiano, era poi approdata nei Democratici di Sinistra, quindi in Sinistra Ecologia e Libertà, candidandosi l’ultima volta alle amministrative del 2009 con il gruppo Sinistra Vittoriese. Dal 2000 al 2005 era stata consigliere regionale del Veneto ai tempi del presidente Giancarlo Galan ricoprendo gli incarichi di vicepresidente della VI Commissione, vicepresidente della Commissione speciale biblioteca e membro della Commissione speciale cooperazione allo sviluppo. Oltre ad incarichi amministrativi, quelli di partito: era stata segretaria politica dei DS di Vittorio Veneto e membro del consiglio nazionale DS. Ed è il mondo politico ad omaggiarle un ricordo. Negli ultimi si era impegnata anche nel comitato Sanità Pubblica Alta Marca Trevigiana.

Adriana Costantini lascia il marito Massimo Santonastaso, i figli Dario

e Mary, la sorella Dima e il fratello Flavio.

«Adriana è stata un punto di riferimento per chiunque creda nei valori di giustizia, equità e solidarietà, pilastri fondamentali della convivenza civile in un paese democratico – afferma il segretario del circolo Pd di Vittorio Veneto, Fabio Braido -. Adriana Costantini ha dedicato la sua vita a lottare per un mondo migliore». C.B.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE Ricordando Sisso, 10 anni dopo

Ricorrenze GIACOMO DAL GOBBO 7. 5. 2023 - 7. 5. 2024 E’ passato un anno ma sei sempre nei nostri cuori.

I tuoi cari

Marzio Gava

Fondatore di Bibo dischi e voce di Radio Vittorio

È

rimasto nel cuore e nella memoria di moltissimi amici, soprattutto dei coetanei Classe 1958, Marzio Gava conosciuto come Sisso. Sono passati dieci anni dalla sua improvvisa scomparsa, a soli 55 anni.

Marzio era stato uno dei creatori di Bibo dischi, uno dei negozi vittoriesi che aveva fatto la storia della musica, quando questa necessitava dei vinili e poi dei Cd. Ma era anche stato, fin dagli esordi, una delle voci radiofo-

GINO ULIANA 27. 4. 2021 - 27. 4. 2024

niche più spigliate di Radio Vittorio.

“Era vivace, spiritoso, imprevedibile – ricorda la sorella Paola Gava -. Con lui non ci si annoiava mai. Noi spesso andavamo in vacanza insieme e lui ne combinava di tutti i colori, nel senso che trovava sempre il modo per far sorridere tutta la compagnia. Le foto che abbiamo conservato di lui lo ricordano proprio così, solare, spiritoso, pieno di allegria. Manca a noi familiari, a dieci anni dalla scomparsa, ma anche ai suoi numerosi amici. E ai coetanei che grazie a lui periodicamente si ritrovavano per la cena di classe. Era l’anima dei festeggiamenti.”

Sei sempre nei nostri cuori.

Con affetto I tuoi cari

LUIGI CANAL n 11. 1. 1936 - m 27. 4. 2010 A quattordici anni dalla scomparsa ti ricordiamo con affetto.

La tua famiglia

Flavio Uliana alla testa della Pro Loco Vittorio Veneto - Spazio interstellare. Una procedura di ingegneria spaziale sofisticata, grazie alla tecnologia di riscaldamento avanzato di Irca - Zoppas Industries Heating Element Technologies di Vittorio Veneto, ha permesso di decongelare l’obiettivo del telescopio Euclid, preservando il valore scientifico della missione. Lanciata nell’estate del 2023, la missione Euclid dell’ESA mira a esplorare l’universo oscuro, raccogliendo dati su miliardi di galassie fino a 10 miliardi di anni luce. Grazi e all’impiego dei riscaldatori flessibili forniti da Irca, integrati in prossimità dello specchio principale del telescopio, è stato possibile elevarne la temperatura da -147°C a -113°C per un periodo di 90 minuti. Questa operazione ha incrementato del 15% la capacità delle ottiche di raccogliere luce.

Vittorio Veneto. Il 4 aprile scorso il rinnovato Consiglio Direttivo della Pro Loco ha eletto a presidente Flavio Uliana, vicepresidente Stefania Biz, segretario Anna Nadia Campi e tesoriere Aldo Buosi.

Giovedì 25 aprile 2024 | 19 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

“L’architetto di Putin” paga 20 milioni all’Erario Lanfranco Cirillo verso il patteggiamento

Lanfranco Cirillo

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a chiuso i conti con il fisco e si appresta a farlo anche con la giustizia. Lanfranco Cirillo, imprenditore di Treviso, per anni residente a Vittorio Veneto, trapiantato a Brescia, cittadino russo e ribattezzato “l’architetto di Putin” per la vicinanza con lo zar, ha ufficialmente pagato all'agenzia delle Entrate quasi 20 milioni di euro, contestati dall'autorità giudiziaria italiana. I suoi legali hanno presen-

Il Quindicinale 20 | Giovedì 25 aprile 2024

tato la distinta del versamento nel corso della nuova udienza del processo a Brescia a carico di Cirillo, finito sotto inchiesta per reati fiscali - tra cui estero vestizione e autoriciclaggio - e per un periodo anche ricercato dopo che la Procura di Brescia aveva firmato un mandato di arresto internazionale. Il pagamento al fisco è il più alto mai incassato, da parte di una persona fisica, dalla direzione provinciale

dell'Agenzia delle Entrate di Brescia.

“Con tale pagamento viene definito un contenzioso in cui l'iniziale pretesa del fisco ammontava a oltre 33 milioni" precisa l'avvocato Stefano Lojacono, legale di Cirillo. Cirillo si è sempre proclamato innocente: “Ho accettato l'accordo con l'Agenzia delle Entrate senza ammettere nulla. Unicamente per rispetto delle istituzioni e del mio Paese di origine e per non diventare io stesso un ostacolo alla potenziale ripresa delle relazioni tra Italia e Russia”, ha detto recentemente. Il processo bresciano - al quale Cirillo non ha mai partecipato fisicamente - è stato aggiornato perché i suoi legali stanno trovando un accordo con il pm Erica Battaglia per il patteggiamento.

Lo stesso Pubblico ministero bresciano ha depositato al Tribunale un'istanza, concordando con la difesa, in cui viene richiesto il dissequestro di beni di Cirillo per 138 milioni di euro sui 141 milioni sequestrati nell'agosto del 2022.

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Perdonanze: strada chiusa Il maltempo ha lasciato il segno tra le colline di Ceneda e della Val dei Fiori, già fragili

L

a pioggia caduta ai primi di aprile ha minato il territorio collinare tra Ceneda e la Val dei Fiori già notoriamente fragile. E in località Perdonanze un’altra frana è partita, interessando un tratto di strada. Il manto in asfalto di via delle Perdonanze si è fessurato in più punti, fessure che via via, pioggia dopo pioggia, si sono aperte, creando dei profondi solchi che rendono ora impraticabile la strada. La polizia locale di Vittorio Veneto ha emesso l’ordinanza di chiusura al transito della via, nel tratto interessato dallo smottamento. Non ci sono case isolate, perché raggiungibili da altre vie, ma il disagio per chi risiede in questa zona c’è. «Quella che si è attivata in via delle Perdonanze è una frana nuova su una zona che sappiamo essere fragile – testimonia il vicesindaco

Vittorio Veneto. Mirella Balliana si è recata in sopralluogo alla zona della frana dove ha incontrato alcuni residenti che scendevano a piedi. Lamentavano che le altre vie di accesso, diversamente da quanto dichiarato dal comandante dei vigili, erano percorribili solo con un fuoristrada a causa della profondità delle buche. La candidata sindaco ha dichiarato che “la frana sta recando grossi disagi alle famiglie che vivono al di sopra del cedimento del terreno. Il nostro territorio è tanto prezioso quanto fragile.

Per questo ingenti risorse devono essere riservate alla manutenzione e al ripristino del territorio ferito”.

Gianluca Posocco -. Abbiamo provveduto ad una prima messa in sicurezza posizionando i cartelli di pericolo e ora valuteremo che tipo di intervento fare. Di recente si era già verificata una frana sulla strada sottostante e il privato era intervenuto per sistemarla.

Ora, poco lontano, questo nuovo cedimento». Gli operai comunali hanno provveduto a delimitare con i cartelli l’area interessata dalla voragine e c’è stato un sopralluogo da parte dei tecnici dell’ufficio strade. Il comandante della polizia locale Ezio Camerin: «Le abitazioni sono comunque raggiungibili da via San Mor o da Tarzo, altre strade di accesso» . Il

tratto interessato dal cedimento è lungo una decina di metri.

«Finora – aggiunge Posocco – il nostro territorio aveva retto bene. Ma il nostro è un territorio fragile, non a caso avevamo partecipato al bando Pnrr che ci consentirà ora di mettere in sicurezza una dozzina di frane, la maggior parte in Val dei Fiori, anche in un’ottica preventiva».

Al comando di polizia locale è arrivata anche una segnalazione per uno smottamento in via Col di Stella.

Risolta invece la criticità che nelle settimane scorse aveva interessato via della Val dei Fiori, con terreno franato sulla strada. Claudia Borsoi

La frana sulla strada delle Perdonanze

La libertà irrinunciabile di Pertini

I

l 25 aprile 1974 Sandro Pertini, all’epoca presidente della Camera dei deputati, partecipa a Vittorio Veneto alle celebrazioni per il 29° anniversario della Liberazione. Ex partigiano, decorato di Medaglia d’oro alla Resistenza, nel suo discorso ufficiale esalta i valori della libertà fino al punto da affermare: “Se si offrisse a me, orgoglioso socialista da 55 anni, la più grande delle riforme sociali a cui aspiro, a prezzo della libertà, rinuncerei”. E aggiunge: “L’insegnamento che mi guida è questo: io combatto l’idea dei miei avversari politici, ma sono disposto a dare la mia vita perché anch’essi possano esprimere liberamente il loro pensiero”. Infine, un appello: “Nelle scuole si dovrebbe insegnare l’antifascismo per far capire ai giovani cosa significa la perdita della libertà”.

CINQUANTA ANNI FA a cura di Ido Da Ros

Giovedì 25 aprile 2024 | 21 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE A fuoco il fienile Colle Umberto. Nella serata dell’8 aprile scorso un fienile adiacente a una casa colonica disabitata in Borgo Concie è stato parzialmente distrutto da un incendio.

Il rogo è stato segnalato poco dopo le 19 da alcuni residenti che hanno notato una nube di fumo, richiedendo immediatamente l'intervento dei vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuti mezzi provenienti da Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Secondo le prime ipotesi degli investigatori, le fiamme sarebbero il risultato di un gesto doloso, con un gruppo di ragazzini avvistati poco prima delle fiamme. I carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto stanno attualmente conducendo le indagini su questo caso, che si inserisce in un contesto di atti vandalici già perpetrati nella zona. Fortunatamente, il tempestivo allarme ha impedito che le fiamme si estendessero alla casa colonica adiacente, grazie all’intervento rapido dei vigili del fuoco.

Addio a Massimo Somera

Rebecca d’argento

Cappella Maggiore. Stroncato da un infarto a soli 53 anni: Massimo Somera è morto nella sua abitazione in paese. La prematura scomparsa di Somera, che era molto apprezzato in paese, ha gettato nello sconforto l’intera comunità. Originario di Santo Stefano di Cordignano, nei primi anni Duemila aveva gestito il Bar Centrale a Fregona. In passato aveva fatto il carpentiere in cantieri sparsi in tutto il mondo, e per 11 anni aveva lavorato ad Addis Abeba in Etiopia. Tre anni fa era rientrato in Italia e aveva trovato lavoro presso un’azienda edile della zona.

Lascia la moglie e quattro figlie.

Vittorio Veneto. Inizia con un altro podio tricolore la stagione del triathlon per Silca Ultralite Vittorio Veneto.

Domenica 7 aprile, a Triuggio (MB), Rebecca Gava si è infatti messa al collo l’argento nel duathlon cross, categoria junior. Seppur appartenente a una classe d’età inferiore (Youth B), la sedicenne di Carpesica è riuscita a salire sul podio del triathlon che si corre con la mountain bike (invece che con la bici da strada) e nei sentieri (offroad invece che strada). In questa specialità, da quest’anno, Youth B e Junior gareggiano insieme. Un prova dunque che l’ha vista confrontarsi anche con atlete di tre anni più grandi di lei. La portacolori di Silca Ultralite ha concluso la sua prova (corsa, mtb, corsa) in 47’14’’, preceduta soltanto da Giulia Bergamin (Team Brianza) e lasciandosi alle spalle Sveva Parisi (DDS).

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Giovedì 25 aprile 2024 | 23 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Un campo nuovissimo. E a prova di calci Ultimati i lavori di rifacimento del manto sintetico del campo da calcetto

Il nuovo campo da calcetto sintetico a Cordignano

CORDIGNANO. Sono stati ultimati i lavori di rifacimento del manto sintetico del campo da calcetto di Cordignano. I lavori, iniziati il 21 febbraio, si erano resi necessari a causa del deterioramento del manto, realizzato nel 2009. Il costo complessivo dell’operazione è stato di 130mila euro, 40 dei quali finanziati grazie a un contributo della Regione del Veneto e

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Il Quindicinale 24 | Giovedì 25 aprile 2024

il resto con risorse comunali utilizzando i dividendi di Asco Holding Spa. “Il nuovo manto sintetico è più evoluto da un punto di vista tecnico rispetto al precedente. L’auspicio è che la sua durata sia altrettanto lunga”, spiega l’assessore allo Sport Mauro Fael, che sottolinea l’importanza dell’operazione soprattutto per i bambini e i ragazzi. “La struttura viene utilizzata

principalmente dal settore giovanile del Calcio Cordignano, che conta tra i suoi tesserati un centinaio di ragazzi. Sul campo sintetico si allenano le squadre giovanili dai cinque anni in su: primi calci, piccoli amici e pulcini”. Il sindaco Roberto Campagna: “Il rifacimento del campo sintetico da calcetto era atteso da tempo. Ora i nostri ragazzi possono tornare a giocare in condizioni ottimali. A conclusione dei lavori rimango stupito nel vedere che nei comuni del Friuli-Venezia Giulia, anche a noi vicini, interventi simili negli impianti sportivi sono interamente finanziati dalla Regione. Le vistose differenze di risorse a disposizione degli enti locali, appartenenti a regioni a statuto speciale, non sono né comprensibili né giustificabili”.

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VITTORIO VENETO E VITTORIESE Alvina, naufraga sull’Isola

COLLE UMBERTO. Una collumbertese all’Isola dei Famosi: la contessa Alvina Verecondi Scortecci è uno dei protagonisti del noto reality di Canale 5 appena iniziato. La 34enne è un avvocato penalista e vive a Colle Umberto, dove gestisce insieme alla madre una struttura ricettiva, la villa nobiliare di famiglia. Alvina si è laureata in Giurisprudenza a Padova, e dopo gli studi ha vissuto a New York. Oggi collabora con un marchio di moda a Milano. Il programma è condotto da Vladimir Luxuria.

Il consiglio dei ragazzi

L’incontro fra i due Consigli per una maggior unità di operato CAPPELLA MAGGIORE. Ecco i ragazzi del Consiglio comunale dei ragazzi (Ccr) di Cappella Maggiore, accolti in municipio in occasione del Consiglio comunale del 22 marzo scorso. Fanno parte del CCr in qualità di consiglieri Gabriele Favero, Andrea Bit, Andrea Piccin, Marco Cancian, Declan Moku Viyof, e Sara Martinelli. Giulia Palù è sindaco. Massimo Zanette è vicesindaco. La Giunta è così composta: l’assessorato alla Gentilezza è stato attribuito a Sofia Zarpellon, l’assessorato all’Educazione stradale e ambiente a Melissa

Zanette, l’assessorato al Tempo libero, sport e spettacolo a Nicole Casagrande e l’assessorato alle Attività culturali e riscoperta della storia e delle tradizioni del paese a Valentina Pasin.

Nel corso del Consiglio comunale il Ccr ha presentato il programma di mandato 2024. “Ritengo importante – dichiara il sindaco Mariarosa Barazza - promuovere un legame più stretto tra l’attività dei ragazzi e il Consiglio comunale in una prospettiva di cittadinanza attiva. Ho invitato il nuovo Ccr a presentare nei prossimi mesi delle proposte da realizzare per la comunità, che verranno votate dal Consiglio degli adulti. È un modo per renderli realmente protagonisti, perché le loro idee possano diventare progetti concreti per tutti noi”.

Un momento dell’incontro in municipio fra i due Consigli comunali

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Giovedì 25 aprile 2024 | 25 Il Quindicinale

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

È tempo di Torchiato Dal 3 maggio la 48esima edizione della mostra

Convivialità in una Mostra del Torchiato

FREGONA. Il Torchiato di Fregona docg e i vini rossi e passiti dei Colli di Conegliano docg, insieme ai bianchi nostrani, sono i protagonisti della 48a edizione della mostra dedicata alle eccellenze enologiche di questa terra in programma al Centro di appassimento di Osigo, sede della Cantina produttori di Fregona, dal 3 al 19 maggio.

«La manifestazione è un momento di condivisione e di socializzazione della nostra comunità, ma è anche l’impegno a presentare ai visitatori il no-

Il Quindicinale 26 | Giovedì 25 aprile 2024

stro gioiello, il Torchiato di Fregona, e gli altri vini da degustare in abbinata a gustosi piatti e cicchetti – sottolineano il sindaco di Fregona Patrizio Chies, Alessandro Salatin presidente della Cantina produttori del Torchiato e Francesca Bertolin, presidente della Pro Loco di Fregona -. Il programma è molto ricco e in collegamento con il progetto “Il turismo delle radici” racconteremo l’emigrazione di Fregona con un’emozionante mostra fotografica, che sarà inaugurata

il 5 maggio alle 11, curata da Michela Pizzol Giacomini».

La cerimonia di inaugurazione della mostra del Torchiato si terrà venerdì 3 maggio alle 18. Poi il ricco programma (www.prolocofregona.it) che scandirà tre fine settimana.

Tra gli eventi visite guidate alla cantina per scoprire i segreti della produzione del Torchiato docg, degustazioni guidate, approfondimenti sui vini e vitigni, escursioni guidate sul territorio alla scoperta del sentiero del Torchiato e del laghetto Madruc (il 12 maggio dalle 9.30), la riscoperta di antichi sapori e molto altro.

Tra gli eventi collaterali alla mostra sabato 18 maggio si terrà la cicloscalata del Torchiato, una pedalata ecosostenibile da Fregona al Cansiglio (www.dolomitiprealpi.it) con partenza da via Vittorio Veneto (in caso di pioggia il 19 maggio).

VITTORIO VENETO E VITTORIESE

Grotte per tutti

Dopo le mappe tattili arrivano i visori per la realtà virtuale FREGONA. Prima le mappe tattili per guidare nella visita al parco delle Grotte del Caglieron le persone ipovedenti o cieche. Ora i visori, per permettere un accesso virtuale al sito naturalistico alle persone con difficoltà di deambulazione o in sedia a rotelle. Novità di primavera alle grotte, così da abbattere ogni barriera e rendere il sito accessibile a tutti. «In un parco tematico-didattico come il nostro il concetto di imparare visitando è importante e il fatto che non fosse accessibile a tutti era un grosso handicap, che prima con le mappe tattili, ora con i visori, viene superato» sottolinea Francesca Bertolin presidente della Pro Loco di Fregona, associazione che gestisce per conto del comune il sito naturalistico. Una problematica emersa in questi anni, con persone con difficoltà di deambulazione costrette ad attendere il resto del gruppo al centro visite.

O quelle ipovedenti che non potevano approfondire le bellezze delle grotte.

Ora, chi prima non poteva percorrere le passerelle o addentrarsi nella forra, può comunque visitare le grotte indossando un visore ed impugnando due joystick per una visita alternativa ma comunque affascinante e realistica.

«Ci sono numerose persone con disabilità motoria o anziani che chiamano per sapere se le grotte sono accessibili e a queste, fino a fine marzo, abbiamo sempre detto di no – testimonia Bertolin -.

Altre arrivavano ed erano costrette ad aspettare il resto del gruppo al centro visite. E a noi tutto questo dispiaceva.

Da qui il progetto dei visori. Ne abbiamo acquistati due, che consentono virtualmente anche a queste persone di poter visitare le grotte in una modalità immersiva. Il virtual tour è abbinato a 20 audioguide, tradotte in sei lingue».

Oltre all’italiano, ci sono l’inglese, poi tedesco, spagnolo, francese, cinese e polacco. «Abbiamo scelto tra le lingue dell’Est Europa il polacco perché dalla Polonia arrivano molti visitatori attratti dalla grotta della Madonna» spiega la

presidente. Il virtual tour è caricato anche online sul sito www.prolocofregona.it ed abbinato ad una caccia al tesoro virtuale. «L’obiettivo è attrarre nuovi visitatori anche dall’estero.

Collegandosi al sito, è possibile partecipare a questa caccia al tesoro e, scoprendo la salamandra nascosta, raccogliere punti che si tramutano poi in premi, scontistiche sui servizi offerti nel nostro parco o nelle strutture del territorio» conclude Bertolin. Claudia Borsoi

Il visore per l’accesso virtuale alle grotte del Caglieron In alto a sinistra: visitatori alle grotte

Giovedì 25 aprile 2024 | 27 Il Quindicinale

CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Come sono cambiate le colline di

I colli di Conegliano con il castello e sullo sfondo il Col Visentin a sinistra e il Monte Pizzoc a destra

La designazione delle colline del prosecco come Patrimonio dell’Umanità UNESCO è solamente la fase finale di un lungo percorso, ambientale, storico e sociale, iniziato molti anni fa. Ma cosa è mutato sensibilmente, giorno dopo giorno, sotto i nostri occhi?

di Michele Zanchetta

Q

uando ero bambino mi raccontava mio nonno Luigi, nato nel 1907, che a partire dagli anni Trenta del Novecento si vedevano giungere in treno a Conegliano dalle città della pianura gli escursionisti.

Vestiti di calzoni alla zuava e scarponi da montagna, camicia e zaino, affrontavano il giro della Guizza, una delle tradizionali passeggiate attraverso le Il Quindicinale 28 | Giovedì 25 aprile 2024

colline di Conegliano. Certo, molto è cambiato nel tempo, a partire dagli anni Settanta le persone hanno iniziato a praticare il podismo e il jogging per diletto, scoprendo un patrimonio naturale appena alle spalle della città.

In effetti, se osserviamo la forma della città del Cima dal satellite, notiamo che l’abitato si sviluppa sinuosamente ai piedi delle colline, lambendo e risalendo i versanti dei rilievi, lasciando alla zona pianeggiante buona parte delle aree industriali e commerciali.

Ma come erano un tempo le colline?

Dalla cronache passate, sappiamo che fino all’Ottocento buona parte erano coperte di fitti boschi, che iniziarono a calare in estensione con l’avanzare delle colture della vite e dell’olivo.

Il nostro territorio, grazie al suo clima mite, è favorevole a queste due tipologie di piante, infatti, ne troviamo traccia sin dal medioevo.

