5 minute read

Vita Nomade

Next Article
Woolmark Logo

Woolmark Logo

Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti, detta Tina, nasce nel popolare Borgo Pracchiuso a Udine, da famiglia operaia aderente al socialismo di fine Ottocento. Diventa emigrante all’età di soli due anni, quando la famiglia si trasferisce nella vicina Austria per lavoro. Nel 1905 rientrano a Udine e Tina apprende elementi di fotografia frequentando lo studio dello zio Pietro Modotti. Il padre decide di partire per gli Stati Uniti, presto raggiunto da quasi tutta la famiglia. Tina arriva a San Francisco nel 1913, dove lavora in una fabbrica tessile e fa la sarta, frequenta le mostre, segue le manifestazioni teatrali e recita nelle filodrammatiche della Little Italy. Nel 1915, durante una visita all’Esposizione Internazionale Panama-Pacific a San Francisco conosce il poeta e pittore Roubaix del’Abrie Richey con cui si unisce nel 1917 e si trasferisce con lui a Los Angeles. Tina nel 1920 si trova a Hollywood: interpreta The Tiger’s Coat, per la regia di Roy Clement e, in seguito, alcune parti secondarie in altri due film, Riding with Death e I can explain. Si tratta di una esperienza deludente, che decide di abbandonare per la natura troppo commerciale di quanto il cinema propone. Per la sua bellezza ed espressività viene ripresa in diverse occasioni da vari fotografi tra cui Edward Weston, con cui presto nascerà un legame sentimentale. Il 9 febbraio 1922 Roubaix del’Abrie Richey muore di vaiolo durante un viaggio in Messico. Tina arriva in tempo per i funerali e scopre, in questa triste occasione, un paese che a lungo l’affascinerà. A fine luglio 1923 Tina Modotti e Edward Weston, fotografo, arrivano in Messico, si stabiliscono per due mesi nel sobborgo di Tacubaja e, quindi, nella capitale.

Tina Modotti e Frida Khalo, Città del Messico, 1928

Advertisement

Uniti da un forte amore, vivono entro il clima politico e culturale post-rivoluzionario, a contatto con i grandi pittori muralisti David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco, che appartengono al Sindacato artisti e sono i fondatori del giornale El Machete, portavoce della nuova cultura e, in seguito, organo ufficiale del Partito Comunista Messicano. Tina aderisce al Partito Comunista, lavora per il movimento sandinista nel Comitato “Manos fuera de Nicaragua” e partecipa alle manifestazioni in favore di Sacco e Vanzetti durante le quali conosce Vittorio Vidali, rivoluzionario italiano ed esponente del Komintern. Nel settembre del 1928 diventa la compagna di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, con cui Tina vive un amore profondo e al cui fianco intensifica il lavoro di fotografa impegnata e di mili tante politica. Ma il loro legame dura pochi mesi, perché la sera del 10 gennaio 1929 Mella viene ucciso dai sicari del dittatore di Cuba Gerardo Machado proprio mentre sta rincasando con Tina. Il 5 febbraio 1930 Tina viene ingiustamente accusata di aver partecipato a un attentato contro il nuovo capo dello Stato, Pasqual Ortiz Rubio, arrestata ed espulsa dal Messico, compie il viaggio fino a Rotterdam assieme a Vittorio Vidali e raggiunge Berlino. Nel luglio del 1936, quando scoppia le guerra civile spagnola, assume il nome di Maria e si trova a Madrid, sempre con Vidali. Durante tre anni di guerra, lavora negli ospedali e non solo, stringendo amicizia con altre combattenti; si dedica ad attività di politica e cultura. Ha occasione di conoscere Robert Capa e Gerda Taro, Hemingway, Antonio Machado, Rafael Alberti, e tanti altri della Brigate internazionali.

Interrogatorio Tina Modotti, 1930 ca.

Nel luglio del 1936, quando scoppia le guerra civile spagnola, assume il nome di Maria e si trova a Madrid assieme a Vittorio Vidali. Durante tre anni di guerra, lavora negli ospedali e nei collegamenti, stringendo amicizia con altre combattenti; si dedica ad attività di politica e cultura. Ha occasione di conoscere Robert Capa e Gerda Taro, Hemingway, Antonio Machado, Rafael Alberti, e tanti altri della Brigate internazionali. Durante la ritirata, con la Spagna nel cuore, aiuta i profughi che si avviano alla frontiera e si trova in pericolo sotto i bombardamenti. Arriva a Parigi con Vidali. Nonostante sia ricercata dalla polizia fascista, chiede alla sua organizzazione il permesso di trasferirsi in Italia per svolgere attività clandestina contro il regime, ma le viene negato per la pericolosità della situazione politica. Maria e Carlos, come tanti altri esuli, rientrano in Messico, dove il nuovo presidente Lazaro Cardenas annulla la precedente espulsione del 1930. Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l’assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali.

TINA MODOTTI HA MUERTO

Tina Modotti, hermana, no duermes, no, no duermes: tal vez tu corazón oye crecer la rosa de ayer, la última rosa de ayer, la nueva rosa. Descansa dulcemente, hermana.

La nueva rosa es tuya, la tierra es tuya: te has puesto un nuevo traje de semilla profunda y tu suave silencio se llena de raíces. No dormirás en vano, hermana.

Puro es tu dulce nombre, pura es tu frágil vida: De abeja, sombra, fuego, nieve, silencio, espuma: De acero, línea, polen, se construyó tu férrea, tu delgada estructura.

El chacal a la alhaja de tu cuerpo dormido aún asoma la pluma y el alma ensangrentada como si tú pudieras, hermana, levantarte, sonriendo sobre el lodo.

A mi patria te llevo para que no te toquen, a mi patria de nieve para que a tu pureza no llegue al asesino, ni el chacal, ni el vendido: allí estarás tranquila. ¿Oyes un paso, un paso lleno de pasos, algo grande desde la estepa, desde el Don, desde el frío? ¿Oyes un paso de soldado firme en la nieve? Hermana, son tus pasos.

Ya pasarán un día por tu pequeña tumba, antes de que las rosas de ayer se desbaraten, Ya pasarán a ver los de un día, mañana, donde está ardiendo tu silencio.

Un mundo marcha al sitio donde tú ibas, hermana, avanza cada día los cantos de tu boca en la boca del pueblo glorioso que tú amabas. Tu corazón era valiente.

En las viejas cocinas de tu patria, en las rutas polvorientas, algo se dice y pasa, algo vuelve a la llama de tu dorado pueblo, algo despierta y canta.

Son los tuyos, hermana: los que hoy te dicen tu nombre, los que de todas partes, del agua, de la tierra, con tu nombre otros nombres callamos y decimos, porque el Fuego no muere.

Pablo Neruda, 5 Gennaio 1942

This article is from: