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Moderno e visionario, Lamont Young, dal nome britannico ma napoletano di nascita, il geniale architetto che alla fine dell’Ottocento avrebbe potuto cambiare la città anticipando di oltre un secolo il termine sostenibilità, visto che il suo progetto era incentrato sul verde e i trasporti.
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Young si distinguerà nel corso della sua carriera per una serie di edifici atipici nel panorama partenopeo di fine Ottocento, oltre che per un progetto estremamen-
te futurista della prima me-
tropolitana a napoli e quindi in Italia, nonché della sistemazione urbanistica dell’area di Bagnoli, oggi ex Italsider.
A soli 23 anni, nel 1874, Young partecipa ad un progetto bandito dal Comune di Napoli per una nuova linea cavallo-tramviaria. e il giovane architetto, convinto che il traffico sarebbe stato un problema negli anni futuri, presenta, nel giro di sei anni, un progetto di metropolitana. Il progetto tuttavia viene etichettato come fantascientifico e quindi bocciato, ma Napoli era già occupata dai Savoia e chissà se ci fossero stati ancora i Borbone...
Il progetto verrà ripresentato con alcune varianti che includono un percorso sotterraneo più corto (c’era molto timore a scavare così in profondità sotto i quartieri), con due sopraelevate che avrebbero costeggiato le attuali via Marina e via Caracciolo. Il progetto però era molto più ampio e includeva la creazione di un nuovo quartiere da lui battezzato
come sarebbe dovuto apparire il Rione venezia.
Rione venezia per la somiglianza con la città lagunare e la risistemazione della piana di Bagnoli.
Il Rione Venezia sarebbe stato costruito con il materiale di risulta delle gallerie della metropolitana, formando un piccolo arcipelago di isole di fronte Posillipo, attraversate da canali, avrebbero ospitato un quartiere residenziali per la “top class” dell’epoca e un tunnel navigabile lo avrebbe collegato col quartiere di Bagnoli.
Young individua in Bagnoli il luogo ideale per lo sviluppo del turismo, in un contesto di estrema attenzione al verde ed alla

La stazione balneare.

Il palazzo di cristallo. natura, in quello che era un magnifico angolo del litorale flegreo. Sulla spiaggia era prevista una stazione balneare all’avanguardia per l’epoca.
Lì vicino, ci sarebbero stati la stazione terminale della metropolitana ed un grande hotel, pronto ad ospitare gli ospiti stranieri. Il resto del progetto prevedeva una stazione termo-minerale, giardini pubblici ed aree ricreative: una cassa armonica per i concerti all’aperto, aree per il gioco del pallone e per il pattinaggio, un giardino zoologico e diversi canali navigabili da barche a remi. Una grande struttura avrebbe sormontato questa sorta di parco, il palazzo di cristallo. La struttura, ispirata al gran Palazzo di Cristallo di Londra (Crystal Palace), avrebbe ospitato conferenze, mostre, sale d’ascolto per la musica e giardini interni. Un importante polo culturale e turistico per la città che, oltre ad assolvere ad una funzione sociale, avrebbe consentito alle persone non in grado di viaggiare, di poter scoprire culture diverse. Il progetto fu approvato dalla giunta Comunale nel 1888.
Tuttavia, ritardi nella presentazione dei finanziatori stranieri bloccavano tutto, mandando in fumo il progetto e trasformando l’area di Bagnoli a partire dal 1905 in una delle più grandi poli siderurgici del mondo.
Purtroppo, a distanza di tanti anni dall’inizio della dismissione dell’area, si sono susseguiti numerosi proclami ma i progetti e le bonifiche sembrano ancora un miraggio, nonostante tutti i Governi succeduti in questi ultimi trent’anni abbiano manifestato il massimo impegno per la questione.
Il progetto della metropolitana di Young viene ripreso negli anni successivi per la costruzione della prima linea a Napoli (e quindi in Italia) il passante da Mergellina fino a Piazza Garibaldi con tre fermate in sotterranea.
Il turismo era un pallino fisso di Young ed era convinto che sarebbe stato il volano economico della città infatti costruisce un complesso alberghiero che diventerà il Bertolini palace hotel (uno dei più rinomati della Bella Epoque). Dopo alcuni anni di attività imprenditoriale, legata anche al turismo, passati nella villa sull’isolotto della gaiola a posillipo (che ha fama di portare malasorte, infatti molti dei suoi proprietari o affini sono morti tragicamente, ricordiamo il figlio dell’avvocato Agnelli) ed in una casa girevole da lui stesso progettata a Vivara, nel 1914 inizia una grande speculazione edilizia sulla scarpata di monte Echia a Pizzofalcone. Il progetto prevedeva la costruzione di un grosso complesso su diversi livelli in stile neo-indiano, sull’attuale scarpata tra Santa Lucia e via Chiatamone. La struttura avrebbe collegato il livello stradale al belvedere sulla montagna, tramite numerosi terrazzamenti, che avrebbero ospitato uffici ed un grande albergo. Purtroppo non si realizzerà nulla per la mancata concessione del Comune ai lavori.
Nel 1920 con il socio ed amico, il banchiere Tommaso Astarita, inizia un nuovo progetto: la costruzione di due castelletti sulle rampe che oggi collegano via Morelli con Pizzofalcone. Il progetto originario prevedeva tra questi due corpi di fabbrica con torri, la costruzione di un grande corpo centrale del castello, mai realizzato. La parte dove vive, Young la chiama villa ebe, in onore della giovane moglie Ebe Cazzani, mentre l’altro castelletto di Astarita non è più visibile perché bombardato nella seconda guerra mondiale.
Nel 1929 Lamont Young si suicida proprio a Villa Ebe, senza lasciare nessuna spiegazione. La villa viene poi acquistata dal Comune di Napoli nel 1997ma versa in stato di abbandono.
Oggi la rampa che porta a Pizzofalcone da Santa Lucia/Chiatamone si chiama Rampa Young.

villa Ebe.