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AURORO BOREALO

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GAZEBO PENGUINS

GAZEBO PENGUINS

DI DENISE PEDICILLO

Ha messo in vendita il master e i relativi diritti del suo ultimo album su subito.it ed è proprio il suo il primo album del decennio. La sua musica è stravagante ma mai quanto la sua presenza scenica o le magliette del suo merchandise. Abbiamo raggiunto Auroro Borealo per chiedere come ha fatto a rendere il suo essere così fuori dagli schemi la chiave del suo successo fino a obbligarlo a prendere un furgone e girare l’Europa per portare Implacabile all’estero.

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– Ciao Auroro! Ti hanno mai chiesto se ci sei o ci fai? Nel senso, quanto di Auroro Borealo è reale e quanto è un personaggio?

Purtroppo ci sono, anche perché se ci pensi, quali sono i tratti distintivi del mio “personaggio”? Autoironico? Dissacrante? Cretino? Schifoso? Sono tutte cose che, ahimé, sono davvero; le trasferisco solo nelle canzoni, nelle foto e nelle stories. Fa solo strano perché mi faccio chiamare Auroro Borealo ma avrei potuto benissimo mettere un nome inventato, chessò, Francesco Roggero, e sarebbe stata la stessa cosa.

– Una volta ho avuto una discussione con una persona che affermava che Auroro Borealo suonasse meglio live che su CD. Diceva che tue esibizioni sono infatti molto punk mentre su CD suoni molto diverso, ti sei mai accorto di questo gap? Pensi che il successo dei live di Auroro risieda in questa caratteristica?

Musicalmente le canzoni sono identiche su disco e nel live. La vera differenza è solo nella “cazzimma”, dal vivo mi diverto molto di più, è dunque normale che i concerti risultino più coinvolgenti dei dischi; tanto più che faccio schifo a cantare quindi è normale che in studio io sia imbarazzato, soffro per l’ascoltatore che deve sorbirsi la mia voce ben poco professionale. Quanto alla discussione che hai avuto con questa persona, concedimi di dirti che potreste trovare argomenti più interessanti su cui dibattere, per questo esistono Sanremo e Bugo e Morgan.

– Implacabile è uscito l’1 gennaio ed è il primo album del decennio. Come ti senti se ti fermi a pensare che qualcuno tra qualche anno guarderà il primo album del decennio e vedrà il tuo?

Avendo perso totalmente il controllo e il potere decisionale su questo disco, lo guardo un po’ come un anziano guarda i cantieri: con il giusto distacco e con una minima dose di giudizio. Mi piace molto così, era esattamente quello che cercavo quando ho messo in vendita il master del’album; volevo rinunciare completamente a ogni tipo di titolarità e di decisione. Credo sia una scelta punk.

– Hai venduto il master su subito.it, avresti mai pensato che qualcuno ti avrebbe preso sul serio e offerto addirittura 40.000€?

Onestamente no, ma se ci pensi non sono poi tanti soldi. Con 2000 dischi venduti a 20 euro, chiunque abbia la proprietà del master avrà già assorbito i costi dell’acquisto. Il punto è che siamo abituati a sminuire il valore delle opere artistiche, quindi ci fa strano parlare di queste cifre. Ma è semplicemente una somma decorosa per un artista al suo quarto album; o alme

– ll video di Milano Manguste Feroci è in realtà un video che documenta l’esperimento di raccolta fondi per girare il video di Implacabile, che però verrà girato con zero euro. Non puoi fare come tutti gli altri che fanno un crowdfunding per i propri fan?

“L’arte esige novità” (Roberto “Freak” Antoni).

– Il tuo ultimo lavoro è puro punk, un album che dura 13 minuti. Sappiamo che hai un background molto ampio ma con solide radici nel punk rock. Hai mai capito perché quel genere musicale non sia mai riuscito a sfondare pienamente in Italia? Pensi che con Implacabile hai adempiuto al tuo dovere di fare uscire l’Italia da questo periodo indie pop e tornare a sentire le chitarre in radio?

