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Il Notiziario AIIT

rassegne&notiziari A cura di Michela Tiboni(1) e Stefano Zampino(2)

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IN COLLABORAZIONE CON “STRADE & AUTOSTRADE”, L’ASSOCIAZIONE DEDICATA AL SETTORE DELLA MOBILITÀ, DEL TRAFFICO E DEI TRASPORTI CHE PROMUOVE ATTIVITÀ CULTURALI, FAVORISCE LO SVILUPPO DI ATTIVITÀ DI RICERCA, FORMAZIONE E INFORMAZIONE E INDIVIDUA STRATEGIE E PIANI DI INTERVENTO PER LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA MOBILITÀ

PIANIFICARE LA MOBILITÀ CICLISTICA

Anche in Italia, come in molti altri Paesi UE, si registra un buon incremento dell’uso della bicicletta cui non corrisponde purtroppo quello delle relative infrastrutture. Quando ciò avviene, spesso la progettazione degli itinerari ciclabili non è pianificata correttamente oppure gli itinerari hanno un dimensionamento inadeguato. L’aumento dei ciclisti quale tipologia di utenti deboli della strada ha portato a un incremento dell’incidentalità, in controtendenza con ciò che avviene con gli altri mezzi di trasporto. Le cause di ciò sono molteplici e sembrerebbe quindi il momento opportuno per le Amministrazioni Pubbliche Locali, aiutate da finanziamenti governativi, per progettare e realizzare interventi infrastrutturali che migliorino la qualità della mobilità ciclistica. Con queste premesse, nell’ambito delle attività di AIIT Sezione Emilia Romagna, si è tenuto il 19 Giugno presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura di Parma il Convegno “Pianificare la mobilità ciclistica”, moderato dal Prof. Paolo Ventura dell’Università di Parma, e che ha visto coinvolti Docenti e Ricercatori dell’Università di Parma e dell’Università di Brescia. È stata in primis l’occasione, con l’intervento del Prof. Michele Zazzi, Professore Associato di Tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università degli Studi di Parma, per riflettere sugli strumenti di pianificazione della mobilità ciclistica e sulla loro integrazione con la pianificazione urbanistica, con un approfondimento sulla recente L. 2/2018 “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, che ha fornito nuove definizioni per gli itinerari e percorsi ciclabili, in riferimento ai parametri di traffico e di sicurezza. In particolare, la Legge ha introdotto i termini ciclovia per indicare un itinerario ciclistico e rete cicloviaria quale insieme di diverse ciclovie. Tale Normativa ha istituito un sistema gerarchico ordinato di funzioni e previsioni, spingendo ancor più verso l’integrazione della pianificazione della mobilità ciclistica con gli strumenti di pianificazione esistenti, a partire dal Piano generale della mobilità ciclistica, per poi passare ai Piani Regionali della Mobilità Ciclistica e ai Biciplan comunali. In particolare, il Piano generale della mobilità ciclistica, di durata triennale, pianifica gli interventi di settore finalizzati all’incentivo all’utilizzo della bicicletta in ambito urbano e metropolitano e anche sulle ciclovie d’interesse europeo, nazionale e regionale. Le ciclovie di interesse nazionale costituiscono la rete ciclabile nazionale denominata “Bicitalia”. I Piani Regionali della Mobilità Ciclistica, anch’essi di validità triennale, individuano gli interventi da adottare per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative. Infine, i Biciplan, ovvero i Piani Urbani della Mobilità Ciclistica dei Comuni e delle città metropolitane, sono ritenuti piani di settore dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS). Nei Biciplan si possono distinguere gli itinerari ciclabili prioritari da quelli secondari e dalle vie verdi ciclabili, e si prevede che vi siano necessari raccordi tra rete ciclabile e isole ambientali, strade 30, aree pedonali, zone residenziali e zone a traffico limitato. È stato fornito anche un approfondimento specifico sulla L.R. Emilia Romagna n° 10/2017 “Interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità” e sulle relative Linee Guida per il sistema regionale della ciclabilità approvate nel 2019. A seguire, è stato affrontato il tema della sicurezza stradale connessa alla mobilità ciclistica. Il Prof. Giulio Maternini, Socio AIIT ed Ordinario di Trasporti presso l’Università degli Studi di Brescia, ha evidenziato come l’aumento dei ciclisti nelle nostre strade abbia portato purtroppo a un aumento dell’incidentalità: la bicicletta è il mezzo di trasporto che ha registrato nell’ultimo

ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’INGEGNERIA DEL TRAFFICO E DEI TRASPORTI