In passato si trovavano molti filari di gelso, essendo un albero molto generoso dal quale si ricavavano nutrimenti per i “cavalier”, le larve che sarebbero diventate i bozzoli dai quali ricavare la seta, legna da ardere e per fare strumenti, rami flessibili per costruire ceste e frutta ad alto contenuto di vitamine. Un altro albero, non autoctono ma che ha trovato un grande sviluppo nel nostro territorio per la sua grande capacità calorifera, sino a diventare infestante, è la robinia, chiamata popolarmente acacia o cassia.

Se andiamo in collina, noteremo che gli edifici più antichi sono chiese e palazzi padronali, ovvero luoghi di

villeggiatura dei nobili dai quali amministravano le proprie terre. Questi edifici fanno parte del patrimonio delle Ville Venete, che compaiono nelle Venezie a partire dalla seconda metà del Cinquecento e giungono sino al nostro tempo, con notevoli variazioni architettoniche. Questi palazzi sono sempre in luoghi rialzati dalla piana, possibilmente rivolti a sud e lontano dai boschi; piuttosto, nelle loro vicinanze c’erano coltivazioni e prati per le mandrie, ad affermare che la ricchezza arriva a seguito del lavoro. Il palazzo aveva spesso degli edifici di servizio, dove vivevano i lavoratori, e tutt’attorno si potevano vedere le classiche case coloniche che si intervallavano a distanze regolari, per poter dividere la forza lavoro nei campi.

A partire dalla metà del Novecento, anche in seguito alla crisi del mercato della seta e alla crescita delle fabbriche urbane, si rese necessario uno spostamento della forza lavoro dalla campagna alla città. Moltissimi contadini e le loro famiglie abbandonarono la casa natale, dove per generazione erano vissuti, per abitare nei nuovi palazzi cittadini, circondati dalla modernità.

Avvenne qui il primo passo verso il cambiamento, con l’abbandono delle case rurali, sino a ridursi a ruderi, e lo spopolamento della campagna.

Contemporaneamente, però, anche l’agricoltura si spinse verso il cambiamento, la meccanizzazione portò alla possibilità di lavorare molta più terra per lavoratore rispetto al passato, permettendo così il passo verso la defini-

CONEGLIANO E CONEGLIANESE

Conegliano tiva agricoltura industrializzata.

Bonifiche di valli paludose, sbancamenti per rendere coltivabile un suolo, spostamenti di torrenti dove non avrebbero provocato erosione di suolo, nel volgere di pochi decenni la collina dell’Altotrevigiano è cambiata radicalmente, come in molte altre zone d’Italia, dove le nuove generazioni di agricoltori hanno investito in progetti di cambiamento, per un’intensificazione e un miglioramento dei prodotti.

Laddove un tempo si costruivano i terrazzamenti a mano, con la sola forza di pala e piccone, impiegandoci mesi, ora con le ruspe e gli altri mezzi di movimentazione terra in pochi giorni si può portare a coltura un colle, magari ricalcando proprio tracce di vecchi ripiani, abbandonati da decenni. Ma per salvaguardare tali investimenti, anche a causa del cambiamento climatico in atto, che porta a improvvise bombe d’acqua intervallate da lunghi periodi di siccità, tanto da spingere i meteorologi a parlare di “clima monsonico”, le colture collinari vengono salvaguardate dall’erosione con ampi canali di scolo, che portano verso valle velocemente l’acqua caduta. Quindi se un tempo ci volevano ore prima che l’acqua della pioggia arrivasse a valle, ora in pochi minuti gli scoli convogliano in fondovalle ingrossando i torrenti, che purtroppo talvolta non hanno argini adatti alle necessità di contenimento.

Ma il cambiamento degli ultimi anni ha portato anche alla scomparsa di molti boschetti collinari, dove trovavano riparo insetti e animali necessari al completo ciclo naturale, per essere sostituiti da colture intensive e più redditizie. Il vino, in particolare il prosecco, ma anche produzioni di verdiso o ricercati vigneti di rosso delle colline, per aumentare il livello qualitativo e di offerta sempre più ampio, da un territorio fortemente versatile.

Negli ultimi trent’anni, però, si è visto anche il ricorso ad un altro tipo di recupero, quello delle vecchie case, che nel volgere di poco tempo sono state trasformate in abitazioni di villeggiatura per il fine settimana e centri di soggiorno, molto ambiti dai turisti cittadini che qui trovano un rifugio tranquillo e vicino a casa, immersi nel verde delle dolci colline.

I colli nella zona di Ogliano

Una carraia verso il Colnù

Coltivazioni a vigneti sui colli coneglianesi

Giovedì 25 aprile 2024 | 29 Il Quindicinale

CONEGLIANO E CONEGLIANESE

“Il segretario si dimetta” Il duro affondo della consigliera Di Gaspero.

Matera: “Sgomento di fronte a questi attacchi” A destra: Francesca Di Gaspero e Michele Matera

T

erremoto in casa Pd. Gli attacchi frontali tra gli esponenti dem hanno riempito le pagine social, e all'interno del partito è esplosa una crisi senza precedenti. Francesca Di Gaspero, finita al centro delle polemiche per le dichiarazioni fatte durante un consiglio comunale: al Pd non erano andati giù i termini usati da Di Gaspero per parlare della presenza alle manifestazioni antifasciste (“timbrare il cartellino”) e per criticare la linea politica seguita dai dem dopo il “patto elettorale” per l’elezione del sindaco Chies.

Come reazione Di Gaspero ha chiesto le dimissioni del segretario Michele Matera. “In questi due anni ho occupato lo spazio di centro sinistra da sola, solo ed esclusivamente per il bene del partito – dichiara l’ex candidata sindaco -. Spesso l’ho dovuto fare in contrasto con la segreteria, che è troppo attenta a non disturbare la maggioranza

Il Quindicinale 30 | Giovedì 25 aprile 2024

di governo della città. Parliamo della sostanza: mi aspetto che il segretario voglia trarre le conseguenze di quanto è accaduto e sta accadendo. In questi casi le dimissioni sono un atto di rispetto verso la comunità che ci ha votato. Mi auguro che il segretario voglia restituire lo scettro del comando, visti i risultati sin qui ottenuti, che si possa cambiare linea politica per tornare a fare assieme una vera opposizione e così tentare di superare questo imbarazzante momento per il partito. Solo allora il Pd potrà tornare a fare vera opposizione e rappresentare gli elettori con scelte politiche di campo”.

Matera, segretario del circolo di Conegliano, ha replicato con una lunga lettera pubblicata sul proprio profilo Facebook. “Da uomo di par-

tito avrei voluto dirti queste parole di persona – scrive -. Mi vedo tuttavia costretto a farlo pubblicamente, non incontrandoti mai a nessun appuntamento. Sei componente del direttivo del Partito Democratico Conegliano, ma non hai mai ritenuto di partecipare alle riunioni per condividere la tua idea di città e le tue attività di consigliera comunale. Resto sgomento di fronte agli attacchi che a mezzo stampa e sui social, quasi quotidianamente, rivolgi al Partito a cui sei iscritta e alla presidente del consiglio comunale Isabella Gianelloni. Se ritieni il PD ancora casa tua, ti rinnovo l’invito al dialogo. Se tuttavia continuerai a vedere in Lega e Fratelli d’Italia i tuoi punti di riferimento, credo sia giusto che le nostre strade si dividano”. Roberto Silvestrin

CONEGLIANO E CONEGLIANESE Addio a Antonio Carpenè

Insegue il ladro col coltello Rubati 40 euro dalla cassa. Il titolare: “Ho preso la prima cosa che avevo sottomano, poi mi sono fermato in tempo. Ma per noi negozianti così è dura”

F Conegliano. È mancato all'età di ottantasette anni, dopo una breve malattia, Antonio Carpené, molto conosciuto negli ambienti parrocchiali di Conegliano per il suo impegno sociale. Per oltre vent'anni Antonio è stato infatti attivo nella parrocchia dei Santi Martino e Rosa come volontario della Caritas. Era parte del gruppo che, verso gli inizi degli anni Duemila, prese in mano il banco alimentare facendo la spola tra Conegliano e Udine per aiutare un centinaio di famiglie della zona.

Tra i volontari di questo gruppo, oltre a Antonio, la moglie Narcisa, Giulietta Perin, Isella Zamara e Marialuisa Barnabò. Oggi gli amici lo ricordano come una persona di grande generosità e disponibilità, molto operoso assieme alla moglie nella gestione del banco.

Oltre alla moglie Narcisa, Antonio lascia i figli Alberto, Rinaldo, Stefano, i nipoti Alvise, Leone e Michelangelo, il fratello e la sorella.

urto in macelleria, il titolare afferra un coltello per inseguirlo ma si ferma in tempo. Il 2 aprile scorso un giovane ha compiuto un furto nella Macelleria “Le Mannaie” di Dario Scrinzi, situata nella centralissima via Cavour di Conegliano. Il giovane aveva notato l’assenza temporanea del titolare, che però si trovava sul retro.

Il malvivente ha infilato le mani nella cassa del negozio e ha rubato la somma di quaranta euro. Il furto è stato documentato da un video di sorveglianza, il quale mostra il giovane mentre si avvicina alla cassa durante le pulizie effettuate da Dario Scrinzi.

Il titolare ha notato la presenza del ladro e, agendo d'istinto, ha afferrato un coltello dal manico giallo e ha inseguito il giovane che si è allontanato verso il Biscione.

“Il giovanissimo è riuscito a scappare - ha dichiarato poi Scrinzi - per fortuna mia e sua”. Dario Scrinzi ha descritto il giovane come un individuo di meno di diciotto anni, indossante una felpa grigia con cappuccio, ma ha sottolineato di non averlo mai visto prima nel suo negozio o nei dintorni.

Dopo la denuncia al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Conegliano, gli agenti sono al lavoro per identificare e arrestare il colpevole. “A me era capitato un furto quattro anni fa. Ma questi fatti, tra i negozianti della città, sono all’ordine del giorno. La Polizia e le forze dell’ordine fanno il loro lavoro. Il problema è che se la giustizia italiana, una volta presi, non prende provvedimenti contro questi individui il rischio che il reato si ripeta è dietro l’angolo” ha concluso il titolare della macelleria.

L’ultimo saluto a Ennio Speranza Orsago. Orsago piange Ennio Speranza, noto maestro gelatiere e insegnante. Si è spento a 73 anni a causa di un infarto. Aveva iniziato la propria carriera lavorativa ad Hannover, in Germania, nel 1974. Lì aveva lavorato nella gelateria dei cugini. Successivamente aveva gestito per sei anni una gelateria a Saarbrucken. Era quindi tornato in Italia e aveva rilevato la gelateria Nettuno a Conegliano. Qualche anno dopo aveva creato il proprio brand, “Re del Gelato”, e aveva lanciato una gelateria a Lignano. Si era quindi trasferito con la sua attività prima a Treviso e poi a Trevignano. Alla fine aveva aperto il suo “Re del Gelato” a Bibione. Dopo aver raggiunto il traguardo della pensione, si era dedicato all’insegnamento: aveva insegnato la professione di gelatiere a Pordenone e a Treviso. Lascia la moglie e due figli.

Giovedì 25 aprile 2024 | 31 Il Quindicinale

CONEGLIANO E CONEGLIANESE

La “rivoluzione” del calcio locale Mirko Da Dalt lancia Navigoal, un software innovativo

Mirko Da Dalt

SAN VENDEMIANO. L’algoritmo sbarca nel mondo del calcio locale.

L’intuizione è di Mirko Da Dalt, impiegato con la passione per il calcio e la match analysis che ha recentemente lanciato Navigoal, un applicativo dedicato all’analisi “scientifica” delle

Il Quindicinale 32 | Giovedì 25 aprile 2024

partite, delle classifiche e delle intere stagioni delle squadre di calcio locali.

“Ci sono applicativi simili nel mondo professionistico, ma si tratta di software molto più complessi e dotati di altre funzionalità - spiega Da Dalt -.

Navigoal si rivolge invece al mondo del calcio dilettantistico”. Il software, che si basa su un archivio di dati di oltre dieci anni, fornisce proiezioni precise e indica le probabilità di successo della squadra.

Il nuovo applicativo, infatti, “conosce” tutti i dati relativi ai campionati locali dell’ultimo decennio, e in base ad andamenti, risultati, classifiche e numeri del presente e del passato è in grado di fare previsioni azzeccate. “Navigoal può calcolare il numero di gol di cui hai bisogno per vincere il campionato, per salvarti o per raggiungere un certo risultato – aggiunge l’ideatore del sito -. In base alle statistiche passate del tuo girone e ai

risultati che stai ottenendo, puoi anche prevedere la tua posizione nella classifica finale. Questa funzione permette di eliminare la parte emotiva delle scelte, che possono essere influenzate da una serie di vittorie o di sconfitte consecutive”.

Per quanto riguarda la programmazione web, Da Dalt si è avvalso dell’aiuto di un professionista, Floriano Tomasi. Per la parte grafica, invece, è stato aiutato dall’amico Emanuele Canzian. Il sito, che richiede il pagamento di un abbonamento, è stato lanciato ufficialmente ai primi di aprile. “Il software può essere utilizzato anche dai giocatori, che si possono basare sui dati per fare delle valutazioni oggettive sul loro percorso e su quello della squadra – conclude il 35enne -. Gli allenatori potranno invece ponderare le scelte dei giocatori basandosi sui numeri forniti da Navigoal”. Da Dalt è partito dalla Promozione ed è arrivato a collaborare con il settore giovanile del LaneRossi Vicenza. Oggi ricopre il ruolo di match analyst in una squadra di serie D. Roberto Silvestrin

CONEGLIANO E CONEGLIANESE Maggio Dantesco Conegliano. E’ tempo di “Maggio Dantesco”, organizzato dal Gruppo “Amici di Dante”. Il programma prevede cinque incontri che si svolgeranno ogni giovedì alle ore 17:30, nella sala attigua all’auditorium “Dina Orsi” (via Einaudi, 136). Il calendario: 2maggio, prof.

Lamberto Salvador (già del liceo di Conegliano), lettura e commento del Canto III del Paradiso; 9 maggio, dott. Maurizio Mellini (dell’univ. pop. di Belluno), lettura e commento del Canto XXX del Paradiso); 16 maggio, conferenza del prof. Giuseppe Ledda (dell’univ. stat. di Bologna) su Dante e il bestiario medievale; 23 maggio, conferenza del prof. Roberto Durighetto (dell’i.t.c. “Riccati” di Treviso) su Il simbolo della Rosa nel Paradiso dantesco; 30 maggio, conferenza del prof. Vincenzo Dell’Utri (già del liceo di Sacile) su Astronomia e mitologia nella Divina Commedia e lettura/recita di versi danteschi da parte dei soci. L’ingresso è libero e gratuito.

Conegliano immersiva

Una nuova esperienza dedicata ai turisti.

Ma non solo

P

alazzo Sarcinelli, nell’ex sede dell’ufficio Iat, si arricchirà a breve di una nuova esperienza dedicata ai turisti (ma non solo): una sala immersiva, la prima nella provincia di Treviso. I visitatori avranno l’opportu-

nità di addentrarsi in scenari realistici che permetteranno di conoscere la città, di cercare curiosità sui siti culturali ed artistici, ma anche sulle colline del Prosecco Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un modo di approcciarsi al visitatore, un modo moderno per avvicinarsi e conoscere Conegliano, un tour a 360° della storia e della “vita” del nostro territorio. Il costo complessivo sarà di circa 100mila euro, e verrà realizzata dalla società coneglianese Neiko.

Il render della sala immersiva che troverà posto all’ex sede IAT, a Palazzo Sarcinelli

Giovedì 25 aprile 2024 | 33 Il Quindicinale

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Il mio amore per Leonardo Giacomo Covolan ridà vita – anche in 3D – ai disegni di Leonardo da Vinci. Ogni modello racchiude un insegnamento, ogni pezzo un significato: andare avanti (e non pensare ai soldi)

di Tiziana Benincà

Girolamo Covolan

A

ncor oggi Leonardo Da Vinci è fonte d’ispirazione, basta saper “ascoltare” i suoi disegni e così Girolamo Covolan, ex professore di educazione tecnica delle medie, ha iniziato a dar loro vita creando modellini in legno e cartone.

Tutto è iniziato circa 30 anni fa con un collega, il professor Pilat, che l’ha avvicinato a questo artista per creare dei laboratori per ragazzi nel tempo prolungato “Ho sempre avuto piacere far lavorare i ragazzi e Leonardo mi ha dato la base con cui dialogare con me stesso e con gli altri. Ho iniziato così a fare cose che non avrei mai pensato e a capire che non è mai troppo tardi e che

Il Quindicinale 34 | Giovedì 25 aprile 2024

ognuno ha i propri talenti”.

La fiamma che ha acceso maggiormente questa idea è stata la frase che il padre gli ha detto in un momento molto difficile della sua vita “Girolamo, lascia stare i soldi e fai qualcosa per i tuoi studenti. Così ho fatto ed ho iniziato a vedere il mondo a colori.

Nei momenti di crisi fare qualcosa per qualcuno senza scopi economici, apre le porte sia agli altri che a se stessi.

Ho imparato a disegnare con Cad e dai disegni di Leonardo ho estrapolato dei modellini in legno o in cartone per realizzare i laboratori con i ragazzi” spiega Girolamo.

Per farli partire inizialmente aveva

contattato la biblioteca di Vittorio Veneto, proponendosi come insegnante di laboratori per traforo; da lì è stato un crescendo, tanto che oggi Girolamo ha realizzato ben 50 macchine di Leonardo.

“Ora abito a Tovena, ma sono originario di Mosnigo e con un mio amico d’infanzia organizziamo anche mostre: non andiamo per soldi, a noi basta divertirci e pagarci le spese. Sono in pensione dal 2008 e da lì è stato un crescendo di energia e sono gli altri che mi danno la forza. Riuscire a progettare qualcosa che stia in piedi e che sia realizzabile dai ragazzi stimola il cervello, non sarei in grado di fare quello che faccio senza il prossimo.

Nel 2014 mi sono recato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano che conserva i codici originali di Leonardo e lì ho conosciuto l’organizzatore di una mostra itinerante che mi ha comprato 20 macchine grandi in legno che hanno accompagnato a Singapore e Pechino i disegni del Maestro”.

Girolamo con estrema umiltà racconta “A scuola non sono stato bravo fino ai 14 anni, allora mio padre mi ha proposto – vedendo che la scuola non mi piaceva – di andare a lavorare per un periodo. Così ho fatto: per 25 giorni come manovale, ho fatto fatica e ho imparato a superare la vergogna, visto che fino ad allora io non provavo per

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

paura di sbagliare. Ho capito che non è importante ciò che si sa, ma l’impegno che ci si mette nel fare le cose. Provare a fare fatica usando le mani aiuta, è fondamentale per credere in noi stessi e nelle nostre capacità, significa valorizzare noi stessi ed è questa mia scoperta che voglio comunicare ai giovani; voglio che scoprano quanto valgono. Io ho sempre cercato di trovare i loro talenti e nei laboratori anche le persone emarginate hanno modo di valorizzarsi”.

Girolamo non si è limitato a dare vita ai disegni, ma con l’aiuto della figlia Chiara ha dato vita anche a due libri: Le macchine di Leonardo Da Vinci, la catapulta, la balestra e le macchine volanti che sono stati tradotti in 12 lingue e venduti in tutto il mondo con modellino incluso da realizzare.

Per questo successo i pezzi sono stati prodotti in Cina, ma Girolamo voleva qualcosa tutto Made in Italy e così ha deciso di contattare diversi fornitori veneti ed ha dato vita – con un lavoro di due anni - al puzzle in 3D dell’Uomo Vitruviano: una confezione elegante contenente non solo le istruzioni per il montaggio, ma anche i significati dei singoli pezzi che vanno ben oltre la pura attività. Il problema? Riuscire a farli conoscere per venderli, anche se non vuole pensare ai soldi, perché altrimenti cambierebbe tutta la sua filosofia e non vuole tradire ciò che ha fatto finora.

Anche la macchina che lui chiama

“del moto perpetuo” ha richiesto molto impegno: un anno per capire come realizzare una vite in cartone; una vite azionata dal movimento del ragazzo che – come il sole - dà energia al gioco e quindi alla vita.

“Faccio fatica a tener conto di tutto quello che faccio, mi piace giocare e quando le mani lavorano danno tanta soddisfazione. Ho conosciuto tante persone che mi hanno insegnato tante cose e quello che voglio che i ragazzi capiscano, è che il cervello si consuma se non lo si usa. Bisogna dare valore a quello che facciamo, non dobbiamo buttarci via, ma bisogna sbagliare per crescere: non serve vergognarsi, perché nell’errore ci si aiuta. Leonardo ne faceva tanti, anche

volutamente. Grazie agli errori si scoprono altri mondi; un errore superato è una conquista.

Gli altri e credere in se stessi, sono fondamentali per fare meno errori; quando si è contenti di sé si diventa un pianeta capace di attrarre e di essere attratti.

Alla fine dei laboratori i ragazzi scartati mi vengono ad abbracciare, perché capiscono che tutti hanno un valore e dietro ogni macchina c’è un messaggio che tutti recepiscono”.

Perito meccanico e laureato in statistica, Girolamo ha messo in atto tutte le sue competenze per riuscire ad ottenere una costruzione facile da realizzare.

Oggi, a 76 anni, la passione è ancora viva dentro di lui, capace di muoverlo verso nuove idee, nuovi progetti, come ad esempio un libro che è in lavorazione, visto che è capace d’inventare una favola per ogni invenzione concretizzata.

“Leonardo, senza mamma, ha trovato la mamma nella natura e la natura è quella che gli ha dato la forza, ma lui voleva comunicare e scoprire, voleva entrare in contatto con le persone. È un artista che evoca emozione, parla senza parlare, ha creato dei disegni dalle proporzioni perfette pur non realizzando fisicamente alcuna invenzione; a me non resta che andare alla ricerca dei suoi disegni.

Sono orgoglioso ora di raccontare la mia storia, perché è una storia di positività: ho imparato che finché siamo vivi, non è mai troppo tardi”.

Alcuni dei modelli realizzati da Girolamo Covolan: si possono costruire a partire dai libri

A lato: uno dei libri realizzati da Chiara e Girolamo Covolan

Giovedì 25 aprile 2024 | 35 Il Quindicinale

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Obiettivo: preservare la bella Combai Maria Vittoria Moro confermata alla presidenza. Traghetterà l’associazione fino alle celebrazioni per l’80a edizione della Festa dei Marroni

Maria Vittoria Moro

COMBAI. La Pro Loco di Combai ha rinnovato le cariche sociali, confermando alla presidenza Maria Vittoria Moro. Sarà un incarico con scadenza a novembre e finalizzato all’organizzazione dell’80a edizione della Festa dei Marroni IGP: “Sono stati ventisei anni bellissimi - afferma Maria Vittoria Moro -, costellati di soddisfazioni.

L’impegno profuso non è mai stato un peso perché sono sempre stata supportata da una squadra meravigliosa e generosa con la quale si sono instaurati rapporti di amicizia e di profonda stima. Il collante? L’amore per Combai, il desiderio di preservare la bellezza della nostra terra e, non ultimo, l’orgo-

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Il Quindicinale 36 | Giovedì 25 aprile 2024

glio di esibirla ai turisti e ai visitatori. È difficile per me tracciare un bilancio, certamente tutto positivo, come l’ultima mostra fotografica allestita lo scorso anno e intitolata Quando i turisti si chiamavano villeggianti, che ha riscosso grande apprezzamento, o i festeggiamenti per il 50° anniversario dalla fondazione”.