Non credo di avere abbastanza rilevanza mediatica da riportare in auge un genere musicale al punto da risentirlo in radio. Diciamo che l’ho fatto perché è una musica che mi diverte e che mi ha dato la libertà di parlare di argomenti che mi stanno a cuore in maniera diretta e non velleitaria, prima che corra il rischio di diventare una moda; se poi sarà un trend o meno della prossima stagione non te lo so dire, però mi dicono che quest’anno va il color senape e il gender fluid. Quanto al punk come genere che non ha mai sfondato pienamente in Italia, sicuramente il rock in Italia ha sempre faticato rispetto ad altri paesi (in Germania gruppi punk come i Beatsteaks riempiono gli stadi e vincono gli MTV awards), credo sia un retaggio degli anni ‘50 quando la Chiesa bollava il rock come musica del diavolo; gli altri paesi se ne fregavano bellamente, per noi invece era impossibile perché avevamo il Papa in casa. Ricordo tuttavia che da metà anni ‘90 a metà anni 2000 il punk è stato in Italia il motore di crescita di una intera generazione di teenagers, con annesso rilevante indotto economico.

– Sei un feticista per la musica brutta, curi playlist su Spotify e sei la mente dietro al blog Orrore a 33 giri. Questo confronto con la musica trash quanto ti ha aiutato nel capire che direzione prendere musicalmente? Ti ha comunque aiutato ad ampliare la tua cultura musicale? La musica brutta è la cartina tornasole di ogni epoca; ciò che consumiamo e poi buttiamo ci dice molto di più su una società rispetto a ciò che viene scelto da inserire nei libri di storia. Degli antichi romani che cosa ci è rimasto in maggior quantità? Le fogne e gli acquedotti, tutte cose “basse” e di largo consumo. Eppure ci raccontano le abitudini, gli usi e i consumi di un’epoca. Così, a distanza di quasi 15 anni, se pensiamo al 2008 e alla nostra adolescenza ci vengono in mente i Dari e i Finley, non Tiziano Ferro. Perché il bello ci eleva, è aspirazionale, ma il brutto ci definisce e ci accoglie. Quanto alla mia musica, essendo musica senza pretese né velleità, ma solo musica pensata per essere divertente (per me principalmente, poi per gli altri), abbraccia appieno il concetto di “entertaining” alla anglosassone, quindi viene associata naturalmente alla musica da consumare velocemente o in generale “brutta”. A me piace chiamarla “diversamente bella”.

– Ogni data dell’ultimo tour aveva un nome particolare (es: Brescia: Auroro il film, Roma: La spaghettata di Auroro Borealo, ecc) come nascono queste tue decisioni e perché il tuo team continua a darti corda?

In un momento storico in cui tutto è replicabile mi andava di proporre spettacoli unici, cotti e mangiati, validi solo in quel momento. Inoltre ho una grande passione per i gadget collezionabili e mi entusiasmava l’idea di poterne creare tantissimi e tutti diversi. Il mio team, composto da I Capelli Lunghi Dietro, BPM Concerti, dall’Artista Paolo Proserpio e dal negozio di magliette Pixel a Brescia, non solo mi dà corda ma spesso mi fomenta dandomi in pasto nuove idee. A oggi non ho ancora compreso appieno perché lo facciano; credo sia perché altrimenti si annoierebbero. Del resto di idee ne hanno tutti a bizzeffe. C’è chi le pensa solamente e c’è chi le realizza anche.

– Tralasciamo per un attimo tutto questo realismo post-boreale, se non avessi fatto il musicista di professione, che altro lavoro avresti fatto?

Avrei fatto il lavoro che faccio tuttora e che mi consente di pagarmi la passione per la musica: l’impiegato.

li Lunghi Dietro farà tappa anche in europa come Spaghetti Punk. Cosa ti aspetti da questa trasferta? Fare un tour europeo punk in furgone è il nostro sogno sin da quando siamo ragazzini, vederlo realizzato ci manda in solluchero, ma a dirtela tutta da questo tour mi aspetto di dormire per terra in sacco a pelo numerose volte.

– Ma quindi l’epoca del collarino ortopedico è ufficialmente finita?

Vedi risposta alla domanda del video di Milano Manguste Feroci.

– Sappiamo che ti diletti anche a fare interviste quindi concludi questa intervista con una domanda.

La signora Bev prende il treno tutti i giorni alle 4.00 per tornare a casa e il marito la viene a prendere in stazione, esattamente al suo arrivo, ossia alle 6.00. Un giorno il treno arriva alle 5.00, un’ora in anticipo. Il marito però è uscito alla solita ora di casa, perciò Bev si incammina a piedi verso di lui finchè si incontrano, lei sale in macchina e arrivano così a casa 20 minuti in anticipo sul solito orario. Per quanti minuti ha camminato Bev prima di incontrare il marito in macchina?

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