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decennio il maggior incremento di incidenti stradali. Dal 2011 al 2017, in Italia gli incidenti stradali sono diminuiti del 33% e i morti sono dimezzati, ma è aumentato del 40% il numero degli incidenti che vede coinvolti i ciclisti. Pertanto il ciclista, tra gli utenti deboli della strada, è quello che necessita maggior attenzione ai fini della sicurezza. Per quanto concerne il costo sociale degli incidenti stradali, con riferimento allo studio di valutazione dei costi sociali dell’incidentalità stradale (MIT - anno 2013), si evidenzia come il costo sociale complessivo relativo all’incidentalità degli utenti in biciletta abbia assorbito, nel solo 2017, più di 1 miliardo e 290 milioni di Euro, di cui oltre 227 milioni nella sola Regione Emilia Romagna. Sono poi state illustrate le tecniche di analisi dell’incidentalità stradale, con particolare riferimento all’analisi correttiva, quale approccio a posteriori, che attraverso alcuni indicatori permette di individuare i punti con elevato tasso di incidentalità, all’analisi preventiva, approccio a priori che consente una stima qualitativa della possibilità di accadimento di un incidente per un determinato tronco stradale, e all’analisi predittiva, anche in questo caso un approccio a priori che permette la stima quantitativa della frequenza attesa di incidente e gravità, in funzione di determinate caratteristiche di flusso di traffico, geometria e contesto. Infine, sono state presentati alcuni suggerimenti tratti da esperienze internazionali di pianificazione e progettazione della mobilità ciclistica, con riferimento ad esempio alle corsie ciclabili nella Normativa olandese, dove è prevista la possibilità di realizzare strade con due corsie ciclabili e con una sola corsia per il traffico veicolare, alla banane-vélo francese, una particolare conformazione della sede stradale che permette all’automobilista, in corrispondenza delle rotatorie, di capire se il ciclista svolterà o proseguirà dritto. È stato anche fornito un approfondimento sulle possibili modalità costruttive di realizzazione dei cordoli di separazione fisica della pista ciclabile dalla carreggiata in ambiente urbano che soddisfino i requisiti normativi vigenti e che cerchino di rispondere al meglio alle esigenze di comfort e sicurezza dei ciclisti, prevedendo, ad esempio, dei profili ribassati del cordolo dal lato della pista ciclabile per scongiurare eventuali urti accidentali con il pedale della biciletta. Il Prof. Felice Giuliani, Socio AIIT e Ordinario di Strade Ferrovie e Aeroporti presso l’Università di Parma, ha poi introdotto il tema della geometria e della progettazione degli itinerari ciclabili, evidenziando come lo scenario degli spazi e dei veicoli della mobilità ciclistica sia oggi in continua trasformazione. Basti pensare alla Direttiva europea 2002/24/CE, che definisce la bicicletta a pedalata assistita come bicicletta dotata di motore elettrico ausiliario con fissate caratteristiche di potenza e alimentazione: ai veicoli che soddisfano questa Direttiva non viene richiesta l’omologazione e sono considerati a tutti gli effetti come le biciclette tradizionali. Un altro esempio trova applicazione nel recentissimo DM 04/06/2019 che ha introdotto un regime di sperimentazione alla circolazione su strada di dispositivi per la micromobilità elettrica, quali segway, hoverboard, monopattini elettrici e monowheel, dispositivi che sempre più stanno assumendo un ruolo nel panorama della mobilità. Per quanto concerne nello specifico la geometria e le caratteristiche costruttive delle piste ciclabili, il DM 557/1999 costituisce comunque ancora il riferimento normativo nazionale in materia di caratteristiche tecniche delle piste ciclabili e individua i percorsi stradali utilizzabili dai ciclisti, sia in sede riservata, sia in sede ad uso promiscuo con pedoni o con veicoli a motore. Nel suo intervento, il Prof. Giuliani ha trattato poi il tema degli standard geometrici, quali la larghezza della sezione, la velocità di progetto e le caratteristiche planoaltimetriche delle piste ciclabili, e i temi della segnaletica, dell’interazione con il traffico motorizzato, e degli attraversamenti ciclabili, inclusi quelli altimetricamente sfalsati. In continuità con queste tematiche, l’Ing. Federico Autelitano dell’Università di Parma ha affrontato il tema delle pavimentazioni e dell’illuminazione degli itinerari ciclabili. La pavimentazione di un itinerario ciclabile è infatti l’elemento che più ne caratterizza il tracciato, il comfort e l’inserimento ambientale. La regolarità, l’aderenza e la riconoscibilità della pavimentazione sono aspetti che, nel contesto ciclabile, prevalgono e che necessitano di particolare attenzione da parte del progettista. Per quanto riguarda nello specifico la realtà di Parma, l’Ing. Marco Mordacci del Comune di Parma ha illustrato le attività che il Comune sta portando avanti relativamente alla pianificazione della mobilità ciclistica, con particolare riferimento al BiciPlan - approvato nel 2008 e attualmente in corso di aggiornamento -, al PUMS, approvato nel 2017, e alla costituzione di uno specifico gruppo di lavoro sulla mobilità ciclabile. Nello specifico, per il biennio 2019/2020, il Comune ha previsto investimenti per 6 milioni di Euro in rigenerazione, ricucitura e realizzazione di nuove piste ciclabili. Al Convegno sono intervenuti anche il Prof. Rinaldo Garziera, Direttore del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, l’Ing. Riccardo Gozio, Presidente della Commissione Sicurezza stradale del Distretto Rotary 2050, il Prof. Antonio Montepara, Presidente della SIIV - Società Italiana di Infrastrutture Viarie, il Prof. Andrea Spagnoli dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Parma, e l’Ing. Carmelo Trotta, già Dirigente Generale del MIT. L’iniziativa, che ha riscosso molto interesse e partecipazione, fa parte di una serie di Convegni che AIIT ha organizzato in varie sedi regionali d’Italia. n

Il presente testo è stato curato dall’Ing. Silvia Rossetti della Sezione AIIT Sezione Emilia-Romagna

Ulteriori informazioni sulle attività dell’Associazione possono essere richieste a vicepresidente@aiit.it.

(1) Direttore del Centro Studi e Ricerche di AIIT (2) Vicepresidente di AIIT