Di fronte al desiderio di un ricambio al vertice espresso da Maria Vittoria Moro, il Consiglio ha optato per la continuità, seppur limitata nel tempo, visto l’importante evento di ottobre, che richiederà uno straordinario impegno e particolari energie.

La Festa dei Marroni è infatti l’evento principale per la Pro Loco, il più impegnativo, e mobilita circa 180 volontari. Per i suoi 80 anni sono previsti eventi e festeggiamenti pensati ad hoc.

Maria Vittoria Moro è alla guida della Pro Loco di Combai dal 1998, quando raccolse il testimone da Giovanni Follador, presidente onorario; il Consiglio, nella sua ultima riunione, l’ha convinta a restare alla guida dell’associazione fino a novem-

bre in modo da procedere con l’organizzazione dell’importante traguardo della Festa: “Ho accettato l’impegno con gioia - aggiunge Maria Vittoria Moro -, ma sarà il mio ultimo atto da presidente. Passerò il testimone a una persona più giovane. La Pro Loco ha bisogno di energie nuove. Io continuerò a farne parte e a lavorare… del resto sono entrata nella Pro Loco di Combai da ragazza e non intendo lasciarla”.

La Pro Loco di Combai, fondata nel 1972, conta all’incirca 130 soci iscritti. Il Consiglio Direttivo è composto da: Moro Maria Vittoria (presidente), Martina Zamai e Flavio Brunelli (vice presidenti), Bolzonello Marisa, Buogo Federica, Colmellere Monica, Colmellere Pietro, De Zen Lucio, Favretto Lino Giuseppe, Mattiola Alessandro, Follador Erika, Mattiola Rudi, Stefani David, Stefani Rudy, Zuan Igor. Fanno parte del Consiglio anche: Buogo Monica, Segat Andrea, Tonet Nicola. Collegio dei Probiviri: Colmellere Patrick, Colmellere Valentina, Buogo Luigi.

Adriana Rasera

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA Flash

Premiati i più bravi

Uniti per il paesaggio

TARZO. Siglato l’accordo per la convenzione tra i comuni di Tarzo, Revine Lago e Cison di Valmarino per la gestione della competenza al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche. «Un gran passo per essere più vicini alle istanze dei nostri cittadini e garantire risposte più celeri e prossime a loro» dichiarano i sindaci Gianangelo Bof, Massimo Magagnin e Cristina Da Soller.

Centemeni guida l’associazione Paoletti

FOLLINA. Nuovo consiglio direttivo per la Gaspare Paoletti impegnata nel campo musicale. Presidente Luigi Centemeni, Sabrina Selvestrel vicepresidente, Francesca Tormena tesoriere, consiglieri Stefano Liessi, Anna Chiesura, Vittorio De Conto e Franco Verzellesi.

Aria di primavera a Farrò FOLLINA. Il 27 e 28 aprile, e poi il primo maggio, appuntamento con “Vivere la primavera sull’altopiano di Farrò”, manifestazione organizzata dal Comitato festeggiamenti di Farrò, La Bella e Pedeguarda: artigianato, passeggiate, gastronomia, spettacoli per bambini, laboratori.

Borse di studio per gli studenti più meritevoli.

E la Costituzione ai neo- diciottenni CISON DI VALMARINO. Premiati gli studenti più meritevoli. Il sindaco Cristina Da Soller ha consegnato a venti giovani cisonesi altrettante borse di studio per certificare il loro grande impegno sui banchi di scuola durante l’anno scolastico 2022/23.

«Avete dimostrato impegno e grande determinazione nel raggiungere i vostri obiettivi, a voi il plauso dell’intera comunità cisonese» ha detto loro la sindaca nel corso delle premiazioni svoltasi al teatro La Loggia. Presenti gli alunni della scuola media e gli studenti di scuola superiore che avevano concluso brillantemente l’anno.

«L’augurio è che questi nostri giovani

riescano a raggiungere sempre i loro obiettivi, senza mai scoraggiarsi se talvolta i frutti del loro lavoro non sono immediati - ha detto Da Soller -. Oltre ai ragazzi, un grazie va anche ai loro genitori, che li hanno accompagnati e hanno trasmesso il valore dell’impegno e della serietà nell’affrontare i doveri».

A conclusione della cerimonia, il sindaco Da Soller e il sindaco del consiglio comunale dei ragazzi di Cison e Follina, Davide Gonaj, hanno consegnato ai neo-diciottenni una copia della Costituzione italiana, accompagnata dalla riflessione che «ognuno di noi ne è prezioso custode e deve esserne garante nella vita di ogni giorno». La premiazione è stato anche momento per le associazioni del paese per presentarsi e farsi conoscere a questi ragazzi, con l’auspicio che le loro strade possano incrociare anche quelle del mondo del volontariato.

La consegna delle borse di studio agli studenti meritevoli

Nuova centenaria al San Giuseppe di Follina Follina. Follina ha una nuova centenaria. La signora Giovanna Pagotto, ospite della Rsa "San Giuseppe", gestita da Sereni Orizzonti, ha raggiunto l’invidiabile età dei 100 anni: nata a Cappella Maggiore il 4 aprile 1924, è la seconda di sette fratelli; è andata a scuola fino alla quinta elementare e, sin da piccola, aiutava il padre in campagna. Nel 1960 ha intrapreso la carriera di sarta, sposandosi con Giuseppe, un poliziotto toscano, mancato nel 2017.

Giovanna ha accompagnato sempre il marito nei suoi spostamenti; sono stati sposati per 57 anni di matrimonio dedicato alla vita al marito. È ancora molto attiva, ama passeggiare e ha una grande passione per l’abbigliamento e i viaggi. «La signora Giovanna ha due parenti, da parte della mamma, di 102 e 103 anni: buon sangue non mente. » - ha dichiarato Gianmarco Comazzetto, direttore della struttura.

Giovedì 25 aprile 2024 | 37 Il Quindicinale

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Alexa Spina si candida a sindaco

Volontari cercasi

E’ il candidato del centrodestra: “Proporremo un gruppo di persone qualificate, giovani e coese”

Alexa Spina

PIEVE DI SOLIGO. Il centrodestra unito punta su Alexa Spina come candidato sindaco per Pieve di Soligo. “Metteremo in campo una squadra competente, appassionata, espressione del territorio prima ancora che dei partiti - spiega Spina -. La trasparenza sarà il nostro punto fermo in questa campagna elettorale, vogliamo che i cittadini e le cittadine di Pieve tornino ad essere partecipi della vita del loro comune, che possano sentirsi parte integrante e attiva della comuni-

tà, come è giusto e doveroso che sia”.

“L’unità sarà la forza della nostra proposta – aggiunge -. Proporremo un gruppo di persone qualificate, giovani e coese che seguiranno un programma basato sul benessere della nostra Pieve. Adotteremo una visione ampia della città che non lascerà indietro nessuno. Ci rivolgeremo a tutti i cittadini con un’attenzione particolare alle frazioni del comune, Solighetto, Barbisano e Patean. Faremo in modo di tornare a cooperare con i comuni limitrofi, convinti che solo attraverso la sinergia tra istituzioni si possano raggiungere traguardi importanti per il territorio. Apriremo un nuovo dialogo con le associazioni sportive, fondamentali punti di aggregazione soprattutto per i nostri giovani”.

Pieve di Soligo. I Servizi Sociali del comune cercano volontari per svolgere piccoli servizi e piccole attività. “Desideri fare un'esperienza significativa e utile alla Desideri fare un'esperienza collettività? significativa e utile alla collettività?

Hai del tempo da dediStiamo cercando volontari care ad una attività di volontariato a fianco di anziani, bambini e famiglie?

Stiamo cercando volontari per svolgere piccoli servizi e piccole attività. Per maggiori informazioni o per lasciare la tua disponibilità puoi contattare l’Ufficio Servizi Sociali del Comune.

Telefono 0438 985342, e-mail: sociali@comunepievedisoligo.it "Quando aiuti una persona, non cambi il mondo intero,

ma cambi il mondo di quella persona"

per svolgere piccoli servizi e piccole attività in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Pieve di Soligo

Per maggiori informazioni o per lasciare la tua disponibilità puoi contattare

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Il Quindicinale 38 | Giovedì 25 aprile 2024

Hai del tempo da dedicare ad una attività di volontariato a fianco di anziani, bambini e famiglie?

Ufficio Servizi Sociali del Comune di Pieve di Soligo Piazza Vittorio Emanuele II n. 1 - Pieve di Soligo Telefono: 0438 985342 Mail: sociali@comunepievedisoligo.it

QUARTIER DEL PIAVE E VALLATA

Prima pietra per la Casa di Comunità “Ne nasceranno 17 nell’Ulss 2 e 99 in tutto il Veneto” FARRA DI SOLIGO. Farra entro il 2025 ospiterà una delle Case di Comunità programmate dalla Regione Veneto per creare una nuova tipologia di struttura sanitaria territoriale che rafforzi da un lato il rapporto tra ospedale e territorio e dall’altro l’offerta di servizi sanitari e sociali.

La prima pietra dell’opera, dal costo complessivo di 2 milioni 263 mila 500 euro, parte finanziati con i fondi della Misura 6 del PNRR e parte dalla Regione, è stata posata il 3 aprile scorso dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, su delega del presidente Zaia, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco di Farra Mattia Perencin, della presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Sonia Brescacin, del Direttore Generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, di alcuni consiglieri regionali e sindaci dell’area.

La struttura nascerà dalla ristrutturazione di un padiglione adiacente all’Istituto Bon Bozzolla e alla Casa

di Riposo. Su tre piani troveranno collocazione un punto d’accoglienza, una sala d’aspetto, un punto prelievi e tre ambulatori al piano terra; una sala d’aspetto e nove ambulatori al primo piano; una sala d’aspetto, sette ambulatori e un punto prelievo al secondo piano. Il progetto prevede anche la ristrutturazione dell’immobile e la messa a norma antincendio e antisismica. “Come Regione – ha detto Lanzarin – stiamo puntando

molto su questa nuova tipologia assistenziale, tanto che i lavori per Case di Comunità come questa stanno partendo in varie aree e che, alla fine, la sola Ulss 2 Marca Trevigiana ne potrà contare 17, mentre 99 saranno quelle realizzate in tutto il Veneto entro il 2026, scadenza fissata dalle tempistiche indicate dalle regole di PNRR. In tutto il Veneto saranno investiti 241 milioni 482 mila euro. Nella sola Ulss 2, 41 milioni 831 mila 400 euro.”

La posa della prima pietra della futura Casa di Comunità a Farra di Soligo

Flash Nuove telecamere FARRA DI SOLIGO. Stanziati 60.000 euro per l’acquisto e l’installazione di nuove telecamere per il sistema di videosorveglianza comunale, che saranno in parte finanziate, per 35mila euro, da un contributo statale. Nel frattempo sono già state installate e attivate nuove telecamere in via Sernaglia e in via I settembre.

A Pieve il Giro d’Italia PIEVE DI SOLIGO. Sabato 25 maggio il territorio di Pieve di Soligo sarà interessato dal passaggio del 105° Giro d’Italia – 20^ tappa Alpago – Bassano. La carovana rosa è attesa tra le 12.40 e le 13 e percorrerà le vie Conegliano, Marconi, Vaccari, Capovilla e Sernaglia.

Riapre l’ufficio postale L’ufficio sarà a disposizione dei cittadini dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.45 e il sabato fino alle 12.45 FARRA DI SOLIGO. ha riaperto mercoledì 10 aprile l’Ufficio Postale di Col San Martino. Si sono infatti conclusi i lavori di ristrutturazione della sede di piazza Fontana, che accoglieranno, non appena saranno operativi, tutti i principali servizi della Pubblica Amministrazione grazie al progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”. Polis è l’iniziativa ideata da Poste Italiane per promuovere la coe-

sione economica, sociale e territoriale nei 7 mila comuni italiani con meno di 15mila abitanti contribuendo al loro rilancio.

L’ufficio postale cambierà il suo tradizionale aspetto grazie anche alla realizzazione di uno sportello ribassato, utile per richiedere con comodità i servizi della pubblica amministrazione non appena disponibili, oltre ai servizi e ai prodotti di Poste Italiane. Inoltre, l’intera sala che accoglie i clienti sarà rinnovata, dotata di nuovi arredi e colori ed una corsia per non vedenti.

L’ufficio postale di Col San Martino sarà a disposizione dei cittadini con il consueto orario: dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.45 e il sabato fino alle 12.45.

Margherita Zaniol Giovedì 25 aprile 2024 | 39 Il Quindicinale

FOCUS MOTORI

È tempo di auto elettriche?

Il mercato propone anche le ibride, che coniugano tradizione e sostenibilità ecologica

N

egli ultimi anni, l'industria automobilistica ha dedicato sempre più risorse alla produzione di veicoli ecologici. Numerosi costruttori hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo per adeguarsi alle normative ambientali sempre più rigide e agli accordi inter-

Il Quindicinale 40 | Giovedì 25 aprile 2024

nazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici. Questo impegno ha portato all'introduzione sul mercato di nuove tipologie di motorizzazioni e di una vasta gamma di veicoli più sostenibili, in grado di soddisfare le diverse esigenze dei consumatori. Tra queste opzioni, spiccano le auto elettriche

e le auto ibride, suddivise ulteriormente in varie categorie come mild hybrid, full hybrid e plug-in hybrid.

Ma cosa significano realmente questi termini? E quali sono le differenze fondamentali tra le diverse tipologie di auto ibride e quelle completamente elettriche?

Prima di addentrarci nei dettagli, è importante comprendere la principale distinzione tra le auto elettriche e le auto ibride. Le prime sono dotate esclusivamente di un motore elettrico alimentato da una batteria ricaricabile, eliminando così le emissioni di gas di scarico e rendendo il veicolo privo di inquinamento durante l'uso.

Le auto ibride, invece, integrano sia un motore a combustione interna, anche detto termico, sia un motore

MOTORI FOCUS

elettrico alimentato da una batteria.

Questi due motori lavorano sinergicamente per fornire energia al veicolo, il che significa che, sebbene le auto ibride emettano CO2, i loro consumi sono generalmente inferiori rispetto a quelli dei veicoli con motori tradizionali. Detto ciò, esaminiamo ora più da vicino le varie categorie di auto ibride.

Mild hybrid Le auto "mild hybrid" sono veicoli che combinano un motore a combustione interna con un motore elettrico di dimensioni ridotte, il quale fornisce un supporto aggiuntivo durante la guida.

A differenza delle altre auto ibride, il motore elettrico di un'auto mild hybrid non è in grado di muovere il veicolo da solo, ma lavora in sinergia con il motore termico per migliorare l'efficienza complessiva del veicolo. In pratica, il motore elettrico viene utilizzato principalmente per ricaricare la batteria e per fornire un piccolo contributo al motore a combustione interna durante la guida. Sebbene l'effetto del motore elettrico sulle prestazioni del veicolo sia limitato, si ottiene comunque un risparmio di carburante e una riduzione delle emissioni di gas di scarico, seppur non significativi quanto quelli delle auto ibride più avanzate.

Full Hybrid Le auto "full hybrid", invece, sono veicoli in grado di funzionare sia in modalità completamente elettrica sia utilizzando il motore a combustione interna. Durante la guida, un sistema di controllo automatico decide quando utilizzare ciascun motore in base

alle condizioni di guida e alle richieste del guidatore. Questa capacità di funzionare sia a propulsione elettrica che termica consente un'elevata efficienza energetica, con una significativa riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di gas di scarico. Anche se le auto full hybrid sono più costose e complesse dal punto di vista tecnologico rispetto alle mild hybrid, offrono una maggiore autonomia elettrica e una migliore efficienza complessiva grazie al recupero dell'energia cinetica durante le frenate e alla ricarica della batteria tramite il motore termico.

Plug in hybrid Le auto "plug-in hybrid" sono simili alle full hybrid, ma dispongono di batterie più grandi che consentono un'autonomia elettrica molto maggiore, solitamente tra i 40 e gli 80 chilometri, a seconda del modello e della capacità della batteria. Questi veicoli possono essere ricaricati anche da una presa esterna, aumentando così ulteriormente l'autonomia elettrica e riducendo la dipendenza dal motore a combustione interna. Anche se il loro costo è più elevato rispetto alle altre auto ibride a causa della batteria più grande e del sistema di ricarica più complesso, le plug-in hybrid offrono vantaggi significativi in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni, specialmente se utilizzate in modo oculato sfruttando al meglio l'autonomia elettrica.

Le elettriche Le auto elettriche, infine, rappresentano la soluzione più ecologica e sostenibile, utilizzando esclusivamente

l'energia elettrica per muoversi. Sono alimentate da batterie ricaricabili che possono essere ricaricate tramite una presa esterna o una stazione di ricarica pubblica. Anche se offrono autonomie più elevate rispetto alle auto ibride, le auto elettriche richiedono una pianificazione più attenta per quanto riguarda la ricarica, e i tempi di ricarica sono solitamente più lunghi rispetto alle auto ibride, anche se la tecnologia sta progredendo rapidamente per ridurli. I vantaggi delle auto elettriche includono i costi di esercizio ridotti, le prestazioni brillanti e l'accesso a incentivi governativi come esenzioni fiscali e sconti sulle tariffe di congestione.

Tuttavia, il loro prezzo di acquisto rimane ancora elevato e l'autonomia è ancora inferiore rispetto alle auto tradizionali.

Quale scegliere?

In conclusione, la scelta tra un'auto ibrida e un'auto elettrica dipende dalle esigenze individuali e dalle preferenze dell'acquirente. Le auto ibride offrono un'alternativa più conveniente e versatile rispetto alle auto elettriche, con un'autonomia superiore e un costo di acquisto inferiore. Tuttavia, se si desidera un veicolo con un impatto ambientale ridotto e un'autonomia completamente elettrica elevata, le auto elettriche sono la scelta migliore. Indipendentemente dalla scelta, è incoraggiante notare che l'industria automobilistica sta facendo progressi significativi nel migliorare l'efficienza e la sostenibilità dei veicoli ecologici, rendendoli sempre più accessibili e convenienti per i consumatori.

Giovedì 25 aprile 2024 | 41 Il Quindicinale

FOCUS MOTORI

Mercato dell’auto in chiaroscuro Un anno tra incentivi e immatricolazioni dai due volti

I

l 2023 è stato un annio in chiaro scuro per il mercato italiano dell’auto. Con l’incognita degli incentivi e immatricolazioni dai due volti, con 1.566.448 auto consegnate che equivalgono ad una crescita del 19% rispetto al 2022 ma che co-

munque riflettono una netta flessione se si confrontano i dati con il 2019 (l’ormai nota era pre-covid) quando ci furono 350.000 unità vendute in più e dunque un calo nel 2023 se rapportato a quel periodo del -18,3%.

Ma quali sono state le auto più vendute in Italia nel 2023? Andiamo ad analizzare la classifica delle 10 vetture che hanno dominato le immatricolazioni.

Panda, la regina delle vendite La regina del mercato italiano rimane sem-

pre lei, la Fiat Panda che anche nel 2023 rimane la vettura più venduta in assoluto. La city car del marchio italiano ha chiuso l’anno appena trascorso con 102.625 unità immatricolate. Di queste 93.861 vetture sono state ibride, un dato che ha consentito alla Panda di risultare anche la full hybrid più venduta in Italia nel 2023. A questo punto c’è molta curiosità attorno allo storico modello del marchio italiano che ha compiuto 40 anni e che nel 2024 avrà una nuova generazione completamente differente rispetto al passato. Sarà anche la prima versione elettrica e potrebbe collocarsi in un segmento superiore, con una vera rivoluzione per Panda.

Dacia Sandero davanti a Lancia Ypsilon Dietro al best seller Fiat nella classifica assoluta si è piazzata la Dacia Sandero, che ha chiuso l’anno con 48.398 auto consegnate. Le vendite della compatta del marchio rumeno di Renault sono state trascinate dal GPL, con 33.328 vetture immatricolate con

Il Quindicinale 42 | Giovedì 25 aprile 2024

MOTORI FOCUS

l’alimentazione bifuel. In terza posizione si è piazzata la Lancia Ypsilon, con 44.891 unità. La cittadina del marchio torinese resiste strenuamente, chiudendo al secondo posto tra le ibride proprio dietro a Panda, con 39.838 vendite. La classifica poi prosegue con Toyota Yaris Cross che ha chiuso il 2023 con 34.981 consegne.

Le altre auto più vendute in Italia Al quinto posto della classifica delle auto più vendute in Italia c’è la Fiat 500. L’altro best seller del marchio italiano ha concluso l’anno con 32.981 vetture immatricolate, di 27.099 ibride e 4.749 elettriche. Il Cinquino alla spina ha infatti perso lo scettro di EV più ven-

duto in Italia, conquistato da Tesla con Model Y e Model 3 nei primi due posti. A seguire troviamo la Volkswagen T-Roc che ha chiuso il 2023 con 32.969 unità vendute mentre sono state 31.128 le Renault Captur e 31.059 le Citroen C3. A chiudere la top 10 delle auto più vendute in Italia ci sono poi Ford Puma (30.804) e Dacia Duster (30.155).

Prima

Dop

o

Prima

Do

po

Giovedì 25 aprile 2024 | 43 Il Quindicinale

FOCUS MOTORI

Primavera: tempo di cambio gomme Il termine entro cui sostituire gli pneumatici invernali è Il 15 maggio

Una legenda dei codici degli pneumatici

C

on l’arrivo della primavera è giunto il momento di pensare al cambio dei pneumatici invernali con quelli estivi.

Da lunedì 15 aprile si può infatti circolare con pneumatici estivi montati sulla propria auto (o in alternativa con le 4 stagioni): la legge concede fino a mercoledì 15 maggio per effettuare il cambio gomme e non incorrere in sanzioni. L’obbligo di sostituzione non riguarda tutti i tipi di gomme ma solo i pneumatici invernali (cioè quelli che riportano la marcatura M+S)

Il Quindicinale 44 | Giovedì 25 aprile 2024

che abbiano un codice di velocità inferiore rispetto a quello previsto sul libretto di circolazione del veicolo su cui sono montati. Chi circola dal 16 maggio con pneumatici non regolari è soggetto a una multa da 430 a 1.731 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione e all’obbligo di revisione.

Per visionare qual è il codice di velocità previsto sul libretto di circolazione della propria auto (foglio 3, appena sotto la dicitura “PNEUMATICI”), basta osservare l’ultima lettera indicata a seguito delle misure degli pneumatici ammessi sul mezzo.

Estivi e invernali o quattro stagioni?

Ma cosa comprare, se il proprio set di gomme invernali è arrivato a fine corsa? Conviene davvero avere 2 treni di gomme e ruotarli ogni 6 mesi?

Per rispondere occorre chiedersi quante volte in inverno capiterà di guidare in presenza di temperature inferiori ai 7 °C e in primavera/estate quanto spesso la colonnina sale sopra i 30 °C. Se la risposta è “spesso”, allora avere 2 treni di gomme è sicuramente la scelta migliore perché i i test dimostrano che gli estivi e gli invernali hanno migliori performance non solo in condizioni estreme, ma anche con temperature meno rigide o roventi, sia sull’asciutto che sul bagnato. Se si pensa di andare in montagna, ma anche se si vive in zone dove sono frequenti gli eventi metereologici estremi, allora la scelta diventa quasi obbligata, perché quando il gioco si fa duro uno pneumatico dedicato ha sempre la meglio su quello 4 stagioni (anche se si sceglie il modello più performante).

Se invece si ha la certezza di utilizzare l’auto solamente in zone climatiche miti e condizioni meteo mai troppo calde e mai troppo fredde allora si può pensare di utilizzare le 4 stagioni, ma soltanto a patto di scegliere i modelli più performanti.

RUBRICHE SOGNO L’AUMENTO DELLA PENSIONE

S Problemi Sociali a cura di Michele Cais

Sognare a occhi chiusi è una delle fondamentali caratteristiche della razza umana. Uomini e donne fanno sogni meravigliosi o terribili quando dormono. Un quesito mi ha sempre perseguitato. Ma anche gli animali sognano? Le rose, i gigli, gli alberi ...e il grano? E sempre ne ho concluso che sognare è una prerogativa umana.

Ma quello che più e meglio caratterizza è sognare ad occhi aperti.

Si sogna, desiderando la salute, la ricchezza, l’amore. L’età dei sogni è la giovinezza. Da ragazzi e da giovanotti la nostra vita è un sogno continuo.

Quando vincemmo la terribile guerra un sogno sempre li sostenne. Il sogno di rimanere vivi. E poiché questa grazia ci fu concessa potemmo proseguire a sognare. Il lavoro, il matrimonio, i figli, la

vita. E pensavamo: intanto si invecchia e quindi non sogneremo più. Ma quando mai? Con la vecchiaia i sogni notturni diventavano sempre più complessi, a volte addirittura incomprensibili. Si sognano fatti, avvenimenti, nozioni che non hanno mai fatto parte della nostra vita. E resta la curiosità di sapere da dove provengono quelle nozioni. Ma altrettanto importanti sono i sogni ad occhi aperti.Vi chiederete, ma che si può sognare dopo gli ottant’anni?

Ve ne faccio un piccolo elenco. Di seguitare a vivere con la moglie e i figli, di avere una discreta salute, di avere amiche ed amici con i quali condividere la vita, di essere ancora di qualche utilità per sé e per la comunità. Di avere un aumento di pensione! Di voler diminuire la cattiveria che attualmente invade qua-

si tutto il mondo. E soprattutto il sogno fondamentale di poter finire in paradiso… il più tardi possibile.

MA SAI CHE COS’È LA PEPITA VENEZIANA?

U il Cuore Veneto a cura di Alberta Bellussi

na delle pietanze caratteristiche della cucina veneziana sono sicuramente le moéche; sono chiamate per la loro bontà e rarità “pepite di Venezia”, e ora se vai nel banco del pesce le trovi a 90/100 euro al chilo e sono ancor più una cosa preziosa.

Moéca è il nome che i veneziani hanno dato al granchio autoctono quando esso arriva al culmine della fase di muta. In due periodi dell’anno, primavera e autunno, il granchio si libera del carapace, la corazza che lo protegge, per costruire una corazza più grande.

In quel lasso di tempo, i granchi possono essere gustati interamente, senza difficoltà, perchè sono teneri. Da questo deriverebbe anche il modo di dire “te si na moéca” che significa sei uno smidollato.

L’ambiente ideale per la crescita delle moeche è la laguna veneta che con i suoi fondi sabbiosi e le sue acque salate e salmastre, ben si presta alla proliferazione di questo morbido crostaceo, le zone comprese tra Burano, Giudecca e Chioggia sono poi specializzate nel loro allevamento.

Il termine moéca ha, però, un altro significato: esso si associa anche all’effigie del leone di San Marco alato che sorge dalle acque (el leon en moéca).

Il Quindicinale 46 | Giovedì 25 aprile 2024

Nelle poche ore in cui il granchio muta il carapace, diventa una preziosa leccornia, una specialità della sola cucina veneziana e la sua storia è ancora per molti assai misteriosa, nonostante le moéche abbiano conosciuto un boom nei consumi a partire dall’ultimo dopoguerra.

In verità questa tradizione inizia solo dopo la metà del secolo scorso perché prima, e per ben due secoli, la “produzione” di questo stranissimo granchio era un segreto professionale dei moécanti di Chioggia, scoperto grazie alla furbizia e alla costanza dei pescatori di Burano. Attualmente la produzione delle moéche avviene nella Laguna nord di Venezia dove negli ultimi decenni, per i mutamenti degli antichi bacini da pesca, sono cambiate anche le tecniche usate dai pescatori. I pescatori di moéche, chiamati moécanti, pescano armati di una particolare rete collocata nei fondali bassi della laguna, la “trezza”. Si lavora sempre con le serraglie, dette in passato seràie da seca, che non sono più fisse. Una volta catturate, le moéche vengono trasferite in sacchi di juta che hanno lo scopo di mantenere la giusta umidità durante il trasporto agli impianti di lavorazione. Nei casòni o casòti si compie la delicatissima

fase di cernita che avviene in funzione dello stato biologico dei granchi e che si avvale della grandissima abilità dei moécanti. Questi li selezionano e immettono quelli prossimi alla muta, detti spiàntani (i moécanti conoscono ormai ogni segreto dei granchi), in grandi cassoni di legno, semisommersi, chiamati vièri, dove in breve tempo diventeranno moéche. Quanto detto vale per i maschi, perché per le femmine il ciclo evolutivo è diverso.

Esse, infatti, mutano solo alla fine della primavera. La muta per le femmine coincide con l’accoppiamento dell’estate e in autunno, quando sono piene di uova, non muteranno più e, se catturate, saranno mangiate con il coràl (a vòva, le uova). E queste sono le masenéte. Questi esperti pescatori (se ne contano solo una cinquantina ogni tremila pescatori), sono talmente abili nel loro lavoro da riuscire a distinguere praticamente ad occhio una moéca da una mazaneta.

Per quanto possa apparire semplice, le fasi di cernita si rivelano molto complesse ed è forse l’aspetto in cui si percepisce meglio la specificità di questo modo di pescare i granchi tipico della Laguna. Per tale motivo per le moéche è stato istituito un Presidio Slow Food, sostenuto dalla regione Veneto.

RUBRICHE FORZA! FACCIAMO GLI ESERCIZI DI KEGEL

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osa sono gli esercizi di Kegel?

Arnold Kegel fu un grande ginecologo, inventore degli esercizi più noti al mondo, semplici, alla portata, che rubano poco tempo e nessun dispendio energetico, ma ahimè, ancora poco eseguiti.

Si tratta di contrarre sostanzialmente i muscoli perineali come per “ trattenere la pipì” o come per “trattenere la cacca”, o infine come se si dovesse “ mangiare una biglia” con la vagina, facendola “risucchiare” verso l’interno. Qualche volta utilizzo questa terminologia semplicistica per favorire la comprensione, non tutti riescono a capire cosa e come stringere.

Con quali strumenti esterni (palline etc) si possono fare questi esercizi? Innanzitutto bisogna riconoscere quei muscoli e spesso il cervello non li riconosce affatto. Alla richiesta “ stringa come per trattenere” le persone utilizzano i glutei o le cosce e non hanno la consapevolezza. Ecco perché spesso ci si avvale di strumentazione come il biofeedback, che attraverso una manometrica o elettromiografica, consente di prendere coscienza del cosa e

come stringere. Eventualmente viene in aiuto la macchina, attivando passivamente quei muscoli difficili da percepire. Le palline di Kegel aiutano ma nell’ambito di un proseguimento domiciliare del percorso appreso con noi terapisti. Si tratta di palline o coni, più correttamente di Plevnik, l’inventore, di peso diverso, diversa grammatura, che si inseriscono in vagina e per gravità tendono a cadere . Se i muscoli che circondano la vagina sono tonici, la pallina non scende durante semplici esercizi. Io li consiglio spesso ma mai all’inizio del percorso riabilitativo perché immagina lo sconforto se la donna non lo dovesse riuscire a mantenerli ? Abbandonerebbe subito il percorso. Li utilizzo come valutazione nel rinforzo perineale o, come ho detto prima, nel mantenimento dei risultati. Si possono eseguire gli esercizi di Kegel anche con le palline inserite in vagina o con la sonda endocavitaria guardando un monitor che evidenza ciò che accade all’interno. E’ incredibile come le donne riescano a comprendere meglio alcuni meccanismi. La tosse ad esempio, lo starnuto, un saltello ,

un piegamento in avanti, o il sollevamento di un peso, sono condizioni che spingono il perineo verso il basso e lo indeboliscono. Se tali azioni comuni si effettuano con le Palline o con la sonda vaginale, chiudendo preventivamente il perineo a tali sforzi, possono risolversi nell’immediato molte incontinenze. Aggiungo che dal punto di vista sessuale, l’introduzione periodica e programmata in vagina delle palline o di un semplice vibratore Sex toy, può stimolare la lubrificazione e il trofismo vaginale. Non male no come terapia? Quali sono i disturbi pelvici che si possono “curare” con gli esercizi di Kegel? Sicuramente molte incontinenze.

Ai gas, urinaria, anche di poche gocce, fecale.. Kegel lo aveva intuito, ma le ripetizioni devono essere costanti e giornaliere, fino a cento, contraendo per tot secondi e rilasciando per il doppio del tempo.

E poi eiaculazione precoce, disturbi erettivi, disturbi dell’orgasmo femminile, da consulente sessuale concedimi questa divagazione. Gli esercizi aiutano moltissimo. E lo sapevi che gli esercizi di Kegel possono stimolare anche il desiderio?

Tabù a cura della dott.ssa Fanni Guidolin Specialista nella riabilitazione delle disfunzioni pelvi perineali Consulente Sessuale

L’IMPERATORE COSTANTINO E PAPA SILVESTRO A COSTA

S

an Silvestro a Costa fu costruita su un rilievo ai piedi delle colline, in posizione sommitale rispetto al borgo che crebbe lungo la strada che da Serravalle portava verso Cappella Maggiore. Era una posizione rilevante, di qui passava l’antica via nota come Calalta, percorsa sin dall’antichità preromana perché rialzata dalla piana, spesso paludosa. La chiesa compare nelle fonti per la prima volta nel 1397, seppur si ipotizzi una sua preesistenza, mai confermata, sin dal X secolo. Fu riedificata nel XV secolo e le forme attuali indicano che nel corso delle epoche seguenti non ebbe particolari cambiamenti architettonici. La facciata è semplice, con portale affiancato da due finestrelle e sormontato da una lunetta. L’interno è buio e suggestivo, con la luce che da est, entrando dalle finestre, illumina l’abside affrescato da Antonio Rosso da Pozzale nel 1502.

La costruzione è rigorosa: l’arco santo è decorato con prospettive architettoniche rinascimentali, che ospitano l’Annunciazione e santi. Il catino absidale al centro ha il Cristo Pantocrate, con angeli e i simboli degli evangelisti San Marco e San Luca, alla cui sinistra è raffigurato anche papa Silvestro I. Al di sotto si trovano gli Apostoli, mentre la fascia inferiore è decorata con finte lastre marmoree e panneggi. La pala d’altare (qui ora una copia) è al Museo Diocesano ed è opera di Francesco da Milano: rappresenta San Silvestro in trono al concilio di Nicea del 325, quando si decise l’homooùsios, ovvero che Padre e Figlio sono la stessa sostanza ed eterni. Nel complesso, l’apparato pittorico svela una ricercatezza di temi legati ai primi anni del riconoscimento del Cristianesimo nell’Impero Romano, ai tempi dell’imperatore Costantino nella prima metà del IV secolo.

Autorizzazione Ufficio per l'Arte Sacra e i Beni Culturali Diocesi di Vittorio Veneto n°1253.189/2015

La fede tra le colline a cura di Michele Zanchetta

A sinistra: la chiesa di San Silvestro a Costa di Vittorio Veneto

Giovedì 25 aprile 2024 | 47 Il Quindicinale

RUBRICHE LE ALTURE DEL PAESE SIMBOLO DELLA RESISTENZA

Alla scoperta delle Prealpi a cura di Giovanni Carraro

Giovanni Carraro

Giovanni Carraro

Alla scoperta delle Colline del Prosecco

di Conegliano e Valdobbiadene

Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

40 itinerari a piedi, 405 km di sentieri Il Cammino delle Colline del Prosecco nell’area Patrimonio dell’Umanità

C

i troviamo nella parte più orien- Santo in un punto panoramico favotale del territorio delle Colline revole e più in alto deviamo a sinistra del Prosecco di Conegliano su strada forestale lasciando quindi il Valdobbiadene, a Montaner, paese sentiero Pagnoca per seguire il segnache vanta una lunga storia legata alla via n.1039. Proseguiamo su un tratto Resistenza. Questo itinerario ci per- cementato e successivamente su strada mette di visitare le praterie ai piedi del di campagna tra casere e prati panoCansiglio che sovrastano l’aramici passando tra il Col de bitato e di esplorare un’imperTenda e i Pianai, località che via valle che dona all’escurin passato rappresentarono sione un pizzico di avventura. importanti aree di sfalcio e di Si parte dalla chiesa di San pascolo. All’altezza dell’ultiPancrazio e dopo pochi passi mo edificio posto in località ci immettiamo su una strada La Spòna, il sentiero comincia GPS E INFO in forte salita che coincide con a scendere attraverso il prato, il sentiero Pagnoca n.1061, famoso co- quindi entrati nel bosco cominciamo ad mandante partigiano, e seguiamo più affrontare il tratto più impegnativo del in alto un bel tratto delimitato da muri percorso che ci condurrà verso l’impera secco. Giungiamo alla Chiesetta del via Val Salega attraverso l’avventuroso Le Colline del Prosecco di Conegliano

e Valdobbiadene rappresentano un indiscutibile patrimonio di cultura e di bellezze paesaggistiche dove trovano spazio proposte di escursioni a piedi, alcune del tutto inedite, inserite nel

territorio di 29 comuni della Core Zone UNESCO, della Buffer Zone e della Commitment Zone.

Una guida che offre passeggiate adatte a tutti, dalle semplici camminate di pianura tra borghi e città d’arte, agli itinerari più impegnativi e avventurosi sui rilievi maggiori della dorsale collinare.

405 km di sentieri costituiti da 40 percorsi base e 29 varianti, comprendenti il Cammino delle Colline del Prosecco da compiere in quattro tappe giornaliere tra Vidor e Vittorio Veneto.

I singoli itinerari sono minuziosamente descritti e corredati da mappe Tabacco, altimetria, grado di difficoltà, distanza,

georeferenziazione, foto di dettaglio e approfondimenti storici e culturali.

I tracciati GPS sono scaricabili nel sito www.collineconeglianovaldobbiadene.it.

Percorso tratto da “Alla scoperta delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, di Giovanni Carraro, De Bastiani Editore Grado di difficoltà: escursionistico Punto di partenza e arrivo: Montaner, chiesa di San Pancrazio Tempo richiesto: 3h 30m Aumento di quota: m 563 Distanza: km 7,8 Info e dati: www.ibit.ly/5GF47

E

Il Quindicinale 48 | Giovedì 25 aprile 2024

sentiero delle Scaffe. In questo passaggio è necessario prestare attenzione in qualche punto esposto. A livello geologico, ci troviamo poche centinaia di metri a monte rispetto all’importante faglia Caorle-Montaner interposta tra il blocco strutturale del Cansiglio e le sottostanti colline, che risultano piegate e deformate per la notevole attività di questa frattura nel suo movimento in direzione NW-SE. Le grandi formazioni rocciose, che osserviamo nel passaggio attraverso la Valsalega, sono costituite da calcari del Giurassico similmente a quanto riscontrabile in tutto il blocco del Cansiglio. Superato questo incantevole canyon, proseguiamo dalla parte opposta della valle in direzione delle Scalette passando di fronte allo storico capitello di Sant’Anna.

Dopo la vasca della Cal de Zˆòt, dove si dirama un sentiero per Osigo (vedi variante), scendiamo incontrando altri due capitelli quindi, dopo alcuni strappi in salita tra ulivi e pianori, giungiamo a casera Cosolìt. Di qui in breve ritorniamo nuovamente in centro a Montaner passando tra i prati dei Pians.

cultura, arte & spettacolo

ISLANDA: ON THE ROAD LOW COST

HELMUT NEWTON. LEGACY

7 maggio, ore 21:00 Conegliano, Audit. Dina Orsi

Fino al 24 novembre 2024 Venezia, Isola di San Giorgio Le Stanze della Fotografia

Appuntamento con la rassegna di serate dedicate ai racconti di viaggi con l’ausilio di proiezioni fotografiche, condotte in prima persona dalle stesse persone che hanno fatto il viaggio.

7 maggio 2024: Islanda, Avventuroso on the road low cost, di Irene D., Benedetta R., Fabio B. e Giannantonio Z. Quattro giovani ragazzi partono, con pochi mezzi economici ma ricchi di curiosità, verso quello che è forse il Paese più costoso d’Europa: una vera sfida! Non si scoraggiano, e riescono a mettere insieme un viaggio decisamente low cost, pur di riuscire a visitare l’isola con la natura più spettacolare d’Europa, che hanno sempre sognato di vedere.

Fiordi, geyser, vulcani attivi, terme, montagne colorate da vivere insieme e con l’entusiasmo di chi ha deciso che se davvero vuoi realizzare un sogno lo puoi fare anche con mezzi scarsissimi.

Organizza l’associazione Inquadra APS. Ingresso libero. Info:www.inquadra.info

Dopo le mostre a Palazzo Reale a Milano e all’Ara Pacis di Roma, Newton sbarca a Venezia con la più completa esposizione di opere che ripercorrono la sua intera vita umana e lavorativa.

La retrospettiva HELMUT NEWTON. LEGACY, in programma dal 28 marzo al 24 novembre 2024, è a cura di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia di Venezia.

Lo stesso giorno, al primo piano dello spazio espositivo, apre al pubblico la mostra Out of Focus che presenta gli ultimi dieci anni di ricerca fotografica dell’artista Patrick Mimran attraverso una serie di opere inedite, mai esposte in Italia. Fino all’11 agosto 2024, il pubblico potrà ammirare le sue trentatré fotografie in bianco e nero di grandi dimensioni, la maggior parte associate a tre più piccole e a colori.

Info: www.lestanzedellafotografia.it

ABSTRACT

PRIMAVERA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO Fino al 9 giugno 2024 Varie località

Procede senza intoppi la manifestazione che, con le sue 16 Mostre del vino, intende far vivere al pubblico la vera essenza delle colline dove nascono le bollicine più conosciute al mondo. La Primavera del Conegliano Valdobbiadene Prosecco è l’itinerario culturale e gastronomico che dal 16 marzo al 9 giugno, racconterà l’Alta Marca, i suoi piccoli borghi, i vigneti che decorano i pendii e le operose cantine che hanno reso celebre il vino del territorio. Le prossime date: Miane: 19 aprile - 1° maggio, Mostra del Conegliano Valdobbiadene DOCG. Guia di Valdobbiadene: 19 aprile-5 maggio, Mostra del Valdobbiadene DOCG. Cison di Valmarino: 20 aprile-1 maggio, Mostra del Conegliano Valdobbiadene DOCG. Refrontolo: 20 aprile-5 maggio, Mostra dei Vini.

Ogliano di Conegliano: 26 aprile-5 maggio, Mostra del Prosecco Superiore Rive di Ogliano.

Info: www.primaveradelprosecco.it

Giovedì 25 aprile 2024 | 49 Il Quindicinale

RUBRICHE & ANNUNCI MINESTRA DI RISO E LATTE CON ERBE DI PAPAVERO È una minestra di una semplicità e di una eleganza uniche. Anche l’erba aiuta a scoprire nuovi gusti e sapori.

In cucina con Armando Zanotto

Ingredienti per 4 persone: 150 gr di riso per minestre, 1 litro di latte, 1⁄2 litro di brodo vegetale, 150 gr di erbe di papavero (rosolaccio, rosoline, rosette), solo foglioline giovani e fresche, pulite, lavate e tagliate sottili, 50 gr di burro, 50 gr di parmigiano grattugiato, odore di cannella, sale Preparazione: cuocete in una casseruola il riso nel latte con le erbe di papavero, tenete mescolato fino a cottura 12-15 minuti. Unitevi il burro insaporito con sale e profumo di cannella, il parmigiano e rimescolate il tutto. Deve risultare una minestra non molto brodosa; se appare troppo densa allungatela con del brodo. Versatela in una zuppiera e portate subito in tavola.

LA LANTERNA DI DIOGENE

a cura di Nello Della Giustina

Ci son proverbi della tradizione popolare veneta e non solo che rischiano di non essere più compresi per il tramonto della civiltà contadina che li ha espressi. Un esempio: Le fémene in casa le deve esser sempre dispari e mai pì de tre: una viva, una morta e una petàda drio la porta. Nella società patriarcale la nuora era costretta a vivere con la suocera esercitando cristiana sopportazione di fronte alla direzione ferrea della più anziana (l’amministrazione economica era di costei).

Possiamo immaginare il sospiro di sollievo, misto a lacrime di circostanza, da parte della nuora al momento della dipartita dell’altra. A garantire l’armonia ritrovata l’immagine della Madonna appesa alla porta della cucina. La suocera si fregiava del nome di madòna, termine che trova spazio in un altro proverbio: Fradèi cortèi, cugnade spade e madòne piturade: in questo caso era la foto della suocera defunta a vegliare sui destini della famiglia.

ANNUNCI Vendesi porzione di casa a due piani composta da 3 camere, sala da pranzo, cucina con caminetto, soggiorno, un bagno e un antibagno.

Casa abitabile a Vittorio Veneto in località Basso Fadalto, vicino al lago Morto. Prezzo: euro 35.000 trattabili. Possibilità di aggiungere separatamente spazio per l’orto e un terreno boschivo. Tel. 346 4925123 Cerchiamo casa in affitto con due appartamenti indipendenti, semiarredati o arredati, con garage e giardino. In zona tranquilla a Vittorio Veneto e dintorni, a Cison di Valmarino e dintorni, Tarzo e vallata. Chiamare al 331 4548424 Vittorio Veneto. Cercasi appartamento anni ‘70-’80-’90 per acquisto, munito di ascensore e riscaldamento autonomo. Zona centro o Costa di Vittorio Veneto, purchè vicino ai servizi. Tel 347 2668688

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Periodico di informazione, cultura e tempo libero Iscritto al n. 480 del registro stampa del tribunale di Treviso il 17/12/1981 e al n. 3086 del registro nazionale della stampa il 24 /04/1991 Editoriale il Quindicinale srl .

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Il Quindicinale 50 | Giovedì 25 aprile 2024

Vittorio Veneto. Signora cerca abitazione in affitto con un po’ di verde a Vittorio Veneto o paesi vicini. Tel 347 3756363 Signora di Corbanese cerca lavoro come pulizie in privato o nei locali, automunita, no perditempo, se interessati tel. 340 9805891.

Vittorio Veneto. Signora italiana automunita si rende disponibile per accompagnare persone per commissioni. Tel.: 342 0790457

ISSN 2784-9716

Signora italiana automunita cerca lavoro come colf, assistenza anziani. Esperienza in casa di riposo, disponibile anche per sostituzioni e in ospedale. Tel 340 6042733.

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